l`odissea dei trentini nella prima guerra mondiale. - UNITER

Una storia dimenticata:
l’odissea dei trentini nella
prima guerra mondiale.
Durante il corso della Prima Guerra Mondiale
circa 55.000 Trentini furono inviati dal governo
Austro-Ungarico a combattere contro l’esercito
russo sul fronte orientale e di essi circa 15.000
furono fatti prigionieri ed internati nell’impero
zarista.
Fronte orientale:
la Galizia
Partenza dei trentini per il fronte
A seguito di accordi fra i governi Russo
e italiano, alleati in conseguenza della
dichiarazione diguerra dell’Italia
all’Austria, il Governo italiano si adoperò
per fare rientrare in italia i prigionieri
trentini che si fossero dichiarati a favore dell’Italia.
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Nel 1916 si riuscì a fare rientrare 4200
Irredenti trasportati in Italia via mare:
imbarcati al porto di Arcangelo, sul mar
Bianco, dopo aver attraversato il mare del
Nord , la Gran Bretagna e la Francia, essi
giunsero a Torino e quindi furono utilizzati
in servizi civili al Comando dell’esercito
italiano.
Campo di battaglia
Nel 1918, a seguito dello svilupparsi dell’anarchia e del successivo scoppio
della rivoluzione Sovietica, essendo impossibile utilizzare ancora il porto di
Arcangelo, il restante contingente di circa 2300 persone durante l’inverno fu
trasportato con la Transiberiana, con un
viaggio in condizioni terribili per il freddo
intenso, su carri merci, all’estremità della
Siberia dove, per maggior sicurezza,
anziché a Vladivostock, venne dirottato
in Cina a Tien Tsin.
Nel giugno 1918 un primo gruppo di 365
persone venne imbarcato a Fusan (Corea)
diretto a S:Francisco e dopo aver attraversato l’oceano Pacifico ed in treno gli Stati
Uniti, si imbarcò a New York diretto a
Genova dove giunse alla fine di
Trentini prigionieri in Russia
settembre del 1918.
I rimanenti irredenti, rimasti in Cina in
attesa dell’imbarco per l’Italia furono
invece, loro malgrado, conglobati nel
piccolo contingente italiano di circa 500
militari inviati dall’Italia per opporsi al
dilagare della rivoluzione Bolscevica,
costituendo, con i primi, i Battaglioni Neri
cosiddetti per il colore delle mostrine.
Kirsanof
Questi Battaglioni entrarono a far parte del Corpo di Spedizione Interalleato
avente sede a Vladivostock e, nell’ottobre 1918 vennero inviati nel centro
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della Siberia , a Krasnoiarsk, con il
compito di garantire il regolare
servizio della Transiberiana
proteggendola con le armi da
eventuali attacchi da parte delle
forze rivoluzionarie, con le quali
ebbero durante la loro missione
numerosi scontri a fuoco con
diversi morti e feriti.
Nell’agosto del 1919 i Battaglioni Neri,
unitamente alle truppe interalleate,
vennero ritirati dalla zona di operazione
e rinviati a Tien Tsin da dove poterono
imbarcarsi per l’Italia solamente nel
febbraio 1920, giungendo a Trieste in
aprile , circa due anni dopo la fine della
guerra.
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