DSA dalla diagnosi specialistica alla personalizzazione della didattica Dott.ssa Carla Corona Presentazioni Dott.ssa Carla Corona. Pedagogista specializzata in Pedagogia Clinica. Fondatrice e responsabile del Centro “Dynamis” Le slides che verranno proiettate sono a disposizione Per sdrammatizzare...mica tanto!!! Premessa Per lungo tempo la situazione degli studenti con DSA non è stata regolata da alcuna norma legislativa e l’idea degli strumenti compensativi e delle misure dispensative è stata introdotta solo a partire dalla nota 4099/A/4, promulgata il 5 ottobre 2004 dal MIUR. Un’ufficiale presa d’atto del problema è avvenuta poi con la legge 8 ottobre 2010, n. 170, e con il D.M. 12 luglio 2011, che hanno sancito i diritti degli studenti con DSA, riconoscendone le difficoltà e definendone in parte i bisogni formativi. Premessa Premessa Sebbene oggi i disturbi evolutivi specifici non siano certificati ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104 e non prevedano l’assegnazione di un insegnante di sostegno, con la direttiva del 27 dicembre 2012 e la successiva circolare ministeriale del 6 marzo 2013 il loro profilo è stato incluso tra le categorie di studenti con Bisogni educativi speciali (BES), per i quali è prevista la redazione di un Piano didattico personalizzato (PDP) da parte del Consiglio di classe. Scopo dell’incontro Partendo dalle informazioni contenute nella diagnosi, a volte di difficile interpretazione, saper tradurre il funzionamento clinico degli studenti DSA in progettazione didattica, funzionale al loro percorso di apprendimento I DSA sono disturbi, disabilità o caratteristiche? La scuola secondaria richiede agli studenti la piena padronanza delle competenze strumentali (lettura, scrittura e calcolo), l’adozione di un efficace metodo di studio e prerequisiti adeguati all’apprendimento di saperi disciplinari sempre più complessi; elementi, questi, che possono mettere in seria difficoltà l’alunno con DSA, inducendolo ad atteggiamenti demotivati e rinunciatari. Altre volte invece questo non avviene e gli studenti con DSA manifestano una forte motivazione all’apprendimento. I DSA sono disturbi, disabilità o caratteristiche? Le difficoltà degli alunni DSA possono essere notevolmente contenute e superate individuando opportunamente le strategie e gli strumenti compensativi nonché le misure dispensative. I DSA sono disturbi, disabilità o caratteristiche? Dislessia, Disortografia e Discalculia possono essere definite caratteristiche dell’individuo, fondate su una base neurobiologica; il termine caratteristica dovrebbe essere utilizzato dal clinico e dall’insegnante in ognuna delle possibili azioni ( descrizione del funzionamento nelle diverse aree e organizzazione del piano di Aiuti ) che favoriscono lo sviluppo delle potenzialità individuali e, con esso, la Qualità della Vita. L’uso del termine caratteristica può favorire nell’individuo, nella sua famiglia e nella Comunità una rappresentazione non stigmatizzante del funzionamento delle persone con difficoltà di apprendimento; il termine caratteristica indirizza, inoltre, verso un approccio pedagogico che valorizza le differenze individuali. PARCC = Panel di Aggiornamento e Revisione della Consensus Conference DSA (2007) I DSA sono disturbi, disabilità o caratteristiche? Il termine disabilità riferito alle difficoltà di apprendimento ha uno scopo etico di protezione sociale; è utile quando viene utilizzato per rivendicare un diritto a Pari Opportunità nella istruzione; quella della disabilità è, infatti, una relazione sociale, non una condizione soggettiva della persona. PARCC = Panel di Aggiornamento e Revisione della Consensus Conference DSA (2007) I DSA sono disturbi, disabilità o caratteristiche? Il termine disturbo compare nelle relazioni cliniche con l’obiettivo di facilitare l’attivazione di aiuti adeguati allo sviluppo - es.: permettere la applicazione di strumenti didattici compensativi e dispensativi -; nelle stesse relazioni dovrebbe comparire anche il termine caratteristica per favorire nell’individuo, nella sua famiglia e negli insegnanti una rappresentazione non stigmatizzante della difficoltà di apprendimento. PARCC = Panel di Aggiornamento e Revisione della Consensus Conference DSA (2007) I DSA sono disturbi, disabilità o caratteristiche? Come affrontare in maniera adeguata la diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento Sapere: scuola e sanità/specialisti Capire: scuola e sanità/specialisti Identificare: scuola e sanità/specialisti Fare diagnosi: sanità/specialisti Fare riabilitazione: sanità/specialisti Fare didattica: scuola Cosa viene chiesto alla scuola? Diagnosi Clinica Scuola Piano Didattico Personalizzato Che differenza c’è tra diagnosi e certificazione? Nella nota 2563 del 22 novembre 2013 il MIUR fornisce una distinzione tra diagnosi e certificazione: «Per “certificazione” si intende un documento, con valore legale, che attesta il diritto dell’interessato ad avvalersi delle misure previste da precise disposizioni di legge – nei casi che qui interessano: dalla Legge 170/2010 - le cui procedure di rilascio ed i conseguenti diritti che ne derivano sono disciplinati dalle suddette leggi e dalla normativa di riferimento. Per “diagnosi” si intende invece un giudizio clinico, attestante la presenza di una patologia o di un disturbo, che può essere rilasciato da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista iscritto negli albi delle professioni sanitarie». Nel caso di disturbi clinici (vedi classificazioni diagnostiche dei manuali nosografici di riferimento, ossia ICD e DSM) che non danno diritto all’attivazione della L.104/92 o della L.170/2010 (come per esempio disturbi del linguaggio, disturbi della coordinazione motoria, ecc.) si parla quindi di diagnosi e non di certificazione. Chi fa la certificazione di DSA? “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)” - Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio 2012 Art. 1 Comma 3. I servizi pubblici e i soggetti accreditati ai sensi dell’art. 8 quinquies del decreto legislativo 502/92 e s.m.i. effettuano il percorso diagnostico e il rilascio delle certificazioni in coerenza con le indicazioni della Consensus Conference. La diagnosi di DSA deve essere prodotta in tempo utile per l’attivazione delle misure didattiche e delle modalità di valutazione previste, quindi, di norma, non oltre il 31 marzo per gli alunni che frequentano gli anni terminali di ciascun ciclo scolastico, in ragione degli adempimenti connessi agli esami di Stato. Fa eccezione la prima certificazione diagnostica, che è prodotta al momento della sua formulazione, indipendentemente dal periodo dell’anno in cui ciò avviene. Art. 2 Criteri qualitativi per l’individuazione dei soggetti accreditati per il rilascio della diagnosi 1. Ai soli fini del rilascio delle diagnosi di DSA, gli specialisti e le strutture per poter essere accreditati ai sensi dell’art 3 della legge n. 170/2010, devono dimostrare il possesso dei seguenti requisiti: documentata esperienza nell’attività diagnostica dei DSA; disponibilità di un’équipe multidisciplinare costituita da neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti eventualmente integrata da altri professionisti sanitari e modulabile in base alle fasce di età; “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)” - Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio 2012 Art. 2 Criteri qualitativi per l’individuazione dei soggetti accreditati per il rilascio della diagnosi dichiarazione di impegno a rispettare le Raccomandazioni per la pratica clinica dei DSA (2007- 2009) e il suo aggiornamento, nonché i risultati della Consensus Conference dell’Istituto Superiore di Sanità, in merito: a) alle procedure diagnostiche utilizzate, e più precisamente: a) b) c) b) alla formulazione della diagnosi. c) alla ricerca dei criteri di inclusione e di esclusione; alla adeguata misurazione delle competenze cognitive; alla rilevazione delle competenze specifiche e delle competenze accessorie necessarie alla formulazione del profilo del disturbo; A questo fine, la diagnosi clinica deve essere corredata dagli elementi che consentano di verificare il rispetto delle raccomandazioni della Consensus Conference (2007-2009) e del suo aggiornamento, nonché della Consensus Conference dell’ISS; alla multidisciplinarietà. “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)” - Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio 2012 Art. 3 Elementi della certificazione di DSA 1. La certificazione di DSA deve evidenziare che il percorso diagnostico è stato effettuato secondo quanto previsto dalla Consensus Conference e deve essere articolata e formalmente chiara. E’ necessario il riferimento ai codici nosografici (attualmente, tutti quelli compresi nella categoria F81: Disturbi evolutivi Specifici delle Abilità Scolastiche dell’ICD-10) e alla dicitura esplicita del DSA in oggetto (della Lettura e/o della Scrittura e/o del Calcolo). “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)” - Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio 2012 Art. 3 Elementi della certificazione di DSA 2. La certificazione di DSA contiene le informazioni necessarie per stilare una programmazione educativa e didattica che tenga conto delle difficoltà del soggetto e preveda l’applicazione mirata delle misure previste dalla legge. La menzione della categoria diagnostica non è infatti sufficiente per la definizione di quali misure didattiche siano appropriate per il singolo soggetto. A tal fine è necessario che la certificazione di DSA contenga anche gli elementi per delineare un profilo di funzionamento (che definisce più precisamente le caratteristiche individuali con le aree di forza e di debolezza). Tale descrizione deve essere redatta in termini comprensibili e facilmente traducibile in indicazioni operative per la prassi didattica. “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)” - Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio 2012 Art. 3 Elementi della certificazione di DSA 3. Il profilo di funzionamento è di norma aggiornato: al passaggio da un ciclo scolastico all’altro e comunque, di norma, non prima di tre anni dal precedente; ogni qualvolta sia necessario modificare l’applicazione degli strumenti didattici e valutativi necessari, su segnalazione della scuola alla famiglia o su iniziativa della famiglia. “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)” - Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio 2012 Art. 3 Elementi della certificazione di DSA 4. Al fine di semplificare l’iter procedurale della certificazione, con particolare riguardo alla fase di ricezione della documentazione da parte delle istituzioni scolastiche, nonché di rendere uniformi modalità e forme di attestazione della diagnosi su tutto il territorio nazionale, si fornisce, allegato al presente Accordo, un modello di certificazione ai fini dell’applicazione delle misure previste dalla Legge 170/2010, per essere utilizzato dalle strutture preposte. “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)” - Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio 2012 “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)” - Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio 2012 “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)” - Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio 2012 “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)” - Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio 2012 Parole chiave DISCREPANZA: fra abilità e intelligenza generale SPECIFICITÀ: difficoltà significative, ma circoscritte, è intatto il funzionamento intellettivo generale ESCLUSIONE: da cause emotive, scolastiche, ambientali, sensoriali, neurologiche, cognitive INCLUSIONE: familiarità - disturbo della programmazione fonologica in seconda infanzia SIGNIFICATIVITÀ: prestazioni inferiori ai valori attesi per classe o per età (-2 ds / = < 10° o 5° percentili) Quali sono le informazioni utili alla scuola? -1 QI: per capire il potenziale di apprendimento e che tipo di intelligenza ha; Memorie: per conoscere le modalità di apprendimento; Attenzione: per valutare l’attenzione sostenuta,la distraibilità e l’affaticamento nello svolgimento dei compiti. Prassie: perché la scuola richiede capacità di eseguire movimenti finalizzati Funzioni esecutive: utili per pianificare le attività Come si valuta il livello cognitivo? Verificare che l’efficienza intellettiva sia almeno nella norma è uno dei criteri fondamentali per fare diagnosi di DSA. È possibile utilizzare due tipologie di prove: prove monocomponenziali, come le matrici di Raven (CPM o SPM) e la Leiter, test multicomponenziali, come la WISC e la WAIS. “Nonostante sia auspicabile e consigliabile utilizzare test multicomponenziali, è possibile utilizzare un quoziente monocomponenziale (ad es. scala Leiter, Matrici Progressive di Raven). Il quoziente totale (multicomponenziale), oppure il migliore tra i quozienti monocomponenziali rilevati, deve essere non inferiore a 85. PARCC = Panel di Aggiornamento e Revisione della Consensus Conference DSA (2007) Valutare le competenze cognitive…e non solo Attualmente per la valutazione delle competenze cognitive si utilizza uno strumento chiamato WISC-IV (somministrabile da 6 anni a 16 anni e 11 mesi), che permette di calcolare 5 punteggi: 1. Un quoziente intellettivo totale (QIT) per rappresentare le capacità cognitive complessive. Il QIT si ottiene da quattro punteggi compositi o indici che descrivono il comportamento del soggetto in campi cognitivi meglio distinti e che sono: 2. L’indice di comprensione verbale (ICV) che misura la capacità di formulare e utilizzare concetti verbali. Si valuta la capacità di ascoltare una domanda, ragionare, dare una risposta ed esprimere i pensieri ad alta voce. È un buon predittore di preparazione nel campo scolastico e di orientamento al successo, ma può essere influenzato dal background, dall’educazione e dalle condizioni culturali. Valutare le competenze cognitive…e non solo 3. L’Indice di Ragionamento visuo-percettivo (IRP): valuta la capacità del soggetto di esaminare un problema, sfruttare le abilità visuo-motorie e visuospaziali, organizzare i pensieri e creare soluzioni. È inoltre possibile, attraverso questo indice, rilevare le preferenze per le informazioni visive, il sentirsi a proprio agio nelle situazioni nuove e inaspettate, o la preferenza ad imparare attraverso l’azione (learn by doing). 4. Indice di Memoria di lavoro (IML): valuta la capacità del soggetto di memorizzare nuove informazioni, immagazzinarle nella memoria a breve termine, di manipolare tali informazioni per arrivare a dei risultati. Consente di tenere sotto controllo la concentrazione, la capacità di pianificazione, la flessibilità cognitiva e la sequenzialità delle abilità. Tale indice risulta essere sensibile all’ansia. 5. Indice di Velocità di elaborazione (IVE): valuta la capacità di focalizzare l’attenzione, la rapidità di analisi, la capacità di discriminazione e la capacità di ordinare sequenzialmente le informazioni visive. Valutare le competenze cognitive…e non solo Valutare le competenze cognitive…e non solo Il risultato globale dei subtest è espresso dal punteggio totale di QI con media = 100 e deviazione standard = 15 QI 146 e superiori 131-145 114-130 86-115 71-85 56-70 55 e inferiori Classificazione Eccezionalmente alto Alto Medio alto Medio Medio basso/borderline Basso Eccezionalmente basso Deviazione standard Indica di quanto un soggetto devia al di sopra o al di sotto della prestazione media fornita da individui della stessa età. Quello delle -2DS (meno due deviazioni standard) è il criterio clinico scelto per indicare una prestazione soglia per la diagnosi di DSA. Percentile È un indice di dispersione utilizzato per descrivere una variabile quantitativa (Esempio: N° errori e/o risposte corrette) Indica la dispersione del dato in una popolazione (Es: errori al 5° %ile = il 95% della popolazione ottiene risultati migliori) Una prestazione è a rischio, se si colloca sotto al 10° percentile, è scadente se si colloca sotto al 5° percentile. Interpretazione del punteggio Si pone Diagnosi di DSA con risultati nelle prove - 2DS o -5° percentile previsti per età e classe di riferimento. Si pone Richiesta di Attenzione per prestazioni -1DS o 10° percentile. MEMORIA Sistema MNEMONICO MEMORIA A BREVE TERMINE MEMORIA DI LAVORO MEMORIA A LUNGO TERMINE Molti DSA hanno un deficit nella memoria di lavoro Per non sovraccaricarla: Far scrivere a parte i risultati o i ragionamenti intermedi Separare le richieste: separare ciò che deve essere recuperato dalla memoria da ciò che deve essere il risultato di un ragionamento. L’attenzione Test per valutare la lettura Prevedono la valutazione delle tre componenti della lettura. 1. La velocità rappresenta il livello di automatizzazione del processo. Viene espressa in sillabe per secondo Test per valutare la lettura 2. La correttezzarappresenta il livello di adeguatezza nella conversione grafema-fonema. Viene espressa in numero di errori (percentili). 3. La comprensione del testo rappresenta l’uso funzionale della lettura Test per valutare la lettura Vengono utilizzate le “Prove MT” adeguate per età e scolarità. Parametri valutati Livello di criticità Rapidità: sillabe/secondo - 2DS Correttezza: numero di errori - 5°percentile Comprensione: in base al numero di risposte corrette si possono avere le seguenti fasce di prestazione: CPR (Criterio Pienamente Raggiunto) PS (Prestazione Sufficiente) RA (Richiesta di Attenzione) RII (Richiesta di Intervento Immediato) RA RII Test per valutare la scrittura Vengono utilizzate le “Prove MT” adeguate per età e scolarità, la Batteria DDE 2 e il test DDO. Generalmente è prevista la dettatura di parole, frasi e brani in condizioni di difficoltà crescente a seconda dell’età del soggetto. Si valuta l’efficienza dell’abilità di transcodifica dal codice fonolofico a quello grafemico, rispettando le regole di conversione semplice e complessa. Test per valutare le abilità di calcolo Vengono utilizzate le “AC-MT” adeguate per età e scolarità. Valuta: Conoscenza numerica Calcolo a) b) Parametri valutati Livello di criticità Accuratezza Tempo totale: velocità di calcolo - 2DS Correttezza: numero di errori - 5°percentile Correttezza: in base al numero di errori si possono avere le seguenti fasce di prestazione: CPR (Criterio Pienamente Raggiunto) PS (Prestazione Sufficiente) RA (Richiesta di Attenzione) RII (Richiesta di Intervento Immediato) RA RII Test per valutare le abilità di calcolo TEST DI VALUTAZIONE DEL CALCOLO I LIVELLO AC-MT AC-MT 11-14 II LIVELLO BDE ABCA I DSA hanno un loro codice nosografico? Sì, è possibile riferirsi ai codici dei manuali diagnostici ICD10 e DSM 5. Nel servizio pubblico vengono utilizzati i codici dell’ICD-10, in particolare si utilizzano i codici della categoria F81 (disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche), insieme alla dicitura esplicita del DSA in oggetto DSM-V: La Dislessia Nel DSM 5 la Dislessia è codificata come «Disturbo specifico dell’apprendimento con compromissione della lettura» (codice 315.00) e include: la difficoltà nell’accuratezza della lettura delle parole, la velocità o fluenza della lettura le difficoltà nella comprensione del testo. DSM-V: La Disortografia e la Disgrafia Nel DSM 5 Disortografia e Disgrafia sono incluse nel «Disturbo specifico dell’apprendimento con compromissione dell’espressione scritta» (codice 315.2) difficoltà ortografiche chiamate «difficoltà nell’accuratezza dello spelling», accuratezza della grammatica e della punteggiatura chiarezza/organizzazione dell’espressione scritta. DSM-V: La Discalculia Nel DSM 5 la Discalculia è codificata come «Disturbo specifico dell’apprendimento con compromissione del calcolo» (codice 315.01) difficoltà nel concetto di numero, memorizzazione di fatti aritmetici, calcolo accurato o fluente, difficoltà nel ragionamento matematico corretto. Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) SPECIFICATORI DELLA GRAVITA’ ATTUALE Lieve Moderata Grave • Alcune difficoltà nelle capacità di apprendimento in uno/due ambiti scolastici, ma sufficientemente lieve da poter permettere all’individuo di funzionare bene o compensare con facilitazioni, servizi di sostegno appropriati (scuola) • Marcate difficoltà nelle capacità di apprendimento in uno/due ambiti scolastici. • Difficilmente l’individuo può sviluppare competenze senza momenti di insegnamento intensivo o specializzato (scuola). • Necessità di facilitazioni e sostegno almeno in una parte della giornata (scuola, lavoro,casa) • Gravi difficoltà che coinvolgono diversi ambiti scolastici che rendono difficile l’apprendimento senza un insegnamento continuativo, intensivo, personalizzato e specializzato (scuola). • Anche con forti supporti non raggiunge l’efficienza Perché esistono diagnosi tardive? Le diagnosi tardive potrebbero essere dovute alle buone competenze cognitive globali degli allievi, che si dimostrerebbero quindi in grado di compensare il disturbo. Può anche capitare che in talune situazioni tali alunni in difficoltà vengano scambiati per svogliati, pigri e poco motivati e per questo individuati tardivamente. DSA nella Scuola Secondaria di II Grado La ricerca scientifica è ormai concorde nel riconoscere che i DSA sono un dato innato, costituente dell’individuo, e che pertanto non scompare col tempo, ma cambia semplicemente fenomenologia. Attraverso lo sviluppo di uno specifico stile di apprendimento, infatti, l’alunno DSA riesce a compensare le difficoltà prodotte dal disturbo e con l’avanzare degli anni di scuola si può osservare che la sua lettura si fa più fluida e gli errori di decifrazione diminuiscono. Proprio per questo motivo, nella scuola secondaria di secondo grado, una prestazione di lettura nella media potrebbe mascherare il disturbo, senza che i problemi a esso connessi siano stati effettivamente risolti. L’attività di decodifica, infatti, resta faticosa e lo sforzo compiuto dall’alunno dislessico è considerevolmente maggiore rispetto a quello di un buon lettore, tanto da tradursi, in caso di testi molto complessi, in una difficoltà di comprensione e memorizzazione. Dislessia nella Scuola Secondaria di II Grado La dislessia limita la capacità di decodifica del testo senza compromettere le capacità intellettive, ma, poiché la comprensione dipende anche dalla decodifica, è chiaro che il disturbo si riflette indirettamente sulla capacità di comprendere correttamente il testo. Per ovviare a questo problema, può essere utile trasformare il compito di lettura in un compito di ascolto, in modo che le energie richieste al discente per la decodifica del testo possano essere spostate sull’analisi e sulla comprensione. Dislessia nella Scuola Secondaria di II Grado La soluzione più immediata è che un’altra persona legga il testo al posto dello studente, ma questo, oltre a non essere sempre possibile, non è neanche auspicabile, in quanto è importante che lo studente possa essere autonomo nell’attività di lettura e di studio. Una risposta a questa difficoltà proviene dalle tecnologie di sintesi vocale, inizialmente create per non vedenti e ipovedenti e successivamente sviluppate anche per i particolari bisogni dei lettori con DSA. Questi, essendo in grado di vedere il testo, possono trarre giovamento dall’integrazione dell’informazione visiva e uditiva attraverso specifiche funzioni, come ad esempio l’evidenziazione progressiva delle parole lette dal sintetizzatore. Dislessia nella Scuola Secondaria di II Grado La sintesi vocale non è certamente paragonabile alla voce umana per quanto riguarda qualità del suono, precisione della pronuncia ed espressività nella lettura, ma consente potenzialmente al dislessico di lavorare in piena autonomia su qualsiasi testo disponibile in formato digitale. È bene tuttavia essere consapevoli di alcuni ostacoli al suo utilizzo, che presuppone la disponibilità in classe e a casa di un supporto digitale per la consultazione di materiale multimediale (un portatile o un tablet) e del software da installare, nonché le competenze operative per farlo funzionare. Il discente deve cioè essere nelle condizioni economiche, contestuali e culturali per servirsi di questi strumenti in maniera efficace e realmente funzionale ai propri bisogni. Dislessia nella Scuola Secondaria di II Grado Dislessia nella Scuola Secondaria di II Grado I problemi incontrati dallo studente dislessico negli studi, a ogni modo, non sono del tutto risolti dalle tecnologie di sintesi vocale, perché non dipendono unicamente dalle difficoltà di lettura. Spesso la coesistenza di più DSA, la loro inadeguata compensazione nei precedenti gradi di scuola e il mancato sviluppo di un metodo di studio efficace sono all’origine di ulteriori difficoltà nell’apprendere. Sulla base dell’osservazione sul campo molti docenti concordano nel rilevare, ad esempio, il rapido affaticarsi della memoria di lavoro e una generale difficoltà di astrazione e formalizzazione nell’analisi linguistica. Gli strumenti compensativi Rispetto all’opportunità d’uso dei vari strumenti compensativi, tuttavia, non si possono fornire indicazioni precise, perché i dislessici non costituiscono una popolazione omogenea e l’espressività del disturbo nel singolo può collocarsi su uno spettro di gravità piuttosto ampio. Il docente deve quindi orientarsi avendo sempre presente che lo scopo degli strumenti compensativi e delle misure dispensative è quello di arginare l’interferenza del disturbo nello svolgimento di alcuni compiti cognitivi (quali la lettura, l’analisi, la comprensione e la traduzione di un brano) e dispensare l’alunno da prestazioni che per l’eccessiva difficoltà non risultano utili o funzionali all’apprendimento. Gli strumenti compensativi È auspicabile quindi che la scelta degli strumenti compensativi e le modalità del loro utilizzo siano concertate direttamente con lo studente e che questo si confronti con l’insegnante sulle strategie di apprendimento che, in base all’esperienza maturata, considera più appropriate al proprio stile di apprendimento. Gli strumenti compensativi Gli strumenti compensativi Come far capire agli altri ragazzi perché lui può essere facilitato? È bene tener presente che gli strumenti compensativi e le misure dispensative non sono facilitazioni. Come specificato nelle linee guida, queste accortezze non semplificano lo sforzo cognitivo necessario allo svolgimento dei compiti o delle prove, ma consentono ai ragazzi con DSA di essere alla pari dei propri compagni. È importante che il ragazzo con DSA non si senta a disagio in classe e coi compagni, altrimenti si corre il rischio che rifiuti l’utilizzo degli strumenti compensativi. Questa scelta, spesso dettata dal desiderio di non volersi sentire diverso, andrebbe a compromettere il rendimento scolastico e, di conseguenza, l’autostima. Come far capire agli altri ragazzi perché lui può essere facilitato? Come far capire agli altri ragazzi perché lui può essere facilitato? Ci sono film e libri sulla dislessia che possono essere introdotti alla classe per far comprendere di cosa si tratta. In linea generale, estendendo la didattica inclusiva a tutta la classe, il ragazzo con DSA ha maggiori possibilità di non essere visto come un diverso dai suoi compagni. Gli strumenti compensativi E’ utile distinguere strumenti compensativi specifici che vicariano o ausiliano in modo diretto e specifico una delle abilità, lettura – ortografia – grafia – numero – calcolo; ad es. sintesi vocale, calcolatrice, correttore ortografico, lettore esterno, penne con impugnatura speciale, … strumenti compensativi non specifici o funzionali, ad es. della memoria procedurale o di altre abilità tavola pitagorica, promemoria verbi, sequenza giorni, sequenze mesi, ecc. quaderni speciali, testi con carattere più leggibile PARCC = Panel di Aggiornamento e Revisione della Consensus Conference DSA (2007) …altri strumenti compensativi computer con programmi di videoscrittura con correttore ortografico e sintesi vocale, commisurati al singolo caso tavola delle coniugazioni verbali, tabella delle misure e delle formule geometriche, enciclopedia informatica multimediale su cd rom, audiolibri, testi scolastici con allegato cd rom, scanner, lavagna LIM (lavagna interattiva multimediale) registrazione di sintesi di lezioni utilizzo di sussidi audiovisivi scrittura alla lavagna in grande e in stampatello maiuscolo e poche parole chiave uso di mappe concettuali uso di schemi riassunti nell’analisi grammaticale, logica e del periodo permettere all’allievo di consultare schemi cartine geografiche e storiche, tabelle della memoria di ogni tipo Mp3 registrati (dagli insegnanti, dagli alunni e/o allegati ai testi) Ecc. ecc. ecc. Quando è consigliato suggerire l’adozione di misure dispensative? Quando le misure compensative non sono sufficienti per permettere una sufficiente autonomia I risultati scolastici non sono compatibili con le potenzialità di apprendimento L’impegno nello studio non è proporzionale rispetto alle richieste ambientali Esempi. sostituzione delle verifiche scritte con verifiche orali, valutazione del contenuto e non della correttezza ortografica nelle produzioni scritte, scelta del carattere grafico più leggibile in caso di disgrafia, ecc. PARCC = Panel di Aggiornamento e Revisione della Consensus Conference DSA (2007) Le misure dispensative per gli alunni con DSA Le “Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento” allegate al Decreto 5669/2011 (art. 3) indicano che «Rientrano tra le misure dispensative altresì le interrogazioni programmate, l’uso del vocabolario, poter svolgere una prova su un contenuto comunque disciplinarmente significativo, ma ridotto o tempi più lunghi per le verifiche. L’adozione delle misure dispensative, dovrà essere sempre valutata sulla base dell’effettiva incidenza del disturbo sulle prestazioni richieste, in modo tale da non differenziare, in ordine agli obiettivi, il percorso di apprendimento dell’alunno o dello studente in questione». …altre misure dispensative privilegiare verifiche orali piuttosto che scritte, tenendo conto anche del profilo individuale di abilità; prevedere nelle prove scritte l’eventuale riduzione quantitativa, ma non qualitativa dispensa dal prendere appunti e scrivere sotto dettatura, copiare dalla lavagna dispensa dallo studio mnemonico di formule, definizioni non assegnargli troppi compiti per casa non pretendere uno studio mnemonico permettere tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio, mediante un’adeguata organizzazione degli spazi ed un flessibile raccordo tra gli insegnanti organizzare interrogazioni programmate consentire l’uso di testi ridotti non per contenuto, ma per quantità di pagine. La dispensa dallo scritto di lingua straniera comporta poi un diploma diverso? No, è ammessa la dispensa dalle prove scritte di lingua straniera – ricompresa esplicitamente tra le misure dispensative – senza che ne venga fatta menzione nel titolo di studio. Qual è la differenza tra dispensa e esonero dalla lingua straniera? Quando si è dispensati dalla prova scritta di lingua straniera, si dà luogo ad una prova alternativa – solitamente orale – tesa ad accertare la competenza del candidato in altra forma. Per “esonero” si intende che il candidato non sostiene in alcun modo la prova in questione. A tal punto si rientra nell’ambito del Piano di studi “differenziato”, che non dà diritto al conseguimento del titolo di studio, ma a una mera attestazione di frequenza. Chi decide se adottare la dispensa dallo scritto della lingua straniera? E’ in ultima analisi il Consiglio di Classe che ne decide l’adozione, valutando le eventuali proposte di un docente di classe o della famiglia, su indicazione di un clinico. Lo studio delle Lingue Classiche Se si considera che la lettura di testi in latino e in greco rappresenta e ha rappresentato per generazioni di studenti una sfida intellettuale tanto avvincente quanto ardua, si comprende che per gli studenti dislessici le difficoltà insite in questi studi sono maggiori, sia per le specifiche caratteristiche di queste due lingue sia per le modalità con cui tradizionalmente vengono insegnate. Ciononostante sono molti, tra gli studenti con Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), quelli che scelgono scuole secondarie di secondo grado in cui è previsto l’insegnamento del latino e del greco. Lo studio delle Lingue Classiche La mutata situazione normativa e il numero di studenti con DSA iscritti al liceo richiedono agli insegnanti di saper operare scelte didattiche adeguate ai loro bisogni. Consapevoli degli ostacoli concreti che gli allievi dislessici incontrano nello studio delle lingue classiche, i docenti dovrebbero favorire il raggiungimento del successo formativo accertandosi che le attività proposte e le modalità di presentazione dei contenuti disciplinari rispondano ai loro peculiari stili di apprendimento. Tuttavia il reperimento di informazioni e indicazioni chiare su come questo debba avvenire non è affatto semplice. Lo studio delle Lingue Classiche Il latino e il greco sono lingue relativamente trasparenti e richiedono, non diversamente da quanto accade per lo studio di una qualsiasi lingua moderna, l’apprendimento di un sistema di regole di ortografia e pronuncia. Le difficoltà specifiche delle lingue classiche riguardano invece la loro natura flessiva, il fatto che si tratta di lingue storicamente concluse e il fatto che nella tradizione scolastica del loro insegnamento è prevalso un approccio grammaticalistico. Solo per il greco si aggiunge la difficoltà, non indifferente, data dalla diversità della rappresentazione grafica delle lettere. Lo studio delle Lingue Classiche C.M Prot. 4674 del 10/05/2007 In particolare si richiama l’attenzione sul fatto che gli specifici disturbi di apprendimento rendono spesso difficile lo svolgimento di prove scritte che non si effettuano nella lingua nativa. Le prove scritte di lingua non italiana, ivi comprese ovviamente anche quelle di latino e di greco, determinano obiettive difficoltà nei soggetti con disturbo specifico di apprendimento, e vanno attentamente considerate e valutate per la loro particolare fattispecie con riferimento alle condizioni dei soggetti coinvolti. In tutti i casi in cui le prove scritte interessino lingue diverse da quella materna e non si possano dispensare gli studenti dalla loro effettuazione, gli insegnanti vorranno riservare maggiore considerazione per le corrispondenti prove orali come misura compensativa dovuta. Lo studio delle Lingue Classiche I principali strumenti compensativi cui generalmente si ricorre sono formulari e tavole di flessione, dizionari digitali, registratori e sintetizzatori vocali, versioni stampate in formato ingrandito, suddivise per frasi e con ampia spaziatura, uso convenzionale dei colori come strumento di analisi linguistica. Per quanto riguarda le misure dispensative, invece, può rivelarsi opportuno prediligere le interrogazioni orali e pianificarle nel tempo insieme al discente, prevedere tempi più lunghi per i compiti in classe e selezionare versioni più brevi. I ragazzi dislessici possono essere bocciati esattamente come tutti gli altri. Quello che si chiede alla scuola è semplicemente di rispettare la legge 170 e di mettere i ragazzi dislessici nelle condizioni di poter dimostrare quello che sanno.