Engrammi e circuiti mnestici MNEMOSYNE: la culla della Memoria Sono due i cavallucci marini alla guida del carro dei ricordi 1 ABSTRACT Contenitore sovrano delle umane vicende, madre di tutte le esperienze, cardine dell’apprendimento, nostalgica compagna dei momenti lieti trascorsi: di certo la Memoria rappresenta tutto questo, e non solo. Assai complessi sono i circuiti che, in sede corticosubcorticale, presiedono alla sua realizzazione e funzione. Tra gli organi, un posto indubbiamente centrale meritano gli ippocampi, strutture pari e simmetriche, intercalate nel contesto del Sistema Limbico. Il ruolo fondamentale che essi assolvono nella genesi dei ricordi è altresì suffragato da malattie, Alzheimer in primis, in cui caratteristicamente e per primi colpiti sono appunto gli ippocampi, con sequele patologiche di tipo preminentemente amnesico. KEYWORDS - Memoria Ippocampo Amnesia Circuito di Papez Alzheimer Sindrome di Korsakoff 2 Da sempre, in particolare nell’antichità, la tradizione orale ha costituito un sistema privilegiato di trasmissione del sapere, per via della sua versatilità ed immediatezza. Nella Storia della Letteratura Universale, la poesia greca ricopre una posizione centrale, per caratteristiche sue proprie, nonché per l’originalità dei temi affrontati. Inoltre, ben si presta quale ideale intermediario fra sapere e memoria, un tempo congiunti da un vincolo assai profondo ed oltremodo tenace. La lirica greca fu un fenomeno profondamente diverso dalla poesia moderna, dalla quale si discosta per contenuti, forme e modus comunicandi. Ebbe piuttosto un carattere eminentemente pragmatico, nel senso di un vivo legame con la realtà sociale e politica del tempo. L’universo delle figure del suo linguaggio, ovvero: metafore, similitudini, allusioni, furono fermamente ancorate alla realtà fenomenica. La sua funzione fu precipuamente didattica e paideutica. Contenuto ricorrente della lirica greca, soprattutto agli albori della sua storia: il mito. “Addetti del mestiere”, cantori cioè specializzati nella sua narrazione: gli aedi ovvero i rapsodi. Una professione ritenuta divina, tanto da venire sovente accostata a quella dell'indovino. Il poeta è un Aedo, cioè un cantore girovago che compone racconti tradizionali e all’occorrenza li narra. Oppure è un Rapsodo, cioè un poeta che canta brani già noti. 3 Il poeta è maestro di verità; una verità dettata dalle Muse e che egli si incarica di trasmettere come sapienza e precetto. Dal poeta dipendeva la memoria del passato, il senso di identità di un gruppo sociale, di un popolo, di una nazione, nonché la sua legittimazione attraverso la rievocazione di un trascorso glorioso, sotto il segno del Mito. Di certo, uomini siffatti, utilizzavano al meglio il proprio apparato mnestico, dalla cui vitalità dipendeva, molto spesso, l’esistenza stessa del poeta, o meglio, il suo “tirare innanzi”. Erano, infatti, i cantori della Grecia antica, perlopiù uomini erranti, non particolarmente dotati in generale; brillanti invece quanto a rievocazione e recitazione di gesta, evidentemente giudicati “appassionanti”. Che offrivano sovente in cambio di un semplice invito a cena. 4 5 Giro dentato La formazione dell'ippocampo è una parte del telencefalo, situata nella regione ventromediale di ciascun lobo temporale. È costituita dall'ippocampo propriamente detto, dalla corteccia entorinale, dal subicolo e dal giro dentato. L’ippocampo p.d. è una regione dell'archipallio che, seguitamente al maggior sviluppo del neopallio, fu spinta in profondità, così subendo un parziale arrotolamento. In essa è possibile individuare, in special modo, due regioni, tra loro separate dalla scissura dell'ippocampo: ippocampo ventrale ippocampo dorsale IPPOCAMPO VENTRALE L’ippocampo ventrale si sviluppa attorno al solco dell’ippocampo, depressione longitudinale che decorre nel fondo della parte laterale della fessura trasversa del Bichat, delimitando medialmente la circonvoluzione dell’ippocampo. 6 Il solco dell’ippocampo, le cui due pareti collabiscono fra loro con l’interposizione di un sottile strato di pia madre, nell’approfondarsi entro l’emisfero cerebrale, non assume un andamento rettilineo, ma si arrotola. La corteccia cerebrale della parete inferiore del solco dell’ippocampo costituisce il corno di Ammone, mentre quella della parete superiore forma la fascia dentata. Le fibre nervose efferenti del corno di Ammone e della fascia dentata si vanno ad interporre fra le due formazioni medesime, dando luogo ad un nastro di sostanza bianca: la fimbria. Riassumendo, dunque, l’ippocampo ventrale consta di tre formazioni, disposte longitudinalmente l’una a fianco dell’altra, le quali sono, in senso latero-mediale: corno di Ammone, fimbria, fascia dentata. Corno di Ammone È un’introflessione a ricciolo dell'archipallio che sporge nel corno temporale del ventricolo laterale. La corteccia cerebrale del corno di Ammone è costituita da tre strati: 7 1. uno strato esterno detto molecolare; 2. uno strato medio detto lucido, nel quale sono presenti cellule piramidali voluminose; 3. uno strato più interno detto strato oriens. Fimbria e fornice Il fornice è una formazione commissurale che nasce dal corno di Ammone. E' una struttura a morfologia triangolare, con base posteriore, situata al di sotto del corpo calloso. E' costituito di due colonne bianche appiattite, chiamate gambe, unite fra loro, a livello della regione posteriore, da un tratto a ponte: lyra o commmessura ammmonica. Ciascuna gamba è la prosecuzione della fimbria, nastro bianco che costeggia medialmente il corno di Ammone, e da’ vita ad efferenze dell'ippocampo. L'accollamento delle due gambe costituisce il corpo del fornice. L'estremità anteriore del corpo del fornice si divide in due cordoni di forma cilindrica, chiamate colonne del fornice. Queste si recano verso il forame di Monro (interventricolare) e da qui si dipartono fibre dirette anteriormente e posteriormente verso la commissura anteriore. Le fibre che proseguono posteriormente raggiungono il corpo mammillare omolaterale, mentre quelle anteriori si portano all'area settale. Il fornice è la principale via efferente dall’ippocampo all’ipotalamo. Le fibre che terminano nel corpo mammillare formano sinapsi con le sue cellule. Gli assoni di queste cellule si portano verso l’alto nel fascio mammillo-talamico per giungere al nucleo anteriore del talamo omolaterale, dal quale esse sono proiettate al giro del cingolo. Fascia Dentata Ha una struttura corticale a tre strati: in particolare, la regione intermedia è composta da cellule stellate piccole che proiettano impulsi eccitatori al corno di Ammone. Le aree corticali poste medialmente rispetto al giro dentato vengono collettivamente denominate subiculum. Quest’ultimo occupa parte della circonvoluzione dell’ippocampo (o giro paraippocampale) ed è contiguo all’area entorinale (area 28 secondo Brodmann). Considerazioni finali L'ippocampo ventrale, in base a differenze per lo più di natura citoarchitettonica, mostra a vedere più settori o campi: la zona CA1 è quella più limitrofa al subiculum; la CA2; 8 la CA3; infine, la CA4, che è la più distale ed anche la più prossima al giro dentato, essendo in parte addirittura fusa con esso. Le aree 5, 7, 40 della corteccia inviano impulsi di carattere sensitivo, visivo, uditivo alla corteccia della circonvoluzione dell'ippocampo. Da essa, nasce il fascio perforante, che attraversa il subiculum e si reca alla fascia dentata. Gli impulsi eccitatori provenienti dalla fascia dentata giungono alle cellule piramidali del corno di Ammone. Dalla zona CA3, oltre ad efferenze per il fornice, partono anche rami secondari (collaterali di Schaffer) a direzione retrograda, verso la zona CA1. I collaterali di Schaffer eccitano grandemente le cellule piramidali di CA1 (potenziamento a lungo termine) che sono stimolate anche da fasci aminergici (acetilcolina, serotonina, noradrenalina) provenienti in particolare dalle aree basali del proencefalo, dal setto e dal tronco. Per effetto del potenziamento a lungo termine si ha un notevole incremento quantitativo e qualitativo delle sinapsi, con facilitazione dell’apprendimento. Da tutte le aree dell'ippocampo vengono emesse fibre che ritornano alla corteccia della circonvoluzione dell'ippocampo, donde sono poi inviate alle aree corticali, in cui si ha l'immagazzinamento dei ricordi. Altri impulsi vengono smistati attraverso il fornice, che contiene anche fibre afferenti. IPPOCAMPO DORSALE L'ippocampo dorsale è estremamente ridotto nell'uomo. È dato dalla fascia che, tramite la fasciola cinerea, si continua con lo strato di sostanza grigia che riveste la parte superiore del corpo calloso: indusium griseum. Esso consta di due ispessimenti longitudinali per lato: la stria laterale (o stria tecta) , così detta perché si arresta a metà del corpo calloso, e la stria mediale (o nervo del Lancisi), che invece giunge in prossimità del ginocchio del corpo calloso. Da qui, essa prosegue con la benderella diagonale (del Broca), che ritorna all'ippocampo, dove termina come benderella del Giacomini. 9 10 Le pressioni evolutive hanno plasmato il codice genetico sì da costruire un sistema nervoso che possa modificarsi in risposta all’esperienza. Lo hanno, cioè, dotato di plasticità. Memoria ed apprendimento rappresentano alcuni fra gli esempi più eccelsi della plasticità neuronale. Non è facile formulare definizioni omnicomprensive dei termini “apprendimento” e “memoria”. Semplificando, potremmo definire: apprendimento il processo attraverso cui un organismo acquisisce nuove informazioni o conoscenze, e memoria la ritenzione di queste informazioni in modo da poterle successivamente utilizzare. Grazie all’apprendimento e alla memoria l’organismo trae vantaggio dall’esperienza, e il suo comportamento futuro risulta più adatto all’ambiente in cui vive. L’acquisizione di nuove conoscenze può essere essenzialmente classificata in due tipi principali: - Apprendimento associativo, che ha luogo quando due stimoli sono associati tra loro, come nel classico esperimento di Pavlov. - Apprendimento non associativo, che concerne i comportamenti imitativi come, ad esempio, imparare una lingua. Questo tipo di apprendimento comprende l’assuefazione e la sensibilizzazione, due parametri adattivi di straordinaria rilevanza. 11 In particolare, l’assuefazione ci permette di filtrare gli stimoli che già abbiamo incontrato e ritenuto insignificanti. La sensibilizzazione è invece l’opposto dell’assuefazione, in quanto contribuisce ad aumentare le possibilità dell’organismo di sopravvivere: l’esposizione ad uno stimolo nocivo o intenso determina una risposta più intensa a una successiva esposizione. I ricordi sono immagazzinati nella corteccia cerebrale in archivi noti come tracce mnestiche o engrammi. Quando uno stimolo raggiunge il SNC, viene posto nella memoria a breve termine, un deposito limitato di informazioni, destinate a scomparire se non elaborate in una forma più stabile. Una speciale forma di memoria a breve termine è la memoria di lavoro, elaborata nei lobi prefrontali. Tale regione della corteccia cerebrale è deputata alla conservazione di una traccia di componenti dell’informazione per un tempo sufficientemente lungo da permettere il suo utilizzo per un compito da svolgere anche dopo che l’informazione è stata acquisita. La memoria di lavoro presente in queste regioni è collegata alla memoria a lungo termine, di modo che l’informazione appena acquisita possa essere integrata con le informazioni accumulate e il soggetto può agire di conseguenza. Il processo di elaborazione dell’informazione che converte la memoria a breve termine in quella a lungo termine è noto come consolidamento. Siffatto processo implica modificazioni nelle connessioni sinaptiche dei circuiti coinvolti nell’apprendimento: in taluni casi si creano nuove sinapsi, in altri cambia l’efficacia della trasmissione sinaptica. La memoria a lungo termine può essere ripartita in due classi, immagazzinate usando differenti vie neuronali. La memoria riflessiva (implicita) è automatica e non richiede processi coscienti per l’organizzazione e il richiamo. Essa è stata anche definita memoria procedurale, in quanto si occupa del come fare le cose. La memoria dichiarativa (esplicita), al contrario, richiede un’attenzione cosciente per essere rievocata. La sua creazione dipende generalmente dall’uso delle capacità cognitive più alte e complesse, come deduzione, confronto e valutazione. Essa si occupa della conoscenza di noi stessi e del mondo che ci circonda. 12 Il potenziamento a lungo termine (LTP) Trattasi di un processo in cui l’attività in una sinapsi induce un duraturo cambiamento della qualità o della quantità delle connessioni interneurali. Il potenziamento postsinaptico è ritenuto collegato ai processi nervosi sottostanti ai fenomeni di memoria e apprendimento. Un elemento critico nel potenziamento a lungo termine è l’amminoacido glutammato, il principale neurotrasmettitore eccitatorio del SNC. Il Glu ha diversi tipi di recettori; fra essi, ricordiamo i recettori NMDA, canali ionici che hanno una proprietà insolita: il canale è bloccato sia da un cancello ad apertura chimica, sia da uno ione Mg2+. Quindi, per l’apertura è necessario sia il legame con il Glu, sia la depolarizzazione della membrana. Quando i neuroni presinaptici rilasciano Glu, esso si lega tanto ai recettori AMPA, quanto ai recettori NMDA, ambedue siti a livello dei neuroni postsinaptici. L’attivazione dei recettori AMPA apre un canale cationico e l’ingresso netto di Na+ depolarizza la cellula. Il cancello regolato chimicamente del recettore NMDA si apre in seguito al legame col Glu, ma il canale rimane bloccato dallo ione Mg2+ finché la cellula si depolarizza; quindi, la repulsione fra cariche uguali espelle il Mg2+ dal canale, consentendo al Ca2+ di entrare nel citoplasma. Il Ca2+ agisce da segnale per l’inizio delle vie dei secondi messaggeri. Come risultato finale, la cellula postsinaptica rilascia una sostanza ad azione paracrina che agisce sulla cellula presinaptica per aumentare il rilascio de neurotrasmettitore. Inoltre, anche la cellula postsinaptica diviene più sensibile al glutammato, probabilmente per mezzo dell’inserimento di ulteriori recettori per il Glu nella membrana postsinaptica (up-regulation). 13 Il circuito di Papez Trattasi di un circuito chiuso, in cui sono coinvolte numerose stazioni. Di seguito, riporto una schematizzazione del sistema: 14 Alzheimer e Korsakoff: quando la memoria fa cilecca Di seguito analizziamo, per sommi capi, due condizioni patologiche strettamente legate alla memoria, o meglio: ad una sua destrutturazione. MALATTIA DI ALZHEIMER – E’ una patologia a carattere degenerativo del SNC. In Italia ne soffrono circa 800 mila persone; nel mondo 26,6 milioni. L'esordio sintomatico è insidioso: i primi sintomi sono lievi, difficili da distinguere dalle disattenzioni di una persona anziana sana. Viene catalogata tra le demenze, di cui peraltro è la forma più comune. Il deterioramento cognitivo progressivo è il suo “marchio di fabbrica”. La malattia si manifesta inizialmente come demenza contrassegnata da amnesia progressiva e altri deficit cognitivi. Il deficit di memoria è prima circoscritto a sporadici episodi nella vita quotidiana, ovvero disturbi inerenti la cosiddetta on-going memory, nonché della memoria prospettica (che concerne l'organizzazione del futuro prossimo); in seguito, il deficit aumenta e le alterazioni mnesiche arrivano a colpire anche la memoria episodica retrograda e la memoria semantica (le conoscenze acquisite), mentre la memoria procedurale (che attiene l'esecuzione automatica di azioni) viene relativamente risparmiata. Ai deficit cognitivi si aggiungono infine complicanze internisti che, che portano ad una compromissione severa dello stato di salute. Col progredire della malattia, le persone risultano altresì deficitarie nelle funzioni strumentali mediate dalla corteccia associativa; possono pertanto presentare afasia ed aprassia e quindi necessitare di continua assistenza personale. A livello macroscopico, la malattia è caratterizzata da una riduzione del peso e del volume del cervello, secondaria ad atrofia corticale, visibile anche in un allargamento dei solchi e corrispondente appiattimento delle circonvoluzioni. A livello microscopico e cellulare sono riscontrabili depauperamento neuronale, placche senili, degenerazione neurofibrillare, angiopatia congofila. La malattia è dovuta ad una diffusa distruzione di neuroni, causata principalmente dalla beta-amiloide. La malattia è inoltre associata ad un notevole decremento di acetilcolina cerebrale, neurotrasmettitore fondamentale per la comunicazione tra cellule nervose. Logica conseguenza: impossibilità nell’atto della trasmissione intercellulare di impulsi nervosi, seguita inevitabilmente da atrofia tissutale e morte. 15 SINDROME DI KORSAKOFF – È un disturbo mnestico secondario a deficit cronico di tiamina, nonché associato a dipendenza da alcol. La sindrome può essere esito di un’encefalopatia di Wernicke, la quale è contrassegna da molteplici segni neurologici, quali: ataxia, confusione mentale, anomalie dei movimenti oculari. I pazienti affetti presentano difficoltà ad apprendere nuove informazioni (amnesia anterograda) e sovente non rammentano gli eventi pregressi (amnesia retrograda). I soggetti tentano di aggirare l’amnesia confabulando. Sintomi psichiatrici associati sono apatia e passività. L’amnesia è secondaria ad un danno neuronale a carico dei corpi mammillari e del talamo anteriore, ancorché non di rado siano interessante anche altre regioni cerebrali. Quando insorto, il danno neuronale non è più suscettibile di guarigione previa somministrazione di tiamina, con disturbi della sfera mnesica perenni. Altre cause di deficit di tiamina sono il malassorbimento intestinale, il carcinoma dello stomaco, una prolungata alimentazione parenterale. 16 BIBLIOGRAFIA 1. Gentili: Poesia e pubblico nella Grecia antica 2. Felten – Jozefowicz: Atlante di neuroscienze di Netter 3. Cattaneo: Anatomia del Sistema Nervoso centrale e periferico dell'uomo 4. Burt: Trattato di neuroanatomia 5. Fumagalli: Anatomia umana normale 6. Conti: Fisiologia Medica 7. Silverthorn: Fisiologia, un approccio integrato 8. Bear – Connors – Paradiso: Neuroscienze, esplorando il cervello 17 Come pubblicare su Neuroscienze.net Neuroscienze è una rivista on-line di informazione scientifica che tratta tematiche di Neuroscienze, Psicologia e Scienze Cognitive. Chi può collaborare? Se sei un medico, un neurologo, uno psichiatra, uno psicologo, o se hai conoscenze specifiche di neuroscienze, psicologia o scienze cognitive in genere, Neuroscienze ti offre la possibilità di collaborare inviando i tuoi lavori. Che percorso farà il tuo articolo? Gli articoli ricevuti verranno considerati per la pubblicazione dall’Editorial Board e successivamente inviati ai referee per la valutazione. Come devono essere gli articoli? Per poter essere pubblicato su Neuroscienze, il tuo lavoro deve rispettare le prescrizioni contenute nella pagina “LINEE GUIDA PER GLI AUTORI“. Come inviare il tuo articolo? 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Matson (Ed.), Handbook of behavior modification with the mentally retarded (2nd ed.). New York: PlenumPress. Pubblica un Articolo Dopo esserti registrato al portale, invia il tuo articolo dalla pagina: http://www.neuroscienze.net/?page_id=1054