“DAL CONCEPIMENTO ALLA VITA PRENATALE” di Gino Soldera psicologo psicoterapeuta e presidente dell’ANPEP (www.anpep.it) Nelle civiltà antiche del Giappone e della Cina era consuetudine far coincidere la nascita dell’individuo con il momento del concepimento, questo perché i nove mesi della gestazione erano considerati dei veri e propri momenti di vita che segnavano la storia individuale. Oggi alla luce dei dati emersi dalla ricerca possiamo dire che il periodo della gestazione sia, senza ombra di dubbio, il più importante della vita dell’essere umano in quanto, in questo arco di tempo, l’essere umano diventa da cellula fecondata ad organismo completo, capace di vivere autonomamente nell’ambiente esterno. Per questo possiamo facilmente dire che: “La fase della gestazione, nella quale l’individuo pone le basi del suo sviluppo fisico e psichico, è la più importante dell’intera vita”, perché da questa dipende la formazione di tutte le altre. Infatti, durante il periodo prenatale, l’essere umano sviluppa la sua struttura biopsichica comunemente conosciuta come il temperamento che successivamente durante l’infanzia evolverà nel carattere e durante l’adolescenza nella personalità. La vita umana dovrebbe essere considerata come un continuum indivisibile afferma Fedor Freybergh - in cui ognuna delle fasi di sviluppo è ugualmente importante e tutte sono interdipendenti e inseparabili dall’insieme della vita dell’individuo. In questo continuum, l’individuo rappresenta un’entità indivisibile di tutte le funzioni, sul piano fisiologico e fisico, come su quello psicologico e sociale. I processi fisici, biochimici, endocrinologici, immunologici e psicologici, rappresentano un insieme che non può essere diviso. Il continuum della vita comincia nell’utero, che è il primo ambiente ecologico che qualifica l’inizio dell’esperienza umana. Dalla ricerca epigenetica, che studia i meccanismi molecolari per mezzo dei quali l’ambiente controlla l’attività dei geni, è emerso che i meccanismi di DNA trasmessi attraverso i geni non sono fissati alla nascita, in quanto le influenze dell’ambiente possono modificare i geni senza modificare il modello base. Secondo Lipton, un gene non esercita nessun controllo può semplicemente venir o non venir letto e ciò dipende dalla percezione che è il traduttore del segnale dell’ambiente. Con il controllo epigenetico un gene può creare 30.000 proteine differenti. Si può nascere con un gene mutante e diventare normali come si può nascere normali e creare dei geni mutanti. In questo senso egli ritiene che: “I genitori sono degli ingegneri genetici perché plasmano la genetica del loro figlio”. Nell’essere umano l’aspetto psichico non può essere separato da quello fisico e cellulare vivendo all’unisono fra loro. Si parla di comunicazione e di intelligenza cellulare (legame tra la psiche e i sistemi biochimico, metabolico) e di intelligenza dell’organismo (legame tra psiche e i sistemi nervoso, endocrino e immunitario. Inoltre, il concepito non può essere separato dall’ambiente nel quale vive. Per ambiente si intende: sia l’ambiente fisico che psichico, sia l’ambiente umano: costituito dal corpo, dalle emozioni, dai pensieri e dall’amore vissuto dai suoi genitori. Per questo è importante riservare una particolare attenzione alla coppia, la quale costituisce il nido per il figlio, dove vive i primi legami alimentati dall’amore, dall’affetto e dalle emozioni dei genitori, importanti per una sua crescita equilibrata e armoniosa. Nessuno più della madre influisce sul figlio durante la gestazione, essendo incluso in lei è portato a le influenze dell'ambiente con il quale è in continua e costante interazione. Per il bambino, annidato nell'utero materno, la madre - come dice Andree Bertin - è sia fisicamente che psicologicamente la sua "materia prima vivente", la mediatrice tra lei e il mondo, in un legame al contempo biologico, affettivo e culturale. Essa garantisce la sua esistenza proteggendolo dalle aggressioni esterne e, successivamente, lo guida alla conquista dell'autonomia attraverso un graduale distacco. Gli studi condotti sulle condizioni globali di vita della madre in gravidanza, sulla depressione prenatale e sullo stress prenatale hanno evidenziato delle specifiche conseguenze nel bambino. Inoltre, la ricerca ha rilevato che la qualità dell’attaccamento prenatale influisce sulla gravidanza, sul parto, sul temperamento del bambino e sul suo sviluppo cognitivo. Ciò trova conferma in ambito biologico dove lo sviluppo 1 cellulare e dell’organismo procede secondo una sola via, che può essere quella della crescita o quella della protezione: l’una esclude l’altra. Le cellule sono attratte dai segnali positivi e si allontanano dai segnali negativi di pericolo attivando un sistema di protezione. Questo perché la garanzia di crescita non si ha nell’assenza dello stress, ma dalla gioia e dall’amore. Infatti, L’amore è il più grande segnale di crescita del mondo, come è stato ampiamente dimostrato a partire da Spitz. Si tratta di intervenire per ridurre le situazioni a rischio che danneggiano i figli producendo quello che il prof. Larocca chiama “l’handicap indotto” e di favorire il processo di trasformazione e di crescita della coppia e della famiglia e di introdurre efficaci azioni di promozione della salute utilizzando le potenzialità latenti presenti in ogni essere umano fornendo segnali messaggi positivi al bambino. Da qui la necessità di considerare il periodo della gestazione a tutti gli effetti come un periodo naturale della vita e di primaria importanza per la costruzione della famiglia e dei primi legami. Per questo è opportuno operare per: - Riconoscere a tutti i livelli e con adeguati provvedimenti il valore sociale della maternità e paternità - Accrescere la conoscenza e la consapevolezza dell’importanza della gestazione da parte della madre e del padre e favorire il loro impegno e investimento nei confronti del figlio - Ridurre l’eccessiva medicalizzazione della gravidanza e del parto e potenziare la formazione dei genitori e il supporto psicologico e sociale - Individuare precocemente le situazioni a rischio caratterizzate da ansia, depressione, stress, insicurezza e disorganizzazione, ma anche da povertà e disagio sociale. - Prevenire gli episodi di violenza e di maltrattamento attraverso la costruzione di una rete nel territorio e rendendo possibile l’offerta attiva dei Servizi. 2