M entre impero e papato si indebolivano vicendevolmente nella lunga lotta per l’egemonia, aumentava la potenza delle nuove monarchie nazionali europee: l’Inghilterra, dai Normanni ai Plantageneti fino alla più matura dinastia Tudor; la Francia dei Capetingi e dei loro eredi; la Castiglia e l’Aragona destinate a unirsi nel regno spagnolo, non prima di avere cacciato gli arabi dal suolo iberico. E anche gli Stati signorili italiani e tedeschi. E proprio quando Francia e Inghilterra si sfidavano per la supremazia, una durissima crisi sorprese l’Europa del Trecento. Preannunciata da una terribile epidemia di peste, trasformò profondamente, in realtà non sempre in peggio, la situazione sociale, economica e politica. La fine del Medioevo era alle porte e la penisola italiana, ancora una volta centrale, mostrava le più tipiche delle sue caratteristiche: ricchezza economica, vivacità culturale e frammentazione politica. Sarebbe seguita la feconda stagione dell’Umanesimo e del Rinascimento, un’ epoca destinata a trasformare il modo di pensare delle persone e del loro modo di rapportarsi tanto con la sfera religiosa quanto con quella profana. La scoperta del Nuovo Mondo, infine, avrebbe cambiato per sempre la storia umana, con il suo lascito di viaggi avventurosi, ricchezze meravigliose e fiumi di sangue versato. Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento Da ricordare Per orientarti 1200 92 1300 1500 1550 Trasformazione di Francia e Inghilterra in monarchie moderne XII-XIV sec. C 4 XII-1250 assimo splendore M dei Comuni italiani C 6 1400 XIII-XIV sec. C 6 Sviluppo delle Signorie XV sec. XIV-XVI sec. 1220-1250 C 5 Federico II di Svevia imperatore 1215 C 4 Giovanni senza Terra concede la Magna charta libertatum 1231 L’Imperatore Federico II promulga le Costituzioni di Melfi C 5 © Loescher Editore – Torino 1282 C 5 C 5 Rivolta dei Vespri siciliani C 8 Le Signorie si trasformano in Principati Umanesimo e Rinascimento 1302 Filippo il Bello convoca per la prima volta gli Stati generali 1453 Maometto II conquista Costantinopoli 1347-1350 Grande epidemia di peste in Europa C 4 1395 C 5 C 6 1337-1453 C 4 Guerra dei Cent’Anni 1469-1492 1492 C 4 Conquista di Granada: fine della Reconquista Signoria di Lorenzo il Magnifico C 9 Colombo scopre l’America C 6-7 C 5 1309-1377 Il papato 1302 ad Avignone Gli Aragonesi ottengono il dominio sulla Sicilia C 6 1440 C 6 1456 Invenzione della stampa C 8 1454 Lorenzo Valla dimostra la falsità della Gian Galeazzo «donazione di Costantino» Sforza duca di 1429 C 4 Milano Giovanna d’Arco guida l’esercito francese C 8 C 6 La pace di Lodi: fine delle guerre fra gli Stati italiani 1531 C 9 Pizarro invade il Perù 1519-1522 Cortés sottomette il Messico Diaz doppia il Capo di Buona Speranza 1487 C 9 C 9 © Loescher Editore – Torino 93 regio. La sovranità sull’intera nazione dei re di Francia – gli eredi dei sovrani carolingi che sedevano sul trono a Parigi – era quindi poco più che nominale, dal momento che si esercitava praticamente solo sul loro feudo e su pochi altri feudi collegati. I nobili esercitavano quindi in piena autonomia tutti i poteri giuridici e politici sul territorio di loro competenza, limitando a un omaggio formale la sottomissione al sovrano. Perciò, anche se la mentalità medievale non avrebbe tollerato un distacco formale dei potentati dalla monarchia – simbolo di unità del potere e di continuità con l’ideale universalistico imperiale – la forte frammentazione politica e territoriale era una caratteristica essenziale della Francia dell’XI secolo. L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna REGNO DI NORVEGIA REGNO DI SCOZIA R E G NO D I DA N I M A R C A Mare del Nord REGNO D’INGHILTERRA RUSSI Colonia REGNO DI PORTOGALLO REGNO DI NAVARRA REGNO DI CASTIGLIA Lechfeld E M G N Roma a r O D E G C u m REGNO DI SERBIA REGNO DI BULGARIA L I Limiti dell’Impero Romano Germanico M Tunisi A L M O A D I e DESPOTATO R E G NO DI EPIRO NO R M A N NO Palermo d Mar Nero Costantinopoli STATO DELLA CHIESA R Tangeri Venezia D’ITA LIA Cordoba Granada REGNO D’UNGHERIA REGNO Milano DI ARLES R E G NO REGNO DI ARAGONA Barcellona Toledo CANATO MONGOLO DELL’ORDA D’ORO REGNO REGNO Magonza DI DI BOEMIA GERMANIA Parigi REGNO DI FRANCIA REGNO DI POLON IA a O ce a n o A tl a n ti co La «monarchia feudale» nel XII secolo PR I NCI PAT I POMERANIA n i I rland a REGNO DI SVEZIA SULTANATO I M P E RO L AT I NO REGNO DI NICEA DI CONIA D I S IC I LI A Atene i t e r r a n e o L’Europa tra XII e XIII secolo 4.1 La Francia La monarchia francese nell’XI secolo p. 204 Al principio dell’XI secolo anche in Francia, come nel resto dell’Europa, si manifestarono gli effetti della ripresa economica di cui abbiamo parlato nel capitolo 1, caratterizzata dalla crescita della produzione agricola e dei commerci, dall’incremento della popolazione e dallo sviluppo della borghesia più intraprendente. Inoltre acquisirono par- ticolare importanza le città più meridionali e centro-orientali, collocate cioè alle aree delle fiere della Champagne e sulle vie di scambio tra Mediterraneo e Nord Europa. L’evidente progresso economico e sociale non determinò, tuttavia, un immediato superamento dell’organizzazione politica ereditata dal Basso Medioevo: il territorio era comunque ancora frazionato in un insieme di feudi di fatto autonomi l’uno dall’altro, ciascuno governato da un principe che trasmetteva il proprio potere ereditariamente e in modo di fatto indipendente dal controllo Nel corso del XII secolo la situazione politica della Francia mutò progressivamente. I ricorrenti contrasti tra le grandi casate – in conflitto tra loro per la definizione dei confini dei feudi e per l’acquisizione dei diritti ereditari su nuovi territori – permisero ai sovrani di imporsi come arbitri delle contese nobiliari. Esse furono spesso risolte da tribunali regi che, secondo volere dei sovrani, affidarono i feudi a quelle famiglie disposte a riconoscere la propria piena sottomissione al re e soprattutto ad accettare che solo il benestare del sovrano determinava il diritto di una famiglia sul feudo. In altre parole, pur continuando a esercitare il potere diretto solo sui propri feudi, i re di Francia seppero approfittare del proprio titolo (a loro era riservato l’appellativo di «re») e del loro prestigio per riaffermare i diritti della monarchia sulla nobiltà; mentre il potere dei nobili si indeboliva, veniva dunque riscoperta, dopo secoli di divisioni e di anarchia, la necessità di un’autorità suprema – guida della nazione, garanzia della pace e fonte superiore del diritto. Nello stesso tempo, i re di Francia seppero allearsi con la nascente borghesia cittadina, ormai in aperto contrasto con i signori locali – che rendevano difficili le attività commerciali – e favorevole a una autorità superiore in grado di pacificare lo Stato e a proiettarlo nello scenario europeo, dove ormai si svolgevano i grandi commerci. Rinnovando a proprio favore i legami di L’omaggio del vassallo al signore in una miniatura medievale francese. obbedienza feudale da parte dei singoli feudatari, i re di Francia non avevano ancora raggiunto l’obiettivo di essere sovrani unici di una nazione unita. Essi, quindi, rimasero ancora per tutto il XII secolo a capo di una «monarchia feudale», cioè signori in mezzo ad altri principi. Tuttavia la loro autorità era riconosciuta da tutti come superiore ed erano ormai gettate le basi per il processo di unificazione della nazione in un regno unico e coeso. [ I NODI DELLA STORIA p. 106] La dinastia dei Capetingi e Filippo II Augusto Al principio del XII secolo, dunque, il re di Francia governava direttamente territori assai limitati. Il paese era ancora in mano ai grandi nobili, che, pur riconoscendo un’autorità crescente al sovrano, mantenevano una loro autonomia. A rendere ancora più complesso il quadro, tra i nobili che vantavano diritti su vasti territori francesi vi erano anche i sovrani d’Inghilterra, detentori di oltre metà del territorio complessivo della Francia (ad esempio l’intera Normandia). I re di Francia appartenevano alla dinastia dei Capetingi , che si era imposta a Parigi alla fine del X secolo. Tra il 1108 e il 1177 i re capetingi Luigi VI e Luigi VII seppero rafforzare il loro feudo introducendo un’amministrazione centralizzata del fisco © Loescher Editore – Torino 94 1200 p. 204 nazione: termine derivante dal latino natus, che significa «nato». Esso indica l’insieme di individui che abitano in un determinato territorio, parlano una stessa lingua e hanno storia, cultura, tradizioni e abitudini simili. Questo termine non va confuso con «Stato», che indica una entità politico-giuridica. Capetingi: dinastia fondata dal conte di Parigi Ugo Capeto, eletto re di Francia dai nobili e dal clero nel 987, alla morte dell’ultimo sovrano carolingio. I Capetingi regnarono sulla Francia fino al 1328. © Loescher Editore – Torino 1364 Dondi costruisce l’astrario Fine XIV sec. Formula della polvere da sparo per le armi da fuoco 1430 Appare la caravella XV sec. Appare la nave ad attrezzatura completa 1550 95 2 4 Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento e dotandosi di efficienti funzionari (i «balivi») che amministravano la giustizia, riscuotevano le tasse, arruolavano le truppe. Inoltre, essi utilizzarono la crescente forza militare del loro piccolo regno per imporre la propria supremazia sui feudi confinanti; ad esempio costrinsero i re d’Inghilterra a riconoscersi, almeno formalmente, come feudatari del re di Francia. Il processo di rafforzamento della monarchia ebbe una forte accelerazione con il regno di Filippo II Augusto (1180-1223). Infatti, da una parte la società francese desiderava la fine del disordine feudale, dall’altra il re si sentiva abbastanza forte per procedere alla conquista diretta dei territori affidati ai feudatari, tanto che con una serie di campagne militari egli acquisì le Fiandre, la Borgogna e la Champagne. Filippo Augusto, inoltre, non esitò ad attaccare gli inglesi, sconfiggendoli nel 1214 a Bouvines e strappando loro il Maine, la Normandia, la Bretagna, l’Angiò e il Poitou (lo sconfitto re d’Inghilterra, Giovanni II Plantageneto, da quel momento fu detto «Giovanni Senza Terra»). La Francia al tempo di Filippo II Augusto REGNO DI SCOZIA I r la nda REGNO DI INGHILTERRA GERMANICO Londra Calais ira ROM nna e Tur A q u i t a n ia IM Baiona RO REGNO DI FRANCIA PE Bordeaux ANO a nn Se Reims Normandia Bretagna Maine Parigi Angiò O c e a no Lo Orléans A t l a n t i co Tolosa Regno d’Inghilterra nel 1188 Eredità paterna e materna del re d’Inghilterra Dote di Eleonora di Aquitania al re d’Inghilterra Limiti del Regno di Francia nel 1180 I successori di Filippo II Augusto Dopo essersi imposti su molti dei nobili più potenti di Francia, Filippo Augusto e i suoi successori rafforzarono il proprio potere operando scelte che altri sovrani avrebbero poi imitato: • incrementarono il corpo dei funzionari regi, il cui nucleo centrale era formato dal «Gran consiglio del re», un organo ristretto e permanente di fedeli collaboratori del re. Questi funzionari avevano il compito di far rispettare in tutto il paese le decisioni della monarchia; York Galles La politica di accentramento del potere di Filippo II Augusto prevedeva anche atti di intolleranza religiosa nei confronti degli Ebrei, come raffigura questa miniatura del XV sec. • imposero alle città e ai feudatari il versamento di tasse che servivano a finanziare le guerre del sovrano e la sua amministrazione; di due sovrani circondati da grande stima popolare, Luigi IX detto «il Santo» perché partecipò a due crociate (1226-1270) e Filippo IV «il Bello» (1285-1314). L’accresciuto bisogno di denaro per mantenere uno Stato sempre più esteso (e sempre meno «monarchia feudale»), spinse Filippo a imporre il pagamento delle tasse anche al clero, che fino a quel momento ne era stato esentato. Ne conseguì un aspro dissidio con il papato, che rivelò come il sovrano francese si sentisse ormai tanto forte da sfidare anche il grande potere universale della Chiesa. Proprio in tale occasione Filippo convocò l’assemblea degli «Stati generali» : era il 1302 e per la prima volta intorno al sovrano si radunavano i rappresentanti del clero, dei nobili e della borghesia. Gli Stati generali ratificarono le scelte del re e affermarono la provenienza divina del potere reale: il monarca riceveva così l’autorità necessaria per governare su tutto lo Stato francese. Al principio del Trecento la Francia aveva quindi completato la prima fase della sua evoluzione politica verso l’epoca moderna: da territorio diviso in tanti principati era divenuto dapprima una «monarchia feudale» – con un re via via più potente e autorevole in mezzo agli altri nobili – e poi una monarchia che si avviava a diventare «nazionale», che regnava su un territorio unificato e alla quale ogni classe sociale doveva obbedienza. A Nel corso del Trecento e del Quattrocento questo processo si completò con il definitivo scontro con l’Inghilterra (la «Guerra dei Cent’Anni»), che ancora tentava di riaffermare i suoi antichi diritti feudali sulla Francia. L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna 4.2 L’Inghilterra La nascita della monarchia inglese Il processo di formazione di una forte monarchia nazionale prese avvio in Inghilterra nella seconda metà dell’XI secolo ad opera dei conquistatori normanni. Nel 1066 Guglielmo, duca di Normandia, attraversò il canale della Manica con il suo esercito, sconfisse gli Angli e i Sassoni (popoli che daranno il nome agli attuali anglosassoni) nella battaglia di Hastings e divenne re d’Inghilterra. Egli regnò fino al 1087 e per questa sua impresa fu da allora chiamato Guglielmo il Conquistatore. Il nuovo re impose sull’isola il dominio dei nobili normanni, ai quali furono assegnate le terre più fertili e redditizie. Parallelamente, cercò di rafforzare i propri poteri riorganizzando il territorio in contee affidate al controllo di funzionari regi e ordinando un censimento accurato di tutte le persone, le terre e i castelli del paese; il censimento portò alla compilazione del Domesday Book, cioè di un completo libro del catasto nel quale venivano elencati tutti i fondi e i proprietari – sia laici che ecclesiastici – degli stessi, dai quali esigere tasse. La politica accentratrice di Guglielmo venne proseguita dai sovrani della dinastia dei Plantageneti . Il re mantenne con fermezza il controllo sui grandi nobili – alcuni baroni ribelli furono duramente sconfitti – e sulla Chiesa. Egli, inoltre, estese i territori del regno conquistando l’Irlanda e imponendo 1200 catasto: elenco, compilato dalle autorità a fini fiscali, dei beni immobili (case, altri edifici e fondi) presenti in un determinato territorio. Plantageneti: dinastia reale medievale fondata da Enrico II d’Inghilterra, che deriva il suo nome dal nome latino del fiore di ginestra (planta genista) che appariva nel loro stemma. I Plantageneti regnarono sull’Inghilterra per oltre tre secoli, dal 1154 al 1485. Album p. 108 • rafforzarono e diffusero su tutto il territorio i tribunali regi, che giudicavano i reati più gravi nel nome del re e sottraevano definitivamente il potere giudiziario ai nobili; • fondarono infine un esercito permanente, che permise al re di non ricorrere ai feudatari in caso di guerra. Inoltre, alla cavalleria i sovrani unirono un potente corpo di fanti e, con il tempo, formazioni di arcieri e reparti di artiglieria. Il processo di consolidamento della monarchia francese raggiunse l’apice con il regno Filippo IV il Bello attorniato dai suoi figli, particolare da una miniatura del XIV sec. La battaglia di Hastings tra le truppe di Guglielmo il Conquistatore e quelle di Aroldo II, miniatura del XV sec. © Loescher Editore – Torino 96 Stati generali: L’assemblea degli Stati generali raccoglieva i tre Stati (intesi come ceti sociali) principali che componevano la società francese: il Primo Stato era formato dai nobili, il Secondo Stato radunava il clero, mentre il Terzo Stato rappresentava la borghesia. © Loescher Editore – Torino 1364 Dondi costruisce l’astrario Fine XIV sec. Formula della polvere da sparo per le armi da fuoco 1430 Appare la caravella XV sec. Appare la nave ad attrezzatura completa 1550 97 2 4 Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento Re Giovanni Senza Terra a caccia, miniatura medievale. alla Scozia l’alleanza con l’Inghilterra. Infine, oltre al ducato di Normandia e alla contea d’Angiò, dei quali era erede, in territorio francese acquisì, attraverso il matrimonio con Eleonora, duchessa d’Aquitania, vasti feudi nella zona sud-occidentale. Alle soglie del Duecento, la monarchia britannica rivaleggiava in prestigio e potenza con quella di Francia. Il re di Francia Luigi VII riuscì a imporre a Enrico II il riconoscimento del suo rapporto di vassallaggio con il sovrano francese, ma si trattava ancora di una affermazione di diritto senza reali conseguenze politiche. [ I NODI DELLA STORIA p. 106] A La Magna Charta Una copia della Magna Charta con il suo sigillo. I rapporti tra i re d’Inghilterra e le classi più influenti del regno (i nobili, gli ecclesiasti- Album p. 108 L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna ci e la ricca borghesia) mutarono a seguito delle sconfitte subite dai sovrani nel lungo confronto con i re di Francia. Decisiva in queste vicende fu la sconfitta subita dagli inglesi a Bouvines nel 1214. Il re d’Inghilterra, Giovanni Plantageneto (1199-1216), detto «Senza Terra» in seguito alla sconfitta, uscì talmente indebolito dalla disfatta e dalla conseguente perdita di gran parte dei feudi in territorio francese, da essere costretto a scendere a patti con i nobili più potenti del paese: questi ultimi, sostenuti dall’alto clero e dagli esponenti della più ricca borghesia cittadina, nel 1215 imposero al sovrano la concessione della Magna Charta Libertatum (comunemente conosciuta come Magna Charta). Si trattava del primo esempio di legge fondamentale (una sorta di «costituzione») e conteneva norme che limitavano i poteri del sovrano e stabilivano i rapporti di forza tra il potere centrale e le classi sociali più potenti. [Testimonianze documento 1, p. 208] La Magna Charta sanciva in particolare alcuni importanti principi: 1)il sovrano non poteva ordinare nessun arresto arbitrario dei suoi oppositori; Una raffigurazione del Parlamento inglese da una miniatura del XIV sec. 2)i nobili dovevano essere giudicati per i loro reati da una corte di nobili. 3)il re non poteva imporre tasse senza l’approvazione del Gran consiglio del regno, un’assemblea composta dall’alto clero e dalla nobiltà. La progressiva affermazione del «Parlamento» La promulgazione della Charta rappresentava un successo per la nobiltà feudale in- La flotta normanna raffigurata nell’arazzo di Bayeux. glese che era sta ripetutamente e duramente sottomessa dai predecessori di Giovanni. Durante il lungo regno di Enrico III (12161272), successore di Giovanni Senza Terra, il Consiglio del regno fu allargato e assunse ulteriori poteri di controllo sulle finanze: esso era ormai chiamato «Parlamento». Con Edoardo I (1272-1307) il Parlamento cominciò ad adattarsi alle esigenze di una società in progressiva trasformazione. Nel 1295 vi prendevano posto, oltre ai rappresentanti dei nobili e quelli dell’alto clero, anche due borghesi per ogni città del regno. Inoltre, l’assemblea non esaminava più soltanto le proposte del re in materia fiscale, ma anche il bilancio complessivo dello Stato, le petizioni dei cittadini e le più diverse questioni di governo. All’inizio del Trecento, quindi, l’Inghilterra era avviata a diventare una monarchia parlamentare, cioè uno Stato unitario con una forte partecipazione al potere di tutte le classi sociali che dirigevano l’economia (dalla coltivazione delle terre ai commerci) e godevano di prestigio presso la popolazione (dalle autorità cittadine al clero). A metà del Trecento il Parlamento si allargò, assumendo l’aspetto che conserva ancora oggi, dividendosi in due Camere: • la Camera dei Lords, composta dai grandi nobili, dai vescovi e dagli abati; • la Camera dei Comuni, formata dalla piccola nobiltà, dai borghesi più ricchi e dal basso clero. Il Parlamento si riuniva con regolarità, discuteva le decisioni del re, soprattutto in materia di tasse e spese belliche, e rappresentava un efficace contrappeso al suo potere: non era una concessione del re, ma un diritto acquisito, indipendente dalla volontà del sovrano. In questo si differenziava profondamente dagli Stati generali francesi, convocati dal re a propria discrezione in occasioni straordinarie, e che di fatto non avevano alcuna possibilità di contrastare il volere del sovrano. © Loescher Editore – Torino 98 1200 © Loescher Editore – Torino 1364 Dondi costruisce l’astrario Fine XIV sec. Formula della polvere da sparo per le armi da fuoco 1430 Appare la caravella XV sec. Appare la nave ad attrezzatura completa 1550 99 4 Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento 4.3 La Guerra dei Tra il 1337 e il 1453 in territorio francese fu combattuta la «Guerra dei Cent’Anni», che vide opposti francesi e inglesi e si concluse con la vittoria dei primi e la sostanziale definizione dei confini dei rispettivi regni. Il potere della corona di Francia fu rinsaldato, mentre i sovrani inglesi furono costretti ad abbandonare le velleità egemoniche sul territorio francese. Il conflitto scoppiò per motivi di successione al trono. Nel 1328 Carlo IV, figlio di Filippo IV il Bello e ultimo sovrano della dinastia dei Capetingi, morì senza lasciare eredi. Ascese allora al trono – con il nome di Filippo VI e con il consenso della nobiltà francese – un suo cugino appartenente alla famiglia dei Valois. Il sovrano d’Inghilterra Edoardo III, in virtù dei legami di parentela con i Capetingi si proclamò a sua volta re di Francia nel 1337. In gioco c’erano le mai dimenticate rivendicazioni sui vasti pos- sedimenti continentali un tempo in mano agli inglesi, che Londra temeva di perdere definitivamente a causa del costante rafforzamento dei monarchi francesi. Inoltre, gli inglesi miravano al predominio sulle ricche città mercantili delle Fiandre, controllate dalla Francia. Se i re d’Inghilterra fossero riusciti a imporsi sulla Francia, essi avrebbero fondato un vasto impero concepito sul modello tipicamente medievale che prevedeva l’obbligo di obbedienza dei sudditi a un sovrano anche «straniero» purché legittimato dall’appartenenza a una famiglia depositaria di diritti dinastici feudali. A poco a poco la guerra contro i pretendenti stranieri assunse quindi per i francesi i caratteri di una difesa della propria identità e si trasformò in una lotta di liberazione nazionale. I sudditi francesi desideravano essere governati da sovrani francesi, legittimati a guidare la nazione in forza della comune appartenenza alla nazione francese, omogenea per lingua, cultura e tradizioni: un modello che è alla base del moderno concetto di Stato nazionale. La prime fasi della Guerra dei Cent’Anni (fino al 1415) La riscossa francese e la conclusione della Guerra dei Cent’Anni Cent’Anni Le cause del conflitto REGNO D’INGHILTERRA REGNO D’INGHILTERRA Alvernia Armagnac Béarn Tolosa Lin Foix gu o ad Territori inglesi allo scoppio della guerra Possedimenti reali allo scoppio della guerra 100 1200 Espansione inglese fino al 1360 Prima spedizione di Edoardo III (1346) Seconda spedizione di Edoardo III (1359) Spedizione di Enrico V 1364(1415) Dondi costruisce l’astrario e nt ba Avignone Territori inglesi allo scoppio della guerra Possedimenti reali allo scoppio della guerra Espansione inglese fino al 1360 Prima spedizione di Edoardo III (1346) Seconda spedizione di Edoardo III (1359) Spedizione di Enrico V (1415) Lussemburgo Champagne Maine Orléans Nantes Angiò Tours L Troyes Berry La Rochelle Poitou Castillon Alvernia Guienna Armagnac REGNO Béarn DI NAVARRA Tolosa Besançon Borgogn a Bourbonnais Clermont Lione Limoges Bordeaux Nevers Digione Bourges Lin Foix gu ad a oc Grenoble Delfinato Avignone Montpellier Provenza Aix Narbona REGNO DI ARAGONA Domini francesi (Regno di Bourges) Conquiste inglesi Domini borgognoni Il Regno di Francia alla fine della guerra decimata. Grandi vittorie furono ottenute a Crécy, nel 1346, e a Poitiers, nel 1356. Nel 1360 la pace di Brétigny accordò a Edoardo III il pieno dominio sulla Francia sudoccidentale in cambio della sua rinuncia al trono di Francia. Nella seconda fase, tra 1369 e 1389, i francesi impegnarono gli inglesi in una serie di scontri armati evitando accuratamente di affrontare gli avversari in una battaglia decisiva. Al termine di questo periodo, di fatto, buona parte del territorio in mano agli inglesi era stata riconquistata. L’equilibrio tra le due parti era in qualche modo ristabilito, ma la situazione politica restava più che mai incerta. La terza fase della guerra e Giovanna d’Arco RO Poitiers La Guerra dei Cent’Anni (ma non furono 100 anni di guerra ininterrotta) conobbe vicende complesse e può essere sostanzialmente divisa in quattro fasi. Nella prima fase, tra 1337 e 1360, furono gli inglesi a prevalere e costringere gli avversari sulla difensiva. Essi possedevano una migliore organizzazione ed efficienza militare: i loro arcieri, in particolare, erano in grado di colpire a distanza la cavalleria francese all’assalto, che fu letteralmente ROM oira Le prime due fasi della guerra PE te ANO GER MANICO Bretagna Cambrai Reims Parigi Delfinato Montpellier Provenza Aix Narbona REGNO DI ARAGONA © Loescher Editore – Torino ca Grenoble Liegi L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna Miniatura che raffigura un episodio della Guerra dei Cent’Anni: truppe inglesi si imbarcano per la Francia. IM Castillon Guienna REGNO DI NAVARRA an ab Bourbonnais Clermont Lione Limoges Bordeaux B orgogn a RO Poitou Besançon PE La Rochelle Nevers Digione Berry ROM Bourges Poitiers IM Tours Roda no Loira Troyes Orléans Normandia a Champagne Maine Nantes Angiò Rouen Brest nn Bretagna Fiandre a Br Amiens Se Normandia Anversa Calais Liegi Azincourt (1415) B r Amiens Cambrai Rouen Se Lussemburgo nn Reims a Parigi Harfleur Brest F i andre ANO GER MANICO Anversa Calais Crécy (1346) Eu Roda no 2 Miniatura che raffigura un altro episodio della Guerra dei Cent’Anni: l’assedio alla città di Calais. La terza fase, che iniziò nel 1415, fu caratterizzata dall’alleanza tra Giovanni detto «Senza Paura», duca di Borgogna – il più importante principato feudale ai confini con il regno di Francia – e il re d’Inghilterra Enrico V Lancaster (1413-1422). I due unirono le loro forze contro Carlo VI, nuovo re di Francia dal 1380. Nel 1415 un nuovo trionfo inglese nella battaglia di Azincourt determinò il momento di massima debolezza dei sovrani francesi e la fine del regno sembrò a molti inevitabile. La monarchia francese perdeva © Loescher Editore – Torino Fine XIV sec. Formula della polvere da sparo per le armi da fuoco 1430 Appare la caravella XV sec. Appare la nave ad attrezzatura completa 1550 101 2 4 Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento vasti possedimenti a nord e a ovest, mentre nel 1418 i borgognoni entravano a Parigi, ma soprattutto, nel 1420, Carlo VI trasferiva i diritti di successione a Enrico V d’Inghilterra: alla sua morte la Francia era destinata a diventare possedimento inglese. In questo momento una quarta e ultima fase della guerra, quella della riscossa francese, fu inaugurata dall’azione di un personaggio straordinario. La giovanissima Giovanna d’Arco (1412-1431) divenne, infatti, la guida e soprattutto il simbolo della Francia Le fasi della Guerra dei Cent’Anni Fasi Prima (1337-1360) Seconda (1369-1389) Eventi principali Supremazia della fanteria inglese grazie ad arcieri e prime armi da fuoco (artiglieria da campo). Grazie alla tecnica di logoramento le truppe francesi riconquistano territori nella Francia sud-occidentale. Terza (1415-1430) Vittoria inglese ad Azincourt, poi ripresa dei francesi guidati da Giovanna d’Arco. Quarta (1430-1453) Dopo la caduta di Bordeaux, assediata dai francesi, gli inglesi si ritirano. che difendeva vittoriosamente la sua identità e la sua autonomia. Poco più che adolescente, questa semplice contadina della Lorena si presentò al re francese sostenendo di essere stata inviata da Dio per liberare il proprio popolo. Nel 1429, la ragazza si mise alla testa del demoralizzato esercito francese durante l’assedio di Orléans, respinse gli inglesi e ne guidò la riscossa, conducendo i soldati alla vittoria di Patay. Nel clima di esaltazione che seguì l’insperata vittoria, molti territori francesi furono liberati. Il 17 luglio 1429, il figlio di Carlo VI fu incoronato a Reims come legittimo re di Francia con il nome di Carlo VII. Giovanna – un miracoloso impasto di capacità militari e doti spirituali – morì neanche ventenne vittima di una congiura inglese: presa prigioniera dai borgognoni mentre lottava sotto le mura di Parigi, fu condannata a Rouen da un tribunale ecclesiastico per eresia e stregoneria. Bruciò sul rogo, ma il suo coraggio e il suo sacrificio ne fecero un’eroina per tutti i francesi. Da questo momento gli inglesi non riuscirono più a riprendersi. Il nuovo re d’Inghilterra, Enrico VI (1422-1471) era troppo giovane e il nuovo duca di Borgogna, Filippo «il Buono» non rinnovò la sua alleanza con l’Inghilterra. Entro il 1453 i francesi liberarono e unificarono tutto il loro territorio, lasciando agli inglesi la sola città di Calais. Giovanna d’Arco e l’assedio della città di Rouen in due miniature francesi del XV sec. La battaglia di Azincourt, miniatura inglese del XV sec., Londra, Victoria and Albert Museum. La monarchia francese nel Quattrocento La vittoria nella Guerra dei Cent’Anni aveva unito ed esaltato il popolo francese determinando la nascita della Francia moderna, finalmente libera da divisioni territoriali ereditate dagli antichi diritti feudali. Gli inglesi, invece, in seguito alla sconfitta avevano abbandonato le proprie velleità egemoniche sul continente, concentrandosi sullo sviluppo della loro nazione oltremanica. La corona di Francia non aveva raccolto fin dall’inizio della guerra il sostegno di tutti i suoi sudditi; al contrario, molti principi si erano alleati con gli inglesi. Con il tempo, però, prevalse l’appoggio al sovrano nella lotta contro lo straniero; si sviluppò nei francesi un nuovo spirito condiviso, un senso di appartenenza a una sola nazione, cioè a un popolo insediato sullo stesso territorio e accomunato da lingua, cultura e usanze. Di conseguenza, ebbe qui origine quello che gli storici definiscono modello della monarchia nazionale, che ha al proprio vertice un sovrano legittimato dalla propria appartenenza alla nazione stessa. Dopo la fine della Guerra dei Cent’Anni, il sovrano Luigi XI (1461-1483) poteva contare su un regno vasto e coeso. Egli contribuì a rafforzarlo assoggettando i nobili ribelli e conquistando gli ultimi feudi indipendenti in Angiò e Provenza e, soprattutto, sconfiggendo l’ultimo grande avversario della Francia, il duca di Borgogna Carlo «il Temerario». Luigi XI proseguì la politica dei predecessori e sotto di lui la Francia divenne la monarchia più potente d’Europa. L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna Una volta completata l’unificazione territoriale del paese, i sovrani francesi si dedicarono all’accentramento dei poteri dello Stato. Gli Stati generali furono convocati sempre più raramente e acquisì un ruolo centrale il Gran consiglio del re, un’assemblea composta da membri nominati dal sovrano stesso che approvava e faceva eseguire in tutto il territorio le leggi e i provvedimenti decisi a Parigi. La rete di amministratori locali (i balivi e i siniscalchi) divenne una efficiente organizzazione di governatori che rispondevano del loro operato al governo centrale. La Francia, a differenza dell’Inghilterra, era così avviata a diventare uno Stato accentrato guidato da una monarchia con pochi limiti all’esercizio dei suoi poteri. Al servizio del sovrano vi era, inoltre, un esercito formato non da sudditi arruolati a difesa della loro stessa sicurezza, ma da truppe mercenarie pagate dalle casse del re. [ I NODI DELLA STORIA p. 106] La Guerra delle Due Rose Se le vittorie nella prima fase della Guerra dei Cent’Anni avevano portato forza e prestigio ai sovrani inglesi, la sconfitta finale indebolì in maniera decisiva la dinastia dei Plantageneti. Ecco perché durante il regno di Enrico VI (1422-1471) – che non aveva eredi – tra due diversi rami della casa regnante si scatenò un violento conflitto per la successione al trono: da una parte i Lancaster (alla quale apparteneva Enrico) dall’altra gli York. I primi avevano nello stemma una rosa rossa, i secondi una rosa bianca e per questo la guerra fu chiamata Guerra delle Due Rose. Lo scontro – sanguinoso – durò dal 1455 al 1485 e si concluse solo con il matrimonio tra Elisabetta, l’ultima erede degli York, e l’ultimo erede dei Lancaster, che salì al trono con il nome di Enrico VII (1485-1509) e fu il capostipite della nuova dinastia dei Tudor. Alla fine del Quattrocento il paese era così di nuovo unito e coeso. Da tempo si era compiuta la fusione tra Angli, Sassoni, originari abitanti dell’Inghilterra, e i Normanni, invasori giunti con Guglielmo il Conquistatore nel 1066. Inoltre, le guerre continue e la ritrovata pace avevano cementato anche tra i britannici il sentimento di appartenenza a un unico popolo. Alle soglie dell’età moder- © Loescher Editore – Torino 102 1200 © Loescher Editore – Torino 1364 Dondi costruisce l’astrario Fine XIV sec. Formula della polvere da sparo per le armi da fuoco 1430 Appare la caravella XV sec. Appare la nave ad attrezzatura completa 1550 103 2 4 Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento 4.4 La Spagna Le differenze tra Castiglia e Aragona Un episodio della Guerra delle Due Rose: la battaglia di Barnet, miniatura fiamminga del xv sec. Cortes: il sovrano era obbligato a convocare queste assemblee ogni anno. Esse inoltre avevano il diritto di approvare le tasse e discutere le leggi del re. na, la monarchia nazionale inglese poteva così gettare le basi della sua futura potenza militare e commerciale. La lunga Guerra delle Due Rose aveva inoltre indebolito, quando non eliminato, gran parte della tradizionale nobiltà terriera. Enrico VII ebbe dunque buon gioco nel circondarsi di consiglieri provenienti anche dalla borghesia e riformò l’amministrazione con funzionari fedeli alla corona e magistrati nominati con il consiglio di tutte le classi dirigenti più ricche. Tra queste c’erano la gentry, cioè l’insieme dei nuovi proprietari terrieri – che potevano essere nobili ma tra i quali non mancavano molti ricchi mercanti che avevano investito i loro guadagni acquistando le terre dai nobili feudali decaduti – e la borghesia cittadina. L’esito sfavorevole della Guerra dei Cent’Anni costrinse il re a rinunciare a ogni mira di espansione sul continente, ma lo spinse anche a investire ingenti risorse nello sviluppo della futura flotta navale: egli creò l’arsenale e i cantieri navali di Portsmouth, fece costruire grandi navi commerciali, incoraggiò la ricerca di nuove rotte oceaniche. L’Inghilterra gettava le basi per giocare un ruolo da protagonista nella conquista del «Nuovo Mondo», e imporsi, tra XVI e XVIII secolo, come centro dei commerci mondiali. A metà del Duecento, dopo la battaglia di Las Navas de Tolosa, la Reconquista della penisola iberica poteva dirsi avviata al pieno successo: agli Arabi restava solo una parte delle regioni più meridionali. Gran parte del territorio era sotto il controllo dei cristiani, pur essendo a sua volta diviso in quattro regni indipendenti: il piccolo regno settentrionale di Navarra, il Portogallo (che si proclamò indipendente nel 1253) a ovest e i due grandi regni di Castiglia e León, al centro, e Aragona, nella parte orientale della penisola. Come accadeva nello stesso periodo anche in Francia e Inghilterra, in questi Stati i sovrani intendevano rafforzare il proprio potere a spese soprattutto della nobiltà terriera. Ad esempio, in Castiglia e León, allo scopo di esercitare un maggiore controllo sulla giustizia, il re Alfonso X (1252-1282) promulgò un codice di leggi valido in tutto il regno e per tutti i sudditi. Il sovrano e i suoi successori, in verità, ebbero notevoli problemi a limitare ai poteri della nobiltà. Il regno era inoltre isolato dalle grandi rotte commerciali del Mediterraneo e lo sviluppo economico che registrò tra XIII e XIV secolo fu molto più modesto rispetto a quello dei grandi paesi dell’occidente europeo, e fu determinato soprattutto dalla ripresa della produzione agricola. In Aragona, invece, la classe sociale dei mercanti, molto attiva nelle città costiere e in contatto con le fiere di tutta Europa, diede alla società quel dinamismo che stava caratterizzando in quel periodo l’Italia, la Francia e l’Inghilterra. I sovrani si opposero con maggiore successo ai privilegi della nobiltà feudale – comunque molto forte – e si appoggiarono alle Cortes , assemblee rappresentative di nobili, clero e città, sul modello degli Stati generali francesi e del Parlamento inglese. Proprio l’Aragona, che faceva capo alla ricca città marittima di Barcellona, divenne nel Trecento una potenza mediterranea, conquistando le isole Baleari, la Sicilia e la Sardegna. L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna La penisola iberica all’inizio del XV secolo O c e a n o A t l a n t i c o REGNO DI FRANCIA La Coruña Aviles Bilbao Santiago de Compostela Pamplona Leon REGNO DI NAVARRA Burgos ANDORRA Saragozza Porto Valladolid R E G N O Évora Lerida REGNO DI Barcellona Tortosa ARAGONA Toledo Cuenca Almagro P O RTO G A LLO Lisbona D I Madrid R E G NO D E L Gerona Badajoz Valencia Baleari C A S T I G L I A Cartagena Cordoba Siviglia Cadice Stretto di Gibilterra Granada Mar Mediterraneo Almeria Malaga Ceuta Califfato di Granada La nascita del grande regno di Spagna La cacciata degli Arabi e la spinta delle forze sociali che puntavano all’abbattimento delle barriere interne alla penisola stimolarono un processo di unificazione dei territori iberici. Nel 1469, il matrimonio tra la regina Isabella di Castiglia e il re Ferdinando d’Aragona portò alla fusione delle due corone e alla nascita di una nuova grande nazione: la Spagna. La monarchia spagnola agì subito in maniera determinata per eliminare ogni opposizione interna. I nuovi sovrani si appoggiarono alla piccola nobiltà e alla borghesia per contrastare i grandi feudatari; inoltre convocarono sempre più raramente le Cortes e ne limitarono i loro poteri; infine ridussero notevolmente gli spazi di autonomia delle città. Un segno evidente della forza del nuovo regno fu il completamento della Reconquista quando, nel 1492, venne espugnato il regno di Granada, l’ultima roccaforte iberica in mano agli Arabi. [Testimonianze documento 2, p. 208] Tuttavia, la politica interna dei re di Spa- Pedro Berruguete, Il rogo degli eretici, 1500 circa, Madrid, Museo del Prado. © Loescher Editore – Torino 104 1200 © Loescher Editore – Torino 1364 Dondi costruisce l’astrario Fine XIV sec. Formula della polvere da sparo per le armi da fuoco 1430 Appare la caravella XV sec. Appare la nave ad attrezzatura completa 1550 105 2 4 Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento La Madonna dei re cattolici, un dipinto della fine del XV sec., che raffigura il matrimonio tra Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, inginocchiati davanti alla Vergine, Madrid, Museo del Prado. gna, tesa a unificare la nazione intorno alla fedeltà alla dottrina cristiana e ad accentrare tutti i poteri nelle mani della corona, era destinata nel lungo periodo a indebolire la nascente potenza iberica. Nel 1478 fu introdotto il tribunale dell’Inquisizione e nello stesso anno della caduta di Granada furono cacciati dal regno tutti i discendenti degli Arabi (chiamati «mori») e gli Ebrei, gli uni e gli altri considerati nemici della cristianità. L’espulsione degli Ebrei, assai attivi nel commercio e nelle professioni (erano artigiani, medici, esperti nelle attività finanziarie), costituì una grave battuta d’arresto per l’economia spagnola; non solo, essi emigrarono nelle Fiandre, nei Paesi Bassi e in Europa centrale, contribuendo in misura importante allo sviluppo economico di quelle regioni che in futuro si sarebbero rivelate temibili concorrenti della Spagna sul piano economico e militare. Di lì a poco, comunque, la scoperta dell’America, ad opera di Cristoforo Colombo e proprio per conto dei sovrani iberici, avrebbe regalato alla Spagna straordinarie possibilità di ricchezza ed espansione. 1214 Filippo II Augusto di Francia sconfigge il re inglese a Bouvines 1215 Magna Charta Libertatum 1302 Prima convocazione degli Stati generali in Francia 1337-1453 Guerra dei Cent’Anni Come si formarono gli Stati nazionali? Può sembrare strano scoprire, per noi che viviamo nell’età della globalizzazione e della relativa limitazione dei poteri dei singoli Stati nazionali, che fino all’inizio del Trecento questi Stati o non esistevano o erano molto deboli. Il fatto più rilevante della fine del Medioevo, quello che segna l’inizio della modernità, perlomeno sul piano della politica e del diritto, è proprio la loro affermazione. Come vedremo ancora più chiaramente nel prossimo capitolo, affinché questo potesse avvenire, era necessario l’indebolimento dei due poteri tradizionali del pieno Medioevo: l’impero e il papato. I due protagonisti della lunghissima lotta per la supremazia nell’Europa dell’epoca uscirono fortemente ridimensionati dagli eventi dei secoli XIV e XV. Ma la vera novità fu l’affermazione delle monarchie nazionali, primi embrioni di quelli che gli storici chiamano Stati moderni. L’Inghilterra, la Francia, i regni cattolici spagnoli e, in forme diverse, i più piccoli Stati italiani e tedeschi, evoluzione dell’irripetibile esperienza di autogoverno locale dei liberi Comuni, sarebbero stati i protagonisti della storia europea fino alla fine del XIX secolo, se non oltre. Quello che caratterizzò la nuova monarchia nazionale 106 © Loescher Editore – Torino (e, in parte, lo Stato signorile in Italia) fu la presenza di istituzioni parzialmente moderne. Prima di tutto c’era l’esercito, non ancora integralmente nazionale, ma tendenzialmente stabile e i cui costi necessitavano di una finanza pubblica costante e ordinata, cioè della possibilità per i sovrani di ottenere regolari entrate fiscali e, quindi, di fare politiche di spesa. Per garantire il regolare prelievo fiscale e la programmazione della spesa pubblica, nasceva una nuova burocrazia. Esercito, finanza pubblica e burocrazia sarebbero stati i pilastri del nascente Stato moderno. Ci volle molto tempo perché al principio della fedeltà personale al sovrano si sostituisse quello della competenza e della funzione «astratta» del ruolo pubblico (ossia la fedeltà del funzionario allo Stato in quanto tale e non a una singola persona). Però la direzione era tracciata. Il sovrano, come vedremo più avanti, governava in modo assoluto; ma così facendo metteva sotto controllo anche la periferia del regno; smetteva di essere considerato un primo tra pari (primus inter pares) dai suoi nobili; agiva compiutamente come il capo di una nazione oltre che di un dominio personale. 1 Tra Basso Medioevo ed inizio dell’Età moderna si affermano le «monarchie nazionali»: il re si impone come riferimento unico per tutta la nazione. Il caso della Francia. Dopo l’anno Mille, in molti paesi europei prese avvio un processo di unificazione territoriale e politica guidato dai sovrani, che avrebbe portato alla nascita delle cosiddette «monarchie nazionali». Esse erano accomunate da diversi elementi: i re divennero più potenti e si imposero sui feudatari, crearono un corpo di funzionari per il controllo delle province, amministrarono in proprio la giustizia, riscossero le ingenti tasse necessarie per mantenere un esercito permanente e per amministrare il paese. Divennero così i veri rappresentanti della nazione, cioè del popolo. In Francia, i Capetingi si imposero prima come regolatori delle dispute tra signori feudali, poi seppero impadronirsi dei domini feudali inglesi in terra francese (vittoria di Filippo II Augusto nel 1214 a Bouvines). 2 Anche in Inghilterra si sviluppa una monarchia nazionale. Il potere del sovrano viene limitato dai nobili (e in seguito anche dai borghesi) che ottengono la Magna Charta Libertatum. I Plantageneti assunsero la guida del regno d’Inghilterra ma, indeboliti dal conflitto con i re francesi, furono limitati da nobili, clero e grandi città, cui concessero, con il re Giovanni «Senzaterra» (sconfitto in Francia nel 1214), la Magna Charta Libertatum (1215) e, a poco a poco, un Parlamento autonomo. L’Inghilterra godeva quindi in parte dei vantaggi derivanti dall’accentramento monarchico (per esempio nell’organizzazione del sistema fiscale), ma prendeva una via autonoma nei rapporti tra monarchia e società. 3 1429 Giovanna d’Arco guida l’esercito francese nella Guerra dei Cent’Anni I NODI DELLA STORIA L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna 1455-1485 Guerra delle Due Rose Tra 1337 e 1453 Francia e Inghilterra si scontrano nella Guerra dei Cent’Anni. La vittoria francese porta a una situazione di equilibrio fra le due nazioni. La lunga Guerra dei Cent’Anni fu originata da dispute territoriali e da pretese di successione alla corona francese. Fu combattuta con fasi alterne di sconfitte francesi e di rivalsa patriottica degli stessi sudditi della monarchia francese. Al termine del conflitto la Francia ottenne un territorio unito e sottoposto a un solo sovrano e si ritrovò con uno spirito nazionale diffuso. L’Inghilterra, a sua volta, passò attraverso un conflitto interno (la «Guerra della due rose», 1455-1485), che indebolì in modo decisivo la nobiltà e al termine del quale iniziò il regno dei Tudor, ormai definitivamente diventati sovrani nazionali e non più principi feudali con diritti ereditari sulle due sponde della Manica. 4 1468 Matrimonio di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona 1492 Conquista di Granada: fine della Reconquista Attraverso la Reconquista, anche la Spagna rafforza lo spirito nazionale. L’unione dei regni di Castiglia e di Aragona porta alla nascita di una grande monarchia nazionale cristiana. Nella penisola iberica, furono soprattutto le dinastie di Aragona (dov’era più forte la borghesia mercantile) e Castiglia (dov’era più influente la nobiltà terriera) a lottare per riconquistare il territorio agli Arabi e unirsi per creare la Spagna moderna. Nel 1469, il matrimonio tra la regina Isabella di Castiglia e il re Ferdinando d’Aragona portò alla fusione delle due corone e alla nascita di una nuova grande nazione: la Spagna. Fin dai suoi primi passi, il nuovo Stato fu segnato dall’intolleranza nei confronti di musulmani ed ebrei: un prezzo pagato per rafforzare l’unità religiosa e culturale interna. 1492 I sovrani spagnoli espellono dai loro regni Arabi e Ebrei © Loescher Editore – Torino 107 2 4 Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento I simboli del potere regio L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna Lo stemma della dinastia e del regno Tra XII e XIII secolo in Francia, Inghilterra e Spagna nacquero nuovi soggetti politici: le monarchie nazionali. Il percorso per arrivare a costruire queste nuove monarchie non fu però di breve durata, e richiese numerosi passaggi importanti. Uno degli aspetti fondamentali fu la rivendicazione, da parte dei sovrani di questi nuovi regni, di una piena e indiscussa superiorità rispetto a tutti gli altri principi e feudatari presenti nel loro territorio. Si trattava talvolta di personaggi economicamente molto ricchi e militarmente molto potenti e, di conseguenza, per nulla disposti a sottomettersi pacificamente. Per raggiungere il loro obiettivo, tra le tante soluzioni, i sovrani decisero anche di adottare una serie di simboli e tradizioni utili a rappresentare, in modo tangibile, la loro superiorità rispetto a tutti gli altri signori feudali e il loro pieno diritto ad essere chiamati re. Già nel corso della cerimonia, il sovrano indossava un abito oppure esibiva uno scudo sui quali era riprodotto il simbolo della dinastia che da quel momento diveniva anche il simbolo del regno, quella che per noi oggi è la bandiera. In Francia erano i fiori di giglio dorati su campo blu o bianco, in Inghilterra il leone, in Castiglia un castello stilizzato, in Aragona le strisce colorate rosse e oro. La cerimonia di incoronazione Un elemento fondamentale e di forte impatto simbolico era la cerimonia di incoronazione. Nessun principe o grande feudatario poteva rivendicare un privilegio tanto importante che era tradizionalmente riservato solo agli imperatori. Si trattava di un vero e proprio rito religioso, al quale partecipavano i più importanti vescovi e i maggiori feudatari del regno, elaborato progressivamente tra XI e XIII secolo. Durante la cerimonia il sovrano riceveva l’unzione con l’olio santo, per dimostrare l’origine divina della sovranità, e portava una serie di simboli molto importanti: la corona, che rappresentava l’unità indivisibile del regno, lo scettro, metafora dell’autorità e del comando, il globo con la croce, richiamo al dovere di difendere la religione. Altri simboli presenti erano la mano di giustizia, che rappresentava la funzione di supremo giudice, la spada, simbolo del potere di infliggere una punizione e far eseguire la condanna. Incisione raffigurante il re d’Inghilterra Riccardo I (1157-1199). In alto a sinistra sono visibili i leoni, simbolo della dinastia. Il potere taumaturgico e la sacralità del re A dimostrazione dello stretto legame tra re e potere divino, si diffuse, tanto in Francia quanto in Inghilterra, la tradizione secondo la quale i sovrani avrebbero ricevuto il dono del potere taumaturgico, ossia la capacità di curare i malati con il semplice tocco della mano. L’idea che disponessero di un simile potere soprannaturale dava dei sovrani un’immagine altamente sacra e quasi magica che contribuiva a farli considerare un’autorità politica suprema e incontestabile. La regina Elisabetta I d’Inghilterra (1558-1603) nella sua tenuta da incoronazione, con la corona, lo scettro e il globo. I luoghi dell’incoronazione Furono inoltre scelti dei luoghi prestabiliti per la cerimonia di incoronazione e consacrazione, in modo tale che fosse un rito sempre uguale e stabile nel tempo. Per i re di Francia si usò, sin dal X secolo, la cattedrale della città di Reims e per i re d’Inghilterra, sin dall’XI secolo, la chiesa dell’abbazia di Westminster a Londra. 108 © Loescher Editore – Torino L’abbazia di Westminster a Londra, luogo tuttora deputato all’incoronazione dei sovrani inglesi. Il re di Francia Luigi IX (1214-1270) tocca i malati nel corso di una cerimonia. © Loescher Editore – Torino 109 2 4 Dalla fine del Medioevo all’età del Rinascimento Ragiona sul tempo e sullo spazio Impara il significato 1 4 ATTIVITÀ 2 Osserva la cartina a p. 94 relativa alla situazione dell’Europa tra XII e XIII secolo e rispondi alla domanda: alla fine del XV secolo, quali saranno le tre monarchie nazionali europee e quali i loro confini? a b c d e 1 XI secolo 2 XII secolo 3 XIII secolo 4 XIV secolo 5 XV secolo b c d e f g h i l m n Nonostante il progresso economico e sociale, il territorio francese è ancora caratterizzato da una forte frammentazione politica Nel sale al trono Filippo II Augusto, grazie al quale il processo di rafforzamento della monarchia riceve una forte spinta Nel Filippo IV «il Bello» convoca gli «Stati generali» Nel Guglielmo, duca di Normandia, sconfigge gli Angli e i Sassoni nella battaglia di Hastings; per questa impresa verrà soprannominato Guglielmo il Conquistatore Nel viene concessa la Magna Charta Libertatum Nel ha inizio la «Guerra dei Cent’Anni» Nel Giovanna d’Arco guida l’esercito francese contro gli inglesi, conducendo i soldati alla vittoria di Patay Entro il i francesi liberano e unificano tutto il territorio Sotto il regno di Luigi XI la Francia diventa la monarchia più potente d’Europa In Castilla e León, il re Alfonso X promulga un codice di leggi allo scopo di esercitare un controllo maggiore sulla giustizia Nel viene espugnato il regno di Granada, l’ultima roccaforte iberica in mano agli Arabi Nel viene introdotto il tribunale dell’Inquisizione Collega ogni concetto al significato che assume nel periodo dell’affermazione delle monarchie nazionali. 1 Arsenale 2 Censimento 3 Arbitro 4 Amministrazione centralizzata 5 Tassa 6 Ratificare 7 Esentare 8 Velleità egemonica Completa le frasi scrivendo, dove richiesto, l’anno esatto in cui accade l’evento, poi collega ciascun fatto al secolo in cui avviene. Infine distingui con tre colori diversi gli eventi riconducibili alla Francia, quelli che riguardano l’Inghilterra e quelli che si riferiscono alla Spagna. Attenzione: alcuni di essi possono riferirsi a più di uno Stato. a L’affermazione delle monarchie nazionali: Francia, Inghilterra e Spagna f g h 5 Indagine condotta con diversi strumenti per ottenere dati numerici sui caratteri di un insieme (per esempio popolazione, terre e castelli) Persona che risolve una controversia; per esempio, il sovrano si assume la responsabilità di decidere in merito ad alcune dispute tra i nobili Essere esonerato, dispensato, da un obbligo Il complesso dei cantieri e delle officine in cui si costruiscono e si riparano le navi da guerra Aspirazione irrealizzabile da parte di uno Stato a ottenere la supremazia su altri Stati, per esempio quella dell’Inghilterra sulla Francia nel corso della Guerra dei Cent’Anni Tributo corrisposto allo Stato o ad altro ente pubblico in cambio della prestazione di un servizio Dare conferma, convalidare (per esempio le scelte del re) Gestione del potere concentrata nelle mani del sovrano, in questo caso dei re capetingi Luigi VI e Luigi VII Prova a riflettere sul significato di «identità» e spiega quale valore aveva al tempo delle monarchie nazionali e quale valore ha invece assunto oggi. Osserva, rifletti e rispondi alle domande 6 Osserva la mappa concettuale relativa alla monarchia francese tra XIII e XIV secolo. Poi rispondi alle domande. Le caratteristiche fondamentali della monarchia francese tra XIII e XIV secolo Esplora il macrotema 3 Completa il testo. nobiltà • nazionale • centralizzate • cultura • Aragona • feudale • popolo • principi • Inghilterra Tra l’XI e il XII secolo le «monarchie feudali» di Francia, Inghilterra e Spagna si avviano a diventare «monarchie nazionali». In un primo tempo i rapporti tra i sovrani e i (1) sono ancora caratterizzati da legami di obbedienza (2) : il re gode di una maggiore autorità rispetto agli altri nobili, ma questi mantengono una loro autonomia. Gradualmente, però, i sovrani rafforzano il loro potere, soprattutto a spese della (3) terriera, fino a unificare sotto la propria autorità il territorio (4) , controllato grazie all’introduzione di strutture statali solide e (5) (quali funzionari e tribunali regi) e alla costituzione di un esercito permanente. Nascono così le moderne monarchie nazionali, che hanno al proprio vertice un sovrano legittimato a governare dalla propria appartenenza alla nazione stessa, cioè dall’appartenenza a un (6) insediato su un determinato territorio e accomunato da lingua, (7) e usanze. La nascita del concetto di identità nazionale è avvenuta in Francia e in (8) grazie alla dura esperienza della Guerra dei Cent’Anni e in Spagna grazie all’unione di Castiglia e (9) in un unico regno. Mostra quello che sai 7 110 © Loescher Editore – Torino 1 In quale modo i sovrani rafforzano il potere centrale? 2 In quale modo i sovrani cercano di ottenere consenso? 3 Quale classe sociale vede ridurre la propria forza politica? Osserva l’immagine di destra a p. 97 e rispondi alle domande: qual è il soggetto di questa raffigurazione? Chi vi prende parte? © Loescher Editore – Torino 111