GAZZETTA GIOVEDÌ 15 SETTEMBRE 2011 ■ e-mail: [email protected] 28 Salute Policlinico in prima linea contro le malattie rare Modena. Riconoscimento internazionale al Centro patologie polmonari Un nuovo riconoscimento significativo per il lavoro di ricerca dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, nel caso specifico riguardo la lotta alle malattie rare e in particolare nello studio dei farmaci contro la fibrosi polmonare idiopatica. Il numero di luglio della prestigiosa rivista internazionale Nature Reviews Drug Discovery ha pubblicato un articolo che analizza un nuovo farmaco, il pirfenidone, che dal febbraio 2001 è stato identificato dall’Agenzia europea del farmaco come il primo farmaco approvato in Europa per il trattamento dei pazienti affetti da fibrosi polmonare idiopatica. Il primo autore di questo lavoro è il prof. Luca Richeldi, responsabile della Struttura Semplice Malattie Rare del Polmone (MaRP). L’articolo illustra e analizza i vantaggi e gli effetti collaterali di questo nuovo trattamento, inquadrati nell’ambito della malattia e del contesto epidemiologico delle malattie polmonari “rare”. Dal 2005 il Policlinico ha contribuito allo sviluppo del pirfenidone. «L’approvazione in Europa del pirfenidone – ha commentato il prof. Luca Richeldi - quale primo farmaco per il trattamento dei pazienti con fibrosi polmonare idiopatica rappresenta un fondamentale passo verso una cura per i pazienti affetti da questa grave patologia, che è purtroppo ad oggi caratterizzata da una prognosi particolarmente infausta. Il nostro Centro, che segue circa 100 pazienti affetti da questa patologia, ha contribuito fin dal 2005 all’esecuzione degli studi clinici registrativi, che hanno condotto alla registrazione di questo farmaco; siamo orgogliosi di avere potuto dare ad alcuni dei nostri pazienti la possibilità di usufruire LA RICERCA OSPEDALIERA Struttura diretta dal prof. Richeldi Nato circa quattro anni fa, il Centro malattie rare del polmone del Policlinico di Modena rappresenta uno dei fiori all'occhiello della struttura ospedaliera modenese, unico centro in regione a occuparsi di quel tipo di patologie e uno dei pochi in Italia. Ha la caratteristica di dedicarsi esclusivamente alle malattie rare del polmone. Per malattia rara si intende una malattia che colpisce meno di una persona ogni 2000. Si calcola che siano in totale circa 7000, solo del polmone più di 200 e costituiscono circa il 30% delle malattie del polmone. Per questo è fondamentale avere un approccio dedicato a questo tipo di patologia. Inizialmente nasce come un Centro di ricerca universitario interdipartimentale per trasformarsi poi in una vera e propria struttura del Policiclico, dove vengono fatte sia ricerca sia assistenza. Ora collaborano con il Centro specialisti di reumatologia, cardiologia, radiologia, chirurgia toracica, anatomia patologica e immunologia. Va infatti sottolineato che per diagnosticare questo tipo di patologie serve un approccio multidisciplinare. Questo tipo di malati sono penalizzati dal fatto che i medici non possono conoscere 7mila malattie rare e in più l'industria farmaceutica non investe in ricerca rispetto a queste patologie proprio perché riguardano minoranze di pazienti e quindi non sono remunerative in ambito industriale. di questo trattamento, la cui efficacia è stata riconosciuta dagli enti europei di controllo». L’articolo in particolare analizza criticamente tutti i dati disponibili, identificando i possibili scenari futuri per la gestione di questi pazienti. Sulla base di un’analisi sistematica e di costo-efficacia dei risultati dei più recenti studi clinici sia completati che in corso, è stato possibile delineare uno scenario futuro caratterizzato da grandi speranze per il trattamento di questi pazienti che, fino a pochi anni fa, non avevano possibilità terapeutiche. «Al centro modenese è stato richiesto di contribuire alla sezione dell’articolo sulla gestione dei pazienti con fibrosi polmonare idiopatica: un riconoscimento della qualità del lavoro fin qui svolto dal MaRP - ha aggiunto il prof. Leonardo Fabbri, direttore del Dipartimento Integrato di Oncologia, Ematologia e Patologie dell’Apparato Respiratorio. Nature Reviews Drug Discovery è una rivista mensile del gruppo editoriale di Nature dedicata ai temi di ricerca e sviluppo di nuovi farmaci in tutti i campi della medicina. Il prof. Luca Richeldi della Struttura Malattie Rare. A sinistra il Policlinico UN ESITO SORPRENDENTE Sondaggio: gli italiani stanchi al ritorno dalle vacanze estive Quest’anno gli italiani sono tornati al lavoro, dopo le ferie, più stanchi di prima. Non sono riusciti a staccare la spina a causa di vacanze troppo corte e comunque appesantite dai mille problemi che hanno lasciato a casa ma che certamente non hanno dimenticato. È il quadro che emerge da un sondaggio on line dell’Eurodap, Associazione europea Disturbi da Attacchi di Panico, che da mesi studia la reazione degli italiani rispetto alle difficoltà economiche che il nostro Paese sta vivendo. Al sondaggio hanno partecipato circa 600 persone con un’età compresa tra i 18 e i 65 anni. Il 70 per cento delle persone ha dichiarato di aver fatto vacanze molto brevi, non oltre una settimana. Dice Paola Vinciguerra, psicologa, psicoterapeuta e presidente di Eurodap: «Emerge una situazione preoccuopante. Le vacanze sono un momento importante nell’equilibrio psico-fisico di una persona: chi torna dalle ferie stanco, insoddisfatto e teso dopo un anno di lavoro, comincia anche a manifestare vari disturbi fisici e di ansia e va così incontro a mesi molto difficili». DAL SAN RAFFAELE Nuova terapia per la distrofia della faccia e della scapola Dimostrata per la prima volta al mondo l’efficacia di una terapia molecolare per la distrofia facio-scapolo-omerale: a descriverla sulle pagine della rivista scientifica Molecular Therapy è Davide Gabellini, ricercatore dell’Istituto Telethon Dulbecco che lavora all’Istituto San Raffaele di Milano. Questa patologia colpisce i muscoli di faccia, spalle e braccia, in qualche caso anche quelli delle gambe. I primi sintomi sono in genere difficoltà a compiere semplici movimenti del volto come sorridere, fischiare o chiudere gli occhi, ma spesso è la debolezza dei muscoli della scapola a suonare come un campanello di allarme. «Per quanto sia tra le principali forme di distrofia muscolare, questa malattia rimane per certi versi ancora un mistero», spiega Gabellini. A differenza di altre malattie genetiche il problema non sta nell’assenza o nella presenza di una proteina alterata, ma semplicemente in una sovrapproduzione: Gabellini e il suo team hanno provato a vedere se riducendo l’attività di questi geni si poteva ottenere un miglioramento dei sintomi. I ricercatori Telethon hanno sfruttato l’interferenza a Rna, una tecnica di «silenziamento genetico» che mima un fenomeno molto conservato in natura. Questo meccanismo, scoperto per la prima volta nelle piante, consiste nello «spegnimento» specifico dell’attività di alcuni geni grazie a piccole molecole di Rna a doppio filamento che, una volta riconosciuto il loro bersaglio, ne bloccano l’espressione. «Abbiamo somministrato questi Rna silenziatori tramite dei virus già usati in terapia genica, chiamati adeno-associati - spiega Gabellini - Una volta raggiunte le fibre muscolari, queste molecole hanno dimostrato di ridurre significativamente l’attività del gene FRG1. Questo si è tradotto in un netto miglioramento dei sintomi stabile nel tempo, senza effetti tossici».