Frutticoltura generale
ASPETTI BOTANICI E FISIOLOGICI
1) Morfologia della pianta
Apparato ipogeo
Apparato epigeo
Tronco
Rami e branche
Gemme
Formazioni a frutto
foglie
Frutticoltura generale
Biologia fiorale e fruttificazione
Giovanilità
Induzione
Formazioni fruttifere
Morfologia fiorale
Sviluppo del fiore e antesi
Impollinazione e fecondazione
Morfologia del frutto
Cascola e abscissione
Maturazione e climaterio
Frutticoltura generale
Potatura degli alberi da frutto
Basi fisiologiche della potatura
Dominanza apicale
Potatura della chioma
Potatura delle radici
Habitus vegetativo
Tipi di intervento e reazioni della pianta
Potatura invernale
Potatura verde
Forme di allevamento
Potatura di produzione e diradamento dei frutti
Morfologia della pianta
Parte ipogea
• Parte sotterranea
La distribuzione delle radici dipende dalla struttura del terreno
radici
• Fittonanti
fascicolate
Geotropismo positivo
Non rispecchiano la struttura scheletrica
della chioma
Piante innestate
• Specie
diversa dalla
cultivar
Utilizzare
portinnesti
vigorosi
Morfologia della pianta
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Assorbimento dei nutrienti e accumulo sostanze di riserva
Ancoraggio della pianta
Le periferiche hanno funzione di assorbimento ( concimazione distale)
Le prossimali hanno funzione di trasporto e di sostegno
Le basse t°C inibiscono l’attività ( 2°C susino 5°C melo)
Pomacee sopportano terreni saturi di H2O ( pero maggiormente tollerante)
Il pesco soffre i ristagni *( produzione di Ac cianidrico con scarsa presenza di O2 )
Lo sviluppo radicale è più attivo durante la notte *( metodo irriguo)
Lo sviluppo è in relazione con l’attività vegetativa
I diserbi e le non lavorazioni tendono a portare le radici in superficie
Emissione di sostanze tossiche che determinano la stanchezza del terreno
Dopo pesco NO ciliegio e melo
NO medica nell’inerbimento dei frutteti
Morfologia della pianta
Apparato Epigeo
tronco
Rami e
branche
gemme
Formazioni
a frutto
foglie
Morfologia della pianta
1. Tronco: a) asse portante della pianta
b) altezza non più variabile nel tempo
c) inserzione prima impalcatura
2) Branche: a) età superiore ai 2 anni
b) se inserite allo stesso livello formano il palco ( sfasato)
c) ’’ a pieno vento’’ =>120 cm, media 60 cm, < 60 cm bassa.
3) Rami : a) assi vegetativi di 1 anno
b) rami a legno
c) rami a frutto
d) rami misti
4) gemme: a) si schiudono l’anno seguente alla loro formazione ( *rami anticipati pesco vite)
b) le gemme normali vengono dette gemme dormienti (a)
c) * gemme pronte
Morfologia della pianta
d ) gemme apicali
e) sottogemme o gemme di controcchio ( dopo traumi)
f) gemme avventizie ( sferoblasti)
g) gemme latenti ( succhioni. Eliminati in potatura verde. Sostituzione di branche)
Polloni: a) polloni caulinari ( in prossimità del colletto)
b) polloni radicali ( fuoriuscenti dalle radici) (susino attività pollonifera)
Possiamo avere gemme singole ( pomacee)
gemme raggruppate fino a 4 ( drupacee)
Gemme semplici
Gemme a legno
Gemme a fiore
Morfologia della pianta
Gemme miste: melo ,pero, vite, cachi, actinidia. ( Assenti nelle drupacee)
Gemme vestite ( presenza di perule di protezione per il freddo)
Gemme nude ( senza protezione Agrumi )
Formazioni a frutto nelle Pomacee
a) Lamburda: ramo di 2 anni di 2cm con una sola gemma mista terminale
b) Borsa: ramo di 3 anni derivato dall’evoluzione della lamburda
c) Zampa di gallo: evoluzione di una borsa. Produce per molti anni.
(Asportata con la potatura perché produce frutti più piccoli)
d) Brindillo: ramo di 1 anno lungo 20-30 cm con gemma mista all’apice e gemme a legno lungo l’asse
(Asportata con potatura invernale dopo che ha prodotto. Formazione a frutto tipica)
e) Ramo misto: più lungo del brindillo. All’apice porta gemma a legno . lungo l’asse porta gemme miste
( non spuntare il ramo misto di 1 anno. Da 2 -3 anni si utilizza come branchetta fruttifera)
Morfologia della pianta
Formazione a frutto nelle Drupacee:
Fruttificano solo su gemme a fiore e non su gemme miste
a) Dardo fiorifero: rametto di 1-2 cm porta all’apice una gemma a legno circondata da una
corona di gemme a fiore ( formazione importante nel ciliegio, albicocco,
susino e mandorlo)
b) Brindillo: rametto lungo 40 cm all’apice porta gemma a legno e lungo l’asse gemme a fiore
c) Ramo misto: formazione tipica delle drupacee. Apice gemma a legno con gemme a fiore
lungo l’asse ad ogni nodo o all’ascella delle foglie 3 gemme. 2 laterali a fiore
quella centrale a legno. Si asporta dopo la fruttificazione
Morfologia della pianta
Formazioni fruttifere di altre specie:
Lampone: cultivar unifere- i germogli fruttiferi si originano dalle gemme dei tralci lignificati di 1
anno accorciati durante l’inverno da opportuna potatura
cultivar rifiorenti- i germogli fioriferi anticipati si sviluppano dalle gemme terminali
del pollone dell’anno appena questo è maturo
Lampone nero e violaceo: fruttificano su tralci di 1 anno che producono vigorose branchette
laterali fiorifere. I polloni si sottopongono a cimatura estiva e le
branchette laterali si speronano durante la primavera successiva.
Mirtillo blu e nero: le formazioni fiorifere sono separate dalle gemme vegetative e si trovano
nella parte distale dei rami.
( nel Vaccinium angustifolium i 13 nodi distali sono fioriferi)
( nel Mirtillo nero europeo spontaneo i fiori sono singoli o appaiati)
(nel Mirtillo gigante americano i fiori sono riuniti in corimbi di 6-14 frutti)
(nel Mirtillo rosso i fiori emergono da gemme miste)
Morfologia della pianta
Fico : la produzione dei fioroni inizia nell’autunno e resta racchiusa nelle gemme quiescenti
la produzione principale viene iniziata sui germogli dell’anno man mano che si sviluppano
Kaki: i rami si sviluppano da gemme miste e portano all’ascella delle foglie i fiori. Fruttifica
quindi sui rami di 1 anno
Agrumi: i germogli fioriferi sono prodotti su legno di 1 anno. I fiori possono essere portati da rami
più giovani ( germogli estivi) o da legno più vecchio di 1 anno.
i germogli primaverili crescono al di sopra della chioma e consistono in :
1) rami lunghi solo vegetativi
2) rami più corti misti
3) rami cortissimi che portano solamente fiori
Actinidia: le gemme possono essere a legno o miste.
le gemme a legno portano preformato all’interno rami con solo foglie
le gemme miste contengono al loro interno un ramo preformato con solo fiori
Morfologia della pianta
le gemme miste sono portate da germogli dell’anno derivanti da rami di 1 anno
Quando il legno è di età superiore ai 2 anni i germogli saranno vegetativi ma le gemme di questi
l’anno dopo daranno mazzetti di fiori
I rami di 1 anno di solito portano gemme miste fino al 3° 7° nodo. Più distalmente sono solo
vegetative
La specie è dioica
cambio
Linfa elaborata
Linfa grezza
Peli radicali
Apice
radicale
pileoriza
linfa
acqua
Anelli di crescita
Raggio midollare
corteccia
floema
cambio
xilema
Morfologia della pianta
La foglia parte fondamentale della chioma
1) organicazione del carbonio ( fotosintesi e formazione degli zuccheri e rilascio di O2
2) respirazione
3) traspirazione
4) elaborazione di fitoregolatori
Sono disposte lungo l’asse vegetativo secondo l’ordine fillotassico di ciascuna specie
Spesso differenti forme nella fase adulta( eterofillia)
Sono formate da una lamina ( sup ed inf) e dal picciolo
Se assente si dicono sessili
Possono essere semplici o composte ( se pari = paripennate o dispari= imparipennate)
La forma della lamina è tipica di ogni specie
Hanno la capacità di assorbimento
La pagina inferiore assorbe più velocemente attraverso gli stomi
Luce solare
Epidermide superiore
Linfa grezza
cloroplasti
Tessuto a palizzata
Tessuto lacunoso
Epidermide inferiore
cloroplasto
stoma
Linfa elaborata
Sezione di una foglia
ossigeno
anidride
Ingrandimento di 125 volte di una foglia di olmo
lamina inferiore
Impianto corretto
Impianto profondo
Dotazione ottimale di ossigeno
Unità di suolo = 8000 m cubi ad
ettaro
10.000 m2 X profondità di 80 cm
delle radici
Nutrizione
• Si definiscono essenziali gli elementi che partecipano al metabolismo delle piante:
• Azoto:
( N ) è alla base della sintesi proteica
•
componente della clorofilla
•
elaborazione dei carboidrati
• Gli alberi giovani necessitano di elevati fabbisogni di N
• Gli alberi adulti asportano annualmente circa 120 Kg di N ad Ha
•
•
•
•
La carenza di N porta ad accrescimento stentato
Foglie clorotiche e ridotte con caduta autunnale anticipata
Minor allegagione dei frutti
Minor pezzatura dei frutti
Nutrizione
• Una elevata disponibilità di N provoca nel pesco maggior sapidità e profumo dei frutti
• Nel melo eccessi di N peggiorano la serbevolezza, l’aroma, il sapore, la colorazione e la
resistenza alla conservazione.
(1) buterratura amara, 2) vitrescenza, 3) riscaldo.
L’eccesso di N ritarda la maturazione
Deprime l’assorbimento del K
Può portare a minor produzione per la competenza dei germogli sui frutti.
riscaldo
Butteratura amara
•
•
•
•
•
Nutrizione
La butteratura amara si manifesta in raccolta e conservazione
Varietà sensibili Golden gruppo delle Red Stark
In certe annate anche Granny S. Gala
Provocata da carenza di Ca in seguito a squilibrio di N
1 ) Difficoltà di assorbimento dovuto a ph anomalo, competitori del Ca ovvero P Mg e Mn,
Siccità ristagno idrico
• 2) Ca non arriva al frutto per competizione degli apici con i frutti, concimazione squilibrata,
piante troppo vigorose
• 3) Scarsa dotazione. Guanito 6-15-3 + 8% Ca organico
• Prevenzione agronomica con apporti di Ca e ME
• NO ! N e K NO! Pollina, liquami, letame fresco, stress idrici e ristagni.
• Interventi: Cloruro di Ca e allo stadio di frutto noce Chelato di Ca
• Post fioritura Chelato di Ca 150 - 300gr hl
• Da giugno in poi 6/8 interventi con Cloruro di Ca 600gr hl. In autunno 6/7 q ha Guanito
Nutrizione
Fosforo:
( P ) interviene nel metabolismo degli zuccheri, nella respirazione e processi
fisiologici.
Una pianta adulta asporta mediamente in un anno circa 25- 50 kg Ha
Una carenza di P comporta una riduzione dello sviluppo e della fruttificazione
L’eccesso blocca l’assorbimento di Fe Zn Cu Bo
Potassio: ( K ) interviene nella sintesi delle proteine, degli zuccheri e nello scambio ionico
È l’elemento fondamentale per la traspirazione
Le drupacee e la vite sono molto esigenti ed asportano mediamente in un anno 150Kg Ha di K
La carenza provoca disseccamento del margine fogliare e degli apici vegetativi
Formazione di frutti più piccoli meno colorati e meno saporiti
Diminuisce la resistenza al freddo
L’eccesso di K blocca l’assorbimento di Mg e Ca
Nutrizione
Calcio: partecipa a molte attività enzimatiche, entra nella formazione delle pectine, mantiene
entro limiti non tossici gli acidi organici, favorisce la lignificazione dei germogli, entra nella sintesi
delle proteine, ispessimento delle pareti cellulari, aumenta la resistenza alle basse temperature,
previene la cascola dei fiori e dei frutti, aumenta la consistenza della polpa, aumenta il colore e la
conservabilità della frutta.
La maggior parte delle piante arboree asporta annualmente circa 100 Kg Ha di Ca
La carenza provoca butteratura amara nel melo e nella vite disseccamento del rachide
Eccessi provocano la ben nota clorosi ferrica
Magnesio: è il componente essenziale della clorofilla
L’asportazione annua è di circa 20 Kg Ha
La carenza può essere determinata da un eccesso di Ca o K e determina areolo clorotiche e poi
necrotiche tra le nervature delle foglie.
Le foglie cadono anticipatamente e i germogli assumono la forma caratteristica del pennacchio
• Zolfo:
Nutrizione
partecipa alla sintesi dei carboidrati
• Non si manifestano carenze in quanto integrato con apporti indiretti con fitofarmaci e
fertilizzanti
• Ferro: è il microelemento che più manifesta carenze
• Si manifesta con decolorazione del lembo fogliare ed è legata all’eccesso di Ca o meglio alla
reazione alcalina della soluzione circolante.
• Accentuano la clorosi ferrica le basse temperature, l’eccesso di P, di Zn e di Mn come anche il
ristagno idrico e la scarsa porosità del terreno.
• L’eccessiva intensità luminosa provoca la degradazione della clorofilla e quindi si manifesta la
clorosi
• Sono sensibili alla clorosi il cotogno, il pesco , la vite, il mirtillo.
• Sono invece tolleranti il mandorlo, l’albicocco, il ciliegio, il susino
• La clorosi dipende di solito dall’insolubilità del ferro sia nel terreno che nella pianta.
• L’aumento dell’etilene in terreni asfittici provoca clorosi
Nutrizione
• I primi sintomi di clorosi si manifestano sulle foglie apicali a partire dalle zone internervali
• Elevata nutrizione di P aggrava la clorosi ferrica
• Manganese: è legato all’attività fotosintetica e alla produzione di ossigeno
• La deficienza provoca clorosi simile a quella ferrica con la differenza che le foglie apicali
rimangono verdi
• È frequente nei terreni calcarei
• Eccesso di Mn e ph basso provoca tossicità e necrosi dei tessuti del cambio dei rami. Sensibile
la Red Delicious
• Boro: la sua presenza è legata alla lignificazione. Ha funzioni simili al Ca
•
•
•
•
È importante per la crescita del tubetto pollinico
La carenza di Bo provoca il caratteristico raccorciamento degli internodi
Malformazioni fogliari
Pero e Melo manifestano frutti deformi Albicocco manifesta suberosi e malformazioni
Nutrizione
La somministrazione dei nutrienti normalmente avviene via terreno
Quando assolve il compito di correzione avviene per via fogliare
La conc. al terreno può essere solida o liquida in abbinamento all’irrigazione (fertirrigazione)
Normalmente la conc azotata si effettua in primavera quando l’N favorisce l’accrescimento dei
germogli e l’allegagione
In seguito tropo N allunga i tempi di crescita dei germogli a scapito della produzione
N a fine inverno eventualmente integrata dopo fioritura o dopo allegagione
Concimazione fosfo potassica in autunno per sfruttare le piogge per la mobilità
La conc fogliare ha senso solo in situazioni di carenza
Conc fogliare con urea in autunno ( su melo) allunga la fase vegetativa ed incrementa le riserve
azotate per l’allegagione dell’anno successivo.
Trattamenti fogliari sono quelli a base di Sali di Ca per le calcio carenze
Nutrizione
In generale i concimi vanno sparsi sull’intera superficie dell’arboreto
Importante nei giovani frutteti per l’espansione degli apparati radicali
L’N organico prima di essere utilizzato dalla pianta deve essere mineralizzato
Questo processo dipende dal rapporto C/N, dalle condizioni pedoclimatiche, e dal ph ed è
molto lento e quindi non una rapida risposta alla concimazione
Questa trasformazione è lenta soprattutto in primavera quando serve N
La risposta della pianta
L’urea che non è trattenuta viene però trasformata velocemente anche a temperature di 0°C
Il nitrato non è trattenuto dal terreno e può essere dilavato
La forma nitrica è comunque la più pronta ad essere assorbita
L’N ammoniacale sopprime l’assorbimento di K Ca Mg
Nutrizione
Elevate concentrazioni di ammonio possono essere tossiche per le radici
I concimi ammoniacali sono da preferire in terreni sub-alcalini
I concimi nitrici sono da preferire in terreni sub-acidi
Tra i concimi potassici il solfato è da preferire al cloruro perché quest’ultimo può dare tossicità
Requisito importante nei concimi fosfatici è la solubilità
Fosfato minerale e triplo sono da preferire nei suolo alcalini. Le scorie Thomas in quelli acidi
Tra i concimi complessi quelli fosfo-potassici con rapporto 1:2 o 1:3
Non utilizzare complessi ternari (diverse epoche di somministrazione degli elementi)
Nella concimazione fogliare utilizzare prodotti con un solo elemento specifico.
Nutrizione
Azotati
Nitrato di Ca: N 15-16% solubilissimo, prontissimo effetto, basico, N facilmente lisciviabile
Nitrato ammonico: N 26-27% 30-31% Molto solubile, effetto pronto e prolungato, acido, in parte lisciviato
Solfato ammonico: N 20-21% molto solubile, effetto prolungato, 60% di zolfo ,N fissato dal terreno
Calciocianamide: N 20-21% solubile, reazione alcalina, effetto lento e prolungato, N fissato dal terreno, 20% Ca
Urea : N 44-46% molto solubile, effetto prolungato, lisciviabile la forma ureica ma fissato sotto forma di ammonio
Fosfatici
Perfosfato minerale: 18-20% pronto effetto, reazione acida
Perfosfato triplo: 44-46% pronto effetto, reazione acida
Scorie Thomas: 15-17% pronto effetto , reazione basica, 55% di Ca
Potassici
Cloruro potassico: 60-62% molto solubile, reazione neutra, fisiologicamente acido, indice di salinità elevata
Solfato potassico: 50-52% solubile, reazione neutra, fisiologicamente acido, 46% di S, indice di salinità inferiore
Nutrizione
Concimazione: Pomacee
Terreni con buona datazione di sos organica: Kg /Ha
N 90 P2O5 40 K2O 120
Terreni sciolti o carenti in sos organica
N 140 P2O5 60 K2O 180
Concimazione : Drupacee
Terreni con buona dotazione di sos organica : Kg /Ha
N 130 P2O5 40 K2O 120
Terreni sciolti o carenti di sos organica
N 170 P2O5 60 K2O 180
Nutrizione
Calcolo delle concimazioni
Supposto di dover distribuire 100 unità di N /Ha in una coltura attraverso l’uso di Nitrato
ammonico con titolo di N 27 si opera nel seguente modo
100: 27= 3,70 370 Kg di Nitrato ammonico contengono 100 Kg di N
Supponendo una superficie coperta dalla pianta di 9 m2 il calcolo sarà:
( 370 X 9 ) : 10.000 = 0,33 Kg a pianta di N sotto forma di Nitrato ammonico
Se dovessi concimare una coltura con 120 Kg di N 60 di P2O5 e 60 K2O rapporto NPK 2:1:1
Il concime adatto sarà il 20-10-10
Con lo stesso procedimento precedente risulteranno 600 Kg di 20-10-10 per Ha ovvero 0,540 Kg
per 9m2 di superficie coperta
Potatura degli alberi da frutto
Assoggettare la natura alle esigenze dell’uomo
Modifica del comportamento degli alberi
Mutazione dell’altezza
Cambiamento del modello di sviluppo
Modifica della posizione di alcuni suoi elementi
Amputazione o asportazione di alcuni elementi
Quindi tutte le operazioni cesorie
1)
2)
3)
Potatura di allevamento
Potatura di trapianto
Potatura di formazione
5) Potatura di ringiovanimento
6) Potatura di riforma
7) Potatura di risanamento
4)
Potatura di produzione
8) Potatura verde
9) Potatura secca
Potatura degli alberi da frutto
Rami a frutto: sono rami che hanno la parte preponderante delle gemme differenziate a
fiore o miste
Rami misti: le gemme a fiore e a legno sono presenti quasi in parti uguali
Sui rami misti delle drupacee le gemme a fiore e quelle a legno sono generalmente riunite in
numero di 2-3 per nodo in tutte le combinazioni.
Rami anticipati: sono rami a legno che provengono da gemme pronte. Nella vite sono detti
femminelle
Rami di prolungamento: sono rami inseriti nella parte distale del fusto o delle branche
e sono detti frecce
Brindilli: sono rametti esili delle drupacee e delle pomacee
Nelle pomacee terminano con una gemme mista
Nelle drupacee terminano con una gemma a legno
Nelle pomacee le gemme laterali sono prevalentemente a legno
Nelle drupacee le gemme laterali sono prevalentemente a fiore
Potatura degli alberi da frutto
Dardi: tipici delle drupacee terminano con una gemma a legno ( dardo vegetativo ) oppure
sono formati da numerose gemme a fiore con una gemma centrale a legno ( dardo fiorifero)
Lamburda : tipica delle pomacee termina con una gemma a legno ( lamburda vegetativa ) o
con una gemma mista ( lamburda fiorifera)
Borsa : tipica delle pomacee. Evoluzione della lamburda fiorifera con accumulo di sostanze di
riserva . Da origine poi a lamburde o brindilli.
Zampa di gallo: quando da una borsa si originano più lamburde fiorifere si ha la
formazione delle zampe di gallo.
Dardo vegetativo D
Dardi fioriferi D
Dardi spinosi D
borsa P
lamburda spinosa P
Lamburda fiorifera P
Brindillo su borsa
Zampe di gallo
Brindilli di pesco ( Drupacee) terminano con gemma a legno e gemme laterali
prevalentemente a fiore
Brindilli di pero ( Pomacee) terminano con gemma mista e gemme laterali prevalentemente
a legno
Nella soppressione di una branca inserita su di un’altra branca o direttamente sul
fusto occorre rispettare il collare alla base della branca .
Influenza della potatura su alberi in allevamento
La potatura va osservata in un duplice aspetto
1. In rapporto all’inizio della fruttificazione
2. In rapporto all’accrescimento dell’albero
1)Tanto più gli alberi germogliano tanto più ritardano l’inizio della fruttificazione
La potatura invernale accentua tale tendenza e quindi non è favorevole alle giovani piante.
Il taglio invernale ritarda nelle giovani piante la formazione di gemme a fiore
Non viene raggiunto quel rapporto ideale chioma – radice
La potatura eccessiva della chioma riduce anche lo sviluppo delle radici.
2) Minor sviluppo e ingrossamento se sottoposte a intensa potatura
Alberi con potatura equilibrata e concimazioni azotate adeguate raggiungono rapidamente
l’equilibrio
Un albero con eccessivo vigore dei rami di un anno manifesta una potatura errata negli anni
precedenti
Influenza della potatura in stazione produttiva
La potatura su alberi in stazione adulta esercita effetti diversi dalla stazione giovanile
Alberi adulti sottoposti a potatura producono foglie maggiormente assimilanti
Producono foglie con una maggiore superficie
I rami a frutto tendono ad invecchiare velocemente se non vengono rinnovati ( pesco)
Le pomacee sopportano la non potatura più delle drupacee
Piante adulte sottoposte ad intense potature entrano in alternanza e si sbloccano solo ad
equilibrio avvenuto
Una potatura equilibrata favorisce un aumento della produzione e della pezzatura dei frutti.
La potatura sarà tanto più energica quanto
l’albero sarà scarsamente vegetativo
Operazioni di potatura
Cimatura:
Cimatura
operazione al verde con cui si asporta la parte apicale del germoglio.
favorisce l’emissione di rami anticipati
sugli alberi giovani favorisce la formazione di rami e gemme a frutto
la parte asportata non deve superare i 5-20 cm
Curvatura:
Curvatura
aumenta l’accumulo della linfa elaborata riducendo lo sviluppo del ramo
i rami curvati vengono portati verso l’esterno dove è più intensa l’illuminazione
la curvatura sui rami delle pomacee favorisce una riduzione dell’attività
vegetativa
Effetto sullo
sviluppo dei
germogli in un
gradiente
vegetativo
acrotono
Inclinazione B e C
piegatura
curvatura
Operazioni di potatura
Se i rami apicali si sviluppano più di quelli mediani le piante sono dette acrotone. Al contrario
(olivo) sono dette basitone
L ’habitus vegetativo intermedio determina le piante mesotone
La regolazione della dominanza apicale è data dalle Citochinine
Scacchiatura
Decorticazione
anulare
asportazione completa dei getti che derivano da gemme a legno situate in
posizione non utile all’economia generale della pianta
asportazione di un anello di corteccia alto qualche mm dal tronco
o dalle branche alo scopo di arrestare il deflusso della linfa elaborata
Si esegue quando le piante sono ‘ in succhio ‘
E’ utile per le piante vigorose per stimolare la differenziazione a fiore,
l’allegagione e l’ingrossamento dei frutti.
Decorticazione anulare su una branca
Effetto della decorticazione anulare sullo sviluppo dei frutti.
Un altro effetto positivo può essere esercitato
sull’allegagione
Operazioni di potatura
Incisioni
lunghi tagli longitudinali sulla corteccia per ridurre la tensione dei tessuti
Questa operazione non corrisponde alle aspettative che ne
giustificherebbero l’esecuzione.
Diradamento
dei frutti
si effettua quando la cascola naturale non è sufficiente
Scarsa cascola fisiologica porta ad una minor pezzatura dei frutti
Cascola insufficiente porta ad una produzione scarsa nell’anno successivo
E’ pratica abituale per il pesco e susini. Abbastanza frequente per melo e albicocco.
Per il pesco il diradamento viene effettuato all’indurimento dei noccioli
Nel melo al raggiungimento della fase di ‘ frutto noce ‘. 40 -50 gg dopo la piena fioritura
Nelle drupacee si sopprimono i frutti inseriti a coppie sullo stesso nodo poi si procede sui rami
Nelle pomacee si lascia un solo frutto per ciascuna lamburda.
Operazioni di potatura
Sfogliatura
serve ad aumentare l’insolazione dei frutti e l’arieggiamento della chioma
nella vite si chiama spampinatura
se eseguita troppo precocemente è dannosa per la fruttificazione in atto e
per la differenziazione a fiore delle gemme.
Altre operazioni di potatura più comuni
Torsione, raccorciamento
soppressione,
speronatura
Epoca di potatura
Potatura invernale: Pomacee - dalla caduta delle foglie alla ripresa vegetativa.
Drupacee - dalla caduta delle foglie alla schiusura delle gemme
Una potatura invernale eseguita durante o dopo la fioritura favorisce un inedebolimento
complessivo dell’albero
Potatura verde: assume notevole importanza durante la formazione della struttura scheletrica
delle piante di tutte le specie
Viene eseguita prima della maturazione dei frutti o subito dopo la raccolta.
Importante per il ciliegio
Forme di allevamento
Forme in volume :
Sono quelle più vicine alla forma naturale
Entrano in produzione abbastanza precocemente
Il numero di piante per ettaro è alquanto limitato
Danno la massima produzione quando la loro espansione occupa tutto il volume
Non abbisognano di sostegni
Problematici i trattamenti antiparassitari e le operazioni colturali
Forme appiattite:
Costo dell’impianto più elevato
Produzione elevata fin dall’inizio per una maggior intensità
Agevolate le operazioni colturali e i trattamenti
Forme di allevamento
La chioma non dovrebbe superare i 4-4,5 m di altezza
Il tronco ( forma in volume ) avrà un’altezza di 50-80 cm
Il primo palco di branche secondarie sarà a 80-130cm dal suolo
Le forme appiattite possono avere tronchi di 20-30 cm
Angolo di impalcatura:
È l’angolo che le branche formano con il tronco
L’inserzione delle branche non deve mai essere ravvicinata sulla verticale ma distanziata di 10-20 cm
Per evitare la scosciatura l’inserzione delle branche non deve mai essere sullo stesso piano
L’inclinazione delle branche deve ridursi man mano che ci si avvicina alla freccia
Non è opportuno lasciare rami al di sotto dell’inserzione delle branche
La distanza fra i palchi non deve mai essere inferiore al metro su piante innestate su franco
Con portainnesti deboli scendono a 50 cm.
Fra i palchi di ordine superiore al secondo le distanze possono essere ridotte
Forme di allevamento
Le forme appiattite devono svilupparsi prevalentemente sul piano verticale
Per evitare spessore non si avranno sulle branche principali branche secondarie
Forme in
volume e
appiattite in
sezione
longitudinale
Forme in
volume e
appiattite in
sezione
trasversale
Schema di palmetta. Sono indicate le distanze , l’altezza, la lunghezza
massima delle branche e l’angolo di impalcatura
Angolo di inserzione dei rami a diversa distanza dalla spuntatura
Inserzione dele branche dello steso palco Palmetta , Vaso , Piramide
Inserzione delle branche in
forme appiattite. Quelle a sx
sono più resistenti alla rotura
Melo vaso regolare vuoto
È la forma più diffusa negli impianti non specializzati
È formato da un tronco di circa 1 m sul quale sono inserite 3 branche
Le branche sono distanziate tra loro sulla verticale di 10 cm
Formano tra loro un angolo di 120° disposte una sul senso del filare e due divergenti
La loro inclinazione rispetto alla verticale del tronco è di circa 40°
Su ogni branca sono inserite alternativamente 3 o 4 branche secondarie.
La prima branca secondaria si trova a 50 cm dall’inserzione della branca primaria
L’altezza dal terreno delle branche secondarie è di 130 cm
La distanza fra le branche secondarie di diverso ordine va diminuendo man mano che si passa da
palchi di ordine inferiore a quelli di ordine superiore
brindillo
branchetta
Branca 2°
Branca 1°
Potatura del 1° anno
L’astone di 1 anno dopo la messa a dimora viene cimato a 1m
Dall’astone cimato si svilupperanno dei germogli che quando avranno raggiunto i 15 cm se ne
sceglieranno 3 opportunamente distanziati sulla verticale
Si eviteranno i germogli posti nella vicinanza del taglio in quanto daranno branche facili allo
scosciamento
I germogli in sovrannumero verranno eliminati
I germogli destinati a formare le branche non vanno cimati
Verranno regolati nell’equilibrio variandone l’inclinazione
Quando i germogli avranno raggiunto i 60 cm si inizierà l’inclinazione che si completerà a fine
estate
Con la potatura invernale le branche possono essere raccorciate a 50 cm
Con l’emissione dei nuovi germogli si sceglieranno le branche secondarie
Il raccorciamento avverrà al disopra di una gemma dorsale esterna inferiore
È possibile formare le secondarie senza cimatura delle principali
Potatura del 2° anno
Durante tutta l’estate si eseguiranno leggeri interventi al verde con leggere cimature sui germogli
superflui
Tali operazioni verranno ripetute durante il periodo vegetativo
Durante la seconda potatura invernale si completerà l’inclinazione della branca principale e
secondaria
Le secondarie verranno inclinate di 30° rispetto alla principale e poste verso l’esterno
Dal secondo anno non si faranno più cimature né delle primarie che delle secondarie
Le cimature dopo il secondo anno ritardano notevolmente la produzione
Si asporteranno i rami nelle vicinanze di quelli prescelti specie se inseriti sulla parte superiore ed
interna
Dopo 4 anni dovrebbe iniziare la fruttificazione
Potatura del 3° anno
All’inizio della 3^ vegetazione lo scheletro sarà generalmente costituito da 3 branche primarie e 2
palchi di branche secondarie
Dai germogli che sorgeranno in primavera si sceglieranno quelli che andranno a formare il 3°
palco secondario
Le modalità di scelta saranno identiche agli altri palchi
Durante la 3^ estate si eseguiranno gli stessi interventi degli anni precedenti
Si asporteranno eventuali succhioni
Negli anni successivi si manterrà l’equilibrio vegetativo dello scheletro costruito
I rami superflui vanno asportati con cautela in quanto contribuiscono all’entrata in produzione
della pianta
2°
2°
2°
1°
1°
Vaso californiano
Vaso ritardato
Spindelbusch
È un fuso con la prima branca inserita a 60 cm dal suolo
Le successive sono distribuite a una distanza fra loro di 25-30 cm
L’angolo di inserzione delle branche tende ai 90°
Man mano che si sale le branche vengono inclinate verso il terreno
Il diametro della chioma non supera i 2 m così come l’altezza
Si adatta a soggetti innestati su nanizzanti
Potature così drastiche rallentano l’entrata in produzione
La produzione finale sarà comunque buona e di ottima qualità
Vaso ritardato
I due palchi sovrapposti si distanziano di 120-130 cm
L’altezza massima della pianta si aggira sui 350 cm
Melo allevato a
Spindelbusch
Palmetta regolare del melo
Forma adottata negli impianti industriali
Necessita di interventi frequenti soprattutto in verde
La struttura scheletrica è data da un asse centrale su cui si inseriscono in modo opposto le
branche
Le branche sono orientate in senso longitudinale inclinate di 45° sulla verticale
Il primo palco dista dal terreno circa 40-60 cm in funzione della vigoria
Il secondo palco dista dal primo circa 80 cm e questa distanza si riduce man mano che si sale con
i palchi
L’albero completamente formato dovrebbe raggiungere l’altezza di 4 m con 3-5 palchi
L’altezza della pianta dipende dalla vigoria e dalla distanza di piantagione
Le branche di ciascun palco devono essere inserite sull’asse sfasate di circa 10-15 cm
Per la formazione delle branche si scelgono germogli inseriti NON sul lato longitudinale del filare
Le formazioni fruttifere sono inserite direttamente sulle branche o su corti speroni
È necessaria l’impalcatura di sostegno
Palmetta regolare del melo
La distanza tra un filo e l’altro di sostegno sarà circa 20-30 cm sopra l’inserzione dell’impalcatura
I fili vanno messi man mano che l’albero cresce onde evitare sfregamenti delle frecce.
Interventi del 1° anno
L’astone di 1 anno ( alla schiusura delle gemme) verrà cimato 10 cm sopra a dove dovrà formarsi
il primo palco
Verranno scelte le due branche laterali con le modalità già descritte e il germoglio più alto andrà
a fare ( opportunamente legato) il nuovo prolungamento.
I germogli inseriti in vicinanza della freccia verranno intensamente cimati ,asportati o scacchiati
Le operazioni verranno fatte quando questi avranno raggiunto una lunghezza di 10-15 cm
Non dovranno esserci competizioni con i rami prescelti
I rami prescelti non verranno mai tagliati in allevamento ma si varierà il vigore con la piegatura
Quando saranno lunghi 50-60 cm si inizierà la piegatura.
Interventi nel 2° anno
Le branche per poter essere inclinate di 45° devono aver raggiunto una lunghezza uguale o
superiore alla freccia
Dopo l’inclinazione esse devono raggiungere l’inclinazione della freccia spuntata
Gli interventi generali saranno analoghi a quelli del primo
Qualora la freccia non avesse raggiunto il secondo palco verrà cimata in verde scegliendo poi tra i
rami anticipati quelli che formeranno il secondo palco.
Negli anni successivi si opererà con lo stesso criterio fino alla formazione completa dello
scheletro.
Il melo fruttifica prevalentemente su lamburde che rimangono produttive per molti anni
Fruttifica anche sui brindilli e sulle borse.
Nel melo nonostante tutto è importante il continuo rinnovo di circa il 10-20% delle formazioni
fruttifere
Pesco vaso regolare
È costituito da un tronco di 60 cm sul quale sono inserite le 3 branche principali
Le 3 branche principali sono lunghe circa 4 m inclinate sulla verticale di 45°
Sono disposte una nel senso longitudinale del filare e le altre in modo da formare tra loro un
angolo di 120°
La branca del senso longitudinale entra fra le due branche dell’albero adiacente
Sulle branche principali sono inserite 3 o 4 branche secondarie
La prima a 50 cm dall’innesto della principale distante dal terreno 80 – 110 cm
Le altre vanno poste ad una distanza di circa 1m l’una dall’altra ed in posizione opposta
Le distanze variano in funzione del terreno e della vigoria della pianta
Le branche secondarie formano un angolo con la principale di circa 30° e 45° con la verticale
Evitare l’inserimento delle branche in « pancia» e in « schiena».
Le branche secondarie di uno stesso palco sono inserite tutte dallo stesso lato delle principali
Quelle del 3° ordine vengono a trovarsi sopra a quelle di 1° ordine e quelle di 4° su quelle del 2°
Man mano che si sale di ordine le lunghezze diminuiscono
Le branche di 3° ordine si inseriscono ovunque ci siano dei vuoti da riempire.
Pesco vaso regolare
Il vaso del pesco è formato quasi da tre piramidi
Il vaso si costruisce partendo da un astone di 1 anno
Scelte le tre branche principali l’astone viene cimato a 5 cm sopra l’ultima branca
Le branche vengono ancorate al cavalletto
Man mano che le branche crescono vengono assicurate alle canne in modo da evitare rotture
Durante l’allungamento le branche emetteranno i germogli anticipati che verranno scelti per
formare le branche secondarie. Uno per ogni palco primario
I rami anticipati in soprannumero verranno asportati
Durante l’estate si dovranno compiere frequenti interventi agli alberi per conservare l’equilibrio
La potatura invernale se si sarà ben operato sarà o nulla o di entità trascurabile.
Con la prima potatura invernale si interviene su un albero che avrà già tre branche principali di
80 -120 cm e tre branche secondarie
Non raccorciando le branche si avrà una regolare distribuzione vegetativa.
Pesco vaso regolare
Nel secondo anno si procederà alla formazione del 2° palco di 2° grado
Verranno scelti i palchi già in primavera quando i getti saranno di 10 – 15 cm
I rami nelle vicinanze ed in esubero verranno scacchiati.
Durante tutta la stagione vegetativa si interverrà per mantenere in equilibrio le diverse parti
della pianta
Se si avrà una leggera fruttificazione i frutti dovranno essere asportati
Alla fine del ciclo vegetativo si sceglieranno le branche che andranno a formare il 3° palco
secondario
Le branche terziarie si sceglieranno già nel secondo anno e andranno ad occupare gli spazi liberi
tra le branche secondarie
Non avranno uno schema stabilito ma ovunque ci sia spaio e saranno più corte delle secondarie
Man mano che la struttura viene completata gli interventi al verde diverranno sempre più
limitati limitandoli a due di cui uno in concomitanza con il diradamento dei frutti
La potatura invernale che nei primi anni è ridotta al minimo diverrà sempre più intensa con
l’aumentare della fruttificazione.
Pesco palmetta obliqua
Diffusa negli impianti industriali
La formazione dello scheletro è guidata da frequenti interventi al verde
La palmetta è costituita da un asse centrale (freccia)
Sulla freccia sono inserite 3-4 coppie di branche (palchi) con una inclinazione di 45° sulla verticale
La distanza tra una branca e l’altra dello stesso palco è di circa 20 cm per evitare scosciatura della
freccia centrale
Il 1° palco è inserito a circa 60cm dal terreno
Il 2° palco si trova a circa 1-1,20 cm dal primo
Le distanze fra i successivi vanno diminuendo gradualmente di circa 20 cm
La lunghezza delle branche del primo palco è di 4 metri e si incrociano verso l’apice con quelle
dell’albero adiacente
Su portainnesti nanizzanti le lunghezze vanno ovviamente ridotte
Le branche di ciascun palco non sono rivestite da branche secondarie ma da formazioni fruttifere
Pesco palmetta obliqua
È necessaria la formazione di una struttura di sostegno formata da tre canne
L’impalcatura di sostegno permanente sarà costituita da pali e fili di ferro
Per la palmetta di pesco si procede come per il melo
Su ciliegio sulla frecci a tra un palco e l’altro si lasceranno rami di sfruttamento che si rivestiranno
in breve tempo di formazioni a frutto
Pesco produzione
Il pesco produce su rami di 1 anno, rami misti , brindilli, dardi ( mazzetti di maggio) e sui rami
anticipati
La massima fruttificazione si ottiene sui rami misti di circa 40 70 cm con un diametro alla base di
8-12 mm e inseriti su branche secondarie o terziarie esposti alla luce
La produzione è legata ad una giusta attività vegetativa
Le cultivar di medio vigore tendono a produrre su rami di buon vigore
Le cultivar vigorose producono più facilmente su rami di vigore medio o scarso
Tutti i rami che hanno fruttificato verranno asportati e sostituiti con rami di sostituzione
preferibilmente verso la base
I rami prescelti per la produzione non vengono accorciati ma lasciati intatti
Generalmente si incurvano sotto il peso della frutta
Nel pesco la potatura di produzione è piuttosto energica e si asporta circa il 50% dei rami di 1
anno
Nel pesco la potatura inizia dall’alto asportando le ime per favorire la penetrazione della luce
Pesco produzione
La potatura tende ad adeguare la quantità dei frutti alla capacità produttiva dell’albero
È proporzionata al numero delle foglie disponibili per ogni frutto
Ogni pesca abbisogna di 25-45 foglie un’albicocca di circa 10 foglie
Tale scopo viene raggiunto con la potatura e con il diradamento dei frutti
È opportuno evitare un eccessivo invecchiamento dei rami fruttiferi che portano un
invecchiamento dell’albero
Sarà necessario distribuire la produzione uniformemente su tutte le parti dell’albero
Quando gli alberi sono vigorosi è utile dopo la raccolta asportare i rami che hanno prodotto
Il diradamento dei frutti deve essere considerata una pratica complementare alla potatura
L’epoca in cui si applica il diradamento ha notevole importanza e in linea di massima deve
avvenire tra la fine della cascola naturale e quella in cui il nocciolo comincia ad indurire
Indicativamente 3-4 settimane dopo la fioritura
Una buona produzione si aggira sui 100 Kg di frutti per pianta che corrispondono a circa 700
frutti da 140gr ciascuno.
Pesco produzione
Più aumenta il peso medio dei frutti meno frutti si lasceranno sulla pianta
Nelle cultivar da industria si lascia un numero maggiore di frutti ma di pezzatura inferiore (1200)
Si asportano prima i frutti malformati
Si sdoppiano lasciando un solo frutto per gruppo di gemme
Si lasciano i frutti ben distribuiti sulla chioma e possibilmente all’esterno
I frutti dovranno avere una distanza di 20 cm l’uno dall’altro
Nella parte superiore della pianta possono essere lasciati un numero superiore di frutti
Produzione albicocco
L’albicocco fruttifica sui dardi fioriferi che si formano su rami di 2 o più anni , o su rami misti e
talvolta su brevi brindilli
I frutti di maggior qualità e pezzatura si raccolgono sui dardi
I dardi sono presenti maggiormente sui rami in piena produzione
I rami misti che hanno prodotto si rivestono negli anni successivi di dardi specialmente alla base
L’evoluzione dei dardi è verso la formazione di zampe di gallo e a volte a brevi brindilli
La pratica del diradamento dei frutti non viene praticata in quanto costosa
Si avrà ugualmente buona pezzatura ma con maturazione molto scalare.
Produzione ciliegio e susino
Il ciliegio produce su dardi a mazzetto che si formano su rami di 2 o più anni
Fruttificano per più anni con un lento rinnovo
La potatura di produzione non è necessaria in quanto non necessita di rinnovamento
La differenziazione a fiore avviene generalmente dopo la raccolta
Il ciliegio reagisce ai tagli con emissione di gomma
Susino:
Fruttifica di preferenza su dardi fioriferi di 2 anni che si formano su rami di 2 anni
Fruttifica anche su rami misti o anche su brindilli
I dardi continuano a produrre per 4-5 anni
Il susino europeo esige una potatura leggera
Il susino giapponese esige potature più energiche
Quando i rami portanti i dardi tendono ad esaurirsi vengono rinnovai con tagli di ritorno
Scelta delle specie
Ciliegio: specie esigente sia come clima che come terreno
Non tollera le nebbie persistenti
Ama zone ventilate e di collina
Esige terreno di medio impasto , ben drenato e con sufficiente irrigazione
Pesco: ha esigenze analoghe al ciliegio.
Estremamente soggetto a malattie crittogamiche
Sensibile ai freddi e alle gelate primaverili
Esige terreni di medio impasto con perfetto drenaggio
le varietà di maturazione media e tardiva soffrono facilmente di siccità
Scelta delle specie
Albicocco: ha pressappoco le stesse esigenze del pesco
Può adattarsi meglio a terreni argillosi e umidi
Non tollera ambienti umidi e nebbiosi
Data la precoce fioritura è estremamente sensibile alle gelate primaverili
Susino: Si adatta anche a terreni tendenti all’argilloso e umidi
Amano terreni di medio impasto
Melo Pero: Preferiscono terreni sciolti profondi e freschi ma tollerano anche un certo grado di
argilla
Il Pero su terreni calcarei soffre di clorosi