TECNOLOGIE DI CONSERVAZIONE DEGLI ALIMENTI

TECNOLOGIE DI CONSERVAZIONE
DEGLI ALIMENTI
5
Luciano NETTUNO - ASL Napoli 1 Centro - Servizi Veterinari
TECNOLOGIE DI CONSERVAZIONE
DEGLI ALIMENTI
TRATTAMENTI IPERBARICI
HHP
Trattamenti tecnologici che prevedono
l’utilizzo di pressioni (P) superiori a quella
ambiente in grado di causare modificazioni
(struttura, attività, funzionalità) sui sistemi
cellulari e sui suoi componenti
macromolecolari
ALTE PRESSIONI IDROSTATICHE (pascalizzazione)
HHP
• L’uso delle alte pressioni idrostatiche
rappresenta uno dei più moderni processi
tecnologici applicati all’industria conserviera.
• Impiegata da tempo nella produzione di
ceramiche, acciaio e superleghe.
• 1899 prima applicazione sul latte ad opera
dello statunitense Hite
• 1924 applicazione nella lavorazione dei
succhi di frutta
• 1991 primi prodotti stabilizzati con questa
tecnica e commercializzati in Giappone
Si basano sul principio di Pascal
“una pressione esercitata su un liquido incomprimibile si
distribuisce uniformemente in tutte le direzioni e con la medesima
intensità in tutti i punti del liquido (pressione isostatica) e anche
sulla superficie di un corpo (alimento) immerso in quel liquido”
Al di là dei problemi tecnici legati alle macchine per produrre
alte pressioni, l’interesse delle industrie alimentari nei
confronti di questa tecnologia è cresciuta in seguito alle
esigenze del consumatore nei confronti di prodotti
alimentari con:
• Ottime caratteristiche organolettiche e nutritive e
sicuri dal punto di vista igienico-sanitario
• MINIMALLY PROCESSED FOOD
• Processi atermici
• L’unità di misura internazionale è il Pascal (Pa),
ma a livello industriale si utilizzano milioni di Pa
(MPa)
• 1 bar = 1 atm (0,9869 atm) = 1 kg/cm2 = 0,1 MPa
• 1 Mpa = 10 bar = quasi 10 atmosfere
• Nel settore industriale le pressioni idrostatiche sono
dell’ordine di 100-1.000 MPa
Camere di
compressione (contenitore in metallo a pareti spesse per reggere alla forza
impressa sul liquido da un generatore di pressione, rappresentato da un
sistema di pompe a stantuffo)
• Cicli di compressione (5-15 )
• Si possono trattare alimenti liquidi (direttamente) e
solidi (all’interno di confezioni sottovuoto)
Tecniche combinate
• alte pressioni idrostatiche e
-temperatura (alta o bassa)
-radiazioni ionizzanti
-confezionamento in atmosfera protettiva
-riscaldamento a microonde
-ultrasuoni (manosonicazione)
-ultrasuoni e temperatura (manotermosonicazione)
-batteriocine
EFFETTO SUI LEGAMI CHIMICI
• Legami covalenti: resistenti
• Legami a ponte idrogeno:sensibili
• Legami a ponte disolfuro:sensibili
• Legami ionici:sensibili
Quindi….
• Vitamine e piccole molecole: restano integri
• Proteine e carboidrati compl.: danno origine a
peptidi, aminoacidi, zuccheri semplici e composti
gelatinosi
EFFETTO DELLE HHP SULLE MOLECOLE
ORGANICHE
• Le vitamine non vengono modificate
• I glucidi (esosi - oligosidi) non vengono intaccati;
• i polisaccaridi gelificano (aumento della
digeribilità),
• Proprio per gli effetti ammorbidenti e gelatinizzanti
questa tecnologia trova svariate applicazioni nel
settore dell’industria alimentare (succhi di frutta,
marmellate, sughi, piatti precotti a base di carne, e
pesci)
HHP
Demolizione molecole grandi e complesse
Formazione di prodotti derivati
Variazione caratteri sensoriali (POS o NEG)
Variazione della Consistenza
EFFETTO DELLE HHP SULLE MOLECOLE
ORGANICHE:
Gli effetti rispondono ai principio fisico di
- LE CHATELIER“applicando una pressione ad un sistema
in equilibrio, saranno favorite quelle
reazioni che portano ad una riduzione di
volume, per limitare al minimo
indispensabile gli effetti della pressione e
ostacolate quelle che portano ad un
incremento di volume”
EFFETTO DELLE HHP SULLE MOLECOLE
ORGANICHE
ENZIMI
• Reazioni di fermentazione ritardate
• Attivazione ed inattivazione di enzimi:
-Pectinasi: attenzione all’effetto protettivo di zuccheri,
lipidi e proteine.
-Proteasi: aumenta l’attività con la pressione
(combinate a basse temperature)
-Polifenolossidasi: aumenta l’attività con la pressione
(Le polifenolossidasi risultano particolarmente resistenti
per questo il trattamento viene riservato ad alimenti
molto acidi o che vengono sottoposti a congelamento
per evitare la formazione di colorazioni anomale.)
Effetto delle HHP sui microrganismi:
•Schiacciamento degli strati di membrana
•Deformazione della parete
•Denaturazione enzimi di membrana
•Denaturazione proteine e sistemi di enzimi citoplasmatici
BLOCCO METABOLICO
EFFETTO LETALE
•DNA Mo = molto resistente alle HHP;
•Spore = più resistenti delle forme vegetative
e possono essere indotte alla germinazione;
quasi sempre esiste correlazione tra
sensibilità alle alte pressioni e sensibilità alle
alte temperature;
Per superare la resistenza delle spore:
•Si fanno susseguire più cicli di trattamento
a pressione (con o senza intervento di alte
temperature)
•Si stimola la germinazione con uno schoc
termico a 65°- 80°C prima del trattamento a
pressione
Non si conosce ancora il livello di trattamento a
pressione che inattiva le spore di clostridium
botulinum
Trattando un alimento a 400 Mpa a
70°C per 6 cicli successivi (ciascuno di
5 minuti) si riesce a distruggere le spore
di Bacillus con la stessa efficacia di un
tattamento unico a 600 Mpa per 1 ora.
GLI EFFETTI SENSORIALI SONO
MIGLIORI NEL PRIMO CASO
Tossine batteriche e micotossine
•Richiedono trattamenti piuttosto forti con
HHP;
•La tox botulinica può essere inattivata
parzialmente con dosi di 600 Mpa;
•Tra le micotossine, si sa che una dose di 500
Mpa per 1 ora a temperatura ambiente inattiva
l’ 80% della dose iniziale di patulina;
• Tra i vari microrganismi la sensibilità
alle HHP è molto variabile;
• Generalmente, le spore (fungine e
batteriche) sono più resistenti delle
forme vegetative;
• Lieviti e muffe sono molto sensibili alle
HHP ;
RESISTENZA DEI VIRUS alle HHP:
Dati
bibliografici indicano che
trattamenti > a 400 MPa sono in
grado di inattivare e/o eliminare la
infettività di virus quali:
• HIV
• Influenzali
• Herpesvirus
APPLICAZIONI HHP
• Pastorizzazione HHP: è possibile ridurre la carica
microbica di una matrice alimentare mediante
l’applicazione di blande HHP (<600 Mpa)
•
Necessità refrigerazione durante la successiva
conservazione
• Sterilizzazione HHP: necessita di estreme condizioni
di processo (P>1000 Mpa, tempi lunghi)
•
 Possibile mediante la combinazione P/T
(T= 50-60°C; P=500-600 Mpa)
HHP: resistenza di microrganismi
Effetto sinergico di HHP e
lacticin 3147 (una batteriocina)
Effetto su L. innocua at 30°C, 30 min.
• UHP e batteriocine
Trattamenti combinati con HHP e batteriocine
• hanno un effetto sinergico sia sui microrganismi
barosensibili che barotolleranti,
• le HHP rendono specie e ceppi altrimenti
resistenti più sensibili alle batteriocine;
• il danno subletale causato da HHP aumenta
l’effetto delle batteriocine
• combinazioni di HHP e batteriocine possono
• essere usate per uccidere spore in germinazione
POSSIBILI APPLICAZIONI INDUSTRIALI DELLE
ALTE PRESSIONI IDROSTATICHE
applicazione
Condizioni di processo
Esempi e risultati
Migliora la qualità dei prodotti a
base di frutta
300-400MPa, 1-5 min, 3040°C
Shelf-life di succhi di frutta e
gelatine che supera 1 mese in
refrigerazione
Aumento della shelf-life e migliore
qualità igienico sanitaria di prodotti
a base di carne
400MPa, 10 min, 50°C
Patè di fegato (durata 13gg in
refrigerazione)
Effetti sulla tessitura e consistenza
della carne fresca e prodotti
derivati
100-300MPa, 30min
Migliore aroma e consistenza di
impasti di carne e di pesce
(surimi)
Gelatinizzazione degli amidi
400-500MPa, 20-60 min, 4050°C
Aumenta la digeribilità degli
amidi da parte delle alfa-amilasi
umane
Intenerimento delle carni
100-150MPa, 4 min, 35°C
(60min, 60°C)
Adatto per carni prima e dopo il
rigor mortis
Miglioramento dei prodotti lattiero
caseari
450MPa, 15 min, 2-10°C
Aumenta la conservabilità dei
formaggi freschi
Miglioramento della congelazione
delle carni e del pesce
200MPa, -20°C, poi rapido
ritorno a pressione normale e
conservazione a -20°C
Si formano cristalli di ghiaccio
molto piccoli (migliore qualità
del prodotto congelato)
Radiazioni ionizzanti
RADIAZIONI IONIZZANTI
Agiscono in base al principio “della dispersione di COMPTON”:
+
• Un fotone collide con un atomo del materiale e vi
trasferisce parte della propria energia
atomico più esterno si stacca un elettrone
• ……………………e si forma uno ione
dall’orbitale
Interazione Radiazione materia
Sul percorso della radiazione primaria si forma una scia
(traccia – track) di specie radiolitiche ….
es. nei prodotti ricchi di H2O
….OH· H2O+· (e-aq) elettroni acquati, H202,,
… ed elettroni secondari con energia capace di formare
altri IONI
La radioattività
Alcuni isotopi sono instabili a causa di un rapporto
“non equilibrato” tra protoni e neutroni.
Tali isotopi, chiamati radioisotopi, raggiungono la stabilità
trasformandosi spontaneamente in un altro tipo di atomo con
emissione di energia sotto forma di radiazione.
Fenomeno chiamato RADIOATTIVITA’
La presenza di radiazioni è dunque indice di
trasformazioni che coinvolgono il nucleo di
particolari isotopi di alcuni elementi.
Le radiazioni sono il risultato di trasformazioni
della materia in cui gli atomi non conservano più
la loro identità.
esempio: il CO 60 prodotto per bombardamento
protonico del CO 59 decade a Ni 60
emmettendo
2 fotoni da 1,17 MeV e 1,33 MegaelettronVolt (MeV)
Tipologia delle Radiazioni
• Radiazioni  :
•
•
•
corpuscoli di carica elettrica
positiva, composti di
2 protoni e di 2 neutroni
•
•
Il numero di massa diminuisce di
4 ed il numero atomico di 2
238 U
92
234 Th
90
+42 alfa
Trasformazione dell’Uranio in Torio
Radiazioni :
Elettroni aventi velocità
diverse da un elemento
radioattivo ad un altro
L’origine delle particelle
beta – è stata accreditata
alla trasformazione di un
neutrone del nucleo in
protone e in elettrone
3215 P
3216 S+1 beta-
Trasformazione del fosforo radioattivo in zolfo
• Radiazioni +:
Radionuclidi artificiali che
possono emettere cariche
positive (positroni).
Trasformazione di 1 protone in:
1 neutrone
1 positrone
• 52 25 Mn
52 24Cr + +
Radiazioni :
Sono radiazioni di natura elettromagnetica non hanno
natura corpuscolare.
Radiazioni il cui potere penetrante è di gran lunga maggiore
delle altre radiazioni.
Quando un nucleo a seguito dell’emissione di radiazioni  e
 si porta in uno stato eccitato, nel ritornare allo stato
fondamentale emette la radiazione 
Si ha così l’assestamento del nuovo nucleo che comporta
un abbassamento di energia potenziale nucleare.
Radiazioni autorizzate per gli alienti
• Raggi gamma
• Raggi x
• Fasci di elettroni
Radiazioni a brevissima lunghezza
d’onda ed altissima energia
COBALTO 60 :
• Preferito per gli alimenti
• Facilmente disponibile
• Produce due tipi di raggi gamma ad alta
penetrazione
CESIO 137 :
• Emivita più lunga (30 anni)
• Può dare inquinamento per la sua
idrosolubilità
Radiazioni da fasci di elettroni
(non devono superare i 10 MeV)
Corrente di elettroni ad alta energia, sparati da
un cannone elettronico.
Stessa tecnologia del tubo catodico nel
televisore.
Gli elettroni possono penetrare negli alimenti
solo per pochi centimetri
i prodotti da trattare devono essere esposti in
strati sottili.
Una sottile schermatura metallica è sufficiente
ad impedire che gli elettroni fuoriescano
dalla camera di trattamento.
Non c'è presenza di materiale radioattivo.
RAGGI X
(non devono superare i 5 MeV)
Tecnologia, più recente, combina le proprietà delle due precedenti
Raggi X ad alta energia
possono essere prodotti se
un fascio elettronico incide
su un sottile foglio di metallo
•i raggi X hanno poter di penetrazione in un alimento simile a
raggi gamma quindi superiore ai fasci di elettroni.
• le sorgenti di raggi X possono essere accese e spente e non
necessitano di materiale radioattivo.
Unità di misura della dose di radiazione:
GRAY
• 1 Gray equivale ad una dose di energia
assorbita dall’alimento pari a 1 Joule/kg
ossia a 100 rad
• L’irragiamento
degli
alimenti
non
determina un aumento della loro
temperatura (Pastorizzazione a “freddo”)
• FAO e WHO ed il Codex alimentarius
consigliano di non superare, per gli
alimenti,
un limite max di 10 kGy di radiazioni
Secondo alcuni studi:
Non è necessario imporre un limite superiore di
dose per le seguenti evidenze scientifiche:
•Dosi > a 10 kGy non compromettono i valori
nutritivi;
•Assenza di rischi tossicologici;
•il processo è
“Self limiting” :
• le dosi necessarie per la eliminazione del
rischio biologico sono minori di quelle in grado
di compromettere la qualità sensoriale;
Alcune finalità ed intervallo di dosi di R.I.
dosi basse (< 1 kGy):
•Sterilizzazione di insetti e distruzione uova e larve
•Riduzione carica microbica di saprofiti (carni e pesci)
•Inibizione germogliazione tuberi e bulbi
•Induzione ritardo della maturazione di ortofrutticoli
dosi medie (< 10 kGy):
•Riduzione di batteri e funghi contaminanti carni pollame e pesce freschi
•Distruzione patogeni in alimenti deperibili e in alimenti congelati
•Induzione ritardo della maturazione di ortofrutticoli
•dosi medie (>10 kGy): (ancora non consentite)
•Sterilizzazione alimenti a bassa acidità in confezioni ermetiche
•Riduzione o eliminazione di contaminanti virali
• Per dosi fino a 10 kGy non è stata
osservate particolari danni alle
componenti nutrizionali (proteine,
carboidrati o grassi)
Tuttavia…
Le vitamine sono fortemente danneggiate
Prodotti radiolitici
• Prodotti di degradazione dell’alimento in seguito a
Trattamento con radiazioni ionizzanti
Componente
Prodotto
Proteine
Frammenti di peptidi, componenti solforati
Amidi
Zucchero
Gliceraldeide, diidrossiacetone, acido malico, formico
e glicolico.
Lipidi
Idrocarburi, esteri, ossido di carbonio, anidride
carbonica ecc..
Acqua
-
2-DCB (2-dodecil-ciclo-butanone), (e aq) elettroni
acquati, H202, H2O+·, OH·
Effetto delle R.I. sui microrganismi
• Rotture (doppie) dei filamenti del DNA
• Danneggiamento delle membrane
EFFETTO LETALE
La sensibilità varia, ed è legata al genere ed
alla specie di appartenenza
• La sicurezza igienica degli
alimenti trattati con radiazioni
ionizzanti è del tutto simile a
quella di alimenti sottoposti ad
altri sistemi, convenzionali o
innovativi, di condizionamento e
conservazione
VANTAGGI DELL’ IMPIEGO DI R. I. :
• Consente il trattamento di alimenti già
confezionati;
• Possono essere impiegate su prodotti già
congelati;
• Anzi, il trattamento di congelati consente di
utilizzare dosi più alte senza modifiche
delle caratteristiche sensoriali;
• Le r.i. consentono, in taluni casi, di
dissipare gli odori “off- flavour”;
Nell’ U.E. : autorizzati 23 impianti
(Belgio, Francia, Olanda, G.B., Italia, Germania, Spagna, Estonia,
Repubblica Ceca, Bulgaria,
Polonia, Romania
Prodotti di o.a più irradiati:pollame, cosce di rana,
gamberetti, albume d’uovo;
Paese membro maggiore utilizzatore: Olanda
==========================================
Nei paesi terzi: autorizzati 10 impianti
Nel mondo: più di 80 impianti pilota e commerciali
distribuiti in ~40 paesi
NORMATIVA - D.L.vo n°94 del 30/1/ 2001
(recepimento Dir.1999/2/CE e DIR. 1999/3/ CE)
•Autorizzazione per l’uso di sostanze radioattive
( art. 27, D.L.vo n° 230/1995 );
•Riconosc./registraz. Regg. CE 852 e 853 / 2004;
•Indicazione in etichetta, dicitura “irradiato”;
•Lista positiva dei prodotti trattabili alla dose max
10 kGy;
• fino al completamento della lista gli stati membri
possono continuare a produrre prodotti irradiati
preautorizzati;
Vincoli igienico sanitari per l’uso di R.I.
• non indurre radioattività nell’alimento;
• Garantire eliminazione di patogeni, loro
tossine e/o prodotti del loro metabolismo;
• Non privare l’alimento delle sue proprietà
nutritive;
• Non causare accumulo nell’alimento, di
composti di nuova formazione originati dalla
radiolisi dell’acqua, se questi possono avere
effetti tossici, mutageni o neoplastici;
• Salvo i ventilati effetti genotossici (in
fase di approfondimento) del 2-DCB (2dodecil-ciclo-butanone - derivato dalla
radiolisi dell’acido palmitico) i dati sin
ora raccolti indicano che gli alimenti
irradiati non sono pericolosi per il
consumatore
SCREENING
METODI QUALITATIVI
Conta diretta su filtro in
Pollo, maiale, manzo, camembert,
epifluorescenza - conta in piastra avocado, papaia e mango
DNA comet assay
Vari tipi di carni, semi, frutta secca,
e spezie
Luminescenza stimolata
elettricamente
Erbe, spezie, molluschi e crostacei
LAL test/conta gram negativi
Carni di pollo
SCREENING
METODI DI CONFERMA
Gascromatografia degli
idrocarburi
Pollo, maiale, manzo, camembert,
avocado, papaia e mango
Gascromatografia/spettometria di Pollo, maiale e uova
massa dei 2-alchilciclobutanoni
Risonanza di spin elettronico
dell’idrossiapatite
Pollo, manzo,trote,contenenti osso
Termoluminescenza
Erbe, spezie, gamberetti, patate,
frutta e vegetali
Risonanza di spin elettronico
della cellulosa
Mango papaia, uvetta essiccati
ALTRE TECNOLOGIE (atermiche)
• Applicazione di ultrasuoni;
• Campi elettrici o elettromagnetici
pulsanti ad alta intensità;
• Impulsi luminosi ad alta intensità;
In fase di messa a punto
PEF: campi elettrici pulsati
Impulsi elettrici possono essere
generati con circuiti composti da
• Una sorgente elettrica ad alto voltaggio
• Capacitori
• Interruttori ad alto voltaggio
• Una camera di trattamento
• Induttori e resistori per determinare la
forma dell’impulso
Sterilizzazione elettrica:
CAMPI ELETTRICI PULSANTI AD ALTA INTENSITA’ (PEF)
∆E = ∆V : d
•
•
•
E = intensità media del campo elettrico
V = potenziale elettrico
d = distanza tra gli elettrodi (piani o coassiali)
prodotto = dielettrico
•
Tecnologia e processo
•
•
•
Generatore di impulsi ad alto voltaggio
Camera di trattamento a flusso continuo (15-30 kV/cm per µ-ms)
Confezionamento asettico
•
Limitazioni:
•
•
•
applicabile solo a prodotti liquidi (∅ particelle <<< d)
efficace solo per cellule vegetative (membrana)
non efficace per enzimi
PEF: circuiti e impulsi
Onde con decadimento
esponenziale, quadrate, bipolari,
oscillanti.
Le onde di tipo esponenziale sono
le più facili da generare e quelle più
facilmente applicabili a
un vasto range di alimenti (succhi di
arancia, latte, uova liquide).
Quelle quadrate sono più
efficienti da un punto di vista
energetico ma richiedono circuiti
più complessi.
Quelle bipolari sono le più efficaci e
quelle oscillanti sono quelle che a
parità di consumo energetico
determinano il danno maggiore alle
membrane
Attrezzature PEF
PEF: campi elettrici pulsati
• Gli impulsi hanno una durata di micro o millisecondi e
vengono generati caricando e scaricando degli elettrodi
con un’intensità di campo di 15-80 kV/cm. Il tempo di
processo viene calcolato sulla base del numero di
impulsi moltiplicato per la loro durata.
• La letalità è proporzionale al tempo di residenza
dell’alimento nell’impianto o alla durata del trattamento.
• La tecnologia è particolarmente interessante per alimenti
liquidi che potrebbero essere danneggiati da trattamenti
termici o per i quali si vuole mantenere un sapore e un
aspetto più freschi.
• La tecnologia non ha ancora raggiunto applicazioni
industriali perché i risultati sono solo parzialmente
soddisfacenti.
Cinetiche di inattivazione con PEF
LnS=be(E-Ec)
be= costante di velocità del campo elettrico(cm/kV)
E = intensità del campo (kV/cm)
Ec = intensità estrapolata al 100% di sopravvivenza
LnS=-btLn(t/tc)
bt =costante di velocità (s-1)
t =tempo di trattamento totale (tempo
del singolo impulso moltiplicato il numero di impulsi)
tc = tempo estrapolato al 100% di sopravvivenza
S=k(n/tc) (E-Ec)
k è una costante empirica
PEF: meccanismo di azione
PEF: dimensioni cellulari e forza
critica del campo
Il campo richiesto per il
99% di inattivazione è
la critical field strength
PEF: permeabilizzazione di Lb. plantarum
PEF: forza del campo elettrico richiesta
per il 99% di inattivazione
1. B. subtilis, vegetative cells
2. Lb. brevis
3. Lb. plantarum
4. L. monocytogenes
5. E. coli
6. E. coli (cont.)
7. S. senftenberg
8. Y. enterocolytica
9. S. cerevisiae
10. Potato tissue cells
Fattori che influenzano l’effetto di
trattamenti PEF
• Fattori di processo
Forza del campo elettrico (kV/cm)
• Numero e durata degli impulsi
• Forma degli impulsi
• Temperatura iniziale
Parametri relativi al prodotto
• Composizione
• Forza ionica
• aW
• conduttività
PEF: danno cellulare
Notare la vacuolizzazione e la fuoriuscita di
materiale cellulare causata dal trattamento
PEF e stress
Applicazioni PEF negli alimenti
PULSED ELECTRIC FIELD
• Tecnica di stabilizzazione che non modifica le
caratteristiche organolettiche e nutrizionali
dell’alimento
• Utilizzata per risanare gli alimenti in superficie
• Tecnica utilizzata nel settore dell’ingegneria
genetica e delle biotecnologie (trasformazioni) in
cui la vitalità dei mo non viene compromessa
• Aumentando la durata e l’intensità del
trattamento i danni indotti sui mo sono
irreversibili (processo adatto alla stabilizzazione
degli alimenti)
PULSED ELECTRIC FIELD
• Alimenti allo stato fluido
• Impulsi di durata variabile da pochi microsecondi ad
alcuni millisecondi
• Alimenti non in diretto contatto con gli elettrodi
• Uso di membrane conduttrici ioniche ed immersione in
soluzioni elettrolitiche
• UTILIZZATO PER:
• Succo di mela, latte e zuppa di piselli
• Riduzione di Ca, K, Mg e K
• Non disattivano le spore
• NECESSITA’ DI ABBINARE IL TRATTAMENTO CON
LA REFRIGERAZIONE
PULSED ELECTRIC FIELD
• Durante il trattamento non si verifica nessun aumento di
temperatura (non ci sono danni legati al calore)
• Alterazione della parete cellulare, denaturazione degli
enzimi e formazione di pori (elettropori a livello della
membrana cellulare)
• L’efficacia del trattamento dipende da: caratteristica degli
impulsi, substrato (pH, forza ionica e conducibilità
elettrica), tipo di mo e caratteristiche delle camere di
trattamento.
• Ottimi risultati a livello di impianti pilota
• Costi elevati