Inpiù economia e finanza 9.5.2013

SAPERASCOLTARE
È FONDAMENTALE
la Voce
del popolo
«SERVE AVERE
TANTA PAZIENZA, LAVORARE
MOLTO E NON ASPETTARSI SUBITO
IL RISCONTRO ECONOMICO.
FONDAMENTALE È IMPARARE DA
COLORO CHE HANNO PIÙ ESPERIENZA,
PERCHÉ QUELLO CHE SI IMPARA A
SCUOLA O ALL’UNIVERSITÀ NON È
ABBASTANZA PER AVERE SUCCESSO»
economia
& finanza
www.edit.hr/lavoce
Anno 9 • n. 297
giovedì, 9 maggio 2013
MERCATI
AMBIENTE
INTERVISTA
società
crisi
Il futuro dell’euro
nelle urne tedesche
Auto elettrica
ci siamo quasi
Nicolò Giuricich: da
Lussino al Sudafrica
La violenza ha anche una
dimensione economica
Il valore civico
del sapere scientifico
Il prossimo 22 settembre non
sarà un equinozio come un altro:
la Germania sarà alle urne.
Zero emissioni e basso consumo.
L’ambiente ringrazia le
automobili di nuova generazione
Il Sudafrica è dotato di
un’infrastruttura che nulla ha
da invidiare ai Paesi leader.
Violenza economica: un male
dilagante. In Croazia la subisce
quasi un terzo delle donne.
È necessario cambiare
atteggiamento nei confronti
degli investimenti.
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economia&finanza
giovedì, 9 maggio 2013
MONETA UNICA
I
l prossimo 22 settembre non sarà un equinozio come un altro. Perché in quel giorno
l’area euro conoscerà chi sarà il prossimo
Cancelliere della Germania. Al momento favorita è la nuova lady di ferro Angela Merkel. Il
suo partito, la Cdu (Unione cristiano-democratica) è in vantaggio. Ma le incognite - quando
è ancora presto per dar peso ai sondaggi che
vedono la Cdu al 42 p.c. e i socialdemocratici della Spd al 27 p.c. - sono tante. A partire
dall’esito che riscuoterà il partito eurofobo tedesco Afd (Alternative für Deutschland) che
secondo alcune indiscrezioni avrebbe - a poche
settimane dalla nascita ad opera del 50.enne
professore di economia Bernard Lucke - già
superato la soglia di sbarramento del 5 p.c.
Lucke ha questo programma: fuori dall’euro
subito Grecia, Cipro, Portogallo, Spagna,
Italia e “probabilmente” anche della Francia.
Dopodiché ci dovrebbe essere una fase transitoria di 4-5 anni con l’euro in parallelo alle
monete nazionali. La fine globale della zona
euro, con il ritorno al marco anche per la
Germania, dovrebbe avvenire, secondo i suoi
piani, entro il 2020, al limite con un’unione
monetaria con la Finlandia, l’Austria e l’Olanda. L’Afd potrebbe anche trovare sponda nel
recente successo dell’Ukip (United Kingdom
Independence Party), il partito antieuro della
Gran Bretagna. Il “partito dei clown” - così è
stato definito dal premier conservatore David
Cameron - ha ottenuto un quarto dei voti nelle
elezioni amministrative, guadagnando 140
seggi comunali e sorprendendo i Tories, che
invece ne hanno persi 335.
Le incognite per Frau Merkel
Resta il fatto che tanto l’Afd quanto l’Spd rappresentano una forte incognita per la Merkel e
per la probabile riproposizione di una strategia
mirata a proseguire con l’austerity - per il via
dell’Unione europea - nei confronti dei Paesi
periferici. Via che ultimamente pare sia stata
messa in standby come dimostrano la proroga
sul deficit/Pil concessa dalla Commissione europea ai Paesi che sono oltre il 3 p.c. (Francia
e Olanda tra i Paesi dell’area “core”, Slovenia
e Spagna tra i “periferici”) e il taglio dei tassi
della Bce al minimo storico dello 0,5 p.c.
Standby che - secondo alcuni esperti - sarebbe
anche legato al fatto che ormai mancano pochi
mesi alle elezioni tedesche e che quindi ci sia
la Voce
del popolo
a cura di Mauro Bernes
|| Se Angela Merkel dovesse vincere, in Europa continuerà a soffiare il vento dell’austerità
IL 22 SETTEMBRE PROSSIMO RISCHIA DI ESSERE
UNO SPARTIACQUE PER IL FUTURO DELL’EUROPA
LESORTIDELL’EURO
NELLEURNETEDESCHE
poco interesse dal lato tedesco ad alimentare
tensioni che potrebbero far emergere i bubboni in sospeso nell’Eurozona - Slovenia e
Portogallo in prima fila - che rischierebbero
di far perdere punti all’elettorato della Cdu,
tradizionalmente contrario agli aiuti verso il
Sud Europa.
Se l’Afd punta a un’uscita della Germania
dall’euro, l’Spd è comunque più aperto a posizioni espansive e più orientate al progetto di
“Stati Uniti d’Europa”, tra cui su tutte l’adozione di Eurobond, bond garantiti da riserve
auree da destinare all’implementazione di
infrastrutture in Europa che - a detta dell’economista Alberto Quadro Curzio, uno degli
ideatori - rilancerebbero l’occupazione gettando le basi per una maggiore integrazione
e una ripresa economica nel medio-lungo periodo.
Austerity o no?
Il 22 settembre rischia di essere uno spartiacque per il futuro dell’Europa proprio perché se
la Merkel dovesse vincere ampiamente, non
è da escludere un ritorno di fiamma dell’austerity nella periferia, nonostante le ultime
polemiche rilanciate dal Premio Nobel per
l’Economia Paul Krugman, con un eventuale
ritorno delle tensioni sui debiti sovrani che
invece in questo momento stanno vivendo
un’eccezionale caduta dei rendimenti. Anche
se va precisato che questa caduta è alimentata più che altro dalla forte liquidità iniettata
dalle banche centrali e da grandi investitori a
caccia di alti rendimenti in un contesto in cui
molte economie big viaggiano a tassi pressoché azzerati e rischiano, di conseguenza, di
sperimentare le sabbie mobili della trappola
della liquidità in cui è caduto il Giappone agli
inizi degli anni ‘90.
Se invece la Merkel dovesse vincere con una
maggioranza più risicata potrebbe essere
costretta a fare delle concessioni agli avversari, dovendo mediare tra rigore e politiche
espansive. In questo caso potrebbe rinunciare al desiderio di un rialzo dei tassi, come
recentemente espresso sottolineando che “la
Germania avrebbe bisogno di tassi più alti”
(frase inascoltata dal governatore della Bce
che ha invece tagliato il costo del denaro allo
0,5 p.c. il 2 maggio).
Calma apparente
Resta il fatto che secondo molti esperti l’attuale calma sui debiti sovrani dell’Eurozona
è solo apparente e che dopo il 22 settembre
potrebbero riemergere i problemi europei. C’è,
quindi, il rischio che dopo le elezioni tedesche
gli investitori tornino a colpire i debiti sovrani
dell’Eurozona?
“Esiste e sta condizionando a mio giudizio le
scelte politiche della Cancelliera che se da un
lato sa che la Germania e l’Europa non possono fare a meno di prendersi cura della buona
saluta dei periferici – allentando quando possibile i piani di austerity per permettere una
ripresa della crescita e la stabilizzazione dei
mercati occupazionali domestici- dall’altro
non ignora il malcontento tedesco nei confronti degli aiuti dati ai paesi in difficoltà,
che potrebbe portare il partito anti europeista
‘Alternative fuer Deutschland’ a conquistare il
20 p.c. dei consensi alle prossime elezioni spiega Giordano Beani, direttore investimenti
di Bnp Paribas investment partners, a il Sole
24 Ore -. A dispetto del successo per ora mediatico di questo partito e dei molti e pericolosi
dubbi nella politica europea di Berlino, per la
maggioranza dei tedeschi gli interessi europei
del Paese hanno avuto finora la meglio sulla
paura di un futuro troppo incerto. Credo che
l’evoluzione della congiuntura economica
tedesca – che negli ultimi mesi ha evidenziato una frenata a causa del rallentamento
economico vissuto da molto periferici - sarà
decisiva nell’orientamento dell’elettorato. Se
le concessioni della Merkel e gli interventi
della Bce avranno dato i loro risultati prima
di settembre, la probabilità di un’avanzata antieuropeista scenderà”.
economia&finanza
la Voce
del popolo
IL PUNTO
giovedì, 9 maggio 2013
3
di Christiana Babić
LA RIPRESA È IN CORSO
U
nione europea ed Eurozona
torneranno a crescere nel
2014. L’anno in corso farà
segnare ancora delle contrazioni, poi
il Prodotto interno lordo dell’Europa
a Ventisette e di quella a Diciassette
torneranno ad avere segno positivo.
Lo ha rilevato la Commissione
europea nelle previsioni economiche
di primavera, diffuse nei giorni scorsi
a Bruxelles. “Dopo la recessione che
ha contraddistinto il 2012, l’economia
dell’UE si stabilizzerà nel corso
della prima metà del 2013”, si legge
nello studio. Il risultato, affermano
gli esperti di Bruxelles, sarà “una
notevole espansione nella seconda
metà dell’anno, anche se la crescita
dovrebbe esserci nel 2014”.
un’espansione dell’1,2 p.c. il prossimo
anno. Tutto questo ha fatto dire al
commissario europeo per gli Affari
economici e monetari, Olli Rehn
che “la ripresa è già in corso, e gli
squilibri macroeconomici si stanno
riducendo”. Tuttavia, ha aggiunto:
“Ora è importante che le misure per
correggere gli squilibri continuino in
tutti i Paesi membri”, anche perché “la
ripresa è già in corso, e gli squilibri
macroeconomici si stanno riducendo”.
In altre parole: il miglioramento
sui mercati finanziari ancora non
si avverte nell’economia reale”. In
Europa, infatti, “i crediti alle imprese
continuano a contrarsi, e i crediti alle
famiglie – ha sottolineato Rehn –, sono
aumentati solo leggermente”.
Squilibri economici
Mercato del lavoro
In quanto a cifre, così il rapporto,
il Pil dell’UE farà segnare un -0,1
per cento nel 2013 e un +1,4 per
cento nel 2013. Stessa dinamica per
l’Eurozona, dove si registrerà una
contrazione dello 0,4 p.c. quest’anno e
In quanto al mercato del lavoro, va
detto che sia nell’Unione europea
sia nell’Eurozona la disoccupazione
quest’anno aumenterà rispetto allo
scorso anno, ma si stabilizzerà poi
nel 2014. Insomma, non diminuirà,
ma neppure continuerà a crescere.
A fine 2012 l’indice dei senza lavoro
nell’UE era all’11,4 p.c., e alla fine di
quest’anno è prevista da Bruxelles al
12,2 p.c. Un dato che secondo le stime
dell’Esecutivo comunitario resterà
invariato nel 2014 (12,1 p.c.). Stesso
andamento nell’area Euro: a fine 2012
la disoccupazione ha toccato il 10,5
p.c., e nel 2013 toccherà quota 11,1
p.c. Un dato che rimarrà invariato alla
fine del 2014 (previsioni sempre per
l’11,1 p.c.).
Favorire l’occupazione
Percentuali che secondo gli addetti al
settore impongono di aprire subito
un confronto sugli strumenti per
favorire la creazione di nuovi posti di
lavoro. Purtroppo, infatti, le previsioni
dell’Unione europea sono ancora
negative, anche perché, come detto,
nel breve termine non si registrano
avvisaglie di ripresa. Di conseguenza,
nonostante il rallentamento del costo
del lavoro previsto dalla stessa UE
per il biennio 2013-2014 – dovuto al
lungo congelamento dei salari pubblici
e all’aumento contenuto dei salari
del settore privato –, continuerà la
contrazione occupazionale.
Favorire i consumi
E così prendono sempre più piede
le teorie per le quali “sono proprio
le basse retribuzioni a contribuire
al consolidamento della recessione,
attraverso l’indebolimento dei
consumi”. Per cambiare rotta
andrebbe messo in moto un
meccanismo che innalzi le retribuzioni
attraverso un alleggerimento del
prelievo fiscale su famiglie e imprese,
accompagnato da misure che riducano
il cuneo fiscale per evitare la crescita
del costo del lavoro”. Infatti, le
previsioni del rapporto UE dicono con
chiarezza che non è sufficiente sperare
nei deboli segnali di ripresa attesi per
favorire una crescita dell’occupazione.
Come dire: l’economia va aiutata e
il lavoro va incentivato con misure
specifiche che favoriscano le nuove
assunzioni.
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lalaVoce
Voce
del popolo
del popolo
giovedì, 9 maggio 2013
INTERVISTA
H
|| Centro Mercedes Sudafrica costruito dalla Giuricich Bros Construction
o incontrato Nicolò Giuricich
a Marsiglia durante la quarta
“Conferenza dei giovani corregionali
dell’Europa”. Ad aprire la manifestazione
sono le note dell’Inno di Mameli, l’inno
nazionale italiano, che rimarca ‘l’italianità’
dell’evento. E proprio durante l’esecuzione
dell’Inno vedo, o meglio, sento per la prima
volta Nicolò Giuricich. Si, perché in quella
vasta platea che assiste all’inaugurazione la
voce di Nicky (come lui stesso si firma) è la
più rombante, la più alta, con una mano sul
cuore e cantando parola per parola il testo del
Canto degli Italiani, Giuricich esprime la sua
fierezza di essere italiano, o meglio ancora,
come lui stesso dice, la sua fierezza di essere
Italo-Istriano. Poco dopo ci conosciamo. Mi
racconta del suo lavoro, della sua azienda
di costruzioni che gestisce con i fratelli in
Sudafrica, ma soprattutto di Lussino e delle
radici della sua famiglia. Una volta rientrato
a Fiume lo contatto per approfondire
l’argomento.
I Giuricich. Una famiglia che è partita
da Lussino a metà degli anni ’30 per poi
arrivare fino in Sudafrica, iniziare una
‘nuova’ vita e mettere in piedi un’ azienda
di successo. Come prima domanda le
chiedo di raccontarci la storia della sua
famiglia.
“Partiamo proprio dagli inizi. La nostra
è una lunga storia. Mia madre, Claudia,
andò via da Lussino nel 1925, a soli 4
anni, invece mio padre Nicolò se ne andò,
insieme a mio nonno Matteo, a 9 anni.
Arrivò a Città del Capo il 13 giugno 1935,
il giorno della festa di San Antonio. Pochi
mesi dopo arrivarono in Sudafrica i miei zii,
Cesare e Simone. A Lussino avevano una
falegnameria e mia nonna era proprietaria
di un tabacchino. La loro casa era vicino alla
cappella dell’“Addolorata”, che a sua volta
era vicina a quella di Valdarche. All’epoca
i confini erano chiusi e mia nonna rimase
a Lussino per poi raggiungerli diversi anni
dopo. La nostra società, la Giuricich Brothers,
venne fondata nel 1940 da Nicolò, Cesare
e Claudia Giuricich. Per loro la situazione
fu molto difficile durante la Seconda guerra
mondiale, non potevano uscire dalla città di
Johannesburg e più volte rischiarono di essere
incarcerati nel campo di Zonderwater, dove
si trovavano più di 100.000 prigionieri di
guerra italiani. Per fortuna cantavano nel coro
della cattedrale di Johannesburg e caso volle
che il parroco fosse lo zio del comandante
della polizia locale. Quest’ultimo, sollecitato
dal parroco, si adoperò per cancellare i loro
nomi dal libro degli internati, cosa che fu
fatta ma che non li portò alla liberta
piena: dovevano restare nei pressi di
Johannesburg e avevano l’obbligo
di lavorare per il governo. Per
questo motivo, io e tutta la
mia famiglia, siamo molto
vicini alla chiesa.”
L’isola più bella
del mondo
Durante
la nostra
chiacchierata
a Marsiglia
mi ha detto
che ogni
anno, da
quando
di Marin Rogić
SAPER ASCOLTARE
È FONDAMENTALE
era bambino, torna a Lussino. Che
significato ha oggi per lei e per la sua
famiglia l’isola di Lussino?
“Lussino rappresenta per me e per
tutti i miei cari un importante punto di
riferimento. Non passa giorno che in
famiglia non si parli di Lussino. Io dico
sempre: la più bella isola del mondo! È
anche un posto dove possiamo ‘ricaricare
le nostre batterie’ dalle fatiche lavorative e
infatti ogni anno le vacanze le passiamo lì.
L’isola ha un potere quasi magico, qualche
giorno in quella natura meravigliosa ci dà
la forza di andare avanti, di continuare
con maggiore impegno il nostro lavoro, ci
rivitalizza. Poi, l’isola rappresenta il luogo
della memoria della mia famiglia. Quando
arrivo a Lussino parte il ‘viaggio nei ricordi’,
mi riaffiorano le storie che mi raccontavano
i miei genitori, il mare, i posti magnifici,
ecc... Ho un grande
rammarico però, la
casa dove è nato
mio padre
adesso è
abitata da stranieri e noi purtroppo non
possiamo fare nulla a riguardo.”
Cosa le manca di più della ‘sua’ terra?
“Il mare, il clima, le usanze e le tradizioni.
Quelle usanze e tradizioni che i miei genitori
hanno vissuto e che io ho conosciuto soltanto
attraverso i loro racconti.”
Fieri di essere Italo-Istriani
Ha mai raccontato ai suoi amici e partner
di lavoro delle sue origini?
“Quasi sempre. La nostra famiglia, con
tutti i parenti, svolge una grande attività
per la promozione di Lussino. Per motivi di
lavoro, ma anche personali, conosco molto
spesso gente nuova, e loro abitualmente ci
chiedono da dove proveniamo. Rispondiamo
sempre che siamo fieri di essere ItaloIstriani. A tutti loro abbiamo raccontato le
bellezze dell’Istria e del Quarnero
e tanti Sudafricani, dopo avere
sentito i nostri elogi, sono andati
a vedere quella meravigliosa
costa. Non dimentichiamo
però che il nostro Paese,
il Sudafrica, è un gran
Paese, a cui siamo molto
legati e che ci ha dato
la possibilità di creare
quello che abbiamo
oggi.”
Lei è uno dei
soci Fondatori
dell’Associazione Giuliani nel Mondo a
Johannesburg, di cui ricopre la carica
di presidente dal 1998. Partecipa a
manifestazioni, congressi e giornate di
studio dedicate all’emigrazione italiana e
in particolare a quella giuliano-dalmata.
Uno di questi incontri è stato anche il
recente “Giovani ed Europa”, tenutosi a
Marsiglia in Francia. Quale è, secondo
lei, il fattore più importante di questa
associazione?
“Mantenere un contatto ‘vivo’ con le nostre
radici e con i nostri connazionali. A Marsiglia
i protagonisti erano i giovani e proprio loro
devono continuare e mantenere vive le nostre
tradizioni, usanze, ecc... L’Associazione Giuliani
nel Mondo ci dà l’opportunità di rafforzare i
legami con la nostra terra di origine. Anche
se ci troviamo all’estero non dobbiamo mai
dimenticare da dove siamo venuti. Questo lo
dobbiamo specialmente a quelli che hanno
fatto per noi il gran sacrificio di andarsene
dalla propria terra e lo hanno fatto nella
speranza che noi, i nostri figli e i nostri nipoti,
potessimo vivere un futuro migliore del loro.”
Fa molto piacere sapere che lo scorso
anno, presso la sede del COMITES di
Johannesburg, si è celebrata la S. Messa
in occasione del Giorno del Ricordo in
commemorazione delle vittime delle Foibe
di Fiume, Istria e Dalmazia, alla quale
lei ha partecipato e tenuto un discorso.
Quante sono oggi le persone, vittime
dell’esodo giuliano-dalmata, che risiedono
in Sudafrica?
la Voce
economia&finanza
del popolo
giovedì, 9 maggio 2013
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NICOLÒ GIURICICH
SI RACCONTA.
GIURICICH
BROTHERS:
DA LUSSINPICCOLO
AL SUDAFRICA
“Non lo so esattamente, posso dirle che i
membri locali della nostra associazione sono
all’incirca 50. Due sono i problemi principali
che affliggono la nostra comunità: il primo
riguarda il numero di partecipanti alle nostre
iniziative, tanti sono dovuti scappare, tanti
se ne vanno e rimaniamo sempre di meno. Il
secondo riguarda quelli che sono rimasti, una
parte di loro, purtroppo per vari motivi, non
vogliono parlare delle vicende che ci hanno
colpito.”
Lavorare nel settore costruzioni
Passiamo alla parte ‘economica’
dell’intervista. Sei fratelli azionisti di
maggioranza che continuano a portare
avanti con fierezza un’eredità tutta
italiana nata da oltre settant’anni: la
“Giuricich Bros Construction Ltd”, oggi
una delle più grandi aziende private
sudafricane. Di cosa vi occupate nello
specifico e come è composta la vostra
azienda?
“Ci occupiamo soprattutto di costruzioni
di tipo commerciale, residenziale, uffici,
ospedali, fabbriche e una sezione è dedicata
anche ai lavori civili. Io e i miei fratelli siamo
i maggiori azionisti e altre personalità hanno
una piccola quota. Ricopriamo anche i ruoli
dirigenziali all’interno della Giuricich Bros
Construction Ltd. Oltre alla sede centrale,
situata a Johannesburg, abbiamo uffici
anche a Cape Town. Lavoriamo in tutto il
Paese e in organico abbiamo all’incirca 250
dipendenti.”
Il settore immobiliare in Europa e negli
Stati Uniti negli ultimi anni ha vissuto, e sta
vivendo tutt’ora, una crisi senza precedenti.
In Sudafrica come è la situazione, la sua
attività ne ha risentito? In generale la crisi
economica mondiale quanto ha influito
sull’economia locale?
“Anche in Sudafrica si sente la crisi, però non
come in Europa e in America. Il Sudafrica
fa parte del BRICS (acronimo utilizzato
in economia internazionale per riferirsi
congiuntamente a Paesi che condividono una
situazione economica in via di sviluppo, ndr.)
siamo un mercato emergente, ci sono ancora
spazi e possibilità per crescere, ma si deve
lavorare molto per ottenere un buon risultato.
Il Sudafrica è oggi un Paese in cui ogni giorno
si affacciano nuove opportunità.”
questo ci permette di comprare a buon prezzo,
anche se questo può essere sia un pro che
un contro. Tra i contro, per un imprenditore,
c’è sicuramente il potere che detengono i
sindacati, in certi casi c’è troppa burocrazia,
parlando nello specifico del lavoro della mia
azienda ci sono materie prime che sono la
base per il nostro lavoro, come ad esempio il
ferro, che fanno parte di una categoria oserei
dire monopolista, non c’è concorrenza tra
i produttori e quindi possono avere prezzi
molto alti. Infine, certe zone hanno problemi
di criminalità, però questa non credo che sia
una problematica che si lega solamente al
Sudafrica, nemmeno il resto del mondo ne è
immune.”
Un sistema senza paragoni
“Molto bene, come menzionato poco fa
accolgono molto bene gli imprenditori che
vogliono investire nel Paese.”
I pro ed i contro di investire in Sudafrica oggi?
“Innanzitutto il Paese è dotato di
un’infrastruttura che nulla ha da invidiare ai
Paesi del così detto ‘primo mondo’, cioè ai Paesi
leader. C’è un sistema bancario che oserei dire
non ha paragoni simili con altre economie,
se si presenta un progetto valido, le banche
ti aiutano e sono disposte a collaborare al
progetto presentato. Da non dimenticare che il
governo sollecita ed appoggia gli investimenti
attraverso incentivi, leggi, ecc. Infine, c’è
quello che in gergo tecnico si chiama ‘return
on investment’, cioè la rendita sul capitale
investito è molto positiva per l’azienda. La
nostra moneta è più debole della kuna e
Come vengono accolti dalle autorità locali
gli imprenditori stranieri?
Quali sono i settori dell’economia che
‘tirano’ di più, quelli che attualmente vanno
meglio?
“Sicuramente ai primi posti ci sono il turismo,
la logistica, l’infrastruttura, la tecnologia,
l’informatica, il financial services e infine il
settore che abbraccia il campo dell’estrazione e
lavorazione dei minerali.”
Prospettive di crescita
A detta di molti analisti finanziari l’Africa
è il continente su cui si misureranno
le migliori prospettive di crescita dei
prossimi decenni e dove si decideranno
le nuove gerarchie globali e gli assetti
del futuro. Quale sarà il futuro della
Giuricich Bros Construction Ltd a
proposito?
“Consolidare la nostra posizione sul mercato.
Continuare ad essere un partner affidabile,
continuare a crescere, cercare nuovi mercati
e nuovi partner. Infine, continuare ad essere
riconosciuti per il servizio e la qualità del
lavoro che offriamo. Creare una base di crescita
per i prossimi 73 anni e dare l’opportunità alle
nuove generazioni di esprimersi e continuare il
successo di famiglia.”
Ha mai pensato di investire in Croazia,
magari a Lussino?
“A Lussino si, però non si è ancora aperta
nessuna opportunità. Ci sono terreni che la
mia famiglia aveva in proprietà dove potevamo
creare veramente qualche cosa di speciale, ma
purtroppo sono stati nazionalizzati e non si
potrà mai averli indietro per i vari motivi che
tutti conoscono.”
Quale consiglio darebbe ad un giovane che
volesse avviare un’ attività imprenditoriale?
“Di avere tanta pazienza, di lavorare molto e
non aspettarsi subito il riscontro economico.
Fondamentale è ascoltare, imparare da coloro
che hanno più esperienza e non pensare
di sapere sempre tutto, perché quello che
si impara a scuola o all’università non è
abbastanza per avere successo. Infine, direi loro
un detto di Lussino: ‘tien duro che la faremo’.”
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giovedì, 9 maggio 2013
economia&finanza
la Voce
del popolo
RICERCA
VIOLENZA
V
iolenza economica: un male
dilagante. In Croazia, quasi
un terzo delle donne (29 p.c.)
subisce dal proprio partner una forma
di violenza economica. E non è finita.
Ben il 17 p.c. delle donne che convive
con il proprio partner viene sottoposto a
maltrattamenti direttamente legati alla
propria attività lavorativa. Sono i dati
allarmanti emersi dalla prima ricerca sul
tema realizzata nei mesi di settembre
e ottobre del 2012 su scala nazionale.
Il sondaggio, che ha coinvolto 601
donne di età compresa tra i 18 e
gli 89 anni, è nato da un’idea della
leader dell’associazione B.a.B.e., Sanja
Sarnavka, e grazie alla collaborazione
con la sociologa Ksenija Klasnić della
Facoltà di Filosofia dell’Università di
Zagabria.
Dalle risposte raccolte nell’ambito
della ricerca emerge che nel 15,4 per
cento dei casi le donne ricevono dal
partner ripetute critica inerenti ai
criteri di spesa del denaro guadagnato
autonomamente, che il 13,5 p.c. del
campione si è trovato nella situazione
di dover mentire sul prezzo di un
bene acquistato, che il 13,1 p.c. ha
dovuto nascondere l’oggetto comprato.
Simile (13,4 p.c.) la percentuale delle
donne che ha scoperto che il partner
ha prelevato del denaro dal suoi
risparmi, o dal conto comune, senza né
chiedere né dare alcuna informazione
in merito. Di qualche punto percentuale
è inferiore la percentuale (10,6 p.c.)
delle donne i cui partner ha preso
autonomamente decisioni importanti
FA RIMA CON DENARO
sull’utilizzo (spese o investimenti) del
denaro guadagnato da lei o dei risparmi
comuni.
e che nel 4,2 p.c. dei casi a opporsi
alla ricerca di un impiego è stato il
compagno di vita.
Bene privato, risparmi comuni
Questioni immobiliari
Ancora, il 9,8 p.c. degli uomini tende
a considerare il denaro guadagnato
come “suo”, ma al contempo le entrate
della donna sono “della coppia” e
di conseguenza la partner viene
messa nell’impossibilità di spendere
come meglio crede (8,9 p.c.). Alta
anche la percentuale dei casi in cui il
comportamento di lui porta lei a non
avere denaro sufficiente a coprire le
spese mensili ineludibili quali cibo o
bollette (8,4%), e quelle dei casi in
cui alla donna viene vietato l’utilizzo
del denaro guadagnato o di quello
considerato “della coppia” (7,7 p.c.),
nonché delle situazioni nelle quale alla
partner non vengono date informazioni
in merito allo stato del conto comune
(7,3 p.c.).
Altri dati scaturiti dalla ricerca: l’87
per cento delle intervistate ha dei figli
con il proprio compagno, il 38 per
cento vive in un immobile di proprietà
del partner, nel 21 p.c. dei casi la casa
o l’appartamento sono di comune
proprietà, mentre solo l’11 p.c. delle
coppie vive nella casa/appartamento di
lei. Interessante da analizzare appare
anche il quadro riferito alla violenza
economica praticata in caso di rottura
della relazione o di divorzio. Nel
16,1 p.c. dei casi il partner rifiuta di
sostenere finanziariamente la cura dei
figli, il 15,5 p.c. non versa l’assegno di
mantenimento dei figli, e quasi l’8 p.c.
delle donne ha dovuto abbandonare
la casa/appartamento di proprietà
del marito nonostante nel corso della
relazione/matrimonio in questa siano
stati fatti investimenti finanziati da
entrambi. Per finire: addirittura il 22,6
p.c. delle donne ha subito anche almeno
una forma di violenza fisica.
ALLARMANTE
IL QUADRO EMERSO
DA UN SONDAGGIO
Rispondendo alle domande del
sondaggio le interpellate hanno
rivelato anche che nel 6,8 p.c. dei
casi si sono trovate nella situazione di
dover nascondere al partner di aver
ricevuto del denaro da familiari o amici,
Acquisti nascosti
“È allarmante il fatto che la violenza
economica sia ancora più diffusa di
quella fisica. Inoltre, preoccupa il
fatto che le donne che subiscono atti
violenti spesso non li riconoscano
come tali quando si manifestano
nella dimensione economica. Non
solo – così Ksenija Klasnić – quelle
che percepiscono la violenza
economica come tale non le danno
grande importanza in quanto l’unica
preoccupazione è quella di non essere
picchiate, o di non esserlo più. La
verità è che non possono chiudere
la relazione ed andarsene perché
sono economicamente dipendenti
dal proprio compagno”. Passando
poi a commentare il quadro generale
la sociologa avverte: “Le donne che
dai propri compagni non vengono
sottoposte a vessazioni fisiche
dichiarano che non permetterebbero
mai di essere maltrattate sul piano
economico, ma spesso dai discorsi
emergono situazioni impensabili. Ad
esempio, si scopre che nascondono le
scarpe nuove che hanno comperato
con i propri soldi. Personalmente –
conclude – mi aspettavo che il maggior
numero di violenze inerenti al denaro
sarebbe emerso in ambienti rurali, ma
non è stato così”.
Società e mentalità patriarcali
Dal canto suo Sanja Sarnavka si dichiara
“per nulla sorpresa” dei risultati emersi
dal sondaggio. “I ragionamenti di
matrice patriarcale sono molto diffusi.
In tante aree del Paese è considerato
ancora del tutto normale che a ereditare
il patrimonio di famiglia sia il figlio
maschio. Le figlie rinunciano agli
immobili quando si sposano”, spiega
Sarnavka, ricordando che nonostante la
legge riconosca quella economica come
violenza questa piaga è troppo spesso
coperta da un velo di omertà. (chb)
la Voce
del popolo
economia&finanza
DUSKO MARUSIC/PIXSELL
ATTUALITà
giovedì, 9 maggio 2013
7
Economia reale e Ph.D.:
un dialogo difficile
Il problema di fondo è la dislocazione del sapere in
settori estranei alla produzione. Lo ha fatto presente
il numero uno della Siemens in Croazia, Mladen
Fogec, che ha fatto presente che all’estero l’80 p.c. dei
dottori in scienze lavorano nel settore dell’economia
reale, mentre in Croazia il rapporto è diametralmente
inverso. A confermare il dato è stato Zvonimir Mršić
della Podravka. “La nostra società ha bandito un
concorso per assumere il direttore del comparto
ricerche e sviluppo nel quale lavorano 250 persone.
Lo stipendio era superiore alla media e ben più
alto di quelli che vengono corrisposti nell’ambiente
accademico. Ebbene, nonostante ciò non siamo
riusciti a trovare un candidato con le caratteristiche
che cercavamo”.
E quello dei quadri che possono vantare un’alta
formazione non è un problema circoscritto alla
realtà croata. Lo si capisce leggendo i dati ufficiali
dell’ufficio di collocamento al lavoro Sloveno dai quali
risulta che attualmente sono alla ricerca di un lavoro
ben 129 dottori in scienza. A illustrare il quadro
della situazione slovena è stato il vicepresidente
dell’Associazione dei giovani ricercatori, Primož
Poredoš. “Preoccupa molto il fatto dei giovani che
hanno conseguito un dottorato in scienze, in vari
settori, e che non riescono a trovare un impiego fisso
sia aumentato del 430 per cento rispetto al 2005”, ha
detto Poredoš che ha puntato il dito contro i tagli ai
finanziamenti destinati all’occupazione. In Slovenia
negli ultimi anni il tasso di disoccupazione giovanile è
aumentato del 28 p.c. e la tendenza è particolarmente
negativa per quanto riguarda coloro che possono
vantare un alto titolo di studio. Le cause di questa
situazione a detta di Poredoš vanno cercate nel fatto
che le capacità di assorbimento nel settore privato
è molto bassa e che in Slovenia sono soltanto 30
gli enti presso i quali lavora un numero rilevante di
dottori in scienze. “A differenza di quanto avviene in
alcuni Paesi, dove l’80 p.c. dei giovani Ph.D. trova un
lavoro nel settore privato, mentre il 20 p.c. guarda al
settore pubblico e statale, in Slovenia la situazione è
inversa”.
GLIINVESTIMENTI
NONSONOILNEMICO
V
a cambiata la percezione
dominante nei riguardi degli
investimenti. Questo l’imperativo
sottolineato dal presidente croato
Ivo Josipović a Umago, dove ha
inaugurato di recente la 13.esima
edizione della conferenza Microsoft
WindDays business. È con rammarico,
infatti, che il Capo dello Stato ha fatto
presente che attualmente in Croazia
il rapporto nei confronti dell’unico
strumento capace di rilanciare la
società è contraddistinto da un
sentimento negativo. “Il dibattito
sviluppato in tema di industria non
diffonde ottimismo né speranza. La
flessione è iniziata nel 2009 e si è
mantenuta costante fino al 2012.
Rispetto al 2008 la produzione è calata
del 16 per cento”, ha detto Josipović,
ribadendo che “tutto i discorso inerente
alle tendenze negative nel comparto
industriale si lega agli investimenti”.
Purtroppo, come sottolineato in
apertura la percezione dominante è
negativa. “Un atteggiamento sbagliato
– ha ripetuto il presidente perché non
c’è alternativa agli investimenti, solo
questi possono rilanciare la società.
Purtroppo vediamo che la capacità
d’attrazione del capitale si è ridotta
notevolmente e dobbiamo fare tutto
il possibile per attirare gli investitori
creando le condizioni necessarie al loro
arrivo”.
Per farlo bisognerà superare un
altro ostacolo importante o meglio:
bisognerà cambiare schema mentale. Il
Capo dello Stato in questo senso non
ha fatto giri di parole: “Il problema
è nelle nostre teste. Abbiamo paura
degli imprenditori e questo timore
genera condizioni sfavorevoli agli
investimenti”.
Dalle «cinque O» alle «quattro I»
“L’anno scorso mi sono soffermato sulle
‘cinque O’ – decisione, responsabilità,
aspettative, istruzione e ottimismo
(odlučnost, odgovornost, očekivanja,
obrazovanje i optimizam) – intese come
ingredienti della ricetta del successo.
Quest’anno desidero soffermarmi sulle
‘quattro I’ – industria, investimenti,
innovazione e ICT – quali elementi
dello sviluppo economico”, ha detto
Josipović nel suo intervento a Umago.
Soffermandosi quindi sul rapporto tra
tecnologia informatica e industria ha
ricordato che “per molto tempo si è
lavorato all’impostazione di un modello
che non rafforza in misura sufficiente
le relazioni fra la scienza, l’istruzione,
la ricerca e l’industria”. “Il modello
che abbiamo impostato è buono,
ma evidentemente manca un link
sufficientemente forte con il comparto
industriale. In particolare va rafforzato
il dialogo industria-scienze tecniche,
ma bisogna lavorare di più anche sulla
relazione società-scienze sociali”, ha
aggiunto il presidente facendo presente
che una società aperta come quella
croata non potrà impedire ancora a
lungo l’intensificarsi del fenomeno
della fuga dei cervelli. “Potremo
trattenere i giovani di talento soltanto
se sapremo offrire loro condizioni
migliori o perlomeno uguali a quelle
che possono trovare da altre parti”, ha
concluso il Capo dello Stato.
Maggiore cura dei talenti
A quest’ultima riflessione di Josipović si
è collegato il direttore della Microsoft
Hrvatska, Ivan Vidaković. “Uno Stato, se
desidera essere di successo, deve curare
i propri talenti. Per farlo deve sostenere
progetti sufficientemente attraenti.
Allungando lo sguardo e pensando a
una strategia a lungo termine l’unica
strada percorribile e quella di riformare
il sistema scolastico. Attualmente c’è un
gap enorme tra il numero di studenti
laureati in scienze naturali e in quelle
tecniche”, ha ricordato Vidaković. Dal
canto suo il presidente del Board della
T-HT, Ivica Mudrinić, ha evidenziato che
in Croazia “non ci sono le condizioni
per poter investire”. Tutt’altro. A detta
di Mudrinić sono stati fatti numerosi
passi falsi che hanno fatto precipitare
la Croazia all’81.esimo gradino della
classifica della competitività. “Il risultato
di tutto questo sono un indebitamento e
un tasso di disoccupazione molto alti”.
Innovare non significa assumere
Certo fare comparazioni orizzontali
tra i vari Paesi non è facile. Va detto
però che alcuni dati emersi nel corso
della tavola rotonda intitolata “La
produttività torna a casa” invitano alla
riflessione. Ad esempio, per quanto
riguarda il ruolo della robotica il
professore Bojan Jerbić, della Facoltà
di ingegneria e cantieristica ha fatto
presente che mentre in Austria su
10.000 abitanti vengono utilizzati 100
robot in Croazia il numero scende a
soli 4. Un dato impressionante se viene
contestualizzato nell’ambito delle
relazioni tra industrializzazione, ovvero
aumento della produttività industriale,
e crescita dell’economia. Ma come già
detto, alle volte i paragoni non sono
attinenti. Questa volta a spiegarlo
sono gli addetti del settore. Stando
alle loro esperienze, infatti, in Croazia
non è attendibile pensare che la
robotizzazione ovvero l’innalzamento
della produttività possa tradursi in
un aumento dell’occupazione. Anzi.
“Un solo robot che abbiamo creato
utilizzando componenti d’importazione
e che abbiamo messo in funzione
quale elemento integrativo ha
consentito di chiudere 25 posti di
lavoro. Intendiamoci, per rientrare
dell’investimento fatto il proprietario
ha dovuto attendere un solo anno”,
ha detto finanziario Darko Crh della
Data-linka. Sulla stessa linea anche il
presidente del Board della Podravka,
Zvonimir Mršić. “L’apertura di un
solo posto di lavoro in un ambiente
lavorativo ad alta tecnologia è
carissimo. L’automatizzazione si traduce
in riduzione dell’occupazione. Alla
Podravka, ad esempio – ha detto Mršić
– un tempo lavoravano 1.200 persone.
Oggi, dopo gli investimenti fatti per
modernizzare gli impianti, c’è lavoro
per sole 300 persone nonostante le
capacità produttive siano ben 3,5 volte
maggiori”.
8
giovedì, 9 maggio 2013
economia&finanza
TASSE
APPROVATA LA LEGGE SUL DEBITO FISCALE
la Voce
del popolo
Contratti di solidarietà
alla Feltrinelli
Librerie Feltrinelli, insieme ai sindacati, ha messo a punto un’ipotesi di
contratto di solidarietà per i 1,370 dipendenti delle tre società che costituiscono
il retail del gruppo (Librerie Feltrinelli, Finlibri, Librerie delle Stazioni). Lo
annuncia la società, aggiungendo che, nel corso delle prossime settimane
l’ipotesi di contratto, firmata il 24 aprile sarà illustrata e discussa nelle
assemblee che si terranno nei negozi e verranno definite le modalità attuative
attraverso incontri territoriali tra rappresentanti aziendali e sindacali. Gli
accordi avranno la durata di 12 mesi a decorrere dal 10 giugno prossimo e si
attueranno in 102 negozi del gruppo. “Il 2012 – si legge in una nota – è stato
per l’azienda un anno particolarmente difficile con vendite nette in calo del 5
p.c. rispetto al 2011, nonostante l’apertura di nuovi punti vendita. Negli ultimi
due anni l’azienda ha registrato una contrazione delle vendite nette dell’11 p.c.
a parità di punti vendita. E il 2013 si annuncia altrettanto critico. Nonostante il
difficile quadro di mercato, l’azienda continua a credere nel ruolo insostituibile
delle librerie nella diffusione di idee e cultura e prosegue con determinazione
il suo piano di investimenti in nuove aperture, innovazione di formato (RED) e
trasformazione della rete di vendita”.
RIPROGRAMMARE
IL DEBITO
I
l Parlamento croato ha approvato
la Legge sul pagamento del debito
fiscale, ai sensi del quale alle persone
fisiche viene assicurata la possibilità
di riprogrammare il versamento del
dovuto nelle casse dell’Erario. Obiettivo
della Legge è consentire ai contribuenti
– persone fisiche che hanno smesso di
esercitare la professione entro il giorno
d’entrata in vigore della normativa e
ai cittadini che svolgono un’attività nel
settore agricolo e ittico di riprogrammare
il debito. Il tasso d’interesse previsto è
del 4,5 per cento, i versamenti dovranno
essere fatti in rate mensili e il termine di
pagamento varia a seconda dell’importo
da un minimo di 36 fino a un massimo
di 60 mesi. Contestualmente, per quanti
sceglieranno di usufruire di questa
possibilità di Legge, sarà cancellata la
parte di debito derivante a titolo di tassi
d’interesse. È prevista anche la possibilità
di versare in toto l’importo dovuto in
un’unica soluzione, opzione che consente
di non pagare l’ammontare maturato a
titolo di tasso d’interesse nei 36-60 mesi
succitati.
Dalla Direzione fiscale precisano che,
ai sensi della Legge, il debito fiscale
corrisponde all’importo inerente al
debito maturato e non pagato, ovvero
il debito fiscale maturato per tasse,
contributi e altri obblighi non versati.
Ne sono esclusi i mancati versamenti
a titolo di contributo pensionistico per
anzianità in base al risparmio individuale
capitalizzato.
La Legge in oggetto sarà applicata
esclusivamente per il versamento del
debito fiscale delle persone fisiche che
presenteranno in tal senso una richiesta
scritta e motivata. La richiesta deve
essere indirizzata all’Ufficio imposte
competente sul territorio di residenza
o di domicilio abituale del richiedente.
Il termine per la presentazione delle
richieste è di 90 giorni dall’entrata
in vigore della Legge. La richiesta
deve contenere: nome, cognome e
indirizzo della persona fisica; il numero
di identificazione personale (OIB);
la Voce
del popolo
Anno 9 / n. 297 / giovedì, 9 maggio 2013
IN PIÙ Supplementi è a cura di Errol Superina
[email protected]
Edizione
Progetto editoriale
Caporedattore responsabile
Errol Superina
Collaboratori
Mauro Bernes, Marin Rogić
Foto
Zlatko Majnarić e archivio
ECONOMIA & FINANZA
Silvio Forza
Redattore esecutivo
Christiana Babić
Impaginazione
Vanja Dubravčić
l’indicazione dei motivi per i quali è stato
accumulato il debito fiscale; la proposta
di cancellazione del debito derivante a
titolo di tassi d’interesse e la proposta
di periodo di riprogrammazione del
pagamento del debito o, in alternativa,
la proposta di cancellazione del debito
derivante a titolo di tassi d’interesse e il
versamento in toto dell’importo dovuto
in un’unica soluzione; i motivi per il
pagamento del debito in un periodo più
lungo (ottenimento di un prestito, sblocco
del conto da parte di altri creditori…) e
se esistono le prove che dimostrano la
certezza del rispetto dell’obbligo a pagare
nel termine stabilito.
Il modulo di richiesta per il pagamento
del debito fiscale ai sensi della Legge e il
modulo per la richiesta di posticipazione
dell’esecuzione giudiziaria possono essere
scaricati dalla pagina web www.poreznauprava.hr o richiesti presso gli Uffici
fiscali operanti sul territorio.
Servizio on-line
per i lavoratori
domestici
L’Inps ha realizzato un nuovo
servizio on-line destinato ai
lavoratori domestici per la
consultazione dell’estratto conto
contributivo con un maggiore livello
di dettaglio rispetto a quello già
presente nel fascicolo previdenziale
del cittadino, e quindi di maggiore
utilità per i controlli, circa la
correntezza e la correttezza dei
contributi versati. Il nuovo servizio
on-line, pertanto, consentendo al
lavoratore di verificare i dettagli
di ogni singolo versamento
effettuato dal datore di lavoro, offre
maggiori garanzie nella continuità
contributiva. Infatti, in aggiunta alle
informazioni generali relative al
periodo di riferimento, ai contributi
utili alla pensione e alla retribuzione
o reddito, il nuovo estratto del
lavoratore domestico presenta
l’elenco completo dei rapporti
di lavoro per i quali è presente
contribuzione, evidenzia la presenza
di eventuali note o segnalazioni del
datore di lavoro e offre la possibilità
di visualizzare e stampare l’elenco
dei versamenti presenti in archivio,
anche in relazione ad un singolo
rapporto di lavoro.
ERSTE - CAMBI
di Ivan Slamić
Settimana interessante
sui mercati
Sul mercato croato l’andamento dei cambi continua a essere
negativo. Infatti, a livello settimanale la coppia EUR/HRK è
scesa da 7,600 a 7,570. La flessione è determinata da una
maggiore affluenza di valuta estera determinata dall’arrivo di
turisti stranieri, ma anche all’avvio di investimenti da parte
delle società statali. Quest’ultime attività hanno visto infatti
piazzare parte del denaro attraverso prestiti vincolati a valuta
straniera. D’altra parte un numero significativo di clienti che è già titolare di posizioni
a breve termine speculative in euro aspetta il momento per acquistare a prezzo più
basso moneta unica per chiudere la transazione. Ad ogni modo la Banca centrale può
essere soddisfatta perché le pressioni volte a indebolire la valuta nazionale hanno perso
intensità. La liquidità del sistema si mantiene molto buona e i tassi d’interesse sul
mercato interbancario sono molto bassi.
Sui mercati internazionali la settimana scorsa è stata molto interessante e ha
presentato una buona volatilità per quanto riguarda le principali coppie di listino. I
giorni scorsi sono stati contraddistinti dal susseguirsi di sedute delle banche centrali.
Ad aprire il giro è stata la FED statunitense, che ha deciso di non modificare la politica
monetaria e di acquistare un ulteriore pacchetto di obbligazioni per 85 miliardi di
USD al mese. Dalla FED, inoltre, hanno fatto sapere di essere pronti ad ampliare il
programma nel caso si presenti la necessità di farlo ovvero nel caso in cui l’economia
USA cominci ad accusare difficoltà. La reazione dei mercati non si è fatta attendere e
così l’USD ha perso nei confronti delle altre valute e quindi anche della kuna. Il cambio
EUR/USD ha toccato il valore massimo degli ultimi due mesi: 1,3240. Giovedì si è
riunita la BCE, che ha deciso di ridurre dello 0,25 p.c. il tasso di riferimento per l’euro
ovvero di portarlo dallo 0,75 p.c. allo 0,50 p.c. Il tasso d’interesse sui depositi delle
banche d’affari presso la BCE e rimasta invariata mantenendosi così in zona positiva.
Le decisioni della BCE hanno provocato un calo dell’euro. Il quadro si è stabilizzato
venerdì, con la pubblicazione dei dati inerenti alle assunzioni negli Stati Uniti. I numeri
hanno sorpreso piacevolmente gli investitori in quanto hanno confermato la ripresa
dell’economia USA. A livello settimanale il cambio EUR/USD non è oscillato molto,
gli scambi avvengono nell’ambito dell’intervallo 1,2950-1,3240. Nessuno scossone
nemmeno per quanto riguarda il cambio USD/HRK che è circa 5,770. Il valore del
franco svizzero è aumentata fino agi ultimi giorni della settimana quando i dati relativi
agli USA hanno determinato l’inversione di tendenza e l’abbattimento del valore di
valujte come il CHF e lo JPY. Nei primi giorni della settimana il cambio CHF/HRK
oscillava attorno a 6,165.
ERSTE - BORSA
di Tamas Nagy
Focus sui risultati trimestrali
Le decisioni delle autorità monetarie europee e statunitensi
hanno determinato l’andamento degli scambi sulle Borse
mondiali. Infatti la BCE ha ridotto ulteriormente il
principale tasso d’interesse di 25 punti base, mentre la FED
ha con fermato l’intenzione di proseguire con la politica
stimolativa che consiste nell’acquisto di obbligazioni. Tutto
questo ha avuto un effetto positivo sull’andamento degli
indici. Un ulteriore incentivo è arrivato a fine settimana
con la pubblicazione dell’andamento del mercato del lavoro
USA. Accanto ai risultati positivi per quanto attiene all’apertura di posti di lavoro
sono stati fissati anche quelli delle società realizzati nel primo trimestre: quasi tutti
sopra le aspettative.
Tutti i principali indici mondiali hanno registrato un significativo rialzo. Il tedesco
DAX ha guadagnato circa il quattro per cento, mentre gli americani S&P 500 e
Dow Jones hanno registrato nuovi valori record. Soltanto il giapponese NIKKEI ha
segnato una perdita di circa l’1,4 per cento a livello settimanale.
Sulla Borsa di Zagabria l’andamento degli scambi è stato determinato dal ponte
festivo. A segnare il ritmo sono stati principalmente i risultati d’affari realizzati nel
primo trimestre dell’anno. Al centro dell’attenzione si è trovata la Telecom croata,
che ha pubblicato risultati leggermente più deboli e che ha perso più del 2 per cento
a livello settimanale. Per lo stesso motivo l’azione della Vira ha perso quasi il 6 p.c.
Sull’altro versante l’Ericsson Nikola Tesla ha realizzato risultati migliori rispetto
alle previsioni è ha guadagnato più del 3 p.c. La liquidità è stata nuovamente
debole, il volume di scambi medio giornaliero è stato inferiore ai 12 milioni di
kune, mentre l’indice Crobex ha guadagnato lo 0,18 per cento.