Ecco perché i navigatori satellitari «spengono» il nostro cervello di

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Ecco perché i navigatori satellitari «spengono» il nostro cervello di Simona Marchetti
Corriere della Sera - aprile 2017
Una volta c'erano le cartine stradali, magari ingombranti e poco maneggevoli, ma perlomeno
innocue. Oggi invece ci sono i navigatori satellitari, che saranno anche più veloci nell'indicare la
giusta via (a parte quando sbagliano, finendo talvolta per portare le persone nei posti più
improbabili), ma che al cervello umano non rendono affatto un buon servizio, perché ne
“spengono” letteralmente quelle aree altrimenti utilizzate per simulare i percorsi alternativi, al
fine poi di scegliere quello che sembra più giusto.
Incroci con molteplici strade
A sostenerlo è un gruppo di ricercatori dell'University College London-UCL (in collaborazione
con scienziati ed esperti di architettura delle Università del Kent, dell'Hertfordshire e del
Bahrain, dell'ETH di Zurigo e del German Centre for Neurodegenerative Diseases) in uno studio
pubblicato su Nature Communications e finanziato da Wellcome. Confrontando le scansioni
cerebrali di 24 volontari a cui era stato chiesto di spostarsi attraverso le intricate viuzze di
Soho, a Londra, con o senza navigatore, si è infatti scoperto che, ritrovandosi a un incrocio con
molteplici strade da poter prendere, coloro che non usavano dispositivi tecnologici facevano
registrare un picco di attività dell'ippocampo (la regione del cervello coinvolta nella memoria e
nell'orientamento) e della corteccia prefrontale (da cui dipendono pianificazione e processo
decisionale), che non veniva invece evidenziata in quelli che si affidavano alle indicazioni del
navigatore.
Più facile girare per Manhattan
«I nostri risultati - spiega Hugo Spiers, del Dipartimento di Psicologia Sperimentale della UCL sono coerenti con i modelli in cui l'ippocampo simula i possibili tragitti, mentre la corteccia
prefrontale ci aiuta a scegliere quale di questi sia il migliore per arrivare a destinazione.
Tuttavia, quando la tecnologia ci indica la strada da seguire, queste aree del cervello
semplicemente non rispondono più alla rete stradale ed è come se il cervello spegnesse
l'interesse per le strade attorno a noi». Parallelamente, gli studiosi hanno anche analizzato la
rete stradale delle principali città del mondo per visualizzare con quanta facilità potessero
essere percorse: è così emerso che, a causa del fitto reticolato di stradine e vicoli, girare a
Londra poteva risultare particolarmente gravoso per l'ippocampo, mentre, al contrario,
muoversi per Manhattan richiedeva uno sforzo mentale assai inferiore, poiché nella maggior
parte degli incroci di New York si può solo andare dritto, a destra o a sinistra.
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