LA GESTIONE INFERMIERISTICA DEL PAZIENTE ONCOEMATOLOGICO BIANCO LUCIANA DH di Ematologia, Ospedale di Ivrea ASL 9 1 PRELIEVI EMATICI PREPARAZIONE BIOPSIA OSSEA ED ASSISTENZA ESAMI STRUMENTALI CVC TERAPIE TERAPIE DI SUPPORTO TRAPIANTO DI MIDOLLO GESTIONE EFFETTI COLLATERALI GETIONE SINTOMI CONSEGUENTI APPORTO PSICOLOGICO PAZIENTE E FAMIGLIA 2 ESAMI EMATICI E STRUMENTALI Gli esami di laboratorio e strumentali nel paziente ematologico sono fondamentali in ogni fase della malattia: DIAGNOSI ESAMI EMATICI: emocromo, glicemia, creatinina, transaminasi, bilirubina, acido urico, qpe, sideremia, ferritina,transferrina, beta 2 microglobuline, sodio, potassio, ldh, dosaggio eritropoietina, wt 1, BIOPSIA OSSEA: es. istologico, immunofenotipo, mielogramma, citogenetica, biologia molecolare CURA ESAMI EMATICI RX TORACE ECG ECOCARDIOGRAMMA SUPPORTO ESAMI EMATICI EMOCOLTURA RX TORACE ECO ADDOME TAC 3 TERAPIA TRASFUSIONALE Come terapia di supporto, la trasfusione viene utilizzata in casi di piastrinopenie ed anemie gravi, visto che il p.te tollera bene valori comunemente considerati al limite ( Hb attorno a 8/9 g/dl e PLT sotto i 20.000 ). L’impegno da parte del personale infermieristico consiste nella richiesta e somministrazione delle unità di sangue e/o piastrine, il controllo di eventuali reazioni trasfusionali e la rimozione delle sacche a trasfusione conclusa. Durante una reazione trasfusionale si possono avere: iperpiressia con brividi, tremori e l’intervento deve essere tempestivo: sospendere immediatamente la trasfusione chiamare il medico applicare per via endovenosa una idratazione somministrare per via endovenosa cortisonici monitorizzare febbre e PAO La reazione avuta dal paziente deve essere tenuta in considerazione nelle volte successive, utilizzando una “premedicazione” e moderando la velocità della trasfusione. 4 TERAPIA CHELANTE La terapia chelante nel p.te con MDS si vede necessaria dopo aver constatato l’accumulo di ferro dovuto alle ripetute trasfusioni. Ciò avviene perché il sangue contiene ferro e l’organismo non dispone di una via naturale per rimuovere l’eccesso di ferro introdotto con le trasfusioni di sangue. Nel corso del tempo, l’eccesso di ferro può danneggiare organi importanti come il fegato ed il cuore. La terapia con il farmaco chelante è ottimale quando viene attuata precocemente. La somministrazione può avvenire o per via sottocutanea con apposita pompa ad infusione o per via endovenosa; per via sottocutanea, la somministrazione deve avere una durata di 8-12 ore per 5 giorni a settimana, mentre la somministrazione per via endovenosa deve durare almeno 3 ore. Sono anche disponibili 2 farmaci chelanti orali: EXJADE Ha la caratteristica di legarsi al ferro e di rimuoverne l’eccesso che viene eliminato principalmente con le feci. 5 FERRIPROX A differenza dell’Exjade questo tipo di farmaco viene eliminato principalmente con le urine. 6 CHEMIOTERAPIA La chemioterapia nel p.te mielodisplastico può essere gestita in regime di DH. Ogni farmaco chemioterapico, sia che venga somministrato per via endovenosa oppure somministrato per via sottocutanea, deve essere accompagnato SEMPRE da idratazioni alcalinizzate, da farmaci antivomito e da cortisonici se il medico lo reputa necessario o se lo prevede il protocollo. Anche la durata della chemioterapia è prevista da un protocollo. Somministrare un ciclo chemioterapico, significa per un infermiere, gestire il prima, il durante, il dopo. Il PRIMA consiste nel rispondere alle mille paure del paziente, all’impostare le indagini strumentali necessarie, al reperire un accesso venoso adeguato oppure fare inserire un CVC ove quest’ultimo non sia reperibile, al programmare il ciclo chemioterapico. Il DURANTE è quella fase in cui il paziente và incontro agli effetti collaterali del ciclo chemioterapico ( nausea, vomito, paura). Il DOPO è una fase a tempo indeterminato e forse la più complessa: trasfusioni, effetti collaterali post ciclo chemioterapico, infezioni opportunistiche, l’età del 7 paziente e sempre ma non meno importante l’aspetto psicologico. 8 FATTORI DI CRESCITA Questo tipo di terapia viene effettuato a livello sottocutaneo. L’infermiera, oltre ad eseguirla a livello di reparto, educa il paziente o il parente ad una corretta somministrazione e conservazione una volta a domicilio. 9