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RELAZIONE CONVEGNO GALATONE DEL 01 DICEMBRE 2001 SU FEDERICO II
PREMESSA
Lavoro confacente a chi ricerca o divulga, è raccogliere indizi, notizie provenienti da
contesti culturali pur .diversi o anche lontani nel tempo, mettere insieme elementi di
valutazione, note di antropologia, sociologia e religione, relative ad un periodo o ad un
evento, ricavandone una
ricostruzione ragionata.
Per questo, più che una comunicazione, in senso tecnico o appropriato per un convegno, le
mie poche note sono come una provocazione.
Intendo mettere in evidenza un particolare della Chiesa del Crocifisso, letto nel quadro di
suggestivi riferimenti.
La presenza dei crociati, l'arrivo e il passaggio di molte genti, la presenza di Federico II e
la cultura espressa dalla sua corte, hanno comunicato conoscenze che poi hanno fondato
principi, gusti, comportamenti che si sono diffusi e sono maturati, restando nel patrimonio
culturale della società che si andava evolvendo.
I PELLEGRINI
L 'avvenimento giubilare dell'anno 2000 ha smosso molte realtà. Non ultima, un grande
impegno culturale che ha studiato percorsi e mete del grandioso fenomeno del
pellegrinaggio che fu un "proprium" della società europea e cristiana dal Medioevo in poi.
Apparve infatti nel Medioevo, si fece corposo con le crociate, perche la meta era la Ter:ra
Santa, si sviluppò ulteriormente con la celebrazione degli Anni Santi ed è giunto vivo fino
ai nostri giorni. Addirittura si è trasferito, in parte, in un fenomeno della modernità, il
turismo intelligente, fatto culturale che ricerca e ammira le testimonianze della più varia
presenza umana; fatto anche religioso, se in un momento cerca e onora anche i segni della
fede. In ogni caso è cultura della bellezza, che trasmette memorie, tradizioni, costumi. Per
la regola della reciprocità, chi recepisce una comunicazione o i messaggi di una cultura,
lascia o trasmette anche i segni della propria.
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Il pellegrinaggio, come fatto o evento religioso, ha spostato per le contrade dell'Europa e al
di là del Mediterraneo, masse di fedeli, come una piccola migrazione di popoli, diventando
evento, culturale, sociale e antropologico, denso di scambi sociali e cultura1i, portatore di
movimenti devozionali e di pietà religiosa.
Ha fatto sorgere ospizi, stazioni di transito e di sosta, cappelle e strutture di ogni genere per
accogliere i pellegrini: costellavano i percorsi come ora le stazioni di servizio lungo
un'autostrada. Non di rado gli stessi pellegrini si fermavano ed offrivano, a ricambio, i
propri servizi e le proprie competenze, specialmente negli ospedali che spesso erano anche
ospizi - esemplare in questo senso è l'esperienza di un famoso pellegrino medievale che fu
S. Rocco di Montpellier.
Dove la gente si muove e circola, pone problemi e crea bisogni, porta con se la propria
cultura e la propria fede, lascia dovunque tracce del suo passaggio, attiva risposte, dispone
all'accoglienza o all'emarginazione.
Le comunità stanziate lungo le vie dei pellegrini, suscitarono opere e segni di accoglienza,
avendo forte il senso delle opere di misericordia: "Ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi
sete e mi deste da bere, ero pellegrino e mi ospitaste... .
Signore, quando? ...tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli,
l'avete fatto a me"(Mt. 25,35-40).
I pellegrini scendevano dal Nord Europa, dalla Regione francese considerata “de finibus
terrae”. Percorrevano la "via Francigena" che divaricava, per attraversare i Pirenei verso il
Santuario di S. Giacomo di Compostella, e per attraversare le Alpi e, attraverso il
Piemonte, la Liguria, la Toscana, il Lazio, raggiungere Roma e venerare le tombe dei Santi
Apostoli Pietro e Paolo.
Proseguendo per la via Appia, giungevano in Puglia, al Santuario di s. Michele Arcangelo
su1 Gargano. Altro flusso vi giungeva dal Nord-Est per la "via Longobardorum". Questo
lungo serpente umano raggiungeva pure Bari per venerare le reliquie di San Nicola, e
sciamava a Sud, per imbarcarsi nei porti pugliesi per la Terra Santa.
Si spostava persino a venerare nel suo Santuario, "S. Maria de finibus terrae", considerata ,
Leuca, regione anch'essa “de finibus terrae”, dell'estremo lembo a Sud dell’Europa. Così,
un lungo percorso, come una lunga linea verticale, univa l'Europa da Nord a Sud e
viceversa.
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Le stesse strade erano praticate dai Crociati, o dai crociati e pellegrini insieme. Questi si
univano ai crociati perché da essi si sentivano protetti dalle insidie che si potevano
incontrare per strada e con essi godevano degli stessi benefici spirituali concessi per la
crociata.
È indubbio che la Penisola abbia tratto vantaggi dal movimento dei pellegrini e crociati, in
modo speciale la Puglia con i porti verso l'Oriente.
È vero che quanto ad immediatezza, la società del tempo non disponeva di attrezzati
strumenti di comunicazione; la comunicazione però era forte, perché trasmessa
direttamente dagli uomini che si trasferivano, portando tutto di se, sapere, cultura e fede.
I CROCIATI E FEDERICO II
Le memorie di Federico II spaziano tra la crociata, l'amore per la Puglia e la dotazione
monumentale che ha disseminato. In realtà fu di scena in due crociate. Per la Quinta
avrebbe dovuto operare nelle retrovie, ma disattese l'impegno assunto.
Era guidata dal. Re di Gerusalemme, Giovanni di Brienne, intorno al quale si erano riuniti i
capi cristiani.
L 'armata crociata giunse in Medio Oriente e superò i primi scontri, ma si risolse in un
fallimento, per il disaccordo tra i comandanti che intendevano puntare su vari obiettivi
prima di concentrarsi su Gerusalemme, e perché si attese invano l'arrivo di Federico II con
i rinforzi che avrebbe dovuto portare.
Per coinvolgere pienamente un principe dalla personalità originale come Federico II, il
Papa Onorio III(1216-1227) gli fece sposare Isabella di Brienne, figlia ed erede di
Giovanni, che egli attese nel suo Castello di Oria(1225). Pensò il Papa che regnare a
Gerusalemme potesse essere prospettiva 'valida e concreta per far muovere l'Imperatore.
Egli rinnovò, infatti, il voto della crociata, allestì la flotta concentrandola nei porti pugliesi
e riunì in Puglia i crociati e pellegrini al seguito. Ma indugiava a partire, adducendo vari
pretesti. Finche il Papa Gregario IX(1227-1241), succeduto ad Onorio, gli ingiunse di dare
adempimento al voto. L '8 settembre 1227, Federico II si imbarcò a: Brindisi, ma si fermò
ad Otranto tre giorni dopo spacciandosi per malato. Il Papa lo scomunicò per mancato
adempimento del voto. Ma mentre si dava malato, Federico II trattava segretamente, in
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primo luogo col Sultano d'Egitto Al-Kamil sfruttando il contrasto di lui col fratello Sultano
di Damasco, e con altri Califfi siriani.
Forse anche edotto dalle discordie che avevano fatto fa1lire la precedente crociata.
Pur colpito da interdetto e scomunica, Federico guido la Sesta Crociata, che partì dalla
Puglia nel giugno 1228.
OPERE E ARTE DI FEDERICO II
Il passaggio di Federico II, "Puer Apuliae", ha lasciato tracce vistose della sua presenza,
memorie e richiami culturali. Attraverso Castel del Monte e soprattutto Oria l'ombra di lui
e la sua cultura si sono diffuse e notate nel Salento.
Una traccia mi è parso di coglierla nella Chiesa del Crocifisso.
È proprio inverosimile che il progettista del Crocifisso, il monaco riformato frà Niccolò di
Lequile, ingegnere specializzato in balistica abbia disegnato il suo monumento ispirandosi
da tecnico, alla solidità strutturale e a qualche particolare del monumento federiciano, per
una chiesa che si doveva ricostruire dopo il cedimento e i1 crollo di quella precedente?
LA CUPOLA
La navata della chiesa acquista movimento in altezza cioè riporta verso l'alto la solennità
della volta della chiesa per mezzo della cupola. L 'espediente tecnico serve a suggerire che
la preghiera dei fedeli, varcando i confini del tempio, sale fino al cielo di Dio.
Per dare questa sensazione l'architettura barocca ha costruito la navata centrale della chiesa
non molto lunga, proprio perché l'occhio del fedele o del visitatore, mentre sta ammirando
il soffitto, venga calamitato verso l'alto dalla finestra della cupola.
La cupola del Crocifisso è a base ottagonale, come forma ottagonale hanno i lacunari del
soffitto.
La forma ottagonale ha un significato particolare. Se quattro lati di una fortificazione (cf. il
castrum romano) si riteneva che consentissero una difesa perfetta con otto si poteva
ottenere il meglio, perché ogni punto intorno risultava perfettamente controllato. Perciò gli
otto lati significano la perfezione e la totalità dello spazio, del tempo, della melodia
(l'ottava musicale).
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Inoltre alcuni studi su Castel del Monte hanno messo in evidenza che la forma ottagonale (
e il numero otto) è considerata simbolo del legame tra finito e infinito; simbolo della
perfezione che faceva apparire il castello come una corona imperiale messa sul monte.
La cupola ottagonale può considerarsi non solo segno della perfezione divina, ma anche
finestra verso il cielo e corona celeste imposta sulla casa di Dio.
Spulciando poi tra diverse note di edilizia sacra si riscontra l'uso della forma ottagonale in
diversi punti geografici e momenti dell'esperienza cristiana.
Ha del volo pindarico, ma sarebbe suggestivo poter stendere un filo, sia pure esile, che
collega alle origini. Critici e storici non condivideranno, ma qualche volta è bello
ricostruire con fantasia.
In Terra Santa, sulla Grotta della Natività, sorse l'omonimo santuario tra il IV e il XII
secolo e fu Costantino che fece edificare la prima aula di culto che, in corrispondenza della
Grotta, ha un'apertura ottagonale, delimitata da una balaustra pure ottagonale, dal cui
affaccio i pellegrini possono osservare e venerare la Grotta sottostante.
Sotto il Duomo di Milano, nel corso dei lavori per la costruzione della metropolitana è
venuto alla luce il Battistero ottagonale di S. Giovanni alle fonti, fatto costruire da S.
Ambrogio che la notte di Sabato santo, 24 aprile 386, vi battezzò S. Agostino.
La cupola ,ottagonale ha inoltre illustri precedenti nella volta della sacrestia di S. Marco a
Loreto, e nel fantastico Ottagono della Cappella del Sacrario nella Cattedrale di Toledo.
L 'Osservatore Romano, presentando immagini del barocco Salentino, ha pubblicato nel
1967, due immagini da Lecce, particolari di interni delle chiese di Santa Croce e di Santa
Chiara, e, da Galatone, l'immagine di un particolare della cupola della chiesa del
Crocifisso. Conoscendo lo stile, è evidente che si tratti di un omaggio del giomale vaticano
al barocco Salentino, ed è significativa la scelta dei monumenti.
E allora quell'esile filo, potrebbe legare insieme Italia, Spagna, Terra Santa dato anche che
il tempio del Crocifisso Salvatore è rivolto verso la terra di Gesù?
Le immagini dei monumenti federiciani , imprimono nella mente di tutti la potenza di
Federico II, segnalano l'interesse strategico e intellettuale del grande imperatore svevo.
Sono diventati, inoltre, segni di una cultura che ha lasciato un'impronta che si può ritrovare
anche in strutture successive al suo tempo.
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L' opera maggiore, o almeno la più nota, Castel del Monte, ha riscosso sempre la
meraviglia dei visitatori e stuzzicato la curiosità degli studiosi. Nell'immaginario di ogni
tempo appare la realizzazione perfetta di un formulario geometrico e della sua simbologia.
Leante Luigi
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