Salute mentale: l`Egitto a una svolta storica | 1

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Salute mentale: l’Egitto a una svolta storica | 1
Enrico Materia, Emanuela Forcella, Andrea Gaddini
Cresce la consapevolezza che la salute mentale sia una priorità
negletta nell’agenda della salute globale: anche in Egitto vi è bisogno
che questa percezione si diffonda nella società e possa orientare le
necessarie decisioni di politica sanitaria.
Una rivoluzione per la salute mentale in Egitto. Così la BBC ha definito
l’approvazione del Mental Health Bill, la nuova legge per la salute mentale che,
dopo 60 anni, amplia i diritti e le garanzie delle persone con disturbi mentali e
rende più difficile la loro segregazione negli ospedali psichiatrici[1]. La nuova legge –
non ancora tradotta in inglese anche se i contenuti sono noti attraverso i commenti
formulati dalle associazioni che si occupano di diritti umani [2]– ha suscitato reazioni
preoccupate sia da parte dei medici che vedono aumentare il rischio professionale in
relazione ai ricoveri involontari, sia da parte delle famiglie per le quali gli ospedali
psichiatrici rappresentano di fatto l’unica risorsa assistenziale pubblica su cui poter contare.
Ciò non di meno, l’adozione della legge rappresenta un atto di rilevanza storica nella
politica sanitaria egiziana. Si aprono le porte delle istituzioni psichiatriche derubricandone
la funzione di custodia sociale di persone alle quali stigma, discriminazione e povertà
negano i diritti umani fondamentali. La legge, ad esempio, eviterà il ripetersi di casi
come quello di un paziente sudanese segregato per venti anni in un ospedale
psichiatrico perché ritenuto erroneamente infetto da HIV e privo di supporto
familiare[3]. O quelli delle giovani donne recluse su richiesta delle famiglie per
voler sposare uomini di un’altra religione.
La nuova legge dovrà peraltro essere seguita da ulteriori interventi per: a) programmare i
servizi per la salute mentale di comunità, alternativi al ricovero, integrati nel sistema di
cure primarie; b) garantire l’inserimento dei farmaci psicotropi nella lista dei farmaci
essenziali per i centri sanitari di base; c) stanziare le risorse necessarie per la riabilitazione
psicosociale nell’ambito delle famiglie e delle comunità; d) inserire la salute mentale tra i
servizi essenziali erogati gratuitamente alla popolazione nell’ambito dei nuovi schemi
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assicurativi pubblici attualmente in fase di definizione; e) iniziare la de-istituzionalizzazione
dei pazienti e la riconversione degli ospedali psichiatrici, una volta che i servizi alternativi
siano stati attivati.
L’assistenza per la salute mentale in Egitto (84 milioni di abitanti stimati nel 2010[4]
assorbe il 2% della spesa sanitaria pubblica[5] e poggia su una rete di ospedali in larga
misura isolata dal restante sistema sanitario. I 15 ospedali psichiatrici, dotati di 6.150 posti
letto complessivi, nel 2005 hanno documentato 23.000 ricoveri, con una degenza media di
67 giorni [5] – anche se la reclusione (detainment) dura talora decenni. Altri 1.000 posti
letto circa si trovano nei reparti di degenza psichiatrica degli ospedali generali e delle
università, o in strutture private. Vi sono poi 62 ambulatori psichiatrici situati negli
ospedali[5]. Operano nel paese circa 1.000 psichiatri e poche centinaia di psicologi. Non
esistono servizi pubblici per la salute mentale a livello di comunità.
A molte famiglie, soprattutto nelle aree rurali, non resta che rivolgersi ai guaritori
tradizionali, per i quali la malattia mentale dipende in larga misura da fattori magici o
demoniaci. La dimensione magico-religiosa legata al concetto di malattia mentale può
essere fatta risalire all’Egitto dei faraoni, come testimoniano gli antichi papiri in cui si
trovano accuratamente descritti i quadri dei più frequenti disturbi psichiatrici [6]. Ma se
l’Egitto è stato il primo paese al mondo ad aprire un ospedale psichiatrico (l’ospedale AlBimaristan El Nasiri risale al 1182), si auspica che non sia l’ultimo a chiuderli.
L’indagine nazionale sulla prevalenza dei disturbi mentali in Egitto, condotta in cinque
regioni utilizzando l’intervista diagnostica MINI-Plus su un campione di 14.640 adulti, ha
stimato una prevalenza complessiva pari al 17%. I disturbi più frequenti sono quelli
dell’umore (6,4%) compresa la depressione maggiore (2,7%), l’ansietà (4,7%) e i disturbi
multipli (4,7%). Le psicosi affliggono lo 0,2% della popolazione[7]. I disturbi mentali
risultano associati con fattori sociodemografici (genere femminile, disoccupazione,
essere divorziati) e con le malattie croniche. La malattia mentale ha molto a che
fare, anche in Egitto, con la deprivazione relazionale e materiale.
L’ospedale Abbasiya al Nord del Cairo (“l’ospedale dei pazzi” com’è comunemente
chiamato) con i suoi 1.650 letti è tra i più grandi del paese. Oltre alle funzioni assistenziali,
ospita anche gli uffici del Mental Health Secretariat (MHS), la divisione del Ministero della
Sanità che si occupa della gestione degli ospedali psichiatrici e che ha promosso
l’approvazione della nuova legge.
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Insieme a due Agenzie regionali italiane (Laziosanità-ASP e Ares Puglia) il MHS è
partner del progetto Mehenet, che mira allo sviluppo dei servizi di salute mentale
di comunità nel Governatorato di Behera, nel delta del Nilo. Al progetto, che avrà una
durata biennale (2010-11), partecipano anche: a) l’Ufficio regionale dell’OMS (WHO-EMRO)
che promuove da tempo nella regione politiche di sviluppo per la salute mentale incentrate
sulla de-istituzionalizzazione dei pazienti, l’integrazione dei servizi di salute mentale nella
Primary Health Care (PHC), e la lotta allo stigma e alla discriminazione; b) il dipartimento di
PHC del Ministero della Sanità egiziano, che sta realizzando la riorganizzazione del sistema
di salute di base (Family Health). L’iniziativa, pur operando su scala locale nel distretto di
Kafr El Dawar, ha assunto una rilevanza strategica per la politica sanitaria egiziana,
considerando la trentennale esperienza maturata in Italia nel campo della riforma
psichiatrica e nell’organizzazione dei servizi territoriali[8].
Il progetto si svolge nell’ambito del Programma di supporto alla cooperazione regionale
(APQ) nel Bacino del Mediterraneo, con la facilitazione dell’Ufficio tecnico locale della
Cooperazione Italiana.
Nel mondo, i disturbi mentali affliggono centinaia di milioni di persone e creano un enorme
carico di sofferenza, disabilità e costi economici: solo una piccola minoranza di persone
affette riceve i trattamenti essenziali che pure sono disponibili[9]. Benché non esistano
soluzioni uniche che possano essere applicate in tutti i paesi, l’integrazione dei
servizi di salute mentale nell’ambito del sistema di cure primarie e la riabilitazione
psicosociale nella comunità restano gli approcci più affidabili per colmare le
differenze tra bisogni e disponibilità dei servizi esistenti nei paesi a basso e a
medio reddito[10].
Nell’odierno mondo globalizzato dove efficienza suona come parola d’ordine e codice di
comportamento, non sorprende che le persone affette da malattie mentali croniche siano
divenute sempre più vulnerabili e invisibili[11]: le malattie mentali (come le altre malattie
croniche) non rientrano tra gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Eppure cresce la consapevolezza che la salute mentale sia una priorità negletta nell’agenda
della salute globale: anche in Egitto vi è bisogno che questa percezione si diffonda nella
società e possa orientare le necessarie decisioni di politica sanitaria.
Nota. Emanuela Forcella, Andrea Gaddini, Laziosanità-Agenzia di Sanità Pubblica
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Bibliografia
Revolution in Egypt’s mental health care. BBC News, 06 maggio 2009.
Egyptian Initiative for Personal Rights. Egypt’s New Mental Health Bill: A first step on the
right path. Cairo: EIPR, 2009.
Yasmine Saleh. New mental health law in the making, says ministry
Daily news Egypt, November 9, 2007.
United Nations, Population Division
World Health Organisation. Ministry of Health Egypt. WHO-AIMS. Mental Health System in
Egypt.WHO, 2006.
Okasha A. Mental Health in Egypt. Isr J Psychiatry Relat Sci 2005; 42: 116-25.
Ghanem M, Dadallah M, Meky FA, El-Kholy G. National survey of prevalence of mental
disorders in Egypt: preliminary survey. East Mediterr Health J 2009; 15: 65-75.
WHO/EMRO. Mental Health in the Eastern Mediterranean Region. Reaching the unreached.
WHO Regional Publications. Eastern Mediterranean Series 29. Cairo: WHO, 2006.
WHO. World Health Report 2001. Mental Health. New Understanding, New Hope. Geneva:
WHO, 2001.
WHO, WONCA. Integrating mental health into primary care. A global perspective.
Singapore: WHO and WONCA, 2008.
Anonymous. Movement for global mental health gains momentum. Lancet 2009; 374: 587.
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