UMANESIMO E RINASCIMENTO Col termine UMANESIMO si indica il vasto rinnovamento culturale che precede e prepara il Rinascimento. La visione del mondo nel Medioevo sminuiva il ruolo dell'uomo di fronte all'onnipotenza divina. Tra il XIV e il XV secolo, però, la crisi economica, sociale e religiosa determinò profonde trasformazioni culturali. Alle certezze medievali subentrarono dubbi, perdita di sicurezza e volontà di conoscere il mondo per potervi agire. Riscoperta dei classici latini e greci Un numero sempre crescente di persone colte si dedicò con entusiasmo alla ricerca di antichi codici (antichi manoscritti, spesso illustrati con miniature) con le opere di autori latini; li copiò, ne diffuse il contenuto e li usò come modelli. All'interesse per l'antichità latina si aggiunse quello per i prodotti della cultura greca. Questo avvenne soprattutto dopo che molti dotti greci si trasferirono in Italia per sfuggire ai Turchi Ottomani in seguito alla caduta di Costantinopoli (1453). Filologia Essi portarono con sé preziosi manoscritti delle opere della cultura greca, aprirono delle scuole, si misero ad insegnare la lingua greca, di cui si era persa la conoscenza in Occidente. Per recuperare appieno i modelli culturali dell'antichità occorreva, però, distinguere quello che effettivamente avevano scritto gli autori greci e latini, dalle aggiunte, dai commenti e dai rimaneggiamenti medievali alle opere originali. Nacque così una nuova disciplina: la filologia. Essa studiava gli antichi testi per ricostruirne la forma originale. La filologia sviluppò negli uomini di cultura lo spirito critico, che fu applicato anche allo studio della realtà in tutti i suoi aspetti. (Nel 1517 Lorenzo Valla, grazie ai suoi studi filologici, giunse a contestare l'autenticità della Donazione di Costantino, testo che, secondo la Chiesa, documentava la cessione da parte dell'imperatore Costantino dei territori dell'Impero d'Occidente al papa Silvestro I. Mettendo in luce gravi improprietà linguistiche e incoerenze, Valla giunse alla conclusione che si trattava di un falso, scritto non ai tempi di Costantino ma molto tempo dopo, intorno alla metà del secolo VIII). Origine del termine UMANESIMO Questi nuovi studiosi si definirono Umanisti, perchè interessati alle humanae litterae (espressione con cui nell'età classica si indicavano gli studi letterari e filosofici). Dalla parola Umanisti, gli storici hanno tratto quello di Umanesimo per indicare i caratteri prinicipali di questo rinnovamento culturale. Nuovo modo di concepire l'uomo e la realtà La rilettura degli antichi favorì la diffusione di una concezione più terrena e più laica della vita. L'uomo non fu più visto come nei secoli precedenti solo come cristiano e uomo di fede , creatura imperfetta e peccatrice che poteva realizzarsi solo rifiutando il mondo nella vita ultraterrena. Fu considerato, invece, come una creatura superiore, che poteva trovare la sua piena realizzazione nella società politica, economica, intellettuale del suo tempo. Non a caso gli umanisti incontrarono resistenze e critiche nel loro recupero del pensiero antico, soprattutto nei rappresentanti della cultura ecclesiatica ufficiale. Ma l'Umanesimo non si discostò dalla religiosità cristiana. Il suo cristianesimo ebbe però l'uomo come protagonista. Rinascimento e l'idea di Medioevo La scoperta e lo studio dei testi antichi portarono, quindi, gli umanisti a esaltare i modelli culturali del mondo classico. Sentirono così il loro tempo come una “rinascita” della classicità, ma soprattutto una rinascita rispetto al medioevo. L'età di mezzo, infatti, era concepita come un'età di decadenza , un periodo buio. Tale valutazione si mantenne a lungo e caratterizzò la fioritura culturale e artistica che si sviluppò a partire dal Quattrocento e per una parte del Cinquecento: il Rinascimento. Firenze fu la prima capitale del Rinascimento. A partire dal 1492, dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, venne sostituita da Roma. Alla fne del Quattocento la nuova cultura conquistò l'Europa. I due concetti principali della filosofia rinascimentale La filosofia rinascimentale ruota intorno a due concetti principali: la nuova centralità dell'uomo: l'uomo è visto come padrone del proprio destino, in grado di determinare la propria vita e il proprio posto nella società; ma anche e soprattutto FABER SUI, cioè artefice di sé stesso. la nuova concezione della natura: è vista come razionale ed è quindi comprensibile dalla mente umana ed è in sintonia con essa. Queste due concezioni sono strettamente collegate tra loro e corrispondono al: MICROCOSMO: è l'uomo. La sua struttura riproduce quella dell'universo. e MACROCOSMO: è l'universo. Esso è dotato d'anima come l'uomo. La filosofia rinascimentale ruota intorno a questi due concetti principali, ma è molto variegata e si articola in: Neoplatonismo Neoaristotelismo Naturalismo Pitagorismo Epicureismo Politica. NEOPLATONISMO: motivo dominante. In Italia trova la sua massima espressione in Marsilio Ficino e nell'opera dell'Accademia Platonica fiorentina. NEOARISTOTELISMO: è difficile capire se sia più corretto parlare di aristotelismo o neoaristotelismo. La risposta sta nel comprendere se nel Rinascimento Aristotele è un residuo di tradizioni medievali oppure no. Nel Rinascimento si studia soprattutto la filosofia della natura e della logica di Aristotele (prima si studiava soprattutto la metafisica) e non più in chiave teologica come nel Medioevo. È un Aristotele letto e studiato nel testo originale senza la mediazione di traduzioni ed esegesi medioevali. Quindi è un Aristotele rivisitato con un nuovo spirito, proprio del Rinascimento. Pietro Pomponazzi è il più grande rappresentante. NATURALISMO: concezione secondo la quale la natura è il principio unico della realtà. Nel Rinascimento il principio fondamentale, prima e accanto della natura, è Dio. Dio e natura tendono ad essere identificati. La natura ha leggi proprie e necessarie, di conseguenza si può controllare e prevedere. In questo senso il naturalismo prepara la rivoluzione scientifica. PITAGORISMO: si studiano soprattutto gli aspetti magici ed esoterici. EPICUREISMO: Rinnovato interesse per la filosofia di Epicuro. La filosofia ha per lui una funzione terapeutica, serve ad alleviare le sofferenze umane. La filosofia deve liberarci dalle credenze infondate che creano in noi ansie e paure. Il piacere è il fine della vita umana. La vita beata è quella priva di dolore fisico e dolore morale. POLITICA: realismo e utopia.