La fauna dell`isola di Lussino è particolarmente ricca e variegata

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La fauna dell’isola di Lussino è particolarmente
ricca e variegata, grazie ad un ambiente terrestre
ricchissimo di piante (circa 1.300 specie
vegetali) ad un paesaggio per altri versi aspro ed
inadatto ad intense attività agricole o industriali,
nonché grazie ad un ambiente marino pulito,
profondo e tuttavia ricco di scogli, bassifondi e
insenature riparate. Il clima, pur soffrendo di
una notevole aridità estiva, è invece piacevole,
non essendo Lussino sferzata dalle fortissime
raffiche di Bora che imperversano su altre isole
vicine: anche per questo motivo, le gelate sono
(di norma) del tutto assenti sull’isola. Infine,
Lussino gode della vicinanza del grande
“serbatoio faunistico” dell’isola di Cherso. Anzi,
naturalisticamente si tende a considerare le due
isole come un comprensorio unico, essendo
state separate da un canale artificiale solo in
epoca romana.
Per questi motivi, a Lussino sono state censite
oltre 1.000 specie di animali terrestri e quasi
altrettante marine (considerando pure i
microinvertebrati).
Tra le specie marine spicca la ricca popolazione
di tursiopi e persino il recente ritorno di un
esemplare di foca monaca.
Gran parte delle specie è costituita da insetti,
anello fondamentale della catena alimentare
dell’isola. Come non ricordarlo, quantomeno da
giugno ad agosto, quando il costante frinire
diurno delle cicale (ben 6 specie) ci
accompagna ovunque per l’isola, dando pure il
nome alla nota baia di Cigale.
Lussino annovera anche altri insetti
mediterranei dalla presenza molto più discreta,
come i mimetici insetti stecco nascosti tra la
vegetazione della macchia, o la grande cavalletta
predatrice Saga pedo, nascosta in agguato tra
erbe e cespugli di lande e garighe.
A Lussino può anche capitare d’incrociare il
volo sicuro del giasone (Charaxes jasius), grande
e bella farfalla ninfalide che proprio a Lussino
raggiunge uno dei punti più a nord del suo
intero areale.
Tra le specie notturne è da ricordare il carabo
cesellato della Dalmazia (Carabus caelatus
dalmatinus), coleottero carabide di oltre 4 cm, dal
bel colore blu-viola. Trattandosi di una specie
che non vola, nel corso delle generazioni gli
esemplari delle isole si sono differenziati da
quelli della costa: presentano infatti una scultura
del dorso che può permettere ad un esperto di
riconoscerli (un po’ come accaduto alle
testuggini studiate da Darwin alle lontane isole
Galapagos).
Un più piccolo parente del carabo cesellato è
qui rappresentato da una razza cavernicola che
porta addirittura il nome dell’isola: si chiama
infatti Pterostichus koyi lossinianus.
I pesci d’acqua dolce autoctoni sono assenti,
mentre gli stagni d’acqua piovana dell’isola sono
popolati da variopinte libellule, nonché da rospi
smeraldini (Pseudepidalea viridis), raganelle
europee (Hyla arborea) e rane ridibunde
(Pelophylax ridibundus).
Tra i rettili, non vi sono in effetti le vipere, ma
ciò non è da attribuirsi a leggendari miracoli,
quanto ai mari profondi che circondano Cherso
e Lussino che anno impedito (allo sciogliersi dei
ghiacci) la colonizzazione da parte dei viperini.
Sono comunque presenti altri serpenti
moderatamente velenosi, come il colubro
lacertino (Malpolon monspessulanus) e il serpente
gatto (Telescopus fallax) o innocui come il grande
cervone (Elaphe quattuorlineata), il saettone
(Zamenis longissimus), il colubro leopardiano
(Elaphe situla), il colubro dei balcani (Hierophis
gemonensis) e la biscia dal collare (Natrix natrix).
Tra i sauri sono diffusi l’ofisauro (Pseudopus
apodus), il ramarro (Lacerta viridis), la lucertola
adriatica (Podarcis melisellensis) e l’algiroide
magnifico (Algyroides nigropunctatus). Mentre il
geco emidattilo (Hemidactylus turcicus) è una
delle “specie-simbolo” di Lussino. Rarissime
invece le testuggini terrestri (Testudo hermanni)
e palustri (Emys orbicularis).
Gli uccelli sono rappresentati (contando pure le
specie di passo durante le migrazioni) da oltre
un centinaio di specie. Da Cherso giungono
spesso l’avvoltoio grifone (Gyps fulvus) e
l’aquila reale (Aquila chrysaetos), mentre nella
macchia di Lussino nidificano l’astore (Accipiter
nisus) e il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus).
Non mancano i rapaci notturni come il gufo
reale e la civetta; canori come l’usignolo e il
fringuello; oppure colorati come l’upupa e il
rigogolo (che giungono in primavera dall’Africa,
assieme alle rondini). E ancora varie specie di
corvidi, cince e uccelli marini.
Tra i mammiferi, il più grande mammifero
selvatico autoctono è il capriolo che, con la
lepre europea, rappresenta i principali erbivori.
Per trovare dei mammiferi predatori dobbiamo
invece “scendere” sino alla taglia della faina,
visto che l’isolamento e la caccia hanno fatto si
che su Lussino manchino i grandi carnivori. Più
diffusi sono gli insettivori, con il riccio orientale,
la talpa europea ed il toporagno mustiolo.
Presenti infine anche i roditori, con lo scoiattolo
rosso, il ghiro e il topo selvatico e i mammiferi
volanti con una decina di specie di pipistrelli.
Non mancano a Lussino animali introdotti
dall’uomo. Da Cherso arriva infatti qualche
daino (Dama dama) e si spera non giunga il
cinghiale (Sus scrofa) (che tanti danni già provoca
all’ecosistema chersino).
In alcuni dei
pochi stagni di Lussino è stata invece introdotta
la gambusia (Gambusia holbrooki), piccolo pesce
americano che altera gli ecosistemi d’acqua
dolce europei. Importata per predare le zanzare,
non è stata affatto risolutiva e, anzi, da pochi
anni sull’isola ha fatto la sua apparizione pure la
fastidiosa zanzara tigre asiatica (Aedes albopictus)
che si riproduce nelle tante cisterne in cui gli
isolani raccolgono l’acqua piovana.
Da non dimenticare, infine, gli animali ora
estinti che anticamente popolavano Lussino (o i
fondali marini che la costituirono). L’isola è
infatti formata da calcari che vanno dal
Cretaceo inferiore (116 milioni di ani fa)
all’Eocene (39 milioni di anni fa). Dal punto di
vista geologico e mineralogico, nel Cretaceo
sono presenti anche dolomie e depositi di
bauxite. Vi sono quindi depositi quaternari di
terra rossa, eolici e di alluvioni recenti. I fossili
più comuni: nel Cretaceo rudiste (molluschi
bivalvi oggi estinti), Chondrodonta (molluschi
bivalvi estinti simili ad ostriche) e gasteropodi.
Nell’Eocene sono presenti soprattutto
microfossili di foraminiferi. Quando l’isola era
già strutturalmente molto simile a quella attuale,
nel Quaternario era presente l’orso delle
caverne, i cui resti sono stati portati alla luce in
alcune grotte lussiniane.
COMUNE DI TRIESTE
ASSESSORATO ALLA CULTURA
SERVIZIO CIVICI MUSEI SCIENTIFICI
LUSSINO:
VIVERE TRA MARE E CIELO
Pubblicato in occasione della mostra:
LUSSINO: VIVERE TRA MARE E CIELO
Fauna di un’ isola dell’Adriatico
Civico Aquario Marino, Molo Pescheria, 2 Trieste
8 ottobre 2008 - 11 gennaio 2009
Tel.: 040-3062001
[email protected]
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Fauna di un isola dell’Adriatico
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