Valutazione economica del progetto
Corso del prof. Stefano Stanghellini
Elementi di Economia Pubblica
Economia pubblica
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L’Economia pubblica è quella branca della scienza economica che spiega
come vengono compiute scelte e allocate risorse avendo come riferimento i
beni pubblici (pubblici dal punto di vista economico, non giuridico).
Dell’Economia pubblica fa parte anche l’Economia ambientale, che ha per
oggetto i beni ambientali, un sottoinsieme dei beni pubblici.
Beni privati: definizione
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Per i beni privati abbiamo:
x = x1 + x 2 + … + x n
z
z
dove
x rappresenta la quantità totale consumata del bene
x1, x2, xn sono le quantità consumate dai singoli individui
Il bene è divisibile fra i consumatori. L’aggiunta di uno o più consumatori
comporta un incremento della quantità totale del bene consumata, poiché il
consumo del bene privato da parte di un individuo è incompatibile col
consumo del bene operato da un altro individuo.
Beni pubblici: definizione
z
I beni o servizi pubblici sono detti anche a consumo collettivo, e sono
caratterizzati dal fatto che il loro consumo da parte di un individuo è
compatibile – e dunque non è rivale – con quello di altri soggetti:
x = x1 = x 2 = … = x n
dove
z
z
x rappresenta la quantità totale consumata del bene
x1, x2, xn sono le quantità consumate dai singoli individui
In altri termini: l’aggiunta di uno o più consumatori non comporta un
aumento di costo nella produzione e/o distribuzione del bene o servizio stesso.
Pertanto, il bene pubblico può essere goduto contemporaneamente da
consumatori diversi:
„
„
senza che sia possibile impedire loro il consumo del bene
senza che venga diminuita l’utilità ritraibile da ciascuno di essi
Beni pubblici: caratteristiche
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La prima caratteristica che distingue un bene pubblico da un bene privato è
costituita dalla non rivalità nel consumo: i beni pubblici si caratterizzano per il
fatto che la loro fruizione da parte di un individuo non è incompatibile – per
questo si dice “non rivale”– con la fruizione da parte di altri individui.
La seconda caratteristica è costituita dalla non escludibilità nel consumo, che
indica l’impossibilità – o comunque la difficoltà – di escludere determinati
individui dalla fruizione del bene.
La non escludibilità può essere
„
„
tecnica:
l’esclusione non è tecnicamente possibile (es. fruizione di un
paesaggio, di una spiaggia);
economica: l’esclusione comporta un costo troppo elevato (es. accessibilità ad un
centro storico).
Beni pubblici e beni privati: uno schema
Beni misti: ancora uno schema
non rivalità
Beni pubblici puri
Paesaggio
Piazza di un
centro storico
rivalità
Lezione
universitaria
Personal computer
Studio professionale
Beni privati puri escludibilità
Titolo professionale
di architetto
non escludibilità
Esternalità
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Un altro concetto fondamentale nell’economia pubblica è costituito dalle
esternalità:
„
gli effetti – vantaggiosi (esternalità positive o economie esterne) o svantaggiosi
(esternalità negative o diseconomie esterne) – provocati sull’attività di
produzione o di consumo di un individuo dall’attività di produzione o di consumo
di un altro individuo, che non si riflettono sui prezzi pagati o ricevuti.
(Fonte: Brosio, Economia e finanza pubblica)
Esternalità positive e negative
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Tra le esternalità positive figurano l’incremento dei valori immobiliari in
presenza di risorse storico-architettoniche, lo sviluppo locale indotto dalla
presenza di attività commerciali, ecc.
Tra le esternalità negative figurano i danni a beni storici prodotti dal
sovraffollamento turistico, l’abusivismo edilizio nelle zone di pregio
paesaggistico, l’inquinamento idrico connesso con l’uso di pesticidi in
agricoltura, ecc.
Rapporto tra beni pubblici ed esternalità
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L’esistenza di esternalità, ovvero effetti esterni positivi e negativi, è
connessa alla natura dei beni pubblici, beni a consumo collettivo non rivale
e non escludibile.
Ad esempio, l’abusivismo edilizio nelle zone di pregio paesaggistico:
„
„
è una attività di produzione da parte di alcuni individui, che genera esternalità
negative, ovvero effetti sull’attività di consumo di altri individui, in quanto impedisce
a questi ultimi di godere del paesaggio;
tali esternalità non si riflettono in un prezzo pagato per esse, e ciò è connesso
proprio al fatto che il paesaggio costituisce un bene a consumo collettivo.
Valore dei beni pubblici
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Il valore dei beni privati è dato da:
Vm = f (D, O)
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Il valore dei beni pubblici è invece rappresentato da:
V = f (Utilità Sociale)
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Le preferenze circa il consumo di beni e servizi pubblici non sono rivelate dai
consumatori attraverso il prezzo : beni e servizi sono “senza mercato” e
dunque “senza prezzo”.
Valore di scambio, d’uso e di non uso
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I beni pubblici, per gli elementi che li caratterizzano, non hanno un mercato di
riferimento in cui si determinano i prezzi; sono dunque privi di un valore di
scambio, ma possiedono comunque un valore d’uso.
Oltre al valore di scambio e al valore d’uso, gli autori che si sono occupati della
materia individuano i seguenti valori di non uso:
„
valore di opzione
„
valore di esistenza
„
valore di lascito
ovvero il valore connesso ad un ipotetico utilizzo futuro
del bene;
ovvero il valore connesso alla semplice esistenza del
bene slegato dalla possibilità di utilizzarlo o meno;
ovvero il valore attribuito alla possibilità di utilizzo del
bene da parte delle generazioni future.
L’insieme dei valori d’uso e di non uso dà luogo al Valore economico totale
(Vet)
Una provocazione
Il valore del Campanile di S. Marco
Ricavi annui
Visitatori anno, di cui:
Entrate gratis
Entrate ridotte
Biglietti ridotti
Biglietti interi
Totale ricavi
n.
380.000,00
22.000,00
38.000,00
38.000,00
320.000,00
Euro
3,00
6,00
Costi annui
Spese manutenzione e gestione ascensore
Enel
Pulizia
Manutenzione ordinaria
Spese personale
Totale costi annui
Euro
114.000,00
1.920.000,00
2.034.000,00
Euro
150.000,00
30.000,00
30.000,00
12.000,00
240.000,00
462.000,00
Costi manutenzione straordinaria (ogni 15 anni)
Ponteggi
Tetto
Indagini geognostiche
Totale costi manutenzione straord. (ogni 15 anni)
Costi annui di manutenzione straordinaria
Euro
360.000,00
600.000,00
210.000,00
1.170.000,00
78.000,00
Reddito netto annuo
1.494.000,00
Valore di capitalizzazione
circa 100 miliardi di vecchie lire
49.800.000,00
saggio
3,0
Procedimenti di valutazione monetaria
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Esistono diversi procedimenti per la stima di beni che non hanno un mercato di
riferimento, e dunque per la stima dei valori – d’uso o di non uso – non legati
allo scambio.
Si tratta di procedimenti fondati sulla nozione di surplus del consumatore,
ovvero la differenza tra la massima disponibilità a pagare per un bene e la
spesa effettivamente sostenuta per fruirne.
Variazione del surplus
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Prima di un progetto pubblico
P
il bene è acquistato al prezzo
p’ in quantità q’.
z
Dopo si acquista la quantità q’’
al prezzo p’’.
z
p’
D’
Prima del progetto il surplus
del consumatore era
rappresentato dal triangolo
D’’
p’’
Pp’D’.
z
Dopo il progetto il surplus
diventa Pp’’D’’.
q’
q’’
Q
Surplus del consumatore
P
prezzo
Q
quantità
D
funzione di domanda
P
p’
C
D
S
costo sostenuto dal
consumatore
S
surplus del consumatore
C
q’
Q
Articolazione dei procedimenti di
valutazione monetaria
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Tra i procedimenti di valutazione monetaria di tipo indiretto figurano
„
„
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il procedimento edonimetrico
il procedimento del costo di viaggio
Tra i procedimenti di valutazione monetaria di tipo diretto il più
frequentemente utilizzato è costituito dalla
„
valutazione contingente
Riferimenti bibliografici
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A. Realfonzo (1994), Teoria e metodo dell’estimo urbano, Nis, Roma, capitoli 7
e 9.
G. Brosio (1993), Economia e finanza pubblica, Nis, Roma.
G. Stellin e P. Rosato (1998), La valutazione economica dei beni ambientali:
metodologia e casi di studio, Città Studi, Torino.