discriminazione di prezzo per gruppi economia industriale

Università degli studi di Bergamo
Anno accademico 2010 – 2011
DISCRIMINAZIONE DI PREZZO PER GRUPPI
ECONOMIA INDUSTRIALE
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5.
Silvio Albani
Adriano Ambrosini
Marcello Coppola
Sara Giustinoni
Emanuele Maurizio
55469
54191
54965
54193
55506
Definizione
Discriminazione di prezzo  praticare prezzi diversi a
consumatori diversi sullo stesso bene
Esempio: mercato dell’auto in Europa
Fonte: http://ec.europa.eu/competition/sectors/motor_vehicles/prices/2006_11_full.pdf
Economia Industriale
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Discriminazione di prezzo
Tre quesiti fondamentali
• Quando è redditizia?
• Quali ostacoli bisogna superare per poter
applicare questa strategia?
• Quali tattiche utilizzare?
Economia Industriale
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Discriminazione di prezzo
Quando è redditizia?
Prezzi non discriminatori: quando l’impresa applica lo stesso prezzo a
tutti i consumatori i ricavi ottenuti dalla vendita di un’unità supplementare
di output sono inferiori al prezzo praticato
Conseguenze:
- inefficienza per l’impresa;
- limitato extra surplus del consumatore.
Con la discriminazione è possibile aumentare i profitti mediante:
- vendita di una maggiore quantità di beni
- capacità di estrarre un maggior surplus dal consumatore in relazione
alla diversa disponibilità a pagare di differenti consumatori
Economia Industriale
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Discriminazione di prezzo
Quali ostacoli superare?
• Problema dell’identificazione: il monopolista deve conoscere
quale quantità è richiesta per ciascuna categoria di
consumatori.
- “capire chi è chi” es. tariffe differenziate nella vendita di
abbonamenti
• Arbitraggio: evitare che i consumatori che acquistano a
prezzo basso possano rivendere il prodotto ad altri a prezzo
maggiore. Esempio:
- es. iPhone USA vs UE
Economia Industriale
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Discriminazione di prezzo
Quali tattiche utilizzare?
Pigou classifica tre diverse modalità di discriminazione di prezzo (1920)
• Primo grado: prezzi personalizzati, pari alla massima disponibilità a
pagare del singolo consumatore;
• Secondo grado: menu pricing, dove il prezzo di vendita varia al variare
delle unità acquistate (es. sconto sulle quantità);
• Terzo grado: group pricing, in cui il prezzo di vendita è diverso per le
diverse categorie di consumatori.
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Discriminazione di prezzo
Group pricing (1/2)
Group Pricing: tecnica di discriminazione in cui si applicano prezzi
diversi a diversi gruppi di consumatori
Condizioni:
• Raggruppamento consumatori per caratteristiche simili
 uguale disponibilità a pagare
• Assenza di arbitraggio tra i diversi gruppi di consumatori
 mercati segmentati
• Ad ogni gruppo è applicato lo stesso prezzo unitario
 i consumatori determinano la quantità al prezzo indicato
Economia Industriale
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Discriminazione di prezzo
Group pricing (2/2)
• Esempi di discriminazione di prezzi:
- abbonamento dell’autobus ( riduzioni per studenti e anziani);
- attività sportiva (es. CUS);
- abbonamento cinema e teatro;
- pranzo di lavoro vs. menu à la carte;
- ingresso ai parchi divertimento.
Regola generale:
ai consumatori per i quali l’elasticità della domanda è bassa vanno
applicati prezzi maggiori rispetto a quelli praticati ai consumatori la cui
elasticità è più elevata.
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Discriminazione di prezzo
Esempio numerico - Testo
Il gestore di un cinema discrimina tra due categorie di spettatori: nota
infatti che nelle ore diurne i clienti sono più sensibili al prezzo di quanto
non lo siano nelle ore serali. Vengono dunque identificati due segmenti
di clientela caratterizzati da diverse funzioni di domanda.
• QD = 100 – 10PD  PD = 10 – QD /10
• QS = 140 – 10PS  PS = 14 – QS /10
• Costi marginali costanti = 3 € / cliente
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Discriminazione di prezzo
Esempio numerico - Quesiti
a. Qual è la politica di prezzi che massimizza i profitti se il gestore
pratica lo stesso prezzo al pubblico nelle due fasce? Qual è
l’affluenza a ciascuna proiezione e a quanto ammontano i profitti
aggregati giornalieri?
b. Cosa cambia se invece viene applicata la tecnica di discriminazione
di prezzo di terzo grado, stabilendo tariffe diverse per le proiezioni
diurna e serale?
Economia Industriale
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Discriminazione di prezzo
Risoluzione – a. Prezzi indiscriminati (1/3)
• Considero i due mercati come un unico mercato aggregato
• Calcolo la domanda aggregata
Q = 140 – 10P
per 14 ≥ P ≥ 10
Solo mercato serale
Q = 100 – 10P + (140 – 10P) = 240 – 20P
per P < 10
Entrambi i segmenti di clientela
Economia Industriale
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Discriminazione di prezzo
Risoluzione – a. Prezzi indiscriminati (2/3)
• Calcolo la domanda inversa:
P = 14 – Q/10 per Q ≤ 40
P = 12 – Q/20 per Q > 40
• Calcolo ricavi marginali:
R’ = 14 – Q/5 per Q ≤ 40
R’ = 12 – Q/10 per Q > 40
Economia Industriale
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Discriminazione di prezzo
Risoluzione – a. Prezzi indiscriminati (3/3)
• Se entrambi i mercati sono attivi
vale che:
R’ = C’
12 – Q/10 = 3  Q* = 90
Dalla domanda aggregata ricavo 
P* = 7,5 €
 QD = 100 – 10*(7,5) = 25
Proiezione serale  QS = 140 – 10*(7,5) = 65
Proiezione diurna
Profitti aggregati giornalieri
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= (7,5 – 3) * 90 = 405 €
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Discriminazione di prezzo
Risoluzione – b. Prezzi discriminati (1/3)
Poiché R’ ≠ C’ in ciascun mercato, il risultato precedente può essere
migliorato semplicemente spostando le vendite da un mercato all’altro.
In particolare si nota che:
Trasferire parte delle
vendite dal mercato serale
a quello diurno.
R’ > C’ nella fascia diurna
R’ < C’ nella fascia serale
In questo modo si possono ottenere ricavi e profitti superiori senza dover
aumentare la produzione (e quindi nemmeno i costi).
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Discriminazione di prezzo
Risoluzione – b. Prezzi discriminati (2/3)
• Consideriamo separatamente i due mercati
PD = 10 – QD/10
PS = 14 – QS/10
• Calcoliamo le funzioni di ricavo marginale
R’D = 10 – QD/5
R’D = 3  QD* = 35
PD* = 10 – 3,5 = 6,5 €
R’S = 14 – QS/5
R’S = 3  QS* = 55
PS* = 14 – 5,5 = 8,5 €
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Discriminazione di prezzo
Risoluzione – b. Prezzi discriminati (3/3)
La domanda aggregata è rimastra invariata: è pari a 90.
= (6,5 - 3) * 35 = 122,5 €
Profitto serale = (8,5 - 3) * 55 = 302,5 €
Profitto diurno
Profitto totale = 425 € (maggiore del caso precedente in
cui si usa una politica di prezzi indiscriminati)
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Discriminazione di prezzo
Legame tra prezzo ed elasticità della domanda
I prezzi devono essere inferiori nei mercati con alta elasticità della
domanda, nei quali un aumento anche limitato del prezzo implicherebbe la
perdita di troppi clienti, riducendo notevolmente i profitti.
Analiticamente:
• R’i = Pi (1- 1/ηi) dove η è il negativo di ε (↑ η  ↑ elasticità)
• R’1 = R’2
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Discriminazione di prezzo