Podistica Messina Pagina 1 di 3 TENDINITE TENDINE D'ACHILLE I tendini rappresentano la componente più forte dell’unità muscolo-tendinea ed il loro scopo principale è quello di trasmettere le forze generate dal muscolo alle leve ossee. Proprio perché questa struttura è soggetta a forze tensili consistenti, il contenuto delle fibre collagene è alto. La grandezza e il numero delle fibre presenti determinano la capacità di carico di un tendine. Il tendine di Achille prende origine dalla fusione del muscolo gastrocnemio e soleo, e s’inserisce a livello dell’apofisi calcaneare. E’ deputato alla spinta del piede. Gli sport che più frequentemente determinano questa patologia, sono il calcio, il basket, la pallavolo, l’atletica leggera. Va ricordato che esso è il più largo e forte tendine del corpo umano. Si calcola che sia in grado di sopportare carichi che possono variare tra i 2000 e 7000 N; in altri termini, questo significa che il tendine d’Achille durante la corsa viene caricato di un valore pari almeno 8 volte il peso corporeo. Non va dimenticato inoltre che il tricipite ha un vettore di forza che, oltre a provocare la flessione plantare, induce anche una supinazione del piede a causa della sua inserzione centro-mediale sul calcagno e alla rotazione delle sue fibre. Il tricipite è considerato il maggior supinatore e stabilizzatore del retro piede, inoltre durante il cammino si attiva soprattutto nella parte centrale della fase di appoggio per controllare l’avanzamento della tibia sul tarso (8). Il complesso gastrocnemio-soleo rappresenta i quattro quinti del volume della gamba e questa sua consistenza si traduce, in termini funzionali, in una capacità di ammortizzare gli shock sia a livello tendineo che muscolare. Bisogna considerare che l’unità muscolo-tendinea attraversa ben tre articolazioni (ginocchio, caviglia, sottoastragalica) predisponendosi così ad un’alta incidenza di lesioni Le lesioni a carico del tendine possono essere delle infiammazioni o addirittura delle lacerazioni. Per tendinite s’intende uno stato d’infiammazione del tendine. L’infiammazione causa dolore nella parte posteriore della gamba, a livello del tallone. Per lacerazione invece s’intende la rottura del tendine: anch’essa causa dolore a livello del tallone. Diverse sono le classificazioni proposte per definire i disordini del tendine d’Achille. In particolare, nelle lesioni da ipersollecitazione funzionale si distinguono tre stadi: la peritendinite (o infiammazione del paratenone), i tendinosi, che comporta cambiamenti degenerativi dentro il tendine e può coesistere o no con la peritendinite e infine, se il processo fisiopatologico continua, la rottura parziale o totale del tendine. Alcuni distinguono le seguenti condizioni patologiche a carico del tendine d’Achille: stiramenti della giunzione teno-muscolare mediale e laterale, paratenonite achillea, tendinosa achillea (rottura o degenerazione centrale del tendine) e tendinite teno-periostea con o senza calcinosi. Altri autori sostengono l’esistenza di un quadro d’infiammazione post-traumatica all’interno del tessuto tendineo (tendinite). Addirittura si distinguono quattro sedi principali di lesione: l’inserzione teno-periostea, le parti laterali del corpo tendineo e la parte anteriore del tendine. Il paratenone è la membrana sottile che avvolge il tendine d’Achille. Si pensa che l’infiammazione del paratenone (paratenonite) sia dovuta a sovraccarichi funzionali. A volte, palpando o ascoltando, è possibile, attraverso il movimento attivo o passivo, percepire un crepitio attorno al tendine, indice di uno stato avanzato d’infiammazione. La tendinosa achillea si connota per la presenza di necrosi centrali e parziali rotture del tendine, che depongono a favore di una degenerazione della sostanza profonda tendinea. Questo quadro anatomo-patologico va a diminuire la capacità tensile del tendine ed esita in un ispessimento caratterizzato a volte, dalla presenza di noduli, lungo il decorso tendineo. La tendinosi di solito esiste indipendentemente dalla paratenonite achillea. Il processo degenerativo può essere asintomatico e se si sviluppa in assenza di paratenonite, può sfociare in una rottura parziale o totale senza alcun segno prodromico. Alcuni autori sostengono che tra i 2-6 cm. sopra l’inserzione teno-periostea vi sia una zona di ipovascolarizzazione tendinea, che predisporrebbe il tendine alla rottura .Da alcuni studi è emerso che nei tendini sintomatici c’è un aumento del flusso sanguigno (sia a riposo che durante una sollecitazione fisica), rispetto ai gruppi di controllo sani e ai tendini contro laterali asintomatici. • Quali cause? Si pensa che i carichi ripetuti, eccedenti le capacità intrinseche di riparazione del tendine, generino le infiammazioni a carico della struttura, mentre i carichi improvvisi causerebbero la rottura del tendine. I fattori intrinseci includono un improvviso aumento della durata, intensità o frequenza della corsa. I fattori estrinseci riguardano le scarpe sportive, ad esempio quelle con uno scarso cuscinetto sotto-calcaneare, o con dei contrafforti retro calcaneari che non stabilizzano adeguatamente il retro piede. Ci sono delle evidenze che indicano che un piede eccessivamente pronato o spinato, una limitazione della dorsi http://www.podisticamessina.com/scienza/achille.htm 07/03/2011 Podistica Messina Pagina 2 di 3 flessione di caviglia, una limitazione del range di eversione dell’anca, un’eccessiva lassità legamentosa, una dismetria tra gli arti inferiori .Altre cause sono: gli errori d’allenamento, l’allineamento anatomico viziato (calcagno varo compensato da un’iperpronazione dell’avampiede), la rigidità del tricipite e le scarpe inadeguate i principali fattori predisponenti la tendinopatia achillea. Altri fattori scatenanti sono due situazioni dinamiche: 1) durante il cammino la pronazione del piede produce una rotazione interna della tibia, mentre l’estensione del ginocchio porta la tibia in rotazione esterna: se la pronazione del piede si prolunga eccessivamente mentre il ginocchio è in estensione, il tendine d’Achille viene sottoposto a delle anomali e contradditorie forze rotazionali in grado di produrre un ipoafflusso sanguigno da torsione dei vasi .2) L’inversione e l’eversione del piede sono fenomeni normali durante il ciclo del passo: in presenza di un’iperpronazione del piede si crea una sollecitazione mediale del tendine d’Achille che, nella fase di spinta, si trasforma in una sollecitazione laterale (effetto “frustata” o a “corda d’arco”), causa di micro lacerazioni e quindi degenerazione . Quando ci sono dei sovraccarichi ripetuti in pronazione, si lede la parte mediale del tendine, mentre in caso di supinazione eccessiva del piede, il danno si riscontra più probabilmente in sede laterale. Relativamente alla tendinite achillea si è verificato che gli aspetti biomeccanici hanno un ruolo fondamentale nella genesi della tendinopatia; i risultati ottenuti con le misurazioni hanno infatti dimostrato che i soggetti con la tendinite achillea avevano un retro piede maggiormente invertito. Non solo gli autori hanno confermato la presenza di una diminuzione della flessione dorsale (a ginocchio esteso) associata alla tendinite achillea. Riassumendo le Cause: • Eccessivo utilizzo del tendine d’Achille • Muscolo del polpaccio corto • Tendine d’Achille corto • Eccessivi sforzi (corse) in salita • Incremento dell’intensità di allenamento, a volte su terreni sconnessi, e uso di scarpe da corsa poco “ammortizzate” • Iperpronazione del piede: durante la camminata o la corsa il piede ruota verso l’interno più del normale • Utilizzo di scarpe col tacco alto al lavoro e scarpe basse per fare sport Il tendine d’Achille si può rompere durante esercizi che comportano sforzi rapidi. Per esempio saltando o facendo scatti di corsa. Quali sono i sintomi? I pazienti affetti da tendinopatia achillea riferiscono di solito una sintomatologia algica tra i 2-6 cm. sopra l’inserzione calcaneare; i sintomi si possono presentare come rigidità mattutina o all’inizio della corsa, dolore durante il cammino o addirittura dolore severo che impedisce la corsa. Un’anamnesi di dolore improvviso, forte e disabilitante nella regione tendinea, depone a favore di una rottura. Per quel che concerne la rigidità del tendine d’Achille, essa è un fattore predisponente alla fascite plantare, un tendine d’Achille rigido limita la dorsi-flessione della caviglia; se durante la fase che precede lo stacco delle dita, il tendine non si lascia stirare, si verifica una pronazione anomala, in grado di provocare una sollecitazione eccessiva della fascia plantare. Come viene diagnosticata? Di solito alla prima visita il medico esamina la gamba, verificando le zone di dolore e la presenza di gonfiore. Osserva il piede durante la camminata o la corsa per vedere se c’è iperpronazione. Rispetto alle diverse realtà patologiche prospettate non è sempre facile riconoscerle attraverso l’esame clinico quindi si ricorre all’esame ecografico o RNM . Nelle rotture del tendine il riconoscimento di norma non è difficile, infatti, alla palpazione diretta del tendine con piede in dorsi flessione a paziente prono, si mette in evidenza l’avvallamento determinato dalla rottura. Tuttavia l’edema, l’ecchimosi, e la poca collaborazione del paziente, non sempre aiutano nella diagnosi che può essere completata da un esame ecografico o uno studio RMN. La flessione non sempre appare francamente alterata a causa della continuità di alcune fibre e della guaina e per l’aiuto dato da altre strutture muscolari quali il tibiale posteriore. Utile può essere la manovra di pinzamento e compressione del polpaccio con paziente prono e ginocchio flesso a 90° quand o il tendine è intatto si dovrebbe evidenziare la dorsi flessione passiva del piede. Le rotture parziali frequenti nelle lesioni da taglio nelle lesioni sub cutanee, possono risultare misconosciute in quei casi (25%) di decorso mediale del tendine plantare (dr. Giuseppe Tamà) http://www.podisticamessina.com/scienza/achille.htm 07/03/2011 Podistica Messina Pagina 3 di 3 next http://www.podisticamessina.com/scienza/achille.htm 07/03/2011