Raffaella Ardau, Roberto De Lisa, Maria Del Zompo Sezione di Farmacologia Clinica Dipartimento di Neuroscienze “B. B. Brodie” Università degli Studi di Cagliari ASL 8 Si ringrazia per la collaborazione la Dott.ssa M. Rosaria Ruggiu, Direttore Sanitario dell'Azienda ASL8, Cagliari sommario 5 Che cos'è la farmacovigilanza? Storia della farmacovigilanza 6 Reazioni avverse da farmaci: le dimensioni del problema in termini di costi socio-economici Farmacovigilanza e buon uso del farmaco Le reazioni avverse da farmaci 7 Tipologia delle reazioni avverse 8 Classificazione in base alla gravità Il nesso di causalità 9 La segnalazione La farmacovigilanza in Italia 10 Legislazione in farmacovigilanza Cosa, come e quando segnalare 11 Che cos'è la Farmacologia Clinica 12 Farmacovigilanza attiva Conclusioni 13 Bibliografia - Links 14 La Farmacologia Clinica a Cagliari Farmacologia di consultazione e servizio di informazione sul farmaco 16 Appendice: (16) Box1: Il caso Talidomide - (17) Box2: Le fasi della sperimentazione clinica - (18) Box3: La sottosegnalazione delle reazioni avverse - (19) Box4: Legislazione in Farmacovigilanza (20) Tabella 1: Il progetto PSADE - (21) Algoritmo di Jones - (22) Scheda di segnalazione di sospetta reazione avversa 4 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza CHE COS'È LA FARMACOVIGILANZA? I l concetto di farmacovigilanza si fonda sull’assunto che nessun farmaco può esser considerato completamente sicuro ma risulta tale solo quando il rischio di comparsa di effetti indesiderati è accettabile. Il cuore della disciplina è lo studio degli eventi indesiderati dei farmaci dopo la loro commercializzazione. Il termine fu proposto nella metà degli anni '70, da un gruppo di farmacologi e tossicologi francesi per definire l'attività che andavano promuovendo: “la valutazione dei rischi di effetti indesiderati potenzialmente associati al trattamento farmacologico”. Le metodiche di farmacovigilanza sono improntate all'ottenimento di dati analizzabili sia in modo statistico che descrittivo. I dati sono rappresentati dalle reazioni avverse da farmaci, il cui riconoscimento e definizione è ambito applicativo della disciplina. La rielaborazione dei dati raccolti permette un ritorno informativo per i medici e per chiunque abbia interessi nell’uso del farmaco: farmacisti, personale infermieristico, ma specialmente per i pazienti. Quindi la farmacovigilanza è conoscenza incessante nel campo della terapia, è lo strumento di verifica della sicurezza dei trattamenti e dei rischi a cui esponiamo i pazienti, è una revisione critica dell'atto medico prescrittivo e al tempo stesso una strategia per ridurre al minimo i rischi. STORIA DELLA FARMACOVIGILANZA Nel 1951 si assiste alla prima pubblicazione di un testo dedicato agli effetti collaterali dei farmaci: il Meyeler's Side Effects of Drugs. Nel 1960 l'FDA inizia la raccolta delle segnalazioni di reazioni avverse. E' solo nei successivi anni '60 che si avvia anche in Italia un programma di farmacovigilanza a seguito dei devastanti effetti della somministrazione di Talidomide in gravidanza (Box 1) anche se una normativa sistematica sulla materia ed il conseguente avvio del sistema italiano di Farmacovigilanza risalgono all'inizio degli anni '80 (1). Grazie al sistema di farmacovigilanza, soprattutto internazionale, numerosi avvenimenti hanno mostrato i limiti della conoscenza dei farmaci al momento della immissione in commercio, celebre e attualissimo il caso della cerivastatina. 5 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza REAZIONI AVVERSE DA FARMACI: le dimensioni del problema in termini di costi socio-economici il 1993 sono stati ritirati 126 farmaci, molti dei quali a causa di gravi reazioni avverse (5). L’ambito sperimentale, per sua stessa definizione, non può fornire una esatta riproduzione delle condizioni reali: per il ristretto numero di pazienti, per i tempi di trattamento relativamente breve se rapportati all’uso cui poi seguirà nella pratica clinica, per la selezione degli individui. Raramente trial clinici di fase II o III includono pazienti anziani, donne in gravidanza, bambini. Inoltre l’uso concomitante di altre sostanze, non previste durante la sperimentazione, può modificare sostanzialmente il profilo di sicurezza di un farmaco. In questo senso, è necessaria l’esistenza di un presidio competente e capillare che provveda ad un costante monitoraggio delle condizioni d’impiego dei nuovi e dei vecchi farmaci. Negli ultimi anni si è cominciato a valutare il fenomeno delle reazioni avverse da farmaci in termini di costi sociali ed economici. Si stima che negli Stati Uniti il costo complessivo delle reazioni avverse da farmaci possa essere paragonabile a quello della patologia diabetica, oltre che rappresentare la quarta causa di morte per malattia (2). Secondo uno studio condotto estensivamente negli Stati Uniti in diversi presidi ospedalieri nel 1994, più del 6,5% dei pazienti è incorso in reazioni avverse gravi, cioè che causano prolungamento dell'ospedalizzazione o invalidità permanente o morte (3). Inoltre sempre negli Stati Uniti i costi connessi alla morbilità e mortalità causate da problemi farmaco correlati ammonterebbero a più di 76 miliardi di dollari annui. Gli alti costi sociali ed economici confermano l’urgenza e la necessità di una informazione costante ed approfondita in materia di farmaci e quindi di farmacovigilanza, che per svariati motivi nel tempo non è mai stata affrontata con l’incisività necessaria. LE REAZIONI AVVERSE DA FARMACI Con il termine Reazione Avversa si intende secondo il WHO International Drug Monitoring Programme: “una risposta ad un farmaco che sia nociva e non desiderabile e che si verifichi ai dosaggi normalmente impiegati nell’uomo per la profilassi, la diagnosi, o per la terapia di malattie, oppure per modificare funzioni fisiologiche”. Questa definizione seppure chiara ed efficace non descrive con la necessaria completezza la situazione clinica di una reazione avversa da farmaco, più propriamente indicata dalla seguente: “una reazione dannosa o sgradevole, derivante da un intervento connesso con l'uso di un prodotto medicinale, che predice il rischio derivante dall’uso futuro e richiede prevenzione o trattamento specifico, modifica del regime di dosaggio o la sospensione del farmaco stesso”(6). Questa definizione racchiude, oltre all’aspetto descrittivo, anche quello connesso con le problematiche di gestione delle reazioni avverse. FARMACOVIGILANZA E BUON USO DEL FARMACO Molti medici sono convinti che un farmaco una volta giunto in commercio possa dirsi del tutto sicuro. Tuttavia fino al 51% dei farmaci approvati presenta gravi reazioni avverse non note prima del loro uso nella pratica clinica quotidiana (4). La sperimentazione clinica (Box 2) fornisce un buon livello di garanzia per quanto riguarda l'efficacia e la sicurezza di ogni farmaco autorizzato all'immissione in commercio. Solo pochissime e selezionate molecole giungono alle fasi finali di sperimentazione. Pur con queste precauzioni un certo numero di farmaci viene ritirato dopo la commercializzazione. In Francia, Germania e Gran Bretagna tra il 1961 ed 6 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza Sono reazioni che si verificano con maggiore frequenza in una specifica popolazione trattata con un dato farmaco e possono essere messe in evidenza confrontando l'incidenza di un determinato evento in un gruppo verso una popolazione presa come controllo o verso la popolazione in generale. Di norma necessitano di svariati anni per essere messe in evidenza ed i pazienti devono essere stati esposti al farmaco per un periodo lungo, come accade per terapie croniche. Può essere presa come esempio l’aumento di incidenza di tumori al seno indotta da contraccettivi orali. Tali reazioni sono spesso intrattabili, ma una volta note possono essere prevenute. Tipologia delle reazioni avverse Tipo C Le reazioni avverse sono classificate in base alla tipologia: Tipo A, Tipo B, e Tipo C, ma anche Tipo D, Tipo E e Tipo F (7). Sono le reazioni avverse più frequenti e vengono definite dall’WHO come effetti collaterali. Sono piuttosto comuni e dose dipendenti. In gran parte sono prevedibili e quindi evitabili utilizzando dosaggi più appropriati per ogni singolo paziente. Esse possono derivare da un eccesso di azione farmacologica, oppure da una azione del farmaco che si esplica in sistemi diversi da quello ove si intenda agire. Ne sono esempi la sedazione da antistaminici H1, l’ipocaliemia da diuretici, l’ototossicità da aminoglicosidi. Queste reazioni di norma sono note prima dell’immissione in commercio di un farmaco, sono riproducibili con facilità in ambito sperimentale e sebbene frequenti, raramente mettono in pericolo la vita del paziente. Sono generalmente gestibili con riduzione della dose o la sospensione del farmaco, dopo aver considerato gli effetti della terapia concomitante. Tipo A Questa classificazione non ha dei limiti rigorosi; con il progredire delle conoscenze alcune reazioni classificate come del tipo B, potranno venire riconsiderate come A ed altre di tipo C in Tipo B, come dovute ad una particolare caratteristica della popolazione in studio. A questo schema tradizionale possiamo aggiungere altri tipi di reazioni avverse, come quelle di: Tipo D: dose dipendenti ma anche tempo dipendenti, che occorrono o diventano apparenti un po’ di tempo dopo l’uso del farmaco, come la discinesia tardiva da neurolettici. Queste reazioni sono spesso intrattabili e irreversibili. Tipo E: reazioni da sospensione, che occorrono subito dopo la sospensione di un farmaco, ad esempio l’ischemia miocardica da sospensione di beta bloccanti, o l’insonnia da sospensione di benzodiazepine. Queste reazioni si correggono in genere con la risomministrazione seguita da sospensione graduale. Tipo F: ultime ma non meno importanti sono le reazioni da insufficienza terapeutica, spesso legate ad interazione fra farmaci. Un esempio è la concomitante somministrazione di un induttore enzimatico insieme a contraccettivi orali, che può ridurre la loro efficacia. Queste reazioni in genere si correggono con un dosaggio più appropriato (8). Le reazioni di tipo B comportano talvolta un massivo coinvolgimento immunologico, insorgono solo in una minoranza di pazienti e sono di norma inaspettate ed imprevedibili. Sono peraltro difficili da identificare prima che un farmaco sia immesso in commercio, non sono correlate alla dose, sono spesso gravi e apparentemente non rappresentano una estensione dell’azione farmacologica. Ne sono esempi lo shock anafilattico da penicilline, la rabdomiolisi da statine, l’ipertermia maligna da anestetici, le anemie emolitiche in pazienti G6PD carenti. In questi casi oltre che la sospensione immediata del farmaco sarà necessario evitare la sua somministrazione in futuro. Tipo B 7 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza Le reazioni avverse sono anche classificate in base alla loro gravità. Qualsiasi manifestazione clinica sfavorevole che a qualsiasi dosaggio sia: fatale metta in pericolo di vita richieda il ricovero in ospedale oppure il suo prolungamento porti ad invalidità/incapacità persistente o significativa oppure sia un'anomalia congenita/un difetto alla nascita viene definito come Reazione Avversa Grave Non tutte le reazioni avverse da farmaco possono già essere note, sia per la loro tipologia che per la loro gravità, si parla in questi casi di: Reazione Avversa Inattesa che viene definita (direttiva del 2001/20/CE del Parlamento Europeo e del consiglio del 4 Aprile 2001): “Una reazione avversa la cui natura o gravità non concorda con le informazioni relative al prodotto (come… nel caso di un prodotto autorizzato, il foglietto illustrativo allegato…). Rimane bene inteso che anche le informazioni presenti nella letteratura accreditata costituiscono parte integrante della documentazione del farmaco, anche quando non presenti nel foglio illustrativo, che non sempre è aggiornato in tempo utile. mentale ed una corretta conduzione del colloquio col paziente, magari strutturato con domande specifiche, può indirizzare il clinico nella giusta direzione. Notizie sull’aggravamento, quando la dose del farmaco raggiunge lo steady-state, oppure, nel caso di una manifestazione di tipo allergico, la raccolta di notizie riguardante una sensibilizzazione precedente o eventuale familiarità per reazione avversa da farmaco, possono fornire dei validi sospetti. Schematicamente, una relazione causale in base a criteri e definizioni adottati internazionalmente, (WHO International Drug Monitoring Programme) si può definire: Il nesso di causalità. Qualsiasi segno sfavorevole o non voluto, sintomo oppure malattia, associata all’impiego del prodotto medicinale per coincidenza temporale, deve essere attentamente analizzato. Prima di stabilire se ci si trovi dinnanzi ad una Reazione Avversa occorre assicurarsi che il farmaco prescritto sia stato quello effettivamente assunto dal paziente ed alle dosi specificate. Occorre anche verificare che l’evento si sia manifestato dopo l’assunzione del farmaco e non prima di esso. In breve, l’anamnesi è come sempre fonda- improbabile possibile probabile quasi certa/molto probabile A queste definizioni, ognuna delle quali possiede un significato preciso e codificato, si può giungere utiliz- 8 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza zando algoritmi specifici (Figura 1), che tengono conto dell’intervallo di tempo trascorso dalla somministrazione e dal verificarsi dell’evento, del fatto che si tratti o meno di una reazione al farmaco già conosciuta, della presenza di eziologie alternative, come una malattia concomitante o un farmaco assunto in associazione, nonchè dalla regressione delle manifestazioni alla sospensione del farmaco (dechallenge positivo) e della ricomparsa ad una nuova somministrazione (rechallenge positivo). Stabilire una correlazione di un qualsiasi evento con un farmaco non è un’impresa semplice e in genere non alla portata del singolo clinico, specialmente se si tratta di eventi rari. Vi sono infatti parecchi fattori di confondimento che non permettono una diagnosi sicura. La diagnosi di Malattia da Reazione Avversa da farmaco si configura come una delle più difficili in campo medico. Secondo la metodologia corrente la segnalazione prescinde da una diagnosi certa di Reazione Avversa. L’orientamento internazionale è quello di raccogliere dati completi e di buona qualità e non forzare il medico ad una diagnosi di certezza. In poche parole non è necessario per effettuare una segnalazione di reazione avversa che sia stabilita una correlazione chiara e precisa. Al contrario, nelle schede di segnalazione apposite si propone al medico un percorso senza spingerlo ad una specifica attribuzione causale. errori, e di contatto con il Ministero della Salute. L’informatizzazione del Servizio per le segnalazioni di reazione avversa ha reso il sistema semplice e rapido: può sorvegliare tutti i farmaci e coinvolgere tutti i pazienti. La segnalazione non è certo l’unica metodologia di sorveglianza delle reazione avverse ma è sicuramente la più proponibile per il costo minimo e perché può essere applicata sempre e in tutto il territorio, con minimo impegno da parte del medico. Il sistema tuttavia soffre del limite di determinare una sottostima delle reazioni, principalmente a causa della sottosegnalazione (Box 3). I sanitari possono inoltre effettuare una selezione inconsapevole delle reazioni che segnalano, influenzati dalla cronaca del momento o dalla mancanza di conoscenza dello spettro di attività del farmaco, come può capitare proprio per i farmaci immessi di recente sul mercato. LA FARMACOVIGILANZA IN ITALIA In Italia esistono profonde lacune nello studio del fenomeno “Reazione Avversa”. Mentre in altre nazioni il sistema ha permesso di ricavare dati di ospedalizzazioni, costi in differenti reparti e strutture ospedaliere e non, in Italia non abbiamo a disposizione che pochi studi. Fra questi un passo importante è stato segnato dal progetto PSADE (Pronto Soccorso e Adverse Drug Events coordinato dal Prof. Achille Caputi dell’Università di Messina e a cui ha partecipato anche la Sezione di Farmacologia Clinica Dipartimento di Neuroscienze Università degli Studi di Cagliari) (Tabella 1) i cui dati, in elaborazione, permetteranno di avere uno spaccato sull’incidenza delle reazioni avverse che giungono all’osservazione dei Pronto Soccorso. La sottosegnalazione figura come un secondo grande ostacolo allo sviluppo di un efficiente servizio di farmacovigilanza nazionale che, per raggiungere i propri obiettivi, deve riuscire a garantire innanzitutto un numero congruo di report. Per far scaturire un LA SEGNALAZIONE La fonte di dati per gli studi di farmacovigilanza è la scheda di segnalazione di Reazione Avversa, (qui allegata) che deve essere compilata e spedita dal medico che ravvisi o sospetti una reazione avversa. Solo con un numero adeguato di segnalazioni sarà possibile cogliere un segnale d’allarme tempestivo. La segnalazione va inviata al Responsabile del Servizio Farmaceutico della ASL 8. Il responsabile del servizio di Farmacovigilanza per la ASL 8, sovrintende la parte di controllo della segnalazione, per eventuali 9 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza segnale d’allarme è necessario che si concentrino più segnalazioni che descrivano una stessa reazione avversa per un dato farmaco. Le segnalazioni devono anche essere di buona qualità, cioè con alto contenuto di informazioni. Nel 2000 al Ministero della Sanità sono pervenute circa 4700 segnalazioni di reazioni avverse da farmaci, con un tasso di segnalazione di 82,45 schede per milione di abitanti, che ci colloca agli ultimi posti in Europa, lontano dall’obiettivo di 300 segnalazioni per milione di abitanti rappresentante il gold standard per un efficiente servizio di farmacovigilanza (9). Recentemente la situazione sta migliorando con nuovi provvedimenti presi da parte del Ministero per potenziare il servizio di farmacovigilanza, sia in termini di personale che di visibilità, nonchè con interessanti iniziative, quali la revisione del Bollettino di Informazione sui farmaci e l’istituzione di un osservatorio permanente sui farmaci consultabile attraverso internet previa registrazione. (vedi appendice: indirizzi e links) COSA, COME E QUANDO SEGNALARE Nel compilare la scheda, il medico non deve chiedersi se la reazione sospettata può o meno essere verificata, poiché il sistema è stato creato per integrare le diverse segnalazioni e generare allarmi dalla valutazione di più rapporti provenienti da differenti fonti. Pertanto si chiede di notificare una sospetta reazione avversa ben sapendo che il sospetto non è certezza. Legislazione in farmacovigilanza La legislazione Italiana regolamenta la segnalazione spontanea (Box 4). Dal Dicembre 1987 la segnalazione spontanea è obbligatoria per legge ed è demandato alle ASL il compito di raccogliere le schede ed inviarle al Ministero della Sanità. I medici, i farmacisti e le aziende farmaceutiche sono tenute a segnalare ogni presunta reazione avversa della quale vengano a conoscenza nell’esercizio dell’attività professionale; la mancata segnalazione è punibile con sanzioni che vanno da 1 a 10 milioni di lire e con l’arresto fino a sei mesi. I tempi da rispettare per la comunicazione sono di tre giorni lavorativi per reazioni gravi e di sei per tutte le altre dal momento dell'avvenuta conoscenza, che si intende come il momento in cui il medico pone il dubbio diagnostico che quell’evento clinico sia una Reazione Avversa da Farmaco. Il Committe on Safety of Medicines (CSM) della Gran Bretagna, suggerisce come sia particolarmente impor tante, segnalare nelle seguenti situazioni: sospette reazioni avverse gravi. Con tale termine debbono intendersi le reazioni che sono fatali, mettono in pericolo la vita del paziente, determinano disabilità o che prolungano l'ospedalizzazione; sospette reazioni che possano rappresentare effetti ritardati dei farmaci; anomalie congenite; sospette reazioni a tutti i vaccini; sospette reazioni avverse nella popolazione anziana. 10 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza CHE COS'È LA FARMACOLOGIA CLINICA? La Farmacologia Clinica è una disciplina che studia gli effetti dei farmaci sull'uomo. Generalmente la figura professionale del Farmacologo Clinico è coinvolta, in qualità di consulente, nelle procedure relative alla approvazione dei farmaci. In altri paesi europei i Farmacologi Clinici gestiscono, insieme ad altri specialisti, i Centri Regionali di Farmacovigilanza che funzionano anche come Centri di Informazione sul Farmaco. La necessaria presenza di Farmacologi Clinici all’interno dei Comitati Etici locali, rende ragione del continuo aggiornamento sulla sperimentazione clinica in atto a livello regionale e nazionale. Le conoscenze specifiche scaturiscono, oltre che dalla preparazione clinica, da una preparazione farmacologica di base approfondita. Nozioni di statistica ed epidemiologia completano la formazione. Le acquisizioni da letteratura specialistica, la consultazione di estesi database dedicati ed altamente specializzati, rappresentano uno dei principali strumenti di lavoro. La conoscenza delle specifiche problematiche sull'utilizzo dei nuovi farmaci all'esordio della loro commercializzazione fa sì che il Farmacologo Clinico possa essere un utile supporto per i clinici operanti in diverse specialità, così come per i medici di medicina generale. L'interazione del farmacologo clinico esperto del farmaco e con conoscenze cliniche ed il clinico esperto della patologia e con conoscenze del farmaco permette l'ottimizzazione della terapia soprattutto in protocolli polifarmacologici complessi. Il Servizio di Farmacologia Clinica si pone come fonte istituzionale di informazione sul farmaco, sia per la collocazione di un farmaco nella terapia sia per una valutazione del rapporto rischi/benefici, basata sulla letteratura internazionale e sulle impronte della "Evidence Based Medicine". Il farmacologo clinico presta il proprio operato sia come coadiutore della diagnosi di reazione avversa, fornendo su richiesta notizie specifiche o generali, che come supporto nella scelta del tipo di management più adatto al singolo paziente. In genere la sospensione del farmaco incriminato resta in molti casi il presidio più efficace ed immediato, ma ciò non sempre è possibile. In molte situazioni non è possibile sospendere la somministrazione di trattamenti, come per malattie croniche o ancora nell’uso di farmaci salva-vita. Sarà quindi necessario trovare una alternativa di trattamento altrettanto efficace. Spesso il clinico possiede già le armi per affrontare queste situazioni, ma altre volte si rende necessario una revisione delle informazioni disponibili su uno o più farmaci di possibile impiego. La risoluzione di problemi analoghi, qui inquadrati per vie generali, è il target dell’attività della Farmacologia Clinica. Dal confronto con il clinico possono affiorare nuovi presupposti per la creazione di protocolli di ricerca intensiva su un qualsiasi fenomeno indesiderato, correlato all’uso di un farmaco. Questo tipo di approccio è definito come “Farmacovigilanza attiva” ed è proponibile a qualsiasi livello: singolo reparto, presidio ospedaliero, A.S.L. 11 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza FARMACOVIGILANZA ATTIVA La collaborazione attiva con il Servizio Farmaceutico della ASL 8 e dei vari P.O., permetterà la divulgazione e un ritorno di informazione dei dati raccolti. L'interazione del Farmacologo Clinico con gli specialisti permetterà di porre in atto un sistema di cosidetta "farmacovigilanza attiva". Il termine sta a significare la franca matrice descrittiva del progetto ove ad una specifica rilevazione del dato si affianca una immediata analisi. Il risultato dovrà tradursi in suggerimenti da impiegare nella pratica clinica. Per fare un esempio concreto, si può ipotizzare l'utilizzo dei dati di prescrizione ed uso di un farmaco in un qualsiasi reparto, per poi verificare le reazioni avverse presenti e modificare i comportamenti prescrittivi. In un secondo tempo si può passare all'analisi dei dati ottenuti, effettuando un confronto con i dati di efficacia e sicurezza attesi e quindi individuando procedure terapeutiche da modificare. Lo step seguente si incentra nel trovare una modifica della strategia terapeutica applicabile e quindi stabilire un intervento efficace. Questa metodica prende spunto dalla Evidence based-medicine ed è la chiave di volta della razionalizzazione terapeutica. In questo modo intendiamo sollecitare l’attenzione dei medici alla rivalutazione critica dell’efficacia e sicurezza dei farmaci ti alla segnalazione spontanea potranno essere superati. L’aggiornamento sulle problematiche farmacocorrelate dovrà integrarsi nella preparazione di ogni medico proposta da figure con competenza specialistica. La Farmacologia Clinica si propone in questo contesto come strumento di diffusione e promozione della conoscenza dei problemi farmaco correlati, garantendo una informazione indipendente. CONCLUSIONI La necessità anche in Italia di un sistema di farmacovigilanza efficiente, trae le proprie basi da una adeguata fonte di segnalazione, verosimilmente non ottenibile con obbligo legale, ma solo con una formazione pre e post laurea attenta a porre in rilievo i problemi degli effetti indesiderati da farmaci. L'impegno necessario ad ottenere un flusso di notizie e quindi dei reports efficaci e di qualità, deve essere incoraggiato con una informazione costante ed aggiornata. In questo modo i problemi ed i limiti lega- 12 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza BIBLIOGRAFIA 1. M. Peru, De Carli; LA FARMACOVIGILANZA; cap.23, Economia e Normativa del Farmaco-Trattato di farmacologia e terapia-UTET) 2. Morgan K., Morgan S., Quito N. Health Care State Ranking 1996. 4 th ed Lawrence, Kan: Morgan Quitno Press; 1996 3. Lazarou J. Pomeranz B.H., Corey P.N. Incidence of adverse drug reactions in hospitalized patients: a meta-analysis of prospective studies. 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Drug Safety 2001; 24(1): 1-7). LINKS www.farmacovigilanza.org Sito web della Sezione Clinica della Società Italiana di Farmacologia per "incentivare la segnalazione delle reazioni avverse da farmaci in Italia. www.drugsafety.com www.eudra.org Sito dell'EMEA (Agenzia Europea per la valutazione dei Farmaci) www.fda.gov Sito della FDA (Food and drug administration) www.sanita.it Sito del Ministero della Salute. www.u444.jussieu.fr/flahault/vigiweb-pop POP : Portal Open On Pharmacovigilance 13 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza LA FARMACOLOGIA CLINICA A CAGLIARI La Farmacologia Clinica di Cagliari, Sezione del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università degli Studi di Cagliari, in convenzione con la A.S.L. 8 Sardegna, opera presso il P. O. S. Giovanni di Dio. La struttura, che comprende personale ospedaliero e universitario, oltre a svolgere l’attività clinica istituzionale nei propri ambulatori, offre i seguenti servizi (dietro presentazione di regolare impegnativa del medico di base o richiesta di consulenza da un altro reparto): Farmacologia di consultazione Informazione sul farmaco Ricovero in DH (anche per sospetta Reazione Avversa da Farmaci) Farmacologia di Consultazione e Servizio di Informazione sul Farmaco svolta dal Servizio di Farmacologia Clinica La necessità di un approfondimento delle proprie conoscenze verso un qualsiasi farmaco può nascere dall’esigenza di un consulto immediato, mirato alla risoluzione di un problema clinico, come una qualsiasi consulenza specialistica, ma anche dall’interesse verso un singolo farmaco per scopi di aggiornamento. L’atto prescrittivo ponderato e accuratamente valutato, rappresenta il primo passo verso una corretta gestione delle reazioni avverse e dovrà sempre più assimilarsi all’atto diagnostico: pari tempo e mezzi. 14 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza La Farmacologia di Consultazione e il Servizio di Informazione sul Farmaco offre al richiedente - medico di base o specialista, ospedaliero o libero professionista - conoscenze mirate e di rapida fruizione in merito a tutti i punti sotto elencati: 1 Approfondimento del meccanismo d’azione dei nuovi farmaci 2 Collocamento del farmaco nella terapia: linee guida internazionali 3 Aggiornamento sui dati relativi alla comparsa di Reazioni Avverse Rare e Gravi e interazioni farmacologiche 4 Reazioni avverse da farmaci complesse ed inaspettate: analisi del caso clinico 5 Utilizzo di farmaci al di fuori dell'indicazione: segnalazione letteratura di riferimento 6 Interazioni farmacologiche semplici e complesse: analisi e suggerimenti 7 Utilizzo dei farmaci in gravidanza: documentazione relativa, sperimentazioni effettuate sull'uomo e sull'animale - Classificazione FDA e Australiana ADEC - Esposizione acuta e cronica - Effetti teratogeni e carcinogenetici - Rischio riproduttivo - Condizioni predisponenti al danno - Monitoraggio consigliato 8 Dosaggio farmaci nel paziente con patologia epatica e renale - Controindicazioni assolute e relative 9 Dosaggio nell'anziano - Interazioni, riduzione del rischio di reazioni avverse, razionalizzazione terapeutica. 10 Dosaggio nel paziente pediatrico: utilizzo di farmaci al di fuori dell'indicazione, farmacocinetica nel bambino 11 Tossicologia a lungo e breve termine del farmaco: - Suggerimenti di gestione clinica. 12 Costruzione, interpretazione curve di farmacocinetica 13 Valutazioni di efficacia comparativa: confronto farmacocinetico - farmacodinamico Queste informazioni vengono fornite al richiedente tramite risposta scritta, previa richiesta di consulenza (anche via fax) a: Servizio di Farmacologia Clinica, P. O. San Giovanni di Dio, piano terra, Fax: 070653584. Il personale medico specialista in Farmacologia Clinica del Servizio provvederà a rispondere in tempi rapidi. 15 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza Box 1: Il caso Talidomide La storia. La Chemie Grunental, verso la fine del 1957 informò i medici della commercializzazione del suo sedativo: la talidomide. La ditta combinò il farmaco con altri prodotti farmaceutici come l'aspirina, la fenacetina, il chinino ecc, tanto che i tedeschi assunsero talidomide per curare disturbi come raffreddore, tosse, influenza, nervosismo, nevralgie, emicrania ed asma. Nel 1958 la campagna pubblicitaria del Contergan assunse proporzioni massicce: 50 inserzioni sulle riviste mediche, 200.000 lettere inviate ai medici; 50.000 "circolari terapeutiche" furono inviate ai medici e ai farmacisti. Nella pubblicità della talidomide in seguito commercializzata in più di 45 paesi, si sottolineava la completa atossicità del farmaco. Il 1 Agosto 1958 a 40.245 medici generici venne inviato uno studio del dottor Blasiu. Nella lettera di accompagnamento la Chemie Grunental descriveva il Contergan come il miglior farmaco da somministrare alle gestanti e alle madri che allattano: farmaco che "non danneggia né la madre né il bambino". Tali affermazioni si basavano sull'assenza della tossicità acuta della talidomide, ma già allora, e da tempo i farmacologi avevano constatato che una bassa tossicità acuta non era una garanzia che il farmaco continuasse ad essere innocuo quando assunto ripetutamente. Nel 1961 la Chemie Grunental dovette affrontare la questione della sicurezza della talidomide durante la gravidanza. Durante un congresso dei pediatri della Germania occidentale tenutosi a Dusseldorf il 18 novembre 1961 si parlo' di una misteriosa esplosione di focomelia. Il 16 dicembre 1961, l'autorevole The Lancet pubblica la lettera del pediatra australiano dott. Mc Bride, che per primo con una osservazione spontanea, pone il sospetto che gravi malformazioni fetali possano essere indotte dalla talidomide. In seguito la casa farmaceutica ritira il farmaco dal mercato. Da tali avvenimenti ebbe origine una completa revisione delle metodiche di studio della sicurezza e tollerabilità dei farmaci prima della loro immissione in commercio. A dispetto di una storia così drammatica, la talidomide è di recente rientrata nell’uso clinico; infatti si è dimostrata efficace nel trattamento del mieloma multiplo. Tutto ciò dimostra che gli effetti di un farmaco non devono mai considerarsi completamente conosciuti, anzi, la capacità osservativa dei casi clinici deve essere sempre stimolata. 16 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza Box 2: Le fasi della sperimentazione clinica La sperimentazione clinica sull'uomo ha inizio solo dopo che dati di sicurezza e efficacia siano stati stabiliti da studi, cosiddetti preclinici, su cellule e sull'animale. La sperimentazione sull'uomo si divide in almeno quattro fasi, ciascuna delle quali deve rispondere a specifici interrogativi. FASE I Primi studi su una nuova molecola, condotti sull'uomo, spesso su volontari sani. Lo scopo è fornire una valutazione preliminare su sicurezza e tollerabilità, e un primo profilo dell'assorbimento e dell'eliminazione del principio attivo nell'uomo. FASE II Studi terapeutici pilota. Lo scopo è dimostrare l'attività e valutare la sicurezza, a breve termine, di una molecola in pazienti affetti da una malattia, o condizione clinica, per la quale il principio attivo è proposto. Gli studi vengono condotti su un numero limitato di soggetti e hanno lo scopo di determinare il dosaggio più appropriato. FASE III Studi su gruppi di pazienti più numerosi al fine di determinare il rapporto sicurezza/efficacia a breve e lungo termine delle formulazioni del principio attivo, come pure di valutarne il valore terapeutico assoluto e relativo. Generalmente le condizioni degli studi dovrebbero essere il più possibile vicine alle normali condizioni d'uso. Vengono ulteriormente distinti studi di fase IIIb quando il medicinale in sperimentazione è pronto per l'immissione al commercio. FASE IV Studi condotti dopo la commercializzazione del medicinale, sulla base delle informazioni contenute nel riassunto delle caratteristiche del prodotto, relative all'autorizzazione all'immissione in commercio (e quindi presenti sulla scheda tecnica) per valutare la tollerabilità e l’efficacia su una popolazione di pazienti numericamente molto elevata. 17 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza Box 3: La sottosegnalazione delle reazioni avverse Secondo diversi studi effettuati i medici non segnalerebbero per: 1. Mancanza di riconoscimento: gli eventi possono essere mascherati dalla malattia di base o da altro farmaco. 2. Convinzione che tutti i farmaci approvati siano sicuri 3. Colpa o paura: colpa che il paziente sia stato danneggiato o paura di potenziali problemi legali 4. Ignoranza della legislazione 5. Pigrizia e diffidenza (Burt R.A.P. Pharmacovigilance three suggestions for improving the quantity and quality of adverse event reports Drug Information Journal 2000; 34, 229-238): 18 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza Box 4: Legislazione in Farmacovigilanza La legislazione Italiana regolamenta la segnalazione spontanea. Dal Dicembre 1987 la segnalazione spontanea è obbligatoria a termini di legge ed è demandato alle ULSS e alle Direzioni Sanitarie il compito di raccogliere le schede ed inviarle al Ministero della Sanità. I medici, i farmacisti e le aziende farmaceutiche sono tenute a segnalare ogni presunta reazione avversa della quale vengano a conoscenza nell’esercizio dell’attività professionale. I principali provvedimenti legislativi sono elencati qui di seguito: Decreto 10 maggio 2001 Circolare Ministeriale 29 settembre 1999, n. 15 Decreto Ministeriale del 18 marzo 1998 Circolare 24 settembre 1997, n.12 Decreto 7 agosto 1997 Decreto Ministeriale del 20 aprile 1991 D.P.R. n.93 del 25 gennaio 1991 Fra gli altri citiamo per importanza il seguente: Decreto Legislativo n.44 del 18 febbraio 1997 Attuazione della Direttiva 93/39/CEE che modifica le Direttive 65/65/CEE, 75/318/CEE e 75/319/CEE relative ai medicinali, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.54 del 6-3-1997 Omissis Articolo 4 1. I medici sono tenuti a segnalare ogni presunta reazione avversa, della quale vengano a conoscenza nell’esercizio della attività professionale. Detto obbligo si applica anche ai medicinali oggetto di sperimentazione clinica. 2. Relativamente ai medicinali non soggetti a prescrizione medica, alla segnalazione delle reazioni avverse di cui al comma 1 è tenuto anche il farmacista che ne venga direttamente a conoscenza. 3. Le segnalazioni di cui ai commi 1 e 2 devono essere trasmesse dai sanitari operanti nel territorio all’unità sanitaria locale competente e dai sanitari operanti in strutture ospedaliere pubbliche e private alla direzione sanitaria della struttura stessa, entro tre giorni nel caso di reazioni avverse gravi (e inattese RETTIFICA AL D.P.R. n.44 del 18 febbraio 1997 n.d.r.) ed entro sei giorni negli altri casi. Articolo 11. 2. Il responsabile dell’immissione in commercio di specialità medicinali che viola l’obbligo di cui all’articolo 3, comma 4, nonché i medici, i farmacisti, i sanitari ed i legali rappresentanti delle aziende sanitarie che violano l’obbligo di segnalazione delle reazioni avverse di cui all’articolo 4, sono puniti con l’ammenda da lire un milione a lire dieci milioni e con l’arresto fino a sei mesi. Omissis I giorni necessari ad effettuare la segnalazione sono da intendersi come giorni di attività lavorativa e includono il momento in cui il medico pone il dubbio diagnostico che quell'evento clinico sia una Reazione Avversa da farmaco. 19 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza Tabella 1: Il progetto PSADE Il progetto PSADE (Pronto Soccorso e Eventi Avversi da Farmaci) è un progetto nazionale della Sezione di Farmacologia Clinica della SIF e del Laboratorio Epidemiologia e Biostatistica Istituto Superiore di Sanità. Il progetto ha coinvolto la Farmacologia Clinica di Cagliari e i Pronto Soccorso dell'Ospedale S.Giovanni di Dio e S.S. Trinità per un periodo totale di venti giorni (due turni da dieci giorni ciascuno). Sono stati registrati gli accessi diurni al P.S. e sono stati registrati gli eventi avversi da farmaci. Pazienti totali: maschi femmine 2287 1208 1028 Età media del campione 43 anni Pazienti che assumevano farmaci Età media 1141 49 anni Reazioni avverse rilevate Maschi Femmine Età media 48 casi 19 27 53,8 anni (17-87) Consulenze effettuate in caso di Reazione avversa 23 Ricoveri effettuati in caso di Reazione avversa 10 Grafico 1: classi di farmaci coinvolti nella genesi delle reazioni avverse. 2% 4% 6% Fans 43% Antibiotici 15% 15% Cardiovascolare 15% 43% Psicofarmaci 15% Antiasmatici 2% Endocrino 4% 15% Altri 6% 15% 20 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza Figura 1: Algoritmo di Jones per la diagnosi di Malattia da Reazione Avversa da Farmaco Ragionevole sequenza temporale con l'assunzione del farmaco? NO IMPROBABILE SI Sospensione? NO POSSIBILE SI Reazione scomparsa o attenuata NO POSSIBILE SI Risomministrazione? NO Reazione attribuibile acondizioni cliniche concomitanti NO SI Reazione ricomparsa? NO SI SI MOLTO PROBABILE POSSIBILE PROBABILE 21 farmacologia clinica: buon uso del farmaco e farmacovigilanza SCHEDA DI SEGNALAZIONE DI SOSPETTA REAZIONE AVVERSA (da compilarsi a cura del medico o farmacista) 1. INIZIALI PAZIENTE 2. ETA’ 3. SESSO 4. DATA INSORGENZA REAZIONE 7. DESCRIZIONE DELLE REAZIONI ED EVENTUALE DIAGNOSI* 5. ORIGINE ETNICA 6. CODICE MINISTERO SANITA’ 8. GRAVITA’ DELLA REAZIONE MORTE HA PROVOCATO O HA PROLUNGATO L'OSPEDALIZZAZIONE HA PROVOCATO INVALIDITÀ GRAVE O PERMANENTE HA MESSO IN PERICOLO LA VITA DEL PAZIENTE 10. ESITO RISOLTA * Se il segnalatore è un farmacista, riporti soltanto la descrizione della reazione avversa, se è un medico anche l’eventuale diagnosi RISOLTA CON POSTUMI 9. ESAMI STRUMENTALI E/O DI LABORATORIO RILEVANTI PERSISTENTE : MORTE 11. SPECIFICARESE LA REAZIONE E’ PREVISTA NEL FOGLIO ILLUSTRATIVO MOVUTA ALLA REAZIONE AVVERSA SI IL FARMACO POTREBBE AVER CONTRIBUITO NO COMMENTI SULLA RELAZIONE TRA FARMACO E REAZIONE NON DOVUTA AL FARMACO CAUSA SCONOSCIUTA INFORMAZIONI SUL FARMACO 12. FARMACO SOSPETTO (I) (NOME SPECIALITA’ MEDICINALE)* 13. LA REAZIONE E’ MIGLIORATA DOPO LA SOSPENSIONE DEL FARMACO? SI A) NO B) C) *nel caso di prodotti biologici, indicare il numero di lotto 14. DOSAGGIO (I) GIORNALIERO (I) 15. VIA DI SOMMINISTRAZIONE 16. DURATA DELLA TERAPIA DAL AL 17. RIPRESA DEL FARMACO A) A) A) SI B) B) B) RICOMPARSA DEI SINTOMI C) C) C) SI NO NO 18. INDICAZIONI PER CUI IL FARMACO E’ STATO USATO 19. FARMACO (I) CONCOMITANTE (I) E DATA(E) DI SOMMINISTRAZIONE 20. CONDIZIONI CONCOMITANTI E PREDISPONENTI 21. LA SCHEDA E’ STATA INVIATA ALLA: AZIENDA PRODUTTRICE ASL DIREZIONE SANITARIA MINISTERO DELLA SANITA’ INFORMAZIONE SUL SEGNALATORE 22. FONTE OSPEDALIERO MEDICO DI BASE FARMACISTA SPECIALISTA ALTRO 24. DATA COMPILAZIONE 26. CODICE USL 23. NOME ED INDIRIZZO DEL MEDICO O FARMACISTA N. ISCRIZIONE ORDINE PROFESSIONALE- PROVINCIA 25. FIRMA 27. FIRMA RESPONSABILE INFORMAZIONE SULLA DITTA FARMACEUTICA NOME E INDIRIZZO FONTE DELLA SEGNALAZIONE STUDIO CLINICO LETTERATURA PERSONALE SANITARIO NUMERO DI REGISTRO TIPO DI RAPPORTO DATA IN CUI LA SEGNALAZIONE E’ PERVENUTA ALL’IMPRESA INIZIALE SEGUITO DI ALTRO RAPPORTO DATA DI QUESTO RAPPORTO N.B.: E’ obbligatoria soltanto la compilazione dei seguenti campi: 2, 4, 7, 8, 12, 22, 24, 25 Guida alla compilazione Campo n°6 Non deve essere compilato dal sanitario che segnala. Campo n°7 La descrizione della reazione avversa deve essere la più ampia possibile. Campo n°8 E' importante conoscere il livello di gravità della reazione osservata. Se la reazione non è grave scrivere "NON GRAVE" o "NON APPLICABILE". Campo n°11 Il campo è molto importante perché permette di classificare la reazione come inaspettata o meno. Campo n°21 Il campo raccoglie informazioni per evitare duplicazioni. Campo n°27 Non deve essere compilato dal sanitario segnalante ma dal responsabile del Servizio di Farmacovigilanza. A chi segnalare La segnalazione deve essere inviata al responsabile del Servizio di Farmacovigilanza competente. Per la A.S.L. 8 le segnalazioni andranno inviate a: 1) Per i medici operanti presso le A. O. alle rispettive Direzioni Sanitarie. 2) Per gli altri medici operanti nel territorio, al responsabile del Servizio Farmaceutico della A.S.L. 8 - Via Tigellio 23 Cagliari. Grafica: Andrea Congiu - Stampa: Tipografia Valdes