28 luglio 1914: scoppio prima guerra mondiale; entrano in guerra Francia e Russia contro Austria e Germania (1 agosto) 3 agosto 1914: invasione del Belgio da parte dei tedeschi che non rispettano la neutralità del paese 4 agosto 1914: schieramento dell’Inghilterra con Francia e Russia agosto - settembre 1914: sconfitta dei russi a Tannenberg e sui laghi Masuri; vittoria russa a Leopoli Settembre 1914: battaglia sul fiume Marna tra francesi e tedeschi, che sono costretti a ritirarsi dietro la Somme e l’Aisne. Inizia la guerra di posizione 1914: blocco economico della Gran Bretagna nei confronti degli imperi centrali, grazie alla flotta febbraio 1915: inizia la guerra sottomarina tedesca maggio 1915: affondamento del transatlantico Lusitania e protesta degli Stati Uniti contro la guerra sottomarina, che viene interrotta 23 agosto 1914: entrata in guerra del Giappone al fianco dell’Intesa novembre 1914: entrata in guerra dell’impero ottomano al fianco degli imperi centrali 24 maggio 1915: entrata in guerra dell’Italia al fianco dell’Intesa 1916: entrata in guerra di Romania e Portogallo al fianco dell’Intesa febbraio - dicembre 1916: confronto sanguinoso nelle battaglie di Verdun e della Somme maggio 1916: scontro navale tra inglesi e tedeschi (battaglia dello Jutland) maggio - giugno 1916: strafexpedition (spedizione punitiva) austriaca contro l’Italia; l’offensiva è bloccata sull’altopiano di Asiago e sul Pasubio 1916: pubblicazione del “Manifesto di Kienthal” da parte dei socialisti europei dal febbraio 1917: guerra sottomarina tedesca totale 1 agosto 1917: invio da parte di papa Benedetto XV di una nota ai capi delle nazioni belligeranti, per bloccare la guerra Marzo 1917: rivoluzione in Russia con conseguente ritiro dello stato dalla guerra aprile 1917: entrata in guerra degli Stati Uniti al fianco dell’Intesa 28 ottobre 1917: attacco austriaco al fronte italiano con conseguente sfondamento a Caporetto 3 marzo 1918: trattato di pace di Brest - Litovsk, duro per la Russia che dovette cedere Polonia, Estonia, Lituania, Lettonia e riconoscere l’indipendenza dell’Ucraina luglio - agosto 1918: offensiva degli alleati e rotta dell’esercito tedesco 24 ottobre 1918: le truppe italiane vincono a Vittorio Veneto 4 novembre 1918: armistizio tra Austria e Italia a Villa Giusti $ fine settembre - primi novembre 1918: resa di Bulgaria,Turchia, Impero austro-ungarico (ormai in disfacimento) e Germania Lo storico inglese George Mosse parla di “brutalizzazione” indotta dalla guerra: la violenza più estrema è “accettata” dalle popolazioni belligeranti e “messa in atto” da decine di milioni di uomini, per 4 anni e mezzo. La violenza di guerra è stata resa un fatto comune, normalizzata, interiorizzata dalle stesse vittime. Non può essere passata senza lasciare traccia nelle persone che l’hanno vissuta. I combattenti: invalidi; mutilati; sfigurati; danni psichici; sensi di colpa (per la violenza compiuta, per essere sopravvissuti); danni alla propria autostima… I prigionieri: la vergogna, il senso di abbandono Fin dai primi giorni di guerra, su tutti i fronti vengono compiute atrocità contro i civili residenti lungo le vie di invasione. Nelle regioni occupate alle popolazioni (donne, bambini, anziani, uomini non ancora richiamati al fronte…) vengono imposti: · lavori forzati, · cattura di ostaggi, · distruzioni, · requisizioni, · rappresaglie, · deportazioni ed evacuazioni forzate, · internamento dei civili insieme con i soldati prigionieri: i prigionieri vengono usati come scudi umani, come manodopera, come moneta di scambio. Con le nuove micidiali armi, si terrorizza la popolazione con bombardamenti sulle città anche lontane dal fronte. Il “blocco commerciale” attuato contro gli Imperi centrali affama la popolazione tedesca. Le idee della “cultura” di guerra sono l’eredità del pensiero che si era andato diffondendo nel XIX secolo: razzismo, disprezzo etnico, certezza di appartenere a una civiltà superiore, senso di superiorità, odio per il nemico. In pochi giorni nelle principali potenze si creò un consenso generalizzato alla guerra: probabilmente il sentimento della nazione, della patria da difendere, prevalse su tutte le forme di internazionalismo (socialista, religioso, femminista, scientifico). Viene nazionalizzata anche la verità, a spese della scienza e della cultura. Nel corso del 1800, era stata diffusa l’idea di una sacralità della nazione, accanto ad una nazionalizzazione della religione: “Dieu est de nôtre coté”, “God with us”, “Gott mit uns”. Dimensione "civilizzatrice" della guerra La guerra viene vista da tutti i contendenti come una guerra della civiltà contro la barbarie Occorre distruggere la “razza” avversa per mezzo di una guerra totale. Disumanizzazione e “animalizzazione” del nemico. La crisi del 1929, nota anche come Grande Depressione, fu determinata dall’improvviso crollo delle azioni della borsa di New York. Gli Stati Uniti avevano vissuto, negli anni ’20, un periodo di benessere economico grazie a una politica protezionistica, favorevole alla produzione interna, e agli investimenti di capitale all’estero (soprattutto in Europa). In borsa, quindi, si era dato vita a una frenetica azione di tipo speculativa: molti, cioè, avevano comprato azioni con lo scopo di rivenderle in poco prezzo a prezzo maggiorato. Purtroppo, però, già nel ’27-’28, c’erano stati segni di recessione economica: ci fu la crisi agraria ed iniziarono ad essere prodotti più beni di consumo durevoli rispetto all’effettiva richiesta del mercato. la situazione, perciò, degenerò nel famoso “giovedì nero”, il 24 ottobre del 1929 con il crollo della borsa di Wall Street.