Paolo Giannitrapani1 Goodbye Hegel! Gli errori della logica dialettica hegeliana Premesse Hegel, importante, difficile, scorretto. Osserva Bertrand Russell: Even if (as I myself believe) almost all Hegel’s doctrines are false, he still retains an importance which is not merely hisytorical, as the best representative of a certain kind of philosophy which, in others is less coherent and less comprehensive2. [“Anche se (come io stesso credo) quasi tutte le dottrine di Hegel sono false, egli ha ancora un’importanza che non è solo storica, nel senso di essere il miglior rappresentante di una certa specie di filosofia la quale in altri filosofi è meno coerente e meno sviluppata”] In che senso false? È quel che viene dimostrato in questi appunti. Nessuno nega l’importanza di Hegel. Hegel intende riformulare il tutto nel pensiero, una filosofia sicuramente presuntuosa ma autentica secondo i veri criteri del filosofare. Marx che ha letteralmente cambiato il mondo si ispira ad Hegel. Lenin il grande rivoluzionario si ispira a Marx e ad Hegel. Lenin nella sua opera intitolata Quaderni filosofici studia e commenta la Scienza della Logica di Hegel notando tra l’altro che Marx non aveva lasciato l’indicazione di alcuna logica esplicita dei fenomeni da lui studiati. Per quanto sembri incredibile nella terra di David Hume quando Bertrand Russell arrivò a Cambridge per compiere i suoi studi l’ambiente era hegeliano. Da Hegel trae impulso il neo-idealismo italiano responsabile della riforma scolastica che va sotto il nome di Riforma Gentile operante in pratica ancor oggi. Attualmente in Italia nel licei si insegna la filosofia secondo la vecchia identità hegeliana: “filosofia = storia della filosofia”. Ancor oggi gli insegnanti liceali di filosofia nonostante la nuova impostazione dei Programmi Brocca imperterriti impartiscono ore e ore di lezioni su Hegel, di 99 ore annuali di un corso di filosofia 1/9 se non 2 è per Hegel, di rado includendolo nella programmazione di IV anno con la conseguenza di dare meno spazio ad altri argomenti novecenteschi al V anno. Uno scienziato come Roberto Vacca asserisce che si deve anche all’idealismo imperversante nella nostra cultura parte di responsabilità della recessione culturale attuale. Una disgrazia che ha colpito l’Italia ben più gravemente di quanto sia accaduto ad altri paesi è la diffusione dell’idealismo. (…). Un insieme di scuole ispirato da Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770 – 1831). Queste sono dimenticate nelle università di tutto il mondo. 1 Paolo Giannitrapani, ricercatore e collaboratore presso «Centro Insubrico Internazionale C. Cattaneo e G. Preti», Università degli Studi dell’Insubria, Varese-Como; segretario Sezione varesina della SFI (Società Filosofica Italiana). 2 Russell Bertrand, History of Western Philosophy and its Connection with Political and Social Circumstances from the Earliest Times to the Present Day, Ruotledge, London-New York 2003, first published 1945 by George Allen. Tr. it. Luca Pavolini, 1983. © PRISMI on line 2013 2013 pagina 1 prismi.liceoferraris.it In Italia sono state rappresentate da due filosofi famosi (da noi non nel resto del mondo): Giovanni Gentile e Benedetto Croce (…). L’impatto sulla cultura italiana è stato deleterio (…). Oggi molti – anche tra i filosofi – hanno capito che l’idealismo è uno strumento fuorviante (…). Ci si occupa di più di epistemologia e di logica.3 Come aveva osservato Armando Plebe in una sua lezione la filosofia di Hegel è connettere la parte col tutto. Non con le armi della logica moderna o dell’algebra astratta ma con l’invenzione della logica-dialettica del divenire. Quella di Hegel è una visione totale che vede il particolare connesso al tutto; il finito si rapporta al tutto. Si risale all’universale in ogni ambito, fisico, spirituale, storico. Mediante la dialettica. Vera filosofia è connettere il finito col tutto o assoluto mostrandone le correlazioni necessarie (errate). La filosofia hegeliana, pur non essendo corretta (sound) in senso logico-scientifico può però aver valore suggestivo come serio tentativo di una visione umana di considerare il tutto col pensiero, il che non si butta via, dato che poi potrà trasformarsi chissà in futuro in exact philosophy. Il non sense o il tutto hegeliano o l’assoluto e il suo becoming lo abbiamo richiamato brevemente anche allo scopo di evitare di rimanere all’interno di un discorso eccessivamente logico astratto troppo distaccato dal succo del nostro discorso che rimane quello di considerare, da un punto di vista logico, gli errori commessi da Hegel nel delineare il cuore della sua filosofia, id est la logica dialettica. Esamineremo la logica di Hegel come è vista dai logici, soprattutto dagli storici della logica più accreditati (§1.). Nel paragrafo (§2.) esamineremo infine la logica di Hegel e quegli errori che rendono la sua logica, a detta dello studioso dalle cui pagine derivano queste note, un miscuglio di logiche e attitudini diverse4. Hegel nella storia della logica Rivolgiamoci ai classici della storia della logica: Heinrich Scholz (1931), Joseph Maria Bocheński (1956), i Kneale, William Calvert e Martha (1962), Anton Dumitriu (1975) per comprendere come viene considerata la dialettica hegeliana, che il suo creatore considerava chiave di spiegazione di tutto, vera logica, vera logica del tutto, del mondo naturale e spirituale. Il classico Abriss di Scholz enuncia un principio: è grazie agli sviluppi della logica moderna che conosciamo meglio la storia della logica. Sono basilari le categorie introdotte da Scholz secondo cui all’interno dell’universo della logica si distingue tra una logica non formale (quella di Kant e Hegel ma anche di Bacone, Locke, Hume) e una logica formale che a sua volta ha due volti, classica (Aristotele) o leibniziana. Scholz considera seriamente Hegel, osservando che la Wissenschaft der Logik è un’opera ricca di enigmi, singolare e isolata. Scholz rileva che Hegel ha il merito di aver diffuso all’epoca sua il termine “logica” e di aver criticato la logica formale aristotelica sillogistica indirettamente sollecitandone un suo superamento. Conclude Scholz mettendoso nei panni del logico classico: “E come potrebbe mai un aristotelico raccapezzarsi in una “logica” che comincia con l’eliminazione di due principi fondamentali di non contraddizione e terzo escluso!”. Padre Joseph Maria Bocheński nella sua opera monumentale basata su testi, vero e proprio complemento rispetto a quella dei Kneale, definisce la logica nel senso di logica formale escludendo altri significati o altri universi più ampi come ad esempio l’identità logica = 3 Vacca Roberto, Salvare il prossimo decennio. Pericoli immaginari e rischi reali vecchie paure e nuove complessità, Garzanti Libri-Gruppo editoriale Mauri Spagnol, Milano 2012, p. 204-5. 4 Noto Antonino, Le logiche non classiche, Bulzoni Editore, Roma 1975, pp. 455. © PRISMI on line 2013 2013 pagina 2 prismi.liceoferraris.it filosofia di Hegel, pertanto Hegel è escluso dalla storia della sua logica, anzi da questo punto di vista Kant, Hegel risultano ignoranti: Formati da questa logica [intende la logica classica] e dai suoi pregiudizi, filosofi moderni quali Spinoza, gli empiristi britannici, Wolf, Kant, Hegel ecc. non presentano nessun interesse per lo storico della logica formale. Se paragonati ai logici del IV secolo a. C., del XIII e del XX secolo d.C. essi erano semplicemente degli ignoranti per quel che riguarda la logica e conoscevano per la maggior parte soltanto quello che avevano trovato nella Logique de Port-Royal. I Kneale dedicano più spazio a Kant che a Hegel. Kant è responsabile di aver diffuso ampiamente il termine “analitico” che sempre affascina il filosofo; ricordano che Gauss aveva giudicato assurde le opinioni matematiche di Hegel e che secondo il princeps mathematicorum, la distinzione kantiana tra analitico e sintetico era o banale o falsa. I Kneale ossservano che con Kant nasce quella mescolanza di metafisica e epistemologia che Hegel e gli idealisti chiameranno “logica”. I Kneale poi assolvono Hegel dall’accusa di aver col suo predominio filosofico oscurato la logica (in senso moderno). In ogni caso la logica totale di Hegel di voler descrivere le leggi logiche che presiedono allo sviluppo del tutto (materiale, sociale e spirituale) non viene affatto considerata dai Kneale. La Istoria Logicii del rumeno Anton Dumiutriu detiene il record di essere la storia della logica più estesa che si conosca. Essendo marxista dedica molto spazio ad Hegel, in questo mostrandosi agli antipodi rispetto al silenzio dei manuali anglo-americani, considera anche l’hegelianismo italiano. Hegel parte dall’esigenza di considerare, dato un concetto o elemento, il suo negativo. Ma perché è necessario questo passo? Perché Hegel pone il negativo o annullamento di un concetto dato in partenza? Ma perché un concetto, poniamo A, necessariamente è A e non certo non A, pertanto pensando A debbo associarlo a ciò che non è, vale a dire a non A; A e non A sono pertanto indissolubilmente associati. Il cambiamento perenne o il becoming o il das Werden del reale è fatto di concetti che richiamano il loro negativo. Hegel introduce poi la sintesi tra A e il suo negativo che toglie gli opposti e genera un concetto B che li sintetizza negando la negazione. Il movimento del tutto consiste nel connettere un singolo al tutto e ciò trova la sua espressione logica nel sillogismo che non è quello aristotelico ma è il sillogismo come espressione della razionalità del tutto, mediante cui la parte si connette al tutto. Il particolare si connette all’universale anzi è l’universale. Questo logico marxista auspica che prima o poi si arrivi ad un Organon dialettico e così conclude: It seems quite reasonable to make the hypothesis that in the next century tha Dialectic Organon will be ready, if this is a real possibility. Osserva però Antonino Noto che il peso della logica di Hegel sulla vita e sugli aspetti della vita contemporanea fu enorme: Bisogna anzi considerare un grave difetto che nelle due più grandi opere di storia della logica [si riferisce alle storie della logica di Bochenski e dei Kneale] non si tenga in nessuna considerazione il contributo diretto o indiretto fornito dalla logica trascendentale [di Kant] e da quella dialettica [di Hegel] alle ricerche nel campo logico5. 5 Noto, op. cit. p. 18. © PRISMI on line 2013 2013 pagina 3 prismi.liceoferraris.it Errori e ambiguità della logica-dialettica hegeliana Si può obiettare che non è corretto sottoporre al vaglio della logica moderna, al criterio analitico, un pensiero, come quello hegeliano che appartiene all’Ottocento. Ma è solo grazie agli strumenti che ci mette a disposizione la logica che possiamo meglio capire la sua validità. Inoltre la logica di Hegel si perpetua attraverso sostenitori e interpreti fino ad oggi, avevamo detto di Lenin, ma occorre ricordare i dialettici contemporanei. Hegel è ritenuto il modello di una filosofia della contraddizione. Una terza considerazione è relativa all’odierno insegnamento scolastico di Hegel di cui si diceva prima: la filosofia nel vissuto esistenziale dei giovani è percepita come assolutamente contemporanea, con tutto quel che ne consegue. Marie Hegel da vecchia Prima di vedere i limiti e difetti, dal lato formale, della logica dialettica hegeliana vediamone i pregi. Hegel vide l’incompiutezza della vecchia logica di Aristotele che Kant dava per compiuta e insuperabile e tentò di superarla però con metodi inaccettabili. Hegel voleva riformare la logica e dare sistemazione a tutta la tradizione dialettica a lui precedente. Ma osserva Antonino Noto che: • “Il vero difetto della logica hegeliana non è quello di essere un’ontologia ma, ci si scusi il termine un po’ forte, un miscuglio di metafisica, logica, epistemologia, metodologia ecc., in cui per di più categorie di origine e natura diversissime (talune ontologiche, come ‘divenire’; altre fisiche e biologiche come ‘meccanismo’, ‘vita’; altre logiche come i principi di identità e non-contraddizione; altre metalogiche come quelle di concetto, giudizio) vengono messe sullo stesso piano e per di più dialettizzate e derivate le une dalle altre con metodi e passaggi poco convincenti se non anche arbitrari”6. È tempo di considerare più analiticamente i difetti della logica di Hegel: • Hegel critica il principio di identità, fattore che colpisce molto per il suo carattere di rivoluzionarietà, ma Hegel valuta erroneamente il principio d’identità nel senso che crede che tale principio prescriva come validi solo i giudizi taulogici ma tale principio non è a base della logica classica caso mai lo fu per la scuola megarica; • Hegel critica il famoso principio di non-contraddizione (secondo cui è impossibile che una cosa sia e non sia nello stesso tempo, enunciato da Aristotele) ma non distingue però tra contrarietà e contraddizione, ritenendo a torto la vecchia logica fondata su una concezione eleatica della realtà; • Hegel respinge il tertium non datur (secondo cui una cosa è così oppure no, non c’è altro terzo), ed è respinto sulla base che si introduce appunto un terzo; dato A e il suo negativo o opposto non A, ottengo la sintesi degli opposti; ma la sintesi B non è questo tertium ottenuto ma (ambiguamente) o è un medio tra contrari (nota comune a termini relativi) o un genere che ingloba le specie anche diverse tra loro, un genere comune a specie opposte, cose ammesse dalla vecchia logica Aristotelica; 6 Noto, op. cit., p. 22. © PRISMI on line 2013 2013 pagina 4 prismi.liceoferraris.it • Hegel parla di sintesi degli opposti, di congiunzione di affermazione e negazione ma con tutta probabilità non ne vide bene le implicazioni; la Sintesi dialettica è ambigua: ora è la tesi che ritorna se stessa dopo la doppia negazione; ora è l’uno e l’altro degli opposti ora né l’uno né l’altro, la sintesi infatti è concepita come negazione o congiunzione o disgiunzione delle due opposte nozioni o classi o proposizioni; • Corollario. Un logico americano osserva: “Che ci siano situazioni in cui operano forze contrarie questo deve essere ammesso ( … ). Ma chiamare queste forze in conflitto contraddittorie significa usare una terminologia poco rigorosa e 7 inadeguata” ; • Corollario. Questi aspetti della logica dialettica hegeliana nei manuali liceali sono presentati senza il minimo ausilio o confronto o commento della logica moderna; al delirio hegeliano aggiungono altro delirio; • Hegel pone il principio dell’unità degli opposti vale a dire la negazione del principio di non contraddizione, ma per la legge dello Pseudo-Scoto asserire questo principio equivale a rendere impossibile ogni discorso o lecita qualsiasi affermazione; • Hegel col principio precedente ritorna alla tesi e non ad un terzo valore cosa che Hegel respinge; • Hegel non arriva a distinguere somma e prodotto tra classi, confonde classe vuota e classe totale; • Hegel non intravede la possibilità di un terzo valore oltre il vero e il falso, Hegel è legato alla logica tradizionale bivalente; • Hegel pone un tertium che non è ben fondato come visto è la negazione della negazione id est la tesi di partenza, col risultato che “l’idea componendo tutte le sue contraddizioni ritorna a se stessa”, la sintesi decade a tesi; • Hegel non attribuisce alla logica carattere formale e combattendo il formalismo fu di ostacolo al sorgere della logica formale pur rivelandosi utile per lo studio del divenire storico-sociale; • Hegel tratta dell’essere e dell’essenza prima sul piano oggettivo o metafisico poi sul piano soggettivo o logico, non distinguendo tra linguaggio oggetto e metalinguaggio, confondendo i due piani e derivando arbitrariamente il secondo dal primo; • Hegel nonostante le sue pretese rivoluzionarie e innovatrici di intervenire e modificare la vecchia logica (aristotelica) ne riprende la distinzione classica di concetto, giudizio e sillogismo e le classificazioni di concetti, giudizi e sillogismi; • Hegel distinguendo tra concetti universali, particolari e individuali non distingue tra argomento e funzione, individui e classi, tra funzione e quantificatori; • Hegel accoglie da Kant la tavola dei tipi di giudizi ma mette insieme senza opportune premesse tipi di giudizi diversi tra loro che appartengono a rami della logica diversi e che andrebbero spiegati, vale a dire giudizi assertori, giudizi quantificati e giudizi modali; • Hegel vuole riformare la logica ma considera i vari tipi di sillogismo considerando forma tipica il sillogismo con un termine singolare e “tentando sulla sua base di derivare le varie figure ponendo come medio ora l’universale ora il particolare ora lo stesso individuale”8; 7 Si tratta di Irving Copi. Copi Copi Irving – Cohen Carl, Introduzione alla logica, presentazione di Gabriele Lolli, traduzione di Gabriele Lolli, Il Mulino, Bologna, 2004. Titolo originale: Introduction to Logic, 1964. 8 Noto, op. cit. p. 373. © PRISMI on line 2013 2013 pagina 5 prismi.liceoferraris.it • • • • • • 9 Hegel “non fa che differenziare concetti giudizi e sillogismi in base a presunti criteri assiologici e non in base ai caratteri logico-formali, cosicchè per esempio veri autentici concetti sarebbero quelli di casa o di Stato ma non quelli di pianta o animale, e autentici giudizi non sarebbero tutte le proposizioni assertorie in senso lato o dichiarative bensì solo le affermazioni non empiriche e, soprattutto le proposizioni valutative: per esempio ‘Cesare passò il Rubicone ‘ non sarebbe un giudizio.”9 Hegel considera l’essere come categoria assoluta non sospettando minimamente la molteplicità dei significati e delle funzioni logiche del verbo ‘essere’ (in senso esistenziale esprime una quantificazione, ma ha anche altri significati, attribuzione, identità, inclusione, appartenenza); Hegel commette l’errore più grave (non sono pertanto i primi visti ad esser i peggiori che negavano le tre leggi logiche classiche) vale a dire quello di porre l’identità tra soggetto e predicato, ‘Socrate è uomo’ asserirebbe l’identità tra Socrate e l’umanità. Hegel confonde l’individuo con la classe, l’argomento con la funzione, Socrate non è l’umanità ma l’individuo che appartiene alla classe uomo. Hegel esprime la dissoluzione dell’individualità. Corollario: l’identificazione dell’individuo con il tutto esprime l’identificazione del capo con lo Stato tipico delle dittature tedesche russe e italiane del novecento; Hegel assume la relazione soggetto-predicato considerando il predicato monadico, ignorando i predicati a due o tre posti, nel senso che Hegel crede che tutto quello che si dice può essere espresso solo dalla frase del tipo soggetto-predicato. Hegel assume come assoluta la legge della duplex negatio, non da tutti accettata. Noto, op. cit., p. 373. © PRISMI on line 2013 2013 pagina 6 prismi.liceoferraris.it TESTI Abbagnano Nicola, Storia della filosofia, vol. 4, Il pensiero moderno: dal Romanticismo a Nietzsche, Istituto Geografico DeAgostini, Novara-Gruppo Editoriale L’Espresso, Roma 2006, pp. 686. 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Pericoli immaginari e rischi reali vecchie paure e nuove complessità, Garzanti Libri-Gruppo editoriale Mauri Spagnol, Milano 2012, pp. 220. © PRISMI on line 2013 2013 pagina 7 prismi.liceoferraris.it