POLITICA,ISTITUZIONIeDIRITTO
Il concerto europeo
Carta satirica delle
grandi potenze
europee nel 1870
[Bibliothèque
Nationale, Parigi]
Dopo la sconfitta di Napoleone Bonaparte a Waterloo, nel 1815, le grandi potenze
europee, già riunitesi nel congresso di Vienna, ripresero i loro lavori. Sedutesi al tavolo delle trattative, si trovarono concordi su un punto: la cartina politica dell’Europa
andava ridisegnata al fine di creare un sistema di equilibrio che, previo riconoscimento delle aspirazioni territoriali dei principali Stati del vecchio continente, fosse in grado di evitare lo scoppio di nuove guerre. Ciascuna potenza vide soddisfatte alcune sue
richieste: l’Inghilterra, con il controllo di Malta e delle Isole Ionie, rafforzò il suo dominio dei mari, l’Austria vide riconfermata la propria supremazia in Italia e in Germania,
dove però la Prussia, ampliata nei suoi possedimenti, si vedeva riconosciuto il ruolo di
grande potenza. La conquista della Finlandia e della Polonia, nonché della regione
balcanica della Bessarabia, compensò la Russia del ruolo avuto nella sconfitta della
Francia napoleonica. Quest’ultima, pur ritornata ai confini prerivoluzionari, venne
considerata un interlocutore indispensabile per la tenuta del nuovo equilibrio, e in
virtù di ciò ammessa, dopo un primo periodo di esclusione, nel sistema di alleanze uscito dall’assemblea viennese (la Santa alleanza tra Russia, Austria e Prussia, e la Quadruplice, in cui era presente anche la Gran Bretagna).
Nelle intenzioni degli ispiratori il collegamento tra le potenze doveva servire a mantenere inalterato lo status quo , o per lo meno ad accompagnare le trasformazioni, circoscrivendone l’impatto. Fino al biennio 1848-49, il sistema costruito a Vienna risultò
efficace. Pur con alcuni importanti cambiamenti, come l’indipendenza della Grecia
nel 1821, quella del Belgio nel 1831 e l’avvento della monarchia orléanista in Francia,
la carta politica europea non modificò i suoi assetti portanti. I moti rivoluzionari del
1848, invece, che coinvolsero gran parte dell’Europa, con l’eccezione della Gran Bretagna e della Russia, pur venendo sul momento duramente repressi, innescarono dei
processi che, nel giro di due decenni, mutarono radicalmente l’equilibrio europeo. La
politica antiasburgica della Francia di Napoleone III infatti indebolì la posizione di
GIARDINA-SABBATUCCI-VIDOTTO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI
Il concerto europeo
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predominio dell’Impero austriaco in Italia e in Germania, favorendo i processi di unificazione e di indipendenza attorno al Regno di Sardegna e alla Prussia. La proclamazione del Regno d’Italia nel 1861 e l’unificazione tedesca del 1870, all’indomani della sconfitta francese di Sedan, modificarono profondamente gli equilibri viennesi. In
questo nuovo contesto la «questione d’Oriente», legata alla crisi irreversibile dell’Impero ottomano, divenne centrale: i Balcani, abitati da popolazioni musulmane, cattoliche e ortodosse, si presentavano oramai come una polveriera pronta ad esplodere. Il
nazionalismo delle popolazione slave, appoggiato dalla Russia che ricercava uno sbocco sul Mediterraneo, puntava alla liberazione dal giogo turco ed era destinato ad entrare in contrasto con le ambizioni di espansione verso sud dell’Austria, costretta in tale
direzione dall’unificazione di Italia e Germania.
Il timore di un predominio russo nella regione, in conseguenza della vittoria della Russia sui turchi (1877), spinse il cancelliere tedesco Bismarck, interessato a consolidare anche
per via diplomatica la centralità acquisita dalla
Germania con la forza delle armi, a promuovere
un nuovo congresso internazionale, tenutosi a
Berlino nel 1878. L’assemblea berlinese parve
riuscire a risolvere le questioni più scottanti: l’aggressività degli Stati europei, infatti, fu dirottata
verso l’Africa, la cui spartizione fu praticamente
decisa a tavolino; la Germania riconobbe invece
all’Inghilterra la supremazia sui mari, su cui si
fondava l’impero coloniale britannico, riuscendo di lì a poco a tessere un’intricata rete di alleanze estesa a tutte le altre potenze europee
(dalla Russia all’Austria passando per l’Italia),
eccezion fatta per la Francia, incoraggiata nei
suoi propositi di espansione coloniale. Da qui
l’immagine dell’Europa come di una grande orchestra diretta da un severo direttore, il cancelliere tedesco, preoccupato del possibile levarsi
di note stonate all’interno del complesso edificio
diplomatico da lui architettato.
I tre imperatori manovrati dal ventriloquo
Bismarck
[da «Punch», 20 settembre 1884]
La Triplice alleanza
In questa vignetta pubblicata nel 1887 dalla rivista
satirica «Il Pappagallo», il concerto della Triplice
alleanza è diretto da Bismarck (al centro) che fa
suonare il diapason; il primo ministro italiano Crispi
(a sinistra) e il ministro degli Esteri austriaco Kalnoky
(a destra) tendono le orecchie in attesa delle
disposizioni del cancelliere tedesco. La
consapevolezza della preminenza del ruolo tedesco
all’interno dell’alleanza appare evidente.
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