SAPERASCOLTARE È FONDAMENTALE la Voce del popolo «SERVE AVERE TANTA PAZIENZA, LAVORARE MOLTO E NON ASPETTARSI SUBITO IL RISCONTRO ECONOMICO. FONDAMENTALE È IMPARARE DA COLORO CHE HANNO PIÙ ESPERIENZA, PERCHÉ QUELLO CHE SI IMPARA A SCUOLA O ALL’UNIVERSITÀ NON È ABBASTANZA PER AVERE SUCCESSO» economia & finanza www.edit.hr/lavoce Anno 9 • n. 297 giovedì, 9 maggio 2013 MERCATI AMBIENTE INTERVISTA società crisi Il futuro dell’euro nelle urne tedesche Auto elettrica ci siamo quasi Nicolò Giuricich: da Lussino al Sudafrica La violenza ha anche una dimensione economica Il valore civico del sapere scientifico Il prossimo 22 settembre non sarà un equinozio come un altro: la Germania sarà alle urne. Zero emissioni e basso consumo. L’ambiente ringrazia le automobili di nuova generazione Il Sudafrica è dotato di un’infrastruttura che nulla ha da invidiare ai Paesi leader. Violenza economica: un male dilagante. In Croazia la subisce quasi un terzo delle donne. È necessario cambiare atteggiamento nei confronti degli investimenti. 2 3 4|5 6 7 2 economia&finanza giovedì, 9 maggio 2013 MONETA UNICA I l prossimo 22 settembre non sarà un equinozio come un altro. Perché in quel giorno l’area euro conoscerà chi sarà il prossimo Cancelliere della Germania. Al momento favorita è la nuova lady di ferro Angela Merkel. Il suo partito, la Cdu (Unione cristiano-democratica) è in vantaggio. Ma le incognite - quando è ancora presto per dar peso ai sondaggi che vedono la Cdu al 42 p.c. e i socialdemocratici della Spd al 27 p.c. - sono tante. A partire dall’esito che riscuoterà il partito eurofobo tedesco Afd (Alternative für Deutschland) che secondo alcune indiscrezioni avrebbe - a poche settimane dalla nascita ad opera del 50.enne professore di economia Bernard Lucke - già superato la soglia di sbarramento del 5 p.c. Lucke ha questo programma: fuori dall’euro subito Grecia, Cipro, Portogallo, Spagna, Italia e “probabilmente” anche della Francia. Dopodiché ci dovrebbe essere una fase transitoria di 4-5 anni con l’euro in parallelo alle monete nazionali. La fine globale della zona euro, con il ritorno al marco anche per la Germania, dovrebbe avvenire, secondo i suoi piani, entro il 2020, al limite con un’unione monetaria con la Finlandia, l’Austria e l’Olanda. L’Afd potrebbe anche trovare sponda nel recente successo dell’Ukip (United Kingdom Independence Party), il partito antieuro della Gran Bretagna. Il “partito dei clown” - così è stato definito dal premier conservatore David Cameron - ha ottenuto un quarto dei voti nelle elezioni amministrative, guadagnando 140 seggi comunali e sorprendendo i Tories, che invece ne hanno persi 335. Le incognite per Frau Merkel Resta il fatto che tanto l’Afd quanto l’Spd rappresentano una forte incognita per la Merkel e per la probabile riproposizione di una strategia mirata a proseguire con l’austerity - per il via dell’Unione europea - nei confronti dei Paesi periferici. Via che ultimamente pare sia stata messa in standby come dimostrano la proroga sul deficit/Pil concessa dalla Commissione europea ai Paesi che sono oltre il 3 p.c. (Francia e Olanda tra i Paesi dell’area “core”, Slovenia e Spagna tra i “periferici”) e il taglio dei tassi della Bce al minimo storico dello 0,5 p.c. Standby che - secondo alcuni esperti - sarebbe anche legato al fatto che ormai mancano pochi mesi alle elezioni tedesche e che quindi ci sia la Voce del popolo a cura di Mauro Bernes || Se Angela Merkel dovesse vincere, in Europa continuerà a soffiare il vento dell’austerità IL 22 SETTEMBRE PROSSIMO RISCHIA DI ESSERE UNO SPARTIACQUE PER IL FUTURO DELL’EUROPA LESORTIDELL’EURO NELLEURNETEDESCHE poco interesse dal lato tedesco ad alimentare tensioni che potrebbero far emergere i bubboni in sospeso nell’Eurozona - Slovenia e Portogallo in prima fila - che rischierebbero di far perdere punti all’elettorato della Cdu, tradizionalmente contrario agli aiuti verso il Sud Europa. Se l’Afd punta a un’uscita della Germania dall’euro, l’Spd è comunque più aperto a posizioni espansive e più orientate al progetto di “Stati Uniti d’Europa”, tra cui su tutte l’adozione di Eurobond, bond garantiti da riserve auree da destinare all’implementazione di infrastrutture in Europa che - a detta dell’economista Alberto Quadro Curzio, uno degli ideatori - rilancerebbero l’occupazione gettando le basi per una maggiore integrazione e una ripresa economica nel medio-lungo periodo. Austerity o no? Il 22 settembre rischia di essere uno spartiacque per il futuro dell’Europa proprio perché se la Merkel dovesse vincere ampiamente, non è da escludere un ritorno di fiamma dell’austerity nella periferia, nonostante le ultime polemiche rilanciate dal Premio Nobel per l’Economia Paul Krugman, con un eventuale ritorno delle tensioni sui debiti sovrani che invece in questo momento stanno vivendo un’eccezionale caduta dei rendimenti. Anche se va precisato che questa caduta è alimentata più che altro dalla forte liquidità iniettata dalle banche centrali e da grandi investitori a caccia di alti rendimenti in un contesto in cui molte economie big viaggiano a tassi pressoché azzerati e rischiano, di conseguenza, di sperimentare le sabbie mobili della trappola della liquidità in cui è caduto il Giappone agli inizi degli anni ‘90. Se invece la Merkel dovesse vincere con una maggioranza più risicata potrebbe essere costretta a fare delle concessioni agli avversari, dovendo mediare tra rigore e politiche espansive. In questo caso potrebbe rinunciare al desiderio di un rialzo dei tassi, come recentemente espresso sottolineando che “la Germania avrebbe bisogno di tassi più alti” (frase inascoltata dal governatore della Bce che ha invece tagliato il costo del denaro allo 0,5 p.c. il 2 maggio). Calma apparente Resta il fatto che secondo molti esperti l’attuale calma sui debiti sovrani dell’Eurozona è solo apparente e che dopo il 22 settembre potrebbero riemergere i problemi europei. C’è, quindi, il rischio che dopo le elezioni tedesche gli investitori tornino a colpire i debiti sovrani dell’Eurozona? “Esiste e sta condizionando a mio giudizio le scelte politiche della Cancelliera che se da un lato sa che la Germania e l’Europa non possono fare a meno di prendersi cura della buona saluta dei periferici – allentando quando possibile i piani di austerity per permettere una ripresa della crescita e la stabilizzazione dei mercati occupazionali domestici- dall’altro non ignora il malcontento tedesco nei confronti degli aiuti dati ai paesi in difficoltà, che potrebbe portare il partito anti europeista ‘Alternative fuer Deutschland’ a conquistare il 20 p.c. dei consensi alle prossime elezioni spiega Giordano Beani, direttore investimenti di Bnp Paribas investment partners, a il Sole 24 Ore -. A dispetto del successo per ora mediatico di questo partito e dei molti e pericolosi dubbi nella politica europea di Berlino, per la maggioranza dei tedeschi gli interessi europei del Paese hanno avuto finora la meglio sulla paura di un futuro troppo incerto. Credo che l’evoluzione della congiuntura economica tedesca – che negli ultimi mesi ha evidenziato una frenata a causa del rallentamento economico vissuto da molto periferici - sarà decisiva nell’orientamento dell’elettorato. Se le concessioni della Merkel e gli interventi della Bce avranno dato i loro risultati prima di settembre, la probabilità di un’avanzata antieuropeista scenderà”. economia&finanza la Voce del popolo IL PUNTO giovedì, 9 maggio 2013 3 di Christiana Babić LA RIPRESA È IN CORSO U nione europea ed Eurozona torneranno a crescere nel 2014. L’anno in corso farà segnare ancora delle contrazioni, poi il Prodotto interno lordo dell’Europa a Ventisette e di quella a Diciassette torneranno ad avere segno positivo. Lo ha rilevato la Commissione europea nelle previsioni economiche di primavera, diffuse nei giorni scorsi a Bruxelles. “Dopo la recessione che ha contraddistinto il 2012, l’economia dell’UE si stabilizzerà nel corso della prima metà del 2013”, si legge nello studio. Il risultato, affermano gli esperti di Bruxelles, sarà “una notevole espansione nella seconda metà dell’anno, anche se la crescita dovrebbe esserci nel 2014”. un’espansione dell’1,2 p.c. il prossimo anno. Tutto questo ha fatto dire al commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn che “la ripresa è già in corso, e gli squilibri macroeconomici si stanno riducendo”. Tuttavia, ha aggiunto: “Ora è importante che le misure per correggere gli squilibri continuino in tutti i Paesi membri”, anche perché “la ripresa è già in corso, e gli squilibri macroeconomici si stanno riducendo”. In altre parole: il miglioramento sui mercati finanziari ancora non si avverte nell’economia reale”. In Europa, infatti, “i crediti alle imprese continuano a contrarsi, e i crediti alle famiglie – ha sottolineato Rehn –, sono aumentati solo leggermente”. Squilibri economici Mercato del lavoro In quanto a cifre, così il rapporto, il Pil dell’UE farà segnare un -0,1 per cento nel 2013 e un +1,4 per cento nel 2013. Stessa dinamica per l’Eurozona, dove si registrerà una contrazione dello 0,4 p.c. quest’anno e In quanto al mercato del lavoro, va detto che sia nell’Unione europea sia nell’Eurozona la disoccupazione quest’anno aumenterà rispetto allo scorso anno, ma si stabilizzerà poi nel 2014. Insomma, non diminuirà, ma neppure continuerà a crescere. A fine 2012 l’indice dei senza lavoro nell’UE era all’11,4 p.c., e alla fine di quest’anno è prevista da Bruxelles al 12,2 p.c. Un dato che secondo le stime dell’Esecutivo comunitario resterà invariato nel 2014 (12,1 p.c.). Stesso andamento nell’area Euro: a fine 2012 la disoccupazione ha toccato il 10,5 p.c., e nel 2013 toccherà quota 11,1 p.c. Un dato che rimarrà invariato alla fine del 2014 (previsioni sempre per l’11,1 p.c.). Favorire l’occupazione Percentuali che secondo gli addetti al settore impongono di aprire subito un confronto sugli strumenti per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro. Purtroppo, infatti, le previsioni dell’Unione europea sono ancora negative, anche perché, come detto, nel breve termine non si registrano avvisaglie di ripresa. Di conseguenza, nonostante il rallentamento del costo del lavoro previsto dalla stessa UE per il biennio 2013-2014 – dovuto al lungo congelamento dei salari pubblici e all’aumento contenuto dei salari del settore privato –, continuerà la contrazione occupazionale. Favorire i consumi E così prendono sempre più piede le teorie per le quali “sono proprio le basse retribuzioni a contribuire al consolidamento della recessione, attraverso l’indebolimento dei consumi”. Per cambiare rotta andrebbe messo in moto un meccanismo che innalzi le retribuzioni attraverso un alleggerimento del prelievo fiscale su famiglie e imprese, accompagnato da misure che riducano il cuneo fiscale per evitare la crescita del costo del lavoro”. Infatti, le previsioni del rapporto UE dicono con chiarezza che non è sufficiente sperare nei deboli segnali di ripresa attesi per favorire una crescita dell’occupazione. Come dire: l’economia va aiutata e il lavoro va incentivato con misure specifiche che favoriscano le nuove assunzioni. 4 lalaVoce Voce del popolo del popolo giovedì, 9 maggio 2013 INTERVISTA H || Centro Mercedes Sudafrica costruito dalla Giuricich Bros Construction o incontrato Nicolò Giuricich a Marsiglia durante la quarta “Conferenza dei giovani corregionali dell’Europa”. Ad aprire la manifestazione sono le note dell’Inno di Mameli, l’inno nazionale italiano, che rimarca ‘l’italianità’ dell’evento. E proprio durante l’esecuzione dell’Inno vedo, o meglio, sento per la prima volta Nicolò Giuricich. Si, perché in quella vasta platea che assiste all’inaugurazione la voce di Nicky (come lui stesso si firma) è la più rombante, la più alta, con una mano sul cuore e cantando parola per parola il testo del Canto degli Italiani, Giuricich esprime la sua fierezza di essere italiano, o meglio ancora, come lui stesso dice, la sua fierezza di essere Italo-Istriano. Poco dopo ci conosciamo. Mi racconta del suo lavoro, della sua azienda di costruzioni che gestisce con i fratelli in Sudafrica, ma soprattutto di Lussino e delle radici della sua famiglia. Una volta rientrato a Fiume lo contatto per approfondire l’argomento. I Giuricich. Una famiglia che è partita da Lussino a metà degli anni ’30 per poi arrivare fino in Sudafrica, iniziare una ‘nuova’ vita e mettere in piedi un’ azienda di successo. Come prima domanda le chiedo di raccontarci la storia della sua famiglia. “Partiamo proprio dagli inizi. La nostra è una lunga storia. Mia madre, Claudia, andò via da Lussino nel 1925, a soli 4 anni, invece mio padre Nicolò se ne andò, insieme a mio nonno Matteo, a 9 anni. Arrivò a Città del Capo il 13 giugno 1935, il giorno della festa di San Antonio. Pochi mesi dopo arrivarono in Sudafrica i miei zii, Cesare e Simone. A Lussino avevano una falegnameria e mia nonna era proprietaria di un tabacchino. La loro casa era vicino alla cappella dell’“Addolorata”, che a sua volta era vicina a quella di Valdarche. All’epoca i confini erano chiusi e mia nonna rimase a Lussino per poi raggiungerli diversi anni dopo. La nostra società, la Giuricich Brothers, venne fondata nel 1940 da Nicolò, Cesare e Claudia Giuricich. Per loro la situazione fu molto difficile durante la Seconda guerra mondiale, non potevano uscire dalla città di Johannesburg e più volte rischiarono di essere incarcerati nel campo di Zonderwater, dove si trovavano più di 100.000 prigionieri di guerra italiani. Per fortuna cantavano nel coro della cattedrale di Johannesburg e caso volle che il parroco fosse lo zio del comandante della polizia locale. Quest’ultimo, sollecitato dal parroco, si adoperò per cancellare i loro nomi dal libro degli internati, cosa che fu fatta ma che non li portò alla liberta piena: dovevano restare nei pressi di Johannesburg e avevano l’obbligo di lavorare per il governo. Per questo motivo, io e tutta la mia famiglia, siamo molto vicini alla chiesa.” L’isola più bella del mondo Durante la nostra chiacchierata a Marsiglia mi ha detto che ogni anno, da quando di Marin Rogić SAPER ASCOLTARE È FONDAMENTALE era bambino, torna a Lussino. Che significato ha oggi per lei e per la sua famiglia l’isola di Lussino? “Lussino rappresenta per me e per tutti i miei cari un importante punto di riferimento. Non passa giorno che in famiglia non si parli di Lussino. Io dico sempre: la più bella isola del mondo! È anche un posto dove possiamo ‘ricaricare le nostre batterie’ dalle fatiche lavorative e infatti ogni anno le vacanze le passiamo lì. L’isola ha un potere quasi magico, qualche giorno in quella natura meravigliosa ci dà la forza di andare avanti, di continuare con maggiore impegno il nostro lavoro, ci rivitalizza. Poi, l’isola rappresenta il luogo della memoria della mia famiglia. Quando arrivo a Lussino parte il ‘viaggio nei ricordi’, mi riaffiorano le storie che mi raccontavano i miei genitori, il mare, i posti magnifici, ecc... Ho un grande rammarico però, la casa dove è nato mio padre adesso è abitata da stranieri e noi purtroppo non possiamo fare nulla a riguardo.” Cosa le manca di più della ‘sua’ terra? “Il mare, il clima, le usanze e le tradizioni. Quelle usanze e tradizioni che i miei genitori hanno vissuto e che io ho conosciuto soltanto attraverso i loro racconti.” Fieri di essere Italo-Istriani Ha mai raccontato ai suoi amici e partner di lavoro delle sue origini? “Quasi sempre. La nostra famiglia, con tutti i parenti, svolge una grande attività per la promozione di Lussino. Per motivi di lavoro, ma anche personali, conosco molto spesso gente nuova, e loro abitualmente ci chiedono da dove proveniamo. Rispondiamo sempre che siamo fieri di essere ItaloIstriani. A tutti loro abbiamo raccontato le bellezze dell’Istria e del Quarnero e tanti Sudafricani, dopo avere sentito i nostri elogi, sono andati a vedere quella meravigliosa costa. Non dimentichiamo però che il nostro Paese, il Sudafrica, è un gran Paese, a cui siamo molto legati e che ci ha dato la possibilità di creare quello che abbiamo oggi.” Lei è uno dei soci Fondatori dell’Associazione Giuliani nel Mondo a Johannesburg, di cui ricopre la carica di presidente dal 1998. Partecipa a manifestazioni, congressi e giornate di studio dedicate all’emigrazione italiana e in particolare a quella giuliano-dalmata. Uno di questi incontri è stato anche il recente “Giovani ed Europa”, tenutosi a Marsiglia in Francia. Quale è, secondo lei, il fattore più importante di questa associazione? “Mantenere un contatto ‘vivo’ con le nostre radici e con i nostri connazionali. A Marsiglia i protagonisti erano i giovani e proprio loro devono continuare e mantenere vive le nostre tradizioni, usanze, ecc... L’Associazione Giuliani nel Mondo ci dà l’opportunità di rafforzare i legami con la nostra terra di origine. Anche se ci troviamo all’estero non dobbiamo mai dimenticare da dove siamo venuti. Questo lo dobbiamo specialmente a quelli che hanno fatto per noi il gran sacrificio di andarsene dalla propria terra e lo hanno fatto nella speranza che noi, i nostri figli e i nostri nipoti, potessimo vivere un futuro migliore del loro.” Fa molto piacere sapere che lo scorso anno, presso la sede del COMITES di Johannesburg, si è celebrata la S. Messa in occasione del Giorno del Ricordo in commemorazione delle vittime delle Foibe di Fiume, Istria e Dalmazia, alla quale lei ha partecipato e tenuto un discorso. Quante sono oggi le persone, vittime dell’esodo giuliano-dalmata, che risiedono in Sudafrica? la Voce economia&finanza del popolo giovedì, 9 maggio 2013 5 NICOLÒ GIURICICH SI RACCONTA. GIURICICH BROTHERS: DA LUSSINPICCOLO AL SUDAFRICA “Non lo so esattamente, posso dirle che i membri locali della nostra associazione sono all’incirca 50. Due sono i problemi principali che affliggono la nostra comunità: il primo riguarda il numero di partecipanti alle nostre iniziative, tanti sono dovuti scappare, tanti se ne vanno e rimaniamo sempre di meno. Il secondo riguarda quelli che sono rimasti, una parte di loro, purtroppo per vari motivi, non vogliono parlare delle vicende che ci hanno colpito.” Lavorare nel settore costruzioni Passiamo alla parte ‘economica’ dell’intervista. Sei fratelli azionisti di maggioranza che continuano a portare avanti con fierezza un’eredità tutta italiana nata da oltre settant’anni: la “Giuricich Bros Construction Ltd”, oggi una delle più grandi aziende private sudafricane. Di cosa vi occupate nello specifico e come è composta la vostra azienda? “Ci occupiamo soprattutto di costruzioni di tipo commerciale, residenziale, uffici, ospedali, fabbriche e una sezione è dedicata anche ai lavori civili. Io e i miei fratelli siamo i maggiori azionisti e altre personalità hanno una piccola quota. Ricopriamo anche i ruoli dirigenziali all’interno della Giuricich Bros Construction Ltd. Oltre alla sede centrale, situata a Johannesburg, abbiamo uffici anche a Cape Town. Lavoriamo in tutto il Paese e in organico abbiamo all’incirca 250 dipendenti.” Il settore immobiliare in Europa e negli Stati Uniti negli ultimi anni ha vissuto, e sta vivendo tutt’ora, una crisi senza precedenti. In Sudafrica come è la situazione, la sua attività ne ha risentito? In generale la crisi economica mondiale quanto ha influito sull’economia locale? “Anche in Sudafrica si sente la crisi, però non come in Europa e in America. Il Sudafrica fa parte del BRICS (acronimo utilizzato in economia internazionale per riferirsi congiuntamente a Paesi che condividono una situazione economica in via di sviluppo, ndr.) siamo un mercato emergente, ci sono ancora spazi e possibilità per crescere, ma si deve lavorare molto per ottenere un buon risultato. Il Sudafrica è oggi un Paese in cui ogni giorno si affacciano nuove opportunità.” questo ci permette di comprare a buon prezzo, anche se questo può essere sia un pro che un contro. Tra i contro, per un imprenditore, c’è sicuramente il potere che detengono i sindacati, in certi casi c’è troppa burocrazia, parlando nello specifico del lavoro della mia azienda ci sono materie prime che sono la base per il nostro lavoro, come ad esempio il ferro, che fanno parte di una categoria oserei dire monopolista, non c’è concorrenza tra i produttori e quindi possono avere prezzi molto alti. Infine, certe zone hanno problemi di criminalità, però questa non credo che sia una problematica che si lega solamente al Sudafrica, nemmeno il resto del mondo ne è immune.” Un sistema senza paragoni “Molto bene, come menzionato poco fa accolgono molto bene gli imprenditori che vogliono investire nel Paese.” I pro ed i contro di investire in Sudafrica oggi? “Innanzitutto il Paese è dotato di un’infrastruttura che nulla ha da invidiare ai Paesi del così detto ‘primo mondo’, cioè ai Paesi leader. C’è un sistema bancario che oserei dire non ha paragoni simili con altre economie, se si presenta un progetto valido, le banche ti aiutano e sono disposte a collaborare al progetto presentato. Da non dimenticare che il governo sollecita ed appoggia gli investimenti attraverso incentivi, leggi, ecc. Infine, c’è quello che in gergo tecnico si chiama ‘return on investment’, cioè la rendita sul capitale investito è molto positiva per l’azienda. La nostra moneta è più debole della kuna e Come vengono accolti dalle autorità locali gli imprenditori stranieri? Quali sono i settori dell’economia che ‘tirano’ di più, quelli che attualmente vanno meglio? “Sicuramente ai primi posti ci sono il turismo, la logistica, l’infrastruttura, la tecnologia, l’informatica, il financial services e infine il settore che abbraccia il campo dell’estrazione e lavorazione dei minerali.” Prospettive di crescita A detta di molti analisti finanziari l’Africa è il continente su cui si misureranno le migliori prospettive di crescita dei prossimi decenni e dove si decideranno le nuove gerarchie globali e gli assetti del futuro. Quale sarà il futuro della Giuricich Bros Construction Ltd a proposito? “Consolidare la nostra posizione sul mercato. Continuare ad essere un partner affidabile, continuare a crescere, cercare nuovi mercati e nuovi partner. Infine, continuare ad essere riconosciuti per il servizio e la qualità del lavoro che offriamo. Creare una base di crescita per i prossimi 73 anni e dare l’opportunità alle nuove generazioni di esprimersi e continuare il successo di famiglia.” Ha mai pensato di investire in Croazia, magari a Lussino? “A Lussino si, però non si è ancora aperta nessuna opportunità. Ci sono terreni che la mia famiglia aveva in proprietà dove potevamo creare veramente qualche cosa di speciale, ma purtroppo sono stati nazionalizzati e non si potrà mai averli indietro per i vari motivi che tutti conoscono.” Quale consiglio darebbe ad un giovane che volesse avviare un’ attività imprenditoriale? “Di avere tanta pazienza, di lavorare molto e non aspettarsi subito il riscontro economico. Fondamentale è ascoltare, imparare da coloro che hanno più esperienza e non pensare di sapere sempre tutto, perché quello che si impara a scuola o all’università non è abbastanza per avere successo. Infine, direi loro un detto di Lussino: ‘tien duro che la faremo’.” 6 giovedì, 9 maggio 2013 economia&finanza la Voce del popolo RICERCA VIOLENZA V iolenza economica: un male dilagante. In Croazia, quasi un terzo delle donne (29 p.c.) subisce dal proprio partner una forma di violenza economica. E non è finita. Ben il 17 p.c. delle donne che convive con il proprio partner viene sottoposto a maltrattamenti direttamente legati alla propria attività lavorativa. Sono i dati allarmanti emersi dalla prima ricerca sul tema realizzata nei mesi di settembre e ottobre del 2012 su scala nazionale. Il sondaggio, che ha coinvolto 601 donne di età compresa tra i 18 e gli 89 anni, è nato da un’idea della leader dell’associazione B.a.B.e., Sanja Sarnavka, e grazie alla collaborazione con la sociologa Ksenija Klasnić della Facoltà di Filosofia dell’Università di Zagabria. Dalle risposte raccolte nell’ambito della ricerca emerge che nel 15,4 per cento dei casi le donne ricevono dal partner ripetute critica inerenti ai criteri di spesa del denaro guadagnato autonomamente, che il 13,5 p.c. del campione si è trovato nella situazione di dover mentire sul prezzo di un bene acquistato, che il 13,1 p.c. ha dovuto nascondere l’oggetto comprato. Simile (13,4 p.c.) la percentuale delle donne che ha scoperto che il partner ha prelevato del denaro dal suoi risparmi, o dal conto comune, senza né chiedere né dare alcuna informazione in merito. Di qualche punto percentuale è inferiore la percentuale (10,6 p.c.) delle donne i cui partner ha preso autonomamente decisioni importanti FA RIMA CON DENARO sull’utilizzo (spese o investimenti) del denaro guadagnato da lei o dei risparmi comuni. e che nel 4,2 p.c. dei casi a opporsi alla ricerca di un impiego è stato il compagno di vita. Bene privato, risparmi comuni Questioni immobiliari Ancora, il 9,8 p.c. degli uomini tende a considerare il denaro guadagnato come “suo”, ma al contempo le entrate della donna sono “della coppia” e di conseguenza la partner viene messa nell’impossibilità di spendere come meglio crede (8,9 p.c.). Alta anche la percentuale dei casi in cui il comportamento di lui porta lei a non avere denaro sufficiente a coprire le spese mensili ineludibili quali cibo o bollette (8,4%), e quelle dei casi in cui alla donna viene vietato l’utilizzo del denaro guadagnato o di quello considerato “della coppia” (7,7 p.c.), nonché delle situazioni nelle quale alla partner non vengono date informazioni in merito allo stato del conto comune (7,3 p.c.). Altri dati scaturiti dalla ricerca: l’87 per cento delle intervistate ha dei figli con il proprio compagno, il 38 per cento vive in un immobile di proprietà del partner, nel 21 p.c. dei casi la casa o l’appartamento sono di comune proprietà, mentre solo l’11 p.c. delle coppie vive nella casa/appartamento di lei. Interessante da analizzare appare anche il quadro riferito alla violenza economica praticata in caso di rottura della relazione o di divorzio. Nel 16,1 p.c. dei casi il partner rifiuta di sostenere finanziariamente la cura dei figli, il 15,5 p.c. non versa l’assegno di mantenimento dei figli, e quasi l’8 p.c. delle donne ha dovuto abbandonare la casa/appartamento di proprietà del marito nonostante nel corso della relazione/matrimonio in questa siano stati fatti investimenti finanziati da entrambi. Per finire: addirittura il 22,6 p.c. delle donne ha subito anche almeno una forma di violenza fisica. ALLARMANTE IL QUADRO EMERSO DA UN SONDAGGIO Rispondendo alle domande del sondaggio le interpellate hanno rivelato anche che nel 6,8 p.c. dei casi si sono trovate nella situazione di dover nascondere al partner di aver ricevuto del denaro da familiari o amici, Acquisti nascosti “È allarmante il fatto che la violenza economica sia ancora più diffusa di quella fisica. Inoltre, preoccupa il fatto che le donne che subiscono atti violenti spesso non li riconoscano come tali quando si manifestano nella dimensione economica. Non solo – così Ksenija Klasnić – quelle che percepiscono la violenza economica come tale non le danno grande importanza in quanto l’unica preoccupazione è quella di non essere picchiate, o di non esserlo più. La verità è che non possono chiudere la relazione ed andarsene perché sono economicamente dipendenti dal proprio compagno”. Passando poi a commentare il quadro generale la sociologa avverte: “Le donne che dai propri compagni non vengono sottoposte a vessazioni fisiche dichiarano che non permetterebbero mai di essere maltrattate sul piano economico, ma spesso dai discorsi emergono situazioni impensabili. Ad esempio, si scopre che nascondono le scarpe nuove che hanno comperato con i propri soldi. Personalmente – conclude – mi aspettavo che il maggior numero di violenze inerenti al denaro sarebbe emerso in ambienti rurali, ma non è stato così”. Società e mentalità patriarcali Dal canto suo Sanja Sarnavka si dichiara “per nulla sorpresa” dei risultati emersi dal sondaggio. “I ragionamenti di matrice patriarcale sono molto diffusi. In tante aree del Paese è considerato ancora del tutto normale che a ereditare il patrimonio di famiglia sia il figlio maschio. Le figlie rinunciano agli immobili quando si sposano”, spiega Sarnavka, ricordando che nonostante la legge riconosca quella economica come violenza questa piaga è troppo spesso coperta da un velo di omertà. (chb) la Voce del popolo economia&finanza DUSKO MARUSIC/PIXSELL ATTUALITà giovedì, 9 maggio 2013 7 Economia reale e Ph.D.: un dialogo difficile Il problema di fondo è la dislocazione del sapere in settori estranei alla produzione. Lo ha fatto presente il numero uno della Siemens in Croazia, Mladen Fogec, che ha fatto presente che all’estero l’80 p.c. dei dottori in scienze lavorano nel settore dell’economia reale, mentre in Croazia il rapporto è diametralmente inverso. A confermare il dato è stato Zvonimir Mršić della Podravka. “La nostra società ha bandito un concorso per assumere il direttore del comparto ricerche e sviluppo nel quale lavorano 250 persone. Lo stipendio era superiore alla media e ben più alto di quelli che vengono corrisposti nell’ambiente accademico. Ebbene, nonostante ciò non siamo riusciti a trovare un candidato con le caratteristiche che cercavamo”. E quello dei quadri che possono vantare un’alta formazione non è un problema circoscritto alla realtà croata. Lo si capisce leggendo i dati ufficiali dell’ufficio di collocamento al lavoro Sloveno dai quali risulta che attualmente sono alla ricerca di un lavoro ben 129 dottori in scienza. A illustrare il quadro della situazione slovena è stato il vicepresidente dell’Associazione dei giovani ricercatori, Primož Poredoš. “Preoccupa molto il fatto dei giovani che hanno conseguito un dottorato in scienze, in vari settori, e che non riescono a trovare un impiego fisso sia aumentato del 430 per cento rispetto al 2005”, ha detto Poredoš che ha puntato il dito contro i tagli ai finanziamenti destinati all’occupazione. In Slovenia negli ultimi anni il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato del 28 p.c. e la tendenza è particolarmente negativa per quanto riguarda coloro che possono vantare un alto titolo di studio. Le cause di questa situazione a detta di Poredoš vanno cercate nel fatto che le capacità di assorbimento nel settore privato è molto bassa e che in Slovenia sono soltanto 30 gli enti presso i quali lavora un numero rilevante di dottori in scienze. “A differenza di quanto avviene in alcuni Paesi, dove l’80 p.c. dei giovani Ph.D. trova un lavoro nel settore privato, mentre il 20 p.c. guarda al settore pubblico e statale, in Slovenia la situazione è inversa”. GLIINVESTIMENTI NONSONOILNEMICO V a cambiata la percezione dominante nei riguardi degli investimenti. Questo l’imperativo sottolineato dal presidente croato Ivo Josipović a Umago, dove ha inaugurato di recente la 13.esima edizione della conferenza Microsoft WindDays business. È con rammarico, infatti, che il Capo dello Stato ha fatto presente che attualmente in Croazia il rapporto nei confronti dell’unico strumento capace di rilanciare la società è contraddistinto da un sentimento negativo. “Il dibattito sviluppato in tema di industria non diffonde ottimismo né speranza. La flessione è iniziata nel 2009 e si è mantenuta costante fino al 2012. Rispetto al 2008 la produzione è calata del 16 per cento”, ha detto Josipović, ribadendo che “tutto i discorso inerente alle tendenze negative nel comparto industriale si lega agli investimenti”. Purtroppo, come sottolineato in apertura la percezione dominante è negativa. “Un atteggiamento sbagliato – ha ripetuto il presidente perché non c’è alternativa agli investimenti, solo questi possono rilanciare la società. Purtroppo vediamo che la capacità d’attrazione del capitale si è ridotta notevolmente e dobbiamo fare tutto il possibile per attirare gli investitori creando le condizioni necessarie al loro arrivo”. Per farlo bisognerà superare un altro ostacolo importante o meglio: bisognerà cambiare schema mentale. Il Capo dello Stato in questo senso non ha fatto giri di parole: “Il problema è nelle nostre teste. Abbiamo paura degli imprenditori e questo timore genera condizioni sfavorevoli agli investimenti”. Dalle «cinque O» alle «quattro I» “L’anno scorso mi sono soffermato sulle ‘cinque O’ – decisione, responsabilità, aspettative, istruzione e ottimismo (odlučnost, odgovornost, očekivanja, obrazovanje i optimizam) – intese come ingredienti della ricetta del successo. Quest’anno desidero soffermarmi sulle ‘quattro I’ – industria, investimenti, innovazione e ICT – quali elementi dello sviluppo economico”, ha detto Josipović nel suo intervento a Umago. Soffermandosi quindi sul rapporto tra tecnologia informatica e industria ha ricordato che “per molto tempo si è lavorato all’impostazione di un modello che non rafforza in misura sufficiente le relazioni fra la scienza, l’istruzione, la ricerca e l’industria”. “Il modello che abbiamo impostato è buono, ma evidentemente manca un link sufficientemente forte con il comparto industriale. In particolare va rafforzato il dialogo industria-scienze tecniche, ma bisogna lavorare di più anche sulla relazione società-scienze sociali”, ha aggiunto il presidente facendo presente che una società aperta come quella croata non potrà impedire ancora a lungo l’intensificarsi del fenomeno della fuga dei cervelli. “Potremo trattenere i giovani di talento soltanto se sapremo offrire loro condizioni migliori o perlomeno uguali a quelle che possono trovare da altre parti”, ha concluso il Capo dello Stato. Maggiore cura dei talenti A quest’ultima riflessione di Josipović si è collegato il direttore della Microsoft Hrvatska, Ivan Vidaković. “Uno Stato, se desidera essere di successo, deve curare i propri talenti. Per farlo deve sostenere progetti sufficientemente attraenti. Allungando lo sguardo e pensando a una strategia a lungo termine l’unica strada percorribile e quella di riformare il sistema scolastico. Attualmente c’è un gap enorme tra il numero di studenti laureati in scienze naturali e in quelle tecniche”, ha ricordato Vidaković. Dal canto suo il presidente del Board della T-HT, Ivica Mudrinić, ha evidenziato che in Croazia “non ci sono le condizioni per poter investire”. Tutt’altro. A detta di Mudrinić sono stati fatti numerosi passi falsi che hanno fatto precipitare la Croazia all’81.esimo gradino della classifica della competitività. “Il risultato di tutto questo sono un indebitamento e un tasso di disoccupazione molto alti”. Innovare non significa assumere Certo fare comparazioni orizzontali tra i vari Paesi non è facile. Va detto però che alcuni dati emersi nel corso della tavola rotonda intitolata “La produttività torna a casa” invitano alla riflessione. Ad esempio, per quanto riguarda il ruolo della robotica il professore Bojan Jerbić, della Facoltà di ingegneria e cantieristica ha fatto presente che mentre in Austria su 10.000 abitanti vengono utilizzati 100 robot in Croazia il numero scende a soli 4. Un dato impressionante se viene contestualizzato nell’ambito delle relazioni tra industrializzazione, ovvero aumento della produttività industriale, e crescita dell’economia. Ma come già detto, alle volte i paragoni non sono attinenti. Questa volta a spiegarlo sono gli addetti del settore. Stando alle loro esperienze, infatti, in Croazia non è attendibile pensare che la robotizzazione ovvero l’innalzamento della produttività possa tradursi in un aumento dell’occupazione. Anzi. “Un solo robot che abbiamo creato utilizzando componenti d’importazione e che abbiamo messo in funzione quale elemento integrativo ha consentito di chiudere 25 posti di lavoro. Intendiamoci, per rientrare dell’investimento fatto il proprietario ha dovuto attendere un solo anno”, ha detto finanziario Darko Crh della Data-linka. Sulla stessa linea anche il presidente del Board della Podravka, Zvonimir Mršić. “L’apertura di un solo posto di lavoro in un ambiente lavorativo ad alta tecnologia è carissimo. L’automatizzazione si traduce in riduzione dell’occupazione. Alla Podravka, ad esempio – ha detto Mršić – un tempo lavoravano 1.200 persone. Oggi, dopo gli investimenti fatti per modernizzare gli impianti, c’è lavoro per sole 300 persone nonostante le capacità produttive siano ben 3,5 volte maggiori”. 8 giovedì, 9 maggio 2013 economia&finanza TASSE APPROVATA LA LEGGE SUL DEBITO FISCALE la Voce del popolo Contratti di solidarietà alla Feltrinelli Librerie Feltrinelli, insieme ai sindacati, ha messo a punto un’ipotesi di contratto di solidarietà per i 1,370 dipendenti delle tre società che costituiscono il retail del gruppo (Librerie Feltrinelli, Finlibri, Librerie delle Stazioni). Lo annuncia la società, aggiungendo che, nel corso delle prossime settimane l’ipotesi di contratto, firmata il 24 aprile sarà illustrata e discussa nelle assemblee che si terranno nei negozi e verranno definite le modalità attuative attraverso incontri territoriali tra rappresentanti aziendali e sindacali. Gli accordi avranno la durata di 12 mesi a decorrere dal 10 giugno prossimo e si attueranno in 102 negozi del gruppo. “Il 2012 – si legge in una nota – è stato per l’azienda un anno particolarmente difficile con vendite nette in calo del 5 p.c. rispetto al 2011, nonostante l’apertura di nuovi punti vendita. Negli ultimi due anni l’azienda ha registrato una contrazione delle vendite nette dell’11 p.c. a parità di punti vendita. E il 2013 si annuncia altrettanto critico. Nonostante il difficile quadro di mercato, l’azienda continua a credere nel ruolo insostituibile delle librerie nella diffusione di idee e cultura e prosegue con determinazione il suo piano di investimenti in nuove aperture, innovazione di formato (RED) e trasformazione della rete di vendita”. RIPROGRAMMARE IL DEBITO I l Parlamento croato ha approvato la Legge sul pagamento del debito fiscale, ai sensi del quale alle persone fisiche viene assicurata la possibilità di riprogrammare il versamento del dovuto nelle casse dell’Erario. Obiettivo della Legge è consentire ai contribuenti – persone fisiche che hanno smesso di esercitare la professione entro il giorno d’entrata in vigore della normativa e ai cittadini che svolgono un’attività nel settore agricolo e ittico di riprogrammare il debito. Il tasso d’interesse previsto è del 4,5 per cento, i versamenti dovranno essere fatti in rate mensili e il termine di pagamento varia a seconda dell’importo da un minimo di 36 fino a un massimo di 60 mesi. Contestualmente, per quanti sceglieranno di usufruire di questa possibilità di Legge, sarà cancellata la parte di debito derivante a titolo di tassi d’interesse. È prevista anche la possibilità di versare in toto l’importo dovuto in un’unica soluzione, opzione che consente di non pagare l’ammontare maturato a titolo di tasso d’interesse nei 36-60 mesi succitati. Dalla Direzione fiscale precisano che, ai sensi della Legge, il debito fiscale corrisponde all’importo inerente al debito maturato e non pagato, ovvero il debito fiscale maturato per tasse, contributi e altri obblighi non versati. Ne sono esclusi i mancati versamenti a titolo di contributo pensionistico per anzianità in base al risparmio individuale capitalizzato. La Legge in oggetto sarà applicata esclusivamente per il versamento del debito fiscale delle persone fisiche che presenteranno in tal senso una richiesta scritta e motivata. La richiesta deve essere indirizzata all’Ufficio imposte competente sul territorio di residenza o di domicilio abituale del richiedente. Il termine per la presentazione delle richieste è di 90 giorni dall’entrata in vigore della Legge. La richiesta deve contenere: nome, cognome e indirizzo della persona fisica; il numero di identificazione personale (OIB); la Voce del popolo Anno 9 / n. 297 / giovedì, 9 maggio 2013 IN PIÙ Supplementi è a cura di Errol Superina [email protected] Edizione Progetto editoriale Caporedattore responsabile Errol Superina Collaboratori Mauro Bernes, Marin Rogić Foto Zlatko Majnarić e archivio ECONOMIA & FINANZA Silvio Forza Redattore esecutivo Christiana Babić Impaginazione Vanja Dubravčić l’indicazione dei motivi per i quali è stato accumulato il debito fiscale; la proposta di cancellazione del debito derivante a titolo di tassi d’interesse e la proposta di periodo di riprogrammazione del pagamento del debito o, in alternativa, la proposta di cancellazione del debito derivante a titolo di tassi d’interesse e il versamento in toto dell’importo dovuto in un’unica soluzione; i motivi per il pagamento del debito in un periodo più lungo (ottenimento di un prestito, sblocco del conto da parte di altri creditori…) e se esistono le prove che dimostrano la certezza del rispetto dell’obbligo a pagare nel termine stabilito. Il modulo di richiesta per il pagamento del debito fiscale ai sensi della Legge e il modulo per la richiesta di posticipazione dell’esecuzione giudiziaria possono essere scaricati dalla pagina web www.poreznauprava.hr o richiesti presso gli Uffici fiscali operanti sul territorio. Servizio on-line per i lavoratori domestici L’Inps ha realizzato un nuovo servizio on-line destinato ai lavoratori domestici per la consultazione dell’estratto conto contributivo con un maggiore livello di dettaglio rispetto a quello già presente nel fascicolo previdenziale del cittadino, e quindi di maggiore utilità per i controlli, circa la correntezza e la correttezza dei contributi versati. Il nuovo servizio on-line, pertanto, consentendo al lavoratore di verificare i dettagli di ogni singolo versamento effettuato dal datore di lavoro, offre maggiori garanzie nella continuità contributiva. Infatti, in aggiunta alle informazioni generali relative al periodo di riferimento, ai contributi utili alla pensione e alla retribuzione o reddito, il nuovo estratto del lavoratore domestico presenta l’elenco completo dei rapporti di lavoro per i quali è presente contribuzione, evidenzia la presenza di eventuali note o segnalazioni del datore di lavoro e offre la possibilità di visualizzare e stampare l’elenco dei versamenti presenti in archivio, anche in relazione ad un singolo rapporto di lavoro. ERSTE - CAMBI di Ivan Slamić Settimana interessante sui mercati Sul mercato croato l’andamento dei cambi continua a essere negativo. Infatti, a livello settimanale la coppia EUR/HRK è scesa da 7,600 a 7,570. La flessione è determinata da una maggiore affluenza di valuta estera determinata dall’arrivo di turisti stranieri, ma anche all’avvio di investimenti da parte delle società statali. Quest’ultime attività hanno visto infatti piazzare parte del denaro attraverso prestiti vincolati a valuta straniera. D’altra parte un numero significativo di clienti che è già titolare di posizioni a breve termine speculative in euro aspetta il momento per acquistare a prezzo più basso moneta unica per chiudere la transazione. Ad ogni modo la Banca centrale può essere soddisfatta perché le pressioni volte a indebolire la valuta nazionale hanno perso intensità. La liquidità del sistema si mantiene molto buona e i tassi d’interesse sul mercato interbancario sono molto bassi. Sui mercati internazionali la settimana scorsa è stata molto interessante e ha presentato una buona volatilità per quanto riguarda le principali coppie di listino. I giorni scorsi sono stati contraddistinti dal susseguirsi di sedute delle banche centrali. Ad aprire il giro è stata la FED statunitense, che ha deciso di non modificare la politica monetaria e di acquistare un ulteriore pacchetto di obbligazioni per 85 miliardi di USD al mese. Dalla FED, inoltre, hanno fatto sapere di essere pronti ad ampliare il programma nel caso si presenti la necessità di farlo ovvero nel caso in cui l’economia USA cominci ad accusare difficoltà. La reazione dei mercati non si è fatta attendere e così l’USD ha perso nei confronti delle altre valute e quindi anche della kuna. Il cambio EUR/USD ha toccato il valore massimo degli ultimi due mesi: 1,3240. Giovedì si è riunita la BCE, che ha deciso di ridurre dello 0,25 p.c. il tasso di riferimento per l’euro ovvero di portarlo dallo 0,75 p.c. allo 0,50 p.c. Il tasso d’interesse sui depositi delle banche d’affari presso la BCE e rimasta invariata mantenendosi così in zona positiva. Le decisioni della BCE hanno provocato un calo dell’euro. Il quadro si è stabilizzato venerdì, con la pubblicazione dei dati inerenti alle assunzioni negli Stati Uniti. I numeri hanno sorpreso piacevolmente gli investitori in quanto hanno confermato la ripresa dell’economia USA. A livello settimanale il cambio EUR/USD non è oscillato molto, gli scambi avvengono nell’ambito dell’intervallo 1,2950-1,3240. Nessuno scossone nemmeno per quanto riguarda il cambio USD/HRK che è circa 5,770. Il valore del franco svizzero è aumentata fino agi ultimi giorni della settimana quando i dati relativi agli USA hanno determinato l’inversione di tendenza e l’abbattimento del valore di valujte come il CHF e lo JPY. Nei primi giorni della settimana il cambio CHF/HRK oscillava attorno a 6,165. ERSTE - BORSA di Tamas Nagy Focus sui risultati trimestrali Le decisioni delle autorità monetarie europee e statunitensi hanno determinato l’andamento degli scambi sulle Borse mondiali. Infatti la BCE ha ridotto ulteriormente il principale tasso d’interesse di 25 punti base, mentre la FED ha con fermato l’intenzione di proseguire con la politica stimolativa che consiste nell’acquisto di obbligazioni. Tutto questo ha avuto un effetto positivo sull’andamento degli indici. Un ulteriore incentivo è arrivato a fine settimana con la pubblicazione dell’andamento del mercato del lavoro USA. Accanto ai risultati positivi per quanto attiene all’apertura di posti di lavoro sono stati fissati anche quelli delle società realizzati nel primo trimestre: quasi tutti sopra le aspettative. Tutti i principali indici mondiali hanno registrato un significativo rialzo. Il tedesco DAX ha guadagnato circa il quattro per cento, mentre gli americani S&P 500 e Dow Jones hanno registrato nuovi valori record. Soltanto il giapponese NIKKEI ha segnato una perdita di circa l’1,4 per cento a livello settimanale. Sulla Borsa di Zagabria l’andamento degli scambi è stato determinato dal ponte festivo. A segnare il ritmo sono stati principalmente i risultati d’affari realizzati nel primo trimestre dell’anno. Al centro dell’attenzione si è trovata la Telecom croata, che ha pubblicato risultati leggermente più deboli e che ha perso più del 2 per cento a livello settimanale. Per lo stesso motivo l’azione della Vira ha perso quasi il 6 p.c. Sull’altro versante l’Ericsson Nikola Tesla ha realizzato risultati migliori rispetto alle previsioni è ha guadagnato più del 3 p.c. La liquidità è stata nuovamente debole, il volume di scambi medio giornaliero è stato inferiore ai 12 milioni di kune, mentre l’indice Crobex ha guadagnato lo 0,18 per cento.