Matematiche complementari I – Capitolo 6 Il periodo di transizione e oltre . AA. 2009-2010 Capitolo 6. Il periodo di transizione e oltre. 6.1. Lo sviluppo dell’algebra nel periodo di transizione. Con la pubblicazione del testo di Bombelli si apre il cosiddetto periodo di transizione, che solitamente si fa terminare al 1770, anno di pubblicazione di Réflexions sur la résolution algébrique des équations di Lagrange. Tale periodo è caratterizzato da numerosi tentativi infruttuosi per la determinazione delle formule risolutive per radicali delle equazioni di grado superiori al quarto. Questi tentativi, seppure non andati a buon fine, hanno però permesso una riflessione su quanto si era ottenuto nei tumultuosi anni che vanno dal 1515 al 1545, portando da una parte ad un consolidamento delle procedure, dall’altra allo sviluppo del simbolismo che conduce all’Algebra simbolica e tramite l’introduzione dei coefficienti dell’equazione come parametri, alle formule risolutive generali, spesso slegandosi dalla pratica geometrica. Fondamentale per il simbolismo è stata l’opera di Viète, che ha contribuito a passare dalla Logistica numerosa alla Logistica speciosa, vale a dire dall’Aritmetica all’Algebra, come studio delle specie, termine di origine filosofica tratto da Aristotele. In realtà anche Viète si muove nell’ambito della Algebra sincopata, in quanto invece dell’attuale scrittura x6 – 15x4 + 85x3 – 225x2 + 274 = 120, scrive «1QC – 15QQ + 85C – 225Q + 274N aequatur 120». È importante osservare che, spostandosi verso il 1770, l’importanza dell’Algebra in parte diminuisce, perché l’attenzione di molti matematici si sposta ai problemi dell’Analisi che viene ‘fondata’ tra XVII e XVIII secolo. La nascita di tale disciplina è strettamente legata allo studio algebrico delle proprietà geometriche che prende spunto dal metodo dello coordinate introdotto da Cartesio. Tuttavia sono numerosi i matematici, anche grandi, che hanno dato contributi in Algebra e in altri campi, ci sono anche dei nomi meno illustri che hanno fatto avanzare precipuamente l’Algebra. 6.2. Alcuni esempi di soluzione di equazioni di quarto grado. Mostriamo qui un esempio di natura geometrica e una trattazione generale, relativa a equazioni di quarto grado 6.2.1. Un esempio da Cartesio. Nella Géométrie (1637) Cartesio presenta il seguente problema: 173 Matematiche complementari I – Capitolo 6 Il periodo di transizione e oltre . AA. 2009-2010 Determinare graficamente le soluzioni dell’equazione z4 = pz2 + qz + r. In questa equazione p, q e r sono segmenti. Evidentemente l’omogeneità delle espressioni non è più un problema. La soluzione proposta mostra anche cosa debba intendersi per Geometria cartesiana, da non confondersi con quella che oggi viene chiamata, più correttamente, Geometria analitica. Cartesio dimostra sul seguente disegno di avere interpretato correttamente l’equazione in termini geometrici. Data una parabola sia A il vertice A e si consideri l’asse F della parabola. Sia C un punto H M E R 1 latus 2 rectus 1, Cartesio si esprime così, V K D L dell’asse tale che AC = C A indicando con la locuzione latus S rectus il segmento unitario. Sia poi D un altro punto dell’asse z della parabola tale che CD = G all’asse, si considera E tale che DE = e sulla perpendicolare a 1 p 2 D 1 q. Si congiunga ora A con E e si prolunghi oltre A; sia R un 2 punto tale che AR = r e S sul prolungamento di EA, dalla parte di A, tale che AS = latus rectus. Sia V il punto medio di RS e si tracci la semicirconferenza di centro V e raggio VS. Si conduca ora da A la perpendicolare ad AE ed essa incontri in H la semicirconferenza di centro V. Si congiungano ora H ed E e si tracci la circonferenza di centro E e raggio EH. Tale circonferenza interseca la parabola nei punti F e G. Si vuole provare che detto K il piede della perpendicolare all’asse passante per G, KG è un segmento che soddisfa l’equazione data. Si ponga quindi KG = z, per la proprietà della parabola, AK = z2, dato che la proprietà che definisce la parabola è espressa dalla proporzione AK : KG = KG : latus rectus. Ora EM = DK = AK – AC – CD, cioè EM = z2 – costruzione DE = 1 1 1 1 1 − p . Elevando al quadrato si ha EM2 = z4 + + p 2 − pz 2 − z 2 + p . Per 2 2 4 4 2 1 1 q ed è DE = MK, da cui GM = z + q . Elevando al quadrato si ha GM2 = z2 + 2 2 1 2 1 1 1 1 q + qz, ma d’altra parte EG2 = GM2 + EM2 = z2 + q 2 + qz + z4 + + p 2 − pz 2 − z 2 + p = 4 4 4 4 2 1 Per difficoltà grafica non si pone attenzione alla distinzione tra segmento e misura della lunghezza del segmento, solitamente indicata col soprassegno. 174 Matematiche complementari I – Capitolo 6 Il periodo di transizione e oltre . z4 – pz2 + qz + 1 2 1 1 q + + p 4 2 2 2 AA. 2009-2010 1 2 1 2 1 1 q + p + p + . D’altra parte EG = EH. Poiché EA2 = ED2 + AD2 = 4 4 2 4 = 1 2 1 2 1 1 q + p + + p. 4 4 4 2 Per il secondo Teorema di Euclide applicato al triangolo rettangolo SHR si ha che AS : HA = HA : AR, quindi 1: HA = HA : r, vale a dire HA2 = r. Ma pure il triangolo AHE è rettangolo e quindi EH2 1 2 1 2 1 1 q + p + + p +r. Eguagliando l’espressione di EG2 con quella di EH2 si ha 4 4 4 2 = EA2 + HA2 = z4 – pz2 + qz + 1 1 1 1 1 2 1 2 1 1 q + p + p + = q 2 + p 2 + + p +r, vale a dire z4 = pz2 – qz + r. 4 4 2 4 4 4 4 2 Se invece di considerare KG si opera su FL si riottiene l’equazione. Di fatto la scelta tra i due segmenti dipende dal segno: se q avesse segno opposto, il punto E’ da considerare sarebbe il simmetrico di E rispetto all’asse della parabola e la soluzione accettabile per Cartesio sarebbe FL. Nella Géométrie non esiste il sistema cartesiano ortogonale che solitamente si associa al cosiddetto ‘piano cartesiano’. Qui viene data una figura, il sistema di riferimento (qui l’asse delle ordinate) è solidale con la figura, essendo l’asse della parabola. Manca un asse delle ascisse e soprattutto manca l’individuazione dei punti del piano mediante coppie ordinate. La necessità, anzi l’indispensabilità dei numeri reali negativi, se si vuole considerare tutto il piano, per Cartesio non è così stringente, tanto è vero che lui scarta quelle che ritiene soluzioni false: «Mais souvent il arrive, que quelques unes de ces racines sont fausses, ou moindre que rien» E qui Cartesio parla anche delle radici immaginarie, riprendendo la dicitura usata da Bombelli. 6.2.2. Le formule risolutive dell’equazione di quarto grado di Eulero. Eulero è stato uno dei più grandi matematici di ogni tempo, che ha spaziato in vari campi, tra cui l’algebra. Un’equazione di quarto grado completa, ax4 + bx3 + cx2 + dx + e = 0 può modificarsi mediante una trasformazione a radici aumentate x = y + h, in f IV (h) 4 f III (h) 3 f " (h) 2 f ' (h) y + y + y + y + f (h) = 0 4! 3! 2! 1! avendo posto f(x) = ax4 + bx3 + cx2 + dx + e. Si ha f’(x) = 4ax3 + 3bx2 + 2cx + d; f”(x) = 12ax2 + 6bx + 2x; fIII(x) = 24ax + 6b; fIV(x) = 24a. 175 Leonhard Euler (1707-1783) Matematiche complementari I – Capitolo 6 Il periodo di transizione e oltre . AA. 2009-2010 Se, come fatto da Cardano per le equazioni di terzo grado, si determina h in modo da annullare fIII(h), si ha h = − b , da cui si ottiene l’equazione 4a x4 + px2 + qx + r = 0. (1) In questo forma il polinomio derivato è dato da 4x3 + 2px + q. Il discriminante dell’equazione è dato dal risultante di Sylvester 1 0 0 4 0 0 0 0 p q r 0 1 0 p q r 0 1 0 p q 0 2p q 0 0 4 0 2p q 0 0 4 0 2p q 0 0 4 0 2p 1 0 p q 2p q 0 0 = 1 ⋅1 ⋅ 0 2 p q 0 4 0 2p q 0 4 0 2p p 0 + 4⋅4⋅ 1 4 0 q r 0 p q r 0 p q 0 2p q 4 0 2p 0 1 − 4q ⋅ 2p 3 p q 0 p q 0 0 2p p q r 0 p q 16q ⋅ 1 0 p 4 0 2p 0 1 0 p q r 0 0 1 0 p q r 0 2p q 0 0 0 = 1⋅ 4 0 2p q 0 0 0 4 0 2p q 0 0 0 4 0 2p q r 0 0 1 0 − 1⋅ 4 ⋅ 2 p 0 3 q 0 p q r 0 p q q 0 0 0 2p q 4 0 2p 0 0 r 1 0 0 − 4⋅ 0 4 0 0 q 0 0 r 0 + 4 ⋅1 ⋅ 0 q p q r 0 0 p q r 1 0 p q 0 2p q 0 4 0 2p q 0 4 0 2p p q r 0 p q 1 0 0 2p q 0 4 0 2p q 0 4 0 2p 0 2p q 0 0 1 0 p 0 0 2p q 0 2p q 0 +q⋅ r =r⋅ 4 0 2p q 0 2p q 0 0 4 0 2p 4 0 2p q r q − 4r ⋅ 0 q p q r 0 0 2p q 0 + 4q ⋅ 4 0 2p q 0 4 0 2p p q r 1 0 p 0 2p q 4 0 2p q 0 0 2p + 4r ⋅ 0 3 q 0 0 q + 16r ⋅ 0 q p 0 4 0 0 0 r = 0 0 q 0 r 0+ 0 q p q r q 0 0 − 0 2p q 4 0 2p q r 0 p q r + 0 2p q 4 0 2p 0 2p q 0 q 0 0 0 p q 1 p q r 2 = 2 pr ⋅ 0 2 p q + 4r ⋅ 2 p q 0 − 2 pq ⋅ 2 p q 0 + q ⋅ 0 q 0 − q 4 0 2p 4 0 2p 0 2p q 4 2p q q p q r p q r p q r 0 q r 2p q 0 2 − 8 pr ⋅ 0 2 p q + 12r ⋅ q 0 0 − 8 pq ⋅ 0 p q + 4q ⋅ 1 p q − 4 pr ⋅ 0 2 p q − 4 0 2p 4 0 2p 0 2p q 3 2p q 4 0 2p q r 0 p q r p q r p q r q r 0 2 2 − 16r ⋅ 2 p q 0 − 4q ⋅ 0 2 p q + 4q ⋅ 1 0 p + 16 pr ⋅ 0 2 p q + 64r ⋅ p q r − 4 0 2p 4 0 2p 0 2p q 4 0 2p 4 0 2p 176 Matematiche complementari I – Capitolo 6 Il periodo di transizione e oltre . AA. 2009-2010 0 q r p r 0 − 16q ⋅ 1 p q + 16 pq ⋅ 1 p q = 2pr(8p3+4q2) + 8pq2r – 2pq(4p2q – 2p2q) + q2(q2 – 4q2) – 4 2p q 4 2p q 2 8pr(4p3 + 4q2 – 8pr) - 24pq2r – 8pq(p3 -2p2q) + 4q2(3q2 + 2pr – 3pr – q2) - 4pr(8p3 + 4q2) – 16r(2pq2 – 4p2r) – 4q2(4p3+4q2-8pr) + 4q2(2pr – q2 – 2p3) + 16pr(4p3+4q2-8pr) + 64r(2pq2 + 4r2 2p2r) - 16q2(4q2 + 2pr – 4pr – q2) + 16pq(p2q + 4qr – qr – 2p2q) = 16p4r + 8pq2r + 8pq2r – 4p3q2 – 3q4 – 32p4r – 32pq2r + 64p2r2 – 24pq2r – 8p4q + 16p3q2 + 8q4 – 4pq2r – 32p4r – 16pq2r – 32pq2r + 64p2r2 – 16p3q2 – 16q4 + 32pq2r + 8pq2r – 4q4 – 8p3q2 + 64p4r + 64pq2r – 128p2r2 + 128pq2r + 256r3 +128p2r2 – 48q4 + 32pq2r - 16p3q2 + 48pq2r = p4(16r – 32r – 8q – 32r + 64r ) + p3q2 (-4 + 16 - 16 – 8 - 16) + p2r2 (64 + 64 – 128 + 128) + pq2r(8 + 8 – 32 - 24 - 4 – 16 - 32 + 32 +8 + 64 + 128 + 32 + 48) + q4(-3 + 8 – 16 - 4 – 48) + 256r3 = 8p4(2r – q) – 28p3q2 + 128p2r2 + 220pq2r – 63q4 + 256r3 = r(16p4 + 128p2r + 256r2) – 8p4q – 28p3q2 + 220pq2r – 63q4 = r(4p2 + 16r)2 – 4p3q(2p + 7q) + q2(220pr – 63q2). Eulero ha ripreso l’idea di Tartaglia di descrivere un termine come somma di incognite, stavolta tre, prendendo l’incognita: x = u + v + w. Di qui si ha x2 = (u2 + v2 + w2) + 2(uv + uw + vw), da cui x2 – (u2 + v2 + w2) = 2(uv+uw+vw). Elevando al quadrato entrambe i membri si ha x4 – 2(u2 + v2 + w2)x2 + (u2 + v2 + w2)2 = 4(u2v2 + u2w2 + v2w2) + 8uvw(u + v + w) Ma questa espressione, essendo u+v+w = x, può essere scritta come x4 – 2(u2 + v2 + w2)x2 – 8uvwx + (u2 + v2 + w2)2 - 4(u2v2 + u2w2 + v2w2) = 0. Confrontandola con la (1) si possono scegliere u, v e w come le soluzioni del seguente sistema: u 2 + v 2 + w2 = − p 2 q 8 2 2 (u + v + w 2 ) 2 − 4(u 2 v 2 + u 2 w 2 + v 2 w 2 ) = r uvw = − Tenendo conto della prima equazione la terza può semplificarsi ottenendo u 2 + v 2 + w2 = − uvw = − q 8 p 2 u 2v 2 + u 2 w2 + v 2 w2 = p2 r − 16 4 Si tratta di un sistema algebrico di grado 24. Elevando al quadrato la seconda si ha 177 Matematiche complementari I – Capitolo 6 Il periodo di transizione e oltre . u 2 + v 2 + w2 = − u 2v 2 w2 = (2) q2 64 AA. 2009-2010 p 2 u 2v 2 + u 2 w2 + v 2 w2 = p2 r − 16 4 Con questa trasformazione il sistema è divenuto di grado 48, ma, se si considerano come incognite i quadrati, il grado diventa 6. Ci si è così ricondotti alle formule di Viète relative alle equazioni di terzo grado in u2, v2 e w2. Si ha dunque che l’equazione di terzo grado completa z3 + (3) p 2 p2 r q2 − z− =0 z + 2 16 4 64 detta la risolvente cubica dell’equazione di quarto grado. Si noti che il sistema è simmetrico in u2, v2 e w2, sicché se α,β,γ è una soluzione della (3), α,β,γ , α,γ,β , β,α,γ , β,γ,α , γ,α,β e γ,β,α sono soluzioni del sistema α + β +γ = − p 2 αβ + αγ + βγ = αβγ = − q 8 p2 r − 16 4 Interpretando in senso complesso l’estrazione di radice, le soluzioni del sistema (2) sono date da α, β, γ β, α, γ γ , α, β α , β ,− γ β , α ,− γ γ , α ,− β α ,− β , γ β ,− α , γ γ ,− α , β α , − β ,− γ β ,− α ,− γ γ ,− α , − β α, γ , β β, γ, α γ, β, α α , γ ,− β β , γ ,− α γ , β ,− α α ,− γ , β β ,− γ , α γ ,− β , α α ,− γ ,− β β ,− γ ,− α γ ,− β , − α − α, β, γ − β, α, γ − γ , α, β 178 Matematiche complementari I – Capitolo 6 Il periodo di transizione e oltre . AA. 2009-2010 − α , β ,− γ − β , α ,− γ − γ , α ,− β − α ,− β , γ − β ,− α , γ − γ ,− α , β − α ,− β ,− γ − β ,− α ,− γ − γ ,− α ,− β − α, γ , β − β, γ, α − γ, β, α − α , γ ,− β − β , γ ,− α − γ , β ,− α − α ,− γ , β − β ,− γ , α − − α ,− γ ,− β − β ,− γ , − α − γ ,− β ,− α ,− , Di questi 48 casi, sfruttando la proprietà commutativa dell’addizione alcuni dànno luogo alla stessa soluzione dell’equazione di quarto grado (la cosa è messa in evidenza con il bordo o lo sfondo dello stesso colore). Si può semplificare considerando solo le otto caselle della prima colonna con il bordo colorato trascurando le caselle che hanno lo sfondo colorato. Poiché nel procedimento si è elevato al quadrato, si sono introdotte soluzioni ‘improprie’. Come per l’equazione di terzo grado, bisogna ora determinare solo i valori di u,v e w tali che uvw = − q . Dato 8 che si tratta del prodotto di tre quantità, c’è la possibilità di considerare l’opposto di due di esse senza alterare il segno del loro prodotto. Se quindi u0,v0,w0 sono soluzioni del sistema (2) che q soddisfano la condizione u0v0 w0 = − , anche le terne u0, - v0, -w0; -u0, v0, -w0 e –u0, -v0, w0 8 soddisfano la stessa condizione, sicché le soluzioni della (1) sono ottenute raggruppando in due casi le otto soluzioni rimaste da considerare tra le soluzioni del sistema (2) e precisamente sono date come somma dei tre valori che compaiono nelle terne ordinate della prima o della seconda colonna, x1 = u0 + v0 + w0; x2 = u0 - v0 - w0 x3 = -u0 + v0 - w0 x4 = -u0 -v0 + w0. 1° caso 2° caso α, β, γ α , β ,− γ α ,− β ,− γ α ,− β , γ − α , β ,− γ − α, β, γ − α ,− β , γ − α ,− β ,− γ Il discriminante dell’equazione di quarto grado nella forma (1) è il discriminante dell’equazione (completa) di terzo grado della risolvente cubica (3), pertanto la (1) avrà soluzioni coincidenti se e solo se le ha la (3). 179 Matematiche complementari I – Capitolo 6 Il periodo di transizione e oltre . AA. 2009-2010 Il procedimento di Eulero è quello che si trova più frequentemente sui libri di testo di Algebra. Esso è interessante perché evita le scelte ad hoc dei singoli casi che, come invece aveva ideato Ferrari, richiedono, di volta in volta, di aggiungere termini opportuni. Un altro motivo di interesse storico è il fatto che Eulero scrive nel 1732 in De formis radicum aequationum cujusque ordinis conjectatio e lo ribadisce in una seconda opera del 1762, De resolutione aequationum cuiusvis gradus, che le soluzioni di un’equazione algebrica di qualsivoglia grado possono essere ottenute come somma di radicali, in vario modo. Di fatto, nella prima opera citata mostra che in questo tipo di soluzione rientrano quelle di terzo e di quarto grado, ipotizzando che opportune trasformazioni avrebbero portato il risultato anche nel caso di grado superiore a 4. 6.3. Dal 1770 in poi. L’epoca di transizione solitamente si fa terminare con 1770, anno di pubblicazione negli Atti dell’Accademia di Berlino di Réflexions sur la résolution algébrique des équations di Lagrange. È anche l’anno di pubblicazione di Meditationes algebricae di Waring e l’anno in cui fu composta e letta all’Académie, Mémoires sur la résolution des équations di Alexandre Vandermonde (1735 – 1796), pubblicata quattro anni più tardi. Waring portò a termine il processo di simbolizzazione iniziato con Viète ed introdusse le radici primitive dell’unità. Vandermonde cercò, con scarso successo, di esprimere le radici di una generica equazione mediante le radici dell’unità. L’opera di Lagrange si rivelò fondamentale per gli studi successivi. In essa il matematico torinese fece una sorta di sinossi di tutti gli studi precedenti. Avendo Edward Waring (1736-1798) ricevuto la sua formazione in Italia, portò i risultati degli algebristi italiani a conoscenza della più vasta platea europea, visto anche l’importanza della sua posizione scientifica all’Accademia di Berlino (e poi in quella di Parigi). Nella sua analisi cercò di chiarire i processi risolutivi delle equazioni fino al quarto grado, ponendo attenzione sul concetto di trasformazione del dominio numerico in cui si considera il polinomio. Egli provò che la generalizzazione dei metodi usati per i gradi inferiori a cinque portava, nel caso dell’equazione di quinto grado, ad un’equazione di sesto. Di qui avanzò l’ipotesi che tale tipo di equazione (e più generalmente quelle di grado superiore al quarto) non fosse risolubile (per radicali): 180 Matematiche complementari I – Capitolo 6 Il periodo di transizione e oltre . AA. 2009-2010 «Il problema di risolvere per radicali equazioni il cui grado è superiore al quarto, è uno di quelli che non è possibile risolvere, anche se nulla dimostra l’impossibilità di tale soluzione.» 2 Le ipotesi di Lagrange trovarono conferma nell’opera di Ruffini, Teoria generale delle equazioni in cui si dimostra impossibile la soluzione algebrica delle equazioni di grado superiore al quarto, del 1799. Il docente dell’Università di Modena afferma nella prefazione «La soluzione algebrica delle equazioni generali di grado superiore al quarto è sempre impossibile. Ecco un teorema troppo importante nelle Matematiche, che io credo, seppure non erro, di poter asserire, e di cui la dimostrazione quella si è, che principalmente mi ha spinto alla pubblicazione del seguente volume. L’immortale La Grange […] ha somministrato il fondamento della mia dimostrazione: conveniva dunque premettere a questa, per maggiore intelligenza un ristretto di simili riflessioni». In essa, oltre a quanto promesso dal titolo, sono presenti molti risultati di interesse per l’Algebra, come l’impossibilità di risolvere il caso irriducibile senza usare i numeri complessi e la ‘regola’ di Ruffini nota dalle scuole superiori. L’attenzione di Ruffini è focalizzata sulle equazioni di grado 5. Inoltre Ruffini mostra l’importanza del concetto di gruppo di trasformazioni (senza usare il termine gruppo), del concetto di gruppo transitivo e di gruppo primitivo, ed il fatto che esiste un gruppo di 60 elementi, il gruppo alterno delle permutazioni su 5 oggetti, che non ha sottogruppi normali non banali. Tutto ciò senza avere il concetto di tabella a doppia entrata né di sottogruppo normale. Queste carenze di tipo linguistico rendono oscuro e difficile il suo testo. Ci sono anche alcuni errori che furono individuati da matematici suoi contemporanei e sistemati in altre redazioni, che si susseguirono negli anni 1802, 1803, 1805, 1806 e nella stesura finale del 1813. Ruffini si occupò anche della soluzione numerica di equazioni di grado anche superiore al quinto. I risultati di Abel, ottenuti dal matematico norvegese nel 1824 per via del tutto indipendente, provarono che le equazioni generali di grado superiore al quarto non erano risolubili. Solo dopo la pubblicazione Abel venne a conoscenza del lavoro di Ruffini che giudicò complicato e non sempre soddisfacente. In un lavoro apparso postumo nel 1829, Abel determinò alcuni casi in cui un’equazione poteva essere risolubile per radicali. Questo tipo di considerazioni venne ripreso dal Galois che nel 1832, la sera prima di morire, mise su carta le sue idee sulle condizioni di risolubilità per radicali delle equazioni di grado superiore al quarto, sotto forma di lettera. Con questo documento breve Galois aprì la via alla considerazione dei gruppi, dei gruppi risolubili, dei campi, delle estensioni dei campi, degli automorfismi e di tanti altri concetti che richiesero circa 100 anni ad essere chiariti e a divenire l’Algebra di oggi. 6.4. Genesi dell’approccio astratto - strutturale. 2 Citazione già riportata a pag. 90. 181 Matematiche complementari I – Capitolo 6 Il periodo di transizione e oltre . AA. 2009-2010 Quasi contemporaneamente alla scoperta della non risolubilità analitica delle equazioni algebrica e del teorema fondamentale dell’Algebra, si hanno i primi passi verso l’approccio strutturale all’Algebra (prima) e poi a tutta la Matematica. Dal punto di vista cronologico, questa fase dello sviluppo della disciplina ha richiesto poco meno di 150 anni, a testimonianza di come i millenni e i secoli precedenti avessero già preparato un terreno fertile ed anche di quanto l’argomento algebrico, in questo periodo più vicino a noi, attraesse, di per sé, l’interesse degli studiosi. Le idee di Galois furono per un certo periodo tenute celate ed apparvero una quindicina di anni dopo la morte del loro autore, in modo non completo ad opera di Liouville nel 1864. Ma la comprensione completa delle idee presentate dal giovane Camille Jordan (1838 – 1922) matematico si può dire compiuta solo con la pubblicazione di Joseph Liouville (1809 – 1892) Jordan nel 1870 dopo la pubblicazione del Traité des substitutions. Di fatto, Galois spostava l’attenzione dall’oggetto ‘equazione’ alle proprietà delle ‘trasformazioni’ che operano sul campo di razionalità delle radici dell’equazioni. Per questo Hilbert usa la teoria di Galois, come esempio per illustrare l’indagine metamatematica sui sistemi assiomatici. David Hilbert (1862 – 1943) Erano comunque, nell’Europa continentale, gli anni delle ‘trasformazioni’ in Matematica, visto che nel 1872 con la prolusione al suo corso di matematica, Klein presentava il cosiddetto Programma di Erlangen, in cui individuava la ‘sostanza’ della Geometria proprio nelle trasformazioni ed i loro gruppi. In questi esempi si vede già l’esigenza di separare la struttura dai casi specifici e dalla ‘realtà’ degli enti di cui si occupa la matematica. Diversa la situazione in Inghilterra. La disputa sulla prioritàpaternità del calcolo differenziale, tra Newton e Leibniz, che aveva occupato buona parte del secolo XVIII, aveva creato una frattura tra la matematica del continente e quella inglese. Isaac Newton (1642 - 1727) Nel continente le derivate venivano indicate con la scrittura ‘frazionaria’ Gottfried W. Leibniz (1646 – 1716) d , mentre in Inghilterra prevaleva la notazione dx flussionale (usata ancora oggi di preferenza dai fisici) in cui la derivata è indicata mediante un punto. Ad esempio nel 1801, uno dei più fortunati trattati di analisi matematica le Istituzioni Maria G. Agnesi (1718 – 1799) analitiche ad uso della gioventù italiana, di Agnesi è stato tradotto in Inglese come testo e come notazioni, per adattarle allo stile del calcolo delle flussioni. 182 Felix Klein (1849 – 1925) Matematiche complementari I – Capitolo 6 Il periodo di transizione e oltre . AA. 2009-2010 La situazione di isolamento culturale era sembrata insostenibile ad alcuni studiosi di Cambridge. In particolare Robert Woodhouse (1773 – 1827) aveva iniziato (1803) a criticare la posizione di ostracismo per i risultati ottenuti sul continente. Charles Babbage (1792 – 1881) Attorno a lui si riuniscono alcuni giovani e tra essi Babbage e Peacock. Si deve a questo movimento culturale un’attenzione George Peacock (1791 – 1858) non già al contenuto, ma alla forma delle dimostrazioni. Per questi studiosi la Matematica pura applica proprietà formali in campi diversi. Un esempio per tutti. In Analisi si dimostra la cosiddetta regola della catena, cioè della derivata di funzione di funzione. La dimostrazione richiede attenzione, ma la formula che spesso viene usata anche solo per scopi mnemonici, ponendo y = g(x) e (f g)(x) = f(y) è df ( y ) df dy = ⋅ , proponendo così un’improbabile semplificazione tra dx dy dx ‘numeratore’ e ‘denominatore’ delle ‘frazioni’ differenziali. Così la matematica si libera del cliché di scienza delle quantità e delle grandezze, per iniziare un percorso di scienza delle forme. È questo anche l’inizio della cosiddetta algebra astratta, cioè lo studio di strutture algebriche, disgiunto dalle situazioni numeriche che avevano motivato il sorgere dei gruppi, degli anelli e dei campi per rispondere alle esigenze della risoluzione delle equazioni. Ancora a metà del XIX secolo, sempre in ambito inglese, c’è il tentativo di tornare alle origini, cioè di mostrare che ogni gruppo (finito) è (isomorfo) ad un gruppo di trasformazioni su un insieme (finito), tornando così alla natura trasformazionale degli enti. La situazione della ricerca, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX smette di essere eurocentrica. Il cammino intrapreso viene poi ampliato da molti studiosi in tutto il mondo, fino a giungere negli anni ’30 del XX secolo. In Bartel van der Waerden (1903 – 1996) questo periodo si ‘chiude’ la fase di costruzione dell’approccio astratto (1930) con il testo Moderne Algebra Emmy Noether (1882 – 1935) di van der Waerden, in cui veniva presentata la sistemazione dovuta a Emmy Noether. Nel 1935 ‘nasce’ Bourbaki e il primo volume degli Éléments de Mathématique in cui Bourbaki presenta la Matematica (e quindi anche l’Algebra) come lo studio delle strutture appare nel 1939. Scrive Lolli (2009) 3: 3 G. Lolli: La nuova immagine della matematica, Intervento al Convegno dell' Aila, Quale logica per la didattica, Verona, 24-25 ottobre 2009. 183 Matematiche complementari I – Capitolo 6 Il periodo di transizione e oltre . AA. 2009-2010 «[Il Bourbakismo] Nel bene e nel male ha dominato un trentennio, dagli anni cinquanta agli anni ottanta del ventesimo secolo, presentandosi come la chiusura di un periodo di turbolenze e come l' organizzazione definitiva della matematica. » Si completa così lo sviluppo strutturale dell’Algebra e, suggerito da questa disciplina, anche quello della Matematica. 184 Gabriele Lolli