Giovanni Battista Cima - itis galileo galilei conegliano

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Giovanni Battista Cima
Solo scarsi documenti permettono di ricostruire la vita del pittore.
La data di nascita dell'artista (1459 o 1460) non è accertata.
L’ipotesi più attendibile sulla formazione del Cima è quella di un iniziale
apprendistato svolto a Conegliano (che negli anni della giovinezza del
Cima conosce un periodo di grande fervore artistico), prima del suo
trasferimento a Venezia
Si trasferì a Venezia attorno al 1489 dove aprì una sua bottega.
Dell'anno 1494 ci restano alcuni pagamenti fatti all'artista. Altri
pagamenti risalgono al 1499, al 1504 ed al 1510.
Tra il 1500 e il 1515 visse probabilmente tra Venezia e l'Emilia.
A Parma, Bologna, Carpi gli vennero commissionate opere per alcune
chiese, quali la Madonna col Bambino tra i santi Michele Arcangelo e
Andrea del 1505 e la Sacra Conversazione del 1513.
La sua presenza a Conegliano, dove trascorreva le estati, è
documentata, per l'ultima volta, nel 1516. Morì fra il 1517-1518,
probabilmente a Conegliano, dove resta la sua dimora, oggi Casa
museo di Giovanni Battista Cima.
Il paesaggio
NeI 1674 il Boschini scriveva a proposito di Cima da Conegliano:
"... E questo haveva per impresa di porre quasi in tutte le sue opere, in
distanza, l’aspetto di Conegliano, sua Patria; che è un delizioso Monticello, il che serve anco pe distinguerlo con tal
rimarca da gli altri Auttori di questi tempi".
Nonostante il nostro pittore abbia svolto la sua attività artistica interamente a Venezia, egli rimase sempre
molto legato a Conegliano, per cui l’eco dei suoi luoghi natali trova un riflesso costante nelle sue opere.
I dipinti, a soggetto sacro, sono immersi in una ambientazione paesaggistica che diventa a volte quasi
protagonista della rappresentazione. Il paesaggio nasce dal ricordo dell’artista, che spesso accosta elementi
naturalistici ed architettonici ben riconoscibili, creando un’immagine
tra sogno e realtà in stretta simbiosi con i personaggi.
L’ambiente è in alcune opere composto da montagne, borghi, castelli,
chiese e cinte murarie di natura fantasiosa. In altri casi gli elementi
paesaggistici sono chiaramente identificabili.
In almeno 24 dipinti si riconoscono sullo sfondo zone del territorio
coneglianese: si tratta a volte del castello di Conegliano con l’antica
chiesa di S. Leonardo o di quelli di San Salvatore, a Susegana, e di
Collalto; l’ambiente naturale si ispira spesso alle dolci colline
coneglianesi o alla valle del Piave.
Questi riferimenti in alcuni casi compaiono accostati liberamente in
una stessa opera. Il paesaggio di Cima diviene quindi visione realistica
e testimonianza documentaria della struttura della città di Conegliano
tra il XV e il XVI secolo.
Le Madonne
L’arte di Giambattista Cima si è espressa prevalentemente nella
realizzazione di opere a soggetto religioso, nelle quali egli occupò una
posizione di primo piano nel panorama artistico della Venezia del
tempo.
Per committenza ecclesiastica egli eseguì grandi pale d’altare e polittici, mentre per privati realizzò una ricca
produzione di dipinti di piccole dimensioni, sempre di soggetto sacro e devozionale.
Si tratta in genere di raffigurazioni che ripetono uno stesso schema compositivo: Madonna col Bambino ritratta
a mezzo busto, accompagnata o meno da una coppia di santi.
La fama e la notorietà del Cima sono legate a queste figure di Madonna dolcissime e, allo stesso tempo, solenni
e maestose.
Le opere del Cima
Non è oggi conosciuto nessun dipinto del periodo
dell’apprendistato di Cima (fino al 1487) mentre, tra le opere
del periodo giovanile (1487/88-1500), molte si trovano negli
Stati Uniti o in Europa. Da ricordare: la Sant’Elena (National
Gallery of Art di Washington) ricca di particolari architettonici,
tra cui sono riconoscibili le torri di Coderta e di Castelvecchio; la
Madonna col Bambino (National Gallery di Londra) che ritrae le
colline e i castelli di Conegliano e Susegana.
Tra le opere conservate in Italia, si possono annoverare: i
Polittici di Olera (Bergamo) e di Miglionico (Matera); la Sacra
Conversazione del Museo Civico di Vicenza e quella della
Pinacoteca di Brera a Milano; i dipinti (oggi a Venezia) di San
Giovanni Battista tra San Pietro, San Marco, San Girolamo e San
Paolo, il Battesimo di Gesù e il capolavoro della Madonna
dell’arancio, con lo sfondo del castello di S. Salvatore a
Susegana; infine la Sacra Conversazione del Duomo (unica tela
del pittore nella città natale) e il Polittico che appartiene al
periodo della maturità (1500-1513), della chiesa parrocchiale di
San Fior. A questi anni risale anche la Madonna col Bambino tra
S. Michele Arcangelo e Sant’Andrea, presso la Galleria Nazionale
di Parma.
Casa Cima
Uno degli edifici che abbelliscono quella che un tempo era la Ruga inferiore o Saran (ora Via GB. Cima) è la
casa natale del pittore. Identificata da due studiosi del pittore, Botteon e Aliprandi, attraverso il rinvenimento di
documenti del 1516 e 1578, fu per anni lasciata in abbandono.
Si deve al mecenatismo di Camillo Vazzoler se la casa non solo è stata riportata alle antiche strutture, ma ha
permesso il recupero di un importante tassello dì storia della città. Durante il restauro nelle fondazioni, è
riaffiorata un’interessante stratigrafia con frammenti ceramici dell’età del Bronzo recente (XIV-XIII sec. a.C.),
ritrovamento che ha aperto la via a nuove ipotesi sull’origine della città; inoltre sulle pareti sono state scoperte
delle date tra cui una "1492 adì 9 otubrio", si riferisce a tre giorni prima della scoperta dell’America.
Attualmente la casa, oltre ad ospitare le riproduzioni dei quadri del pittore e un piccolo museo archeologico, è
sede della Fondazione Cima, che promuove conferenze e studi sull’artista.
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