L`efficacia della vaccinazione

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Nome
Genere e Famiglia
Dimensioni e Simmetrie
Presenza di eventuali antigeni virali
Patologia
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Decorso clinico della malattia
Terapia
Diagnosi
Epidemiologia
Profilassi
In generale …
• Denominato anche Fuoco di Sant’Antonio, il virus Varicella-Zoster
appartiene alla famiglia degli Herpes virus. Insieme a rosolia,
morbillo, pertosse e parotite, la varicella è annoverata fra le malattie
contagiose dell’infanzia, che nella maggioranza dei casi colpiscono i
bambini tra i 5 e i 10 anni. Le dimensioni di tale virus sono molto
ridotte, nell’ordine dei 27 nm circa.
• L’uomo è l’unico serbatoio noto di questo virus: la malattia si
trasmette quindi soltanto da uomo a uomo.
Sintomi, decorso clinico e
complicanze
Dopo un’incubazione di 2 o 3 settimane , la malattia manifesta i primi
sintomi: esantemi cutanei, febbre non elevata, possibile mal di testa
e malessere generale; tipicamente l’esantema è costituito da 250500 lesioni .
La varicella è in genere una malattia benigna che guarisce nel giro di 710 giorni e tende ad avere un decorso clinico nell’adolescente e
nell’adulto. Essa produce immunità permanente e raramente si può
presentare due volte nell’arco della vita anche se non viene
eliminato e rimane latente (in genere per tutta la vita). Nel 10-20%
dei casi, il virus si risveglia a distanza di anni, solitamente dopo i 50
anni, dando luogo all’herpes zoster. Se la varicella viene contratta
da una donna in gravidanza, può trasmettersi al feto, provocando
un’embriopatia.
TERAPIA
Generalmente la terapia è solo sintomatica; nei casi più a
rischio di complicanze e nei casi secondari familiari si può
ricorrere a farmaci antivirali come l’aciclovir.
La terapia antivirale non è raccomandata nei bambini con
varicella altrimenti sani, visto che, somministrata per via
orale entro 24 ore dall’inizio dell’esantema, determina
solamente una modesta riduzione dei sintomi. Nei pazienti
immunodepressi è raccomandata la terapia antivirale per
via venosa.
Diagnosi
L'isolamento del virus dalle vescicole permette di porre diagnosi di
certezza, tuttavia presenta notevoli difficoltà tecniche. È possibile
ricercare gli antigeni virali con immunofluorescenza, si può inoltre
ricercare il DNA virale con PCR. Le indagini sierologiche
comprendono la ricerca di anticorpi con metodo ELISA; la
dimostrazione dell'infezione è possibile in presenza di un aumento
del titolo anticorpale di almeno 4 volte. La presenza di IgM indica
un'infezione recente.
Epidemiologia
a) Le infezioni da VZV hanno una vasta estensione: il virus si diffonde
meno rapidamente nei paesi con clima tropicale rispetto a quelli con
climi temperati.
b) È possibile che la diffusione di VZV sia inibita dalle alte temperature.
Circa 3.8 milioni di casi di varicella sono diagnosticati annualmente
negli Stati Uniti distribuiti uniformemente tra entrambi i sessi.
c) La varicella si diffonde più comunemente durante l’inverno e all’inizio
della primavera; mentre lo zoster può manifestarsi in qualsiasi momento
dell’anno.
Profilassi
In generale, si consiglia di isolare i pazienti per evitare la diffusione del
contagio. Dal 1995 è disponibile un vaccino, raccomandato per tutti i
bambini nel secondo anno di vita. L’efficacia della vaccinazione è stata
stimata essere del 95%, nella prevenzione delle forme moderate o gravi; del
70-85% nella prevenzione delle forme lievi. Il vaccino è sicuro e ben
tollerato e la protezione sembra essere di lunga durata. La vaccinazione va
effettuata con una sola dose ai bambini tra 12 mesi e 12 anni, e con due
dosi in chi ha più di 12 anni. Il vaccino è controindicato per gli individui
immuno-depressi, mentre è consigliato nei bambini più grandi, negli
adolescenti e negli adulti che non abbiano ancora contratto la malattia e
privi di controindicazioni. È consigliato soprattutto per le persone che per
motivi professionali hanno un maggior rischio di acquisire l’infezione o
trasmetterla a persone ad alto rischio di complicanze gravi. Inoltre, la
vaccinazione è particolarmente indicata anche per le donne in età fertile che
non hanno già avuto la malattia, per evitare un’eventuale infezione in
gravidanza e i conseguenti danni al bambino.
Gabriele Bosco
Emanuele Gagnor
Luca Quaggia
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responsabilità sulle possibili
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questa presentazione
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