3 Il San Raffaele Costituito nel 1971 dal presidente don Luigi Maria Verzé, è un’opera che comprende attività cliniche, di ricerca e didattiche. Riconosciuto nel 1972 Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico è accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale: conta più di 700 medici e 1300 infermieri, ogni anno registra oltre 50 mila ricoveri e oltre 8 milioni tra prestazioni ambulatoriali ed esami di laboratorio, per 49 specialità cliniche. L’interazione costante tra clinici, ricercatori e l’Università Vita-Salute San Raffaele hanno reso l’istituto un punto di riferimento per la medicina molecolare, le patologie cardiovascolari e metaboliche, neurologiche, oncologiche, immunologiche, infettive, nell’ambito delle malattie genetiche e dello sviluppo delle tecnologie biomediche. Nel 2010 il San Raffaele, grazie all’intensa attività di ricerca, è stato il primo Istituto Scientifico in Italia per numero e rilevanza di pubblicazioni scientifiche. Le prime aree di ricerca attivate nei primi anni ’90 con la fondazione del Di.Bi.T. Dipartimento di Biotecnologie - sono state la genetica, la biologia cellulare e l’immunologia, mentre alla fine degli anni ’90 sono state aggiunte altre aree di ricerca tra cui la terapia genica, la biologia delle cellule staminali e lo studio di meccanismi molecolari alla base delle malattie. In aggiunta al Di.Bi.T. 1 è sorto in seguito il Dipartimento Universitario di Medicina Molecolare (Di.Bi.T. 2). L’unione fra Di.Bi.T. 1 e Di.Bi.T. 2 ha fatto sì che l’IRCCS San Raffaele costituisca ad oggi il più grande parco scientifico in Italia e uno tra i maggiori in Europa. Nei 185 laboratori lavorano circa 500 tra ricercatori e borsisti. Digestione & Collana Didattica della Salute 1 2 3 Ipertensione & Alimentazione A cura di SIIA • Heinz Beck Disturbi correlati Osteoporosi & Prevenzione A cura di O.N.Da Digestione & Disturbi correlati A cura di IRCCS San Raffaele Milano GABRIELE PELLICCIOTTA l Un progetto Con oltre cento anni di presenza a livello internazionale, il Gruppo Teva - che comprende i marchi Teva, ratiopharm e Dorom - è la prima azienda al mondo nel settore dei farmaci equivalenti. Il suo primato nasce dalla costante attenzione alla ricerca scientifica, all’innovazione delle tecnologie farmaceutiche e all’ottimizzazione dei processi produttivi. Ma, soprattutto, la leadership del Gruppo è legata a una caratteristica distintiva di cui andiamo particolarmente orgogliosi: la valorizzazione delle peculiarità della persona. Per Teva, infatti, ogni paziente è unico e diverso dagli altri. È alla luce di questo valore condiviso che Teva Italia ha deciso di lanciare il progetto Gastroinforma, dedicato alla prevenzione e alla salute dell’apparato digerente, e di affidarsi alla competenza e autorevolezza dell’IRCCS San Raffaele Milano, partner scientifico dell’intera operazione. Gastroinforma fa parte di un progetto più ampio e articolato, chiamato Equivalente. Un progetto che ha un unico grande obiettivo: diffondere la cultura del farmaco equivalente e dei suoi vantaggi per l’individuo e per la collettività. È per noi un piacere e un onore, dunque, presentare la pubblicazione che state sfogliando, che fa parte di una serie di iniziative di approfondimento scientifico culturale, tutte mirate a far conoscere e a familiarizzare con una nuova generazione di farmaci, equivalenti a quelli di marca. Farmaci efficaci, sicuri e disponibili. Farmaci che curano il nostro oggi, ma che aiutano a sostenere il nostro domani. Digestione & Disturbi correlati A cura di Gabriele Pellicciotta Specialista in Malattie dell’Apparato Digerente, Ospedale San Raffaele, Milano www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it Tutti i diritti della versione cartacea e digitale della collana "Didattica della Salute" sono riservati. Nessuna parte può essere riprodotta in alcun modo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) senza il permesso scritto dell'editore. La versione digitale dell'opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA. © Copyright 2011 by Edizioni Internazionali srl Divisione EDIMES - Edizioni Medico-Scientifiche - Pavia Via Riviera, 39 - 27100 Pavia Tel. 0382/526253 r.a. - Fax 0382/423120 E-mail: [email protected] www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 3 Indice n IntroduzIone...................................................................................5 n LA.dIGeStIone.....................................................................................7 n IL.SeCondo.CerVeLLo.............................................................. .11 n L’APPArAto.dIGerente.......................................................... .15 Stomaco. .............................................................................................................. 18 Intestino............................................................................................................... 23 Ghiandole salivari............................................................................................ 29 Fegato.................................................................................................................... 30 Cistifellea............................................................................................................. 32 n Le.CoMPLICAnze.deLLA.dIGeStIone........................ 37 n LA.dISPePSIA...................................................................................... 41 Sintomi................................................................................................................. 41 Cause..................................................................................................................... 42 Terapia.................................................................................................................. 42 www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 4 DIgestIone & DIsturbI correlatI n L’uLCerA.PePtICA.......................................................................... 45 Che cos’è.............................................................................................................. 45 Quali sono le cause.......................................................................................... 46 Come si manifesta l’UP................................................................................. 52 Diagnosi................................................................................................................ 53 Quali sono i rischi. ........................................................................................... 53 Cosa si deve fare................................................................................................ 54 Indicazioni dietetiche...................................................................................... 55 Quando rivolgersi al medico....................................................................... 60 n IL.CoLon.IrrItAbILe................................................................. .61 Frequenza ed età............................................................................................... 62 Causa...................................................................................................................... 62 Fisiopatologia...................................................................................................... 63 Sintomi.................................................................................................................. 68 Diagnosi................................................................................................................ 69 Terapia................................................................................................................... 76 www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 5 Introduzione A cosa serve l’apparato digerente, questo complesso “tubo” che ci fa provare piacevoli sensazioni quando assaporiamo un alimento che ci fa gola o che ci fa invece stare molto male quando lo maltrattiamo (pasti frettolosi, alimenti difficili da digerire, introduzione di farmaci capaci di infiammarlo o addirittura bucarlo)? Questo magnificamente complicato ed efficiente apparato è indispensabile alla nostra sopravvivenza, così come il cuore, i reni, il cervello, i polmoni, ecc., e serve essenzialmente a introdurre alimenti, trasformarli in energia ed … espellere gli avanzi inutili. Questo libro illustra come è costituito e come funziona normalmente il nostro apparato digerente e si sofferma poi su 3 condizioni molto comuni e diffuse di un suo cattivo e fastidioso malfunzionamento. Lo scopo di questa trattazione, ideata per il pubblico non addetto ai lavori, è quello di renderci ancor più edotti e consci che dobbiamo “volerci più bene”, cominciando dal nostro apparato digerente, fedele compagno di viaggio di tutta una vita, adottando corretti stili di vita. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 7 la digestione Q uando si pensa all’apparato digerente ci si riferisce istintivamente a quella parte del corpo umano (ma anche di tutti gli altri esseri viventi) che serve solo ad alimentarsi. Ma come apparirà evidente addentrandoci in questo scritto, questo insieme di organi è più complesso di quanto sembra. Anzitutto, l’assunzione del cibo da parte dell’organismo può essere paragonata all’introduzione di combustibile in una macchina che produce energia. L’energia chimica contenuta nelle sostanze ingerite si trasforma in energia meccanica (per poter svolgere le nostre attività) e in energia termica (che produce calore per il nostro benessere). Nel caso del nostro organismo, gli alimenti non possono essere assimilati nella forma nella quale si presentano in natura. Per raccogliere l’energia, il corpo umano deve “digerirli”. Questo processo consiste nella demolizione delle parti (molecole) che compongono i diversi tipi di sostanze alimentari, al fine di ottenere molecole più semplici. Tali molecole forniscono ai vari tessuti i costituenti necessari per il loro mantenimento e funzionamento. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 8 DIgestIone & DIsturbI correlatI Il cibo, dopo essere entrato in bocca ed essere stato masticato, si converte in bolo.alimentare. Mentre si mastica (e si riducono le dimensioni del boccone), la saliva agisce iniziando a separare i componenti nutrizionali dell’alimento. Passando attraverso la faringe e l’esofago, il bolo raggiunge lo stomaco, dove i succhi gastrici procedono con la separazione dei componenti nutrizionali, anche grazie a caratteristici movimenti che fanno progredire il contenuto dello stomaco (movimenti peristaltici). Nell’intestino.tenue, gli alimenti ormai ridotti a chimo vengono assorbiti dal sangue, previo filtraggio del fegato. I prodotti di scarto, ridotti a feci, percorrono l’intestino.crasso e vengono eliminati. Il compito principale dell’apparato.digerente (AD) è quindi di fornire all’intero organismo le sostanze nutritive di cui necessita. Come già anticipato, solitamente gli alimenti non sono già pronti per essere subito utilizzabili dal nostro organismo e quest’ultimo deve quindi provvedere a sottoporli a numerosi processi chimicofisici: compiti specifici dell’AD sono la digestione e l’assorbimento degli alimenti e l’eliminazione di quanto non è assimilabile. La digestione inizia già nella bocca e si perfeziona nello stomaco e nell’intestino tenue (detto anche piccolo intestino): www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it la DIgestIone 9 consiste in una serie progressiva e consequenziale di processi biochimici e meccanici che trasformano gli alimenti interi in particelle semplici e quindi assorbibili. L’assorbimento è un susseguirsi di trasformazioni per le quali tali molecole semplici passano dall’interno dell’intestino nel circolo sanguigno o in quello linfatico, attraversando il rivestimento interno della parete intestinale (detta mucosa). Molte particelle di alimenti vengono assorbite direttamente dalla mucosa intestinale (assorbimento attivo), oppure grazie a speciali sostanze che trasportano le particelle alimentari all’interno della cellula della mucosa, oppure per pinocitosi (le particelle vengono inglobate in vescicole della membrana cellulare, dove subiscono modifiche che le rendono diffusibili). Altre sostanze, infine, sono assorbite per semplice diffusione attraverso la mucosa. L’Ad,. inoltre,. partecipa. al. funzionamento. globale.dell’organismo: infatti, nella mucosa intestinale e nel pancreas si trovano almeno 15 tipi di cellule che producono particolari sostanze (ormoni enterici) capaci di agire sia sulle cellule circostanti sia a distanza, river- www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 10 DIgestIone & DIsturbI correlatI sandosi nel sangue e diffondendosi così in tutto l’organismo. Questo sistema di regolazione dell’AD, denominato sistema GEP (gastro-entero-pancreatico), è strettamente collegato con un complesso sistema di fibre nervose e si ritiene che la maggior parte di queste cellule siano distribuite anche in altre parti dell’organismo (cervello e surreni) e producano ormoni che possono fungere anche da neurotrasmettitori. Il sistema digestivo, poi, tramite i linfociti (cellule del sistema di difesa dell’organismo) svolge importanti funzioni immunitarie e si comporta come un vero e proprio sistema a sé che unifica tutte le mucose dell’organismo. Ne fa parte ad esempio l’appendice ileocecale, che si comporta da vera e propria postazione di difesa immunitaria. L’importanza di queste cellule di difesa è ben comprensibile se si pensa all’enorme quantità di sostanze (i cosiddetti antigeni, ben noti ai soggetti allergici) che entrano in contatto con tali mucose attraverso l’alimentazione. Il sistema GEP fa parte di una struttura ancora più complessa dell’AD, costituita da cellule nervose che secernono sostanze in grado di stimolare o deprimere le funzioni gastrointestinali. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 11 Il secondo cervello D ata l’importanza attribuita dai fisiologi, esso viene definito “cervello addominale” o “secondo cervello”, sul quale fenomeni stressanti e l’alimentazione svolgono una grossa influenza. Ad esempio, è capitato a ciascuno di noi, almeno una volta nella vita: da ragazzi l’ansia per un compito in classe, da adulti un importante appuntamento di lavoro, lo stress di tutti i giorni, l’apprensione per chi ci è caro, la rabbia per qualcosa che non è andato come ci aspettavamo, ci hanno fatto “correre” in bagno, oppure hanno bloccato il regolare funzionamento del nostro intestino. La scienza medica chiama queste situazioni “somatiz- www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 12 DIgestIone & DIsturbI correlatI zazione”:.emozioni.che.ci.coinvolgono.profondamente.“si. scaricano”. sugli. organi. del. nostro. corpo. che,. come. la. natura. li. ha. costruiti,. non. sono. sotto. il. nostro. controllo. cosciente.. Uno di questi è l’intestino, delicato e molto sensibile “tubo” che, per brusche sollecitazioni, pensieri inquietanti, preoccupazioni ripetute e arrabbiature di tutti i giorni, diviene ipersensibile. Questo aumento di reattività dell’intestino comporta contrazioni più intense e disordinate della sua muscolatura, con la comparsa di dolori e diarrea, seguiti da periodi di stitichezza. In alcune persone si verificano anche difficoltà digestive, senso di ripienezza dello stomaco e pancia gonfia (meteorismo). Se l’apparato digerente di questi soggetti viene sottoposto ad accertamenti specifici non si riscontrano danni o malattie, ma solo un’alterazione del suo normale movimento (peristalsi). Questi fenomeni, però, non rimangono solo nell’intestino, ma interessano tutto l’organismo (sudorazioni, palpitazioni, difficoltà nel dormire, ecc.) e la psiche (es. ansia crescente e crisi di panico). Fino a qualche anno fa questo fastidioso comportamento intestinale veniva attribuito a stimoli provenienti dal cervello. Di recente uno scienziato americano, Michael. d..Gershon (Dipartimento di Anatomia e Biologia cellulare della Columbia University).ha.parlato.del.nostro.intestino.come.di.un.“secondo.cervello” che “sente” ed elabora emozioni, smista informazioni, reagisce alle sollecitazioni dell’ambiente circostante, soffre, www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it Il seconDo cervello 13 gioisce ed è capace di governare in piena autonomia le delicate funzioni della complessa macchina digestiva. Secondo Gershon pur avendo solo un decimo delle cellule del cervello, l’intestino produce da solo ben il 95% della serotonina, sostanza che regola umore, sonno, dolore e anche le contrazioni addominali: la rilascia in seguito all’ingestione del cibo, ma anche a emozioni e abitudini. Quindi, quando cibi particolari, variazioni climatiche, farmaci, ecc. disturbano l’intestino, la formazione di serotonina ne risente e, come tutti sperimentiamo, proviamo disturbi del comportamento, ansia, depressione e paure. Secondo. Gershon,. infatti,. esiste. una. comunicazione.pancia-testa,.con.invio.di.messaggi.dal. cervello.addominale.a.quello.centrale.e. viceversa:.stress.e.ansia.alterano.l’intestino.e.i.disordini.intestinali.provocano.variazioni.del.comportamento. e.dell’umore.. Ma se il “cervello addominale” è così capace di interferire con la nostra vita, cosa bisogna fare per evitare che le nostre tensioni emotive finiscano col ripercuotersi (somatizzarsi) in modo tanto fastidioso sul nostro organismo? Esistono per questo farmaci specifici che agiscono sulla serotonina, ma è anche importante per ciascuno di www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 14 DIgestIone & DIsturbI correlatI noi analizzare il proprio modo di essere, di relazionarsi agli altri e soprattutto elaborare costruttivamente i molteplici stimoli esterni, ponendosi in atteggiamento positivo con la vita e con sé stesso. Oltre a queste situazioni mediate dal sistema nervoso, le. cattive. abitudini. alimentari,. lo. stress. cronico. e. persino.le.alterazioni.della.nostra.postura.possono.indurre.disfunzione.dell’apparato.digerente,. così.come.il.malfunzionamento.degli.organi.del. sistema.digestivo.sono.in.grado.di.causare.problematiche.di.posture.e.alterazioni.psichiche (ad es. l’ansia e le crisi di panico). www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 15 l’apparato digerente Dal punto di vista puramente anatomico, l’AD è costituito dal tubo digerente (lungo 10-12 metri), che va dalla bocca all’ano, a cui sono collegate varie ghiandole (salivari, fegato, cistifellea, pancreas) che gli riversano il proprio secreto. Nonostante alcune diversità anatomiche e funzionali, sostanzialmente la struttura delle pareti di tutto il canale alimentare è la stessa: esofago fegato stomaco cistifellea piloro pancreas duodeno digiuno colon trasverso colon ascendente intestino tenue colon discendente cieco ileo appendice colon sigmoideo retto ano www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 16 DIgestIone & DIsturbI correlatI • Tonaca mucosa, che riveste la superficie interna dell’AD ed è mantenuta sempre ben lubrificata dalle numerose ghiandole presenti. A livello dell’esofago essa ha un’azione protettiva verso l’acido cloridrico che potrebbe risalire dallo stomaco, mentre lungo tutto il tenue è predisposta per l’assorbimento delle sostanze nutritive. Le cellule di quest’ultimo, infatti, assorbono liquidi e sostanze disciolte attraverso la membrana cellulare e li riversano nei vasi sanguigni o linfatici, affinché raggiungano gli organi del nostro corpo; sempre a questo livello, poi, sono presenti i linfociti di difesa del sistema GEP; • Tonaca sottomucosa, che è formata da un tessuto particolare (detto connettivo), e in essa sono presenti i vasi sanguigni e linfatici (che, rispettivamente, convogliano al fegato e nel sistema linfatico le sostanze nutritive assorbite) e i nervi necessari per la motilità e la secrezione; • Tonaca muscolare, che è costituita da uno strato muscolare circolare e da uno sottostante longitudinale, fra i quali si diramano i rami nervosi per la motilità dell’AD. In alcuni tratti del canale digerente, questa muscolatura è più spessa e si formano gli sfinteri che consentono il passaggio del cibo solo in una direzione e in determinati momenti. La contrazione ritmica dello strato muscolare (onde peristaltiche) permette il mescolamento (ad opera delle fibre circolari) e l’avanzamento (ad opera per lo più delle fibre longitudinali) del cibo; www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’apparato DIgerente 17 • Tonaca sierosa, che riveste la superficie esterna della muscolatura a fasci longitudinali ed è in contatto con gli altri organi. La digestione dei cibi solidi inizia in bocca, dove viene valutato il sapore, la temperatura e la consistenza dei cibi. La masticazione (i denti anteriori sono adatti a spezzare i cibi e quelli posteriori a triturarli) rompe la cellulosa, che ricopre frutta e verdura, facilita, spezzettando il cibo, l’azione degli enzimi digestivi, imbibisce il cibo di saliva (che contiene l’enzima ptialina - o amilasi salivare -, che scinde l’amido dei cibi come pane pasta, riso patate) per renderli assimilabili. Il cibo a questo punto è trasformato in bolo alimentare, viene deglutito e passa, attraverso la parte posteriore della bocca (la faringe), nell’esofago. L’esofago, è il primo tratto del canale digerente. È un tubo flessibile lungo circa 25 cm, con restringimenti e dilatazioni, che attraversa la parte posteriore della gabbia toracica e, attraversato il muscolo chiamato diaframma (che separa il torace dall’addome), entra per un breve tratto nell’addome. Tramite contrazioni della sua muscolatura (dette peristalsi), l’esofago spinge il bolo alimentare attraverso il www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 18 DIgestIone & DIsturbI correlatI punto di passaggio nello stomaco (cardias) per giungere appunto nello stomaco. Il cardias ha la funzione di impedire il ritorno del contenuto gastrico (reflusso) nell’esofago, in quanto questo, essendo molto acido, è in grado di danneggiare la mucosa esofagea (come può avvenire in caso di ernia jatale). Il riflesso di apertura del cardias è controllato da apposite fibre nervose. Nell’esofago non ha luogo alcun processo digestivo e/o di assorbimento di nutrienti o liquidi, dato il breve tempo (2-30 secondi) di transito dei cibi. n stomaco Lo stomaco, insieme all’intestino, costituisce il tratto gastroenterico o gastrointestinale del canale digerente. Lo stomaco è l’organo più “espanso” del tubo digerente, avendo una capacità di 1-1,5 litri. Fa seguito all’esofago, da cui è separato tramite il cardias, ed è posizionato nella regione addominale superiore di sinistra. Si distinguono 3 regioni dello stomaco: il fondo, a forma di cupola e posto superiormente al cardias, il corpo, che comprende circa i 2/3 dello stomaco, a cui fa seguito il canale pilorico che termina con il piloro. nello. stomaco. avviene. la. trasformazione. del. bolo. in. una. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’apparato DIgerente 19 poltiglia. semiliquida. definita chimo e la sua sterilizzazione (cioè l’eliminazione di agenti portatori di malattie) per azione dei succhi gastrici, prodotti dalle ghiandole presenti in abbondanza nel fondo e nel corpo. Inoltre, nella mucosa dello stomaco sono presenti cellule di difesa (come accennato più sopra), più numerose a livello del piloro. Le onde di mescolamento (una ogni 20 secondi / 4 minuti) permettono la penetrazione dei succhi in tutta la massa alimentare. Una volta formatosi il chimo, le contrazioni dello stomaco lo spingono verso il piloro e quindi nell’intestino tenue. Il.tempo.di.permanenza.del.chimo.varia.in.base. al.tipo.di.pasto:.da.pochi.minuti.per.un.liquido,. a.1-2.ore.per.i.carboidrati.(es..pane,.pasta,.patate,. riso),.a.2-3.ore.per.le.proteine.(es..carni,.salumi,. affettati,.uova),.a.più.ore.per.le. sostanze.grasse. In un primo momento tutti gli alimenti si depositano nello stomaco secondo l’ordine della loro assunzione dopodiché verrà digerito per primo quello ingerito per primo. Quando le dimensioni delle particelle di chimo sono ridotte a un diametro di circa www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 20 DIgestIone & DIsturbI correlatI mezzo millimetro, grazie a un’onda peristaltica il piloro si apre parzialmente lasciando passare solo una piccola parte del chimo (1-2%): con ogni onda lo stomaco passa all’intestino solo la quantità di chimo che quest’ultimo può digerire e poi assorbire. Quando lo stomaco è vuoto, e quindi a digiuno, l’apertura del piloro raggiunge la sua massima ampiezza, per effetto di potenti onde di peristalsi che avvengono a intervalli di circa 2 ore: se il periodo di digiuno aumenta, aumentano anche le peristalsi, che provocano quei tipici gorgoglii che tutti proviamo a stomaco vuoto. Diversamente da ciò che succede per il cuore (che rallenta i suoi battiti), il sistema nervoso che innerva lo stomaco (detto parasimpatico) aumenta la frequenza della peristalsi (facilitando la digestione e l’assorbimento dei cibi). Inoltre, vi sono ormoni prodotti proprio nell’AD (gastrina e colecistochinina CCK) che stimolano la motilità gastrica, mentre altri (secretina, enterogastrone, peptide Y o PY, polipeptide pancreatico o PP ecc.) che la inibiscono (sistema GEP). Anche le endorfine (prodotte ad es. durante l’attività fisico-sportiva) svolgono un ruolo riguardo motilità e secrezione digestiva. Il succo gastrico ha un elevato contenuto acquoso, è fortemente acido (pH 1-3) per la presenza di acido cloridrico (HCl), è secreto dalle cellule dello stomaco, ha potere sterilizzante e modifica le proteine ingerite, scindendole parzialmente. La tonaca mucosa gastrica produce inoltre il fattore intrinseco (una proteina che si attacca alla vitamina B12 www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’apparato DIgerente 21 ingerita, consentendone l’assorbimento a livello dell’intestino tenue e “proteggendola” durante il tragitto) e vari ormoni che controllano la regolazione della funzione digestiva (il più importante è la gastrina, che stimola la produzione di acido cloridrico e degli altri succhi digestivi e la motilità dello stomaco). Nel succo gastrico, poi, è presente anche un enzima (la lipasi) che inizia la scissione dei grassi. Data la forte acidità dei succhi gastrici, le cellule della mucosa si proteggono secernendo grosse quantità di muco denso e antiacido al fine di proteggere le pareti dello stomaco, che altrimenti verrebbero perforate e digerite dall’acido. Lo stress cronico, l’ormone cortisolo, i farmaci a base di cortisone (steroidi) e altri farmaci sono in grado di impedire la produzione del muco così che lo stomaco si “autodigerisce” provocando dapprima un’infiammazione (gastrite) capace col tempo di trasformarsi in ulcera gastrica. La produzione e la secrezione di acido cloridrico sono regolate con precisione allo scopo sia di impedire danni alla mucosa gastrica sia di digerire al meglio le proteine ingerite con l’alimentazione. Al riguardo si distinguono 3 fasi: - la fase cefalica (regolata dal sistema nervoso centrale) in cui la vista, l’odore, il pensiero di un cibo stimolano produzione di gastrina e acidi; - la fase gastrica, in cui la secrezione acida e di gastrina sono ancor più stimolate dalla dilatazione e dalla stimolazione chimica dello stomaco da parte del cibo arrivato; www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 22 DIgestIone & DIsturbI correlatI - la fase intestinale che si attiva quando parte del contenuto dello stomaco raggiunge l’intestino comportando così la produzione di ormoni da parte dell’intestino tenue (il più importante dei quali è la secretina) che bloccano la produzione di acidi gastrici e aumentano quella di enzimi digestivi. La stimolazione del sistema nervoso che si verifica ad es. sotto stress, inibisce la produzione di acido cloridrico, ostacolando la digestione. In una persona a digiuno lo stomaco secerne circa 1 litro di succhi gastrici al giorno (ma dopo 6-8 ore di digiuno la secrezione aumenta) mentre in una persona che mangia normalmente ne secerne mediamente 2,5-3 litri al giorno (alcolici, bibite gasate, caffé, tè ecc. ne aumentano la secrezione). A livello digestivo si ha quindi nello stomaco la scissione delle proteine in composti più semplici, grazie all’azione dell’enzima pepsina, dell’amido cotto e della ptialina salivare che continua l’attività iniziata in bocca finché l’acidità dello stomaco non si porta a livelli sotto un ph 5-6 (dopodichè viene inattivata) e dei grassi fino al 30% circa. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’apparato DIgerente 23 L’assorbimento a livello gastrico è molto modesto e riguarda per lo più alcool, piccolissime proteine e zuccheri come il glucosio. Insieme al cibo deglutiamo anche aria che si raccoglie nella parte più alta dello stomaco (denominata fondo) formando la cosiddetta bolla gastrica. Tale aria viene eliminata soprattutto tramite eruttazione dalla bocca o flatulenza dall’intestino. Qualora però tale bolla gastrica assuma grosse dimensioni, è in grado di provocare vari disturbi fra cui gonfiore dopo i pasti, senso di pesantezza, sensazione di mancanza di respiro, disturbi al ritmo cardiaco. Una grossa bolla gastrica, infatti, è in grado di provocare compressioni al muscolo diaframma che interessano anche il cuore suscitando, ad esempio, extrasistoli. n IntestIno L’apparato digerente, dopo lo stomaco, prosegue nel suo tratto intestinale e, attraverso un percorso tortuoso (le anse intestinali), arriva fino alla sua parte terminale, cioè l’ano. Questo lungo percorso è anatomicamente e funzionalmente suddiviso in intestino tenue e intestino crasso. L’intestino tenue (o piccolo intestino), è lungo circa 2 metri in condizioni di attività motoria e circa 3-6 metri in condizioni di rilasciamento: è il segmento più lungo del canale digerente ed occupa la maggior parte della cavità addominale. Esso si estende tortuosamente dal piloro, che lo separa dallo stomaco, alla valvola ileocecale (dove ha sede l’ap- www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 24 DIgestIone & DIsturbI correlatI pendice e da cui inizia l’intestino crasso) e viene suddiviso in tre segmenti: duodeno, digiuno e ileo. Nell’intestino.tenue.avviene la digestione definitiva del chimo che proviene dallo stomaco e alla digestione segue l’assorbimento delle sostanze nutritive. La superficie interna dell’intestino tenue è enormemente aumentata dalla presenza delle pliche circolari alte fino a 1 cm (che ne triplicano la superficie), dei villi intestinali (estroflessioni di circa 1 mm) e dai microvilli delle cellule della mucosa intestinale, così da raggiungere l’enorme superficie di circa 500 m2; che consente l’assorbimento di tutte le sostanze nutritizie da parte delle cellule assorbenti. Tra i villi sono presenti le ghiandole intestinali specializzate che secernono il muco e gli enzimi digestivi, e le cellule che producono vari ormoni digestivi (enterochinasi, colecistochinina CCK, gastrina, secretina, neurotensina, PY, PP, GIP, serotonina, somatostatina ecc.) ed è inoltre presente il sistema GEP illustrato poco sopra. Come abbiamo già detto, oltrepassato il piloro, troviamo il duodeno che avvolge la testa del pancreas e riceve i dotti secretori del pancreas (che vi riversa i suoi succhi pancreatici digestivi) e del fegato (chiamato coledoco, che vi convoglia la bile). Il.duodeno.è.pertanto.il.tratto.intestinale.dove. si.verifica.l’attività.metabolica.più.intensa; a questo livello infatti, ad opera dei succhi pancreatici e della www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’apparato DIgerente 25 bile, si completa la digestione dei principi nutritivi e gran parte dei monosaccaridi (glucosio, galattosio e fruttosio) e delle proteine digerite parzialmente dallo stomaco passano nel sangue e raggiungono il fegato. Le. onde. peristaltiche. consentono. poi. l’avanzamento. del. cibo. fino. all’intestino. crasso. in. 3-10. ore. Caratteristica della mucosa dell’ileo è anche quella di contenere gruppi di cellule di difesa: il contenuto dell’intestino è in genere molto povero di microrganismi (in gran parte uccisi dai succhi gastrici), tuttavia quanto più il cibo staziona in esso tanto più aumenta la probabilità di proliferazione di batteri in grado di provocare infiammazioni a cui si oppongono, come difesa immunitaria, queste cellule specializzate. I vasi linfatici sono particolarmente sviluppati in quanto trasportano discrete quantità di liquidi e drenano, nella parte iniziale del piccolo intestino, i lipidi (cioè i grassi), incluse le vitamine liposolubili. I grassi, infatti, (ad eccezione di quelli molto piccoli, dei carboidrati e dei prodotti di digestione delle proteine), non passano nei vasi sanguigni, ma vengono assorbiti dai vasi linfatici per giungere poi nel fegato, punto di raccolta e smistamento di qualsiasi molecola abbia un interesse metabolico. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 26 DIgestIone & DIsturbI correlatI Le vitamine solubili in acqua sono assorbite lungo tutto l’intestino tenue, i sali minerali e l’acqua, oltre che nel tenue, sono assorbiti nell’intestino crasso. Il succo enterico (o intestinale) è un liquido secreto in quantità di circa 3 litri al giorno e contiene acqua, elettroliti e molti enzimi che completano l’azione digestiva di glucidi, proteine e lipidi; i più importanti sono: - peptidasi che scindono le proteine nei loro costituenti (gli aminoacidi); - amilasi, maltasi, lattasi.(di norma nel primo anno di vita), saccarasi, che scindono gli zuccheri complessi in zuccheri semplici (glucosio, galattosio e fruttosio); - lipasi che scindono i grassi. La regolazione della secrezione intestinale è principalmente legata all’azione meccanica del contenuto sulle pareti e di ormoni che stimolano l’attività di secrezione. L’intestino.crasso è l’ultima porzione dell’AD ed è separato dal tenue dalla valvola ileocecale (costituita da robusti fasci muscolari circolari della parte finale dell’ileo) e comunica con l’esterno tramite l’orifizio anale. La valvola ileocecale ha l’importante funzione di impedire il reflusso del contento intestinale del crasso verso il tenue (la flora batterica presente nel crasso è differente da quelle del tenue ed è in grado di provocare infiammazioni di quest’ultimo). L’intestino crasso è lungo circa 1,5-2 m in condizioni di rilasciamento, con un diametro decrescente da 7-8 cm a 2,5-3 cm e si suddivide in cieco, colon e retto. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’apparato DIgerente 27 Il cieco è una dilatazione intestinale della grandezza di una palla da tennis posta subito dopo la valvola ileocecale. Alla sua estremità inferiore si trova l’appendice (detta anche vermiforme o ileo-cecale): è di norma lunga 10 cm e spessa 1 cm ed è ricca di tessuto di difesa (cioè linfatico). La sua infiammazione è la ben nota “appendicite”. Il colon è la parte principale dell’intestino crasso, essendo lungo circa un metro. Esso circonda l’intestino tenue ed è suddiviso in ascendente, trasverso e discendente: il colon ascendente origina dal cieco, sale verso l’alto percorrendo il lato destro dell’addome fino a toccare il fegato, dove piega a sinistra, quasi ad angolo retto (flessura epatica), divenendo colon trasverso fino alla milza, dove piega verso il basso ad angolo acuto (flessura splenica) divenendo colon discendente, percorre il lato sinistro della cavità addominale fino a formare il sigma e terminando con il retto. Il retto funge da deposito di materiale da eliminare fino al momento dell’evacuazione e, soprattutto nell’ampolla, contiene numerosi recettori nervosi che permettono e facilitano la defecazione. Se però lo stimolo alla defecazione non viene assecondato, esso cessa quando le pareti intestinali si adattano e occorre attendere l’immissione di nuovo materiale intestinale affinché si riattivi. L’abitudine a non assecondare lo stimolo a defecare, a lungo andare, porta a stipsi (stitichezza) con formazioni di feci dure, asciutte e irritanti le pareti dell’intestino retto e dell’ano. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 28 DIgestIone & DIsturbI correlatI La mucosa dell’intestino crasso è costituita in relazione alle sue funzioni fondamentali: riassorbimento di acqua e sali minerali e espulsione del residuo intestinale (le feci). Lungo tutta la mucosa, e in modo particolare a livello dell’appendice, si trovano, singolarmente o in aggregati, cellule linfoidi di difesa. Nel colon è presente un’ingente quantità di microrganismi (la cosiddetta flora batterica, composta principalmente da escherichia coli, aerobatteri aerogeni, cocchi e clostridi) che è origine indispensabile di vitamina K e vitamine del gruppo B ed effettua la demolizione dei residui alimentari. Il.colon.ha.una.grande.capacità.di.riassorbimento. dell’acqua,. consentendo. quindi. il. recupero. di.gran.parte.dei.liquidi.digestivi.che.si.riversano.nel.canale.digerente..Altra.sostanze.assorbite. sono. i. sali. minerali. le. vitamine.e.derivati.delle. proteine. Come nello stomaco anche nell’intestino la motilità è dovuta all’attività della tonaca muscolare e delle strutture nervose. Anche a questo livello, come nel resto del canale gastroenterico, la motilità è sottoposta all’influsso degli ormoni gastroenterici (gastrina, secretina, sistema GEP, colecistochinina, ecc.) e del sistema nervoso, anche i tempi di transito del materiale alimentare variano da individuo a individuo e quindi anche la frequenza nell’evacuazione (che possono andare di norma da 1-2 volte al giorno a 1 volta ogni 3-4 giorni). La composizione delle feci è relativamente indipendente dalla dieta. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’apparato DIgerente 29 Le feci infatti sono composte solo per circa un terzo da residui alimentari non digeribili (soprattutto fibre vegetali) e per la maggior parte da cellule morte delle pareti intestinali, per circa il 75% di acqua e muco e per il 20% circa da batteri intestinali morti (si ritiene l’uomo elimini in media 100 miliardi di batteri di 75 ceppi diversi al giorno). Colore e odore delle feci dipendono invece dal tipo di alimentazione e dalle condizioni fisiologiche (es. sono di norma più scure se la dieta è a base di carne rispetto a una dieta più ricca in vegetali). n gHIanDole salIvarI Le più grosse ghiandole.salivari.(sottolinguali, sottomandibolari e parotidi) producono giornalmente 1-1,5 l di saliva che serve a lubrificare il tratto digerente, a rendere masticabili i cibi solidi e a iniziare la digestione dei carboidrati. Le due ghiandole sottolinguali sono situate subito sotto la mucosa del pavimento della bocca, le due ghiandole sottomandibolari sono aderenti alla parte posteriore della mandibola e le ghiandole parotidi, destra e sinistra, sono poste al di sotto dell’orecchio. Oltre a queste ghiandole salivari più sviluppate, esistono centinaia di minuscole ghiandole, chiamate ghiandole salivari minori, localizzate nelle labbra e nella mucosa interna dalla bocca fino alla gola. La saliva, prodotta da queste ghiandole, è un liquido ad alto contenuto acquoso e contiene l’amilasi (che scinde www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 30 DIgestIone & DIsturbI correlatI l’amido cotto), grandi quantità di immunoglobulie A e sostanze antibatteriche (ad es. il lisozima). La. secrezione. salivare. è. determinata. in. parte. dalla.masticazione.del.cibo.nella.bocca.e.in.parte.dal.sistema.nervoso, come per tutti i liquidi digestivi: ad esempio, il profumo di un buon piatto “fa venire l’acquolina in bocca", lo stress o una situazione che genera paura rende al contrario la bocca asciutta. n Fegato Il fegato rappresenta la più importante delle ghiandole annesse all’AD. È. un. organo. molto. voluminoso,. pesa. circa. 2,5. kg. e. si. trova. immediatamente. al. di. sotto. del. diaframma. Al fegato giunge la vena porta che trasporta anche il sangue che proviene dall’intestino tenue, ricco di sostanze nutritive: il fegato deve purificarlo, catturarne i nutrienti e i sottoprodotti della digestione, metabolizzarli (cioè trasformarli) e distribuirli agli altri organi, svolgendo un ruolo importantissimo nel mantenimento del complesso equilibrio del nostro organismo. Le funzioni più significative svolte delle cellule del fegato (gli epatociti), sono: • metabolismo.dei.carboidrati: - regola il tasso della glicemia; www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’apparato DIgerente 31 • metabolismo.delle.proteine:. - sintesi delle proteine del sangue, quali l’albumina e i fattori di coagulazione; • metabolismo.dei.grassi:. - produce e secerne la bile indispensabile per la loro digestione; - sintesi del colesterolo; - sintesi dei trigliceridi; • metabolismo.degli.oligoelementi:. - funge da deposito per numerosi sostanze (vitamina B12, ferro, rame ecc.); - favorisce l’attivazione di importanti vitamine (A, B1, B2, B12, PP, K, D ecc.); • disintossicazione.e.protezione: - demolisce molti ormoni; - demolisce numerose sostanze tossiche e numerosi farmaci (in gran parte riversati nella bile); - contiene numerose cellule specializzate del sistema immunitario che agiscono da “filtro” del sangue proveniente dalla vena porta. La.bile.è.un.liquido.viscoso.di.colore.giallo-verde.prodotto.nel.fegato.dalle.cellule.dette.epatociti.e.viene.raccolto.nella.cistifellea.(o.colecisti),. da. dove. viene. versata. nel. duodeno. durante. la. digestione.. La produzione di bile è attivata da fattori ormonali (secretina, gastrina, colecistochinina o CKK), dal sistema nervoso e dai sali biliari presenti. Il fegato produce da 600-1.000 ml di bile al giorno co- www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 32 DIgestIone & DIsturbI correlatI stituita da acqua, sali biliari (derivanti dal colesterolo), pigmenti biliari (che danno il caratteristico colore), colesterolo e acidi biliari. La bile, fungendo in un certo modo da detergente, lega i grassi ingeriti consentendone la digestione. Infine, la bile possiede un’importante funzione depurativa: infatti, molte sostanze di rifiuto (inclusi certi farmaci) non potendo essere eliminate tramite i reni, vengono riversate dal fegato nella bile e quindi espulse. n cIstIFellea La cistifellea.o.colecisti, è una piccola vescicola a forma di pera strettamente connessa al fegato. La cistifellea e i dotti biliari possono essere sede di calcoli (calcolosi biliare), che si formano a causa di un eccesso di colesterolo e di calcio (ne viene colpita circa il 15% della popolazione), in grado di scatenare le dolorose.coliche.biliari..una.dieta.povera.di.grassi.animali.e. ricca.di.frutta.e.verdura.riduce.notevolmente.la. possibilità.di.formazione.dei.calcoli. Il pancreas è una voluminosa ghiandola circondata dal duodeno: è parte integrante del sistema di regolazione dell’apparato digerente, denominato sistema GEP (gastro-entero-pancreatico). Esso produce. gli. ormoni. insulina, glucagone e somatostatina che regolano il metabolismo dei carboidrati e quindi del livello di glucosio nel sangue (glicemia) e gli enzimi.fondamentali.determinanti.per.la.digestione.di.carboidrati,.grassi.e. proteine. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’apparato DIgerente 33 La regolazione di tale attività si compie tramite meccanismi nervosi ed ormonali (ormoni gastrointestinali) in maniera analoga a quanto avviene nello stomaco. Anche qui infatti sì distinguono 3 fasi: - fase.cefalica (regolata dal sistema nervoso centrale) in cui la vista, l’odore, il pensiero di un cibo fanno sì che si stimoli la produzione di succo pancreatico ricco di enzimi; - fase.gastrica in cui la secrezione ormonale dello stomaco induce la secrezione pancreatica; - fase.intestinale che si attiva quando parte del contenuto dello stomaco raggiunge l’intestino. Altri ormoni,VIP (sistema GEP), neurotensina, motilina, peptideY, GIP (gastric inibitory peptide), enteroglucagone ecc., agiscono sollecitando o inibendo la secrezione pancreatica oltre alla secrezione e alla motilità gastrica e della cistifellea. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 34 DIgestIone & DIsturbI correlatI I.teMPI.deLLA.dIGeStIone Non tutti gli alimenti richiedono gli stessi tempi.di.digestione. Quantità.(G) Alimenti Permanenza. nello.stomaco 100-200 200 200 200 200 200 100-200 200 100 Acqua pura tè Caffè Cacao Birra Vino Latte bollito Brodo di carne Uovo fresco 30’-2h 200 300-500 150 150 150 150 150 150 150 150 Caffè con panna Cacao con latte Birra Pane.fresco riso.bollito Cavoli bolliti Carote bollite Spinaci bolliti Lattuga bollita Patate 2-3 h 250 250 160 100 100 100 200 150 150 150 Pollo bollito Carne di manzo Prosciutto crudo o cotto Arrosto di vitello Bistecca arrosto Filetto arrosto Salmone bollito Insalata di cetrioli Patate in insalata Mele 3-4 h 250 259 250 250 150 Filetto di manzo arrosto Bistecca arrosto Lepre arrosto Anitra arrosto Fagiolini bolliti 4,5 www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’apparato DIgerente tratto Azioni.principali bocca - masticazione e imbibizione saliva del cibo (trasformato in bolo alimentare) - digestione parziale dei carboidrati ptialina Stomaco succo - elaborazione del bolo - digestione parziale delle pro- gastrico teine (trasformate in frammenti) pepsina Intestino. - completamento dei processi tenue digestivi con completa digestione degli alimenti e loro assorbimento Agenti. digestivi succo enterico bile succo pancreatico Intestino. - digestione delle fibre (es. la flora crasso cellulosa) con formazione di batterica anidride carbonica, gas vari e ammoniaca - assorbimento di acqua (300400 ml) e sali minerali - formazione ed espulsione delle feci www.tevaitalia.it 35 enzimi. digestivi amilasi maltasi lattasi saccarasi tripsine peptidasi elastasi lipasi nucleasi - www.didatticadellasalute.it www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 37 le complicanze della digestione L a digestione è uno dei processi essenziali per la vita dell’uomo e della maggior parte degli organismi viventi. L’assunzione di cibo, cioè il nutrirsi, non è solo un istinto, ma anche una forma di piacere e di gratificazione che può arrivare fino a forme estreme di eccesso con gravi ricadute sull’intero organismo (ad es. le gravi obesità che mettono a rischio la vita e nelle quali il soggetto non riesce a regolamentare la assunzione del cibo). Spesso è una sorta di “rituale” finalizzato alla socializzazione (es. pranzi/cene con le persone che più ci stanno a cuore solo per il piacere di stare insieme o per festeggiare e celebrare qualche evento particolare della nostra vita). Contemporaneamente uniamo l’utile al dilettevole: alimentarsi, come abbiamo già detto, serve infatti per la sopravvivenza stessa della specie. La storia dell’evoluzione della nostra specie ci insegna che, nel corso dei millenni, il corpo umano è stato sottoposto a continui processi di adattamento fondamentali per sopravvivere ai mutamenti del clima e dell’ambiente che hanno caratterizzato la storia del nostro pianeta. La dieta (ossia il modo di nutrirsi) ha ricoperto, in questo senso, un ruolo di primaria importanza. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 38 DIgestIone & DIsturbI correlatI L’uomo primitivo è stato agli inizi della sua esistenza un cacciatore e un raccoglitore di prodotti spontanei della natura (bacche, tuberi, foglie), per divenire nel corso dei secoli agricoltore e allevatore di bestiame, modificando radicalmente le sue abitudini di vita e alimentari. Questi eventi hanno prodotto una maggiore disponibilità di cibo, indirizzando i consumi alimentari su alcune varietà prevalenti, in relazione alle condizioni climatiche e del terreno delle varie zone geografiche del nostro pianeta. Ad es. alle nostre latitudini sono stati finora privilegiati i cereali, che tuttora costituiscono la base della nostra alimentazione (la ben nota dieta mediterranea). I continui progressi e sviluppi delle conoscenze nel corso dei secoli hanno comportato un miglioramento delle condizioni sociali ed economiche con la conseguente introduzione e diffusione di ulteriori alimenti, che hanno allargato la disponibilità di sostanze nutrienti. Si pensi ad esempio all’introduzione del mais e della patata, sconosciuti in Europa fino alla scoperta dell’America. La continua evoluzione della specie e della società ha indotto quindi continue modificazioni del nostro modo di mangiare, per raggiungere il suo massimo con la rivoluzione industriale degli inizi del novecento, che a sua volta ha introdotto significativi cambiamenti anche in campo alimentare. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it le complIcanze Della DIgestIone 39 Subito dopo il primo dopoguerra i paesi più industrializzati sono stati pervasi da enormi cambiamenti sociali e produttivi con modificazione degli stili di vita, dell’ambiente in cui viviamo (es. inquinamento da prodotti chimici e da rumore) e improvviso incremento della disponibilità di cibo, sempre più prodotto con metodi industriali e ricco di additivi e conservanti. In quegli anni l’industria alimentare ha letteralmente rivoluzionato le abitudini dietetiche di milioni di persone, arrivando fino ai nostri giorni con tutto ciò che possiamo trovare nei super-forniti negozi della grande distribuzione. Oltre agli innumerevoli benefici derivanti da questa maggiore disponibilità alimentare, sono comparsi contemporaneamente “problemi digestivi” fino ad allora sconosciuti e che ancora oggi, ogni giorno, grandi quantità di persone lamentano in tutto il mondo: sono milioni quanti dicono di “digerire male”. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 41 la dispepsia I l termine medico per i problemi digestivi è “dispepsia” (dal greco dys-pepsia): parola scientifica che indica una condizione generica di “cattiva digestione”. Le statistiche stimano che circa il 30-40% degli italiani soffre di “disturbi digestivi”. Il notevole aumento e la diffusione di questo problema quasi esclusivamente nei Paesi industrializzati sta ad indicare che la dispepsia è un disturbo legato alle abitudini di vita e dietetiche tipiche del mondo occidentale. n sIntomI I sintomi tipici della dispepsia sono riferiti dal paziente prevalentemente alla parte superiore dell’addome e sono definiti come: • bruciori di stomaco; • rigurgito acido; • eruttazioni; • “alito cattivo” (alitosi); • dolore nella parte alta dell’addome; • senso di digestione lunga e laboriosa; • “intolleranza” a vari alimenti (soprattutto cibi grassi e cibi fritti, pietanze a base di carne particolarmente elaborate). www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 42 DIgestIone & DIsturbI correlatI n cause Le cause della dispepsia sono attribuibili a malattie organiche e non: • uso di medicinali (soprattutto gli antinfiammatori cosiddetti FANS, come l’acido acetilsalicilico); • helicobacter pylori (il batterio responsabile della gastrite e dell’ulcera dell’apparato digerente); • ulcera gastro-duodenale; • gastriti (infiammazioni della parte più interna dello stomaco); • cattiva alimentazione; • obesità; • malattia da reflusso gastroesofageo; • calcolosi della colecisti e delle vie biliari; • celiachia (malattia da intolleranza al glutine); • stress psico-fisico. n terapIa Per curare in modo efficace la dispepsia occorre anzitutto consultare un medico per ottenere una diagnosi precisa basata su accertamenti specifici (ad es. gastroscopia, radiografia con pasto opaco, esami del sangue ecc.): da www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it la DIspepsIa 43 evitare assolutamente le cure fai da te o per sentito dire da amici, parenti e conoscenti! Una volta posta la diagnosi corretta, occorre curare le eventuali malattie organiche causa della dispepsia (es. ulcere, calcolosi delle colecisti e delle vie biliari, celiachia ecc.) con i farmaci e le indicazioni dietetiche che il medico curante saprà indicare. Le indicazioni generiche che vengono comunque sempre fornite prevedono che è bene eliminare o perlomeno ridurre i fattori di rischio noti, come l’assunzione degli antinfiammatori (FANS) senza protezione dello stomaco, l’obesità, il fumo, l’alcool, la sedentarietà, il sovrappeso e i fattori stressanti. Se gli accertamenti specifici permettono di escludere una o più di queste cause e, malgrado le rassicurazioni, il soggetto lamenta comunque le difficoltà digestive si parla allora di “dispepsia funzionale”, ovvero di una situazione non dipendente da cause organiche, ma da elementi stressanti che alterano la motilità dell’apparato digerente. La “dispepsia funzionale” definita come il persistere di sintomi come da cattiva digestione per un periodo superiore o uguale a tre mesi in assenza di malattie organiche, è una condizione piuttosto comune. Circa il 25% della popolazione riferisce il verificarsi di fastidio a livello addominale almeno sei volte in un anno. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 44 DIgestIone & DIsturbI correlatI Tuttavia, solo il 10-20% consulta un medico per tale motivo. La dispepsia funzionale è la causa di almeno il 60% di tutti i casi di dispepsia. Nella maggior parte dei soggetti con dispepsia funzionale il decorso dei disturbi risulta favorevole e va ad attenuarsi fino a scomparire con il tempo. Anche per queste situazioni, in ogni caso, valgono le indicazioni consigliate per le forme organiche ed esistono terapie farmacologiche molto efficaci e specifiche per i sintomi avvertiti (ad es. i cosiddetti farmaci procinetici). www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 45 l’ulcera peptica n cHe cos’è L’ulcera peptica (UP) è una lesione erosiva, generalmente di piccole dimensioni (2-10 mm di diametro) del tessuto di rivestimento interno (mucosa) dello stomaco (ulcera gastrica) o, più frequentemente, del duodeno (ulcera duodenale). Si tratta di una patologia molto diffusa e di notevole rilevanza sociale. Dai dati attualmente disponibili risulta che nei paesi occidentali il 2% della popolazione presenta una UP attiva, mentre il 6-15% ha presentato nel corso della vita manifestazioni cliniche compatibili con la presenza di ulcera gastrica o duodenale. Gli uomini sono colpiti più frequentemente delle donne, con un rapporto di 3:1. La localizzazione duodenale è quella più frequente, tranne che nelle statistiche giapponesi, in cui prevale l’ulcera gastrica. Il 5-15% dei pazienti presenta contemporaneamente ulcera gastrica e duodenale. Negli uomini la comparsa della UP è rara prima dei 20 anni, ma la sua incidenza cresce nel corso delle decadi www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 46 DIgestIone & DIsturbI correlatI successive fino a raggiungere un picco massimo in corrispondenza dei 50 anni. L’insorgenza dell’ulcera nelle donne è poco frequente in età pre-menopausale e ciò suggerisce un possibile ruolo protettivo esercitato dagli ormoni. L’incidenza della UP, particolarmente di quella duodenale, è andata riducendosi negli ultimi 30 anni, probabilmente in relazione alla scoperta dei fattori che la causano ed alla loro relativa eliminazione. La malattia di solito si presenta a cicli: ad un periodo di riacutizzazione dei disturbi segue un periodo più o meno lungo di apparente guarigione e così di seguito, se non si interviene con un’adeguata terapia. Malgrado i grandi passi ottenuti nel chiarimento dei meccanismi e sulle cause che la formano, così come i progressi nella terapia, l’UP è ancora oggi gravata da un’alta percentuale di mortalità: in Italia infatti è al 15° posto fra le cause di morte. n QualI sono le cause Il tessuto dello stomaco ha di per sé alcuni meccanismi di difesa che si oppongono alla formazione di una UP. ❶ La prima linea di difesa è data da uno strato di muco e bicarbonato, prodotti dalle cellule della mucosa gastrica, che aderisce alla stessa mucosa formando in tal modo sia una barriera fisica che una barriera chimica attraverso l’azione dei bicarbonati, trattenuti all’interno del muco, i quali neutralizzano l’acido. ❷ Una seconda linea difensiva è data dalle cellule stesse della mucosa, attraverso il loro essere unite. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’ulcera peptIca 47 ❸ Una ultima linea di difesa è data dal sistema di vascolarizzazione, cioè attraverso la capacità del sangue che arriva allo stomaco ed al duodeno di portare via l’acido diffuso e di neutralizzarlo, nonché di apportare energia alla mucosa. In questo contesto, alcune sostanze chiamate prostaglandine hanno un ruolo importantissimo nel mantenere integra la barriera mucosa (quella che si chiama citoprotezione). Tutto il sistema difensivo è regolato da un complesso sistema di controllo nervoso ed ormonale. I fattori che invece creano danno alla mucosa sono la secrezione acida gastrica, la pepsina (un enzima che ha un ruolo importante nella digestione delle proteine) e, in certi casi, i sali contenuti nella bile. Ma anche fattori esterni possono avere un ruolo importante nel creare la lesione ulcerosa, e tra questi i farmaci antidolorifici (l’acido acetilsalicilico e i FANS o Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei), l’alcool e il fumo. Qualunque sia la causa che produce l’ulcera, il meccanismo con cui questa si forma sta nello squilibrio tra i fattori difensivi e quelli lesivi, e l’acidità in tal senso ha un ruolo fondamentale (tanto da avere fatto enunciare il detto “non acid-non ulcer”, cioè senza acidità non si può avere l’ulcera). Le cause della rottura dell’equilibrio tra meccanismi di difesa della mucosa e fattori danneggianti a favore di questi ultimi sono complesse e non ancora del tutto conosciute. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 48 DIgestIone & DIsturbI correlatI Ultimamente, la ricerca medica è pervenuta all’importante scoperta del ruolo di un batterio (Helicobacter pylori-HP) come causa dell’ulcera. HP è capace di infettare la mucosa dello stomaco e provocare un’infiammazione locale, che può progredire verso malattie quali gastrite cronica, dispepsia non ulcerosa, ulcera peptica e cancro allo stomaco. Il termine “Helicobacter” si riferisce alla forma ad elica di questo batterio, mentre “pylori” ricorda il nome del tratto terminale dello stomaco, cioè il piloro, dove il batterio può annidarsi oltre che nello stomaco. Nonostante l’ambiente interno dello stomaco sia tale da impedire la crescita della stragrande maggioranza delle forme microbiche, HP ha sviluppato diverse strategie di sopravvivenza, al punto da riuscire ad infettare facilmente l’essere umano. La storia dell’HP inizia nel 1983 grazie a Robin Warren e Barry Marshall, i due medici australiani che per primi riuscirono a dimostrare la presenza di questo batterio. Fino a quel momento, la scienza medica era assolutamente convinta che la forte acidità e le spiccate attività enzimatiche digestive dello stomaco impedissero qualsiasi sua infezione. Invece l’HP possiede varie caratteristiche per le quali riesce a sopravvivere in un ambiente così ostile. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’ulcera peptIca 49 Le più importanti sono, l’HP che è in grado di crescere senza problemi anche in un’atmosfera poco ossigenata, la sua forma a spirale e i suoi flagelli all’estremità riescono a produrre un movimento a “cavatappi” che gli consente di penetrare la barriera di muco che protegge la mucosa gastrica, è dotato di sostanze adesive che gli permettono di restare attaccato alla parete anche durante i movimenti dello stomaco, fabbrica la ureasi (un enzima che produce l’ammoniaca che neutralizza l’acido prodotto nello stomaco e quindi permette la crescita dell’HP. Considerata questa sua grande capacità di annidamento e sopravvivenza nell’ambiente gastrico, HP è responsabile di un’infezione particolarmente diffusa, che interessa circa la metà della popolazione mondiale. Nonostante però la prevalenza dell’infezione sia mediamente intorno al 30-65% degli adulti ed al 5-15% dei bambini, nella grande maggioranza dei casi essa rimane del tutto asintomatica e, in assenza di un’efficace terapia antimicrobica, l’infezione da HP può comunque persistere anche per tutta la vita. La condizione di aumento cronico della acidità nello stomaco associata all’HP può determinare lo sviluppo delle cosiddette metaplasie duodenali ed esofagee, dovute al lento processo di adattamento dei tessuti all’eccessiva acidità o al reflusso in esofago. Le gastriti da HP sono un fattore di rischio anche per il cancro dello stomaco, insieme ad influenze ambientali, dietetiche e genetiche. La correlazione tra infezione da Helicobacter pylori e cancro è valida soprattutto per alcune forme tumorali, www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 50 DIgestIone & DIsturbI correlatI come l’adenocarcinoma ed il linfoma Gastrico Primitivo MALT-associato. Statisticamente, nel corso della vita possono sviluppare un tumore allo stomaco l’1-2% di soggetti portatori di HP, mentre il 10-20 per cento possono sviluppare ulcere gastriche e duodenali. Solitamente la trasmissione diretta da persona a persona attraverso le goccioline di saliva rappresenta la più comune modalità infettiva, ma nonostante tutto, nella maggioranza dei casi (80-85%), l’infezione da HP decorre in maniera asintomatica o con sintomi lievi, quasi impercettibili. Infatti, la sola presenza dell’HP non è sinonimo di malattia. Nei soggetti invece ammalati di HP l’infiammazione può divenire intensa, provocare bruciori e dolori gastrici, nausea, vomito, eruttazione frequente, reflusso gastroesofageo: i sintomi peggiorano soprattutto lontano dai pasti, mentre l’assunzione di cibo o l’uso di antiacidi li riducono. Oggi la scienza medica dispone di vari metodi per dimostrare l’infezione da HP. I test non invasivi comprendono la ricerca dell’HP nelle feci o nel respiro (il cosiddetto breath test), dopo avere bevuto un innocuo liquido diagnostico ed avere respirato in due provette. La metodica invece più fastidiosa e un po’ invasiva è rappresentata dalla gastroscopia, che permette una visione diretta dello stomaco e di eventuali gastriti, erosioni ed ulcere. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’ulcera peptIca 51 Durante l’esame, inoltre, è possibile prelevare frammenti di mucosa gastrica da analizzare al microscopio per evidenziare l’HP. Una volta diagnosticato è oggi possibile eliminare il batterio mediante uno o più antibiotici e farmaci inibitori della pompa protonica che rendono l’ambiente acido meno favorevole all’HP. A tal proposito si utilizza generalmente un trattamento “d’urto” che consiste nella somministrazione congiunta, per 7-10 giorni, di un paio di antibiotici e di un inibitore della pompa protonica. Tra gli antibiotici di più comune impiego si ricordano l’amoxicillina, la claritromicina, il tinidazolo, la tetraciclina ed il metronidazolo, mentre tra i più usati inibitori della pompa protonica figurano l’omeprazolo, l’esomeprazolo, il lansoprazolo e la ranitidina. Dopo qualche settimana dal termine del trattamento, il medico prescrive nuovi esami diagnostici per accertarsi dell’avvenuta eradicazione dell’HP. Attualmente sono in fase di sperimentazione anche vaccini in grado di prevenire l’infezione da HP, che hanno già dimostrato una buona efficacia in modelli animali e, nei primi studi preliminari, anche su soggetti umani. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 52 DIgestIone & DIsturbI correlatI n come sI manIFesta l’up Molti pazienti con ulcera possono anche non avere alcun sintomo e l’ulcera può guarire spontaneamente. Il sintomo principale è costituito da un dolore bruciante nella parte centro superiore dell’addome (la cosiddetta “bocca dello stomaco”). È un dolore intermittente, che va e viene, a volte descritto come senso di indolenzimento, pressione, pesantezza o sensazione di vuoto o di fame. Esistono alcune differenze tra il dolore causato da un’ulcera gastrica e quello dovuto a un’ulcera duodenale. Generalizzando si può affermare che il dolore da ulcera gastrica: • è spesso più forte durante il giorno; • non è alleviato dall’assunzione di cibo; • può peggiorare dopo breve tempo dall’assunzione di cibo. Mentre il dolore da ulcera duodenale: • si presenta più intensamente la notte; • viene alleviato dall’assunzione di cibo o di latte; • si ripresenta 2 o 3 ore dopo il pasto. La nausea e il vomito sono sintomi comuni ai due tipi di ulcera. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’ulcera peptIca 53 n DIagnosI Oggi, con l’avvento della endoscopia digestiva, si è avuto un forte incremento nella accuratezza diagnostica e nella valutazione dell’efficacia terapeutica, con riduzione delle complicanze e, nel caso della endoscopia interventistica, anche del numero di interventi chirurgici nei casi di sanguinamento. n QualI sono I rIscHI Le complicanze dell’ulcera si manifestano spesso durante le recidive e richiedono sempre l’immediato riferimento ad un centro medico. Le più frequenti sono: • Emorragia. Si può presentare con vomito di sangue vivo o di materiale simile a fondi di caffé, emissione di feci scure, con aspetto catramoso. Può essere presente anemia all’esame del sangue. • Ostruzione del piloro o del duodeno. È dovuta al restringimento del cavità dello stomaco per effetto della cicatrizzazione di un’ulcera o dello spasmo e del gonfiore associati a un’ulcera in fase attiva. Si manifesta con vomito abbondante e richiede l’intervento chirurgico. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 54 DIgestIone & DIsturbI correlatI • Perforazione. Si verifica quando l’ulcera penetra attraverso l’intera parete dello stomaco o del duodeno, e può essere trattata solo con l’intervento chirurgico. Si manifesta con dolore improvviso, intenso che si diffonde attraverso l’addome e può essere riferito in sedi al di fuori dell’addome (schiena e spalle). n cosa sI Deve Fare • Non fumare. Le UP hanno molte meno probabilità di guarire con cure mediche nei pazienti che continuano a fumare. • Non assumere acido acetilsalicilico e in generale usare con cautela tutti i farmaci analgesici antinfiammatori, avvertendo il medico nel caso fosse necessario prolungarne l’assunzione per più giorni. Fra i farmaci analgesici è consigliabile dare la preferenza al paracetamolo (chiedere al medico o al farmacista per un prodotto commerciale che lo contiene). • Consumare i pasti ad orari regolari. Saltare i pasti e mangiare in modo sregolato può peggiorare i sintomi. In caso di ulcera duodenale può essere utile assumere diversi piccoli pasti ad orari regolari per evitare che lo stomaco rimanga vuoto per troppo tempo. Ogni soggetto ulceroso dovrebbe imparare a riconoscere www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’ulcera peptIca 55 ed evitare quegli alimenti che provocano un peggioramento dei suoi sintomi. • Una dieta leggera non è necessaria. È consentito condire normalmente il cibo. Molti pazienti notano un riacutizzarsi della sintomatologia bevendo succhi di frutta o assumendo cibi grassi o piccanti, ma questo non è valido per tutti. n InDIcazIonI DIetetIcHe Poiché i soggetti ulcerosi sono anche particolarmente emotivi, un’eccessiva restrizione dietetica può solo peggiorare la loro sensazione di malessere, e pertanto ogni indicazione deve essere “su misura” per ogni singolo paziente, nel rispetto delle sue abitudini di vita e delle intolleranze soggettive. • Latte e derivati. Il loro uso è permesso, pur avendo perso il ruolo “terapeutico” (latte intero, magro, panna). • Uova. Sono concesse, limitandosi alle uova alla coque o in camicia, ed evitando le fritture e, se mal tollerate, le uova sode. • Pane, pasta e riso. Non ci sono limitazioni particolari, fuorché per le minestre in brodo di carne o con il dado ed estratti, che è preferibile evitare. • Carni, pollame, pesce. Sono tutti permessi, scartando le carni fibrose e cartilaginee. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 56 DIgestIone & DIsturbI correlatI • • • • Si consiglia la cottura ai ferri, arrosto o al vapore, mentre si sconsigliano le carni bollite. Non ci sono controindicazioni all’uso delle carni o dei pesci surgelati; al contrario, evitare l’uso dei prodotti in scatola o sotto sale. Salumi. Il divieto dei prodotti troppo grassi, o con spezie o pepe, affumicati, sotto sale o sott’olio, limita praticamente la scelta dei salumi al prosciutto crudo magro e alla bresaola. Formaggi. Evitare l’uso dei formaggi speziati, piccanti e stagionati. Gli altri sono permessi. Verdure. La tollerabilità alle verdure è molto individuale, sia per le quantità, sia per il tipo, che per il metodo di cottura. Le verdure più “incriminate” sono il pomodoro, specie se consumato crudo e le verdure crude in genere, le verdure che tendono a creare meteorismo, quali cavoli, cavolfiori, cetrioli, nonché i legumi. Frutta. La frutta con la buccia può a qualcuno creare, come per le verdure, problemi di tollerabilità, ma in www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’ulcera peptIca • • • • 57 generale non ci sono restrizioni, compresi gli agrumi se sono tollerati. Bandita la frutta secca. Dolciumi. Sono sconsigliati i dolciumi di pasticceria con creme, cioccolato, cacao, nonché la marmellata, il miele ed i marron glacé. Consentita la pasticceria secca, i biscotti, la pasta frolla. Bevande. Bandite l’acqua e tutte le bevande gassate, i succhi di frutta e le bevande acidule, le bevande a base di cola, il tè, il caffé va assunto con moderazione e sempre a stomaco pieno (compreso il decaffeinato); vietatissimi i superalcolici, specialmente a stomaco vuoto, uso moderato della birra e solo ai pasti. È consentito un po’ di vino da tavola ai pasti. Spezie, grassi e condimenti. Le spezie e i condimenti sono irritanti per la mucosa ma non ulcerogeni. Pepe, peperoncino, chiodi di garofano, senape, mostarda, paprika andrebbero comunque evitati per la loro capacità di evocare la sintomatologia; stesso discorso vale per aceto e sottaceti, salse piccanti, aromi, succo di limone. Lo strutto ed il lardo rallentano la digestione, pertanto è sempre preferibile utilizzare olio di oliva preferibilmente a crudo. Evitare i superalcolici. L’alcool è un irritante della mucosa gastro-intestinale ed è ammesso solo in quantità molto moderate. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 58 DIgestIone & DIsturbI correlatI • Non abusare di farmaci antiacidi. Molti di questi farmaci si possono acquistare in farmacia senza ricetta medica ed essere usati per il trattamento dell’ulcera, ma non per questo sono esenti da rischi. Il bicarbonato di sodio, ad esempio, pur essendo un antiacido molto potente, è controindicato nei pazienti ipertesi, con malattie cardiache e renali. Altri antiacidi possono causare stitichezza oppure diarrea. • Se possibile preferire le preparazioni liquide dei farmaci antiacidi (sciroppi, granulati solubili) che si sono dimostrate più efficaci della formulazione in compresse, poiché offrono una maggiore superficie di interazione con l’acido cloridrico. • Seguire scrupolosamente le cure consigliate dal medico e non interromperle senza averlo prima consultato. Con i farmaci abbiamo avuto, in questi ultimi decenni, un salto di qualità nell’efficacia terapeutica, passando dagli antiacidi, agli inibitori del recettore H2 della istamina ai più potenti inibitori della pompa protonica. La mancanza di farmaci efficaci aveva spinto nel passato i medici a concentrare l’attenzione sul trattamento dietetico. La dieta assumeva in tal senso un ruolo centrale nella terapia dell’ulcera, assegnando persino degli effetti benefici a determinati cibi nel favorire la cicatrizzazione della lesione ulcerativa. L’attenuazione della sintomatologia dolorosa con l’assunzione di cibo o il suo peggioramento con altri ha fatto sì che venissero pre- www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it l’ulcera peptIca 59 scritte le “diete lattee”, che utilizzano il debole effetto di tamponamento del latte per la riduzione del dolore, salvo poi avere un successivo aumento della secrezione acida, oppure la famosa quanto inutile “dieta in bianco”, basata sulla somministrazione di cibi di facile digeribilità e cotti in maniera semplice, accompagnati da un elenco di alimenti da evitare, che ha portato il paziente ulceroso a sentirsi “più malato”, senza alcun beneficio sulla malattia. Le attuali conoscenze sulle cause dell’ulcera e la presenza di farmaci molto potenti che riducono la secrezione gastrica, portando quindi un rapido miglioramento della sintomatologia nonché una più veloce guarigione dell’ulcera, ha fatto sì che il ruolo della alimentazione, a parte il momento “acuto”, sia stato ridimensionato. Tra i farmaci più utilizzati si ricordano gli inibitori della pompa protonica omeprazolo, esomeprazolo, lansoprazolo, la “vecchia” ranitidina e, in alcuni casi, il bismuto citrato. • Evitare il più possibile lo stress. Lo stress mentale non può essere causa di ulcera peptica, ma può rallentarne la guarigione o peggiorarne la sintomatologia. • Riposare il più possibile riprendendo la normale attività non appena ci si sente meglio. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 60 DIgestIone & DIsturbI correlatI n QuanDo rIvolgersI al meDIco L’UP è una malattia cronica (dura per 15-20 anni), ricorrente, che dev’essere diagnosticata dal medico sulla base della sintomatologia e mediante esami come la radiografia dopo un pasto di bario e la gastroduodenoscopia. Il paziente deve poi seguire scrupolosamente la terapia consigliata dal medico per tutta la durata indicata, anche se i sintomi scompaiono dopo i primi giorni di trattamento. È necessario interpellare con urgenza il medico se: • i sintomi non migliorano nonostante la terapia; • si osserva l’emissione di feci nere, insanguinate o con aspetto catramoso; • il vomito diventa abbondante, frequente, presenta sangue o materiale simile a fondi di caffé; • compare un dolore addominale acuto; • il paziente ha la pelle fredda, suda, si sente debole ed ha la sensazione di svenire. Tutti questi segni infatti sono l’espressione di complicanze e allora può essere necessaria la terapia chirurgica. L’intervento chirurgico è indicato in presenza di ulcere refrattarie alla terapia, specialmente se insorte nello stomaco, o recidivanti, che comportano grave sintomatologia dolorosa e limitano fortemente la qualità di vita del paziente; oppure quando sia ha anche un piccolo sospetto di natura maligna dell’ulcera, anche in caso di negatività dei reperti istologici; o ancora se il paziente dimostra una scarsa accettazione del trattamento medico. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 61 Il colon irritabile I l “colon irritabile” (nome scientifico Sindrome del Colon Irritabile o Irritable Bowel Sindrome - IBS) è definibile come un insieme di sintomi intestinali provocati da un’alterazione del movimento dell’ultima parte dell’intestino - il colon -: è caratterizzato da dolore addominale diffuso, gonfiore addominale e alterazione della evacuazione (stipsi, diarrea, alternanza stipsi-diarrea) in assenza di una specifica ed univoca malattia organica. I paesi con maggiore prevalenza sono il Brasile e il Messico e quelli con minore il Giappone e l’India. Nel 1892 fu coniato il termine “colite mucosa”, osservando l’elevata frequenza di emissione di muco commisto alle feci e coliche addominali, in soggetti spesso affetti da alterazioni del quadro psicologico. Da allora quest’insieme di sintomi è stato anche denominato “colite nervosa” e “colite spastica”, ma impropriamente, in quanto il suffisso - ite - si riferisce specificamente a fenomeni di tipo infiammatorio. Il termine più comune ed usato è “colon irritabile”. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 62 DIgestIone & DIsturbI correlatI Tradizionalmente la IBS è una diagnosi di esclusione e, non essendo mai stato realmente dimostrato come e perché venga alterata la motilità del colon, rimane una situazione clinica indefinita. n FreQuenza eD età La prevalenza di questa sindrome nei paesi industrializzati è valutata nel 10-20% della popolazione, con l’1-2% annuo di nuovi casi e incidenza di circa il doppio nel sesso femminile rispetto a quello maschile. Quasi il 50% delle persone affette da IBS riferisce l’inizio della sintomatologia prima dei 35 anni di età. Se i sintomi compaiono dopo i 40-45 anni di età occorre escludere altre malattie (diverticoli, morbo di Crohn, tumori ecc.) prima di porre la diagnosi IBS. n causa Le cause concrete e documentabili di questa sindrome sono ad oggi solo ipotizzate. Le teorie più accreditate sono le seguenti: ❶.Motilità intestinale normale con una percezione esagerata della motilità stessa: si tratta di soggetti che “sentono” come dolorose le contrazioni che si alternano alle pause motorie. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it Il colon IrrItabIle 63 ❷ Precedenti infezioni intestinali anche nella età pediatrica, che modificano la muscolatura del colon rendendola molto reattiva agli stimoli più vari (arrivo del cibo, bevande come il caffè, fenomeni psicologici, variazioni della temperatura esterna, ecc.). ❸ “Anomalie” chimiche in alcune zone del Sistema Nervoso Centrale che comportano la abnorme sintesi di alcune molecole (definite neuro-ormoni) e/o abnorme attivazione di recettori verso le medesime molecole. n FIsIopatologIa Per comprendere meglio la complessa attività normale (fisiologica) del colon e, di conseguenza, l’attività anormale (fisiopatologia) è bene conoscere in maniera più approfondita le dinamiche alla base della funzione del colon. Il contenuto intestinale arriva nel colon in forma liquida; la funzione primaria di questo organo è rappresentata dal riassorbimento della parte liquida e dei sali minerali; al termine del percorso lungo il colon si ha l’espulsione finale dei prodotti della digestione. È relativamente recente l’individuazione nel colon di un Sistema Nervoso Semi-Autonomo, denominato Sistema Nervoso Enterico (SNE). Le principali funzioni del SNE riguardano: • La produzione di serotonina, sostanza chimica che si comporta da trasportatore di stimoli chimici (neuro- www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 64 DIgestIone & DIsturbI correlatI trasmettitore), deputata anche al funzionamento della muscolatura del colon. Quest’azione, in particolare, risente dell’interrelazione tra il SNE ed il Sistema Nervoso Centrale (SNC), il cosiddetto “brain-gut axis” (teoria dei due cervelli) letteralmente “asse cervellointestino”. In pratica, stimoli esterni che giungono al SNC possono provocare un’azione di eccessivo stimolo alla produzione di serotonina o, al contrario, bloccarne l’azione, con conseguente transito accelerato nel colon (diarrea) o rallentato (stipsi). • La regolazione della permeabilità dei vasi sanguigni e linfatici situati nel colon immediatamente al di sotto della mucosa (la parte più interna del colon) deputati al riassorbimento della parte liquida del contenuto del colon. • La capacità di riconoscere le sostanze nocive che introduciamo con gli alimenti (es. virus, parassiti, conservanti ecc.), e quindi innescare tutte le funzioni di protezione e rapida espulsione di tali sostanze dal nostro organismo. Le ipotesi riguardanti la fisiopatologia della IBS sono sostanzialmente tre: www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it Il colon IrrItabIle 65 ❶.Anomalie della motilità gastrointestinale. ❷ Alta percezione del dolore (iperalgesia) viscerale. ❸ Teoria psicopatologica. ❶.L’alterazione della motilità gastrointestinale è a carico di specifiche modificazioni della funzione motoria del piccolo e del grande intestino: a) l’attività elettrica della muscolatura del colon (che fa avanzare le feci sino all’espulsione) è composta da una successione di onde “lente” di contrazione muscolare, sulle quali si sovrappongono contrazioni più vigorose (spike di potenziali d’azione). L’alterata motilità della IBS si concretizza in una variazione della frequenza delle lente onde di contrazione della muscolatura interrotte, soprattutto nel periodo dopo i pasti, dagli spike dei potenziali d’azione. Nei soggetti con diarrea prevalente questa situazione è più frequente rispetto ai pazienti prevalentemente soggetti a stipsi; b) l’alterata motilità intestinale comporta un rallentato transito del cibo, soprattutto nei soggetti con prevalente stipsi ed in un accelerato transito nei soggetti con prevalente diarrea; questi ultimi soggetti, inoltre, hanno intervalli più brevi tra onde successive di avanzamento del contenuto intestinale (dette “onde predominanti” interdigestive del piccolo intestino); c) le teorie attuali integrano queste alterazioni motorie, ipotizzando una generalizzata e aumentata attività della muscolatura liscia con sommazione di energiche www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 66 DIgestIone & DIsturbI correlatI contrazioni subentranti; inoltre associano ai disturbi della motori del tenue e del colon anche sintomi urinari quali l’aumento della frequenza, l’urgenza e la minzione notturna (nicturia). ❷ L’abnorme aumento della sensibilità al dolore (iperalgesia viscerale) è caratterizzata da un’anormale percezione della fisiologica motilità intestinale, che genera la sensazione dolorosa. Con il test per la valutazione della sensibilità viscerale al dolore con distensione della sonda a palloncino nel rettosigma e nel tenue, si riscontra dolore anche a bassissimi volumi nei soggetti con IBS rispetto a quelli di controllo e quest’aumentata sensibilità si manifesta in modo rapido e non graduale rispetto alla distensione. I pazienti affetti da IBS riferiscono la diffusione del dolore a zone della cute dell’addome più ampie rispetto alla zona di intestino interessata. Quest’ultimo effetto è dovuto alla percezione nel cervello del segnale elettrico inviato dalle terminazioni nervose del colon attraverso zone del midollo spinale nelle quali arrivano e dalle quali partono anche le terminazioni nervose della cute, per cui un dolore nel retto-sigma, può essere percepito come diffuso ad una ampia superficie cutanea dell’addome. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it Il colon IrrItabIle 67 ❸ L’associazione tra disturbi psichiatrici e IBS non è mai stata realmente chiarita e dimostrata. È noto che soggetti affetti da disturbi psicologici vanno incontro a malattie debilitanti molto più frequentemente rispetto alla popolazione di controllo e che soggetti alla continua ricerca di terapie mediche manifestano un’alta incidenza di crisi di panico, stati depressivi, ansietà ed ipocondria rispetto alla popolazione di controllo. Un’alterazione del BrainGut Axis coincide con l’inizio dei disturbi dell’apparato digerente in circa il 77% dei pazienti, ma non è dimostrato se disturbi psicopatologici inducano alla IBS o viceversa. Recentemente in soggetti con IBS è stata dimostrata la presenza di piccole zone infiammatorie nello spessore della parete intestinale e questo dato metterebbe in discussione le cause della IBS, considerata sino ad oggi una situazione provocata da cause non organiche. È peraltro un dato certo che persone con IBS hanno in precedenza sviluppato malattie intestinali infettive (sindrome post infettiva). Queste forme post-infettive sono associate prevalentemente all’appartenenza al sesso femminile, alla durata dell’infezione, al tipo di agente patogeno coinvolto, all’assenza di vomito durante la patologia infettiva, all’età giovanile. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 68 DIgestIone & DIsturbI correlatI Inoltre questi pazienti hanno un aumento nella parete del colon del numero di alcuni tipi di globuli bianchi (i linfociti) e delle cellule enteroendocrine deputate alla produzione di sostanze (tra cui la serotonina) che agiscono su motilità, vascolarizzazione e risposta immunitaria del colon. Nella IBS le cellule enteroendocrine secernono elevati livelli di serotonina, con aumento della secrezione colica e possibile diarrea. n sIntomI I classici sintomi della IBS ricomprendono dolore o disturbo intestinale associato a: ❶.Sollievo con la evacuazione. ❷ Cambiamento della frequenza delle evacuazioni. ❸ Cambiamento della consistenza delle feci. Ulteriori sintomi includono: a) modificazioni della frequenza delle evacuazioni; b) modificazioni della forma delle feci; c) modificazioni del passaggio delle feci; d) distensione addominale e soggettività di gonfiore. Agli inizi del 1900 Manning ed i suoi collaboratori, stabilirono sei criteri differenziali tra la IBS e le malattie intestinali organiche. I cosiddetti “Manning Criteria” sono riassumibili in: ❶.Dolore associato a maggiore frequenza delle evacuazioni (IBS con prevalenza di diarrea). www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it Il colon IrrItabIle 69 ❷ Dolore associato a rallentato transito intestinale (IBS con prevalenza di stipsi). ❸ Dolore alleviato dalla evacuazione. ❹ Marcata, visibile, distensione addominale. ❺ Sensazione soggettiva di incompleta svuotamento intestinale in più del 25% delle evacuazioni. ❻ Mucorrea in più del 25% delle evacuazioni. Più recentemente in 2 congressi tenutesi a Roma rispettivamente nel 1992 e nel 1998 (i cosiddetti “Rome Criteria I e II”), si è provveduto a meglio definire l’iter diagnostico per la ricerca e la pratica clinica. Il più organico “Rome Criteria II” ha chiarito il principio secondo il quale, per porre la corretta diagnosi di IBS, i pazienti devono manifestare in maniera continuativa e per almeno 3 mesi nell’arco dell’ultimo anno, almeno 3 dei sintomi specificati nel capitolo relativo all’ulcera peptica. n DIagnosI Ci sono molte malattie che possono essere facilmente confuse con la IBS. Per permettere una diagnosi il più possibile condivisibile viene utilizzato come riferimento comune il test definito nel 1992 (Roma I), modificato poi nel 1998 (Roma II) dagli stessi esperti, al fine di renderlo ancora più preciso. Alcuni utilizzano anche i criteri di Manning (distensione addominale, dolore addominale alleviato dall’evacuazio- www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 70 DIgestIone & DIsturbI correlatI ne, emissione di feci con la scomparsa del dolore, presenza di muco nelle feci, sensazione di evacuazione incompleta), in associazione con Roma II. Nello specifico il Test Diagnostico Roma II indica come diagnostica di IBS la presenza durante l’ultimo anno, per almeno 12 settimane (non necessariamente consecutive), di dolore o fastidio addominale. Il dolore deve avere almeno 2 delle seguenti caratteristiche: 1.. Sintomi.essenziali • Scompare con l’evacuazione. • Compare insieme ad un cambiamento nella frequenza delle evacuazioni. • Compare insieme ad una modificazione della consistenza delle feci. 2.. Sintomi.aggiuntivi • Alterata frequenza delle evacuazioni (meno di 3 alla settimana o più di 3 al giorno). • Alterata consistenza delle feci (dure/caprine, poltacee/liquide). • Disturbi dell’evacuazione (sforzo, stimolo impellente, sensazione di evacuazione incompleta). • Presenza di muco nelle feci. • Gonfiore o sensazione di distensione addominale. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it Il colon IrrItabIle 71 Dall’architettura del test Roma II si deduce che una meticolosa raccolta della storia clinica può già essere la chiave per la diagnosi di questa diffusa sindrome. Il medico deve pertanto indagare i seguenti punti. ❶.Le modificazione dell’alvo: a) variabilità della stipsi con comparsa di feci disidratate e nastriformi, dolore e riduzione della frequenza delle evacuazioni, talvolta resistente ai lassativi; b) la diarrea usualmente viene descritta con feci pressoché liquide o totalmente liquide, con urgenza alla evacuazione ed aumento di frequenza nel numero delle evacuazioni; c) urgenza all’evacuazione, soprattutto dopo il pasto; d) comune nei pazienti con IBS è l’alternanza di stipsi/diarrea, ovvero la predominanza dell’una sull’altra con andamento soggettivo ed estrema variabilità individuale. ❷.Dolore addominale: a) frequente con irradiazione diffusa a tutto l’addome, normalmente il dolore è localizzato al basso addome e, prevalentemente, nei quadranti di sinistra; b) episodi di dolore acuto alterna- www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 72 DIgestIone & DIsturbI correlatI ti a remissione della sintomatologia dolorosa. I dolori non sono continui e si manifestano per periodi di tempo più o meno lunghi, di regola non impediscono un’esistenza normale tuttavia chi ne soffre è sempre infastidito e disturbato. Spesso i dolori si attenuano con la defecazione o anche solo con la emissione di gas; c) l’assunzione del pasto può scatenare una crisi dolorosa che l’evacuazione consente di far regredire; d) la crisi dolorosa, solitamente legata alla distensione gassosa della flessura splenica del colon viene riferito riflesso alla base dell’emicostato di sinistra, o comunque ai quadranti di sinistra dell’addome. ❸.Distensione addominale: a) i soggetti spesso riferiscono aumento della distensione addominale e della presenza di gas; b) i pazienti con IBS lamentano un aumento della circonferenza addominale durante la giornata, manifestando insofferenza oltre un normale aumento della distensione dell’addome. ❹.Viene spesso riferita emissione di muco chiaro o biancastro con l’evacuazione, non attribuibile a patologia di origine infiammatoria. ❺.Sintomi non riferibili al colon o comunque extraddominali: www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it Il colon IrrItabIle 73 a) sono ricompresi una serie di sintomi associati alla IBS quali il vomito, la nausea, il bruciore retrosternale, disfunzioni sessuali (dolore durante i rapporti o riduzione della libido), aumento della frequenza delle minzioni sino all’urgenza ed all’incontinenza urinaria da urgenza; b) i sintomi possono essere accentuati in periodo perimestruale, la fibromialgia è comunemente associata alla IBS. ❻.Sintomi della sindrome del colon irritabile correlati allo stress: a) questi sintomi possono essere rilevati con un’attenta intervista da parte del medico (anamnesi); b) enfatizzazione dell’impossibilità di evitare le condizioni di stress. ❼.Situazioni o sintomi che possano porre il sospetto che si è in presenza di una malattia organica; i sintomi non tipici della IBS comprendono: a) inizio dopo i 50 anni o in età più avanzata; b) improvvisa insorgenza dei disturbi: la sindrome del colon irritabile è una sindrome presente da almeno 6 mesi (cosiddetta cronica); c) progressività dei sintomi; www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 74 DIgestIone & DIsturbI correlatI d) sintomatologia prevalentemente notturna; e) mancanza di appetito (anoressia) o perdita di peso; f) emissione di sangue dall’intestino (rettorragia); g) febbre; h) diarrea senza sintomatologia dolorosa; i) steatorrea (feci untuose che si distaccano con difficoltà dal wc); l) intolleranza al lattosio (contenuto nel latte) ed al glutine (contenuto nel frumento). Aspetto clinico: ❶.Il paziente gode di apparente buona salute. ❷.Il paziente può apparire teso ed ansioso. ❸.Il paziente può presentare senso di tensione al sigma (segmento del colon posto prima del retto). Gli esami di laboratorio (ematochimici) e i vari test devono tendere ad escludere le seguenti situazioni: • carenza di emoglobina e globuli rossi (anemizzazione); • infezione gastro-intestinale; • presenza di parassiti nelle feci (ad es. la Giardiasi); • una tossinfezione provocata dal batterio “Clostridium difficile”; • intolleranza al lattosio (attraverso il breath test al lattosio, detto test del respiro); • escludere un alterato funzionamento della ghiandola tiroide (ipo od iper tiroidismo); • uno scorretto metabolismo del calcio con studio della funzionalità delle ghiandole paratiroidi; • elevati valori nel sangue della proteina C reattiva www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it Il colon IrrItabIle 75 (indicatore generico e aspecifico di un processo infiammatorio nell’organismo); • intolleranza a quella parte del frumento detta “glutine” (malattia nota come “morbo celiaco”) con predominanza di diarrea (mediante indagini nel sangue e prelievo di un campione della mucosa del duodeno in corso di endoscopia). Le indagini strumentali devono prevedere: • lo studio endoscopico delle prime vie digestive e del colon (gastroscopia e colonscopia) per escludere malattie infiammatorie croniche o la presenza di tumori, soprattutto in soggetti con storia di anemizzazione, familiarità per poliposi, malassorbimento o sospetto di malattia celiaca; • lo studio ecografico della colecisti (calcolosi della colecisti e delle vie biliari all’in- www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 76 DIgestIone & DIsturbI correlatI terno ed all’esterno del fegato), non va infatti dimenticato che in questi pazienti la sintomatologia dolorosa e la difficoltà a digerire (dispepsia), spesso hanno un diretto rapporto di tempo con il pasto; • la TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) dell’addome per escludere malattie infiammatorie croniche, calcolosi o tumori del pancreas; • lo studio istologico (al microscopio) di campioni di mucosa prelevati da duodeno e colon, per la valutazione di possibili degenerazioni delle strutture nervose poste nello spessore della parete intestinale e dei linfociti (soprattutto nel piccolo intestino) e per ricercare una eventuale modificazione della concentrazione delle cosiddette cellule enterocromaffini, deputate alla produzione della serotonina. n terapIa La terapia medica si basa fondamentalmente: • nell’instaurare anzitutto un corretto rapporto di fiducia tra medico e paziente; • nel rassicurare il paziente sull’assenza di patologie organiche, il che indica una normale aspettativa di vita; • nel sottolineare l’andamento cronico della malattia con periodi di remissione e di riacutizzazione; • nell’insegnare al paziente a riconoscere le cause di stress e le tecniche per fronteggiarle e gestirle. Infatti, ad oggi, la medicina non è ancora riuscita a trovare una cura efficace per la terapia della IBS. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it Il colon IrrItabIle 77 L’elemento più importante è cercare di convincere il paziente a imparare a convivere con i sintomi di questa malattia e non lasciarsi mai prendere dallo sconforto: la persona sofferente dev’essere cosciente che non vi è alcuna malattia grave. Nella maggior parte dei casi, è possibile controllare con successo i sintomi più leggeri del colon irritabile imparando a controllare lo stress, modificando l’alimentazione e lo stile di vita (l’attività fisica può essere di grande aiuto come anti-stress). Per quanto riguarda la dieta è ormai accertato che: • è stata documentata l’efficacia di un aumento dell’apporto di fibre nell’ambito di una dieta personalizzata che tenga conto della tipologia dell’attività intestinale (se stitica o diarroica); • un’adeguata introduzione di liquidi nella dieta è un supporto importante nei soggetti con stipsi; • la riduzione della assunzione di caffeina riduce nettamente lo stato di ansietà; • la riduzione dei legumi nella dieta riduce il gonfiore addominale. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it 78 DIgestIone & DIsturbI correlatI Per i sintomi moderati è utile arricchire l’alimentazione con supplementi di fibra quali lo psyllium o la metilcellulosa e utilizzare farmaci antidiarroici (OTC) quali ad esempio la loperamide per combattere la diarrea. In alcuni casi, possono rivelarsi utili i farmaci che, intervenendo su specifiche attività del sistema nervoso, riducono gli spasmi dolorosi dell’intestino. Nel caso in cui la sintomatologia comprenda il dolore e la depressione del tono dell’umore, invece, sono oggi indicati gli antidepressivi triciclici o gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI). Si tratta di farmaci che alleviano la depressione e contemporaneamente inibiscono l’attività delle cellule nervose (neuroni) che controllano l’intestino. Sono anche da tenere in considerazione le medicine cosidette alternative (es. omeopatia e medicina cinese) e la psicoterapia. Per controllare l’ansia, inoltre, sono d’aiuto le tecniche di rilassamento, quale il biofeedback. Per la farmacologia del futuro sono allo studio i seguenti farmaci: • Alosetron, usato per il controllo del dolore e della diarrea connessi con la IBS nelle donne. Tolto dal mercato per raccomandazione della FDA (Food and Drug Administration americana) nel mese di novembre del 2000, è stato reintrodotto nel mese di giugno del 2002. Un farmaco simile, il cilansetron, è ora in studio. • Molecole che contribuiscono ad alleviare i sintomi di costipazione e di dolore. Il tegaserod dovrebbe presto www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it Il colon IrrItabIle 79 essere utilizzato negli Stati Uniti dopo l’esame in corso presso la FDA. Attualmente è in uso in Messico, in Svizzera, in Australia e in parecchi altri paesi. • Fedotozine: è un narcotico sintetico che assomiglia ad un oppiaceo e sarebbe utilizzato per ridurre il dolore intestinale. www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it www.tevaitalia.it www.didatticadellasalute.it