LA CIVILTA` GRECA

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LA CIVILTA’
GRECA
CLASSE QUINTA
Scuola Primaria
“G. Merlo”
Valrovina
La civiltà greca sorse intorno al X secolo a.C., ebbe il
suo massimo splendore tra il VI e il IV secolo a.C. e finì
con l’invasione della Grecia da parte dei Macedoni.
Il territorio della Grecia
La Grecia è una penisola dal territorio montuoso,
con strette pianure costiere, poche terre fertili e
pochi fiumi (tutti in gran parte poveri d’acqua).
Le coste sono frastagliate, piene di insenature e
di penisole.
Inoltre la Grecia è circondata da molte isole e
isolotti.
Proprio per il suo territorio in gran parte
montuoso, non era facile allevare e coltivare;
così i greci divennero bravissimi commercianti
marittimi.
ORGANIZZAZIONE
POLITICO SOCIALE
Tutti i regni del mondo antico erano governati da
un sovrano.
I re achei
persero le loro autorità e le città
passarono sotto la guida degli aristocratici,
uomini che appartenevano alle famiglie più
ricche e potenti.
Gli aristocratici erano pochi; per questo il loro
governo si chiamava oligarchia.
Gli altri abitanti potevano partecipare alla
politica, cioè alla vita della polis: nell’agorà si
tenevano infatti delle assemblee, in cui
ciascuno poteva esprimere il proprio parere.
Nelle città di mare invece ci furono più governi
democratici, che contavano sulla partecipazione
del popolo (commercianti, artigiani e militari) alla
vita militare e politica.
Città simbolo di questi due tipi di governo furono
Atene e Sparta.
In tutte le città della Grecia esistevano molti
schiavi; queste persone erano considerate senza
diritti, erano di proprietà del loro padrone e non
potevano prendere parte alle decisioni della città.
Anche le donne non potevano partecipare alle
assemblee e dunque nemmeno prendere le
decisioni.
SPARTA
Sparta era governata dall’oligarchia degli
spartiati.
Le terre, erano divise fra gli spartiati:
ciascuno ne riceveva una porzione,
insieme a un certo numero di schiavi
perché la coltivassero.
ATENE
Ad Atene c’era un’altra forma di governo, la democrazia,
a cui partecipavano tutti i cittadini.
La popolazione era divisa in dieci tribù; ogni tribù
eleggeva cinquanta rappresentanti che formavano un
grande consiglio, la Bulè. La Bulè preparava le leggi e
le proponeva all’Ecclesìa, l’assemblea di tutti i cittadini
Ateniesi, ai quali toccava decidere se approvare o meno
le leggi.
Per difendere la democrazia da chiunque cercasse di
prendere il potere, gli Ateniesi avevano un curioso
sistema, chiamato ostracismo. Era un tipo di votazione
nella quale se raggiungevano seimila voti la persona
indicata come pericolosa o influente veniva esiliata dalla
polis per dieci anni.
LA POLIS
In Grecia esistevano centinaia di Città-Stato
indipendenti le une dalle altre.
Queste polis erano spesso rivali e si facevano anche
la guerra, ma riuscirono, partendo dalla comune
identità culturale, a sviluppare anche forti legami tra
loro.
I Greci erano organizzati in strutture politiche
abbastanza piccole : persino ATENE, la più grande
polis greca, non aveva che alcune migliaia di abitanti.
Ciascuna polis consisteva in una singola città che
sorgeva in riva ad un fiume o vicino al mare,
circondata da mura e dalla campagna circostante
che serviva al mantenimento della città.
AGORA’
All’Interno delle mura della città c’era una zona più
elevata, l’ACROPOLI , e poi una grande piazza centrale
detta AGORA’, che veniva usata per il mercato e per le
assemblee dei cittadini.
L’agorà era inoltre un punto di incontro per conversare con
gli amici e scambiarsi idee. Nell’agorà si tenevano le
assemblee alle quali potevano partecipare tutti gli uomini
liberi per discutere e confrontare le loro opinioni. In realtà
venivano considerati uomini liberi solo i maschi adulti che
possedevano dei beni e non avevano bisogno di lavorare.
Dalla vita pubblica erano escluse le donne, i forestieri e gli
schiavi.
L’agorà era il cuore della polis: in essa la mattina presto
arrivavano i contadini, gli agricoltori e i pescatori che,
insieme ad artigiani e commercianti, rifornivano la
popolazione di quanto era necessario.
Nell’Acropoli di solito erano concentrati gli edifici
più belli e importanti della città, in particolare i
templi delle divinità.
Di particolare importanza era il tempio dedicato
alla divinità protettrice della città.
La stessa Atene prendeva il suo nome dalla Dea
Atena a cui era dedicata la città. Per onorarla era
stato costruito il Partendone, al cui interno si
trovava una statua di Atena alta 12 metri.
La statua era fatta di legno e di avorio, ed era
ricoperta di vestiti in oro zecchino.
ECONOMIA
I lavori agricoli erano legati alle stagioni
dell’anno e seguivano un ciclo fisso. Al tempo
giusto l’agricoltore doveva trovarsi pronto, con
le sue forze e con gli strumenti adatti,
ricordandosi delle virtù indispensabili alla
sopravvivenza: laboriosità, frugalità, senso
dell’utilità, cura del risparmio.
L’agricoltura estensiva e quella
intensiva:
Nella Grecia del nord, nei territori sottoposti a
governi aristocratici, la proprietà rurale era
costituita dai latifondi: vasti possedimenti agricoli
in mano ad un unico proprietario, coltivati in
maniera estensiva (grano e orzo) o adibiti al
pascolo.
Nelle zone in cui si era imposto il regime
democratico, era diffusa la media e piccola
proprietà e i terreni venivano sfruttati
intensivamente.
La produzione di cereali era limitata
poiché le pianure tenute a latifondo erano
aride e comunque insufficienti a coprire il
fabbisogno di grano e orzo.
Nelle piccole proprietà d’altronde,
il contadino era costretto ad una
agricoltura diversificata:
cereali,legumi,verdure,frutta,vite e olivo.
L’allevamento del bestiame:
Greggi di pecore e capre erano numerosi in tutta
la Grecia perchè non avevano bisogno di pascoli
grassi e si adattavano anche ai terreni sassosi.
Più che per la carne, gli ovini venivano allevati
per il latte e per la lana. I più grossi animali
macellati erano in genere i maiali, dei quali non
veniva scartato niente, mentre i buoi, insieme agli
asini e ai cavalli, servivano per i trasporti e per i
lavori dei campi. Il pesce era il cibo più diffuso e,
nelle grandi occasioni, si metteva in tavola un
animale da cortile.
USI
E
COSTUMI
L’ ABBIGLIAMENTO
Gli abiti erano ricavati da pezze di stoffa
rettangolari che avvolgevano il corpo in morbide
pieghe e, quando arrivava il freddo, ci si copriva
con calde mantelle. Le donne filavano la lana di
pecora e lavoravano le fibre grezze di lino in filati
finissimi: poi tingevano i filati con colori brillanti e, a
volte, tessevano filati con colori contrastanti e
simboli particolari. Gli abiti confezionati con la seta
importata erano molto costosi.
Si usava camminare scalzi oppure con sandali o
calzari. I ricchi, sia uomini che donne, portavano
lussuosi gioielli. Gli schiavi indossavano solo uno
straccio legato ai fianchi.
GLI ABITI FEMMINILI
Le donne indossavano
lunghe tuniche in lana o
in lino, fissate alle spalle
da lunghi spilloni e
strette in vita o qualche
volta alle anche. Le
mantelle
potevano
essere piccoli scialli o
ampie
tuniche
da
viaggio.
GLI ABITI MASCHILI
Uomini e ragazzi di
solito
indossavano
tuniche lunghe fino alla
coscia,
mentre
gli
anziani le preferivano
con orli che arrivavano
più
in
basso.
Le
mantelle invernali erano
spesso indossate in
modo da lasciare una
spalla nuda.
LO SAI CHE …?
L’ abbronzatura non era di moda nell’
antica Grecia.
In estate il sole bruciava le teste e le
ginocchia.
Uomini e donne indossano cappelli a
larga testa per proteggersi dai raggi solari.
USI
Donne e ragazzine trascorrevano molte ore a
tessere la lana delle loro pecore e fare tessuti per
la casa: tele da appendere al muro, coperte e
cuscini per i mobili.
La lana grezza prima di essere tessuta doveva
venire filata e attorcigliata. Si usava filare usando
due attrezzi chiamati conocchia e fuso: si
intrecciava la lana con la mano destra e si
intrecciava lentamente fino a formare il filo, che
veniva inserito nel fuso, strumento troppo pesante
per essere tenuto stabilmente.
GIOCHI E GIOCATTOLI
Anche i bambini di quel tempo avevano i loro giochi e
giocattoli: i bastoni che usavano come cavalli, i carretti fatti
con un’ asta e due ruote, i cavalli di terra cotta o di legnosa
lo spago da tirare, il cerchio con il rocchetto ( una specie di
yo-yo), la trottola, il dondolo, le bambole di stoffa, legno,
terra cotta o avorio.
Poi c’ erano i giochi da fare all’ aperto: mosca cieca,
nascondino, palio….
E ancora: giochi di abilità con i sassolini, le noci e gli
astragali, cioè ossicini ottenuti dalle articolazioni delle
zampe delle capre. Naturalmente c’ erano giocattoli che solo
i bambini ricchi potevano possedere, ma la maggior parte
dei giochi veniva costruita dagli stessi bambini.
L’ ARTE GRECA
Molte opere artistiche, giunte fino a noi,
testimoniano la grandezza della civiltà
greca. Gli architetti, gli scultori e i pittori
greci erano molto abili e le loro opere
hanno influenzato l’arte dei popoli che
sono venuti dopo.
I Greci erano eccellenti
ARTISTI: gli artigiani
producevano vasi raffinati,
decorati con figure rosse e
fondo nero.
ARCHITETTI e SCULTORI
realizzavano grandi
costruzioni come templi,
teatri, edifici pubblici e le
rendevano più belle con
bassorilievi e statue.
ATENE E LA FILOSOFIA
Atene accolse molti STUDIOSI, SCRITTORI e
FILOSOFI le cui opere vengono studiate ancora
oggi.
In particolare risultò determinante per la cultura
dell’Occidente il pensiero dei filosofi che cercavano
di rispondere a diverse domande: come è nata la
Terra? Di che cosa è fatta? Come e perché
cambia?
Quale
significato
ha
l’esistenza
dell’UOMO? Qual è il destino dell’umanità?
A queste domande i filosofi cercano di rispondere
non con il mito, ma con la ragione.
GRECI MAESTRI D’ARTE
I Greci costruirono opere che servirono da
modello presso i popoli antichi. Nel
progettare città e templi, i Greci avevano
grande rispetto per la natura, mediante
attenti studi facevano in modo che la luce
entrasse nei templi.
ARCHITETTURA
Gli architetti dedicarono grande attenzione
agli edifici pubblici, ai teatri e agli stadi
dove si svolgevano le Olimpiadi.
I templi erano edifici rettangolari,
circondati
da
colonne,
statue
e
bassorilievi. Avevano tetti di legno ed
erano dipinti con colori vivaci e
contrastanti.
PITTURA
L’unica traccia che ci rimane della
pittura greca sono le decorazioni sui
vasi di ceramica giunti fino a noi.
Questi dipinti ci forniscono preziose
informazioni, perché rappresentano
scene di vita quotidiana, attività
commerciali, scene di battaglia, gare
sportive e divinità. Osservandoli
possiamo capire come vivevano gli
antichi Greci.
LA CERAMICA, TRA FANTASIA
E REALTA’
Le ceramiche degli antichi Greci
ci rivelano le tecniche, i gusti,
l’abilità e la fantasia dei maestri
che le hanno modellate e
decorate. I vasi che ci sono
pervenuti hanno forme diverse;
le decorazioni, composte in
accordo
con
la
forma,
consistono
in
figure
geometriche e soggetti tratti
dalla mitologia o dalla vita
quotidiana dei Greci. Molte
ceramiche sono decorate con
scene che hanno una storia.
IL TEATRO GRECO
La
rappresentazione
teatrale
nacque ad Atene come forma di
culto durante le feste dedicate al
signore Dioniso. Il teatro di Atene
sorgeva ai piedi dell’acropoli; la
struttura si diffuse in tutto il mondo
greco. Gli attori
del coro
danzavano e cantavano in uno
spazio semicircolare chiamato
“ORCHESTRA”,
mentre
i
protagonisti recitavano sul PALCO
rialzato. Alcuni teatri GRECI sono
usati ancora oggi. Gli attori
recitavano con il volto coperto da
maschere di terracotta.
GLI DEI GRECI
I Greci erano politeisti, adoravano cioè molte
divinità che rappresentavano con le
sembianze umane assumendo forme diverse.
Benchè immortali e privi di vecchiaia gli dèi
condividono le caratteristiche degli esseri
umani e sono di volta in volta innamorati,
gelosi, infedeli, vendicativi, ingenui.
Gli dèi principali secondo la tradizione sono 12:
Zeus: re degli dei signorI del cielo e del fiume.
Era: dea del matrimonio.
Ares: dio della guerra.
I gemelli Apollo:divinità solare.
Artemide: vergine cacciatrice e divinità lunare.
Dioniso : ha insegnato agli uomini come coltivare la vita ed è il dio
dell’ebrezza.
Hermes: l’astuto messaggero degli dei.
Atena : dea dell’ordine e della sapienza, nata già adulta e armata
dalla testa di Zeus.
Afrodite: dea dell’amore e della seduzione.
Demetra : dea portatrice di civiltà, che ha portato agli uomini la
coltivazione dei cereali, la vita civilizzata ed il matrimonio.
Poseidone: dio del mare.
Molto importanti sono gli dei degli Inferi, cioè del
mondo dei morti:
Ade : fratello di Zeus.
Persefone/Core: figlia di Demetra e di Zeus.
Accanto agli dei principali il pantheon (cioè
l’insieme delle divinità) comprende molte divinità
minori: le ninfe, che popolano sorgenti, boschi,
monti, mari; le nove muse, che proteggono le arti e
le scienze; dei secondari come Ascelepio, dio della
medicina, o Estiva, dea del focolare.
Riti e sacrifici
Per ottenere il favore degli dei, i Greci
offrivano sacrifici di animali: capre, pecore,
buoi; prima di compiere qualsiasi impresa
consultavano un oracolo, cioè un sacerdote
o una sacerdotessa che parlavano a nome
del dio.
Nelle città sorgevano numerosi templi alle
divinità protettrici, e in particolari luoghi della
Grecia, ritenuti sacri, venivano costruiti i
santuari, dove si tenevano feste e cerimonie.
Come pregavano gli antichi greci
I greci non formarono mai un unico stato e ogni città fu sempre
indipendente dalle altre.
Spesso vi furono guerre tra città e città.
Tuttavia, benché divisi politicamente, i greci ebbero coscienza di formare
un popolo unico, con una lingua comune, pur nella varietà dei dialetti, e
con una comune religione.
I greci furono politeisti: i loro dei e le loro dee, ai quali attribuivano aspetto
umano e gli stessi difetti e le stesse caratteristiche degli uomini, vivevano
sulla cima coperta di nubi del monte Olimpo, uno dei più alti del paese.
Agli dei gli uomini dovevano offrire sacrifici di animali o di primizie agresti;
molte città, inoltre, celebravano feste religiose alle quali accorrevano greci
di tutte le regioni. Le più famose furono le feste olimpiche, che si
celebravano ogni quattro anni ad Olimpia in onore di Zeus.
Durante queste feste, come in altre, si svolgevano i giochi sacri in onore
del dio: gli atleti vincitori delle Olimpiadi erano famosi in tutta la Grecia, e
sovente i poeti scrivevano inni in loro onore. Molto frequentati erano pure i
templi in cui si trovavano oracoli, come quello di Delfi.
L’IMPORTANZA DELLO SPORT
I Greci diedero molta importanza alla pratica dello
sport .
In tutte le città c’era il gymnasivm = palestra
L’attività fisica veniva vista come: offerta religiosa,
educazione, pratica al coraggio, pratica alla guerra.
In ogni città della Grecia si organizzavano feste
sportive in occasione di feste religiose.
Le più importanti erano le Olimpiadi, in onore di
Zeus, che si tennero regolarmente ogni quattro anni
dal 776 a.C. al 393 d.C. in agosto.
Si svolgevano ogni 4 anni ad Olimpia e duravano 5
giorni .
Potevano partecipare i ragazzi e i cittadini maschi adulti .
Le donne sposate non potevano neanche assistere.
Gli atleti gareggiavano rigorosamente nudi.
Le principali discipline erano:
- la corsa
- il lancio del disco
- il lancio del giavellotto
- la lotta
- il salto in lungo
Il rituale preparatorio dell’ atleta era ungersi il corpo di
olio profumato.
IL LANCIO
IL LANCIO
DEL
DEL DISCO
DISCO
ARMI E GUERRIERI
Nell’antica Grecia il passaggio dell’ uomo
all’età adulta era determinato dalla
capacità di combattere: un individuo
adulto era un uomo in grado di
combattere.
I Greci conobbero nel tempo due diversi
modi di combattere:
-il duello
- la falange oplitica
IL DUELLO
Il duello è ampiamente descritto nei poemi omerici:nel corpo a corpo con la lancia e
la spada si assiste alla prova di valore dell’eroe.
Solo gli aristocratici possono essere guerrieri.
Omero descrive l’equipaggiamento del guerriero:
armi di difesa:la corazza,lo scudo,l’elmo crestato,gli schinieri.
Armi di offesa:la lancia e la spada.
Ogni vero guerriero aveva poi un carro,piccolo,a due ruote,trainato dai cavalli.
Questo serviva per trasportare il guerriero sul campo di battaglia,ma non serviva per
combattere. Arrivato al campo di battaglia l’eroe scendeva e combatteva a piedi.
Le armi erano soprattutto di bronzo,ma anche d’oro,d’argento o di
ferro:abbagliavano con il loro splendore e atterrivano con il loro suono.
L’eroe può dimostrare il suo valore affrontando la morte,la perdita della gioventù e
della vita in cambio della “gloria personale”. Morendo in modo eroico il guerriero
rende immortale il proprio nome.
Ogni guerriero ha la propria armatura ed è da essa identificato: ogni guerriero viene
riconosciuto dalle proprie armi (per questo il rito della spoliazione e della vestizione
sono così importanti e simbolici).
Il carro di battaglia e i cavalli avevano un costo molto elevato perciò solo i nobili
potevano armarsi ed avere di conseguenza peso politico:il peso politico era infatti
determinato dal contributo militare che si poteva dare.
UN DUELLO FRA OPLITI
LA FALANGE OPLITICA
Gli opliti avevano una robusta corazza, i gambali, l’elmo e un
grande scudo rotondo (HOPLON) fissato sull’avambraccio
sinistro.
Con il braccio destro si impugnavano le armi di offesa (lancia
e spada).
Gli opliti si “schieravano” in file serrate e avanzavano
compatti al ritmo della musica suonata da un flautista.
Nella falange non servivano il carro e i cavalli: il suo
equipaggiamento era perciò alla portata dei ceti medi
(mercanti, piccoli proprietari terrieri, artigiani agiati).
Nella falange è fondamentale essere compatti e ordinati. La
necessità di mantenere l’ordine per la reciproca difesa
comporta la nascita di nuovi valori: il controllo di sé, la
solidarietà, la collaborazione, ... (che prevalgono sulla
competizione).
ANDARE IN GUERRA
Le città-stato dell’antica Grecia combattevano fra loro per
contese territoriali e commerciali. Sparta aveva un esercito
permanente,mentre le alte città-stato addestravano militarmente
i cittadini liberi e li richiamavano nei tempi di guerra. Ad Atene
tutti gli uomini tra i 20 e i 50 anni avevano il dovere di difendere
la patria in caso di necessità. Chi poteva permettersi l’acquisto di
un cavallo era arruolato in cavalleria,mentre la maggior parte di
cittadini prestava servizio come fanti,chiamati opliti;i più
poveri,che non avevano le possibilità per comprarsi le
armature,remavano nelle navi da guerra. Quando i Persiani
invasero la Grecia,alcune città-stato si unirono contro il nemico
straniero. Le guerre persiane durarono dal 490 al 449 a.C.
Sparta combatté contro Atene dal 431 al 404 a.C.,nella guerra del
Peloponneso,che coinvolse altre città-stato. La vittoria andò alla
fine a Sparta,ma tutti i contendenti ne uscirono indeboliti per la
perdita di vite umane e di ricchezze.
LA SCRITTURA E LA LINGUA
I greci trassero il loro alfabeto dai fenici, ma
modificarono
la
forma
delle
lettere,
adattandola alla lingua greca.
Aggiunsero anche le cinque vocali.
I greci scrivevano prevalentemente su rotoli
di papiro.
La lingua greca fu la”lingua internazionale”
per lungo tempo e permise ai vari popoli di
comunicare tra loro.
LA SCUOLA
Nell’antica grecia la scuola era pagata dai genitori i quali
mandavano il proprio figlio a lezione da un maestro.
Iniziava a 7 anni e poteva durare anche sino a 18 anni e oltre,
ma questo succedeva solo nelle famiglie benestanti che
avevano abbastanza denaro per pagare gli studi al figlio.
Lo scolaro imparava a scrivere su tavolette di legno ricoperte
da uno strato di cera. Il maestro tracciava con lo stilo una frase
sulla tavoletta e lo scolaro doveva ricopiarla piu’ volte. Se
sbagliava capovolgeva lo stilo e con la punta piatta raschiava
via l’errore e riscriveva sopra.
A scuola si imparava la scrittura, la lettura, l’aritmetica, la
musica e parti dei poemi piu’ famosi. Poi dai 15 anni studiavano
materie piu’ difficili. I greci pensavano che avere un corpo sano
fosse importante quanto avere una mente istruita. una parte
della giornata era percio’ dedicata alla ginnastica.
LA LETTERATURA
In Grecia nacquero e vissero molti poeti, il primo fra
tutti Omero, che narro’ nell’Iliade e nell’Odissea la
guerra di Troia e il ritorno degli eroi in patria. Molto
noto fu anche Esopo, vissuto nel quarto secolo a.c,
autore di famose favole.
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