LE ALLERGIE E LE
INTOLLERANZE ALIMENTARI
La differenza tra allergie e intolleranze alimentari
L’allergia è una reazione esagerata del sistema immunitario a sostanze
ritenute pericolose per l’organismo. Il sistema immunitario protegge il corpo
da proteine estranee dannose generando una risposta al fine di eliminarle.
Allergia vuol dire essenzialmente “errore nel sistema immunitario” laddove
una normale sostanza innocua viene percepita come una minaccia, un
allergene, e quindi attaccata dalle difese immunitarie del nostro organismo.
Le intolleranze alimentari non sono reazioni allergiche e non coinvolgono il
sistema immunitario.
Queste reazioni sono più diffuse delle allergie e colpiscono circa il 25-30%
della popolazione italiana.
Le allergie alimentari
* Sintomi
La reazione allergica è per definizione immediata. Dal momento del contatto con la sostanza
allergizzante al momento della manifestazione dei sintomi intercorrono da 5 a 30 minuti.
I sintomi di un’allergia possono essere di diversa intensità e tipologia:
Gastrointestinali: prurito e bruciore della mucosa orale, diarrea, nausea, vomito;
Cutanee: orticaria, bruciore, eruzione cutanea, rossore cutaneo, gonfiore (lingua, bocca, gola);
Respiratorie: congestione nasale, asma, starnuti,
Generalizzate: shock anafilattico.
* Soggetti a rischio
Esiste una predisposizione genetica alle allergie alimentari, che sono più frequenti nei figli di
soggetti affetti. L'allergia è una malattia influenzata da fattori genetici; non è però l'antigene che
viene ereditato.
* Principali allergie alimentari
Gli alimenti che più spesso causano l'insorgere di una reazione allergica sono il grano, la soia, il
latte e i latticini, le arachidi e le noci, le uova, il pesce, i crostacei, le fragole e gli agrumi. Una
reazione simile a quella allergica può essere provocata anche dai solfiti presenti negli alimenti
surgelati e in alcuni farmaci, dai coloranti e dai conservanti presenti nei cibi a lunga
conservazione
Le intolleranze alimentari
* Sintomi
L’intolleranza alimentare si manifesta quando il corpo non riesce a digerire correttamente un
alimento o un componente alimentare. Le reazioni da intolleranza non sono sempre immediate,
ma si presentano da 1 a 48 ore dopo l'assunzione del cibo in questione. I sintomi delle
intolleranze possono in alcuni casi essere simili a quelli delle forme allergiche anche se i sintomi
sono molteplici a seconda dell’intolleranza. I più comuni sono. diarrea, nausea, dolori
addominali, senso di gonfiore intestinale, digestione lenta e difficoltosa.
* Soggetti a rischio
Alcune intolleranze alimentari vengono trasmesse geneticamente ma si possono anche
sviluppare in alcuni soggetti anche in età adulta. Generalmente le intolleranze derivano
dall'impossibilità dell'organismo di digerire un dato alimento a causa di difetti metabolici che
possono essere causati dallo stile di vita (scarsa masticazione, errate combinazioni alimentari,
ecc.), o da stati emotivi alterati, oppure possono essere scatenate dall'assunzione di antibiotici o
terapie farmacologie protratte per lungo tempo.
Le principali intolleranze alimentari:
La celiachia
La celiachia è un intolleranza permanente al glutine. Il glutine contenuto nel cibo causa un danno alla
membrana dell’intestino che a sua volta impedisce al cibo di essere digerito ed assorbito dal corpo in modo
corretto. Il risultato è essenzialmente uno stato di malnutrizione cronica, con un apporto calorico insufficiente
e carenza di nutrienti essenziali come le proteine, le vitamine e i minerali.
I sintomi classici della celiachia non curata sono correlati al malassorbimento del cibo che porta a diarrea,
crampi, gonfiore addominale e malnutrizione che causa, fra l’altro, perdita di peso negli adulti, crescita
insufficiente nei bambini, anemia e malattie delle ossa.
L’unica cura per combattere la celiachia è di seguire una dieta senza glutine. Quando le persone
affette da celiachia seguono una dieta senza glutine la membrana intestinale gradualmente si ripara in modo
spontaneo e riprende la normale funzionalità. Per molti questo significa una nuova vita, poiché il corpo
guarisce da solo e i sintomi spariscono.
Cibi vietati. Il glutine si trova nei chicchi di frumento, segale, orzo e avena, che vengono utilizzati per
produrre alimenti di uso quotidiano come pane, cereali da colazione, pasta, pizza, pasticcini, torte e biscotti.
Ma purtroppo non è così semplice, perché i cereali che contengono glutine vengono utilizzati anche come
ingredienti per pastella, impanature e salse e si trovano in alcuni prodotti a base di carne come salsicce e
hamburger.
Cibi ammessi. Riso, patate, granoturco e grano saraceno non contengono glutine, inoltre oggi sono disponibili
molti prodotti speciali senza glutine per le persone celiache.
Le principali intolleranze alimentari:
Intolleranza al lattosio
Si definisce “intolleranza al lattosio” l’insieme dei sintomi che possono presentarsi per la
incapacità di digerire il lattosio, il principale zucchero contenuto nel latte, causata da una
carenza di lattasi, l’enzima che scinde il lattosio in zuccheri semplici che vengono poi assorbiti
dal tratto gastrointestinale. Non tutte le persone che hanno una carenza di lattasi sviluppano
sintomi clinicamente rilevanti, ma quelli che li sviluppano vengono definiti “intolleranti al
lattosio”.
I sintomi più comuni dell’intolleranza al lattosio sono gastrointestinali: dolore addominale non
specifico e non focale, crampi addominali diffusi, gonfiore e tensione intestinale che si
manifestano da 1 ora a poche ore dall’assunzione di latticini o cibi contenenti lattosio.
Il cardine della terapia è la dieta a ridotto contenuto di lattosio. La quantità di lattosio tollerata
dai vari soggetti è variabile, pertanto è opportuno eliminare gradualmente gli alimenti iniziando
da quelli a più alto contenuto in lattosio.
Cibi vietati. Latte e tutti suoi derivati ma anche alcuni tipi di pane, dolci al forno (ciambelloni e
simili), cereali, margarine, caramelle, merendine, salami.
Cibi ammessi. Alcuni formaggi: Asiago, Caciocavallo, Caciotta toscana, Certosino, Emmental,
Fontina, Gorgonzola, Grana Padano e Parmigiano-Reggiano, Mascarpone, Mozzarella, Pecorino
fresco, Pecorino romano, Provola affumicata, Provola dolce, Provolone piccante, Robiola,
Scamorza, Stracchino, Taleggio; prodotti di soia.
Le principali intolleranze alimentari:
Favismo
Il favismo è una malattia genetica ereditaria causata da difetto congenito dell'enzima glucosio-6fosfato-deidrogenasi (G6PD), normalmente presente nei globuli rossi e fondamentale per la loro
sopravvivenza. In un soggetto fabico questo enzima è carente e la situazione si aggrava quando
vengono ingeriti determinati cibi. Questi cibi agiscono da "fattori scatenanti", inibendo cioè
l'attività della glucosio-6-fosfato-deidrogenasi, impoverendo ulteriormente i globuli rossi che
sono già carenti dell'enzima. Il favismo provoca quindi la distruzione dei globuli rossi e quindi
emolisi e anemie, più o meno gravi.
I sintomi sono: improvvisa insorgenza di febbre e di ittero della cute e delle mucose; urine
ipercolorate, giallo-arancione; pallore, debolezza, compromissione delle condizioni generali;
respiro frequente, difficoltoso; polso rapido, debole, poco apprezzabile.
Cibi vietati. Tutti i legumi ma principalmente fave e piselli; molti farmaci (aspirina, forti
antiinfiammatori. Anche alcuni coloranti possono dare problemi come l’hennè ma anche la
naftalina. Alimenti con estratti di china come aranciata e acqua tonica.
Test diagnostici
Per diagnosticare le intolleranze alimentari esistono dei test specifici per intolleranza che
consistono in semplici prelievi del sangue.
Per quanto riguarda le allergie sono utilizzati il test cutaneo e gli esami del sangue. Per il test
cutaneo, si praticano delle "scarnificazioni" non sanguinanti e non dolorose cutanee di un
centimetro sulla faccia interna del braccio e distanti fra loro almeno due centimetri. Su ognuna si
depone una goccia di soluzione acquosa di differenti sostanze (allergeni). Se c’è reazione positiva,
cioè si è allergici a una o più sostanze, entro 10-20 minuti si forma un ponfo roseo e pruriginoso
là dove l’allergene specifico è stato deposto.
Gli esami del sangue invece hanno l’obiettivo di ricercare la quantità di immunoglobuline E nel
sangue che sono l’indicatore di una reazione allergica in atto.