D6) Illustrare il fenomeno dell’attività ottica dei composti chirali. Gli isomeri sono composti che hanno la stessa formula molecolare ma diversa formula strutturale, ne conseguono quindi diverse proprietà fisiche e chimiche. L’isomeria può essere classificata in: COSTITUZIONALE : di CATENA di POSIZIONE di FUNZIONE ISOMERIA STEREOISOMERIA CONFORMAZIONALE CONFIGURAZIONALE: GEOMETRICA OTTICA L’isomeria costituzionale: presenta una formula molecolare identica ma vi è una diversa disposizione degli atomi. L’isomeria conformazionale si ottiene ruotando i legami semplici carbonio-carbonio di una molecola. Ha un ruolo biologico importante per quanto riguarda gli idrocarburi ciclici. L’isomeria configurazionale Geometrica si verifica solitamente quando vi è la presenza di un doppio legame carbonio-carbonio. Per poter rompere il doppio legame si ha bisogno di una quantità di energia che non è disponibile e non essendo possibile una diversa disposizione degli atomi, si avrà un diverso orientamento. Per distinguere i due isomeri geometrici si utilizzano i prefissi –cis (due atomi o gruppi identici sono dalla stessa parte della molecola) e -trans (due atomi o gruppi identici sono in posizioni contrapposte nella molecola) L’isomeria ottica si riferisce a immagini speculari fra loro ma non sovrapponibili. Un esempio può essere dato da un oggetto che posto davanti ad uno specchio riflette la sua immagine, che è identica, ma presenta delle differenze. Coppie di molecole con tali caratteristiche sono definite enantiomeri. Quando due molecole sono enantiomeri, sono chiamate molecole chirali , solitamente si identificano come quelle molecole contenenti un atomo di carbonio che si lega a quattro atomi o gruppi molecolari differenti, di conseguenza tale carbonio viene definito: carbonio chirale. Le molecole chirali non presentano piani di simmetria che le dividono in due parti uguali. La chiralità di una molecola non è prerogativa del solo atomo di carbonio. Un esempio di oggetti chirali possono essere le nostre mani, le quali sono immagini speculari fra loro, ma non è possibile sovrapporle. Le molecole chirali oltre ad essere definite come enantiomeri sono anche dette antipodi ottici. Le proprietà fisiche possedute da queste molecole sono tutte uguali tranne, la capacità di ruotare verso sinistra o verso destra il piano caratteristico di un fascio di luce polarizzata e si definiscono otticamente attive. Anche le proprietà chimiche sono identiche, eccetto che, le interazioni avvengono fra molecole otticamente attive. La luce è costituita da onde elettromagnetiche, che vibrano su tutti i possibili piani perpendicolari alla direzione di propagazione del raggio. A differenza della luce naturale, la luce polarizzata vibra solo su uno degli infiniti piani possibili. Può essere ottenuta facendo passare la luce normale attraverso particolari sostanze definite polarizzatori, uno di questi è il prisma di Nicol (cristalli di calcite). Il prisma di Nicol è in grado di far passare solo le onde che oscillano su un piano ben preciso e la luce che ne emerge è polarizzata linearmente. L’interazione tra la luce polarizzata e un mezzo chirale determina una variazione sul piano di orientazione rispetto alla direzione di propagazione. L’attività ottica è la capacità di una sostanza otticamente attiva di far ruotare il piano della luce polarizzata, la distorsione generata è definita rotazione ottica o osservata. Lo strumento utilizzato per misurare la rotazione ottica è chiamato polarimetro e le sue componenti principali sono: due filtri polarizzatori i quali, con una determinata orientazione permettono di polarizzare la luce che li attraversa; un tubo con la soluzione in esame; un terzo filtro polarizzatore chiamato analizzatore, costituito da una sezione rotabile ed infine un goniometro che permette di misurare l’angolo di rotazione dell’analizzatore. L’angolo di rotazione dipende da diversi fattori chimici e fisici come: la concentrazione, la struttura della sostanza, il pH, la natura del solvente, la temperatura, la lunghezza d’onda luminosa e la lunghezza del tubo contenente la sostanza. Questi fattori sono stati standardizzati con un valore numerico definito come rotazione specifica (α), determinato dalla formula: [𝛼]20°𝐶 = 𝐷 rotazione ottica osservata Lunghezza del porta campioni x concentrazione del campione lunghezza = 1dm concentrazione= g/mL temperatura= 20°C lunghezza d’onda= tipo di solvente usato (D=sodio) La rotazione specifica è considerata una proprietà fisica delle sostanze. Un enantiomero in base al tipo di rotazione che determina sul piano della luce polarizzata viene definito: destrogiro se ruota il piano in senso orario e si indica con (+) e levogiro se ruota il piano in senso antiorario e si indica con (-). Nonostante si possa conoscere la configurazione D e L di un enantiomero, non esiste alcuna correlazione tra questa e il senso in cui gli enantiomeri ruotano il piano della luce polarizzata. È possibile conoscere il grado di rotazione solo con un esperimento per mezzo di un polarimetro, per questo il potere rotatorio specifico rappresenta un dato sperimentale.