L’EUROPA TRA LA SECONDA METÀ DEL SEICENTO E LA PRIMA METÀ DEL SETTECENTO Fra la seconda metà del Seicento e la prima del Settecento, mentre in Europa occidentale imperversa la figura e la politica di Luigi XIV, l’Europa centro - orientale conobbe significative trasformazioni geopolitiche: l’Impero germanico e l’Impero ottomano conoscono una crisi irreversibile, il Regno di Polonia cade in una condizione estremamente difficoltosa, l’Austria e la Prussia iniziano a diventare delle potenze nazionali, la Russia conosce un processo di modernizzazione. A modificare il volto dell’Europa centro - orientale contribuirono anche le cosiddette guerre di supremazia: nel corso della guerra per la successione polacca e della guerra per la successione austriaca e durante la guerra dei Sette Anni (che concluse questa fase di conflitti europei), si ebbe uno spostamento delle tradizionali alleanze. Alla rivalità tra francesi e austriaci si venne a sostituire un'alleanza fra i due popoli e precisamente tra Borboni e Asburgo: negli stessi anni si stabiliva, come vedremo, il patto di famiglia fra i Borboni di Spagna, Francia, Napoli e Parma. Questi due blocchi di nazioni alleate erano pronti a fronteggiare l'egemonia marittima e commerciale dell'Inghilterra e la nascente potenza militare della Prussia. Nel Ducato di Prussia l’affermazione della dinastia degli Hohenzollern portò lo stato alla modernizzazione, all’efficienza economica e amministrativa e ad un rafforzamento dell’esercito tale che tutta la vita del ducato, anche quella sociale, assunse un caratteristico aspetto militaresco, soprattutto a corte. Nello stesso periodo si consolidò e si modernizzò la Russia, un grande paese fino a quel momento arretratissimo. La Russia era un paese agricolo, quasi privo di città e quindi mancante di quella borghesia di artigiani e mercanti che aveva fatto crescere l'economia dei paesi occidentali. Come in tutta l'Europa orientale, in Russia le grandi proprietà agricole erano coltivate da servi della gleba, che per legge non potevano lasciare le terre dove vive vano e con esse venivano comprati e venduti. Fino al regno di Pietro il Grande (1698-1725) la Russia restò quasi isolata dal resto dell'Europa. Con questo sovrano, deciso e spietato, ossessionato dall'idea di costruire un grande impero, la Russia fece passi da gigante per modernizzarsi e diventare una grande potenza. Lo zar imperatore, dal latino Caesar) si guadagnò l'appoggio della nobiltà inserendola nelle alte cariche dell'amministrazione e dell'esercito, riorganizzò lo stesso esercito e la marina. Inoltre sviluppò il commercio, aprì delle manifatture facendo venire operai specializzati dalla Germania, iniziò a sfruttare le miniere di ferro degli Urali. Fece infine costruire una splendida capitale, San Pietroburgo, ricorrendo ai lavori forzati di decine di migliaia di uomini. Mentre la forte e decisa monarchia prussiana riuscì a dominare la grande nobiltà e a inserirla nello Stato, in Polonia avvenne il contrario. Qui infatti il potere della nobiltà finì col sovrastare quello del re. Il paese si indebolì gravemente, tanto che alla fine del Settecento perse Appunti di storia - Classe 4^ - A cura della Prof. ssa Anna Schettino 3 l'indipendenza e fu diviso fra Prussia, Russia e Austria. A decretare il declino della Polonia fu la guerra di successione polacca. La guerra di successione polacca si svolse intorno alla corona della Polonia. Questo paese era stato in passato la maggiore potenza dell'Europa orientale, ma le sue istituzioni politiche e sociali erano ormai invecchiate di fronte agli sviluppi dell’assolutismo nei paesi confinanti. Quando nel 1733 l'elezione del nuovo re vide l’intromissione diplomatica delle grandi potenze, ne risultò una guerra tra Francia ed Austria, combattuta non in Polonia, ma sul Reno ed in Italia, mentre la Polonia stessa veniva invasa dalla Russia. La guerra, conclusa con un compromesso nel 1738 con la Pace di Vienna, dimostrò che la Polonia era ormai diventata solo un oggetto della politica europea. Nel corso del mezzo secolo successivo la situazione della Polonia non fece che aggravarsi e i polacchi persero la loro indipendenza politica e il loro paese fu spartito fra Russia, Austria e Prussia. In conseguenza della guerra di successione polacca, l'Austria perse i suoi domini nell'Italia meridionale (costituita in regno indipendente sotto la dinastia dei Borboni di Napoli). Si era da poco conclusa la guerra di successione polacca quando la morte di Carlo VI (1740), imperatore dell’Impero germanico, provocò la ripresa delle ostilità e la Guerra di successione austriaca. Prima di morire l'imperatore, che non aveva eredi maschi, aveva emanato la Prammatica Sanzione, secondo la quale era consentita la successione al trono all'erede di sesso femminile, la figlia Maria Teresa. Questa però non venne riconosciuta da Federico II di Prussia, che, spalleggiato dalla Francia, occupò subito la Slesia, dando così inizio alla guerra di successione austriaca (1740 - 1748). L'Inghilterra interessata alla conservazione dell'equilibrio europeo e rivale della Francia in campo coloniale, si schierò dalla parte di Maria Teresa, che poté così resistere all'attacco e conservò la corona; ella dovette però cedere a Federico II la ricca e importante regione della Slesia. La guerra si chiuse con la Pace di Aquisgrana nel 1748. Pochi anni dopo, dal desiderio di rivincita dell'Austria e dai contrasti coloniali anglo-francesi per le terre d’America, trasse origine la Guerra dei Sette Anni (1756 -1763). In essa furono rovesciate le alleanze: l'Inghilterra si schierò con la Prussia, e la Francia con gli Asburgo. La Prussia, resistendo validamente alla soverchiante coalizione dei nemici, riuscì a conservare la Slesia e consolidò il proprio prestigio sia nel mondo germanico sia in campo internazionale; l'Inghilterra, strappando ai Francesi quasi tutti i possedimenti americani, sulla base degli accordi di Parigi del 1763, si affermò come la massima potenza marittima e coloniale del mondo. Appunti di storia - Classe 4^ - A cura della Prof. ssa Anna Schettino 4