L'apparato cardiocircolatorio
L'apparato cardiocircolatorio è
come un sistema idraulico
formato dal cuore, che funziona
come una pompa, e da un
complesso sistema di vasi che
distribuiscono il sangue per tutto
il corpo attraverso le arterie, per
poi riportarlo al cuore attraverso
le vene.
L'apparato cardiocircolatorio : il cuore
Il cuore ha le dimensioni di un
pugno chiuso e ha una forma
simile a una pera con la punta
rivolta verso il basso.
Si trova all'interno della gabbia
toracica, tra i due polmoni. Sotto
c'è il diaframma, il muscolo che
divide la cavità toracica da quella
addominale. Dietro si trova
l'esofago e poi la colonna
vertebrale. Davanti c'è lo sterno,
l'osso del torace dove si uniscono
le costole.
L'apparato cardiocircolatorio : il cuore
La membrana esterna che ricopre
il cuore è il pericardio, quella
interna è l'endocardio. Tra le due
membrane è presente il
miocardio il muscolo
involontario che lo fa pompare.
La cavità cardiaca è attraversata
da una parete longitudinale che
divide il cuore in due parti: a
destra scorre il sangue venoso, a
sinistra quello arterioso.
L'apparato cardiocircolatorio : il cuore
Ciascuna delle due metà è poi a sua volta
divisa da una parete orizzontale che
forma l'atrio, la parte superiore, e il
ventricolo, quella inferiore. Questa
parete orizzontale non è però continua
come quella longitudinale, contiene
delle valvole unidirezionali che
permettono al sangue di passare
esclusivamente dall'atrio al ventricolo.
La valvola che mette in comunicazione
atrio e ventricolo destro si chiama
tricuspide, perché è formata da tre
lembi; quella sinistra si chiama
bicuspide (è formata da due lembi) o
mitrale.
L'apparato cardiocircolatorio : il cuore
Il funzionamento del cuore
Quando gli atri si dilatano il
sangue entra, a questo punto
si contraggono e il
passa nei
sangue
ventricoli
sottostanti. In questa fase i
ventricoli si dilatano per poi
contrarsi e sospingerlo nelle
arterie. La fase di dilatazione di atri e ventricoli è
detta diastole, quella di contrazione sistole. Normalmente, in una
persona adulta, il cuore si contrae 60-70 volte al minuto. La frequenza
cardiaca aumenta sotto sforzo, è necessario pompare una maggior
quantità di sangue, ed è più frequente nei bambini. Questa capacità di
contrazione del cuore è autonoma, il cuore continua a contrarsi per un
breve periodo anche quando viene sottratto all'organismo.
L'apparato cardiocircolatorio:
Le arterie
Sono i vasi che trasportano il
sangue dal cuore alle zone
periferiche. A ogni
sangue viene
Questo
contrazione il
sospinto in avanti.
determina che la circolazione
non sia continua ma a flussi.
Nelle arterie superficiali che si possono percepire in alcuni
punti del corpo, è possibile, apponendo un dito, sentire le pulsazioni,
che riproducono i battiti cardiaci: il polso. Per questo motivo, durante
un'emorragia arteriosa, il sangue, di colore rosso vivo, esce a fiotti.
L'apparato cardiocircolatorio:
Le vene
Sono i vasi che
il sangue
periferiche al
sangue
trasportano
dalle zone
cuore. Il
fluisce in modo
continuo. Questo
movimento è aiutato dalla
presenza di numerose valvole "a nido di
rondine", che non permettono il rifluire verso il basso
del sangue.
L'apparato cardiocircolatorio:
I capillari
Sono dei vasi piccolissimi, con un
diametro compreso tra i 10 e i 20
millesimi di millimetro, dove la parte
terminale delle arterie si congiunge con
la parte iniziale del sistema venoso.
Questa sottigliezza consente al
sangue di scorrere a contatto
con i tessuti effettuando
degli scambi di
sostanze. La lunghezza
complessiva dei
vasi sanguigni del corpo
umano è stata stimata compresa tra i 95.000 e i 160.000 chilometri, ben 3 o
4 volte la lunghezza della circonferenza del nostro pianeta!
La grande circolazione
La circolazione del sangue segue due diversi circuiti: la grande e la
piccola circolazione.
La grande circolazione consiste
nell'insieme dei vasi che
portano il sangue dal cuore alla
periferia e da qui nuovamente
al cuore. Il sangue parte dal
ventricolo sinistro, carico di ossigeno,
spinto
la sistole, ed entra nell'aorta, l'arteria più
grande. L'aorta si dirama in due vie, la carotide destra e sinistra,
che portano il sangue alla testa.
La grande circolazione
Le altre successive importanti diramazioni si
hanno attraverso le due succlavie, che portano
il sangue alle ascelle (arterie ascellari) e alle
braccia (arterie omerali) e, dopo il gomito, si
dividono ulteriormente in arterie radiali e
ulnari. L'aorta continua a ridosso della colonna
vertebrale fino all'addome da dove partono le
arterie che vanno verso i visceri: la splenica irrora la milza,
le renali i reni, l'epatica il fegato le mesenteriche gli intestini. Più in basso
l'aorta si dirama nella zona lombare nelle arterie iliache, attraverso l'inguine, e
queste continuano irrorando le gambe, come arterie femorali, poplitee
(all'altezza del ginocchio) e tibiali.
La grande circolazione
Dopo che il sangue ha raggiunto le
parti più periferiche del corpo,
attraverso vasi sempre più
piccoli, e dopo avere effettuato
gli scambi nutrizionali con i
tessuti attraverso la rete
capillare, torna verso il cuore
attraverso il sistema venoso.
Il sangue che proviene da testa, torace e arti superiori, nel suo viaggio di
ritorno confluisce nella vena cava superiore; quello che proviene dai visceri e
dalle gambe confluisce nella vena cava inferiore. Entrambe le vene sboccano
nell'atrio destro del cuore chiudendo la grande circolazione.
La piccola circolazione
La piccola circolazione consiste nell'insieme dei vasi che portano il
sangue dal cuore ai polmoni e da qui
nuovamente al cuore. In questo
viaggio il sangue, ricco di anidride
carbonica, se ne libera caricandosi
invece di ossigeno che successivamente cede ai
tessuti.
Quando, attraverso le vene cave
superiore e inferiore, il sangue entra
nell'atrio destro, passa attraverso la valvola
tricuspide al ventricolo destro per poi salire attraverso le arterie polmonari
dove giunge ai polmoni. Qui passa attraverso i capillari degli alveoli
polmonari dove si purifica e si libera dell'anidride carbonica per caricarsi di
ossigeno, attraverso la respirazione. Dopo questo scambio gassoso il sangue
ritorna al cuore attraverso le vene polmonari che sboccano nell'atrio
sinistro. Da qui tutto il circolo della grande e piccola circolazione
ricomincia.
INFARTO
Per infarto s'intende la morte di una parte del tessuto muscolare
cardiaco, dovuto ad un improvviso arresto della circolazione
arteriosa coronarica (ad es. per trombosi, embolia etc.).
L'infarto sembra colpire maggiormente il sesso maschile
soprattutto dopo i 50 anni.
Fattori predisponenti:
 ipertensione arteriosa
 alimentazione troppo ricca di grassi
 scarsa attività fisica
 stress
 abuso di fumo di sigaretta
 sovrappeso etc.
INFARTO
Come si manifesta:
I’infarto, spesso è preceduto da attacchi di angina pectoris
caratterizzati dalla comparsa di dolore al centro del torace che
si manifesta, di solito, a seguito di uno sforzo.
Altre volte si manifesta improvvisamente con:
dolore intenso, costrittivo al torace, talvolta
si può estendere alle braccia (soprattutto al
braccio sinistro), alla mandibola, alla schiena
pallore, sudorazione fredda ipotensione
Arteriosa nausea, vomito stato di confusione,
agitazione
INFARTO
Intervento
Mettere l'infartuato in posizione
seduta, slacciando vestiti, cravatte etc.
tenere sotto controllo il respiro e il battito cardiaco
tranquillizzare il paziente
chiamare al più presto l'ambulanza.
ANGINA
Intervento
ATTENZIONE: i sintomi dell'angina
sono molto simili a quelli dell‘ infarto
cardiaco: in mancanza di una diagnosi
precisa è necessario chiamare i
soccorsi immediatamente.
In attesa dei soccorsi, bisogna cercare di tranquillizzare e confortare
l'infortunato e impedire che si muova: ogni movimento o sforzo
richiede infatti un maggiore afflusso di sangue. Il paziente va adagiato
in posizione semiseduta, in questo modo la respirazione è favorita.
Inoltre, è bene tenere sempre sotto controllo le funzioni vitali: polso e
respirazione.
ANGINA
a
L'Angina pectoris è un dolore toracico dovuto
un restringimento temporaneo dei vasi
coronarici. Le coronarie,
restringendosi, provocano una
diminuzione dell'apporto di sangue al
cuore (ischemia).
Sintomi
L'infortunato è oppresso da un dolore più o meno intenso allo sterno
che si può irradiare sulla sinistra alla spalla, al braccio o al collo. La
durata dell'attacco è solitamente di pochi minuti. L'infortunato è
pallido, suda freddo, è ansioso, ha difficoltà respiratorie.
ARRESTO CARDIACO
L'arresto cardiaco è la cessazione dell'attività del muscolo cardiaco che
può avvenire per molteplici cause. Per quanto riguarda il primo
soccorso, il
rischio
frequente
di un arresto cardiaco è
nel caso di infarto,folgorazione,
asfissia e shock.
Sintomi
Quando il cuore cessa di battere la persona è
incosciente, la respirazione e il polso sono
assenti, la colorazione della pelle è pallida, le labbra e le unghie possono
essere cianotiche (violacee), le pupille in breve si dilatano, divengono
fisse, non reagiscono alla luce.
ARRESTO CARDIACO
Intervento
E' necessario agire con la massima tempestività: dopo 3 o 4 minuti
dall'arresto cardiaco i danni al cervello sono irreversibili. E' necessario
chiamare i soccorsi urgentemente spiegando
la
situazione affinché arrivino pronti e
preparati per un intervento rapido ed
efficace. In attesa dei soccorsi
bisogna procedere al massaggio cardiaco e alla
respirazione artificiale. In questo modo
l'infortunato viene tenuto in vita meccanicamente sino all'arrivo in
ospedale. La gravità è massima: dopo pochi minuti che il cuore si è
fermato ha inizio la morte cerebrale.
L’APPARATO RESPIRATORIO
L'aria entra nel corpo attraverso il naso, la bocca ha soltanto una
funzione accessoria. L'aria, all'interno delle narici, viene filtrata dal
pulviscolo
atmosferico attraverso le vibrisse, i
piccoli peli
che trattengono le particelle
più grosse. La
mucosa presente nelle nari
serve a
riscaldare e umidificare l'aria. Questa
poi, attraverso la faringe, il condotto in
comune con l‘apparato digerente, entra nella
laringe. L'epiglottide è una cartilagine che serve ad evitare che il cibo
penetri nella trachea durante la deglutizione. Se comunque, qualche
particella di cibo penetra ugualmente, il contatto con la mucosa delle
vie respiratorie, molto sensibile, provoca violenti colpi di tosse con
cui le particelle vengono espulse.
L’APPARATO RESPIRATORIO
La laringe ha una forma a imbuto ed è sostenuta da uno scheletro di cartilagine.
Alla laringe fa seguito la trachea, un tubo di circa 10 cm., che si divide poi in
due grossi
condotti, i bronchi, che a loro volta si
ramificano in
canali sempre fitti e sottili, i
bronchioli,
che terminano in circa 300 o 400 milioni di
alveoli polmonari. Qui avviene lo scambio di
ossigeno (O2) e anidride carbonica (CO2)
ad opera dei globuli presenti nel sangue
che si caricano di ossigeno presente nell'aria
inspirata
rilasciando anidride carbonica: la
respirazione.
I polmoni hanno forma piramidale e consistenza spugnosa. Poggiano sul
diaframma, il muscolo che separa l'addome dalla gabbia toracica. Sono avvolti
da un sacco chiuso formato dalle pleure, due membrane o foglietti: uno riveste
i polmoni, l'altro le pareti toraciche e il diaframma. Tra i due foglietti è
presente un liquido vischioso, il liquido pleurico, che permette lo scorrimento
delle membrane senza attrito.
LA RESPIRAZIONE
L'aria che inspiriamo è formata per il 78% da azoto, per
il 20% da ossigeno, per
il 2% da idrogeno e gas
vari e soltanto per lo
0,04% da anidride
carbonica.
L'aria che espiriamo, è
invece composta dalle
stesse percentuali, con
l'unica differenza che
l'ossigeno è il 16% e
l'anidride carbonica il 4%. La
respirazione utilizza perciò l'ossigeno eliminando anidride
carbonica (e vapore acqueo). Questo processo avviene negli
alveoli polmonari: qui il sangue carico di CO2 rilascia anidride
carbonica e si carica di ossigeno che trasporta nell'organismo.
LA RESPIRAZIONE
La respirazione è regolata da stimoli nervosi: se nell'organismo c'è
abbondanza di ossigeno rallenta, se
c'è
abbondanza di anidride carbonica
accelera.
Nell'ispirazione il diaframma si
abbassa e la gabbia toracica si
espande, grazie ai muscoli
intercostali
che si contraggono.
Questo movimento
richiama aria,
proprio come in un
mantice, e i
polmoni si espandono e si
riempiono di aria.
Durante l'espirazione, invece, diaframma e muscoli intercostali si
rilassano e i polmoni, contraendosi, espellono l'aria ormai ricca di
anidride carbonica.
In un minuto si compiono circa 12-16 atti respiratori, anche se il
numero aumenta notevolmente sotto sforzo, e nei bambini piccoli.
ASFISSIA
L'asfissia è un arresto o un'insufficienza
della
respirazione. Insorge per una
mancanza o una carenza di ossigeno.
Le cause possono essere molteplici:
l'ostruzione delle vie respiratorie da
parte di corpi estranei che soffocano
l'infortunato, per esempio alimenti,
ma anche dentiere (in caso di malore o
incidente) o vomito (nel caso l'infortunato sia incosciente). Tra le
altre cause meccaniche si possono per esempio ricordare l'acqua
(in caso di annegamento), terra o neve (in caso di frane e
valanghe), lacci e corde (in caso di impiccagione), lingua
capovolta (in caso di incoscienza).
ASFISSIA
Una persona, inoltre, può soffocare e andare incontro
all'asfissia anche perché l'ambiente
non è sufficientemente ossigenato,
per la presenza di gas tossici come
l'ossido di carbonio emesso dalle
stufe, per le fughe di gas, per i fumi
durante un incendio.
Infine, l'alterazione della respirazione e
addirittura la paralisi dei muscoli respiratori può avvenire in caso
di insufficienze cardiache o polmonari, ma anche in caso di
traumi cranici o toracici, e soprattutto in caso di avvelenamento
da farmaci, overdose, folgorazione, tetano.
ASFISSIA
Sintomi
In caso di asfissia l'infortunato
presenta delle evidenti difficoltà di
respirazione. Non necessariamente è
privo di coscienza. Se c'è ostruzione
delle vie aeree per cause meccaniche
avrà un colorito violaceo, soprattutto
sulle labbra. In caso di intossicazione da
ossido di carbonio, invece, il colorito sarà rosso ciliegia.
Se l'infortunato è incosciente ed è sopraggiunto un arresto
respiratorio, dopo pochi minuti sopraggiungerà anche l‘arresto
cardiaco: in tal caso il colorito della pelle sarà bianco livido.
ASFISSIA
Intervento
Poiché le cause di asfissia sono
molteplici, innanzitutto bisogna
individuare il problema. Nel caso di
difficoltà respiratorie dovute a
patologie polmonari o cardiache (per
esempio edema polmonare o infarto) è bene chiamare i soccorsi,
tranquillizzare l'infortunato, evitare che compia movimenti,
tenerlo in posizione semiseduta. Se si ha a disposizione
dell'ossigeno è bene somministrarlo.
In caso di asfissia per cause meccaniche bisogna immediatamente
rimuovere ciò che impedisce la respirazione, utilizzando per
esempio la manovra di Heimlich o le altre tecniche per la
rimozione dei corpi estranei, a seconda del caso.
ASFISSIA
……Intervento
Se il paziente non respira, dopo aver
controllato che non ci siano
ostruzioni meccaniche delle vie aeree
bisogna procedere immediatamente
alla respirazione artificiale, in
attesa dei soccorsi, facendo molta
attenzione al polso cardiaco. In caso di arresto cardiaco bisognerà
procedere anche al massaggio cardiaco.
Gravità
Il nostro corpo non è in grado di resistere a lungo senza respirare.
In caso di arresto respiratorio ci sono solo pochi minuti prima che
sopraggiunga l'arresto cardiaco e, successivamente, la morte
cerebrale. E' perciò importante chiamare i soccorsi e agire con la
massima tempestività.
ASMA
L'attacco d'asma può avere origini emotive e
psichiche, essere causato da infezioni delle
vie
respiratorie o da reazioni allergiche. Di
solito avviene una contrazione
spasmodica dei piccoli bronchi che
produce dispnea, cioè difficoltà di
respirazione.
Sintomi
L'infortunato è dispnoico, pallido,
labbra e unghie sono spesso cianotiche
per la carenza di ossigeno, il torace è
bloccato in uno stato di inspirazione forzata. La
respirazione è molto difficoltosa: si ha un'ispirazione
breve seguita da una prolungata espirazione difficoltosa,
rumorosa e sibilante.
ASMA
Intervento
L'infortunato di norma riconosce le sue crisi asmatiche e possiede dei
broncodilatatori per inalazione o compresse precedentemente
prescritti dal medico. Queste cure, però,
vanno utilizzate solo se già prescritte,
perché talvolta possono provocare
fenomeni collaterali. E' necessario
tenere l'infortunato in posizione semiseduta
per agevolare la respirazione, cercare
di tranquillizzarlo il più possibile e, se è presente dell'ossigeno,
somministrarlo.
Gravità
Dipende da quanto è violento l'attacco. Se la crisi è leggera e passeggera
non richiede particolari accorgimenti. Se il paziente è cianotico, agitato e
la dispnea è preoccupante è necessario un immediato trasporto al pronto
soccorso.
ASSIDERAMENTO
L'assideramento è il
risultato di una eccessiva
esposizione al freddo e a
basse temperature.
Sintomi
Brividi, pallore, torpore, difficoltà di movimento e,
negli stati più gravi, confusione mentale e sonno che
può degenerare in coma.
ASSIDERAMENTO
Intervento
E' necessario riscaldare l'infortunato in modo graduale, con panni
caldi e massaggi per riattivare la circolazione. Somministrare
caffè e
bevande calde con zucchero, ma
non alcolici,
che non favoriscono la
circolazione
sanguigna. Per agevolare la
circolazione è
utile anche allentare gli
indumenti che possono costringere.
ATTENZIONE: l'assideramento è possibile anche a temperature
non particolarmente rigide. Gli etilisti, per esempio, sono soggetti
a una grande dispersione di calore che li può portare
frequentemente a stati di assideramento.
Gravità A seconda del tempo e del grado di esposizione al freddo
l'assideramento può richiedere l'ospedalizzazione urgente.
CONGELAMENTO
Il congelamento è una lesione della cute e dei
tessuti sottostanti causata dall'esposizione a
un freddo intenso. Solitamente colpisce le
parti periferiche del corpo come le dita, le
mani, i piedi, le orecchie o il naso.
Sintomi
Le lesioni di primo grado provocano un rallentamento della
circolazione con dolore ed edema locale. La cute in questo caso è
cianotica.
Le lesioni di secondo grado provocano un arresto della circolazione
con locale insensibilità immobilità e comparsa di bolle.
Le lesioni di terzo grado provocano la necrosi del tessuto e un
successivo sfaldamento.
CONGELAMENTO
Intervento
Per le lesioni di primo grado è sufficiente massaggiare
delicatamente la parte colpita da congelamento per
riattivare la circolazione. E' utile allentare tutto ciò
che potrebbe ostacolare la circolazione: lacci, calzettoni e
così via. Per le lesioni più gravi, di secondo e di terzo grado, è bene
chiamare i soccorsi e immergere la parte lesa in acqua tiepida (37°/40°)
ricoprendola poi con panni asciutti.
ATTENZIONE: EVITARE di riscaldare la parte in modo improvviso e
ed eccessivo, per esempio attraverso stufe o borse di acqua calda.
Evitare anche l'assunzione di alcolici, vasodilatatori che non
favoriscono la circolazione del sangue.
Gravità
Le lesioni di secondo o terzo grado richiedono un immediato ricovero
ospedaliero.
COLPO DI CALORE
Il colpo di calore si verifica
in ambienti molto caldi, umidi e
poco ventilati. In queste
condizioni la sudorazione, che
serve a raffreddare il corpo e a
disperdere la temperatura, può
non avvenire, in quanto
l'eccessiva umidità ne impedisce l'evaporazione.
Sintomi
Intensa sete, cute molto calda, volto arrossato, respiro
affannoso, torpore e shock.
COLPO DI CALORE
Intervento
E' necessario condurre
immediatamente
l'infortunato in
un luogo fresco,
ventilarlo,
raffreddarlo con
impacchi di
acqua fresca ma non
troppo
fredda, e tenere sotto
controllo respirazione e polso. E' consigliabile fargli
bere qualcosa di fresco, ma assolutamente non alcolico.
Gravità
Se la temperatura è particolarmente elevata è bene
consultare un medico o condurre l'infortunato in un
pronto soccorso.
COLPO DI SOLE
Il colpo di Sole è causato da
un'eccessiva esposizione al
Sole che provoca un aumento
di temperatura e una
vasodilatazione che conduce a
uno stato di shock.
Sintomi
Cefalea e vertigini, sudorazione, nausea, offuscamento
della vista, aumento della temperatura, shock.
COLPO DI SOLE
Intervento
Per prima cosa è necessario
porre l'infortunato all'ombra,
in un luogo arieggiato, e
rinfrescargli il capo con
impacchi umidi o acqua fresca
ma non troppo fredda. Il paziente
va condotto all'ospedale con urgenza.
Gravità
Il colpo di Sole è più pericoloso del colpo di calore e può
richiedere anche un trattamento medico della massima
urgenza.
COMMOZIONE CEREBRALE
La commozione cerebrale è una
delle possibili conseguenze che
si manifestano in caso di
trauma cranico. Consiste in
una perdita di conoscenza,
generalmente transitoria e
reversibile, che non produce
danni permanenti ma può
degenerare in coma.
SVENIMENTO
è la temporanea perdita dei sensi, dovuta ad un diminuito afflusso di sangue al
cervello.
Cause più frequenti:
 permanenza in luoghi affollati
 strapazzi fisici
 privazione di sonno o alimentazione
 emozioni intense
 cattiva digestione,
Meccanismo: tutte queste condizioni portano ad una caduta della pressione
arteriosa e quindi a una maggiore difficoltà del sangue a raggiungere il
cervello. A sua volta le cellule nervose, sensibilissime alla mancanza di
ossigeno, fanno perdere alla persona la coscienza. Questo meccanismo
naturale di autodifesa, facendo cadere a terra l'individuo, permette al sangue
di raggiungere con maggior facilità il cervello.
come si manifesta:
prima di svenire, si avverte una sensazione di mancamento, nausea, vertigini,
annebbiamento della vista, senso di calore, ipotensione arteriosa,tachicardia
pelle pallida e sudorante.
SVENIMENTO
Cosa fare: Porre l'infortunato in posizione antishock, con le
gambe innalzate. Liberarlo da
indumenti che costringono: slacciare
cinture, cravatte o camicie per
agevolare la circolazione. E' bene
allontanare la folla e fare respirare
bene l'infortunato, aerando l'ambiente. Bisogna
sempre sorvegliare il battito cardiaco e le funzioni vitali. Di solito in
pochi istanti l'infortunato si riprende. Quando ciò avviene è bene
lasciarlo sdraiato per un pò, impedirgli di alzarsi bruscamente col
rischio di un nuovo svenimento, e confortarlo. NON DARE MAI da
bere alcolici! Questa erronea consuetudine, purtroppo ancora oggi
diffusa, è altamente controproducente: l'alcol è un vasodilatatore, di
conseguenza la sua assunzione induce un abbassamento della pressione
e un peggioramento della situazione.
EPILESSIA
L'attacco epilettico è dovuto al "cortocircuito" di alcune cellule del
cervello che improvvisa-mente scaricano impulsi nervosi che fanno
muovere disordinatamente alcuni muscoli. Le cause sono spesso
sconosciute.
La crisi si può manifestare con:
 un inizio brusco, con grido e caduta
 una fase ipertonica, con apnea e cianosi. In questa fase spesso si ha la
chiusura serrata delle mascelle con emissione di schiuma dalla bocca
a volte rosata in seguito alla morsicatura della lingua o delle guance
 la comparsa per qualche decina di secondi di convulsioni e
movimenti disordinati di varie parti del corpo, a volte con perdita di
urina e feci
 una fase risolutiva consistente nella ripresa della respirazione, spesso
rumorosa. La persona al risveglio appare confusa, non ricorda niente
di quanto è accaduto durante l'attacco. Questa fase può durare anche
parecchi minuti.
EPILESSIA
 Durante la caduta o dopo di essa
l'individuo può procurarsi delle lesioni
battendo contro gli oggetti a lui vicini
(spigoli, oggetti taglienti etc).
 Ammortizzare la caduta dell'infortunato
cercando soprattutto di proteggere il
capo.
 non tentare di tenere ferme le braccia o le
gambe quando sono in agitazione;
 non forzare l'apertura della bocca con
oggetti che potrebbero rompere qualche
dente o con le dita della mano che
potrebbero restare mozzate;
EPILESSIA
 non impedire la crisi, ma lasciare il soggetto
libero nei movimenti avendo cura, però, di
allontanarlo da oggetti che potrebbero
costituire fonte di traumi;
 cessata la crisi porre la persona in posizione di
sicurezza e lasciarla riposare fino ad un suo
naturale risveglio;
 facilitare la respirazione slacciando i vestiti
 non somministrare bevande
Epistassi
E’ la fuoriuscita di sangue dal naso.
Le cause possono essere:
 locali: ad esempio una fragilità particolare
dei capillari della mucosa del naso;
una lesione traumatica,
 generali: ad esempio una pressione arteriosa elevata.
Intervento:
 far sedere la persona
 far piegare la testa in avanti
 comprimere il naso tra il pollice e l'indice
 applicare compresse di garze imbevute di acqua fredda
alla radice del naso.
 Se non si arresta l'emorragia consultare un medico.
APPARATO VISIVO
INFORTUNI OCULARI
 Non lavare in presenza di calce viva
 Il cotone idrofilo non va mai applicato
direttamente sull'occhio
 Contusioni oculari: sono più gravi quando il
soggetto accusa dolore + fastidio alla luce + vista
annebbiata:
 bendare l'occhio ed avviare al pronto soccorso
FERITE OCULARI
 evitare di far aprire e chiudere
ripetutamente le palpebre per vedere la ferita
 bendare l'occhio ed avviare al pronto soccorso
 Corpi estranei oculari (metallo, pietra, vetro,
legno, ecc.):
 evitare di toglierli, il tentativo potrebbe causare
lesioni anche gravi
 chiudere la palpebra, coprire
con garza e benda
 avviare al pronto soccorso
FERITE OCULARI
 Sostanze irritanti (polveri, gas,
vapori): di solito provocano
irritazione, lacrimazione:
 lavare con acqua abbondante.
 Sostanze acide (acido solforico,
nitrico, cloridrico):
 lavare con acqua abbondante
 bendare ed avviare al pronto
soccorso
FERITE OCULARI
Sostanze alcaline (ammoniaca, soda): possono
essere ancora più gravi in quanto subdole e
"progressive"
 lavare abbondantemente con acqua
 bendare ed avviare al pronto soccorso
Agenti fisici: elettricità, radiazioni (infrarossi,
ultravioletti, laser, raggi x)
 applicare impacchi freddi
 inviare al pronto soccorso
FERITE OCULARI
Lavaggio oculare
tenendo presente che la lacrimazione
può di per se stessa asportare un
oggetto libero presente nell'occhio, il
lavaggio si attua, dopo aver protetto
con garze sterili o fazzo-letti puliti
l'occhio sano, facendo scorrere
dell'acqua tiepida sull'occhio leso
tenuto ben aperto. L'acqua è fatta
cadere dall'angolo interno all'angolo
esterno in modo che defluisca
dall'occhio dopo averlo deterso per
intero. Il lavaggio va protratto per 15-20
minuti.
USTIONI
Ustioni termiche da calore e da elettricità
PER LE USTIONI LIEVI (1° e 2° grado con estensione
inferiore al 5%)
Cosa fare:
 Bagnare abbondantemente con acqua fredda sulla parte, fino
alla attenuazione del dolore
 Applicare sull'ustione della garza sterile
 Fasciare, o fissare con cerotto posto su cute sana, senza
comprimere
 Ricorrere al controllo medico, a meno che non si tratti di
ustioni minime
USTIONI
PER LE USTIONI PIU' GRAVI
(1° e 2° grado molto estese e quelle di 3° grado):
Cosa fare:
 Non spogliare l'infortunato (liberarlo al massimo
degli oggetti caldi (fibbie, orologio, ecc.)
 Non toccare la parte ustionata
 Non asportare le sostanze combuste a contatto con la cute
 Ricoprire la zona ustionata con telini o garza sterile
 Controllare attività respiratoria e circolatoria
 Chiamare il 118
USTIONI
Se le fiamme interessano gli abiti:
Distendere a terra l'infortunato, per evitare
l'effetto torcia estinguere prontamente le
fiamme con coperte o indumenti in
mancanza dei mezzi suddetti far rotolare
l'infortunato per terra
Cosa non fare:
 - Non somministrare tranquillanti e
antidolorifici
- Non applicare polveri, pomate, oli, ecc.
USTIONI
USTIONI CHIMICHE (da acidi, alcali)
Cosa fare:
 Togliere gli indumenti contaminati dalla sostanza chimica,
se non adesi alla pelle, tagliandoli se necessario
 Lavare a lungo con acqua corrente
 Chiamare il 118
Avvertenze particolari per tutte le ustioni:
 Non somministrare liquidi per via orale, se ustioni superiori al
20%
 Non utilizzare ghiaccio su alcuna lesione
 Nelle ustioni alle mani o ai piedi, separare le dita con garza
sterile
INFORTUNI CAUSATI DA ELETTRICITA'
 Il primo provvedimento in caso di contatto con
parti in tensione è quello di interrompere
l'alimentazione
 Se non è possibile togliere immediatamente
corrente, si può provvedere ad allontanare
l'infortunato dalla parte in tensione, avendo cura
di isolarsi, impiegando guanti isolanti,
aste, pedane isolanti, ecc.
INFORTUNI CAUSATI DA ELETTRICITA'
Cosa fare:
 Far distendere subito l'infortunato
 Controllare la respirazione e il battito cardiaco
 Posizionare il paziente, se privo di coscienza ma respira, in
posizione laterale di sicurezza
 Coprire le ustioni con materiale asettico (garze o teli sterili, telino
isotermico)
 In assenza di respirazione e/o in assenza di battito cardiaco,
praticare la RCP
 Iniziare l'intervento con la massima urgenza, già nel posto stesso
in cui è avvenuto l'infortunio