Università degli Studi di Ferrara Ruolo della frutta nelle diete non convenzionali Prof. Edgardo Canducci Sezione di Medicina interna e Cardiorespiratoria Dipartimento di Scienze mediche Corso Ercole I d’Este, 32 - Ferrara tel. 0532 455995 Diete non convenzionali Diete non convenzionali Per moda o per convinzione per scelta filosofica o culturale, religiosa o salutare, poco importa, l’attenzione rivolta alle diete non convenzionali è sempre maggiore e il numero di adepti in continuo aumento. Tenuto conto delle notevoli differenze di impostazione, di metodo e di obiettivi che ogni regime alimentare si pone, per semplificare al massimo, si è pensato di suddividere le diete in: iperproteiche e moderatamente iperproteiche; ipoproteiche; ipolipidiche; dissociate; monopiatto; equilibrate; altre. Diete iperproteiche Nelle diete iperproteiche le proteine superano il 20% delle calorie totali giornaliere, con squilibrio dei nutrienti energetici e in particolare dei glucidi. In questi casi è difficile raggiungere la razione consigliata di vitamine e minerali. Ne consegue un eccessivo catabolismo proteico, con massiccia produzione di cataboliti azotati e conseguente danno renale ed eccessiva acidità del sangue, conseguenza dell’elevata sintesi di corpi chetonici. I danni, in particolare renali, provocati dal seguire per tempi prolungati diete moderatamente iperproteiche sono più limitati, ma sufficienti per sconsigliarne l’uso per tempi lunghi. Esempi di diete iperproteiche: Esempi di diete moderatamente iperproteiche: the new biogenic diet; metodo Montignac; the bodysense diet; weight watchers; dieta del pane di Rivalta; dieta dei colori. dieta Scarsdale; dieta Atkins; dieta a Zona; dieta Ducan. Diete ipolipidiche Le diete ipolipidiche ad apporto lipidico, ridotto o estremamente ridotto, sono iperproteiche, perciò gli inconvenienti sono i precedenti, ai quali vanno aggiunti la difficoltà a raggiungere la razione consigliata di acidi grassi essenziali (5÷10% delle calorie totali giornaliere), la riduzione dell’assorbimento delle vitamine liposolubili per tacere sulla gradibilità dei pasti e perché no del ridotto senso di sazietà. Esempi sono: dieta ipolipidica per il colesterolo; dieta Kousmine. Diete dissociate Le diete dissociate di supercompensazione glucidica hanno goduto di un discreto successo, soprattutto in ambito sportivo, in seguito sono state proposte alla restante popolazione; ma essendo squilibrate possono arrecare danno. Shelton proibiva l’assunzione di latte e latticini durante i 3 pasti principali, e altri autori vogliono far credere che il latte è inadatto agli adulti rappresentando un vero e proprio errore dietetico. È noto, invece, che un apporto insufficiente di questi alimenti provoca carenza di riboflavina e di calcio. Un regime alimentare dissociato provoca deficit nutritivi non trascurabili in proteine, in vitamina B12 (fegato, carni, uova e latte) e in zinco (crostacei e latticini), il cui apporto insufficiente può provocare anemia e alterazioni cutanee. Se osservate per tempi lunghi, possono provocare ritardo della crescita nei giovani. Esempi sono: dieta dissociata; cronodieta. Diete monopiatto Le diete monopiatto sono tra le più gettonate sia perché psicologicamente convincenti, sia economicamente vantaggiose o almeno così si ritiene. Sono diete molto squilibrate che richiedono parecchia attenzione sia da chi le segue, sia dai professionisti che eventualmente le propongono. Non possono assolutamente essere protratte per tempi lunghi. Inoltre non provvedono a educare dal punto di vista alimentare e comportamentale, elemento indispensabile per mantenere il risultato acquisito a lunga scadenza. Esempi sono: dieta del minestrone; dieta Beverly Hills. lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato pure domenica anche Diete ipoproteiche Le diete ipoproteiche, assimilabili alla dieta vegan, ma non caratterizzate dalla stessa filosofia animalista. Seguire per tempi prolungati queste diete comporta una carenza proteica, caratterizzata da disturbi del sistema nervoso, delle ossa, dell’apparato muscolare e anemia. Spesso si associa a carenza di nutrienti quali vitamine, in particolare riboflavina (B2), cobalamine (B12), calcio, ferro e iodio. Un esempio è la: dieta Pritikin. Diete scelte di vita In questo raggruppamento sono presenti le diete che si inseriscono in un più ampio cambiamento degli stili di vita, che vanno ben oltre la sola modifica delle abitudini alimentari. Esempi sono la: dieta vegetariana; dieta vegan; dieta olistica. Vegetarismo Il vegetarismo prevede la rinuncia alla carne e a tutto ciò che deriva dall’uccisione di un animale, però motivazioni diverse da individuo a individuo, guidano le scelte alimentari di chi ha sposato questa filosofia di vita. Questa filosofia di vita è quindi improntata sull’esclusione dalla dieta degli alimenti di origine animale. Rientrano in questo ambito la dieta: vegetariana; vegana crudista; fruttariana. Dieta vegetariana La dieta vegetariana prevede l’eliminazione di ogni tipo di carne compreso il pesce e i crostacei, ma si continuano a mangiare il latte e derivati, le uova e il miele. La dieta vegetariana è sufficientemente squilibrata, anche se non raggiunge i livelli di quella vegetaliana. Osservare una dieta vegetariana non è difficile, ma neppure così semplice. Si dovrà organizzare la propria alimentazione per garantire in modo alternativo il corretto apporto dei nutrienti esclusi dalla dieta. Bisognerà riservare particolare attenzione ad alcune vitamine (B12, B2 ) e minerali (ferro, zinco). La scelta vegetariana rappresenta una scelta piuttosto rischiosa soprattutto per bambini e anziani. Questa scelta potrebbe creare scompensi nutrizionali (in assenza di un adeguato e costante controllo medico) ai diabetici e ai cardiopatici, per i quali la compromissione di un delicato equilibrio potrebbe produrre gravi conseguenze. Dieta vegana Il movimento vegano nasce in Inghilterra nel secondo dopoguerra e si espande rapidamente in tutto il mondo. La filosofia vegan rappresenta la forma più alta, secondo alcuni, o estrema, secondo altri, dell’attenzione ai diritti degli animali, proponendo la rinuncia all’uso e al consumo di tutti i prodotti che da questi provengono. La dieta vegan prevede l’abolizione dalla tavola di tutti gli alimenti di origine animale e propone di sostituire questi ultimi con analoghi di origine vegetale, cosa facile dal punto di vista commerciale, ma che crea problemi non indifferenti dal punto di vista nutrizionale, soprattutto per individui in accrescimento e anziani. NO SI Dieta vegana Vitamina B12 Anemia, danni SNC Vitamina D Rachitismo, osteomalacia Vitamina B2 Ariboflavinosi Calcio Formazione ossa e denti, contrazione muscolare, stimolo nervoso, coagulazione del sangue, ecc. ferro Anemia, ecc. Iodio Gozzo, cretinismo, ritardo mentale, diminuzione fertilità zinco Ritardo della crescita e della maturazione sessuale e scheletrica, alterazioni comportamentali acrodermatite enteropatica Dieta Raw vegan La scelta Raw vegan o crudista prevede alimenti crudi privi di ingredienti di origine animale. Si assumono alimenti crudi per evitare i trattamenti termici che riducono i minerali e le vitamine. Essendo di gran moda, si diffondono ricette, manuali e istruzioni per non farsi prendere dal panico quando il passaggio a tale dieta crei nausee e altri sintomi. Affettare finemente un Brusselkale (nuova verdura nata dai cavolini di Bruxelles e il sapore amaro del cavolo russo) appena sciacquato e condirlo con poco olio di nocciola e un po’ di farina di amaranto, rigorosamente priva di glutine, in questo modo si entra nel circolo di una delle ossessioni del 2015. Dieta fruttariana Anche smoothies e centrifugati impazzano e il fruttarianesimo conosce una nuova stagione di popolarità. Mentre gli esperti o presunti tali (troppo spesso) continuano a litigare tra chi ammette il consumo di noci e semi e chi lo ripudia, ammettendo solo i frutti sugosi caduti dalla pianta, prende piede il giainismo, che prevede che neppure i vegetali possono essere uccisi. Giainismo Il giainismo, come regola generale, prevede la proibizione dei vegetali che crescono sotto terra. Frutta, verdure e ortaggi freschi devono essere raccolti solo quando sono maturi e pronti a cadere o, meglio ancora, quando sono già caduti dalla pianta. I cereali e i legumi si raccolgano quando le piante o i baccelli sono secchi o morti. È proibito abbattere gli alberi ancora vivi, sia per legname sia per qualsiasi altro uso. Il Jainista ortodosso digiuna due volte ogni quindici giorni, l’ottavo e il quattordicesimo giorno dei cicli della luna piena e della luna nuova del calendario lunare. Dieta mediterranea La dieta che fino a oggi ha dimostrato sperimentalmente efficacia nei confronti della salute è quella osservata in Italia, in Grecia, in Spagna, nella ex Jugoslavia, in alcune aree della Francia meridionale, nei Paesi dell’Africa settentrionale e in talune zone del vicino Oriente, dove esiste una tradizione alimentare comune costituita dagli stessi alimenti, coltivati e consumati in quei luoghi. Una tradizione, tramandatasi nei secoli, oggi rivalutata e riproposta con il nome di: dieta mediterranea Il pane, l’olio di oliva, il vino, i legumi secchi, la frutta fresca di stagione, gli ortaggi e le verdure sono i protagonisti di tale tradizione. Questi alimenti, sapientemente combinati tra loro, con l’integrazione di piccole quantità di prodotti di origine animale (latte, formaggi, uova, carne, pesce) contribuiscono ad una dieta piacevole e dal gusto facilmente accettabile anche da popolazioni con tradizioni alimentari diverse. Dieta mediterranea Al tempo stesso questo modello alimentare assicura una buona dieta, equilibrata, adatta a qualsiasi età e soprattutto in grado di prevenire molte patologie. La dieta mediterranea è caratterizzata da un: PCal% ≤ 15,0 FCal% = 25,0 CHOCal% 60,0 È considerata il più corretto tra i diversi regimi alimentari, tanto che il 16 novembre 2010 l’UNESCO ha deciso di proclamarla: Patrimonio culturale immateriale dell’umanità Diete del futuro uova da proteine vegetali; dieta soylent e/o Joylent; terrigno gelato all’argilla; borsa melaria dell’ape (ingluvie); balut; lattume; meduse; frutto miracolo (Sinepalum dulcificum); mano di Buddha (Citrus medica var. sarcodactylus); limone caviale (citrus Australasica); corteccia interna di betulla; resina. Pera: apporto in energia e nutrienti per 100 g di parte edibile P 15 mg Ca 11 mg K 200 mg Na 2 mg proteine 0,3 g vit. C 4 mg lipidi 0,1 g Fe 0,3 mg glucidi 8,8 g fibra alimentare 3,8 g energia 35 kcal vit. PP 0,1 mg acqua 87,4 g Frutta: valore nutrizionale La frutta fresca, pera compresa, gioca un ruolo fondamentale nella dieta per: l’elevato contenuto di alcuni minerali (potassio, magnesio...), fondamentali per regolare l’acidità del sangue e delle urine; il buon contenuto di fibra alimentare, indispensabile per regolare l’attività dell’apparato digerente e prevenire diverse patologie tra le quali anche non pochi tumori; il buon apporto di alcune vitamine quali i precursori della vitamina A e la vitamina C, indispensabili per il buon funzionamento dell’organismo umano; il ridotto apporto energetico, che la rende utile sia nella dieta dell’uomo sano che in quella dell’uomo affetto da diverse patologie; il buon contenuto di potassio, particolarmente indicato per chi svolge attività sportiva a qualsiasi livello; il considerevole contenuto di antiossidanti (antociani, flavoni…) in grado di prevenire molte patologie diversi tumori compresi. fibra totale solubile insolubile (g/100 g p.e.) (g/100 g p.e.) (g/100 g p.e.) 1,54 0,71 0,83 1,60 0,60 1,00 1,30 0,49 0,81 0,22 0,02 0,20 2,01 0,63 1,38 1,58 0,45 1,13 2,21 0,78 1,43 2,57 0,73 1,84 0,74 0,19 0,55 3,85 1,29 2,56 1,92 0,78 1,14 1,47 0,60 0,87 1,36 0,16 0,20 Frutta: prevenzione cancro colon-retto La pera, come la frutta fresca in generale, ha un buon contenuto di fibra alimentare, che esercita un’azione protettiva nei confronti del cancro del colonretto per i seguenti motivi: la fibra insolubile aumenta la velocità di transito, riducendo la concentrazione di sostanze potenzialmente citotossiche e citolesive e i tempi di contatto con la mucosa intestinale; la fibra solubile riduce il pH intestinale, ciò inibisce l’attività di microrganismi potenzialmente dannosi e favorisce la presenza di quelli benefici, diminuendo la concentrazione nell’intestino di molecole azotate citotossiche; il butirrato infine, potrebbe modulare direttamente la replicazione e la differenziazione cellulare. Frutta: ruolo nella dieta Se tali e tante sono le proprietà della frutta, in generale, e delle pere in particolare, alle quali va aggiunta quella certamente non secondaria delle caratteristiche organolettiche (colore, fragranza, profumo, sapore) non resta che accostarsi ad esse con maggior considerazione di quanto normalmente non si faccia. Quello della frutta è un comparto di alimenti prezioso e insostituibile come gli altri e il suo significato, nel contesto dell’alimentazione di tutti i giorni, non è né secondario né accessorio. Il consumo della frutta non può e non deve essere annoverato tra i consumi superflui, di quelli cioè di cui si può anche fare a meno, buoni soltanto ad accontentare i golosi. Frutta: ruolo nella dieta Alla luce di quanto sin qui riportato si può concludere che un adeguato consumo di frutta (3÷5 porzioni die) è consigliabile nelle diete: equilibrate di tutte le indipendentemente dall’età; persone in condizioni fisiologiche per prevenire molte patologie (obesità, diabete, malattie cardiovascolari, tumori, morbo di Alzheimer e di Parkinson, ecc.); per curare tante patologie; non convenzionali di qualsiasi tipo. Prof. Edgardo Canducci Sezione di Medicina interna e Cardiorespiratoria Dipartimento di Scienze mediche Corso Ercole I d’Este, 32 - Ferrara tel. 0532 455995 Grazie per l’attenzione