“Il rispetto e la relazione nella cura: interrogativi e riflessioni” La comunicazione e il rispetto nella relazione di cura e assistenza Dott.sse Anna Rolando e Paola Isaia Savigliano, 14 dicembre 2012 COMUNICAZIONE La radice del termine comunicare deriva dal latino “communicare” (da cum – moenia: scambio di doni all’interno delle mura comuni) e indica l’azione del mettere in comune. Dal punto di vista relazionale comunicare significa: partecipare o trasmettere direttamente o integralmente; rendere noto più o meno segretamente; rendere di pubblica ragione, divulgare; essere in relazione verbale o scritta con qualcuno; avere la possibilità di scambiarsi consigli, punti di vista, suggerimenti. (Devoto Oli, Vocabolario della lingua italiana) COMUNICAZIONE: TRASMISSIONE DI INFORMAZIONI Implica la presenza di alcuni elementi: Un emittente Un ricevente Un canale Un codice PRIMO ASSIOMA NON SI PUÒ NON COMUNICARE PRIMO ASSIOMA Il comportamento è messaggio: qualsiasi interazione umana è una forma di comunicazione, qualunque atteggiamento assunto diventa portatore di significato. La comunicazione non è solo volontaria: anche non rispondendo, non reagendo si comunica qualcosa: accettazione, rifiuto. SECONDO ASSIOMA LA COMUNICAZIONE PUÒ ESSERE VERBALE E NON VERBALE SECONDO ASSIOMA VERBALE comprende tutto quello che viene detto attraverso i segni (linguaggio). NON VERBALE comprende aspetti: - paralinguistici (tono di voce, ritmo, velocità, pause); - cinesici (postura, gestualità, mimica, sguardo); - prossemici (uso dello spazio, distanza dagli altri); - simbolici (uso di oggetti, elementi concreti, situazioni per comunicare status, ruolo, ceto sociale, appartenenza a gruppi). TERZO ASSIOMA OGNI COMUNICAZIONE HA UN ASPETTO DI CONTENUTO E UNO DI RELAZIONE (e il secondo classifica il primo) Esempio “FAI ATTENZIONE” ORDINE PREGHIERA MINACCIA RACCOMANDAZIONE INTERCALARE QUARTO ASSIOMA LA NATURA DI UNA RELAZIONE DIPENDE DALLA PUNTEGGIATURA DELLE SEQUENZE DI COMUNICAZIONE TRA I PARTECIPANTI CHI COMINCIA? Lui si chiude in se stesso Lei brontola Marito Moglie 1 3 2 5 4 7 6 8 PUNTEGGIATURA E PUNTI DI VISTA MARITO: “Io mi chiudo in me stesso perché tu brontoli” (percepisce soltanto le triadi 2-3-4; 4-5-6; 6-7-8 e si vede solo nell’atto di reagire al comportamento della moglie) MOGLIE: “Io brontolo perché tu ti chiudi in te stesso” (percepisce solo le triadi 1-2-3; 3-4-5; 5-6-7 e si vede solo nell’atto di reagire al comportamento del marito) QUARTO ASSIOMA QUINTO ASSIOMA GLI SCAMBI COMUNICATIVI SONO SIMMETRICI O COMPLEMENTARI COMPLEMENTARIETÀ: quando i due partecipanti mettono in atto comportamenti differenti e che sono l’uno il reciproco dell’altro (es. relazione tra insegnante e allievo). SIMMETRIA: quando i partecipanti si scambiano lo stesso tipo di comportamento (es. relazione di amicizia). RISERVATEZZA - PRIVACY L’ambito sanitario richiede, nelle nostre modalità comunicative, la salvaguardia della riservatezza e della privacy. Ci troviamo, infatti, in costante contatto con la sofferenza, la malattia e situazioni di vulnerabilità che occorre tutelare. La consapevolezza del nostro operare è basilare per instaurare rapporti comunicativi rispettosi e rispondenti ai bisogni altrui. ASCOLTO Un elemento indispensabile ai fini di una buona comunicazione è sicuramente l’ASCOLTO (circolarità della comunicazione). ASCOLTO La capacità di ascoltare e la consapevolezza di essere ascoltati sono elementi alla base di una buona relazione. Essere ascoltati è la base per sentirsi accettati. DIVERSI TIPI DI ASCOLTO • Possiamo distinguere 4 tipi di ascolto: Ascolto passivo (udire); Ascolto selettivo (filtro del messaggio; si sente ciò che si vuol sentire); Ascolto riflessivo (attenzione al messaggio, rispecchiamento); Ascolto attivo o empatico (feedback, riformulazione) ASCOLTO ATTIVO Implica la capacità di leggere le emozioni altrui, i sentimenti non verbalizzati dell’altro fino alla comprensione dei problemi e delle preoccupazioni che alimentano i sentimenti di chi ci sta parlando (empatia). Perché è importante? è un elemento di decodifica della comunicazione dell’altro; favorisce la comprensione reciproca; migliora la qualità dei rapporti interpersonali e del lavoro stesso. ASCOLTO ATTIVO Nell’ascolto attivo si distinguono 5 tappe fondamentali: 1 ascoltare il contenuto e fare domande di chiarimento; 2 capire le finalità della comunicazione (non interpretare); 3 valutare la comunicazione non verbale dell’interlocutore; 4 controllare la propria comunicazione non verbale e i propri filtri; 5 ascoltare con partecipazione e senza giudicare. COMUNICAZIONE EFFICACE: STRATEGIE 1. Osservazione Dedicare attenzione ai comportamenti che esprimono le emozioni, gli atteggiamenti, le intenzioni dell’altro. Dedicare attenzione ai continui feedback. 2. Uso delle domande aperte vs chiuse, dirette vs indirette, di chiusura, di approfondimento, di ritorno 3. Riformulazione Riprendere ciò che è stato detto usando esempi, concetti differenti o collegando questi a situazioni comparabili. Serve a comprendere e dare importanza al messaggio, creare un clima di disponibilità. 4. Ricapitolazione Permette di: ribadire e sintetizzare i punti essenziali della comunicazione, comprendere le priorità, chiarire le conseguenze pratiche-operative della comunicazione. OSTACOLI ALLA COMUNICAZIONE - Contesto spazio-tempo - Deficit sensoriali - Distanza interpersonale - Indifferenza - Ordinare, esigere - Persuadere - Giudicare, criticare - Interpretare ASPETTI OBIETTIVI MODALITÀ RELAZIONALI OSTACOLI ALLA COMUNICAZIONE - Dare soluzioni già pronte - Consigliare sulla base della esperienza - Negare il problema o minimizzare - Interrogare con troppe domande - Umiliare, ridicolizzare propria Grazie per l’ascolto