Definizione di “Tettonica” per i non addetti ai lavori

DEFINIZIONI DI TETTONICA PER I
NON ADDETTI AI LAVORI
INTRODUZIONE ALLA GEOLOGIA
DEL TRIANGOLO LARIANO
LE ALPI
CATENA A DOPPIA VERGENZA:
serie di pieghe sovrascorrimenti e falde che tendono a rovesciarsi
verso i margini della catena (per la maggior parte del suo sviluppo
verso N e verso W; verso S nel Sudalpino (Alpi Meridionali e
Prealpi)
LE ALPI
CATENA DI TIPO COLLISIONALE:
collisione tra la placca Europea (a Nord) e la placca Africana (o una
microzolla di pertinenza africana, a Sud) in rapida convergenza verso
l’Europa, a seguito della progressiva riduzione dell’Oceano LigurePiemontese (apertosi nel Giurassico e completamente scomparso dopo
100 M.a.)
* orogenesi alpina: età Cretacico – Cenozoico con culmine a 35 M.a. (Oligocene), ancora in atto.
* le rocce conservano la memoria di un altro evento orogenetico, quello ercinico, conclusosi 300 M.a.
EVOLUZIONE DELLA CATENA ALPINA
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Alla fine del Carbonifero (300 M.a.) la catena ercinica
concludeva la sua esistenza e, spianata dall’erosione,
diventava parte del supercontinente Pangea che venne
progressivamente ricoperto da sedimenti continentali e
successivamente marini:
Nel Trias (250 M.a.) iniziava ad aprirsi il mare Tetide,
allagando i nostri territori (la Pangea in questo periodo
mantenne tuttavia la sua integrità: acque poco profonde
ricoprivano una crosta continentale continua)
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Nel Giurassico (tra 200 e 150 M.a.) la Pangea venne
frammentata da due fratture orientate E-O: L’Eurasia si
muoveva verso W, l’Africa verso E e si formarono
placche intermedie (Iberia, Adria, Apulia e PelagonidiMenderes) che vennero progressivamente separate
dall’apertura di veri e propri oceani (il Protoatlantico,
l’oceano Ligure-Piemontese, l’Oceano Dinarico e
l’oceano di Vardar
Alla fine del Giurassico i movimenti di rotazione delle
placche convertirono l’espansione in compressione e i due
blocchi continentali europeo e africano cominciarono ad
avvicinarsi costringendo la crosta oceanica a subdurre
verso sud al di sotto della placca africana
Si delinea così la seguente situazione paleogeografica:
A N della zona di subduzione una zona continentale ricoperta
da un mare poco profondo (dominio Elvetico – Delfinese)
raccordato a sud all’oceano Ligure-Piemontese dal dominio
Ultraelvetico e da un fondale più profondo con crosta
continentale europea (Pennidico esterno);
Il fondale dell’Oceano Ligure-Piemontese (crosta oceanica
basica e ultrabasica + rocce sedimentaarie (dominio
pennidico);
A S della zona di subduzione si sviluppava la parte
settentrionale del continente Africano suddiviso nel dominio
Austroalpino e nel dominio Sudalpino.
CRETACICO
La subduzione portò rapidamente alla consunzione del fondo
oceanico e alla collisione della placca europea con
quella africana e alla subduzione della prima sotto alla
seconda (FASE EOALPINA: 130-70 M.a.)
Effetti:
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deformazione plastica dei materiali subdotti;
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sovrascorrimento verso O e verso NO dell’Austroalpino;
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retroscorrimenti volti verso S e SE nel Sudalpino.
Cretacico superiore
La catena cominciò a riemergere fin dalle prime fasi
orogenetiche, come testimoniato dai depositi detritici
(Flysch) prodotti dalla massiccia erosione della catena
in formazione e accumulati sul suo fronte.
FASE MESOALPINA (45-35 M.a.): ripresa della
traslazione delle falde verso N e ricoprimento dei
Flysch cretacico-eocenico; messa in posto di falde
Sudvergenti nel Sudalpino
Oligocene
L’attività compressiva ebbe una stasi durante l’Oligocene:
La spinta verso l’alto determinò una massiccia erosione che
produsse le Molasse (soprattutto sul versante Europeo).
La fase di rilassamento è testimoniata dalla messa in posto
dei plutoni dell’Adamello e della Val Masino-Bregaglia e
di sciami di filoni.
Oligocene sup. - Miocene inf.:
la fase neo-alpina
A 30 M.a. riprese in modo vigoroso l’azione compressiva
accompagnata da movimenti relativi delle due parti a N e S
della linea Insubrica (trascorrenza destra + sollevamento
della parte settentrionale): ne consegue lo scagliamento
verso S che coinvolge il Sudalpino, responsabile della
maggior parte delle strutture osservabili nell’area del
comasco.
Al fronte meridionale dei retroscorrimenti sudalpini si
accumularono potenti successioni detritiche in ambiente
sottomarino (Gonfolite).
La linea Insubrica (orientata E-W): divide le Alpi in due
porzioni:
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A N Dominio Pennidico e Dominio Austroalpino
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A S Dominio Sudalpino
SIGNIFICATO:
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CICATRICE DI MOVIMENTI TRASLATIVI (TRASCORRENZA DESTRA):
parte settentrionale spostata a Est
MOVIMENTI VERTICALI IMPONENTI: parte N sollevata di alcune decine di
Km rispetto a quella S
Cicatrice di un secondo piano di subduzione, infracontinentale, che avrebbe
agito nelle prime fasi orogeniche a partire dal quale la crosta subdotta
sarebbe scomparsa sotto il Sudalpino, mentre le coperture sarebbe migrata
verso nord a dare l’Austroalpino
Pliocene inferiore - Pleistocene
Accodamento superficiale (sollevamenti tettonici differenziali)
collegato a movimenti compressivi che accentuano pieghe e
riattivano piani di sovrascorrimento in profondità.
Storia successiva legata al sollevamento (1 mm all’anno) e
alla progressiva erosione.
IL DOMINIO SUDALPINO
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BASAMENTO CRISTALLINO DEFORMATO
DUTTILE DURANTE L’OROGENESI ERCINICA
IN
AMBIENTE
COPERTURE POST- ERCINICHE PERMIANE E MESOZOICHE:
ROCCE VULCANICHE E VULCANOCLASTCHE (Permiano),
ROCCE SEDIMENTARIE (sedimentazione marina - Trias) CHE
NON HANNO SUBITO METAMORFISMO ALPINO
MESSA IN POSTO DI ROCCE INTRUSIVE (Adamello e MasinoBregaglia)
SOLLEVAMENTO DELLA CATENA ALPINA MOLTO RAPIDO –
RAPIDA EROSIONE CON LA FORMAZIONE DELLE MOLASSE
(sia a N sia a S della catena) (OLIGOCENE) IN SOLCHI
PARALLELI ALLA CATENA
Nel
settore
lariano
il
basamento
cristallino
è
separato dalle coperture
dalla Faglia della Grona
(facilmente individuabile nel
paesaggio a causa della
diversa erodibilità dei due tipi
di roccia messi a contatto).
La Copertura Sedimentaria
raggruppa tutte le unità
geologiche sedimentate nel
periodo di tempo che va dal
Triassico (250 milioni di anni
fa) al Giurassico (65 milioni
di anni fa), coinvolte dalla
formazione delle Alpi.
(Tratta da Vezzoli et al., 2010)
Significato paleogeografico delle formazioni che affiorano nel Triangolo Lariano
TRIASSICO:
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Dolomia principale (Norico inf. - Norico medio): piattaforma carbonatica interna (deposizione di carbonati in un ambiente marino
tropicale/equatoriale con acque relativamente poco profonde) (spessore:800-1000 m)
Argilliti di Riva di Solto (Norico superiore): bacini intrapiattaforma (spessore:100 m)
Calcare di Zu (Norico sup. - Retico): ambiente subtidale, rampa carbonatica con mare via via sempre più basso (spessore:370-450
m)
GIURASSICO:
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Formazione dell’Albenza (ex Dolomia a Conchodon) (Hettangiano): piattaforma carbonatica, mare poco profondo (spessore:100130 m)
Calcare di Sedrina (Hettangiano): rampa carbonatica, passante a piattaforma (spessore:100-150 m)
Calcare di Moltrasio (Sinemuriano - Pleinsbachiano inferiore): sedimenti carbonatici bacinali e depositi risedimentati costituiti da
materiali provenienti dalle zone rilevate (spessore: 1500-2000 m)
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Calcare di Domaro (Pleinsbachiano medio - Pleinsbachiano superiore): ambiente bacinale e di pendio (spessore: 100 m)
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Calcare di Morbio (Domeriano - Ttoarciano inf.): bacino pelagico a sed. Carbonatica (spessore: 12-14 m)
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Formazione di Sogno (Pleinsbachiano superiore – Toarciano inf.): ambiente pelagico parzialmente anossico (spessore: fino a 24 m)
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Rosso Ammonitico Lombardo (Toarciano superiore – Bajocciano inf.) bacino pelagico a sed. Carbonatica (spessore: fino a 20 m)
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Radiolariti e Rosso ad Aptici sedimenti pelagici (legati ai fenomeni di divergenza che portarono alla formazione dell’oceano LigurePiemontese) (spessore: 85 m)
CRETACICO:
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Maiolica (Titoniano – Aptiano inf.): bacino pelagico a sed. Carbonatica e silicea (spessore fino a 160 m)
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Marne di Bruntino (Aptiano – Albiano): fianco di un alto poco subsidente (spessore: 80-180 m)
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Sass della Luna (Albiano sup.): ambiente pelagico e torbiditico (spessore: 20-250 m)
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Flysch : sedimentazione torbiditica a seguito dei movimenti di riavvicinamento tra margine europeo e africano
TERZIARIO: PALEOCENE
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Gonfolite (Chattiano - Burdigaliano): riempimento di canyon sottomarini con i detriti prodotti dallo smantellamento della catena
emersa
AFFIORAMENTI:
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La Dolomia Principale (Norico) affiora ben evidente in alcune cime
montuose a sud-est (M.Rai, M. Moregallo) e a nord (Monte Nuvolose –
Punta di Bellagio).
La Dolomia a Conchodon (Retico Superiore) è osservabile sulla Cima dei
Corni di Canzo e Monte Ponciv-Monte Forcella.
Lias (Giurassico Inferiore) è costituito da calcari ben stratificati,grigio scuri,
ricchi in selce. Di esso sono formate le cime ( Monte San Primo e Monte
Cornizzolo) e le catene montuose più caratteristiche (Monte Bollettone –
Monte Pallanzone).
(Giurassico Superiore): formazioni, solitamente con spessore più ridotto,
tra le quali il Rosso Ammonitico, calcari e marne rosate, riccamente
fossiliferi, e le Radiolariti e il Rosso ad Aptici (Alpe del Viceré)
Maiolica (Cretacico Inferiore) ampiamente diffuso in destra orografica della
valle Ravella.
Caratteri
strutturali
delle
prealpi
lariane
Il Sudalpino rappresenta un margine continentale passivo
Mesozoico, incorporato successivamente in
una catena a pieghe e sovrascorrimenti sviluppatasi essenzialmente nel Terziario ma caratterizzata da
tassi di raccorciamento crostale quaternari significativi
FASI TETTONICHE:
1 - TETTONICA DISTENSIVA MESOZOICA: L’intensa fase di rifting che interessò questo Dominio già a partire dal Norico fino
al Giurassico medio, portò allo smembramento di estese aree di crosta continentale ed alla suddivisione paleogeografica in
settori fortemente subsidenti separati ed intervallati da alti strutturali più o meno pronunciati attraverso faglie normali
sinsedimentarie ad andamento grossomodo N-S (faglia di Lugano e faglie antitetiche successive, es. Linea di Lecco)
Lo spessore dei sedimenti di syn-rift si assottiglia gradualmente verso E, fino al Plateau dell’Albenza. Questo trend risulta
guidato da una serie di gradini e scarpate, che si impostano su faglie distensive di secondo ordine (Linea di Lecco), antitetiche
alla Faglia di Lugano, che delimitano a loro volta settori di alto strutturale (Paleoalto dei Corni di Canzo).
FASI TETTONICHE:
2 - TETTONICA ALPINA:
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Fino all’Oligocene questo Dominio, appartenente alla Placca Adriatica, costituiva un settore di
retrocatena, debolmente deformato.
Durante la fase eoalpina si formano sovrascorrimenti ciechi, privi cioè di espressione superficiali
e la messa in posto di depositi detritici.
Con la fase neoalpina vengono riattivati i sovrascorrimenti cretacici, il fronte di deformazione
migra verso sud e si verificano fenomeni di retroscorrimento.
a partire dal Neogene, la catena Sudalpina si sviluppò propagandosi verso S grazie alla
riattivazione, in inversione tettonica, di strutture estensionali di età mesozoica. Queste strutture
furono riattivate, oltre che in inversione tettonica (i.e. Faglia di Lugano), anche con funzione di
svincolo o di rampa laterale per le strutture fragili e plicative principali, orientate con
andamento circa E-O (le serie sedimentarie sviluppatesi al tetto ed al letto di queste strutture
distensive, diverse per litologia e spessore, hanno infatti determinato risposte deformative
profondamente diverse, facendo sì che i settori di paleoalto e paleobacino venissero deformati
in maniera quasi indipendente).
Sebbene la deformazione tettonica compressiva di questo settore sia considerata come
terminata a partire dal Tortoniano, sussistono tuttavia numerose evidenze di carattere geologico
e geomorfologico di attività neotettonica nell’area, ascrivibili all’intervallo Pliocene – Olocene:
riattivazione di sovrascorrimenti in profondità e accentuazione di pieghe
ELEMENTI TETTONICI DEL TRIANGOLO LARIANO:
CARTA STRUTTURALE
ELEMENTI SIGNIFICATIVI DI TETTONICA
Faglie:
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Linea di Lecco
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Sovrascorrimento del M. Bolettone (direzione E – O, inclinato di circa 30°)
Principali sistemi plicativi:
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Flessura Marginale (costituita da una anticlinale avente tipicamente il fianco meridionale raddrizzato e che
porta i terreni del substrato carbonatico ad immergersi, verso S, al di sotto delle Unità cretaciche scollate e
dei sedimenti quaternari del settore di pianura. Andamento arcuato diretta in senso E-O)
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Anticlinale M. Rai
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Anticlinale del M. Palanzone
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Sinclinale della Val Nosê (Pian del Tivano)
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Sinclinale del M. Oriolo: verso il Sasso della Cassina scollata alla base da un thrust a vergenza meridionale.
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Anticlinale Onno – Lezzeno
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Sinclinale di Civenna
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Sinclinale di Bellagio
Sovrascorrimenti:
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Sovrascorrimento del M. Generoso / Pigra – Gallasco (sovrascorrimento di importanza regionale, N
immergente, ad andamento circa E–O, con inclinazione media di 30°. Verso E il sovrascorrimento continua
con un secondo segmento, ad andamento E–O, che si può tracciare attraverso il Lago di Como. Nell’area
del Triangolo Lariano il thrust si imposta con una rampa ad alto angolo a S del M. Nuvolone. Nell’area di
Cascina Gallasco si orizzontalizza, a quota 670 m s.l.m., in un flat collegato al thrust principale attraverso
una rampa laterale a direzione N–S)
Sovrascorrimento del M. Garnasca
CARTA
STRUTTURALE
progetto CARG
Sezioni geologiche
Sezioni geologiche
Sezioni geologiche
VAL BOVA – CARTAGEOLOGICA DAL FOGLIO N. 75 COMO
http://www.isprambiente.gov.it/Media/carg/75_COMO/Foglio.html
LAGO DEL SEGRINO – CARTAGEOLOGICA DAL FOGLIO N. 75 COMO