L’alunno iperattivo in classe Aspetti emotivo-relazionali Dr.ssa Simona Bernardini [email protected] Testimonianze La nostra vita è diventata un inferno da quando il nostro piccolo va a scuola... Quest’anno è stato promosso alla classe terza primaria ma ha già cambiato due scuole da quando era in prima. Le insegnanti non hanno accettato la diagnosi di adhd fatta dallo psicologo per cui hanno continuato a bollarci come inadeguati e a chiamare il nostro bambino “teppista”... Naturalmente non provano neppure a mettere in atto le strategie consigliate per la gestione in classe di un bambino iperattivo intervenendo con la forza per arginare i comportamenti tipici del disturbo e "massacrandolo verbalmente" a tal punto che nell'ambiente scolastico ormai è una furia, aggressivo e tagliato fuori da ogni attività … Genitori di un bambino iperattivo Testimonianze In classe non si può lavorare serenamente, bisogna sempre interrompere l’attività in corso, perché Mattia disturba in continuazione. Spesso è in giro per la classe e frequentemente se la prende con qualche altro alunno facendo dispetti o lanciando qualche oggetto. A volte aggredisce altri bambini con pugni o calci senza alcuna ragione. Durante la lezione interviene in continuazione con commenti che non c’entrano niente con l’argomento o fa il buffone per attirare su di sé l’attenzione. Più di una volta ha rivolto insulti e parolacce anche all ’ insegnante e molti genitori hanno cominciato a protestare, manifestando l ’ intenzione di trasferire in un’altra scuola i propri figli. I genitori di Mattia tendono a giustificare il figlio dicendo che tante volte sono gli altri che lo provocano o che lo accusano ingiustamente. Un’insegnante di 4^ classe primaria Introduzione • Il crescente interesse per il disturbo da deficit d’attenzione/iperattività è da ricercare in tre ordini di fattori: – l’elevata incidenza del disturbo, – la compresenza di numerosi altri disturbi (comorbilità) – la probabilità di prognosi infausta. • Diventa molto importante valutare l’esatta natura dei sintomi e la presenza di eventuali diagnosi associate, soprattutto terapeutica. ai fini di una migliore pianificazione SINTOMI ESSENZIALI L’iperattività a prima vista Il problema si manifesta con un'evidente difficoltà del bambino a mantenere l'attenzione e la concentrazione per un periodo di tempo sufficientemente prolungato, ai fini di un apprendimento adeguato (malgrado di solito abbia buone capacità intellettive). Si possono inoltre riscontrare aspetti di iperattività e impulsività, con difficoltà di autocontrollo in ambito sociale e nelle relazioni interpersonali. Livello di inattenzione e/o iperattività-impulsività Comportamenti anomali caratterizzati da difficoltà a concentrarsi ed autocontrollarsi Stili cognitivi caratterizzati da impulsività, intesa come tendenza ad agire prima di riflettere Scarsa tolleranza alla frustrazione e difficoltà a differire le gratificazioni (il bisogno di avere tutto e subito) Tendenza a violare le regole Disattenzione Non riesce a prestare attenzione o commette errori di distrazione nei compiti scolastici o in altre attività. Non riesce a mantenere l’attenzione sui compiti o sulle attività di gioco. Non sembra ascoltare quando gli si parla. Iperattività Muove con irrequietezza mani o piedi e si dimena sulla sedia. Lascia il suo posto a sedere. Scorazza e salta dovunque in modo eccessivo. Ha difficoltà a giocare e a dedicarsi ad attività divertenti in Non segue le istruzioni e non porta a termine le attività. modo tranquillo. Evita gli impegni che richiedono sforzo mentale È protratto. Perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività. È facilmente distratto da stimoli estranei. È sbadato nelle attività quotidiane. “sotto pressione” “motorizzato”. Parla troppo. ed agisce come se fosse Impulsività “Spara le risposte prima che le domande siano state completate”. Ha difficoltà ad attendere il proprio turno. Interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti. Effetti dell’ADHD Sfera familiare • I bambini con queste caratteristiche sono alla continua ricerca di attenzione, dimenticano facilmente le richieste, perdono costantemente le loro cose, sono disorganizzati e sempre in movimento. A volte mangiano e dormono poco, possono presentare forme allergiche e sensibilità alla luce e ai suoni. • Hanno difficoltà ad andare d’accordo con fratelli e sorelle e con i coetanei, si sentono frustrati con facilità e si oppongono ai cambiamenti delle loro abitudini. • Gli interventi più efficaci nel migliorare la serenità familiare sono basati sull’acquisizione e il miglioramento delle abilità sociali da un lato e sulla modificazione del comportamento dall’altro. SINTOMI ESSENZIALI • devono essere più gravi di quelli rilevati in altri bambini della stessa età • devono essere più gravi di quelli rilevati in altri bambini dello stesso livello di sviluppo • devono essere presenti in diversi contesti • (per es. famiglia, scuola) • si modificano con l’età, ma possono durare per tutta la vita • devono creare gravi problemi nella vita quotidiana Sfera scolastica Si evidenziano spesso difficoltà di apprendimento deficit di memoria a breve termine, difficoltà di linguaggio, di lettura, ortografia, calcolo, problemi di elaborazione delle informazioni visive e uditive (funzionamento inefficace del sistema nervoso centrale) Le informazioni verbali “entrano da un orecchio ed escono dall’altro” errori di copiatura ed omissioni delle ultime sillabe di una parola e delle ultime parole di una frase durante la lettura. L’uso di espressioni verbali e scritte molto semplici. La comprensione del linguaggio avviene in modo corretto, ma la capacità di espressione non è ottimale. Difficoltà nella produzione del discorso sono tipiche di bambini in età prescolare, mentre i disturbi del linguaggio sono evidenti in bambini in età scolare. Sono spesso presenti problemi di coordinazione, come nell’equilibrio, postura, lanciare, calciare, afferrare, allacciare le scarpe, abbottonarsi, scrivere e disegnare. Queste difficoltà richiedono un costante esercizio quotidiano per essere contrastate. Sfera sociale bambini spesso poco abili socialmente. La scarsa padronanza delle regole esplicite ed implicite della comunicazione impedisce la corretta interpretazione dei messaggi non verbali. Farsi degli amici e mantenere con loro delle relazioni soddisfacenti diventa spesso difficile. La scarsa tolleranza alle frustrazioni è il motivo che spiega il frequente comportamento capriccioso e la facilità con cui il bambino mette il broncio. Sono spesso presenti inflessibilità ed incapacità di adattarsi ai cambiamenti In questi bambini i problemi di autostima sono influenzati sia da fattori primari sia secondari. ADHD in età scolare • • • • • • • Più frequente la prima diagnosi Possibile riduzione della iperattività Maggiore evidenza di sintomi cognitivi (disattenzione, impulsività) Difficoltà scolastiche Evitamento di compiti cognitivi prolungati Comportamento oppositivo-provocatorio INTERVENTI Le ricerche compiute in questo ambito dimostrano che la forma di intervento più efficace deve agire su più fronti e può comprendere: Consulenza e sostegno ai genitori Terapia del comportamento Consulenza alla scuola su strategie comportamentali Training di abilità sociali Interventi CBT per incrementare l’autostima Interventi di potenziamento dell’apprendimento DECORSO DEL DISTURBO Psicopatologia dello sviluppo Bambini di scuola elementare (6-12 anni) • Distraibilità • Irrequietezza • Comportamento impulsivo e dirompente • Problemi associati ed implicazioni • Disturbi specifici di apprendimento • • • • Bassa autonomia Ripetizione di classi Rifiuto da parte dei compagni-coetanei Rapporti familiari difficili DECORSO DEL DISTURBO Psicopatologia dello sviluppo ADOLESCENTI (13-17 anni) • Difficoltà nella pianificazione e organizzazione • Inattenzione persistente • Riduzione dell’irrequietezza motoria • Problemi associati • Comportamento aggressivo, antisociale e ADHD in adolescenza • 35%: superamento dei sintomi, prestazioni scolastiche talvolta inferiori ai controlli • 45-50%: permanenza della sindrome, attenuazione della componente iperattiva, disturbo attentivo (difficoltà scolastiche, di organizzazione della vita quotidiana), compromissione emotiva (depressivo-ansiosa) e sociale, instabilità nelle scelte scolastiche o relazionali, condotte delinquenziali • Abuso di alcool e droghe • Problemi emotivi pericolose. • 15-20%: permanenza della sindrome, disturbi comportamentali e di adattamento sociale. Sintomi nucleari •Inattenzione •Iperattività •Impulsività + Comorbidità psichiatrica Disturbi comportamntali (disturbo oppositivo-provocatorio, disturbo della condotta) Disturbi d’ansia e dell’umore Compromissione funzionale Bassa autostima Incidenti e traumi Fumo/abuso di sostanze Difficoltà scolastiche Difficoltà lavorative Casa Stress familiare Conflitti familiari Relazioni sociali Relazioni con coetanei Deficit di socializzazione Difficoltà relazionali COMORBIDITÀ Molto frequenti (più del 50%) • Disturbo oppositivo • Disturbi specifici dell’apprendimento Frequenti (fino al 40%) • Disturbi d’ansia • Disturbo evolutivo della coordinazione • Disturbi del sonno • Enuresi Encopresi • Disturbo della condotta Meno frequenti (fino al 20%) • Tic • Depressione • Balbuzie Rari • Disturbi dello spettro autistico Circa l’80% dei pazienti presentano almeno una comorbidità e circa il 60% dei pazienti presenta almeno due comorbidità Prognosi ATTRIBUZIONI ERRATE SUI BAMBINI CON ADHD • Decidono deliberatamente di non voler lavorare • ADHD + Comorbidità = Prognosi peggiore • Ansia sociale = maggior rischio disturbi dell’Umore e dipendenza da sostanze • Disturbo Oppositivo Provocatorio = maggior rischio Disturbo Antisociale • Fanno solo ciò che piace a loro, quando si impegnano riescono come gli altri • Sono così perchè i loro genitori non li seguono a sufficienza • Meritano di essere puniti per insegnare loro a calmarsi • Sono cattivi perché non seguono le regole del comportamento e reagiscono negativamente ai compagni • A volte si comportano in quel modo solo per attirare l’attenzione della classe..... Si può curare l’iperattività? • Il bambino con disturbo da deficit d’attenzione/iperattività solitamente NON è un violento. • Solo nel caso in cui il disturbo è associato a disturbo oppositivo provocatorio o a disturbo della condotta possono aversi manifestazioni di aggressività e violenza Sebbene non esista una cura per l’ADHD esistono tecniche comportamentali che possono essere di grande beneficio per il bambino e migliorare notevolmente la situazione in famiglia e a scuola PANORAMICA Settori problematici del trattamento PANORAMICA Interventi Inattenzione Iperattività Impulsività Bambino Psicoeducazione Sul paziente Psicofarmacoterapia Terapia cognitivo-comportamentale Disturbi associati Deficit funzionale Famiglia Problemi genitoriali, mancanza di controllo, problemi relazionali Carico per la famiglia, problemi di salute mentale dei genitori Sui genitori Psicoeducazione Parent training Difficoltà di apprendimento e insuccesso scolastico Scuola Rapporto negativo insegnante studente Coetanei Relazioni interpersonali negative con i coetanei Psicoeducazione Sulla scuola Interventi comportamentali Richiede un intervento multimodale OSSERVAZIONE COMPORTAMENTALE L’ADHD può non essere osservabile • • • • • • In situazioni altamente strutturate In situazioni nuove Quando il paziente è impegnato in attività interessanti Quando il paziente viene seguito individualmente In un contesto controllato e sorvegliato Quando vengono elargite frequenti ricompense L’ADHD peggiora particolarmente • in situazioni non strutturate • Durante attività rispettive • In situazioni noiose • In presenza di molte distrazioni • Con sorveglianza minima • Quando si richiede attenzione sostenuta o sforzo mentale • Durante attività al proprio ritmo E’ importante l’osservazione in contesti diversi L’osservazione dei bambini mentre giocano tra loro o sono impegnati in attività quotidiane di gruppo, facilita la distinzione tra: - bambini iperattivi - bambini che presentano aggressività - bambini che presentano entrambe le caratteristiche Osservare i bambini in classe o durante la mensa offre informazioni: - sul comportamento del soggetto stesso - sulla modalità di comportamento dell’insegnante Si possono organizzare osservazioni guidate La scelta dei comportamenti da osservare sarà strettamente legata alle mete educative che ci si prefigge di raggiungere INTERVENTI CON IL BAMBINO ADHD BASATI SULLA EDUCAZIONE RAZIONALE-EMOTIVA Attraverso l’utilizzo di procedure mutuate dalla REBT, ci si pone la finalità di aiutare il bambino nella gestione dei sintomi secondari e dei disturbi associati all’ADHD ERE Un modello d’intervento di educazione socio affettiva che si è ormai ampiamente diffuso anche nel nostro Paese è l’Educazione Razionale Emotiva (ERE) L’accostamento dei due termini “razionale” ed “emotiva” indica il superamento del dualismo mente-emozioni e l’adesione a un modello olistico che vede la dimensione emotiva e la dimensione cognitiva strettamente interdipendenti e influenzatesi a vicenda. Facendo ricorso alla propria capacità di pensare in modo razionale diventa possibile prevenire e superare le difficoltà di natura emozionale ORGINI DELL’EDUCAZIONE RAZIONALE EMOTIVA L’educazione razionale emotiva (ERE) è un’estensione in ambito educativo di quei principi e di quei metodi che sono stati applicati con successo nell’ambito di quella prassi psicoterapeutica denominata Terapia Comportamentale Razionale Emotiva (REBT = Rational Emotive Behavior Therapy) ideata da Albert Ellis Caratteristiche dell’ERE Ha carattere preventivo E’ un intervento di matrice cognitivo comportamentale Si basa su un metodo scientifico Mira a far acquisire abilità metacognitive Ha la finalità di aiutare le persone a rendere le emozioni più funzionali (non di eliminare dalla loro vita tutte le emozioni spiacevoli!!!) MODELLO ABC Assunto di base della terapia comportamentale razionale emotiva (REBT): C A Non sono gli eventi di per sé a creare sofferenza emotiva, ma il significato che diamo a tali eventi Il nostro modo di reagire emotivamente ed il nostro comportamento non sono determinati dagli eventi ma da come percepiamo ed interpretiamo tali eventi A Avversità ABC Esempio Lisa assorta nei propri pensieri, stà giocherellando con una matita la mamma la rimprovera dicendole che non stà mai attenta e si distrae sempre! Per questo a scuola prende brutti voti! Lisa si arrabbia e risponde alla mamma “non è colpa mia se la matematica è così noiosa ! Io non la sopporto! “ ABC A Lisa viene rimproverata dalla mamma per la sua disattenzione durante lo svolgimento dei compiti di matematica C Si arrabbia e risponde alla mamma B E’ insopportabile stare fermi e attenti durante le spiegazioni matematica ! Conseguenze Avversità Emotive\comportamentali B Convinzioni C Conseguenze Emotive\comportamentali Anche se alcune emozioni possono essere state scatenate da eventi\situazioni esterne o da condizioni fisiche\eventi interni, il loro perdurare e il loro intensificarsi è influenzato dai pensieri che l’individuo ha circa quella situazione OCCUPARSI DELLE EMOZIONI PERCHE’… L’apprendimento è influenzato dalle condizioni emotive Il laboratorio delle emozioni Come mi sen to oggi Le emozioni influenzano i rapporti interpersonali Le reazioni emotive più frequenti diventano modalità di risposta abituali Emozioni adeguate facilitano il superamento di situazioni difficili OBIETTIVI CON ALUNNI PIU’ PICCOLI Espandere il vocabolario emotivo Identificare in modo corretto le emozioni Distinguere le emozioni utili da quelle dannose Differenziare le emozioni dai pensieri Individuare il dialogo interno Collegare il dialogo interno alle emozioni Apprendere un repertorio di pensieri utili OBIETTIVI CON ALUNNI PIU’ GRANDI Identificare in modo corretto le emozioni Distinguere le emozioni utili da quelle dannose Differenziare le emozioni dai pensieri Riconoscere i principali virus mentali Imparare ad attaccare i virus mentali Imparare un repertorio di pensieri utili Esempi contrapposti di convinzioni irrazionali e razionali sulle relazioni interpersonali RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA Convinzioni irrazionali • E’ il processo attraverso cui l’individuo impara a trasformare quei modi di pensare che portano a reazioni emotive disfunzionali sostituendoli con pensieri costruttivi L’AUTOACCETTAZIONE “Ho sbagliato ma posso migliorare” “Non è indispensabile essere sempre apprezzati” “Non ce la farò mai” “Non sopporto essere rifiutato” “Se non piaccio agli altri non valgo niente” Accettazione di se stessi Determinazione a migliorare Bassa autostima Sconforto Io devo piacere a tutti; se a qualcuno non piaccio significa che non valgo niente. • Un amico è qualcuno che fa sempre quello che voglio io. Convinzioni razionali • Io valgo anche se a qualcuno non piace ciò che faccio • Si può essere amici anche quando non si vuole fare le stesse cose • Alcuni sono gentili con me; altri invece a volte si • Gli altri sono cattivi; se la prendono comportano male tutti con me Strategie scolastiche per aiutare l’alunno con ADHD • Per ridurre gli effetti che i sintomi del ADHD hanno sul rendimento scolastico e sui risultati, si rende necessario il ricorso a particolari accorgimenti educativi. • Sistemazione dell’aula • Organizzazione della classe • Modifiche del curriculum • Strategie per migliorare la performance • Strategie per gestire il comportamento • Strategie per migliorare le abilità sociali\ autostima • Collaborazione dell’insegnante e dei genitori CIRCOLO VIZIOSO DELL’AUTOSTIMA INSUCCESSO BASSA AUTOSTIMA RIDUZIONE DELL’IMPEGNO BASSA ASPETTATIVA DI RIUSCITA Strategie per migliorare l’autostima 1.Ricorrere all’incoraggiamento positivo - Descrivere il comportamento positivo dell’alunno - Comunicare apprezzamento per quel comportamento 2. Evidenziare anche i piccoli insuccessi 3. Fornire feedback sulla prestazione invece che esprimere giudizi sulla persona 4. Dare all’alunno la possibilità di mostrare le sue potenzialità nelle attività in cui riesce bene • In questi bambini i problemi di autostima (divario tra Sé Ideale e Sé percepito) percepito sono influenzati sia da fattori primari sia secondari. • Inizialmente non sviluppano un appropriato concetto di sé ed hanno difficoltà di relazione con i familiari e con i coetanei. • La successiva mancanza di successi scolastici, sportivi e sociali peggiora le difficoltà iniziali del bambino aumentando il rischio di essere facilmente influenzato dagli altri durante l’adolescenza. Il farsi guidare e trascinare dal gruppo dei coetanei aumenta la probabilità di trovarsi in situazioni problematiche. Sentimenti di inadeguatezza, ansia e depressione sono, pertanto, conseguenze possibili. • L’ADHD, se non trattato, può creare problemi rilevanti nell’autostima. I bambini devono essere incoraggiati a sviluppare il loro potenziale, mettendoli in grado di aumentare Tu non sei il tuo comportamento) la loro efficacia (Tu comportamento • La costanza, l’impegno e il tempo unitamente a interventi terapeutici validi che agiscono su tutti gli aspetti del problema permettono a questi bambini di spezzare il circolo vizioso di frustrazione ed insuccesso e di aumentare considerevolmente abilità personali e autostima. Le abilità sociali e l’amicizia • Il comportamento distruttivo di un bambino con ADHD spesso provoca nei suoi compagni modi di reagire che peggiorano la situazione. Da un lato, i compagni possono premiare smorfie e versacci con sorrisi e risatine. Dall’altro, possono anche manifestare ritorsioni contro le molestie o l’irruenza del bambino con ADHD. In altre parole, questo bambino si fa una cattiva reputazione fra i suoi compagni. • L’utilizzo di programmi a premi di gruppo possono risultare efficaci nel contrattaccare l’attenzione dei pari rispetto al comportamento problematico di un bambino con ADHD. Alcuni studi mostrano tuttavia che i compagni possono intervenire direttamente per aiutarlo a sviluppare comportamenti positivi Come aiutare l’alunno con ADHD ad andare d’accordo coi compagni • insegnare all’alunno a considerare il punto di vista degli altri (non è necessario che lo impari a sue spese). • Fornire modelli di comportamento. Mostrare all’alunno esempi di comportamenti sociali corretti, facendogli osservare i diversi modi in cui è possibile interagire con gli altri in particolari situazioni. • Rinforzare spesso il comportamento prosociale. L’insegnante dovrebbe creare delle situazioni che consentano agli alunni di aiutarsi reciprocamente, di collaborare, di condividere • Aiutare l’alunno ad esercitarsi a far pratica di comportamenti prosociali e ad intraprendere attività sociali (dopo che gli sono stati forniti diversi esempi e spiegazioni riguardo ai diversi modi in cui è possibile interagire in varie situazioni) Migliorare le abilità interpersonali • Prescolari: approccio direttivo (analisi funzionale e rinforzatori) • Scolari Potenziamento abilià sociali di base (distorta percezione degli eventi sociali e attribuzione di intenti ostili errata) • Insegnare: • Aspetti non verbali della comunicazione • Autoistruzioni (“Pensa ad alta voce” Di Pietro, 1992) • Riconoscere le emozioni • Come unirsi al gruppo • Come fare e rifiutare le richieste Strategie per favorire un buon rapporto coi compagni • Affrontare le difficoltà interpersonali dell’alunno cercando di capire perché il suo comportamento disturba gli altri e fornire suggerimenti su come gli possa risolvere il problema. • Selezionare un alunno che possa fare da partner all’alunno con ADHD in momenti cooperativi, attività non strutturate e situazioni di transizione. • Evitare di chiedere ai compagni di classe di capire l’alunno ADHD e di diventare terapeutici nei suoi confronti. • Fare in modo che vi siano momenti di discussione in classe per presentare, esemplificare e simulare appropriate abilità sociali • Predisporre speciali adattamenti per l’alunno ADHD ma cercare di evitare situazioni in cui l’alunno appaia troppo privilegiato. • Facilitare la soluzione di problemi che possono sorgere tra alunni, senza assumere il ruolo di arbitro o giudice. Lo stile di comunicazione che l’individuo può assumere è rappresentabile come un continuum alle cui estremità troviamo,da un lato i comportamenti che caratterizzano il modo di interagire inibito o remissivo, dall’altro i comportamenti che caratterizzano il modo di interagire aggressivo. Lo stile assertivo occupa la parte centrale del continuum L’assertività indica uno stile di comportamento attraverso il quale l’individuo riesce ad affermare se stesso nei rapporti interpersonali superando la remissività ed ottenendo il conseguimento dei propri obiettivi senza far ricorso all’aggressività IL CONCETTO DI ASSERTIVITA’ Interagire assertivamente significa esporre il proprio punto di vista e affermare i propri diritti personali esprimendo pensieri, sensazioni ed opinioni in modo: • ONESTO • DIRETTO • APPROPRIATO Frustrazione, ansia, senso di colpa, inibizione. Timore di violazione del mondo interiore. Emozioni e cognizioni prive di insicurezza e ansia. Attenta considerazione degli altri. Fiducia in sé e negli altri. Scelte autonome. Dignità propria e altrui. Collera, ostilità. Umiliazione e disprezzo per gli altri. Mortificazione della dignità degli altri. Assertività E’ attenta solo agli altri. E’ condizionata e influenzata dagli altri. Subisce. Non si oppone. Ha un’elevata ansia sociale. E’ attenta a sé e agli altri. Non è condizionata dagli altri. Utilizza metodi motivanti e gratificanti. E’ attenta solo a sé. Prevarica gli altri. Utilizza metodi coercitivi e distruttivi Benevolenza degli altri ed evitamento del conflitto Successo personale e con gli altri. Potere personale e sociale • L’ assertività è una filosofia di vita • Essa ci consente di vivere esercitando i nostri diritti in modo naturale e senza provare disagio, • riconoscendo agli altri la reciprocità di questo assunto. • L’ assertività è il punto di equilibrio tra un comportamento passivo e un comportamento aggressivo Comportamento assertivo Comportamenti assertivi • Il comportamento assertivo è quello di chi considera importanti le proprie esigenze , diritti bisogni e desideri e cerca di soddisfarli • Ma… fa in modo che i suoi bisogni intacchino il meno possibile i bisogni e diritti degli altri • La persona che si comporta in modo assertivo non è sempre pacata e sorridente o… diplomatica • Ma cerca di equilibrare a seconda delle circostanze aggressività e passività LE TRE “C” DELLA COMUNICAZIONE ASSERTIVA • Chiara • Concisa • Convincente • Rispettare gli altri, i loro diritti e opinioni • Non permettere agli altri di essere aggressivi nei nostri confronti… non subirli • Essere disponibili a modificare le nostre opinioni • Non esigere che gli altri si comportino come noi vorremmo • Evitare di essere possessivi nei confronti di chi ci circonda • Evitare di giudicare gli altri • Richiedere il rispetto come educatori Esempi di comunicazione assertiva PASSIVO “quando finirai il compito potrai giocare” “vedo che in questo momento sei proprio furioso, parliamo di quello che è successo, mi interessa capire” “gli insulti sono contro le regole della classe. Smettila di usarli o dovrai subirne le conseguenze” “non ti permetto di insultarmi,Va bene esprimere i tuoi sentimenti ma non va bene dire ciò che hai detto” Gli insegnanti e i genitori che ricorrono a tale modalità sono sicuri di sé e riescono ad esprimere le proprie idee, necessità e desideri in maniera chiara e diretta, sono rispettosi dei diritti e delle esigenze altrui. Rinforzano il rispetto delle regole e i comportamenti adeguati permettendo al bambino di pensare e agire in modo autonomo e di essere responsabile delle proprie azioni e conseguenze. L’ insegnante funge da modello positivo 59 AGGRESSIVO ASSERTIVO Contatto oculare Evasivo Fisso Alternato Volume e tono voce Basso o cantilenante Stridente, sarcastico Espressivo, enfatizzante Gestualità Gesti nervosi Gesti “a taglio” Denotanti sicurezza, circolari Fluidità verbale Esitante, molte pause Concitata o deliberatamente lenta Chiara, senza intoppi Prossemica Distanza lunga Distanza troppo corta Rilassata Timing Perde le occasioni Interrompe spesso Appropriato Diritti Se li fa calpestare Calpesta quelli altrui Li afferma Comunicazione Riceve una via Affermo e non ascolto Fornisce una via Ascolto e non affermo Fornisce e sollecita due vie Affermo e ascolto Stima Si sottovaluta Si sopravvaluta Autostima corretta DIRITTI E REGOLE DELLA CLASSE I membri della comunità scolastica devono sviluppare un sistema di valori che • li aiuti a relazionarsi secondo modalità costruttive • Rispettare le regole (stabilite in modo propositivo) • Assunzione di responsabilità personali (infrazione della regola = penalità) DECALOGO DI CONVIVENZA CIVILE • Soluzione dei conflitti • Comunicazione assertiva • Incolumità fisica (ricreazione\entrata uscita dalla classe) • Libertà di movimento (spostamenti autorizzati) • Ottimizzazione degli apprendimenti (necessità di limitare i comportamenti disturbanti che verranno sanzionati) GESTIONE DEI CONFLITTI METODO D-E-S-C DESCRIVERE ESPRIMERE SPECIFICARE CONSEGUENZE FORMULARE CRITICHE COSTRUTTIVE (il metodo DESC) Indicare qual è il comportamento indesiderabile dell’interlocutore Dire all’interlocutore come ci si sente riguardo al suo comportamento DESCRIVERE Evidenziare il cambiamento di comportamento che si desidera ottenere dall’interlocutore ESPRIMERE Offrire delle conseguenze gratificanti per il cambiamento di comportamento SPECIFICARE CONSEGUENZE Indicare qual è il comportamento indesiderabile dell’interlocutore e le sue ricadute pratiche Dire all’interlocutore come ci si sente riguardo al suo comportamento Evidenziare il cambiamento di comportamento che si desidera ottenere dall’interlocutore Offrire delle conseguenze gratificanti per il cambiamento di comportamento Esempio METODO D-E-S-C DESCRIVERE ESPRIMERE NEGOZIAZIONE “Mi hai interrotto ancora prima che finissi di parlare” “Quando fai così mi sento svalutata come se la mia opinione non contasse nulla” SPECIFICARE “Sarebbe bene che ci dessimo un tempo stabilito per prendere la parola e che lo rispettassimo” CONSEGUENZE “In questo modo troveremo più costruttiva la discussione e sarà più facile arrivare ad un accordo” CIRCLE TIME • Tutti i membri della classe si riuniscono per discutere di un argomento o di un problema proposto da uno o più alunni o dall’insegnante. Obiettivi • favorire la conoscenza reciproca la comunicazione e la cooperazione fra tutti i membri del gruppo classe • creare un clima sereno di reciproco rispetto in cui ognuno soddisfi il proprio bisogno sia di appartenenza che di individualità. • Imparare a discutere assieme rispettando i turni comunicativi e le idee altrui comunicando in modo assertivo le proprie divergenze di opinioni • Risolvere in modo efficace eventuali conflitti analizzando il problema e trovando assieme tutte le possibili soluzioni Rapporti tra insegnanti e genitori • Programmate una riunione all’inizio dell’anno scolastico nella quale discutete i vari argomenti con i genitori dell’alunno con ADHD, consentendo loro di chiarire le loro aspettative e descrivendo le vostre personali esperienze, le risorse e la disponibilità di tempo. • Programmare incontri con i genitori per esaminare i progressi effettuati e cercare di definire le aree da trattare • Fornire ai genitori i risultati di routine, attraverso un quaderno dove sono riportati i lavori non finiti, gli sforzi effettuati e i livelli del comportamento. • Risolvere i problemi con la collaborazione dei genitori per mezzo della loro esperienza negli anni scolastici precedenti e nella gestione a casa del bambino. • Fornire un resoconto ai genitori, su richiesta, di eventuali notizie circa i benefici e/o gli effetti collaterali di terapie psicologiche o farmacologiche. • Far sì che i contatti tra insegnanti e genitori siano un momento di collaborazione reciproca in un clima di distensione e partecipazione. Mantenere i risultati positivi e generalizzarli ad altre situazioni • Malgrado il sostanziale successo dei metodi comportamentali nella scuola, esiste il pericolo che i risultati ottenuti col bambino non si mantengano a lungo (Barkley, 1995) • Una soluzione utile è quella di attenuare gradualmente l’utilizzo di metodi comportamentali, ad esempio riducendo la frequenza del rinforzo (da premi giornalieri a settimanali) e sostituendo premi più naturali come la lode. • Ridurre gradualmente i contesti nei quale i programma di modificazione del comportamento è applicato. In questo caso l’alunno non può mai essere abbastanza certo di quando o dove il programma sarà usato, ed apprende che il sistema migliore è quello di continuare a comportarsi in modo adeguato. • I programmi comportamentali vanno mantenuti a lungo e tranne brevi periodi di sospensione, è bene attenersi ad essi anche nel passaggio da una classe all’altra e da una scuola all’altra fino al termine della scuola media. ABC dei programmi di modificazione del comportamento Sequenza di tre comportamenti: A: evento antecedente (imput) - Regole Aspettative Comunicazioni Pensieri B: Comportamento: Qualcosa che può essere osservato misurati e può essere modificato Il comportamento NON è ciò che il bambino non fa GESTIONE DEI COMPORTAMENTI PROBLEMA PRINCIPIO FONDAMENTALE Iniziare con i metodi meno intrusivi e poi procedere con metodiche gradualmente più più incisive. Gran parte delle difficoltà difficoltà che gli alunni incontrano in ambito relazionale sono dovute ad una scarsa abilità abilità nel controllare le proprie azioni. Esistono alcuni semplici principi che se correttamente applicati saranno molto sia per migliorare il comportamento dell’ dell’alunno, sia per perfezionare lo stile dell’ dell’insegnante. Le procedure che si sono rivelate più più efficaci sono quelle che derivano della teoria dell’apprendimento sociale,, i cui principi di base possono essere così così sintetizzati: La maggior parte dei comportamenti sono appresi La maggior parte dei comportamenti possono essere modificati dalle conseguenze positive negative o neutre C: Conseguenze reazioni al comportamento • Premi (rinforzi) - Rinforzi positivi (assegnare una conseguenza positiva) - Rinforzi negativi (rimuovere una conseguenza negativa) • Punizioni • Assegnare una conseguenza negativa • Rimuovere una conseguenza positiva A B Stimolo Antecedente Risposta Comportamentale “per favore chiudi Il libro di testo” l’alunno chiude subito il libro C Stimolo Conseguente “sono contenta che tu abbia chiuso il libro appena te l’ho chiesto Bravo!” L’utilizzo del RINFORZO Se un bambino subito dopo aver avuto un determinato comportamento viene premiato, aumenta considerevolmente la probabilità che egli si comporti nuovamente nello stesso modo. Quella specifica azione/comportamento diventerà più frequente.. Quando si parla di conseguenze piacevoli di un comportamento si intendono diversi tipi di rinforzi: rinforzi tangibili: sono per esempio piccoli regali rinforzi sociali: come ricevere attenzione, incoraggiamenti, complimenti rinforzi dinamici: consistono nell’avere accesso ad attività gratificanti o a qualche particolare privilegio come conseguenza del proprio comportamento adeguato rinforzi simbolici: sono ad esempio bollini premio o gettoni che una volta accumulati vengono scambiati con premi tangibili o danno diritto a qualche rinforzo dinamici auto-rinforzi: sono quelli che una persona concede a se stessa, come il lodarsi, l’auto-approvazione, il senso di soddisfazione e di successo personale. Identificare i rinforzi + Individuare tramite un’attenta osservazione dell’alunno quali conseguenze sono veramente rinforzanti per il bambino ossia quali conseguenze possono determinare n incremento del comportamento desiderato OBIETTIVO portare il b\o a rinforzarsi da solo per un comportamento adeguato ATTENZIONE A NON… • Offrire esagerate ricompense per ottenere un grande miglioramento • Rinforzare un comportamento prima che sia avvenuto • Promettere ricompense per far cessare un comportamento indesiderato Interventi basati sulle conseguenze + • Affinché agiscono sul comportamento le conseguenze devono essere il più possibile immediate • Il rinforzo positivo per i comportamenti adeguati è da usare più spesso di quanto venga usata la punizione per i comportamenti indesiderabili • La punizione dei comportamenti indesiderabili dovrebbe essere usata con parsimonia Una strategia di modificazione del comportamento avrà maggiori probabilità di risultare efficace se vengono rispettate dall’insegnante queste tre regole di base: 1. Ricompensare spesso il comportamento adeguato quando è poco frequente, ricompensare di tanto in tanto quando diventa più frequente. 2. Fare attenzione a non rinforzare accidentalmente il comportamento indesiderabile. 3. Usare la punizione per i comportamenti negativi, ma farne un uso sporadico ed evitare punizioni troppo dure. Interventi basati sulle conseguenze negative Da utilizzare quando il comportamento inappropriato produce un’immediata conseguenza positiva Il comportamento inappropriato è potenzialmente pericoloso 1) 2) 3) 4) Ignorare pianificato Rimproverare Conseguenze logiche Costo della risposta IN SINTESI…. Come gestire i comportamenti problematici degli alunni • Ignorare il comportamento problematico e rivolgere l’attenzione ai comportamenti positivi degli altri • Rinforzare i comportamenti appropriati e ridurre al minimo i rimproveri • Rivolgere richiese che fungono da diversivo • Ricorrere ad affermazioni empatiche • Formulare richieste con fermezza • Ricordare all’alunno le regole della classe • Dar messaggi in prima persona • Chiedere “che cosa” invece di “perché” • Posticipare la soluzione del problema • Fornire gratificazioni tangibili • Utilizzare le penalità • Conseguenze logiche • Time out BIBLIOGRAFIA Di Pietro M. (1992), L'educazione razionaleemotiva, Trento, Edizioni Centro Studi Erickson. Di Pietro M. (1997), Lo stress dell’insegnante,Trento, Edizioni Centro Studi Erickson Di Pietro M.; Bassi E.; Filoramo G. (2001), L’alunno iperattivo in classe, Trento, Edizioni Centro Studi Erickson Di Pietro M. (2007), I problemi emotivi e comportamentali degli alunni, Edizioni Carlo