CORYLACEAE Divisione: Spermatophyta Sottodivisione:Angiospermae Classe: Dicotyledones Famiglia: Corylaceae Generi: Carpinus (carpino bianco), Ostrya (ostria o carpino nero), Corylus (nocciolo) La famiglia delle Corylaceae è rappresentata da un ristretto numero di specie con portamento sia arboreo che arbustivo. Sono latifoglie legnose, decidue. A questa famiglia appartengono 3 generi: Carpinus, Ostrya, Corylus. Polline di Carpinus Polline di Ostrya sp. Polline di Corylus Polline: Il polline del CARPINUS si presenta tri-tetra-pentazonoporato, isopolare, suboblato, 30-40 µm di diametro. Esina psilato-scabrata, sottile, si ispessisce attorno ai pori; intina ispessita sotto i pori dove forma grandi onci convessi. Il polline dell’OSTRYA si presenta tri-tetrazonoporato, isopolare, oblato-sferoidale, 19-28 µm di diametro. I pori sono poco pronunciati e provvisti di un piccolo opercolo. Esina finemente granulata che forma aspidi attorno ai pori; intina ispessita sotto i pori dove forma larghi onci convessi. Il polline del CORYLUS si presenta trizonoporato, isopolare, suboblato, 19-28 µm di diametro. I pori sono poco pronunciati e il granulo in visione polare appare subtriangolare. Esina scabrato-microechinata; intina ispessita sotto i pori dove forma larghi onci convessi. Allergie da polline: I Carpini (Carpino bianco e Carpino nero) sono presenti principalmente nelle regioni centro - settentrionali sui rilievi delle Prealpi e dell'Appennino. Liberano durante la fioritura notevoli quantità di pollini da marzo a maggio. Il periodo di fioritura del carpino bianco (Carpinus betulus) è leggermente sfasato rispetto a quello del carpino nero (Ostrya carpinifolia) che lo precede lievemente. Il Nocciolo è presente in tutta Europa, può crescere spontaneamente od essere coltivato per la produzione del suo frutto (nocciola) . Produce grandi quantità di pollini durante i mesi invernali da gennaio a marzo. I sintomi dell'allergia al nocciolo tendono spesso a perdurare nel tempo a causa della reazione crociata con i pollini di Ontano e Betulla, piante con la stessa distribuzione geografica e la cui fioritura va fino a maggio. I soggetti allergici al polline di nocciolo possono presentare manifestazioni allergiche (orticariaangioedema) in seguito ad ingestione di nocciole. ARPAC – Laboratorio Biomonitoraggio Aria – Dipartimento Provinciale di Napoli CARPINUS (carpino bianco) Il Carpino bianco è un albero deciduo che può crescere fino a 25 m di altezza, ma a volte viene allevato come arbusto per costituire siepi. Largamente distribuito in tutta l’Europa centrale, in pianura e sui rilievi al di sotto dei 1000m in boschi misti decidui soprattutto sui versanti esposti al sole. In Italia è diffuso ovunque. In passato, insieme alla Farnia, costituiva le vaste foreste che coprivano la pianura padana e proprio dalla lingua delle popolazioni celtiche che la popolavano pare che derivi il suo nome. Vegeta bene in terreni argillosi e calcarei ricchi di humus e profondi, ma si adatta anche su substrati più poveri. Specie eliofila. Ha elevata attitudine pollonifera ed è impiegata come specie di interesse forestale; oggi è comunque molto apprezzata e rivalutata anche come essenza ornamentale e di interesse paesaggistico per la sua rusticità e adattabilità. Per quest'ultimo scopo viene particolarmente apprezzata, per la resistenza agli interventi cesori e per la chioma fitta che la rende particolarmente adatta alla costituzione di siepi. (Foto da www. bellquel.bo.cnr.it/scuole/serpieri/erbario) Foglie: semplici, alterne, decidue, ovatelanceolata-ellittica ad apice acuminato e margine doppiamente dentellato e di colore verde scuro. Fiori: unisessuali. I fiori maschili sono raggruppati in amenti di circa 5 cm, pendenti, cilindrici e verdastri, quelli femminili sono più corti, eretti e con bratte trilobate, disposti all’apice dei rametti. Fioritura tra marzo e maggio in contemporanea con la comparsa delle foglie, immediatamente successiva a quella del carpino nero. (Foto da www.bellquel.bo.cnr.it/scuole/serpieri/erbario) Frutti: acheni trilobati formanti infruttescenze peduncolate Portamento: fusto eretto alto fino a 25 m, scanalato con corteccia grigiastra liscia e chioma arrotondata Usi: Il legno chiaro del Carpino bianco, molto pesante e compatto utilizzato come combustibile e in passato per la costruzione di utensili ed attrezzature, soprattutto agricole per le doti di robustezza e resistenza all'usura. E' impiegato come specie di interesse forestale; apprezzata anche come essenza ornamentale e di interesse paesaggistico perché rustica e adattabile a vari ambienti. Si adatta bene alla realizzazione di siepi per la resistenza agli interventi cesori e per la chioma fitta. In passato le foglie venivano utilizzate come foraggio. Fiore Fiore maschile (Foto da http://www.scoutcampobello1.it/scout/botanica/carpinobianco.htmlinfo www.bellquel.bo.cnr.it/scuole/serpieri/erbario) @agraria.org ARPAC – Laboratorio Biomonitoraggio Aria – Dipartimento Provinciale di Napoli OSTRYA (carpino nero) Il Carpino nero comprende nel complesso 26 specie che colonizzano le aree temperate dell'emisfero boreale. E’ una pianta originaria dell'Europa sud-orientale, si trova in un vasto areale che va dalla Francia meridionale, all'Italia, Balcani fino al medio Oriente e al Caucaso. Presenta elevata adattabilità ecologica e in Italia, è particolarmente diffuso nelle regioni nord-orientali e adriatiche e nelle zone collinari e montane fino a 1300 metri. Forma bellissimi boschi su tutte le Prealpi calcaree. E’ un albero deciduo che cresce fino a 15-20 m, ma, a volte, assume l’aspetto di un cespuglio. Vive prevalentemente in boschi caducifoglie (come faggio e quercia), in collina e fino a zone di bassa montagna fino a 1200-1400 m. Si trova associato in particolar modo con la Roverella nel formare boschi xerofiti e termofili. Predilige infatti terreni degradati e scoscesi, drenanti, ricchi di calcare, adattandosi anche a quelli poco (Foto da www.olivetta.it) profondi in quanto ha un apparato radicale piuttosto superficiale. In montagna si sviluppa sui versanti più riparati ed esposti al sole poiché si tratta di una specie eliofila e termofila, che teme le gelate. Particolarmente resistente alla siccità. Il Carpino nero è, stato, negli ultimi anni, rivalutato anche come essenza di interesse paesaggistico, date anche le sue scarse esigenze di substrato; viene usato per formare siepi e alberature stradali (sfruttando la sua capacità pollinifera). Il legno è più rossastro rispetto a quello del Carpino bianco e trova la stessa applicazione. (Foto da www.agraria.org/coltivazioniforestali.html) Foglie: semplici, decidue, alterne, picciolate, ovali con lamina ovata e apice acuminato e parte basale arrotondata, con margine doppiamente dentato. La superficie superiore appare lucida e verde scuro. Le nervature secondarie sono parallele. Fiori: unisessuali. I fiori maschili sono raggruppati in amenti pendenti lunghi fino a 10 cm, quelli femminili sono più corti, dapprima eretti e poi pendenti con bratte trilobate, disposti all’apice dei rametti. Fioritura tra aprile e maggio in contemporanea con la comparsa delle foglie, immediatamente precedente a quella del carpino frutto e relativa brattea (Foto bianco. da www.wikipedia.org) Frutti: acheni chiusi in brattee ovali a forma di sacco, pendenti, dapprima bianche e, poi, rossicce, riuniti in infruttescenze coniche pendenti lunghi fino a 6 cm. Portamento: fusto eretto cilindrico alto fino a 15 m, con ramificazioni sottili e chioma piramidale leggera e verde chiaro, con palchi orizzontali; tronco diritto, a volte policonico, con corteccia bruna, rugosa e screpolata in piccole placche rettangolari. Usi: In passato, il suo legno veniva impiegato nella produzione della carbonella e di legna da ardere. Di difficile lavorazione per la presenza di molte fibre irregolari. Negli ultimi anni, rivalutato anche come essenza di interesse paesaggistico, anche per le sue limitate esigenze di substrato; viene usato a scopi ornamentali, per formare siepi e alberature stradali (sfruttando la sua capacità pollinifera). ARPAC – Laboratorio Biomonitoraggio Aria – Dipartimento Provinciale di Napoli CORYLUS (nocciolo) Il nome del genere deriva dal greco kóris, elmo, per la forma dell'involucro membranoso che ricopre il frutto. E’ originario delle regioni asiatiche e in Italia è diffuso in tutte le regioni. I noccioleti più famosi sono quelli presenti in Piemonte, in provincia di Avellino (da qui origina il nome della specie più conosciuta: Corylus avellana) e sulle pendici dell'Etna. Il nocciolo è pianta molto comune dalla zona mediterranea a quella montana, dove si spinge fino a 1200 m. E’ un arbusto deciduo, poco longevo (6070 anni), che cresce fino a 8 m di altezza nel sottobosco di foreste di latifoglie e aghifoglie; cresce in zone con clima caldo e parzialmente soleggiato e lo si trova nei sottoboschi appenninici e sulle Alpi. Molto frugale, si adatta a substrati diversi, pur preferendo terreni calcarei, fertili, profondi, sciolti e freschi, prestandosi bene bene (Foto da www.cittadiariano.it) anche alla colonizzazione di suoli denudati e franosi. Vive frequentemente in comunità con l'Orniello (Fraxinus ornus) e con il Frassino. Viene anche coltivato in numerose regioni per il frutto. Foglie: semplici, alterne, decidue, con picciolo lungo provvisto di peli ghiandolari, lamina tonda-obovata ad apice acuminato e base cuoriforme, seghettata, lunga 6-10cm. La pagina superiore è verde poco pelosa; la pagina inferiore è più chiara. Nervature evidenti. Fiori: unisessuali. I fiori maschili sono raggruppati in amenti di circa 7-8 cm, pendenti, di color giallomarroni, riuniti in gruppi di 2-4 all’estremità oppure all’ascella delle foglie dei rami dell’anno precedente; i fiori maschili sono sprovvisti dell’involucro e hanno quattro stami. I fiori femminili sono più piccoli con stimmi piumosi rossi, somiglianti a Infiorescenza maschile, femminile e frutto (Foto da www.agraria.org) una gemma di piccole dimensioni. Fioritura tra dicembre e marzo, molto prima della comparsa delle foglie. Frutti: Il frutto è un diclesio (nocciola e involucro), il cui pericarpio legnoso (acheni legnosi avvolti da una cupola fogliacea dentata) contiene un seme dolce e oleoso.; maturano in settembre Portamento: arbusto con chioma fitta, ampia, irregolare con diametro massimo di 4 m. Si tratta di una pianta con elevata attitudine ad emettere polloni. Il fusto, sottile e slanciato, generalmente non supera i 5-6 m. I giovani rami recano peli corti, in parte ghiandolari. La corteccia è di colore marrone grigio, precocemente glabra, con solcature longitudinali e sparse lenticelle (foto da www.agraria.org) chiare. Usi: E' coltivato come pianta da frutto in numerose regioni; i frutti (nocciole) hanno seme edule, ricco di olio, che è usato nell' alimentazione, nell'industria dei colori e in profumeria. Il legno biancastro, di qualità mediocre e ridotte dimensioni è impiegato soprattutto per pali, botti, o come combustibile per produrre carbone. Pianta a fioritura molto precoce, viene visitata dalle api che ne raccolgono il polline. Vengono coltivate numerose varietà da frutto e ornamentali: tra queste ultime sono notevoli la var. pendula, la var. contorta, a portamento tortuoso, e la var. fusco-rubra, a foglie porporine. Un particolare aspetto produttivo di questa pianta è ARPAC – Laboratorio Biomonitoraggio Aria – Dipartimento Provinciale di Napoli la micorrizazione con tartufo: infatti il nocciolo, come altre piante, risulta una delle specie predilette dal tartufo bianco (Tuber magnatum) e dal tartufo neo (Tuber melanosporum). Fiore http://www.scoutcampobello1.it/scout/botanica/[email protected] Calendario pollinico delle Corylaceae medie mensili biennio 2007-2008 STAZ. PORTICI ARPAC – Laboratorio Biomonitoraggio Aria – Dipartimento Provinciale di Napoli ott nov dic ott dic set nov ago set giu mag lug lug giu dic ott nov set ago lug giu apr mag feb mar 0,00 mag 2,00 apr 4,00 feb 6,00 mar 8,00 12,00 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00 gen n° pollini/mc 10,00 gen apr STAZ. POLICASTRO 12,00 n° pollini/mc aria ago STAZIONE CASTELVOLTURNO mar feb gen 12,00 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00 dic ott nov set ago lug giu apr mag feb mar n° pollini/mc aria 12,00 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00 gen n° pollini/mc aria STAZ. NAPOLI