A cura del Dott Giancarlo Piovaccari Direttore Dipartimento Malattie Cardiovascolari-Rimini Gli Omega-3 (o PUFA n-3) sono una categoria di acidi grassi essenziali (ai quali appartengono anche gli Omega 6), indispensabili per il corretto funzionamento dell'organismo. Sono noti soprattutto per la loro presenza ed il mantenimento dell'integrità delle membrane cellulari. Talvolta sono raggruppati come vitamina F (dall'inglese fatty acids) Origine del nome Il nome di questi composti deriva dalla posizione del primo doppio legame iniziando il conteggio dal carbonio terminale (Carbonio ω ovvero Carbonio n). Contando dal carbonio ω, il primo doppio legame che si incontra occupa il terzo rango, da cui il termine Omega-3 (vedi figura). Chimica Struttura molecolare dell'acido α-linolenico (ALA). I chimici contano a partire dal gruppo carbossile (in blu), mentre i biologi cominciano dall'atomo di carbonio ω (in rosso). Gli acidi grassi omega-3 sono detti polinsaturi a causa del fatto che la loro catena comprende vari doppi legami. I principali acidi grassi del gruppo omega-3 sono : • • • L'acido α-linolenico o ω3α (18:3; ALA) L'acido eicosapentaenoico (20:5; EPA) L'acido docosaesaenoico (22:6; DHA) I numeri tra parentesi stanno a indicare che questi tre acidi hanno rispettivamente a 3,5 e 6 doppi legami nella loro catena composta da 18, 20 e 22 atomi di carbonio. Questi doppi legami sono in configurazione cis, ciò significa che i loro due atomi di idrogeno si trovano dalla stessa parte del piano formato dal doppio legame. Questi legami cis separati da un gruppo metilene danno una forma elicoidale alle molecole di omega-3. Gli acidi EPA e DHA possono essere sintetizzati dall'organismo umano a partire dall'acido ALA, ma solamente in piccole quantità. In pratica, il tasso di DHA non varia nonostante l'aumento di apporto di ALA. Acidi grassi Omega-3: dove trovarli? Nessun singolo alimento può, da solo, essere la chiave della salute di una persona, tuttavia consumare una maggiore quantità di pesce è uno dei metodi che la maggior parte di noi può adottare per migliorare la propria alimentazione e la propria salute. Molte delle ricerche sui benefici degli acidi grassi Omega-3 indicano il pesce come la fonte principale. Salmone, sardine, tonno e crostacei hanno un alto contenuto di acidi grassi Omega-3, ma si raccomanda di aumentare in generale il consumo di ogni tipo di pesce e di frutti di mare. Scegliere la tipologia di grassi Gli esperti concordano sul fatto che un’alimentazione basata sulla moderazione e la varietà sia fondamentale per la buona salute. In altre parole, mangiare una grande varietà di alimenti fornisce una nutrizione più completa ed è complessivamente più vantaggioso rispetto ad una dieta composta solo da alcuni alimenti. Generalmente si raccomanda di scegliere una dieta a basso contenuto di grassi saturi e colesterolo e con un apporto moderato di grassi totali. Le carni grasse e i prodotti caseari interi sono le fonti principali di grassi saturi. I grassi insaturi si trovano principalmente in alcuni olii vegetali. Le diete più ricche di grassi monoinsaturi e polinsaturi abbassano i livelli di colesterolo “cattivo”, mentre i grassi saturi li aumentano. Di conseguenza, la dieta ideale dovrebbe essere più ricca di grassi monoinsaturi e polinsaturi rispetto all’alimentazione attualmente adottata in Europa. Aumentare l’assunzione di omega-3 Nella categoria dei grassi polinsaturi sono comprese due importanti sottoclassi di acidi grassi: gli Omega-3 e gli Omega-6. Gli olii vegetali sono ricchi di acidi grassi Omega-6 e molti europei ne assumono, senza rendersi conto, grandi quantità attraverso l’alimentazione. D’altro canto, gli acidi grassi Omega-3 generalmente mancano nella nostra dieta. Questi si trovano nel pesce, nei crostacei, nel tofu, nelle mandorle e nelle noci, come anche in alcuni olii vegetali come l’olio di semi di lino, l’olio di nocciole e l’olio di colza. Gli Omega-3 hanno un effetto benefico sulla salute cardiovascolare. Un’altra affascinante area di ricerca sugli acidi grassi Omega-3 riguarda il loro ruolo sulle funzioni cerebrali e su quelle visive; alcune ricerche suggeriscono infatti che questi acidi grassi potrebbero avere un ruolo nella prevenzione della degenerazione maculare, una comune forma di cecità, e avere effetti benefici in alcune patologie depressive. Le ricerche stanno attualmente studiando l’effetto degli Omega-3 sul sistema immunitario e rivelano un ruolo positivo di questi acidi grassi nei casi di artrite reumatoide, asma, lupus, malattie renali e cancro. Si raccomanda di consumare pesce ricco di acidi grassi Omega-3 due volte la settimana per ottenere vantaggi apprezzabili per la salute. Anche se non tutti i pesci hanno un alto contenuto di Omega-3, essi possono comunque fornire rilevanti quantità di questi acidi grassi se consumati regolarmente. La seguente tabella fornisce indicazioni generali sui contenuti di Omega-3 nei diversi tipi di pesce. Contenuti di Omega-3 in pesce e crostacei (la quantità è in grammi rispetto ad una porzione da 100 grammi) Salmone dell’Atlantico, di allevamento, cotto al forno/alla piastra 1.8 Acciuga europea, sott’olio, sgocciolata 1.7 Sardina del Pacifico, in salsa di pomodoro, sgocciolata, con lische 1.4 Aringa dell’Atlantico, in salamoia 1.2 Sgombro dell’Atlantico, cotto al forno/alla piastra 1.0 Trota arcobaleno, di allevamento, cotta al forno/alla piastra 1.0 Pescespada, cotto a secco 0.7 Tonno bianco, conservato in acqua, sgocciolato 0.7 Ippoglosso nero dell’Atlantico, cotto al forno/alla piastra 0.5 Pesci piatti (tipo sogliola, platessa), cotti al forno/alla piastra 0.4 Halibut del Pacifico e dell’Atlantico, cotto al forno/alla piastra 0.4 Aglefino, cotto al forno/alla piastra 0.2 Merluzzo dell’Atlantico, cotto al forno/alla piastra 0.1 Cozza blu, cotta al vapore 0.7 Ostrica orientale, selvatica, cotta al forno/alla piastra 0.5 Capasanta, di varie specie, cotta al forno/alla piastra 0.3 Vongole, di varie specie, cotte a vapore 0.2 Gamberetti, di varie specie, cotti a vapore 0.3 Fonte: USDA Nutrient Database for Standard Reference Quali sono le differenze nutrizionali tra carne e pesce? Il pesce e i crostacei sono eccellenti fonti di proteine e poveri di grassi. Una porzione di 100 grammi della maggior parte dei pesci e dei crostacei fornisce all’incirca 20 grammi di proteine, circa un terzo della razione giornaliera raccomandata. Le proteine del pesce sono di ottima qualità, contengono abbondanti quantità di aminoacidi essenziali e sono molto digeribili ad ogni età. Il pesce e i frutti di mare contengono generalmente meno grassi e calorie a parità di peso rispetto alle carni di manzo, pollo e maiale e forniscono la stessa quantità o poco meno di colesterolo. Il contenuto di grassi del pesce varia in base alla specie e alla stagione. I crostacei e il pesce bianco (gamberetti, aragosta, cozze, calamari, vari tipi di merluzzo, platessa, sogliola) contengono pochissimi grassi; meno del 5%. Il grasso nei pesci che ne sono più ricchi, varia tra il 5 e il 25%; sardine e tonno (5-10%), aringhe, acciughe, sgombri, salmone (10-20%) e anguilla (25%). Nonostante il pesce azzurro contenga più grassi, questi sono principalmente insaturi. Il pesce e i prodotti ittici sono inoltre ricchi di minerali come ferro, zinco e calcio (pesce in scatola con lische morbide, commestibili). Effetti sulla salute Un importante studio sugli eschimesi della Groenlandia ha evidenziato in questi soggetti una ridotta incidenza di patologie cardiovascolari dovuta probabilmente alla dieta essenzialmente a base di pesce. Da allora, vari gruppi di ricerca si sono occupati del fenomeno, facendo emergere l'ipotesi che alti livelli di acidi grassi polinsaturi del tipo omega-3, contenuti in alcuni pesci quali il salmone, il pesce spada, le sardine, lo sgombro e l'acciuga, possano proteggere dall'insorgenza di eventi cardiovascolari. Le patologie sensibili ai benefici degli omega-3 sarebbero: • • • • • • • • ipertensione diabete depressione ipertrigliceridemia psoriasi artrite reumatoide malattie cardiovascolari. aritmie Studi clinici L'Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) in collaborazione con l’Istituto Mario Negri (Consorzio Mario Negri sud) ha esaminato in uno studio un campione di 11.324 persone colpite da infarto del miocardio, suddividendole in quattro sottogruppi. Dopo un follow up di 4 anni, i pazienti trattati con omega-3 presentavano riduzione degli infarti, della morte improvvisa, ictus e della mortalità totale maggiore rispetto a quelli che non avevano ricevuto alcun trattamento. Questi dati confermano le ipotesi che erano state formulate da due importanti studi americani il primo effettuato su medici volontari, il secondo effettuato su quasi 85 mila infermiere, durato 16 anni e pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of the American Medical Association (JAMA). L’Italia ha recepito gli indirizzi rendendo mutuabili tutti i farmaci a base di omega-3. Farmaci a base di Omega-3 In commercio si possono reperire numerosi composti a base di Omega-3, molti di questi contengono Omega-3, Omega-6, precursori degli Omega-3 variamente mescolati tra di loro o con associazioni vitaminiche, tutti questi composti appartangono alla categoria degli integratori alimentari. Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) riconosce come farmaco (rimborsato dallo Stato, nei casi previsti dalla nota 13) solo ed esclusivamente gli "Esteri Etilici di acidi grassi poliinsaturi con un contenuto in EPA e DHA non inferiore all'85% ed in rapporto tra loro di 0,9 - 1,5" (nomi commerciali in Italia: Esapent; Eskim; Seacor). Indicazioni terapeutiche rimborsate dal SSN I farmaci a base di Omega-3 sono rimborsati dal SSN solo ed esclusivamente nei seguenti casi: • • Pregresso infarto del miocardio Ipertrigliceridemia o Familiare (è una dislipidemia su base genetica) o Indotta da farmaci (immunosoppressori; antiretrovirali; inibitori della aromatasi) o In pazienti con insufficienza renale cronica