Orizzonti 1 Capitolo IV File

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M entre impero e papato si indebolivano vicendevolmente nella lunga
lotta per l’egemonia, aumentava la potenza delle nuove monarchie
nazionali europee: l’Inghilterra, dai Normanni ai Plantageneti fino alla
più matura dinastia Tudor; la Francia dei Capetingi e dei loro eredi; la
Castiglia e l’Aragona destinate a unirsi nel regno spagnolo, non prima di avere
cacciato gli arabi dal suolo iberico. E anche gli Stati signorili italiani e tedeschi. E
proprio quando Francia e Inghilterra si sfidavano per la supremazia, una durissima crisi sorprese l’Europa del Trecento. Preannunciata da una terribile epidemia
di peste, trasformò profondamente, in realtà non sempre in peggio, la situazione
sociale, economica e politica. La fine del Medioevo era alle porte e la penisola
italiana, ancora una volta centrale, mostrava le più tipiche delle sue caratteristiche: ricchezza economica, vivacità culturale e frammentazione politica. Sarebbe
seguita la feconda stagione dell’Umanesimo e del Rinascimento, un’ epoca destinata a trasformare il modo di pensare delle persone e del loro modo di rapportarsi tanto con la sfera religiosa quanto con quella profana. La scoperta del Nuovo
Mondo, infine, avrebbe cambiato per sempre la storia umana, con il suo lascito
di viaggi avventurosi, ricchezze meravigliose e fiumi di sangue versato.
Dalla fine
del Medioevo
all’età del Rinascimento
Da ricordare
Per orientarti
1200
92
1300
1500
1550
Trasformazione di Francia e Inghilterra in monarchie moderne
XII-XIV sec.
C 4
XII-1250
assimo splendore
M
dei Comuni italiani
C 6
1400
XIII-XIV sec.
C 6
Sviluppo delle Signorie
XV sec.
XIV-XVI sec.
1220-1250
C 5 Federico II
di Svevia imperatore
1215
C 4 Giovanni senza Terra
concede la Magna charta libertatum
1231
L’Imperatore
Federico II promulga
le Costituzioni di Melfi
C 5
© Loescher Editore – Torino
1282
C 5
C 5
Rivolta dei Vespri siciliani
C 8
Le Signorie si trasformano in Principati
Umanesimo e Rinascimento
1302
Filippo il Bello
convoca per la prima
volta gli Stati generali
1453
Maometto II
conquista
Costantinopoli
1347-1350
Grande epidemia
di peste in Europa
C 4
1395
C 5
C 6
1337-1453
C 4
Guerra dei Cent’Anni
1469-1492
1492 C 4 Conquista di Granada:
fine della Reconquista
Signoria
di Lorenzo il Magnifico C 9 Colombo scopre l’America
C 6-7
C 5
1309-1377
Il papato
1302
ad
Avignone
Gli Aragonesi ottengono il dominio sulla
Sicilia
C 6
1440
C 6
1456
Invenzione della stampa
C 8
1454
Lorenzo Valla dimostra la falsità della
Gian Galeazzo
«donazione di Costantino»
Sforza duca di 1429
C 4
Milano
Giovanna d’Arco guida l’esercito francese
C 8
C 6 La pace di
Lodi: fine delle
guerre fra gli
Stati italiani
1531 C 9 Pizarro invade il Perù
1519-1522
Cortés sottomette il Messico
Diaz doppia il Capo di Buona Speranza
1487
C 9
C 9
© Loescher Editore – Torino
93
regio. La sovranità sull’intera nazione dei
re di Francia – gli eredi dei sovrani carolingi
che sedevano sul trono a Parigi – era quindi
poco più che nominale, dal momento che si
esercitava praticamente solo sul loro feudo
e su pochi altri feudi collegati. I nobili esercitavano quindi in piena autonomia tutti
i poteri giuridici e politici sul territorio di
loro competenza, limitando a un omaggio
formale la sottomissione al sovrano. Perciò,
anche se la mentalità medievale non avrebbe tollerato un distacco formale dei potentati dalla monarchia – simbolo di unità del
potere e di continuità con l’ideale universalistico imperiale – la forte frammentazione
politica e territoriale era una caratteristica
essenziale della Francia dell’XI secolo.
L’affermazione
delle monarchie nazionali:
Francia, Inghilterra e Spagna
REGNO DI
NORVEGIA
REGNO
DI SCOZIA
R E G NO D I
DA N I M A R C A
Mare del Nord
REGNO
D’INGHILTERRA
RUSSI
Colonia
REGNO DI
PORTOGALLO
REGNO DI
NAVARRA
REGNO
DI CASTIGLIA
Lechfeld
E
M
G
N
Roma
a
r
O
D
E
G
C u m
REGNO
DI SERBIA REGNO DI BULGARIA
L I
Limiti dell’Impero Romano Germanico
M
Tunisi
A L
M O
A D I
e
DESPOTATO
R E G NO
DI
EPIRO
NO R M A N NO
Palermo
d
Mar Nero
Costantinopoli
STATO
DELLA
CHIESA
R
Tangeri
Venezia
D’ITA LIA
Cordoba
Granada
REGNO
D’UNGHERIA
REGNO
Milano
DI
ARLES R E G NO
REGNO DI
ARAGONA Barcellona
Toledo
CANATO
MONGOLO
DELL’ORDA
D’ORO
REGNO
REGNO
Magonza
DI
DI BOEMIA
GERMANIA
Parigi
REGNO
DI
FRANCIA
REGNO
DI POLON IA
a
O ce a n o A tl a n ti co
La «monarchia feudale»
nel XII secolo
PR I NCI PAT I
POMERANIA
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I rland a
REGNO
DI SVEZIA
SULTANATO
I M P E RO L AT I NO
REGNO
DI NICEA
DI CONIA
D I S IC I LI A
Atene
i
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e
r
r
a
n
e
o
L’Europa tra XII e XIII secolo
4.1 La Francia
La monarchia francese
nell’XI secolo
p. 204
Al principio dell’XI secolo anche in Francia,
come nel resto dell’Europa, si manifestarono gli effetti della ripresa economica di cui
abbiamo parlato nel capitolo 1, caratterizzata dalla crescita della produzione agricola
e dei commerci, dall’incremento della popolazione e dallo sviluppo della borghesia
più intraprendente. Inoltre acquisirono par-
ticolare importanza le città più meridionali
e centro-orientali, collocate cioè alle aree
delle fiere della Champagne e sulle vie di
scambio tra Mediterraneo e Nord Europa.
L’evidente progresso economico e sociale
non determinò, tuttavia, un immediato superamento dell’organizzazione politica ereditata dal Basso Medioevo: il territorio era
comunque ancora frazionato in un insieme
di feudi di fatto autonomi l’uno dall’altro,
ciascuno governato da un principe che trasmetteva il proprio potere ereditariamente e
in modo di fatto indipendente dal controllo
Nel corso del XII secolo la situazione politica della Francia mutò progressivamente. I
ricorrenti contrasti tra le grandi casate – in
conflitto tra loro per la definizione dei confini dei feudi e per l’acquisizione dei diritti
ereditari su nuovi territori – permisero ai sovrani di imporsi come arbitri delle contese
nobiliari. Esse furono spesso risolte da tribunali regi che, secondo volere dei sovrani,
affidarono i feudi a quelle famiglie disposte
a riconoscere la propria piena sottomissione al re e soprattutto ad accettare che solo il
benestare del sovrano determinava il diritto
di una famiglia sul feudo.
In altre parole, pur continuando a esercitare il potere diretto solo sui propri feudi, i
re di Francia seppero approfittare del proprio titolo (a loro era riservato l’appellativo
di «re») e del loro prestigio per riaffermare i
diritti della monarchia sulla nobiltà; mentre il potere dei nobili si indeboliva, veniva
dunque riscoperta, dopo secoli di divisioni
e di anarchia, la necessità di un’autorità suprema – guida della nazione, garanzia della
pace e fonte superiore del diritto.
Nello stesso tempo, i re di Francia seppero allearsi con la nascente borghesia cittadina, ormai in aperto contrasto con i signori locali – che rendevano difficili le attività
commerciali – e favorevole a una autorità
superiore in grado di pacificare lo Stato e
a proiettarlo nello scenario europeo, dove
ormai si svolgevano i grandi commerci.
Rinnovando a proprio favore i legami di
L’omaggio del vassallo al signore in una miniatura medievale francese.
obbedienza feudale da parte dei singoli feudatari, i re di Francia non avevano ancora
raggiunto l’obiettivo di essere sovrani unici
di una nazione unita. Essi, quindi, rimasero
ancora per tutto il XII secolo a capo di una
«monarchia feudale», cioè signori in mezzo ad altri principi. Tuttavia la loro autorità
era riconosciuta da tutti come superiore ed
erano ormai gettate le basi per il processo di
unificazione della nazione in un regno unico e coeso. [ I NODI DELLA STORIA p. 106]
La dinastia dei Capetingi
e Filippo II Augusto
Al principio del XII secolo, dunque, il re di
Francia governava direttamente territori assai limitati. Il paese era ancora in mano ai
grandi nobili, che, pur riconoscendo un’autorità crescente al sovrano, mantenevano
una loro autonomia. A rendere ancora più
complesso il quadro, tra i nobili che vantavano diritti su vasti territori francesi vi erano anche i sovrani d’Inghilterra, detentori
di oltre metà del territorio complessivo della Francia (ad esempio l’intera Normandia).
I re di Francia appartenevano alla dinastia dei Capetingi , che si era imposta a
Parigi alla fine del X secolo. Tra il 1108 e il
1177 i re capetingi Luigi VI e Luigi VII seppero rafforzare il loro feudo introducendo
un’amministrazione centralizzata del fisco
© Loescher Editore – Torino
94
1200
p. 204
nazione: termine
derivante dal latino natus,
che significa «nato».
Esso indica l’insieme di
individui che abitano in
un determinato territorio,
parlano una stessa lingua
e hanno storia, cultura,
tradizioni e abitudini
simili. Questo termine
non va confuso con
«Stato», che indica una
entità politico-giuridica.
Capetingi: dinastia
fondata dal conte di
Parigi Ugo Capeto, eletto
re di Francia dai nobili
e dal clero nel 987, alla
morte dell’ultimo sovrano
carolingio. I Capetingi
regnarono sulla Francia
fino al 1328.
© Loescher Editore – Torino
1364 Dondi costruisce l’astrario
Fine XIV sec. Formula della polvere da sparo per le armi da fuoco
1430 Appare la caravella
XV sec. Appare la nave ad attrezzatura completa
1550
95
2
4
Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento
e dotandosi di efficienti funzionari (i «balivi») che amministravano la giustizia, riscuotevano le tasse, arruolavano le truppe.
Inoltre, essi utilizzarono la crescente forza
militare del loro piccolo regno per imporre
la propria supremazia sui feudi confinanti; ad esempio costrinsero i re d’Inghilterra
a riconoscersi, almeno formalmente, come
feudatari del re di Francia.
Il processo di rafforzamento della monarchia ebbe una forte accelerazione con il regno di Filippo II Augusto (1180-1223). Infatti, da una parte la società francese desiderava
la fine del disordine feudale, dall’altra il re si
sentiva abbastanza forte per procedere alla
conquista diretta dei territori affidati ai feudatari, tanto che con una serie di campagne
militari egli acquisì le Fiandre, la Borgogna
e la Champagne. Filippo Augusto, inoltre,
non esitò ad attaccare gli inglesi, sconfiggendoli nel 1214 a Bouvines e strappando loro
il Maine, la Normandia, la Bretagna, l’Angiò
e il Poitou (lo sconfitto re d’Inghilterra, Giovanni II Plantageneto, da quel momento fu
detto «Giovanni Senza Terra»).
La Francia al tempo di Filippo II Augusto
REGNO DI
SCOZIA
I r la nda
REGNO DI
INGHILTERRA
GERMANICO
Londra
Calais
ira
ROM
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e
Tur
A q u i t a n ia
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Baiona
RO
REGNO DI FRANCIA
PE
Bordeaux
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nn
Se
Reims
Normandia
Bretagna Maine
Parigi
Angiò
O c e a no
Lo Orléans
A t l a n t i co
Tolosa
Regno d’Inghilterra nel 1188
Eredità paterna e materna
del re d’Inghilterra
Dote di Eleonora di Aquitania
al re d’Inghilterra
Limiti del Regno di Francia
nel 1180
I successori
di Filippo II Augusto
Dopo essersi imposti su molti dei nobili più
potenti di Francia, Filippo Augusto e i suoi
successori rafforzarono il proprio potere
operando scelte che altri sovrani avrebbero
poi imitato:
• incrementarono il corpo dei funzionari
regi, il cui nucleo centrale era formato
dal «Gran consiglio del re», un organo
ristretto e permanente di fedeli collaboratori del re. Questi funzionari avevano il
compito di far rispettare in tutto il paese
le decisioni della monarchia;
York
Galles
La politica di accentramento del potere di
Filippo II Augusto prevedeva anche atti di
intolleranza religiosa nei confronti degli Ebrei,
come raffigura questa miniatura del XV sec.
• imposero alle città e ai feudatari il versamento di tasse che servivano a finanziare
le guerre del sovrano e la sua amministrazione;
di due sovrani circondati da grande stima
popolare, Luigi IX detto «il Santo» perché
partecipò a due crociate (1226-1270) e Filippo IV «il Bello» (1285-1314). L’accresciuto
bisogno di denaro per mantenere uno Stato sempre più esteso (e sempre meno «monarchia feudale»), spinse Filippo a imporre
il pagamento delle tasse anche al clero, che
fino a quel momento ne era stato esentato.
Ne conseguì un aspro dissidio con il papato,
che rivelò come il sovrano francese si sentisse ormai tanto forte da sfidare anche il grande potere universale della Chiesa.
Proprio in tale occasione Filippo convocò l’assemblea degli «Stati generali» : era il
1302 e per la prima volta intorno al sovrano
si radunavano i rappresentanti del clero, dei
nobili e della borghesia. Gli Stati generali
ratificarono le scelte del re e affermarono la
provenienza divina del potere reale: il monarca riceveva così l’autorità necessaria per
governare su tutto lo Stato francese.
Al principio del Trecento la Francia aveva quindi completato la prima fase della
sua evoluzione politica verso l’epoca moderna: da territorio diviso in tanti principati era divenuto dapprima una «monarchia
feudale» – con un re via via più potente e
autorevole in mezzo agli altri nobili – e poi
una monarchia che si avviava a diventare
«nazionale», che regnava su un territorio
unificato e alla quale ogni classe sociale doveva obbedienza. A
Nel corso del Trecento e del Quattrocento
questo processo si completò con il definitivo scontro con l’Inghilterra (la «Guerra dei
Cent’Anni»), che ancora tentava di riaffermare i suoi antichi diritti feudali sulla Francia.
L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna
4.2 L’Inghilterra
La nascita della monarchia
inglese
Il processo di formazione di una forte monarchia nazionale prese avvio in Inghilterra
nella seconda metà dell’XI secolo ad opera
dei conquistatori normanni.
Nel 1066 Guglielmo, duca di Normandia,
attraversò il canale della Manica con il suo
esercito, sconfisse gli Angli e i Sassoni (popoli che daranno il nome agli attuali anglosassoni) nella battaglia di Hastings e divenne re d’Inghilterra. Egli regnò fino al 1087 e
per questa sua impresa fu da allora chiamato Guglielmo il Conquistatore.
Il nuovo re impose sull’isola il dominio
dei nobili normanni, ai quali furono assegnate le terre più fertili e redditizie. Parallelamente, cercò di rafforzare i propri poteri
riorganizzando il territorio in contee affidate al controllo di funzionari regi e ordinando
un censimento accurato di tutte le persone,
le terre e i castelli del paese; il censimento portò alla compilazione del Domesday
Book, cioè di un completo libro del catasto nel quale venivano elencati tutti i fondi e i
proprietari – sia laici che ecclesiastici – degli
stessi, dai quali esigere tasse.
La politica accentratrice di Guglielmo
venne proseguita dai sovrani della dinastia
dei Plantageneti . Il re mantenne con fermezza il controllo sui grandi nobili – alcuni
baroni ribelli furono duramente sconfitti – e
sulla Chiesa. Egli, inoltre, estese i territori del
regno conquistando l’Irlanda e imponendo
1200
catasto: elenco,
compilato dalle autorità
a fini fiscali, dei beni
immobili (case, altri
edifici e fondi) presenti in
un determinato territorio.
Plantageneti: dinastia
reale medievale fondata
da Enrico II d’Inghilterra,
che deriva il suo nome dal
nome latino del fiore di
ginestra (planta genista)
che appariva nel loro
stemma. I Plantageneti
regnarono sull’Inghilterra
per oltre tre secoli, dal
1154 al 1485.
Album p. 108
• rafforzarono e diffusero su tutto il territorio i tribunali regi, che giudicavano i reati
più gravi nel nome del re e sottraevano
definitivamente il potere giudiziario ai
nobili;
• fondarono infine un esercito permanente, che permise al re di non ricorrere ai
feudatari in caso di guerra. Inoltre, alla
cavalleria i sovrani unirono un potente
corpo di fanti e, con il tempo, formazioni
di arcieri e reparti di artiglieria.
Il processo di consolidamento della monarchia francese raggiunse l’apice con il regno
Filippo IV il Bello attorniato dai suoi figli,
particolare da una miniatura del XIV sec.
La battaglia di Hastings tra le truppe di Guglielmo il
Conquistatore e quelle di Aroldo II, miniatura del XV sec.
© Loescher Editore – Torino
96
Stati generali:
L’assemblea degli Stati
generali raccoglieva i tre
Stati (intesi come ceti
sociali) principali che
componevano la società
francese: il Primo Stato
era formato dai nobili,
il Secondo Stato radunava
il clero, mentre il Terzo
Stato rappresentava
la borghesia.
© Loescher Editore – Torino
1364 Dondi costruisce l’astrario
Fine XIV sec. Formula della polvere da sparo per le armi da fuoco
1430 Appare la caravella
XV sec. Appare la nave ad attrezzatura completa
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2
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Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento
Re Giovanni Senza Terra a caccia, miniatura medievale.
alla Scozia l’alleanza con l’Inghilterra. Infine, oltre al ducato di Normandia e alla contea d’Angiò, dei quali era erede, in territorio
francese acquisì, attraverso il matrimonio
con Eleonora, duchessa d’Aquitania, vasti
feudi nella zona sud-occidentale.
Alle soglie del Duecento, la monarchia
britannica rivaleggiava in prestigio e potenza con quella di Francia. Il re di Francia Luigi
VII riuscì a imporre a Enrico II il riconoscimento del suo rapporto di vassallaggio con
il sovrano francese, ma si trattava ancora di
una affermazione di diritto senza reali conseguenze politiche. [ I NODI DELLA STORIA
p. 106] A
La Magna Charta
Una copia
della
Magna
Charta
con il suo
sigillo.
I rapporti tra i re d’Inghilterra e le classi più
influenti del regno (i nobili, gli ecclesiasti-
Album p. 108
L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna
ci e la ricca borghesia) mutarono a seguito
delle sconfitte subite dai sovrani nel lungo
confronto con i re di Francia.
Decisiva in queste vicende fu la sconfitta subita dagli inglesi a Bouvines nel 1214.
Il re d’Inghilterra, Giovanni Plantageneto
(1199-1216), detto «Senza Terra» in seguito
alla sconfitta, uscì talmente indebolito dalla
disfatta e dalla conseguente perdita di gran
parte dei feudi in territorio francese, da essere costretto a scendere a patti con i nobili
più potenti del paese: questi ultimi, sostenuti
dall’alto clero e dagli esponenti della più ricca borghesia cittadina, nel 1215 imposero al
sovrano la concessione della Magna Charta Libertatum (comunemente conosciuta
come Magna Charta). Si trattava del primo
esempio di legge fondamentale (una sorta
di «costituzione») e conteneva norme che
limitavano i poteri del sovrano e stabilivano i rapporti di forza tra il potere centrale e
le classi sociali più potenti. [Testimonianze  documento 1, p. 208] La Magna Charta sanciva in particolare alcuni importanti
principi:
1)il sovrano non poteva ordinare nessun
arresto arbitrario dei suoi oppositori;
Una raffigurazione del Parlamento inglese da una miniatura del XIV sec.
2)i nobili dovevano essere giudicati per i
loro reati da una corte di nobili.
3)il re non poteva imporre tasse senza l’approvazione del Gran consiglio del regno,
un’assemblea composta dall’alto clero e
dalla nobiltà.
La progressiva affermazione
del «Parlamento»
La promulgazione della Charta rappresentava un successo per la nobiltà feudale in-
La flotta normanna raffigurata nell’arazzo di Bayeux.
glese che era sta ripetutamente e duramente sottomessa dai predecessori di Giovanni.
Durante il lungo regno di Enrico III (12161272), successore di Giovanni Senza Terra,
il Consiglio del regno fu allargato e assunse
ulteriori poteri di controllo sulle finanze:
esso era ormai chiamato «Parlamento».
Con Edoardo I (1272-1307) il Parlamento
cominciò ad adattarsi alle esigenze di una
società in progressiva trasformazione. Nel
1295 vi prendevano posto, oltre ai rappresentanti dei nobili e quelli dell’alto clero,
anche due borghesi per ogni città del regno.
Inoltre, l’assemblea non esaminava più soltanto le proposte del re in materia fiscale,
ma anche il bilancio complessivo dello Stato, le petizioni dei cittadini e le più diverse
questioni di governo.
All’inizio del Trecento, quindi, l’Inghilterra era avviata a diventare una monarchia
parlamentare, cioè uno Stato unitario con
una forte partecipazione al potere di tutte
le classi sociali che dirigevano l’economia
(dalla coltivazione delle terre ai commerci)
e godevano di prestigio presso la popolazione (dalle autorità cittadine al clero).
A metà del Trecento il Parlamento si allargò, assumendo l’aspetto che conserva
ancora oggi, dividendosi in due Camere:
• la Camera dei Lords, composta dai grandi nobili, dai vescovi e dagli abati;
• la Camera dei Comuni, formata dalla
piccola nobiltà, dai borghesi più ricchi e
dal basso clero.
Il Parlamento si riuniva con regolarità,
discuteva le decisioni del re, soprattutto
in materia di tasse e spese belliche, e rappresentava un efficace contrappeso al suo
potere: non era una concessione del re, ma
un diritto acquisito, indipendente dalla volontà del sovrano. In questo si differenziava
profondamente dagli Stati generali francesi, convocati dal re a propria discrezione in
occasioni straordinarie, e che di fatto non
avevano alcuna possibilità di contrastare il
volere del sovrano.
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1200
© Loescher Editore – Torino
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Fine XIV sec. Formula della polvere da sparo per le armi da fuoco
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Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento
4.3 La Guerra dei
Tra il 1337 e il 1453 in territorio francese fu
combattuta la «Guerra dei Cent’Anni», che
vide opposti francesi e inglesi e si concluse con la vittoria dei primi e la sostanziale
definizione dei confini dei rispettivi regni. Il
potere della corona di Francia fu rinsaldato,
mentre i sovrani inglesi furono costretti ad
abbandonare le velleità egemoniche sul territorio francese.
Il conflitto scoppiò per motivi di successione al trono. Nel 1328 Carlo IV, figlio
di Filippo IV il Bello e ultimo sovrano della
dinastia dei Capetingi, morì senza lasciare
eredi. Ascese allora al trono – con il nome
di Filippo VI e con il consenso della nobiltà
francese – un suo cugino appartenente alla
famiglia dei Valois. Il sovrano d’Inghilterra
Edoardo III, in virtù dei legami di parentela con i Capetingi si proclamò a sua volta re
di Francia nel 1337. In gioco c’erano le mai
dimenticate rivendicazioni sui vasti pos-
sedimenti continentali un tempo in mano
agli inglesi, che Londra temeva di perdere
definitivamente a causa del costante rafforzamento dei monarchi francesi. Inoltre, gli
inglesi miravano al predominio sulle ricche
città mercantili delle Fiandre, controllate
dalla Francia.
Se i re d’Inghilterra fossero riusciti a imporsi sulla Francia, essi avrebbero fondato
un vasto impero concepito sul modello tipicamente medievale che prevedeva l’obbligo
di obbedienza dei sudditi a un sovrano anche «straniero» purché legittimato dall’appartenenza a una famiglia depositaria di
diritti dinastici feudali. A poco a poco la
guerra contro i pretendenti stranieri assunse quindi per i francesi i caratteri di una difesa della propria identità e si trasformò in
una lotta di liberazione nazionale. I sudditi
francesi desideravano essere governati da
sovrani francesi, legittimati a guidare la nazione in forza della comune appartenenza
alla nazione francese, omogenea per lingua, cultura e tradizioni: un modello che è
alla base del moderno concetto di Stato nazionale.
La prime fasi della Guerra dei Cent’Anni
(fino al 1415)
La riscossa francese e la conclusione della
Guerra dei Cent’Anni
Cent’Anni
Le cause del conflitto
REGNO
D’INGHILTERRA
REGNO
D’INGHILTERRA
Alvernia
Armagnac
Béarn
Tolosa
Lin
Foix
gu
o
ad
Territori inglesi
allo scoppio della guerra
Possedimenti reali
allo scoppio della guerra
100
1200
Espansione inglese
fino al 1360
Prima spedizione
di Edoardo III (1346)
Seconda spedizione
di Edoardo III (1359)
Spedizione di Enrico V
1364(1415)
Dondi costruisce l’astrario
e
nt
ba
Avignone
Territori inglesi
allo scoppio della guerra
Possedimenti reali
allo scoppio della guerra
Espansione inglese
fino al 1360
Prima spedizione
di Edoardo III (1346)
Seconda spedizione
di Edoardo III (1359)
Spedizione di Enrico V
(1415)
Lussemburgo
Champagne
Maine
Orléans
Nantes Angiò
Tours
L
Troyes
Berry
La Rochelle Poitou
Castillon
Alvernia
Guienna
Armagnac
REGNO Béarn
DI
NAVARRA
Tolosa
Besançon
Borgogn a
Bourbonnais
Clermont
Lione
Limoges
Bordeaux
Nevers Digione
Bourges
Lin
Foix
gu
ad
a
oc
Grenoble
Delfinato
Avignone
Montpellier Provenza
Aix
Narbona
REGNO DI ARAGONA
Domini francesi
(Regno di Bourges)
Conquiste inglesi
Domini borgognoni
Il Regno di Francia
alla fine della guerra
decimata. Grandi vittorie furono ottenute a
Crécy, nel 1346, e a Poitiers, nel 1356. Nel
1360 la pace di Brétigny accordò a Edoardo III il pieno dominio sulla Francia sudoccidentale in cambio della sua rinuncia al
trono di Francia.
Nella seconda fase, tra 1369 e 1389, i
francesi impegnarono gli inglesi in una serie
di scontri armati evitando accuratamente di
affrontare gli avversari in una battaglia decisiva. Al termine di questo periodo, di fatto,
buona parte del territorio in mano agli inglesi era stata riconquistata. L’equilibrio tra
le due parti era in qualche modo ristabilito,
ma la situazione politica restava più che mai
incerta.
La terza fase della guerra
e Giovanna d’Arco
RO
Poitiers
La Guerra dei Cent’Anni (ma non furono 100
anni di guerra ininterrotta) conobbe vicende complesse e può essere sostanzialmente
divisa in quattro fasi.
Nella prima fase, tra 1337 e 1360, furono gli inglesi a prevalere e costringere gli
avversari sulla difensiva. Essi possedevano
una migliore organizzazione ed efficienza
militare: i loro arcieri, in particolare, erano
in grado di colpire a distanza la cavalleria
francese all’assalto, che fu letteralmente
ROM
oira
Le prime due fasi della guerra
PE
te
ANO GER
MANICO
Bretagna
Cambrai
Reims
Parigi
Delfinato
Montpellier Provenza
Aix
Narbona
REGNO DI ARAGONA
© Loescher Editore – Torino
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Grenoble
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L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna
Miniatura che raffigura un episodio della Guerra dei Cent’Anni: truppe inglesi si imbarcano per la Francia.
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(1346)
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2
Miniatura che raffigura un altro episodio della
Guerra dei Cent’Anni: l’assedio alla città di Calais.
La terza fase, che iniziò nel 1415, fu caratterizzata dall’alleanza tra Giovanni detto
«Senza Paura», duca di Borgogna – il più importante principato feudale ai confini con il
regno di Francia – e il re d’Inghilterra Enrico V
Lancaster (1413-1422). I due unirono le loro
forze contro Carlo VI, nuovo re di Francia
dal 1380. Nel 1415 un nuovo trionfo inglese nella battaglia di Azincourt determinò il
momento di massima debolezza dei sovrani
francesi e la fine del regno sembrò a molti
inevitabile. La monarchia francese perdeva
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Fine XIV sec. Formula della polvere da sparo per le armi da fuoco
1430 Appare la caravella
XV sec. Appare la nave ad attrezzatura completa
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Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento
vasti possedimenti a nord e a ovest, mentre
nel 1418 i borgognoni entravano a Parigi,
ma soprattutto, nel 1420, Carlo VI trasferiva
i diritti di successione a Enrico V d’Inghilterra: alla sua morte la Francia era destinata a
diventare possedimento inglese.
In questo momento una quarta e ultima
fase della guerra, quella della riscossa francese, fu inaugurata dall’azione di un personaggio straordinario. La giovanissima Giovanna d’Arco (1412-1431) divenne, infatti, la
guida e soprattutto il simbolo della Francia
Le fasi della Guerra dei Cent’Anni
Fasi
Prima (1337-1360)
Seconda (1369-1389)
Eventi principali
Supremazia della fanteria inglese grazie ad
arcieri e prime armi da fuoco (artiglieria da
campo).
Grazie alla tecnica di logoramento le truppe
francesi riconquistano territori nella Francia
sud-occidentale.
Terza (1415-1430)
Vittoria inglese ad Azincourt, poi ripresa dei
francesi guidati da Giovanna d’Arco.
Quarta (1430-1453)
Dopo la caduta di Bordeaux, assediata dai
francesi, gli inglesi si ritirano.
che difendeva vittoriosamente la sua identità e la sua autonomia. Poco più che adolescente, questa semplice contadina della
Lorena si presentò al re francese sostenendo
di essere stata inviata da Dio per liberare il
proprio popolo. Nel 1429, la ragazza si mise
alla testa del demoralizzato esercito francese durante l’assedio di Orléans, respinse gli
inglesi e ne guidò la riscossa, conducendo
i soldati alla vittoria di Patay. Nel clima di
esaltazione che seguì l’insperata vittoria,
molti territori francesi furono liberati. Il 17
luglio 1429, il figlio di Carlo VI fu incoronato
a Reims come legittimo re di Francia con il
nome di Carlo VII.
Giovanna – un miracoloso impasto di capacità militari e doti spirituali – morì neanche ventenne vittima di una congiura inglese: presa prigioniera dai borgognoni mentre
lottava sotto le mura di Parigi, fu condannata a Rouen da un tribunale ecclesiastico
per eresia e stregoneria. Bruciò sul rogo, ma
il suo coraggio e il suo sacrificio ne fecero
un’eroina per tutti i francesi.
Da questo momento gli inglesi non riuscirono più a riprendersi. Il nuovo re d’Inghilterra, Enrico VI (1422-1471) era troppo
giovane e il nuovo duca di Borgogna, Filippo
«il Buono» non rinnovò la sua alleanza con
l’Inghilterra. Entro il 1453 i francesi liberarono e unificarono tutto il loro territorio, lasciando agli inglesi la sola città di Calais.
Giovanna d’Arco e l’assedio della città di Rouen in due miniature francesi del XV sec.
La battaglia di Azincourt, miniatura inglese del
XV sec., Londra, Victoria and Albert Museum.
La monarchia francese
nel Quattrocento
La vittoria nella Guerra dei Cent’Anni aveva
unito ed esaltato il popolo francese determinando la nascita della Francia moderna,
finalmente libera da divisioni territoriali
ereditate dagli antichi diritti feudali. Gli inglesi, invece, in seguito alla sconfitta avevano abbandonato le proprie velleità egemoniche sul continente, concentrandosi sullo
sviluppo della loro nazione oltremanica.
La corona di Francia non aveva raccolto
fin dall’inizio della guerra il sostegno di tutti i suoi sudditi; al contrario, molti principi
si erano alleati con gli inglesi. Con il tempo,
però, prevalse l’appoggio al sovrano nella lotta contro lo straniero; si sviluppò nei
francesi un nuovo spirito condiviso, un senso di appartenenza a una sola nazione, cioè
a un popolo insediato sullo stesso territorio
e accomunato da lingua, cultura e usanze.
Di conseguenza, ebbe qui origine quello che
gli storici definiscono modello della monarchia nazionale, che ha al proprio vertice un
sovrano legittimato dalla propria appartenenza alla nazione stessa.
Dopo la fine della Guerra dei Cent’Anni, il
sovrano Luigi XI (1461-1483) poteva contare su un regno vasto e coeso. Egli contribuì
a rafforzarlo assoggettando i nobili ribelli e
conquistando gli ultimi feudi indipendenti
in Angiò e Provenza e, soprattutto, sconfiggendo l’ultimo grande avversario della
Francia, il duca di Borgogna Carlo «il Temerario». Luigi XI proseguì la politica dei predecessori e sotto di lui la Francia divenne la
monarchia più potente d’Europa.
L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna
Una volta completata l’unificazione territoriale del paese, i sovrani francesi si dedicarono all’accentramento dei poteri dello
Stato. Gli Stati generali furono convocati
sempre più raramente e acquisì un ruolo
centrale il Gran consiglio del re, un’assemblea composta da membri nominati dal sovrano stesso che approvava e faceva eseguire
in tutto il territorio le leggi e i provvedimenti decisi a Parigi. La rete di amministratori
locali (i balivi e i siniscalchi) divenne una
efficiente organizzazione di governatori che
rispondevano del loro operato al governo
centrale.
La Francia, a differenza dell’Inghilterra,
era così avviata a diventare uno Stato accentrato guidato da una monarchia con pochi
limiti all’esercizio dei suoi poteri. Al servizio
del sovrano vi era, inoltre, un esercito formato non da sudditi arruolati a difesa della loro
stessa sicurezza, ma da truppe mercenarie
pagate dalle casse del re. [ I NODI DELLA STORIA p. 106]
La Guerra delle Due Rose
Se le vittorie nella prima fase della Guerra
dei Cent’Anni avevano portato forza e prestigio ai sovrani inglesi, la sconfitta finale
indebolì in maniera decisiva la dinastia dei
Plantageneti. Ecco perché durante il regno
di Enrico VI (1422-1471) – che non aveva
eredi – tra due diversi rami della casa regnante si scatenò un violento conflitto per la
successione al trono: da una parte i Lancaster (alla quale apparteneva Enrico) dall’altra gli York. I primi avevano nello stemma
una rosa rossa, i secondi una rosa bianca
e per questo la guerra fu chiamata Guerra
delle Due Rose. Lo scontro – sanguinoso –
durò dal 1455 al 1485 e si concluse solo con
il matrimonio tra Elisabetta, l’ultima erede
degli York, e l’ultimo erede dei Lancaster,
che salì al trono con il nome di Enrico VII
(1485-1509) e fu il capostipite della nuova
dinastia dei Tudor.
Alla fine del Quattrocento il paese era
così di nuovo unito e coeso. Da tempo si era
compiuta la fusione tra Angli, Sassoni, originari abitanti dell’Inghilterra, e i Normanni,
invasori giunti con Guglielmo il Conquistatore nel 1066. Inoltre, le guerre continue e la
ritrovata pace avevano cementato anche tra
i britannici il sentimento di appartenenza a
un unico popolo. Alle soglie dell’età moder-
© Loescher Editore – Torino
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1364 Dondi costruisce l’astrario
Fine XIV sec. Formula della polvere da sparo per le armi da fuoco
1430 Appare la caravella
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Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento
4.4 La Spagna
Le differenze tra Castiglia
e Aragona
Un episodio della Guerra delle Due Rose: la battaglia
di Barnet, miniatura fiamminga del xv sec.
Cortes: il sovrano era
obbligato a convocare
queste assemblee ogni
anno. Esse inoltre
avevano il diritto di
approvare le tasse e
discutere le leggi del re.
na, la monarchia nazionale inglese poteva
così gettare le basi della sua futura potenza
militare e commerciale.
La lunga Guerra delle Due Rose aveva
inoltre indebolito, quando non eliminato,
gran parte della tradizionale nobiltà terriera. Enrico VII ebbe dunque buon gioco nel
circondarsi di consiglieri provenienti anche
dalla borghesia e riformò l’amministrazione
con funzionari fedeli alla corona e magistrati nominati con il consiglio di tutte le classi
dirigenti più ricche. Tra queste c’erano la
gentry, cioè l’insieme dei nuovi proprietari
terrieri – che potevano essere nobili ma tra i
quali non mancavano molti ricchi mercanti
che avevano investito i loro guadagni acquistando le terre dai nobili feudali decaduti – e
la borghesia cittadina.
L’esito sfavorevole della Guerra dei
Cent’Anni costrinse il re a rinunciare a ogni
mira di espansione sul continente, ma lo
spinse anche a investire ingenti risorse nello
sviluppo della futura flotta navale: egli creò
l’arsenale e i cantieri navali di Portsmouth,
fece costruire grandi navi commerciali, incoraggiò la ricerca di nuove rotte oceaniche.
L’Inghilterra gettava le basi per giocare un
ruolo da protagonista nella conquista del
«Nuovo Mondo», e imporsi, tra XVI e XVIII secolo, come centro dei commerci mondiali.
A metà del Duecento, dopo la battaglia di
Las Navas de Tolosa, la Reconquista della penisola iberica poteva dirsi avviata al
pieno successo: agli Arabi restava solo una
parte delle regioni più meridionali. Gran
parte del territorio era sotto il controllo dei
cristiani, pur essendo a sua volta diviso in
quattro regni indipendenti: il piccolo regno
settentrionale di Navarra, il Portogallo (che
si proclamò indipendente nel 1253) a ovest
e i due grandi regni di Castiglia e León, al
centro, e Aragona, nella parte orientale della penisola.
Come accadeva nello stesso periodo anche in Francia e Inghilterra, in questi Stati
i sovrani intendevano rafforzare il proprio
potere a spese soprattutto della nobiltà terriera.
Ad esempio, in Castiglia e León, allo
scopo di esercitare un maggiore controllo
sulla giustizia, il re Alfonso X (1252-1282)
promulgò un codice di leggi valido in tutto il regno e per tutti i sudditi. Il sovrano e
i suoi successori, in verità, ebbero notevoli
problemi a limitare ai poteri della nobiltà.
Il regno era inoltre isolato dalle grandi rotte
commerciali del Mediterraneo e lo sviluppo
economico che registrò tra XIII e XIV secolo
fu molto più modesto rispetto a quello dei
grandi paesi dell’occidente europeo, e fu
determinato soprattutto dalla ripresa della
produzione agricola.
In Aragona, invece, la classe sociale dei
mercanti, molto attiva nelle città costiere e
in contatto con le fiere di tutta Europa, diede alla società quel dinamismo che stava
caratterizzando in quel periodo l’Italia, la
Francia e l’Inghilterra. I sovrani si opposero con maggiore successo ai privilegi della
nobiltà feudale – comunque molto forte – e
si appoggiarono alle Cortes , assemblee
rappresentative di nobili, clero e città, sul
modello degli Stati generali francesi e del
Parlamento inglese. Proprio l’Aragona, che
faceva capo alla ricca città marittima di Barcellona, divenne nel Trecento una potenza
mediterranea, conquistando le isole Baleari,
la Sicilia e la Sardegna.
L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna
La penisola iberica all’inizio del XV secolo
O c e a n o
A t l a n t i c o
REGNO DI FRANCIA
La Coruña
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Bilbao
Santiago
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Pamplona
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REGNO DI
NAVARRA
Burgos
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Saragozza
Porto
Valladolid
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REGNO DI
Barcellona
Tortosa
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Toledo
Cuenca
Almagro
P O RTO G A LLO
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Madrid
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Gerona
Badajoz
Valencia
Baleari
C A S T I G L I A
Cartagena
Cordoba
Siviglia
Cadice
Stretto di Gibilterra
Granada
Mar Mediterraneo
Almeria
Malaga
Ceuta
Califfato di Granada
La nascita del grande regno
di Spagna
La cacciata degli Arabi e la spinta delle forze sociali che puntavano all’abbattimento
delle barriere interne alla penisola stimolarono un processo di unificazione dei territori iberici. Nel 1469, il matrimonio tra la
regina Isabella di Castiglia e il re Ferdinando d’Aragona portò alla fusione delle due
corone e alla nascita di una nuova grande
nazione: la Spagna.
La monarchia spagnola agì subito in maniera determinata per eliminare ogni opposizione interna. I nuovi sovrani si appoggiarono alla piccola nobiltà e alla borghesia per
contrastare i grandi feudatari; inoltre convocarono sempre più raramente le Cortes e ne
limitarono i loro poteri; infine ridussero notevolmente gli spazi di autonomia delle città.
Un segno evidente della forza del nuovo
regno fu il completamento della Reconquista quando, nel 1492, venne espugnato il
regno di Granada, l’ultima roccaforte iberica in mano agli Arabi. [Testimonianze 
documento 2, p. 208]
Tuttavia, la politica interna dei re di Spa-
Pedro Berruguete, Il rogo degli eretici,
1500 circa, Madrid, Museo del Prado.
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Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento
La Madonna dei re cattolici, un dipinto della fine del XV sec., che raffigura il matrimonio tra Ferdinando
d’Aragona e Isabella di Castiglia, inginocchiati davanti alla Vergine, Madrid, Museo del Prado.
gna, tesa a unificare la nazione intorno alla
fedeltà alla dottrina cristiana e ad accentrare tutti i poteri nelle mani della corona, era
destinata nel lungo periodo a indebolire la
nascente potenza iberica. Nel 1478 fu introdotto il tribunale dell’Inquisizione e nello
stesso anno della caduta di Granada furono
cacciati dal regno tutti i discendenti degli
Arabi (chiamati «mori») e gli Ebrei, gli uni
e gli altri considerati nemici della cristianità. L’espulsione degli Ebrei, assai attivi nel
commercio e nelle professioni (erano artigiani, medici, esperti nelle attività finanziarie), costituì una grave battuta d’arresto per
l’economia spagnola; non solo, essi emigrarono nelle Fiandre, nei Paesi Bassi e in Europa centrale, contribuendo in misura importante allo sviluppo economico di quelle
regioni che in futuro si sarebbero rivelate
temibili concorrenti della Spagna sul piano
economico e militare.
Di lì a poco, comunque, la scoperta
dell’America, ad opera di Cristoforo Colombo e proprio per conto dei sovrani iberici,
avrebbe regalato alla Spagna straordinarie
possibilità di ricchezza ed espansione.
1214
Filippo II Augusto di Francia
sconfigge il re inglese
a Bouvines
1215
Magna Charta Libertatum
1302
Prima convocazione
degli Stati generali in Francia
1337-1453
Guerra dei Cent’Anni
Come si formarono gli Stati nazionali?
Può sembrare strano scoprire, per noi che viviamo nell’età della
globalizzazione e della relativa limitazione dei poteri dei singoli
Stati nazionali, che fino all’inizio del Trecento questi Stati o non
esistevano o erano molto deboli. Il fatto più rilevante della fine
del Medioevo, quello che segna l’inizio della modernità, perlomeno sul piano della politica e del diritto, è proprio la loro
affermazione. Come vedremo ancora più chiaramente nel prossimo capitolo, affinché questo potesse avvenire, era necessario
l’indebolimento dei due poteri tradizionali del pieno Medioevo:
l’impero e il papato. I due protagonisti della lunghissima lotta
per la supremazia nell’Europa dell’epoca uscirono fortemente
ridimensionati dagli eventi dei secoli XIV e XV. Ma la vera novità fu l’affermazione delle monarchie nazionali, primi embrioni
di quelli che gli storici chiamano Stati moderni. L’Inghilterra, la
Francia, i regni cattolici spagnoli e, in forme diverse, i più piccoli
Stati italiani e tedeschi, evoluzione dell’irripetibile esperienza
di autogoverno locale dei liberi Comuni, sarebbero stati i protagonisti della storia europea fino alla fine del XIX secolo, se
non oltre. Quello che caratterizzò la nuova monarchia nazionale
106
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(e, in parte, lo Stato signorile in Italia) fu la presenza di istituzioni parzialmente moderne. Prima di tutto c’era l’esercito, non
ancora integralmente nazionale, ma tendenzialmente stabile e
i cui costi necessitavano di una finanza pubblica costante e
ordinata, cioè della possibilità per i sovrani di ottenere regolari
entrate fiscali e, quindi, di fare politiche di spesa. Per garantire il
regolare prelievo fiscale e la programmazione della spesa pubblica, nasceva una nuova burocrazia. Esercito, finanza pubblica e burocrazia sarebbero stati i pilastri del nascente Stato
moderno. Ci volle molto tempo perché al principio della fedeltà
personale al sovrano si sostituisse quello della competenza e
della funzione «astratta» del ruolo pubblico (ossia la fedeltà del
funzionario allo Stato in quanto tale e non a una singola persona). Però la direzione era tracciata. Il sovrano, come vedremo
più avanti, governava in modo assoluto; ma così facendo metteva sotto controllo anche la periferia del regno; smetteva di
essere considerato un primo tra pari (primus inter pares) dai
suoi nobili; agiva compiutamente come il capo di una nazione
oltre che di un dominio personale.
1 Tra Basso Medioevo ed inizio dell’Età moderna si affermano le «monarchie nazionali»: il re si impone come riferimento unico per tutta la nazione. Il caso della Francia. Dopo l’anno Mille, in molti paesi europei prese avvio
un processo di unificazione territoriale e politica guidato dai sovrani, che avrebbe
portato alla nascita delle cosiddette «monarchie nazionali». Esse erano accomunate
da diversi elementi: i re divennero più potenti e si imposero sui feudatari, crearono
un corpo di funzionari per il controllo delle province, amministrarono in proprio la giustizia, riscossero le ingenti tasse necessarie per mantenere un esercito permanente
e per amministrare il paese. Divennero così i veri rappresentanti della nazione, cioè
del popolo. In Francia, i Capetingi si imposero prima come regolatori delle dispute tra
signori feudali, poi seppero impadronirsi dei domini feudali inglesi in terra francese
(vittoria di Filippo II Augusto nel 1214 a Bouvines).
2 Anche in Inghilterra si sviluppa una monarchia nazionale. Il potere del
sovrano viene limitato dai nobili (e in seguito anche dai borghesi) che ottengono la Magna Charta Libertatum. I Plantageneti assunsero la guida del regno
d’Inghilterra ma, indeboliti dal conflitto con i re francesi, furono limitati da nobili, clero
e grandi città, cui concessero, con il re Giovanni «Senzaterra» (sconfitto in Francia nel
1214), la Magna Charta Libertatum (1215) e, a poco a poco, un Parlamento autonomo. L’Inghilterra godeva quindi in parte dei vantaggi derivanti dall’accentramento
monarchico (per esempio nell’organizzazione del sistema fiscale), ma prendeva una
via autonoma nei rapporti tra monarchia e società.
3 1429
Giovanna d’Arco guida
l’esercito francese
nella Guerra dei Cent’Anni
I NODI DELLA STORIA
L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna
1455-1485
Guerra delle Due Rose
Tra 1337 e 1453 Francia e Inghilterra si scontrano nella Guerra dei
Cent’Anni. La vittoria francese porta a una situazione di equilibrio fra le
due nazioni. La lunga Guerra dei Cent’Anni fu originata da dispute territoriali e
da pretese di successione alla corona francese. Fu combattuta con fasi alterne di
sconfitte francesi e di rivalsa patriottica degli stessi sudditi della monarchia francese.
Al termine del conflitto la Francia ottenne un territorio unito e sottoposto a un solo
sovrano e si ritrovò con uno spirito nazionale diffuso. L’Inghilterra, a sua volta, passò
attraverso un conflitto interno (la «Guerra della due rose», 1455-1485), che indebolì
in modo decisivo la nobiltà e al termine del quale iniziò il regno dei Tudor, ormai definitivamente diventati sovrani nazionali e non più principi feudali con diritti ereditari
sulle due sponde della Manica.
4 1468
Matrimonio di Isabella
di Castiglia e Ferdinando
d’Aragona
1492
Conquista di Granada:
fine della Reconquista
Attraverso la Reconquista, anche la Spagna rafforza lo spirito nazionale.
L’unione dei regni di Castiglia e di Aragona porta alla nascita di una grande monarchia nazionale cristiana. Nella penisola iberica, furono soprattutto le
dinastie di Aragona (dov’era più forte la borghesia mercantile) e Castiglia (dov’era più
influente la nobiltà terriera) a lottare per riconquistare il territorio agli Arabi e unirsi
per creare la Spagna moderna. Nel 1469, il matrimonio tra la regina Isabella di Castiglia e il re Ferdinando d’Aragona portò alla fusione delle due corone e alla nascita
di una nuova grande nazione: la Spagna. Fin dai suoi primi passi, il nuovo Stato fu
segnato dall’intolleranza nei confronti di musulmani ed ebrei: un prezzo pagato per
rafforzare l’unità religiosa e culturale interna.
1492
I sovrani spagnoli espellono
dai loro regni Arabi e Ebrei
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2
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Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento
I simboli del potere regio
L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna
Lo stemma della dinastia
e del regno
Tra XII e XIII secolo in Francia, Inghilterra e Spagna nacquero nuovi soggetti politici: le monarchie nazionali.
Il percorso per arrivare a costruire queste nuove monarchie non fu però di breve durata, e richiese numerosi
passaggi importanti.
Uno degli aspetti fondamentali fu la rivendicazione, da parte dei sovrani di questi nuovi regni, di una piena e
indiscussa superiorità rispetto a tutti gli altri principi e feudatari presenti nel loro territorio. Si trattava talvolta di
personaggi economicamente molto ricchi e militarmente molto potenti e, di conseguenza, per nulla disposti a
sottomettersi pacificamente. Per raggiungere il loro obiettivo, tra le tante soluzioni, i sovrani decisero anche di
adottare una serie di simboli e tradizioni utili a rappresentare, in modo tangibile, la loro superiorità rispetto a
tutti gli altri signori feudali e il loro pieno diritto ad essere chiamati re.
Già nel corso della cerimonia, il sovrano indossava un abito oppure esibiva uno scudo
sui quali era riprodotto il simbolo della dinastia
che da quel momento diveniva anche il simbolo del regno, quella che per noi oggi è la
bandiera. In Francia erano i fiori di giglio dorati
su campo blu o bianco, in Inghilterra il leone,
in Castiglia un castello stilizzato, in Aragona le
strisce colorate rosse e oro.
La cerimonia di incoronazione
Un elemento fondamentale e di forte impatto simbolico era la cerimonia di incoronazione. Nessun principe o grande feudatario poteva
rivendicare un privilegio tanto importante che era tradizionalmente
riservato solo agli imperatori. Si trattava di un vero e proprio rito religioso, al quale partecipavano i più importanti vescovi e i maggiori
feudatari del regno, elaborato progressivamente tra XI e XIII secolo.
Durante la cerimonia il sovrano riceveva l’unzione con l’olio santo,
per dimostrare l’origine divina della sovranità, e portava una serie di
simboli molto importanti: la corona, che rappresentava l’unità indivisibile del regno, lo scettro, metafora dell’autorità e del comando,
il globo con la croce, richiamo al dovere di difendere la religione.
Altri simboli presenti erano la mano di giustizia, che rappresentava la funzione di supremo giudice, la spada, simbolo del potere di
infliggere una punizione e far eseguire la condanna.
Incisione raffigurante il re d’Inghilterra
Riccardo I (1157-1199). In alto a sinistra
sono visibili i leoni, simbolo della dinastia.
Il potere taumaturgico
e la sacralità del re
A dimostrazione dello stretto legame tra re
e potere divino, si diffuse, tanto in Francia
quanto in Inghilterra, la tradizione secondo la
quale i sovrani avrebbero ricevuto il dono del
potere taumaturgico, ossia la capacità di curare i malati con il semplice tocco della mano.
L’idea che disponessero di un simile potere
soprannaturale dava dei sovrani un’immagine
altamente sacra e quasi magica che contribuiva a farli considerare un’autorità politica
suprema e incontestabile.
La regina Elisabetta I d’Inghilterra (1558-1603) nella sua tenuta
da incoronazione, con la corona, lo scettro e il globo.
I luoghi dell’incoronazione
Furono inoltre scelti dei luoghi prestabiliti per la cerimonia di incoronazione e consacrazione, in modo tale che fosse un rito sempre
uguale e stabile nel tempo. Per i re di Francia si usò, sin dal X secolo, la cattedrale della città di Reims e per i re d’Inghilterra, sin dall’XI
secolo, la chiesa dell’abbazia di Westminster a Londra.
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L’abbazia di Westminster a Londra, luogo tuttora
deputato all’incoronazione dei sovrani inglesi.
Il re di Francia Luigi IX (1214-1270) tocca i malati
nel corso di una cerimonia.
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Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento
Ragiona sul tempo e sullo spazio
Impara il significato
1
4
ATTIVITÀ
2
Osserva la cartina a p. 94 relativa alla situazione dell’Europa tra XII e XIII secolo e rispondi alla domanda:
alla fine del XV secolo, quali saranno le tre monarchie nazionali europee e quali i loro confini?
a
b
c
d
e
1 XI secolo 2 XII secolo 3 XIII secolo 4 XIV secolo 5 XV secolo
b
c
d
e
f
g
h
i
l
m
n
Nonostante il progresso economico e sociale, il territorio francese è ancora caratterizzato
da una forte frammentazione politica
Nel
sale al trono Filippo II Augusto, grazie al quale il processo di rafforzamento della monarchia riceve
una forte spinta
Nel
Filippo IV «il Bello» convoca gli «Stati generali»
Nel
Guglielmo, duca di Normandia, sconfigge gli Angli e i Sassoni nella battaglia di Hastings; per questa
impresa verrà soprannominato Guglielmo il Conquistatore
Nel
viene concessa la Magna Charta Libertatum
Nel
ha inizio la «Guerra dei Cent’Anni»
Nel
Giovanna d’Arco guida l’esercito francese contro gli inglesi, conducendo i soldati alla vittoria
di Patay
Entro il
i francesi liberano e unificano tutto il territorio
Sotto il regno di Luigi XI la Francia diventa la monarchia più potente d’Europa
In Castilla e León, il re Alfonso X promulga un codice di leggi allo scopo di esercitare un controllo maggiore
sulla giustizia
Nel
viene espugnato il regno di Granada, l’ultima roccaforte iberica in mano agli Arabi
Nel
viene introdotto il tribunale dell’Inquisizione
Collega ogni concetto al significato che assume nel periodo dell’affermazione delle monarchie nazionali.
1 Arsenale 2 Censimento 3 Arbitro 4 Amministrazione centralizzata 5 Tassa 6 Ratificare 7 Esentare 8 Velleità egemonica
Completa le frasi scrivendo, dove richiesto, l’anno esatto in cui accade l’evento, poi collega ciascun fatto
al secolo in cui avviene. Infine distingui con tre colori diversi gli eventi riconducibili alla Francia, quelli che
riguardano l’Inghilterra e quelli che si riferiscono alla Spagna. Attenzione: alcuni di essi possono riferirsi
a più di uno Stato.
a
L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna
f
g
h
5
Indagine condotta con diversi strumenti per ottenere dati numerici sui caratteri di un insieme (per esempio popolazione,
terre e castelli)
Persona che risolve una controversia; per esempio, il sovrano si assume la responsabilità di decidere in merito ad alcune
dispute tra i nobili
Essere esonerato, dispensato, da un obbligo
Il complesso dei cantieri e delle officine in cui si costruiscono e si riparano le navi da guerra
Aspirazione irrealizzabile da parte di uno Stato a ottenere la supremazia su altri Stati, per esempio quella dell’Inghilterra
sulla Francia nel corso della Guerra dei Cent’Anni
Tributo corrisposto allo Stato o ad altro ente pubblico in cambio della prestazione di un servizio
Dare conferma, convalidare (per esempio le scelte del re)
Gestione del potere concentrata nelle mani del sovrano, in questo caso dei re capetingi Luigi VI e Luigi VII
Prova a riflettere sul significato di «identità» e spiega quale valore aveva al tempo delle monarchie nazionali e quale
valore ha invece assunto oggi.
Osserva, rifletti e rispondi alle domande
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Osserva la mappa concettuale relativa alla monarchia francese tra XIII e XIV secolo. Poi rispondi alle domande.
Le caratteristiche fondamentali della monarchia francese tra XIII e XIV secolo
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nobiltà • nazionale • centralizzate • cultura • Aragona • feudale • popolo • principi • Inghilterra
Tra l’XI e il XII secolo le «monarchie feudali» di Francia, Inghilterra e Spagna si avviano a diventare
«monarchie nazionali».
In un primo tempo i rapporti tra i sovrani e i (1)
sono ancora caratterizzati da legami di
obbedienza (2)
: il re gode di una maggiore autorità rispetto agli altri nobili, ma questi
mantengono una loro autonomia.
Gradualmente, però, i sovrani rafforzano il loro potere, soprattutto a spese della (3)
terriera, fino a unificare sotto la propria autorità il territorio (4)
, controllato grazie
all’introduzione di strutture statali solide e (5)
(quali funzionari e tribunali regi) e alla
costituzione di un esercito permanente.
Nascono così le moderne monarchie nazionali, che hanno al proprio vertice un sovrano legittimato a
governare dalla propria appartenenza alla nazione stessa, cioè dall’appartenenza a un (6)
insediato su un determinato territorio e accomunato da lingua, (7)
e usanze.
La nascita del concetto di identità nazionale è avvenuta in Francia e in (8)
grazie alla
dura esperienza della Guerra dei Cent’Anni e in Spagna grazie all’unione di Castiglia e (9)
in un unico regno.
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1 In quale modo i sovrani
rafforzano il potere centrale?
2 In quale modo i sovrani
cercano di ottenere consenso?
3 Quale classe sociale vede
ridurre la propria forza
politica?
Osserva l’immagine di destra a p. 97 e rispondi alle domande: qual è il soggetto di questa raffigurazione? Chi vi prende parte?
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