HEGEL – La filosofia della storia

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Prof. Diego Manetti
Filosofia
HEGEL – La filosofia della storia
Alla filosofia della storia Hegel dedica le Lezioni sulla filosofia della storia, poi
raccolte e pubblicate dai suoi allievi. Secondo Hegel, muovendo dal principio che
lo spirito si realizza nella storia, è ovviamente possibile una spiegazione razionale
del vicenda storica, e quindi una vera e propria filosofia della storia.
Hegel afferma una tesi davvero singolare: "La ragione governa il mondo." E
spiega: siccome la storia è opera dello spirito oggettivo, quindi dello stesso
Assoluto, e sappiamo che questo non può agire che in modo razionale, ecco la
dimostrazione. Anche quando si verifica un male, dice Hegel, si tratta solo di un
male transitorio e necessario, perchè anch'esso concorre alla realizzazione di
un bene maggiore.
L'idea di un progresso lineare, tipica dell'illuminismo, viene qui sostituita da
quella di un progresso dialettico, che contiene sempre un lato negativo
necessario. "Noi vediamo - scrive Hegel - un enorme quadro di eventi e di azioni,
di infinitamente varie formazioni di popoli, stati, individui, in un succedersi
instancabile... dappertutto vengono proposti e perseguiti fini... Diffuso su tutti
questi eventi e casi noi vediamo un umano agire e soffrire, una realtà nostra
dovunque e perciò dovunque una inclinazione o un'avversione del nostro
interesse... Talora vediamo il più vasto corpo di un interesse generale procedere
con maggiore difficoltà, e disgregarsi lasciato in preda ad infinito complesso di
piccoli rapporti; talora vediamo nascere il piccolo da un enorme dispiegamento di
forze, e l'enorme da ciò che appariva insignificante...e se una vien meno, ecco che
un'altra ne prende il posto... dalla morte sorge nuova vita."
E qui si innesta il vero nocciolo della filosofia hegeliana della storia, ovvero che il
Weltgeist, lo Spirito del mondo, lo stesso Assoluto, si incarna volta per volta
nei singoli popoli, formando in ciascuno lo spirito del popolo, diventando così il
soggetto che esprime la civiltà, il costume, il contributo di ciascun popolo alla
storia del mondo. In ogni fase storica c'è un popolo che domina, anche attraverso
la guerra, su tutti gli altri: ciò significa che in quel momento quel popolo è lo
Spirito del mondo. E quando la missione sarà compiuta, quando quel popolo sarà
giunto al suo declino, allora lo Spirito lo abbandonerà e si incarnerà in un altro
popolo, e così via, in un processo progressivo, dove chi prevale è sempre
migliore di chi soccombe.
Scrive Hegel: "Ma pure quando consideriamo la storia come un simile
mattatoio, in cui sono state condotte al sacrificio la fortuna dei popoli, la
sapienza degli stati e la virtù degli individui, il pensiero giunge di necessità anche
a chiedersi in vantaggio di chi, e di quale finalità ultima, siano stati compiuti
così enormi sacrifici." Dopo aver descritto la storia come un incessante
mutamento, dove la morte segue la vita e la vita la morte, lo spiega come un
concetto "orientale", come la fenice mitica, che eternamente si distrugge nel
rogo, ed eternamente risorge dalle sue ceneri. Ma questa visione della fenice,
prosegue Hegel, non appartiene all'occidente. "Per noi", cioè noi tedeschi, noi
europei, noi americani, la storia è una storia dello spirito il quale, se si
autodistrugge, non si ripresenta mai nella stessa forma, ma riappare
"accresciuto e trasfigurato".
In questo quadro si colloca la geniale trovata hegeliana dell'astuzia della
Ragione (List der Vernunft). Se la storia del mondo è guidata da una mano
invisibile, significa che tutti gli uomini hanno funzione subalterna, e qualunque
cosa facciano, fanno la volontà superiore. Credono di agire liberamente, motu
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proprio, in realtà agiscono per conto terzi, cioè per l'ineffabile spirito motore
del mondo. Per Hegel, alcuni individui non fanno che conservare i costumi del
proprio popolo, e questi sono la maggioranza; altri, una piccola minoranza, lo
trasformano, facendo progredire la storia del mondo. Hegel li chiama "individui
cosmico-storici". Sono i grandi protagonisti della storia, come Alessandro,
Cesare e Napoleone.
Tutti, gli uomini, grandi o piccoli che siano, secondo Hegel, contribuiscono a
realizzare fini ad essi estranei, secondo il disegno superiore che si serve di loro
anche calpestando i loro fini particolari. Ecco come entra in gioco l'astuzia della
Ragione, che governa il mondo in modo ovviamente provvidenziale. L'astuzia della
ragione è quindi la capacità dello Spirito di usare la fiera delle umane vanità per
dimostrare sempre qualcosa di nuovo, qualcosa che realizza il regno di Dio in
progress.
E, paradosso tra i paradossi, dopo aver mostrato che l'uomo si crede libero, ma
è solo una marionetta nelle mani dello Spirito, Hegel riesce a teorizzare
esattamente il contrario, ovvero che lo scopo dello Spirito è la realizzazione della
coscienza di sé che si esprime nella libertà. Il culmine del processo storico è
toccato, secondo Hegel, dalla realizzazione dello Spirito nel mondo cristianogermanico. Cioè nella monarchia prussiana, destinata a chissà quali grandi
imprese.
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