COMUNICATO STAMPA AL POLICLINICO DI MILANO IDENTIFICATO IL GENE RESPONSABILE DI UNA MALATTIA RARA, L’ANEMIA DISERITROPOIETICA CONGENITA DI TIPO II Lo studio è uno dei cinque migliori contributi europei che sono stati scelti per essere presentati al “Presidential Symposium” nell’ambito del 14esimo Congresso dell’European Hematology Association in corso a Berlino. Milano, 6 giugno 2009 - E’ stato identificato al Policlinico di Milano dal gruppo del professor Alberto Zanella, Direttore U.O. Ematologia 2, il gene che potrebbe essere responsabile di una grave malattia rara, l’anemia diseritropoietica congenita di tipo II (CDA II). Le anemie diseritropoietiche congenite sono caratterizzate da una inefficiente produzione di globuli rossi nel midollo osseo (eritropoiesi inefficace) e da particolari alterazioni strutturali dei loro precursori (eritroblasti). Sono stati descritti tre principali tipi di anemia deseritropoietica congenita (CDA di tipo I, II e III) e numerose varianti più rare. La CDA II e’ la più frequente ed è caratterizzata da anemia variabile da moderata a grave (con morte intrauterina in alcuni casi), ittero, ingrandimento della milza e sovraccarico di ferro. Ad oggi non esiste una cura per questa malattia, ma solo terapie che possono contrastare l’accumulo di ferro ed evitare quindi che si depositi negli organi provocando un’emocromatosi. Sebbene siano solo circa 400 i casi riportati nella letteratura internazionale, si ritiene cha la frequenza della CDAII sia sottostimata sia per la difficoltà della diagnosi che per la necessità di tecniche diagnostiche specialistiche eseguite solo in pochi Centri di Riferimento. E’ da molto tempo che i ricercatori danno la caccia al gene responsabile della CDAII perché, come avviene per le altre patologie genetiche, tale conoscenza aiuterebbe il counselling alle famiglie degli ammalati e permetterebbe una migliore classificazione di queste rare forme di anemia. Già nel 1997 era stata identificata tramite studi di linkage una regione candidata a livello del cromosoma 20; da allora parecchi geni sono stati esclusi come possibili responsabili della CDAII senza riuscire però ad identificare il vero responsabile. Lo scorso anno, il gruppo del professor Zanella in collaborazione con il Dipartimento di Chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano, ha studiato il proteoma del globulo rosso utilizzando “esche” peptidiche random adese a microsfere. E stato possibile isolare nel citoplasma dei globuli rossi umani più di 1500 proteine, alcune di esse assolutamente inattese. Analizzando i risultati di questa ricerca e basandosi sulla localizzazione cromosomica, sono state selezionate 17 proteine codificate da geni localizzati nella regione cromosomica descritta; tra questi è stato scelto il gene SEC23B come possibile candidato responsabile della CDAII. Attualmente sono stati studiati 13 soggetti affetti da CDAII provenienti da 10 famiglie, seguiti negli anni presso il Policlinico di Milano, ed in tutti sono state trovate alterazioni a carico di questo gene. La proteina identificata appartiene alla famiglia delle copine (COP II coat protein complex), proteine coinvolte nei trasporti di vescicole all’interno del citoplasma, e coinvolte nei meccanismi di glicosilazione delle proteine di membrana. La conoscenza del gene responsabile delle CDAII permetterà di migliorare la diagnosi, e di meglio comprendere la patogenesi di queste rare malattie. Si conferma dunque la grande attenzione che il Policlinico ha nei confronti delle malattie rare e della ricerca volta a scoprirne le cause e le relative possibilità di cura. La Fondazione è uno dei presidi della Rete Regionale per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la terapia delle Malattie Rare, istituita dalla Regione Lombardia nel 2006. Queste malattie rappresentano un gruppo di circa 6000 patologie (secondo l’OMS) che colpiscono una parte esigua della popolazione, nell’ordine di 5 casi ogni 10.000 abitanti. In genere si tratta di malattie di ordine genetico (nell’80-90% dei casi), spesso poco conosciute, che hanno di frequente un esito drammatico per chi ne è colpito. Possono interessare tutti gli organi ed apparati, quindi, oltre che numerose, sono molto eterogenee fra loro sia nell’eziopatogenesi che nelle manifestazioni cliniche. La Fondazione si occupa, ad oggi, di 262 malattie rare, grazie ad un gruppo di lavoro con oltre 60 medici che riunisce le competenze dell’età pediatrica e quelle dell’età adulta. I pazienti in carico sono circa 1000 tra adulti, ragazzi e bambini. Per informazioni: Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena Ufficio Comunicazione - Valentina Regonesi - 02 55038408 - 333 4344560 - [email protected] Metafora Sergio Vicario - Katy Mennillo - 02 71040091 - 348 9895170 [email protected] - [email protected]