Per saperne di più Alcune tendenze nell’evoluzione dell’uomo Una cosa è certa: lo schema dell’evoluzione dell’uomo assomiglia a un “cespuglio evolutivo” in cui vi sono stati numerosi rami secchi che si sono estinti lungo il percorso (come l’uomo di Neanderthal) e altri che sono andati avanti per un tempo più o meno lungo, sino a rimanere con l’unica specie superstite che è Homo sapiens attuale. Tuttavia, in questo viaggio verso l’uomo moderno, si possono riconoscere alcune tendenze evolutive generali e diversi passaggi fondamentali. ❚ La conquista della posizione eretta e dell’andatura bipede. Il passaggio dall’andatura quadrupede all’andatura bipede e alla posizione eretta ha comportato un riassetto dello scheletro, con una diversa articolazione tra femore e bacino e con l’inarcamento della pianta del piede (arco plantare) per meglio distribuire il peso del corpo. Con la postura eretta, le mani e i pollici opponibili si liberano dall’incombenza del camminare e sono a disposizione per raccogliere cibo, costruire oggetti, impugnare armi e bastoni e scagliare pietre. Tutte queste attività richiedono un grosso lavoro di coordinamento da parte del sistema nervoso. ❚ La tendenza alla cefalizzazione (cioè all’aumento delle dimensioni del cervello) è una costante nell’evoluzione degli ominidi ed è resa possibile dall’aumento della capacità cranica. Con la posizione eretta, la colonna vertebrale può sorreggere una scatola cranica di peso assai maggiore, che può contenere un encefalo più grande. La parte del cervello che si accresce di più è la corteccia prefrontale, quella che presiede all’associazione dei concetti e quindi all’intelligenza. La corteccia cerebrale si accresce perciò soprattutto: • per la necessità di controllare e coordinare meglio i movimenti degli arti superiori e delle mani; • per gestire e regolare i rapporti sociali con il gruppo dei simili, che rappresentano la fonte principale di apprendimento culturale. ❚ Alla base dell’apprendimento culturale c’è lo sviluppo del linguaggio e delle capacità di comunicazione. La modulazione dei suoni viene resa possibile da una diversa conformazione della laringe (che si sposta in basso), della faringe (che si allunga facendo così da cassa di risonanza) e del palato, che permettono ai suoni emessi di assumere varie tonalità e comporre fonemi. Parallelamente si sviluppano nell’emisfero sinistro del cervello le aree del linguaggio che comandano la regolazione dei suoni emessi e associano i fonemi al loro significato. a) scimpanzé b) australopiteco La forma del bacino permette di capire se un animale ha o no un’andatura bipede. Nel corso dell’evoluzione infatti le ossa hanno subito una rotazione per consentire una migliore inserzione dei muscoli necessari per camminare sulle zampe posteriori. Unità 10 ❚ NAUTILUS ❚ Corsi-Costagli, © SEI 2011 c) uomo