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Memoria per le performance aziendali - Approfondimento
Approfondimento
La memoria a breve termine, si suddivide in:

"Memoria di lavoro" si riferisce sia all’informazione contenuta nel deposito a
breve termine sia alla capacità della mente di tenerla entro questo comparto; il
termine memoria di lavoro sottolinea che tale deposito è la sede principale
dell’elaborazione mentale delle informazioni. Tra le altre sue funzioni, si ritiene
che la memoria di lavoro sia anche la sede del pensiero conscio, ovvero di tutte
le percezioni, i sentimenti, i confronti, i calcoli e i ragionamenti di cui abbiamo
coscienza. L’informazione può penetrare nel deposito a breve termine
provenendo sia dal deposito sensoriale (che contiene la rappresentazione
dell’ambiente circostante) sia dal deposito a lungo termine (con tutte le
conoscenze acquisite nelle passate esperienze). Entrambe le fonti di input
contribuiscono al flusso continuo di pensiero che costituisce la memoria a breve
termine o memoria di lavoro. In questo caso, la parola “flusso” esprime una
metafora davvero appropriata. La capacità del deposito a breve termine è molto
limitata eppure la quantità totale delle informazioni che passano attraverso
questo deposito nell’arco di qualche minuto o di qualche ora può essere
enorme, come può esserlo la quantità d’acqua che col tempo passa attraverso
uno stretto canale.

Memoria iconica che viene sperimentata quando uno stimolo visivo, pur
essendo terminato, continua a persistere per qualche istante.

Memoria ecoica che viene sperimentata quando uno stimolo auditivo, pur
essendo terminato, persiste per qualche istante.
Le informazioni più rilevanti dovranno invece essere immagazzinate per un periodo di
tempo maggiore, ma proprio per questo il processo per archiviarle è più complicato, e
normalmente sfugge al controllo. Questa capacità di archivia-zione illimitata si chiama
memoria a lungo termine.
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La memoria a lungo termine è quella parte del sistema che ci permette di immagazzinare più informazioni e di trattenerle più a lungo, in alcuni casi per sempre, ed
è quindi il comparto che meglio corrisponde alla nozione comune di “memoria”.
Le informazioni contenute nella memoria a lungo termine possono essere divise in
diversi tipi di conoscenze che vedremo in seguito, ma a livello di funzioni è importante
distinguerne due tipi:

la memoria proposizionale: si riferisce alla conoscenza di fatti e
informazioni;

la memoria procedurale: che contiene le istruzioni per fare determina-te
cose.
In più, a seconda del tipo di informazione, si attivano differenti tipi di memoria a lungo
termine.
Secondo la natura di ciò che viene memorizzato e ricordato (un suono, un odo-re,
un’immagine, o altro ancora) e in base agli organi di senso (come udito, ol-fatto, vista)
coinvolti nella raccolta delle informazioni che saranno decodificate a livello cerebrale,
un’altra distinzione comprende memoria uditiva, musicale, olfattiva, visiva,
associativa, intellettiva e così via, quindi il “cosa” si ricorda. Una traccia di memoria
riguardante informazioni relative a un solo senso è localizzabile nella regione della
corteccia che elabora quella informazione: per es., le immagini visive vengono
conservate nella corteccia visiva e i suoni in quella uditiva. Se invece la traccia di
memoria raccoglie più informazioni (tattili, visive, gustative, emozionali, ecc.) la sua
rappresentazione interna è costituita da una moltitudine di cellule nervose, situate in
regioni diverse della corteccia, unite tra di loro da connessioni reciproche.
Ricordando uno di questi elementi vengono chiamati in causa anche tutti gli altri.
In sintesi abbiamo capito che possiamo distinguere, a grandi linee, tre tipi di
memoria: la memoria sensoriale (o registro sensoriale), la memoria a breve termine
e la memoria a lungo termine.
Dov’è, allora, la sede della memoria? I disturbi della memoria, presenti in alcu-ne
malattie del cervello, hanno permesso di individuare le regioni cerebrali che
sicuramente rappresentano il substrato anatomico della memoria: corteccia prefrontale,
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lobi temporali, ippocampo, amigdala. Tuttavia, ricerche più recenti inducono a pensare
che, attraverso fibre nervose associative, tutto il cervello partecipi all’attività della
memoria.
L’ippocampo, deputato a selezionare le informazioni da trasferire alla memoria a lungo
termine, fa parte del sistema limbico, ed è una struttura importante per
l’apprendimento, tanto che, soggetti con lesioni di questa struttura, pur mante-nendo i
ricordi più antichi, hanno difficoltà a formarne di nuovi. In più il sistema limbico è anche
implicato nella gestione della nostra vita emozionale, per questo, ad esempio,
l’antipatia per una materia scolastica rende più difficile memorizzare i suoi contenuti.
Nuclei nervosi come quelli dell'ippocampo, dunque, hanno la funzione di modulare o di
far riemergere i ricordi ma, come già precisato, non possono essere considerati come
la 'sede' esclusiva della memoria: i ricordi non hanno una localizzazione specifica.
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