Ulmus minor Regno: Plantae Divisione: Magnoliophytae Classe: Magnoliopsidae Ordine: Urticales Famiglia: Ulmaceae Genere: Ulmus Specie: Ulmus minor L’ulmus minor, detto comunemente olmo, è un albero di media grandezza, potendo raggiungere 30 metri di altezza. I fusti giovani presentano una corteccia liscia e di colore grigio scuro. Con l'età la corteggia tende a desquamare formando dei solchi più o meno profondi in direzione verticale o orizzontale. L’olmo è una pianta priva di spine lungo i rami e di lattice, le gemme sui rami sono alterne e sia le gemme che i rami sono distici, ovvero le gemme sono disposte su due assi opposti lungo il rametto e i rametti sono così disposti allo stesso modo lungo i rami principali (vedi foto). Le gemme sono ricoperte da numerose perule dalla forma arrotondata e scavata di colore marrone, fino al brunonero, le cicatrici fogliari sono oblique rispetto al rametto, e danno alle gemme un aspetto “cadente”; possiedono tre cicatricule evidenti. I rami non del primo anno ma comunque giovani, possiedono spesso delle espansioni alari molto caratteristiche per non dire uniche (vedi foto). La fioritura di questa pianta avviene solitamente prima della primavera, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo.Le foglie sono di forma ellittica delle dimensioni di circa 3 centimetri di larghezza e 5 di lunghezza;queste hanno il margine dentellato e, particolare distintivo, sono asimmetriche alla base (vedi foto). Il suo habitat naturale è rappresentato da boschi e terreni incolti e cresce anche lungo gli argini di torrenti. È la pianta più abbondante lungo il Martesana assieme alla Robinia. Spesso i semi si incastrano nelle fessure del Ceppo che forma la sponda del canale e la pianta cresce con una caratteristica forma a pipa (vedi foto). Infatti il primo tratto del tronco è quasi orizzontale per poi piegare improvvisamente verso l’alto, formando una curva molto simile ad un gomito. L’olmo è una pianta che resiste molto al freddo e alla siccità. La grafiosi dell’olmo è una malattia causata da un fungo ascomicete, la diffusione di questo fungo è facilitata da un coleottero che compie parte del suo ciclo vitale nella corteccia degli olmi. Questo fungo blocca i vasi che conducono la linfa alle foglie, non permettendo il trasporto dell’acqua, causando l’ingiallimento delle foglie e la successiva morte dei rami o dell’intera pianta. Intorno agli anni ’80 questa malattia raggiunse anche l’Italia e colpì un gran numero di olmi portandoli quasi all’ estinzione, gli olmi sopravvissuti all’epidemia cominciarono a riprodursi, ripopolando i loro habitat caratteristici. Per questo la maggior parte degli olmi che si possono trovare non sono molto vecchi. Sui rami giovani degli olmi lungo il Martesana non è raro scorgere grandi masse (verde chiaro con sfumature rosa in primavera-estate, nero-brunastre in inverno). Si tratta di galle prodotte da un afide (Eriosoma lanuginosum) che pungendo la giovane corteccia determina la crescita incontrollata delle cellule epidermiche (come un tumore). Le larve si sviluppano all’interno di queste masse dove trovano protezione e nutrimento.