LA PACE
La conferenza di pace si tenne a Versailles; cominciò il 19 gennaio 1919
Fu gestita dai quattro grandi:
- il presidente americano Wilson,
- il presidente del Consiglio francese Clemenceau,
- il primo ministro inglese, Lloyd Gorge
- Vittorio Emanuele Orlando, presidente del Consiglio italiano (ruolo minore)
I vinti non furono ammessi alle trattative, né lo fu la Russia, poiché non veniva riconosciuto il suo nuovo
governo socialista.
L’idea alla base della conferenza era quella di una pace democratica, ma le dure condizioni imposte alla
Germania dimostrarono il peso della pace punitiva voluta dalla Francia.
I trattati di pace furono 5, ma i principali furono 2:
1. Trattato di Versailles: riguardava la Germania, ritenuta la vera responsabile della guerra. (carta
p. 51)
Dovette cedere:
- alla Francia Alsazia e Lorena e, per 15 anni, il ricco bacino della Saar
- alla Polonia, che era stata ricostituita, l’alta Slesia, la Posnania e la Pomerania (dette il corridoio
polacco), che interrompevano la continuità territoriale tra Prussia dell’est e Prussia dell’ovest e
permettevano alla Polonia di accedere al porto di Danzica
Perse
- tutte le sue colonie, che furono divise tra Francia, Inghilterra e Giappone
Fu costretta
a ripagare le potenze vincitrici dei danni subiti dal conflitto (132 miliardi di marchi-oro, da pagare in
30 anni)
- ad abolire il servizio di leva
- a ridurre l’esercito (non doveva avere più di 100.000 uomini)
- a smilitarizzare la valle del Reno, che sarebbe stata presidiata da truppe inglesi, francesi e belghe.
- A cedere la sua flotta agli inglesi.
2. Trattato di Saint-Germain: riguardava in particolare l’Austria
- Per evitare che si riunisse con la Germania, fu ridotta a una piccola repubblica priva di qualsiasi
sbocco sul mare; la sua indipendenza sarebbe stata tutelata dalla Società delle nazioni
- Dal crollo dell’impero asburgico si formarono la nuova Polonia, la Repubblica di Cecoslovacchia, il
Regno di Jugoslavia, che unì alla Serbia gli sloveni e i croati.
- Fu ingrandita la Romania e fu ridimensionato l’Impero ottomano, che divenne Stato nazionale turco
(dal 1923 Repubblica turca, guidata da Mustafa Kemal; lettura p. 55 sul genocidio degli armeni)
- All’Italia andarono il Trentino e l’Alto Adige fino al Brennero, Trieste e l’Istria: rispetto alle clausole
stabilite dal Patto di Londra, all’Italia non venivano assegnati né Valona né il protettorato
sull’Albania. L’Italia aveva chiesto la cessione di Fiume, ma le fu negata: ciò provocò nel Paese molto
risentimento, soprattutto negli ambienti nazionalisti; il 12 settembre 1919 D’Annunzio, riunito a
Ronchi un gruppo di volontari, entrò a Fiume e ne prese possesso, creando un regolare governo,
chiamato Reggenza del Carnaro. La questione sarebbe stata risolta più tardi con il trattato di Rapallo
tra Italia e Jugoslavia, che rese Fiume una città libera (1920)
Limiti dei trattati di pace:
- non risolsero i problemi che avevano dato inizio al conflitto
- l’Europa era più divisa di prima e aveva perso la sua posizione di centro del mondo a vantaggio di
Stati Uniti e Giappone
- le potenze vincitrici non riconobbero la Repubblica socialista che si era formata in Russia, anzi per
contrastarla aiutarono le repubbliche indipendenti che si erano formate nei territori baltici persi dalla
Russia: Finlandia, Estonia, Lituania e Lettonia. In questo modo, sparirono alcuni degli Stati che
avevano garantito l’equilibrio prima della guerra ed erano aumentati gli Stati indipendenti: bisognava
dare stabilità al nuovo assetto territoriali
- gli spostamenti territoriali non riconoscevano il principio di autodeterminazione dei popoli (per
esempio in Polonia e Cecoslovacchia c’erano regioni abitate da molti tedeschi)
- i governi dei vinti (in particolare quello tedesco) furono umiliati e svilupparono un senso di rivalsa e
vendetta