Il dibattito sulla fecondazione assistita

Il dibattito sulla fecondazione assistita:
La tesi della illiceità ( Etica della sacralità della vita )
a) la vita è sacra, la nascita di un bambino è un dono, non la realizzazione di un
bisogno egoistico, sostituire il processo naturale con quello artificiale significa
non considerare la vita un dono ma “volere un figlio a tutti i costi”. L’uomo
non ha la facoltà di controllare il processo procreativo
b) il nesso tra coniugalità, sessualità e riproduzione, non va scisso perché l’atto
d’amore è un tutt’uno con l’atto procreativo come stabilito da Dio; la
fecondazione assistita invece consente di avere figli fuori dal rapporto sessuale
tra i coniugi, e addirittura introduce un donatore estraneo alla coppia
scardinando la logica della filiazione( il padre biologico diverso da quello
giuridico) rompendo così l’unità della famiglia con conseguenze negative per il
bambino.
c) la tecnica artificiale della Fivet comporta un uso strumentale di embrioni e ciò
è immorale, l’embrione è persona dal momento del concepimento.
( La Fivet prevede la creazione di più embrioni (anche 12 ) che vengono congelati, poi di
questi, due o tre vengono impiantati nell’utero della donna e gli altri soppressi)
La tesi della liceità (Etica della qualità della vita )
a) l’uomo può controllare il processo che dà luogo ad una vita e ciò costituisce un
avanzamento della civiltà; se una persona ha difficoltà di vista o di udito o altro
ricorre a strumenti per migliorare le sue capacità, perché non estendere
l’intervento artificiale anche per le capacità generative?
L’uomo ha il dovere di migliorare con il proprio intervento il corso della natura;
ciò che è naturale non è per forza eticamente migliore; la responsabilità morale
che si richiede per l’inizio della vita è quella di domandarsi se si è in grado di
garantire alla prole, non una vita qualsiasi, ma una vita desiderabile.( es. in caso di
malattie genetiche dei genitori è eticamente più responsabile ricorrere ad un donatore
estraneo sano)
b) non vi è un nesso inscindibile tra procreazione, coniugalità e sessualità e la
fecondazione assistita, anche eterologa non scardinerebbe la logica della
filiazione perché il padre del bambino è giuridicamente chi decide di ricorrere
alla Fivet non chi presta il seme.
c) il fatto che l’embrione sia persona al momento del concepimento è oggetto di
discussione. Inoltre anche la fecondazione naturale comporta uno spreco di
embrioni giacchè l’80% degli ovuli fecondati non riesce ad annidarsi nella parete
uterina e si perde.
( è anche vero che la scienza, per ovviare al problema della creazione in eccesso di embrioni
riesce ad utilizzando tecniche più sofisticate che prevedono non il congelamento di embrioni ma
di ovociti in cui i corredi cromosomici maschile e femminile non si sono ancora uniti e quindi non
c’è ancora un individuo.
La procreazione assistita nell'ordinamento civile italiano è disciplinata dalla
legge n. 40 del 19 febbraio 2004 recante "Norme in materia di procreazione
medicalmente assistita".
Possono accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita coppie di maggiorenni di
sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi.
1. Il ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita è consentito solo quando sia
accertata l'impossibilità di rimuovere altrimenti le cause impeditive della procreazione ed è
comunque circoscritto ai casi di sterilità o di infertilità inspiegate documentate da atto medico
nonché ai casi di sterilità o di infertilità da causa accertata e certificata da atto medico.
3. È vietato il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo.
. . Qualora si ricorra a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo in
violazione del divieto di cui all'articolo 4, comma 3, il coniuge o il convivente il cui consenso è
ricavabile da atti concludenti non può esercitare l'azione di disconoscimento della
In caso di applicazione di tecniche di tipo eterologo in violazione del divieto di cui all'articolo 4,
comma 3, il donatore di gameti non acquisisce alcuna relazione giuridica parentale con il nato e non
può far valere nei suoi confronti alcun diritto né essere titolare di obblighi
. Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o
di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la
multa da 600.000 a un milione di euro.
Chiunque realizza un processo volto ad ottenere un essere umano discendente da un'unica cellula di
partenza, eventualmente identico, quanto al patrimonio genetico nucleare, ad un altro essere umano
in vita o morto, è punito con la reclusione da dieci a venti anni e con la multa da 600.000 a un
milione di euro. Il medico è punito, altresí, con l'interdizione perpetua dall'esercizio della
professione.
MISURE DI TUTELA DELL'EMBRIONE
Sono, comunque, vietati:
a) la produzione di embrioni umani a fini di ricerca o di sperimentazione o comunque a fini diversi
da quello previsto dalla presente legge;
b) ogni forma di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti ovvero interventi che,
attraverso tecniche di selezione, di manipolazione o comunque tramite procedimenti artificiali,
siano diretti ad alterare il patrimonio genetico dell'embrione o del gamete ovvero a predeterminarne
caratteristiche genetiche, ad eccezione degli interventi aventi finalità diagnostiche e terapeutiche, di
cui al comma 2 del presente articolo;
2. Le tecniche di produzione degli embrioni, non devono creare un numero di embrioni superiore a
quello strettamente necessario ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a
tre.
3. Qualora il trasferimento nell'utero degli embrioni non risulti possibile per grave e documentata
causa di forza maggiore relativa allo stato di salute della donna non prevedibile al momento della
fecondazione è consentita la crioconservazione degli embrioni stessi fino alla data del trasferimento,
da realizzare non appena possibile.
Le limitazioni introdotte dalla legge 40/2004 rendono minima la possibilità per i
medici di adattare la tecnica secondo i casi e limitano in parte anche il successo stesso
della fecondazione in vitro. Gli oppositori alla legge 40/2004 sostengono dunque che
siano i medici e le donne, secondo i casi clinici e le proprie considerazioni etiche, a
dover e poter decidere quali tecniche adottare.
Nel giugno 2005 è stato indetto un referendum che chiedeva ai cittadini di
esprimenti sulla legge 40 del 2004 che regolamenta la fecondazione assistita: questi
i 4 quesiti:
- il 1° chiedeva di cancellare gli articoli che vietano la ricerca scientifica sugli
embrioni prodotti in eccesso per la fecondazione in vitro.
- 2° chiedeva di abrogare l’obbligo di creare in vitro non più di 3 embrioni e di
trasferirli subito tutti nell’utero materno (sebbene essere rischioso per la salute
della donna ) nonché il divieto di congelarli.
- 3°chiedeva di affermare che i diritti delle persone già nate vengono prima di
quelli dell’embrione
- 4° chiedeva di abrogare il divieto alla fecondazione eterologa
Il 12 e 13 giugno 2005 si tenne il voto, ma votò solo il 25,9% degli aventi diritto,
perciò non fu raggiunto il quorum pertanto la legge del 2004 è rimasta invariata.
Problemi morali della “gravidanza surrogata”:
La gravidanza surrogata è la pratica attraverso cui una donna sostiene una gravidanza
al posto di un’altra; vi sono due casi: nel primo la donna fornisce l’ovulo e la
gravidanza, nel secondo solo la gravidanza. Ciò può avvenire sia dietro compenso
che non.
Per l’etica cattolica della sacralità della vita tale pratica è inammissibile perché
separa sessualità e procreazione e rompe l’unità della famiglia introducendo due
madri. Inoltre i figli sono un dono, cercarlo a tutti i costi è sbagliato.
Per l’etica laica la pratica si presta ad ampia discussione: alcuni sostengono che la
gravidanza surrogata è contraria alla dignità della donna perché la riduce a pura
incubatrice, altri sostengono che la dignità della donna è salvaguardata dalla sua
libertà di scelta. Potrebbe arrecare danno al nascituro che si trova con due madri
oppure alla gestante che dovrebbe rinunciare al figlio che ha portato in grembo? Ma
ciò non accadeva anche alle balie di un tempo?
I PROBLEMI MORALI DELL’ABORTO
ABORTO= atto con cui si interrompe volontariamente una gravidanza
Sino agli anni ‘70, l’aborto era considerato senza dubbio immorale, poi la diffusione del
femminismo e di una nuova sensibilità morale hanno messo in discussione la immoralità dell’aborto
e molti Stati hanno modificato la legislazione proibitiva , legalizzando tale pratica.
In Italia, prima del 1978, l'interruzione volontaria di gravidanza (IVG), in qualsiasi sua forma, era
considerata dal codice penale italiano un reato.
La Legge n.194 del 22 maggio 1978 consente alla donna di poter ricorrere alla IVG in una
struttura pubblica (ospedale o poliambulatorio convenzionato con la Regione di appartenenza), nei
primi 90 giorni di gestazione; tra il quarto e quinto mese è possibile ricorrere alla IVG solo per
motivi di natura terapeutica. L'interruzione volontaria della gravidanza non è però mezzo per il
controllo delle nascite. Nei primi novanta giorni di gravidanza il ricorso alla IVG è permesso alla
donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità
comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di
salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il
concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito.
Pur essendo recepito nelle legislazioni di molti stati, tuttavia l’aborto rimane un tema centrale nel
dibattito etico-filosofico e giuridico.
DIBATTITO
con numerose sfumature, il dibattito contrappone due posizioni principali:


gli antiabortisti per i quali la IVG è illegale, o quantomeno va sottoposta a
vincoli estremamente stringenti. A questo fronte appartengono in generale tutti
coloro che ritengono che l'embrione umano, fin dal concepimento, dovrebbe
godere dello stesso diritto alla vita dell'essere umano dopo la nascita, nonché la
maggior parte delle confessioni religiose. ( a questa posizione si richiama l’
ETICA DELLA SACRALITA’ DELLA VITA )
gli abortisti che sostengono che la IVG è lecita e deve essere legalizzata,
demandando alla valutazione soggettiva della donna, e solo ad essa, la scelta in
merito. Aderiscono a questo fronte, in linea di massima, tutti coloro che non
ritengono di poter giudicare astrattamente motivazioni così personali, coloro
che privilegiano la libertà di scelta, coloro che non ritengono che un embrione
sia già un essere umano compiuto, coloro che ritengono la legalizzazione
dell’aborto un modo efficace di ridurre o sconfiggere la piaga degli aborti
clandestini. ( tale posizione è condivisibile dall’ETICA DELLA QUALITA’
DELLA VITA )
Argomenti degli antiabortisti:
a) l'embrione , dal momento del concepimento è un essere umano a tutti gli effetti, in
quanto dotato di un proprio patrimonio genetico diverso da quello dei genitori e, dopo
un certo stadio di sviluppo, di un sistema nervoso centrale, ritenuto sede della
coscienza. In quanto persona ha gli stessi diritti della donna che lo porta in grembo.
"la vita umana va difesa dal concepimento fino alla morte naturale" e "lo zigote è un
individuo"; non si devono fare distinzioni fra la vita di un ovulo appena fecondato e
quella di un essere umano adulto e la madre non ha il diritto di abortire, perché
sarebbe esattamente come uccidere una persona.
b) pur non negando il valore della libertà della madre, tale libertà finisce laddove
inizia quella del bambino, che ha quindi il diritto a venire alla luce, diritto prioritario
rispetto al diritto di scelta da parte della madre.
Argomenti degli abortisti:
a) L’embrione almeno nelle prime settimane di gravidanza, non avendo ancora
sviluppato sufficientemente il sistema nervoso centrale ( in particolare la corteccia
cerebrale, il talamo e le relative connessioni neuronali ), non è ancora un individuo
autocosciente e dunque è radicalmente differente, dal punto di vista biologico e
ontologico, dall'essere umano adulto.
b) Anche riconoscendo il valore della vita umana dell’embrione, la donna gravida
deve poter esercitare, in determinati casi ed entro limiti fissati dalla legge, il diritto a
interrompere la gravidanza in quanto la gravidanza e la nascita di un figlio, spesso
non desiderato e non progettato, può generare una condizione di pericolo per sue
condizioni di salute, fisiche e psicologiche.
LO STATUTO DELL’ EMBRIONE
Il dibattito sull’aborto e sulla fecondazione artificiale hanno reso necessario
precisare:
quale sia lo statuto dell’embrione ovverosia ci si è posti la domanda se l’embrione
debba o meno essere considerato una persona umana e come tale avere diritto ad un
proprio statuto che ne sottolinei gli aspetti morali, biologici e giuridici.
Concetto di persona:
il termine "persona" è un termine tecnico della filosofia o delle cosiddette scienze
umane e non è affatto sinonimo di essere umano, o di vita umana.
Per "persona", infatti, s’intende un 1) "individuo" umano con 2) capacità razionali.
- Il concetto di "individuo" presuppone due peculiarità: a) quella della "unicità" e b)
quella della "unitarietà".
a) la "unicità" s’identifica con la unicità genetica, tant’è vero che non esiste al
mondo un essere vivente uguale ad un altro b)la “unitarietà” , cioè la inscindibilità,
s’identifica con la unitarietà biologica
-
Il secondo requisito della definizione di "persona", è la razionalità; questa non può
prescindere dal sistema nervoso in senso lato o da un suo abbozzo (stria primitiva)
che rappresenti l’equivalente di un cervello complesso ed adeguatamente organizzato
Su questo problema: persona o non persona dell’embrione, vi sono due tesi:
A) una, espressione del pensiero cattolico, considera l’embrione come persona fin
dal momento del concepimento, (teoria dello zigote) : infatti lo zigote ha già in sé
l’intero "progetto-programma" che, attraverso fasi biologiche successive ma non
indipendenti tra loro, in un continuum evolutivo, è capace, se non intervengono
fattori esterni, di dar luogo ad un nuovo individuo animato ( dotato di anima ).
Un essere di natura razionale è un essere capace potenzialmente di compiere
operazioni razionali, e non solo colui che compie attualmente tali operazioni. L’uomo
è persona anche quando non compie operazioni razionali, perché possiede una natura
che lo abilita, prima o poi, o ancora, a compiere tali attività.
L’embrione si sviluppa nell’utero materno, ma è destinato intrinsecamente a nascere
nella forma umana. Non si tratta solo di una generica potenzialità. La teologia precisa
ciò dicendo che ogni persona umana è in realtà frutto di una pre-destinazione eterna.
B) l’altra, espressione del pensiero laico ritiene l’embrione come persona solo in una
fase successiva a quella dello zigote (teoria post zigotica). Essa si basa sulle tappe
biologiche evidenziate dalle recenti sperimentazioni su embrioni in vitro :
queste portano a ritenere che lo statuto di persona debba essere riconosciuto
all’embrione propriamente detto (prodotto del concepimento dal 14° giorno alla
8° settimana) e non al pre-embrione (dalla fecondazione al 14° giorno).
l’unicità secondo alcuni si acquisisce al momento della singamia; secondo altri invece solo
al 14° giorno, quando il pre-embrione non può più scindersi o fondersi. L’unitarietà si
acquisisce ugualmente al 14° giorno, quando non si può avere né la scissione in due né la
fusione di due embrioni in uno. Al 14° giorno compare il primo abbozzo del sistema
nervoso, la cosiddetta stria primitiva, segno inequivocabile che si tratta di un
solo individuo.
Un nuovo essere vivente ha inizio con la fecondazione, consistente nella penetrazione dello spermatozoo all’interno di
una cellula uovo o ovocita e nella successiva fusione dei due nuclei dei gameti (pronuclei) in un nucleo unico; processo
detto singamia, che porta alla formazione dello zigote. Tale processo dura circa ventiquattr’ore e, a tal proposito, si
discute tra gli scienziati se per fecondazione si debba intendere il momento della penetrazione dello spermatozoo o
quello della singamia.
Dal 2° al 5°/6° giorno lo zigote si divide per segmentazione (divisione in due) in 2-4-8-16-32-64 cellule, a formare la
cosiddetta blastocisti. Ciascuna cellula, detta blastomero, ha la peculiarità di essere totipotente, ovverosia, se
dall’agglomerato di 8 cellule, per esempio, se ne sottrae una e la si coltiva in vitro, questa si divide indefinitamente
dando luogo ad un nuovo individuo, mentre le rimanenti 7 cellule continuano il proprio sviluppo dando anch’esse
egualmente luogo ad un individuo completo.
Dal 6° giorno questa totipotenzialità viene perduta e le singole cellule acquistano il carattere della unipotenzialità, nel
senso che ciascuna di esse si sviluppa finalisticamente verso i vari organi o apparati; difatti la blastocisti è formata da
due strati cellulari, uno esterno detto trofoblasto, da cui deriveranno gli annessi embrionali (placenta, corion, cordone
ombelicale) ed uno interno, da cui deriverà il vero e proprio embrione e successivamente il feto. Con la formazione del
trofoblasto, inizia l’annidamento della blastocisti nella mucosa uterina ed anche uno scambio ormonale e biochimico tra
prodotto del concepimento e corpo materno.
Dal 6° al 14° giorno la blastocisti continua a svilupparsi, ma può accadere che possa dividersi in due dando luogo a
gemelli monocoriali, oppure fondersi con un’altra blastocisti, allo stesso stadio di sviluppo. Il processo di fusione non è
frequente quanto quello di divisione, anche perché quest’ultimo caso è evidente, in quanto dà luogo a due esseri viventi,
mentre la fusione lo è solo quando le due blastocisti sono di sesso differente, come accade nelle anomalie intersessuali
quali: l’ermafroditismo o lo pseudoermafroditismo, mentre passa inosservata nel caso di blastocisti dello stesso sesso.
Al 14° giorno compare il primo abbozzo del sistema nervoso, la cosiddetta stria primitiva, segno inequivocabile che si
tratta di un solo individuo. Dal 14°giorno in poi lo sviluppo prosegue unico ed unitario fino alla fine. Pertanto,
l’orientamento attuale della maggior parte di studiosi di biologia è che al prodotto del concepimento, dalla fecondazione
fino al 14° giorno, si debba dare l’attributo di pre-embrione, riservando quello di embrione vero e proprio al concepito
dal 14° giorno alla 8° settimana.
Secondo altri ricercatori la vita umana individuale inizierebbe al 6° giorno, cioè quando, al momento dell’impianto, la
blastocisti passa dallo stato di totipotenzialità a quello di unipotenzialità.
Secondo altri autori ancora, vengono considerati fondamentali nello sviluppo della vita embrionale la formazione del
sistema nervoso e l’inizio della vita cerebrale. L’attività cerebrale consentirebbe il passaggio della vita embrionale, dal
"livello cellulare" al "livello olistico", con la unificazione dei diversi organi e tessuti in un unico individuo umano.