c h i n e s i o l og i a n . 1 / 2 0 1 3 ARTICOLO 4 Traumi al cingolo-toracico e postura in soggetti che praticano attività sportiva E. FABRIZI* - E. CIRCI** - V. PROSPERINI*o - P. RAIMONDI*oo - G. RICCIARDI*ooo * Cultore della Materia Anatomia Funzionale Facoltà Scienze Motorie L’Aquila; **Dott.ssa della Materia Att. Mot. Preventive e Compensative Facoltà Scienze Motorie L’Aquila *o Prof. a.c. Facoltà Scienze Motorie L’Aquila; **o Prof. Associato MDEF1 Facoltà di Scienze Motorie, L’Aquila *ooo Prof. Associato MED Facoltà di Scienze Motorie Riassunto In letteratura non risultano lavori che abbiano trattato in recupero della instabilità della spalla monitorando l’attività della muscolatura superficiale, sia in fase di contrazione che in rilassamento e su entrambi i lati, traumatizzato e non. Inoltre nessuno studio ha preso in considerazione i muscoli superficiali anche degli arti inferiori. Con questo studio miometrico abbiamo cercato di rispondere a diversi quesiti: 1) quali sono i muscoli che lavorano di più, quelli controlaterali al trauma o quelli dello stesso lato del trauma? 2) quale influenza ha, se ce l’ha, il trauma sul lavoro dei muscoli degli arti inferiori? 3) come si modifica la postura in relazione al trauma? Parole chiave: miometria e lavoro funzionale dei muscoli della spalla in relazione alla postura. Abstract In are not literature works that have dealt with bad shoulder recovery monitoring l\ ‘ superficial muscle activity, both during contraction and relaxation and on both sides, and traumatized. also no study to consider even superficial muscles of the lower limbs. With this study we miometrico tried to answer several questions: 1) what are the muscles that are working more, those side account to trauma or those on the same side of the trauma? 2) what influence it has if l’ ha, occupational trauma of lower limb muscles? 3) how do I change the posture in relation to trauma? Key words: miometria and functional work the shoulder muscles in relation to posture. INTRODUZIONE Lo studio nasce dalla correlazione osservata fra traumi al cingolo toracico e le alterazioni posturali. In particolare, gli adattamenti conseguenti al trauma (1, 2) influenzano la postura del soggetto (3, 4) intesa come integrazione di almeno quattro aspetti della motricità umana, quella psicomotoria, quella neurofisiologica, kinesiologica e meccanica (5). Ecco così ampliato il concetto generale di postura che non può essere considerata solo in rapporto all’aspetto meccanico (ovvero all’allineamento delle varie componenti ossee) o kinesiologico (ovvero al gioco kinesiologico muscolare), aspetti puramente passivi della motricità umana, ma anche rispetto alle “forze attive ed operanti”, quali i meccanismi neurofisiologici e della struttura psicologica del movimento. Queste quattro posture derivanti dal concetto di “architettura del SNC”, si possono considerare “gerarchicamente integrate”. Ecco perché ogni modificazione, riguardante l’aspetto kinesiologico, quindi stiramenti muscolari, 30 tensioni di legamenti, contrazioni indotte dalla forza di gravità e sensazioni percettive muscolo-articolari, influenza anche l’aspetto meccanico, psicologico e neurofisiologico (6). È noto, infatti, che un trauma diretto al cingolo-toracico, limita fortemente i movimenti della spalla, del braccio e del tronco, in abduzione e adduzione poichè questi distretti muscolari e articolari cooperano in sinergismo durante il movimento anche se con un coinvolgimento diverso (7). Proprio a causa della complessità delle strutture, la riabilitazione è volta allo studio dell’angolo di lavoro dell’articolazione e l’analisi delle varie asimmetrie, che gli autori hanno voluto ampliare dedicando un’attenta analisi della postura (8) e relazionando i traumi al cingolo-toracico alla postura utilizzando indagini strumentali per monitorare l’attività muscolare anche contro-laterale al trauma. I dati ottenuti dall’analisi miometrica consentono di valutare la postura nella sua globalità ed intervenire con un trattamento mirato, riducendo anche i tempi di recupero, pianificando il lavoro anche sui compensi del soggetto con l’obiettivo di ricreare un equilibrio tra le strutture. c h i n e s i o l og i a n . 1 / 2 0 1 3 MATERIALI E METODI L’idea del nostro studio è di valutare l’interazione tra i traumi del cingolo-toracico e la postura, utilizzando strumentazioni non invasive. Nel particolare, la nostra ipotesi è che si verifichino rilevanti aggiustamenti muscolari in relazione a traumi del cingolo-toracico, e che, tali variazioni di compenso riguardino non solo il reclutamento o l’azione di alcuni muscoli, ma essi con un lavoro eccessivo, modifichino la postura globale del soggetto. Pertanto, gli interrogativi che ci siamo posti riguardano: 1) se e quali muscoli del cingolo-toracico aumentino o diminuiscano la capacità contrattile dopo un trauma; 2) se tali muscoli siano quelli omo o controlaterali al trauma; 3)se e quali muscoli superficiali degli arti inferiori aumentino o diminuiscano la capacità contrattile dopo un trauma al cingolo-toracico e se tali muscoli siano quelli omo o contro-laterali al trauma. Il protocollo di questo lavoro è stato suddiviso in fasi: I Fase: reclutamento dei soggetti per lo studio, lettura e firma del consenso informato. II Fase: compilazione del questionario (Modulo A/N1). Comprende 10 domande relative ai dati sensibili del soggetto, all’attività lavorativa, fisica ed eventuali traumi subìti. In tal caso, l’indagine si riferisce nello specifico al trauma subìto, necessariamente risalente a non meno di tre anni, quindi, al tipo di trauma, eventuale intervento chirurgico, alla riabilitazione, alla rieducazione e al dolore in relazione all’attività sportiva e lavorativa, nell’allegato n° 2 è riportato il fac-simile del modello A/N1. III e VI Fase: Rilevazioni tramite le strumentazioni utilizzate: 1) indagine miometrica, per valutare i cambiamenti del tono muscolare, sia nella condizione muscolare rilassata, sia nella condizione contratta; i parametri utilizzati sono quelli internazionalmente riconosciuti. IV Fase: questa fase comprende l’analisi dei dati ottenuti dalla strumentazione utilizzata ed il confronto dei dati di ogni muscolo del tronco e degli arti inferiori, per condizione muscolare rilassata/contratta, le tre modalità delle variabili che derivano dalle differenze di condizione dei muscoli considerati. Per tale comparazione è stato utilizzato il sistema “ANOVA” e, solo quando necessario, il metodo Bonferroni per il confronto dei livelli di significatività. STRUMENTAZIONI Per questo studio è stato impiegato il Myoton-3 che, essendo privo di fili, consente di lavorare facilmente. Il programma utilizzato per lo studio “Miometrico” è stato il Myoton-3 - versione 6.7. Questo strumento ha nel suo interno un accumulatore di 4.2 V, la tensione dell’accumulatore è di AC, 198 - 253 V, 48 - 52 Hz. Il consumo di potenza del gruppo miometrico non supera i 7 W. Parametri dell’apparecchio: • 15.000 risultati delle misurazioni • 999 risultati delle misurazioni MULTISCAN • 1280 norme • 120 grafici • 64 soggetti • 8 modelli (ognuno contiene 80 profili) I limiti superiori ed inferiori dei risultati della misurazione: • Frequenza: 0.00 – 650.00 Hz • Decremento: 0.000 – 65.000 • Indolenzimento: 0.0 – 6500.0 I limiti tecnici della misurazione: • Il segnale massimo in unità di G -7G (da -3.5 a +3.5G) • Peso per la punta di misurazione -20 gr. La durata del contatto del puntatore va da 5-40 ms, il valore predefinito è di 15 ms, la frequenza è di 3.2 KHz. Nelle misurazioni miometriche vengono utilizzati i seguenti parametri: LA FREQUENZA DELLE OSCILLAZIONI: la frequenza dell’oscillazione naturale nello stato di rilassamento dei muscoli mostra il tono muscolare, essa può variare normalmente da 11 a 16 Hz a seconda del muscolo. La frequenza dell’oscillazione naturale nello stato di contrazione rappresenta la forza muscolare, il valore può variare da 18 a 40 Hz. Il valore della frequenza nei muscoli rilassati è basso ed aumenta quando il muscolo si contrae. Se la differenza della frequenza nello stato rilassato e nello stato contratto non è significativa la funzionalità fisiologica del muscolo potrebbe essere danneggiata (figura 22). IL DECREMENTO: rappresenta l’elasticità del muscolo, ossia l’abilità del muscolo di riprendere la sua forma iniziale dopo la contrazione. Il valore del decremento calcolato sulla base dei risultati delle misurazioni non superano 1.0-1.2 a seconda del muscolo. Per i muscoli allenati il decremento diminuisce, ossia l’elasticità del muscolo aumentata (figura 23). L’IDOLENZIMENTO: rappresenta la caratteristica del muscolo di resistere alle variazioni di forma (lunghezza) quando sottoposto alle forze esterne. I valori dell’indolenzimento (N/m) differiscono in base al muscolo studiato, tale differenza può varia- 31 chinesiologia n. 1 / 2013 re da 150 a 300 N/m. Per i muscoli tesi (contratti) tale valore (N/m) potrebbe anche superare 1000 N/m (figura 24). Figura 22 - Rappresentazione grafica della frequenza delle oscillazioni del muscolo Figura 23 - Rappresentazione grafica dello stato di decremento muscolare Figura 24 - Rappresentazione grafica dello stato di durezza del muscolo 32 L’analisi dei risultati delle misurazioni miometriche si basa sull’esame delle differenze della funzionalità muscolare nello stato rilassato e contratto del soggetto. Caratteristica fondamentale della misurazione miometrica è la possibilità di valutare i valori di frequenza, elasticità e stiffness a destra che a sinistra e verificarne l’asimmetria, asimmetria concessa e del 5%. La misurazione miometrica permette di ottenere dei grafici che mettono in risalto le differenze tra destra e sinistra e tra stato rilassato e contratto (9, 10). Con la misurazione miometrica è possibile quindi stabilire uno stato di atrofia muscolare. Durante la contrazione, un muscolo atrofico non genera forza e l’elasticità risulta notevolmente diminuita rispetto al muscolo sano dell’altro lato. Altra applicazione della misurazione miometrica è quella della traumatologia muscolare. È infatti possibile mettere in evidenza un micro trauma; durante la contrazione di un muscolo lesionato si registra una diminuzione dell’elasticità dovuta alla sostituzione della struttura elastica con tessuto cicatriziale che rappresenta la rottura dei filamenti muscolari attivi (11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21). Per concludere, il myometro è un ottimo ausilio nella valutazione delle condizioni muscolari a patto però che siano rispettati i criteri di standardizzazione: 1. il punto del muscolo dove effettuare la misurazione deve corrispondere al ventre muscolare; 2. la misurazione deve essere fatta sempre con il dispositivo posto perpendicolarmente al muscolo o comunque non inclinato oltre i 30°; 3. la misurazione va fatta a muscolo rilassato prima e contratto dopo, diventando così importanti la posizione del corpo nello spazio e del singolo muscolo rispetto agli altri per ottenere una misurazione attendibile. Descrizione dello studio Nel nostro studio sono stati valutati 50 soggetti di età compresa tra i 26 ed i 32 anni (31 maschi e 19 femmine) di cui 17 (11 maschi e 6 femmine) con un trauma subito da almeno 3 anni al cingolo toracico di destra, e 33 soggetti (impiegati come gruppo di controllo) che non lamentavano nessun problema al cingolo-toracico. In totale sono stati analizzati per ogni soggetto 14 muscoli. I criteri d’inclusione sono stati: - tempo intercorso dal trauma superiore ai tre anni - limiti funzionali del cingolo-toracico (movimento difficoltoso superiore ai 90°). I criteri si esclusione sono stati: - tempo intercorso dal trauma inferiore ai tre anni. Abbiamo valutato nei diversi pazienti il tono, l’elasticità e la stiffness muscolare con il Myoton-3, suddividendo l’esame miometrico su due fasi: chinesiologia n. 1 / 2013 *la prima a riposo in assenza di contrazioni muscolari, * la seconda in contrazione volontaria per valutare il muscolo nello stato contratto. I muscoli presi in considerazione e valutati con il Mioton-3 sono: Sul piano frontale, abbiamo analizzato sette muscoli superficiali, (A) sernocleido-mastoideo; (B) Deltoide Fascio anteriore; (C) Deltoide Fascio Mediale; (D) Gran pettorale; (E) Obliquo esterno. Dell’arto inferiore, abbiamo preso in considerazione: (F) Vasto mediale; (G) Vasto Laterale. I rilevamenti sono stati tutti presi con dei markers su punti ben definiti. I muscoli sul piano frontale sono rappresentati nella Figura 1 A. Trapezio Fascio Mediale; J) Trapezio Fascio Inferiore; K) Deltoide Fascio Posteriore; L) Gran dorsale; M) Gemello Laterale; N) Gemello Mediale. Successivamente per praticità abbiamo suddiviso Topograficamente l’immagine del corpo umano in quattro parti, identificando cosi, come riportato in Fig. 2A. riferito al piano frontale, dove A1 (in blu) rappresenta il cingolo-toracico destro e di sinistra sul piano frontale e i relativi muscoli misurati; A1(in nero) rappresenta l’arto inferiore di destra e sinistra e i relativi muscoli misurati. tale suddivisione è stata eseguita anche che sul piano dorsale, dove: A2 (in viola) rappresenta il cingolo-toracico di destra e sinistra sul piano dorsale e i relativi muscoli misurati; A2 (in rosso) rappresenta l’arto inferiore di destra e sinistra sul piano dorsale e i relativi muscoli misurati; Nella Figura 1 B sono rappresentati i muscoli superficiali posti sul piano dorsale e scelti per la miometria, essi sono; H) Trapezio fascio superiore; I) 33 chinesiologia n. 1 / 2013 CONCLUSIONI Per la realizzazione di questo studio abbiamo incontrato molteplici difficoltà, quale l’identificazione dei muscoli da studiare; l’impostazione del protocollo, il reclutamento dei soggetti e la durata di un test. Infatti l’esame miometrico ha una durata di circa 70 minuti per un totale di 600 rilevamenti. Al termine di questo studio ci si è resi conto che, a causa dei numerosissimi dati estrapolati, dalla complessità del lavoro, ma soprattutto dalla meravigliosa possibilità di completare il lavoro stesso in tutti i suoi aspetti, non ci si poteva limitare a trattare la sola analisi statistica, ma anche quella osservazionale che ci riserviamo di analizzare in seguito. L’analisi statistica dei dati estrapolati dallo studio di ogni singolo muscolo tra i 14 inseriti nel protocollo di lavoro, ha rilevato che soltanto due muscoli, il trapezio fascio superiore e il gran dorsale presentano un’importanza statistica tale da rispondere positivamente al primo degli interrogativi posti nell’ipotesi di studio: se e quali sono i muscoli superficiali che aumentano o diminuiscono la capacità contrattile dopo un trauma; e se tali muscoli sono omo o controlaterali al trauma. Il trapezio fascio superiore presenta un’attività muscolare contrattile con valore fisiologico (40) mantenuto in tutti e due i gruppi di studio, dal lato omolaterale al trauma. Il gran dorsale presenta un’attività muscolare contrattile diminuita nei due gruppi dal lato omolaterale al trauma. Tra i muscoli degli arti inferiori inseriti nel protocollo nessuno presenta un’importanza statistica tale da rispondere positivamente al quesito dell’ipotesi di studio: se e quali muscoli superficiali degli arti inferiori aumentano o diminuiscono la capacità contrattile dopo un trauma al cingolo-toracico e se tali muscoli sono omo o controlaterale al trauma. Pertanto tutti muscoli verranno trattati nella disquisizione. Infatti, traumi anche di vecchia entità al cingolo toracico comportano degli adattamenti posturali compensativi. Purtroppo i dati relativi agli aggiustamenti posturali non hanno presentato una validità statistica tale da essere inserita come risposta all’ipotesi del nostro studio. Pertanto, ci riserviamo di analizzarli da un punto di vista osservazionale e traendo conclusioni non empiriche. Bibliografia 1. BERTHOZ A., Il senso del movimento, Ed. McGraw-Hil, Milano 1998. 2. NICOLETTI R., Il controllo motorio. Processi cognitivi nell’organizzazione del movimento. Teoria e applicazioni, Ed. Il Mulino. 3. LURIJA A.R., Come lavora il cervello. Introduzione alla neurofisiolgia, Bologna, Il mulino, 1977. 4. RAIMONDI P., Il corpo in movimento: spazio, senso aptico, senso cinestetica, Chinesiologia Scientifica 1988. 5. PK (Psicomotricità KINESIOLOGIA) – Paolo Raimondi. 6. RAIMONDI P., O. VINCENZINI, Teoria Metodologia e Didattica del movimento Compensativo rieducativi e preventivo, Margiacchi s.r.l. – Galeno Editrice 2003. 7. IDELSON LIVIANA, SCHMIDT THEWS., Fisiologia umana III Ed. 8. La psicomotricità nell’educazione fisica e nella ginnastica medica di PIERO CAVELLI, a cura di PAOLO SIBILLA e SERGIO PIVETTA. 9. 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