[578] - 579 FRANCESCO LORENZO PULLÉ (1850-1934) Ebbe preclaro e versatile ingegno, e l'instancabile attività dedicò alla scienza, alla scuola, alla legislazione e alla politica. Negli studi esordi come indianista, e fu apprezzatissimo dai suoi maestri: in Italia dal De Gubernatis, in Germania dal Weber. Insieme con gli studi di indologia, coltivò, sia pure con minor intensità, anche gli studi glottolologici. In questo campo degne di considerazione sono le sue ricerche sui dialetti modenesi, ma soprattutto molta lode gli va tributata per aver egli perfettamente inteso che il fatto linguistico non può andar nella critica disgiunto dall'antropologia, dalla storia, dalla geografia e dalla fisiologia dei suoni. Scolaro del Kiepert a Berlino non poco tempo e pazienza dedicò alla cartografia; e l'atlante aggiunto in appendice ai volumi: L'Italia, Genti e Favelle, è un modello di evidenza cartografica. Nella fonetica sperimentale fu assai versato, e creò a Padova, Pisa e Bologna, dove successivamente fu chiamato ad insegnare gabinetti di fonetica sperimentale; quello di Padova anzi, prima ancora che a Parigi istituisse il suo famoso l'Abate Rousselot. Fu nella scuola dove insegnò sanscrito e per incarico anche glottologia, un grande animatore: e vari discepoli suoi (Ballini, Belloni, Suali e Goidànich) salirono sulla cattedra universitaria. Fondò a Bologna un «Museo Indiano». Pubblicò una Crestomazia sanscrita e vedica, p. I, 1878; il testo sanscrito del Satdarçanasamuccayasûtram nel «Giornale della Società Asiatica Italiana», 1887, 1894, 1895-6, 1899;0 Un progenitore indiano di Bertoldo, 1888; Originali indiani della novella ariostea del XXVIII canto del Furioso, 1890; Un capitolo fiorentino d'indologia nel sec. XVII, 1901; Alberto Weber, Commemorazione, 1901; Sulla cartografia antica dell'India, specialmente nell'età di mezzo, 1901; Lettere dell'estremo oriente, 1903; Sur la cartographie ancienne de l'Inde et de l'Indochine, 1903; L'arte greco-buddhistica del Gandhara, 1903; Le conquiste scientifiche e civili dell'Italia in oriente dall'antichità ai tempi nuovi, 1912; Un inno dell'Atharvaveda, in «Pubblicazioni del R. Istituto di St. Sup.», vol. I; Studi di Filologia indo-iranica, 6 voll. (direzione); P. Merlo, Saggi glottologici e letterari. Introduzione biografica; L'Australia, Cenni storici statistici, 1883; Il Congresso orientalista di Hanoi, 1904; Il Congresso degli orientalisti a Parigi, N. A., 1907; Dialetti modenesi, 1891; Testi antichi modenesi, in «Scelta di Curiosità letterarie», 142, 1891; Le forme dialettali della Secchia, in «Miscellanea Tassoni», 1908; Schizzo sui dialetti del Frignano, 1896; Proemio agli scritti di Carlo Cattaneo, 1901; Sul disegno di una carta etnico-linguistica dell'Italia, 1901; Sui rapporti fra la glottologia e l'antropologia; Postilla a G. I. Ascoli, 1902; Profilo antropologico d'Italia, 1898; Graziadio Ascoli, Ricordi, 1907; Italia, Genti e Favelle, 3 voll., con un «Atlante», 1927; Dell'istruzione secondaria in Germania, 1887; Cronaca delle Università popolari, fasc. II, III, 1910-11; L'Istituto Orientale e l'Istituto Commerciale di Napoli, 1920; Il nostro esercito e la Nazione (Discorso in Senato), 1915; Memorie del Fascio parlamentare di difesa nazionale, 1932. Fu replicatamente membro del Consiglio Superiore della P. I., e poi Senatore del Regno. In politica militò per molti anni nei partiti estremi; ma il naturale equilibrio dell'animo e l'amore della Patria lo ritrasse da deplorevoli esagerazioni demagogiche. Prese quindi parte attiva alla campagna per l'intervento alla guerra, e con perfetta coerenza e nobiltà si arrolò come volontario, a 65 anni, nel 1915; e non tardò ad aderire al movimento salvatore del Fascismo. Era nato il 17 maggio 1850 a Modena da nobile famiglia, e dal casato avito ereditò una spontanea signorilità dei modi. Mancò ai vivi il 22 agosto 1934, lasciando di sé largo rimpianto in quanti lo conobbero, perchè fece a tutti tutto il bene che potè. P. G. GOIDÀNICH