VEMURAFENIB: nuovo farmaco approvato nel melanoma metastatico La prognosi per i pazienti con melanoma metastatico è bassa. Attualmente le opzioni terapeutiche sono limitate. Vemurafenib offre un’alternativa per quei pazienti con melanoma metastatico o non resecabile con mutazione del gene BRAF V600. Tale mutazione è stata trovata nel 40-60 % dei melanomi. La protein-chinasi BRAF mutata stimola la proliferazione cellulare e l’immortalità delle cellule e ciò spiega la cancerogenicità di tale mutazione. Vemurafenib, nuovo inibitore di protein-chinasi, agisce bloccando BRAF e rallentando cosi la crescita tumorale. L’approvazione del vemurafenib per i pazienti con melanoma metastatico o non resecabile e con BRAF V-600 mutato è basata sui risultati di due trials. Si trattava di un trial di fase III che comparava vemurafenib con dacarbazina in 672 pazienti non trattati e un trial di fase II con 132 pazienti coinvolti precedentemente trattati (vedi tabella 1). Clinical out come Percentuale di risposta Progressione media di sopravvivenza (mesi) Percentuale di sopravvivenza a 6 mesi Sopravvivenza media totale (mesi) Trial Fase III (672 pazienti) Trial Fase II (132 pazienti) Vemurafenib 48% 5.3 Dacarbazina 5% 1.6 Vemurafenib 53% 6.8 84 % 64% 77% 13.2 9.6 15.9 Tab. 1 Efficacia di vemurafenib in pazienti con melanoma metastatico e mutazione BRAF V600 Il 92% dei pazienti che prendevano parte agli studi presentavano mutazione del gene BRAF V600E. Il rimanente 8% presentava principalmente mutazione del gene BRAF V600K. Pazienti con metastasi cerebrale non trattato erano esclusi da entrambi i trials. Risultati dei trials Nel trial di fase III, i pazienti rispondevano più a vemurafenib che alla dacarbazina e la sopravvivenza era più lunga (vedi tab 1). Dopo un analisi ad interim, fu cosi raccomandato ai pazienti che ricevevano dacarbazina di invertire con vemurafenib. Gli outcomes di vemurafenib nel trial di fase II erano simili. La sopravvivenza media era tra 13.215.9 mesi. Il grosso interrogativo degli studi era dato dal fatto che ancora non era ben chiaro se il vemurafenib fosse efficace contro i melanomi che non presentavano mutazione del BRAF V600E. ADRs riscontrate Gli eventi avversi che si riscontravano nei due trials erano comuni. Nel trial di comparazione, il 38% dei pazienti che assumevano vemurafenib aveva la dose modificata o bloccata in quanto presentavano un solo evento avverso comparato con solo il 16% di quelli che ricevevano dacarbazina. Venivano riportati casi di artralgia, rash, alopecia, astenia, nausea, prurito e papilloma cutanei. Per evitare casi di fotosensibilità, veniva sconsigliata l’esposizione al sole. Casi più gravi di ADR riportati erano : Sindrome di Steven-Johnson Necrolisi epidermica Anafilassi Uveite Tra il 18% e il 26% di questi pazienti considerati sviluppavano carcinoma cutaneo a cellule squamose e cheratoacantoma, ossia una forma di neoplasia a carattere benigno, che si manifesta sulla cute particolarmente il viso e il collo. Queste manifestazioni si verificavano dopo circa 7-8 settimane. Erano riportati rari casi di carcinoma a cellule squamose di testa e collo. Si era notato che vemurafenib poteva prolungare il tratto QT e ciò ne sconsiglia l’uso in pazienti con anormalità elettrolitiche, sindrome del tratto QT prolungato, o coloro che fanno uso di farmaci che di per sé prolungano tale tratto QT. Ciò spiega il perché sia bene effettuare un costante monitoraggio all’ECG del paziente. Parametri epatici alterati rendono necessario il monitoraggio degli enzimi epatici e della bilirubina prima e durante il trattamento con vemurafenib. In caso di livelli elevati, potrebbe essere necessaria o una riduzione della dose di farmaco od una interruzione. Farmacocinetica In seguito a somministrazione orale di vemurafenib, la concentrazione plasmatica massima si raggiunge dopo 4 h. La maggioranza dei metaboliti viene eliminata nelle feci e l’emivita di eliminazione è di 57 ore. Importante da considerare che vemurafenib è un inibitore della glicoproteina-P e del citocromo P450, CYP1A2e 2C9. E’anche inibitore del CYP3A4, ciò rende il farmaco un protagonista importante di diverse interazioni farmacologiche (vedi tab. 2). Citocromo Substrato CYP2C9 FANS Fenitoina S-warfarina Torsemide Amitriptilina Clomipramina Clozapina Inipramina Propranololo R-warfarina Teofillina Tacrina Antidepressivi (Imipramina, amitriptilina, sertralina, venlafaxina, nefazodone) CYP1A2 CYP3A4 Benzodiazepine (alprazolam, triazolam, midazolam) Antifungini (ketoconazolo, astemizolo) Inibitori delle proteasi (ritanovir, indinavir, nelfinavir, saquinavir) Altri Terfenadina Verapamil Testosterone Teofillina Carbamazepina Cisapride Desametasone Eritromicina Etinilestradiolo Gliburide Ciclosporina Lovastatina Tab 2. Substrati metabolizzati dai citocromi coinvolti nell’interazione con vemurafenib BIBLIOGRAFIA 1. Australian Prescriber. New drugs, vemurafenib. 2012;35:128-35. 2. Chapman PB,Hauschild A., Robert C, Haanaen JB, Asciero P., Larkin J., et al. Improved survival with vemurafenib in melanoma with BRAF V600 mutation. N.Engl. J.Med,2011;364:2507-16. 3. Sosman JA,Kim KB,Schuchter L., Gonzales R., Pavlick AC, Weber JS, et al. 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