VARICELLA E ZOSTER AGENTE EZIOLOGICO Genere Varicellovirus, famiglia Herpesviridae. Il genoma del virus varicella-zoster (VZV) è il più piccolo della famiglia (125 mila coppie di basi, kbp; 80 megadaltons). Il tipo genomico è il 2. La regione Ul è lunga 105 kb, la Us 5,2 kb. Con la replicazione, la regione Us può essere invertita e dare origine a due forme isomeriche di DNA. VZV é sensibile (come altri virus a DNA) all'azione virustatica di iododeossiuridina (IDU), ara-C (citarabina), ara-A (vidarabina), aciclovir; di tali composti gli ultimi 2 hanno un ruolo terapeutico. EPIDEMIOLOGIA Serbatoio: l'uomo soltanto. L'eruzione vescicolare generalizzata (varicella) rappresenta l'infezione primaria. Essa colpisce in prevalenza il bambino e l’adolescente. Il virus può persistere nell’organismo riattivandosi dopo un lungo periodo di latenza (vari anni o decenni). La riattivazione consiste clinicamente in una eruzione vescicolare a distribuzione dermatomerica, solitamente unilaterale (herpes zoster). Il virus risiede in forma latente nei gangli delle radici dorsali dei nervi; l'eruzione zosteriana contrassegna la distribuzione cutanea delle radici nervose sensitive. Lo zoster si manifesta in persone di ogni età, aumentando di frequenza nell'anziano e nell’immunodepresso. Il virus viene diffuso per via respiratoria e per contatto diretto (benché l’agente eziologico possa essere identificato solo raramente nelle secrezioni respiratorie). Il liquido vescicolare contiene il virus. Esso è estremamente labile nell’ambiente esterno: il contagio indiretto mediato da veicoli inanimati appare improbabile (ma possibile). La varicella è una delle malattie infettive più contagiose; in ambiente famigliare oltre l’80% dei contatti suscettibili contrae l’infezione. Il paziente con herpes zoster rappresenta una fonte di contagio caratterizzata da diffusività nettamente inferiore. Il periodo di incubazione della varicella è 11-20 giorni (in media 14-15); il periodo di contagiosità inizia 2 giorni prima dell'esordio dell'esantema e termina 6-7 giorni dopo l’inizio dell’eruzione cutanea. Il periodo di contagiosità si protrae se la malattia ha decorso prolungato (ciò avviene negli immunodepressi, in particolare). Il virus può essere trasmesso al feto dalla madre. Si ritiene che durante il 1° trimestre vi sia 1 probabilità su 14 che la varicella materna induca malformazioni nell'embrione. Le manifestazioni a carico del prodotto del concepimento sono di gravità variabile. Il bambino nato da madre che ha avuto una varicella in gravidanza potrà sviluppare uno zoster come prima manifestazione postnatale da VZV. La varicella si manifesta prevalentemente in inverno e all’inizio primavera, lo zoster non ha predilezioni stagionali. L'urbanizzazione rende più precoce l'età media di insorgenza della malattia. Oltre i 15 anni d’età la proporzione degli individui suscettibili all’infezione è ritenuta non superiore al 10%. ANATOMIA PATOLOGICA Le lesioni cutanee vescicolari di varicella e zoster interessano prevalentemente l’epidermide. Il derma contiene cellule infiammatorie. Cellule multinucleate giganti (spesso contenenti inclusioni nucleari) sono reperibili alla base delle lesioni. Il fluido vescicolare contiene soprattutto polimorfonucleati. 1 Durante le eruzioni zosteriane si osservano lesioni nervose a carico dei nervi sensitivi e dei gangli dorsali corrispondenti ai dermatomeri colpiti. Le alterazioni consistono in • degenerazione di cellule gangliari, cellule satelliti, cellule di Schwann, fibre nervose • infiltrazione leucocitaria (linfociti, PMN) • congestione vasale. Alterazioni degenerative interessano l’assone e la guaina mielinica. Nelle cellule gangliari e in quelle satelliti si documentano inclusioni intranucleari e si può visualizzare il virus mediante microscopia elettronica. E’ possibile isolare VZV dai gangli dorsali e dai dermatomeri colpiti purché l'indagine sia compiuta poco dopo l'esordio dell'eruzione. Lo stato del virus nel corso del periodo di latenza e i fattori che mantengono la latenza sono oscuri. CLINICA Varicella Nel bambino normale la varicella è una malattia caratterizzata da eruzione vescicolare, con modesto impegno sistemico. La lesione cutanea esordisce come maculopapula pruriginosa che evolve in una vescicola circondata da alone eritematoso. Le vescicole sono superficiali, con diametro di pochi millimetri. Il liquido vescicolare inizialmente è limpido, quindi diviene torbido. La vescicola si converte in lesione crostosa; la crosta cade senza lasciare cicatrice, ma lasciando spesso una lieve depressione della superficie cutanea. La febbre è moderata e persiste per 3-5 giorni. Altri sintomi generali consistono in astenia, malessere, irrequietezza, anoressia. Nell'adulto la malattia è più severa. Non è rara una fase prodromica con febbre, brivido, nevralgie, artralgie per vari giorni. L’esantema usualmente esordisce al cuoio capelluto o al tronco. Le lesioni al cuoio capelluto sono riconoscibili con la palpazione. Possono essere interessate le mucose (bocca, congiuntiva, vagina). Le lesioni compaiono per gittate successive e sono caratterizzate da un diverso stadio evolutivo. Al tronco le lesioni risultano più "vecchie" che agli arti. Frequenti sono le escoriazioni da grattamento e l’impetiginizzazione. Nella maggior parte dei bambini compaiono nuove lesioni per 2-4 giorni. Nel bambino si possono contare, in genere, da una cinquantina ad alcune centinaia di lesioni. Le vescicole si concentrano nelle aree di irritazione cutanea o sottoposte a pressione, come * scottature solari * pannolini * cinture * punture. Il paziente immunocompromesso può andare in centro a una severa forma di "varicella progressiva". Nella II settimana di malattia il numero delle lesioni continua ad aumentare e la febbre può persistere, anche a livelli elevati. Le lesioni sono più profonde e spesso sono ombelicate. In fase tarda esse appaiono più evidenti agli arti e possono essere situate in area palmo-plantare. Frequente risulta l'interessamento viscerale. La letalità nel paziente immunocompromesso è elevata (15-20%). Varicella perinatale Mortalità elevata, impegno viscerale (soprattutto polmonare) frequente. 2 Varicella connatale * * * * * * Non comune. Descritte: lesioni cutanee cicatriziali ipoplasia di arti anomalie oculari danni al sistema nervoso centrale sordità ritardo nella crescita intrauterina. Herpes zoster L'eruzione è unilaterale e interessa 1-3 dermatomeri. Le vescicole compaiono a grappoli, spesso su base eritematosa. Più frequente appare la localizzazione toracica e addominale. L’isolamento di VZV dal liquor è non raramente positivo. L’eruzione è spesso preceduta da dolore radicolare. La nevralgia post-erpetica è più frequente nell’anziano. Ricorrenze: rare; più comuni nei pazienti neoplastici. Zoster disseminato: possibile sia nel paziente con immunità normale, sia nell’immunocompromesso. Dopo un esordio localizzato compaiono nuove lesioni ematogene disseminate. Il riscontro di alcune (5-10) vescicole a distanza dal dermatomero colpito non consente di porre diagnosi di z. disseminato. Possono manifestarsi localizzazioni viscerali: polmonite, epatite, pancreatite, encefalite. COMPLICANZE Da varicella: * * * * * * * * * encefalite cerebellite meningite "asettica" sindrome di Reye polmonite coagulazione intravascolare disseminata (CID) artrite interessamento congiuntivale superinfezione batterica impetiginizzazione cellulite ascesso erisipela gangrena varicella bollosa * * * * * * Altre complicanze, rare: miocardite pancreatite gastrite emorragie gastrointestinali nefrite orchite. 3 L’encefalite rappresenta una complicanza severa; insorge alcuni giorni dopo l’esordio dell’esantema. L’impegno meningeo è solitamente minimale. Il quadro di “meningite asettica” è di riscontro occasionale. La cerebellite è contraddistinta da atassia cerebellare ed ha prognosi buona; il liquor è solitamente normale. La sindrome di Reye è un’encefalopatia fulminante con steatosi epatica; può complicare diverse malattie virali, esantematiche o no. Può essere scatenata dall’assunzione di aspirina. La polmonite rappresenta una delle complicanze maggiori; essa è più frequente nell’adulto e nell’immunodepresso. Il decorso può essere severo. Radiologicamente si nota un diffuso interessamento reticolo-nodulare. Istologicamente si tratta di interstiziopatia con infiltrato mononucleare. Fra i sintomi e segni possono esservi tachipnea, dispnea, emottisi; l’obiettività fisica al torace è modesta. La CID (coagulazione intravascolare disseminata) può comportare coagulopatia, trombocitopenia, segni di fragilità capillare, emorragie (epistassi in particolare), petecchie, ecchimosi (fino alla purpura fulminans). Nella varicella bollosa può avere un ruolo concausale un ceppo stafilococcico tossigenico. L’artrite presenta un quadro di limitata gravità e durata; interessa solitamente una o due grandi articolazioni. L’interessamento congiuntivale, sotto forma di singole vescicole, è frequente. Altre lesioni oculari, di maggiore gravità, sono poco comuni. Da zoster * * * * Lo zoster oftalmico può causare lesioni oculari: cheratite iridociclite glaucoma neurite ottica In corso di zoster oftalmico è stata descritta anche una vasculite cerebrale. L’impegno della branca mascellare o mandibolare del trigemino può coinvolgere il ganglio genicolato, causando la sindrome di Ramsay-Hunt (lesioni al meato auricolare, perdita della sensibilità gustativa ai 2/3 anteriori della lingua, paralisi facciale omolaterale. Descritti anche deficit motori: * atrofie muscolari * mielite trasversa * miosite * sindrome di Guillain-Barrè * * * Turbe funzionali in caso di interessamento lombosacrale: ritenzione urinaria costipazione impotenza Diagnosi La diagnosi clinica è solitamente facile. In passato, la diagnosi differenziale teneva conto del vaiolo. L’herpes simplex disseminato occasionalmente può simulare la varicella. Talora infezioni da enterovirus possono assumere impronta vescicolare. 4 Laboratorio Ricerca di cellule multinucleate (effetto citopatico in vivo) ottenute grattando il fondo di lesioni vescicolari; ricerca dell’antigene virale in immunofluorescenza diretta. Isolamento virale dal fluido vescicolare. PCR per ricercare il genoma del virus. Sieroconversione o incremento del titolo anticorpale specifico. Prognosi Mortalità bassa per la varicella e lo zoster, elevata per la varicella nell'immunocompromesso. Terapia Terapia sintomatica del prurito Igiene della cute. Tagliare le unghie o fasciare le dita (grattamento!). Paracetamolo come antipiretico (evitare l’aspirina). Antivirali Varicella e zoster non complicati non richiedono terapia antivirale. Aciclovir: 5-10 mg/kg/die ogni 8 ore, oppure 500 mg/m2 di superficie corporea ogni 8 ore, in infusione lenta. Profilassi Legge. Notifica obbligatoria; isolamento per 7gg dalla comparsa delle vescicole. Norma igieniche. Non necessaria disinfezione dei locali ma solo aerazione. Il paziente, se ricoverato, diviene fonte di contagio in ambiente nosocomiale. Vaccino. Il vaccino è attenuato a partire dal ceppo selvaggio Oka. La vaccinazione è indicata dopo il primo anno di vita. Si raccomanda la vaccinazione a tutti i bambini sani in età compresa fra 12 mesi e 13 anni. In età successiva lo schema vaccinale prevede due dosi a distanza di 4-8 settimane. Si tratta di una sola dose (0,5 ml per via sottocutanea). Vi sono controindicazioni: immunocompromessi, pazienti in trattamento con farmaci steroidei ad alte dosi, gravidanza. Si raccomanda inoltre di non somministrare salicilati per sei settimane dopo la vaccinazione. Talora può insorgere un esantema (localizzato nel 3-5% dei casi, generalizzato in una proporzione simile di casi). L’esantema compare da 5 a 26 giorni dopo la vaccinazione. La trasmissione secondaria del virus vaccinale a soggetti suscettibili è comunque eccezionale (solo tre casi ben documentati), e solo a partire da un soggetto che abbia manifestato un esantema dopo la vaccinazione. Immunoprofilassi passiva post-esposizione. Basata sull’impiego di immunoglobuline umane specifiche (VZIG) entro 96 ore dall’esposizione. L’indicazione prioritaria concerne il soggetto a rischio di varicella grave: * bambino immunodepresso * neonato di madre che manifesta varicella da 5 giorni prima a 2 giorni dopo il parto). * gravida suscettibile. Possono essere considerati a rischio gli adulti immunodepressi con anamnesi negativa o incerta per varicella. 5