Sintesi - Città Metropolitana di Torino

SEMINARI F.S.E. P.O.R. 2007-2013 – OB. 2 ASSE II OCCUPABILITA’ – AZIONE 2
Sintesi temi affrontati e spunti di approfondimento - Seminario “Invecchiamento demografico, lavoro e
lifelong learning”
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Il Bando che ha dato origine al Progetto Azione 2 POR vittime di discriminazione rappresenta una
esperienza pioneristica di integrazione di politiche sociali e del lavoro con le politiche
antidiscriminatorie. Il progetto sollecita e rende concreto un passaggio culturale: dalla
realizzazione di servizi assistenziali alla realizzazione di servizi relativi al diritto antidiscriminatorio,
ossia a azioni che consentano di preservare i diritti dei cittadini – come quello dell’accesso al
mondo de lavoro - non perdibili a cagione di una peculiare condizione, in questo caso l’età. Si
tratta di realizzare non solo interventi di re-inserimento lavorativo, ma piuttosto di realizzare azioni
complesse di salvaguardia dei diritti sociali antidiscriminatori;
Un tema che si delinea centrale nel riflettere intorno alla discriminazione basate sull’età in campo
professionale – ma non solo – è il tema delle competenze. Si sottolinea la necessità di promuovere
e sostenere politiche ed investimenti istituzionali e aziendali volti a valorizzare e consolidare saperi
e conoscenze degli individui attraverso la formazione e l’aggiornamento continui (lifelong learning).
Contemporaneamente si pone l’accento su come politiche di gestione del personale valorizzanti
debbano considerare e rendere possibili processi di trasferimento di expertise nel ricambio
intergenerazionale recuperando e valorizzando sapienza e conoscenza dei lavoratori di lunga
esperienza. Una proposta è favorire sperimentazioni e progetti specifici su cui testare il ruolo del
“mentoring” nel periodo finale dell’esperienza lavorativa, al fine di non disperdere conoscenze e
sapienze e promuovere la partecipazione attiva dei lavoratori;
Si sottolinea, rispetto al tema precedente, quanto sia fondamentale individuare prassi e esperienze
avviate dalle aziende nella realizzazione di una politica del personale valorizzante, che sostenga la
formazione continua come possibilità per i lavoratori di attribuire nuovo valore alla propria
esperienza e competenza;
Anche in relazione a questo specifico ambito, si sottolinea come la discriminazione sia realizzata in
azioni quotidiane, diffusa in diversi ambienti, frutto di scarsa conoscenze e sia, sostanzialmente,
un atteggiamento sociale che coinvolge “tutti”;
La riflessione avviata nel seminario intorno a questo ambito di discriminazione rafforza la
consapevolezza emersa anche in altri seminari “io non discrimino”: elaborare risposte multiple e
multidisciplinari é necessario per affrontare la complessità del tema delle discriminazioni ed è
fondamentale farlo in una rete consolidata interdisciplinare e interistituzionale. La rete però
necessità di aspetti organizzativi e di struttura e metodo per funzionare, ampliarsi, costituirsi come
reale opportunità di costruzione costante di risposte articolate;
La discriminazione genera altra discriminazione e esclusione: l’osservazione degli operatori del
progetto evidenzia come l’impatto della discriminazione basata sull’età generi una molteplicità di
problemi in una spirale non virtuosa – problemi economici -> problemi abitativi -> problemi di
integrazione sociale -> distruzione di riferimenti base -> diminuita capacità di autonomia e socialità;
La ricerca scientifica e sociologica sui fenomeni dell’ageing ha prodotto dati e indicazioni ormai
risalenti ad alcuni anni fa (2008/2009) che non sono stati implementati in azioni di inclusione e
cambiamento culturale: la crisi ha avuto un ruolo incisivo in tale ritardo, determinando
un’accentuazione dei fenomeni di discriminazione basati sull’età, soprattutto a causa
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dell’accentramento delle energie – progettuali, istituzionali, economiche – nei tentativi di
rispondere all’emergenza;
Generalmente si considera la crisi e il problema dell’ invecchiamento demografico come due temi
non connessi, dove il primo determina il minor peso del secondo: ma occorre rilevare che una
parte importante sia della genesi della crisi sia dell’ incapacità a uscirne, possa derivare proprio
dalla difficoltà di comprendere ciò che il processo di ageing ha indotto nella costituzione
materiale della nostra società e quindi nei bisogni prodotti rispetto ai quali la società potrebbe
tornare a esprimere domande che a sua volta generino risposte nei termini di attività, lavoro e
servizi;
Le persone adulte sono attualmente vittime di una duplice pressione psico-sociale: “far spazio ai
giovani” per ridurre i costi e “continuare a lavorare ed essere produttivi” per alleviare gli oneri della
finanza pubblica – ciò determina nelle persone una situazione di diminuzione di stima e di pro
attività;
Il mutamento delle età richiede un cambiamento di paradigma nella società: l’invecchiamento
demografico riguarda l’insieme della popolazione, non solo la fascia anziana. L’allungamento dei
diversi cicli della vita è una tendenza strutturale della società, è un mutamento delle condizioni e
dei modi dello sviluppo e nella composizione delle età della popolazione e del contenuto
dell’esperienza che compone ogni ciclo di vita delle persone;
La questione è “cosa se ne fa dell’ageing”? – occorre costruire strutture per una società longeva,
che organizza la longevità dei suoi cittadini da subito, che modifica struttura dei servizi,
dell’istruzione e della formazione permanente, delle politiche del lavoro, dei rapporti
intergenerazionali – occorre mirare miglioramento della qualità della vita delle persone,
promuovere la partecipazione attività il più a lungo -- “ageing is lifelong”;
Da una società che invecchia si può ricavare un forte stimolo di innovazione: occorrono approcci
differenziati, politiche che costruiscano spazi e regole di convivenza diverse fra generazioni, per
evitare i rischi di discriminazione per tutte le fasce di età;
La discriminazione basata sull’età è spesso frutto un’incapacità di lettura di fenomeni di
cambiamento sociale e di conseguente organizzazione intorno agli stessi;
La discriminazione basata sull’età è una forma di discriminazione più “silente”, più trasversale,
meno evidente e per questo, spesso, anche con impatti maggiormente rilevanti.