Bioetica
La bioetica è una disciplina recente che si occupa delle questioni morali che sorgono
parallelamente al rapido progredire della ricerca biologica e medica. Ancor più
esattamente, la sua natura è multidisciplinare, potendo annoverare al proprio interno
aspetti relativi a varie materie, quali: biologia, medicina, filosofia, diritto, ed altre
ancora.
Le problematiche legate alla bioetica sono assai numerose e l'opinione pubblica è
sempre più coinvolta nella vita quotidiana, anche per mezzo dei mass-media. Si pensi
solo - per fare alcuni esempi - a questi aspetti: clonazione, utilizzo delle cellule
staminali, ingegneria genetica, procreazione assistita, sperimentazione clinica dei
farmaci, trapianti d'organo nell'uomo, IVG, accanimento terapeutico, eutanasia,
problematiche ambientali da compromissione dell'equilibrio biologico.
Indice
1 Cenni storici
2 Alcune teorie di
bioetica
3 Alcune questioni di
bioetica
4 Critiche
5 Voci correlate
6 Collegamenti esterni
Cenni storici
Si parla per la prima volta di bioetica nel 1970 all'interno di un articolo dell'oncologo
americano Van Rensselaer Potter|Van R. Potter (The science of survival); Potter
considera la bioetica una nuova disciplina in grado di armonizzare conoscenze
scientifiche e umanistiche, un ponte tra le scienze sperimentali e le scienze umane
utile per rispondere a questioni etiche vicine non solo all'uomo e, ad esempio, alla
pratica medica, ma anche riguardanti l'ambiente e l'intera biosfera del pianeta. La
prima definizione scientifico-ecologica di bioetica è stata data da Potter nel 1971 e si
può trovare nel saggio Bioetica: un ponte verso il futuro, pubblicato lo stesso anno.
Poco tempo dopo, un apporto ancor più incisivo di quello di Potter viene dato alla
nuova disciplina dall'ostetrico olandese André Hellegers. Anche il Kennedy Institute
contribuì alla definizione della bioetica in chiave etico-biomedica.
Dagli anni Settanta ad oggi sono sorti molti centri privati e comitati pubblici di bioetica.
In Italia il Comitato nazionale per la bioetica è sorto nel 1990 ed è un organo consultivo
della Presidenza del Consiglio dei Ministri. I suoi documenti sono consultabili da tutti
sia nella versione cartacea sotto forma di quaderni editoriali editi da un'altra struttura
della Presidenza del Consiglio dei Ministri (il Dipartimento per l'Informazione e
l'Editoria), sia nella versione online (vedi i collegamenti esterni al termine dell'articolo).
Comitati etici sono presenti in tutte le strutture sanitarie pubbliche italiane (AA.SS.LL.,
aziende ospedaliere, etc.), e sono composti da personale medico e paramedico, ed
esperti di psicologia clinica, filosofia, sociologia, materie giuridiche, teologia, etc.
Attualmente stanno nascendo bioeticisti in senso stretto in virtù dell'insegnamento
accademico della bioetica (non solo come insegnamento inserito all'interno di Storia
della Medicina o di Filosofia Morale). Nel 2001 è stata eretta la prima Facoltà di
Bioetica al mondo[citazione necessaria], diretta dal professor Gonzalo Miranda, presso
l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma.
Alcune teorie di bioetica
Edmund Pellegrino, uno dei padri della bioetica, ritiene che si debba ritrovare la radice
umanistica della medicina e che tale operazione passi attraverso la riscoperta della
tradizione ippocratica. La bioetica cattolica sostiene che "ciascun individuo umano ha
il diritto alla vita, intendendosi come individuo l'uomo dal concepimento (naturale) alla
morte cerebrale totale". Beauchamp e Childress rivendicano i quattro princìpi dell'etica
biomedica fondando la teoria dei princìpi:
autonomia della medicina
non maleficenza
beneficenza
giustizia.
C'è anche chi, come Robert Veatch, sostiene che debba esserci un rapporto
contrattualistico fra medico e paziente e che, quando questo contratto è basato sui
cinque punti fondamentali (autonomia, giustizia, mantenere le promesse, dire la verità
e non uccidere) è valido. La teoria utilitaristica invece, in diretta contrapposizione con
il paradigma tradizionale dell'etica medica, toglie la sacralità della vita umana dal
centro della discussione e la sostituisce con il paradigma di massimizzazione della
qualità della vita. Interessante anche la bioetica femminista la quale critica il
paradigma dominante dell'etica liberale per la sua astrattezza nel concetto di
autonomia, che non si fa carico dei condizionamenti sociali e nasconde la
discriminazione e l'oppressione delle donne nella "società patriarcale". Questa teoria
ritiene che la cura debba essere un princìpio etico alternativo rispetto alla bioetica
impersonale e disincarnata della tradizione liberale.
Alcune questioni di bioetica
Fra le più importanti questioni da sempre discusse c'è indubbiamente quella
dell'aborto. Da un lato si pone la domanda relativa allo statuto ontologico del feto,
dall'altro si pone la domanda sul bilanciamento da operare tra gli interessi della madre
e quelli del nascituro. Al fatto abortivo, grazie alle nuove tecnologie, si affianca un
implicito giudizio di qualità di vita o un'esplicita intenzionalità eugenetica (diagnosi di
anomalie genetiche o malformazioni). Il punto focale della questione risiede nella netta
frattura fra quanti assumono una concezione ontologica della persona, identificando
l'individuo umano con una realtà in sé sussistente, e quanti sostengono invece una
concezione funzionalistica, secondo la quale la persona si individua con le sue
capacità tipiche. A questo proposito il Comitato nazionale per la bioetica,
concordemente ad analoghi pronunciamenti del Consiglio d'Europa, ha definito la
questione "identità e statuto dell'embrione umano" all'unanimità in questi termini:
"l'embrione è uno di noi", ovvero non è possibile prescindere dalla stretta affinità che
lega il materiale biologico frutto della fecondazione, con l'essere umano che da esso
prende forma (vedi collegamento esterno). Ciò tuttavia non dirime la questione sullo
statuto ontologico dell'embrione e del feto, ovvero dell'essere umano in formazione;
seppure tutti concordano sulla necessità di accordare la maggior tutela possibile nei
confronti del concepito sin dalla fecondazione, il limite di questa tutela viene
variamente fissato nel rispetto di altri beni, meritevoli secondo alcuni di maggiore
tutela, quali il benessere fisico e psichico della madre ovvero, secondo un gruppo più
ristretto, l'importanza fondamentale di alcuni ricerche scientifiche e biomediche che
hanno come oggetto indispensabile l'embrione stesso, nell'auspicio di individuare le
terapie per curare e prevenire gravissime malattie genetiche.
Non ha suscitato poche questioni anche la nascita e lo sviluppo delle tecnologie per la
manipolazione del DNA. Il problema centrale è quello di trovare una linea di
demarcazione sufficientemente chiara fra ciò che è proponibile come forma di terapia e
ciò che si presenta, invece, come tentativo di selezionare caratteristiche somatiche per
semplice gusto personale. Ultima problematica è quella relativa all'uso delle tecnologie
mediche nella fase terminale della vita umana e riguarda qualsiasi sostegno artificiale
alla vita umana. Ciò che cambia notevolmente con tali tecnologie è l'idea stessa di
morte: mentre prima di queste scoperte e invenzioni, si considerava arrivata la fine con
la cessazione delle funzioni del tripode vitale (cuore-cervello-polmoni), adesso si è
giunti a far coincidere la fine della vita con la cessazione totale e irreversibile delle
funzioni dell'encefalo.
Critiche
La situazione attuale della bioetica ha suscitato anche critiche. Ad esempio
Mariachiara Tallacchini in "Fuga dalla bioetica" considera la bioetica come una
disciplina che ha avuto un impatto positivo negli anni '60 e '70, quando per la prima
volta comparivano discorsi interdisciplinari e si considerava la responsabilità sociale
della scienza, avanzando quindi istanze democratiche di partecipazione. In tale
prospettiva la bioetica costituiva anche una riflessione generale sulla scienza.
In seguito la bioetica, secondo Tallacchini, sarebbe stata istituzionalizzata e
burocratizzata, e ora tenderebbe a riportare il punto di vista del potere (o dei vari
poteri), mediato da una quantità di commissioni che deciderebbero cosa è giusto e
cosa non lo è. La bioetica sarebbe stata così degradata "a luogo di amministrazione di
valori governativi". In questo senso lo stesso comitato nazionale di bioetica è oggetto
di critiche da più parti proprio a causa delle modalità di selezione dei suoi membri, di
nomina governativa e perciò soggetto al variare delle maggioranze, anziché a criteri di
merito scientifico e accademico. Altro motivo di critica riguarda la modalità di
formazione del consenso all'interno del comitato stesso; si ritiene infatti, da parte di
alcuni, che l'adozione di testi a maggioranza sia estranea al compito di un organismo
come questo, puramente consultivo e che dovrebbe giungere alla formazione di un
consenso unanimente condiviso e quindi basato su criteri di oggettività e laicità
(anziché su scelte ideologiche e religiose di fondo).
Voci correlate
Accanimento terapeutico
Cellula staminale
Clonazione
Comitato nazionale per la bioetica
Concepito
Embrione
Eutanasia
Eutanasia animale
Eutanasia infantile
Fecondazione
Fecondazione artificiale
Feto
Fivet
Interruzione volontaria di gravidanza
Principio di precauzione
Nanotecnologie
Sperimentazione animale
Trapianto d'organi
Zigote
Collegamenti esterni
Comitato nazionale per la bioetica
Identità e statuto dell'embrione umano (parere unanime
del CNB)
Dichiarazioni anticipate di trattamento (parere del CNB)
Percorso tematico sulla bioetica
Blog italiano di bioetica
La bioetica spiegata ai ragazzi (ipertesto didattico)
Bioetica & Bioetiche
Battaglie culturali - Questioni di bioetica
Bioetica cattolica
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